Febbraio 09 N.3

  • April 2020
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Giornalino dei Lavoratori della ferrari – coordinato dalla RSU-Fiom-ferrari

[email protected] – formicheoperaie.blogspot.com CONTRATTO AZIENDALE: PIATTAFORMA RIVENDICATIVA DELIBERATA DALLA RSU-FERRARI. IL 4 MARZO LE ASSEMBLEE CON I LAVORATORI E POI REFERENDUM DI APPROVAZIONE Il 19 febbraio 2009 le RSU Fim-Fiom-Uilm deliberano la piattaforma rivendicativa per il rinnovo del contratto aziendale. Risultato importante tenuto conto di tre fattori di difficoltà: innanzi tutto la divisione tra le rappresentanze sindacali della ferrari dopo l’accordo separato dell’Aprile 2008, poi le tensioni a livello nazionale tra Cgil, Cisl e Uil a seguito dell’accordo separato sul modello contrattuale, e infine la forte crisi economica che rappresenta un contesto complicato per la contrattazione. Al momento, la tutela dei lavoratori ha prevalso su logiche individualistiche, permettendo alla RSU di deliberare una piattaforma che verrà presentata ai lavoratori della ferrari in assemblea il prossimo 4 Marzo. Si parlerà di salario, precariato, inquadramento, orari di lavoro e sicurezza, una serie di rivendicazioni inquadrate in un progetto complessivo che guarda al futuro dell’azienda. Infine il 9 e il 10 Marzo sarà indetto un referendum con cui i lavoratori potranno votare la piattaforma. Solo se approvata da oltre il 50% dei dipendenti, la RSU-ferrari presenterà la piattaforma alla direzione aziendale. Partecipate alle assemblee e al referendum! [la redazione di Su La Testa ]

FEBBRAIO ‘09

La redazione ringrazia tutti coloro che hanno offerto e offriranno un contributo economico per la stampa di SU LA TESTA. Con pochi centesimi questo giornalino completamente libero continuerà ad essere autogestito dai lavoratori e a raccontare i problemi del lavoro in fiatferrari. Tocca a noi tutti conservare e potenziare questo strumento.

Investiamo su di noi. ( la redazione)

LAST-MINUTE…

Dopo l’accordo separato sul rinnovo del contratto della scuola, siglato da Cisl e Uil, la Cgil, che non ha sottoscritto l’accordo ha organizzato un referendum tra i lavoratori della categoria. Hanno votato oltre 400.000 lavoratori della scuola. Il 95% di loro ha detto no all’accordo imposto da Cisl e Uil. A questo punto l’accordo ha valore?

Agibilità sindacale: la fiatferrari attacca lo statuto dei lavoratori(Pag.2)

La crisi morde, ci occorrono certezze. Dov’è la california? (Pag.2)

Dov’è la california? Di solito non ci fidiamo mai, anche perché a forza di fidarsi e affidarsi il mondo si trova in una delle crisi finanziarie più gravi che si ricordino. Naturalmente quando le cose vanno male si parla di sacrifici, sacrifici che puntualmente colpiscono i cittadini più deboli. Fidarsi è bene non fidarsi è meglio. Allora andiamo al problema così come siamo abituati: nel novembre del 2007 sulle pagine di questo giornalino si chiedeva all’azienda lo stato di salute del progetto california. C’erano vari problemini che i progettisti cercavano di risolvere tra ottimismo, budget sforati, posticipazione della presentazione della vettura, fuochi d’artificio estivi, ed ancora date della messa in produzione puntualmente posticipate. Milioni di euro spesi per il lancio di una vettura che (come abbiamo scritto nel precedente numero) dovrà tirare la carretta nel 2009. Abbiamo il dovere di essere preoccupati e fare domande che possano invitare alla riflessone. Quante california, oggi, sono in circolazione? A noi risulta che il numero si aggira dal sito www.autolinereviews.com attorno allo zero. Motivi? Ancora problemi di cui si sa tutto, tutti sanno tutto ma tutti tacciono! Non contestiamo la prudenza dell’azienda che attende ad inserire sul mercato un prodotto importante, piuttosto non riusciamo a capire se la prudenza abbia qualcosa a che fare con problemi più complessi. Uno dei quali ormai è risaputo: c’è carenza di materiale sulle linee di montaggio dovuto allo stato di crisi dell’indotto ferrari. Quindi, le poche vetture che si vedono sulle linee sono incomplete perché mancano i pezzi per l’assemblaggio. Come affrontare il problema per non finire risucchiati dal vortice? Non vorremmo però, fermarci ad un problema che è il nostro ma solo di riflesso. Infatti, dalle linee della nuova carrozzeria, sebbene l’azienda abbia lavorato in senso opposto, giungono voci, mezze parole di preoccupazione, qualche foglio in cui si segnalano anomalie sulla qualità del prodotto. Un problema, quello della qualità che la RSU-Fiom-ferrari denunciò già nel maggio 2006 con un’intervista rilasciata alla stampa. Allora eravamo i primi a contestare alcuni metodi di lavoro assurdi come il Kaizen e a preoccuparci per i costi di garanzia. Oggi, per primi siamo pubblicamente preoccupati di come procede la California. Anche perché, come è stato già detto, quando ci sono problemi i primi a pagare sono gli operai. Pertanto se all’azienda interessa avere un parere dei lavoratori, e sarebbe opportuno, sa quali canali percorrere e come riattivare i tavoli di confronto con la RSU.

