T.D.L. 85 – Il canto del ciclope innamorato Dal poeta Ovidio leggiamo di Polifemo, feroce Ciclope. Innamorato ardentemente della ninfa Galatea, celebrava la ragazza con dolci parole: «Tu sei, Galatea, più candida di una foglia di ligustro innevato, più florida dei prati, più nobile dell’alto ontano, più splendente del vetro, più gaia di un giovane aedo, più liscia delle conchiglie continuamente levigate, sole d’inverno, più gradita dell’ombra estiva, più luminosa del ghiaccio, più dolce dell’uva matura, più delicata sia delle piume dei cigni sia del latte cagliato, più bella di un giardino irrigato». Il Ciclope però, poiché la ninfa respingeva il suo amore, aggiunse tali parole: «Ma tu sei anche più dura della vecchia quercia, più ingannevole delle onde, più insensibile del salice giovane, più immobile di una roccia, più violenta di un fiume, più superba di un pavone, più accanita del fuoco, più spinosa del tribulo, più minacciosa di un orso, più orribile di un serpente tritato, e non solo portato avanti dall’illustre latrato del cervo, ma anche dai venti e dalla più sfuggente brezza alata!». Acto:
ago, is, egi, actum, ere
Addidit:
addo, is, didi, ditum, ere
Celebravisse: celebro, as, avi, atum, are Es:
sum, es, fui, esse
Legimus:
lego, is, legi, lectum, ere
Pugnabat:
pugno, as avi, atum, are