La fiat-ferrari ostacola l’assemblea dei lavoratori e l’agibilità della RSU Con le assemblee sindacali di Dicembre e Gennaio le intenzione della fiat-ferrari si sono rivelate per tutti. L’azienda sta impedendo lo svolgimento delle assemblee nelle unità produttive, cosi come previsto dallo statuto dei lavoratori. Questo insulta la libertà dei cittadini che lavorano nello stabilimento di Maranello. Il percorso che ha preparato l’attacco frontale al diritto di assemblea in azienda è stato preceduto da varie fasi di preparazione. Infatti, oltre agli attacchi ai delegati sindacali con provvedimenti disciplinari pretestuosi, l’azienda nel 2007 ha inviato a tutti i delegati della RSUFiom-ferrari una diffida per aver rilasciato un’intervista in saletta sindacale. Un attacco simbolico carico di ideologia padronale. In seguito, con pazienza, l’azienda ha vietato l’ingresso ai RLS e RSU in molte aree tecnologiche, limitando, di fatto l’agibilità sindacale in fabbrica; inoltre l’azienda ha collocato una bacheca sindacale da una zona di passaggio (quella di via Grizzaga) ad una zona invisibile; come se non bastasse la direzione aziendale non è assolutamente intenzionata a collocare una bacheca sindacale nella nuova mensa. Per chiudere, l’ultimo attacco è la negazione di un locale AGIBILE in azienda per svolgere le assemblee. Risulta chiaro a tutti i lavoratori che l’agibilità sindacale dei rappresentanti dei lavoratori e l’informazione attraverso bacheche e assemblee sono gli unici modi per condividere in azienda percorsi di comunicazione e di lotta. La fiat-ferrari ha preparato un terreno sfavorevole per neutralizzare la comunicazione tra lavoratori soprattutto in vista della contrattazione aziendale. Per questo la RSU, pochi giorni fa, ha deciso di lasciare un tavolo di confronto con l’azienda. Per denunciare la condotta della direzione aziendale. Ora più che mai è necessario farlo, visto che bisognerà discutere di contratto aziendale, e non sarà possibile capirsi se si discute in un cantiere!

Salute e Sicurezza NESSUNA PIETA’ PER LA SALUTE DEI LAVORATORI ITALIANI Con l’emendamento 32.5 al Dls 1305 Conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 207, BODEGA MAURO (lega nord)ha richiesto una cosa molto semplice: eliminare l’obbligo della presenza dei RLS (rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza) nelle aziende con meno di 15 dipendenti. Un fatto gravissimo quello accaduto il 10 Febbraio in commissioni affari costituzionali che rende ancora più chiaro l’assoluto disinteresse da parte del governo attuale per le misure che favoriscano il benessere di chi lavora. In Italia le aziende con meno di 15 dipendenti rappresentano oltre il 92% delle attività imprenditoriali. Questo significa che l’emendamento prevede la più totale assenza di rappresentanza per milioni di lavoratori in materia di salute e sicurezza, e proprio nei luoghi dove gli incidenti sono più frequenti. Un colpo durissimo alla sicurezza senza precedenti che trova collocazione nella logica della definizione decreto mille proroghe, un decreto che nasce non per disciplinare la sicurezza nei luoghi di lavoro ma per neutralizzare il Testo

Unico con tante deroghe incomprensibili che svuotano il messaggio di cultura della sicurezza a vantaggio di una visione irresponsabile ed economica del lavoro. Un’altra triste curiosità attorno all’emendamento leghista è che esso è stato presentato nei giorni in cui la discussione sul diritto alla vita e alla morte ha trovato maggiore furore ideologico. Probabilmente, in politica, e per questo governo in particolare, la cultura della vita si urla per le realtà esistenziali più disperate, ma deve azzittirsi agevolmente quando con una serie di proroghe (alcune delle quali già citate nello scorso numero del giornalino) si deregolamentano la prevenzione e la sicurezza di milioni di lavoratori. Tutele negate perchè costose, perché ingessano un certo tipo di impresa che fa competitività risparmiando sulla salute dei lavoratori. Probabilmente chi lavora onestamente, in questo paese, non merita pietà ne una presa di coscienza che accusi chi attenta direttamente o indirettamente alla vita.

Incidente in tappezzeria. Dichiarato l’infortunio? Uno degli sport più praticato dai caudillos in ferrari è fare pressione sui lavoratori perché non dichiarino l’infortuni. La pratica, diffusa e taciuta grazie alla perenne ricattabilità dei lavoratori e alla distrazione di alcuni delegati sindacali, in alcuni periodi si è ridimensionata grazie alla maggiore attenzione da parte dei lavoratori che hanno denunciato queste pratiche da caporalato. Allora torniamo all’attacco con questa testimonianza invitando inoltre tutti i dipendenti che subisco un incidente durante al’orario di lavoro di aprire la normale pratica di infortunio. È un diritto che pagate, pertanto esercitatelo quando c’è bisogno. Tappezzeria 6-2-08. Da quello che so una lavoratrice ha subito un incidente sul lavoro. Taglio di una mano. La lavoratrice è stata accompagnata all’ospedale e tra i membri dell’equipe medica ci sarebbe stato anche un funzionario della Ferrari. Uno dei cavalieri più languidi ed eleganti. Pare che il cavaliere abbia fatto richiesta alla lavoratrice di non mettersi in infortunio. Non si sa se con le buone o con le cattive. La cosa sicura è che la ragazza è in malattia dopo un infortunio sul lavoro.

Il crollo della solidarietà. Ormai è risaputo i venti della crisi pervadono il volto di molti lavoratori, nonostante la Ferrari dichiari pubblicamente che l’andatura del mercato è in controtendenza rispetto alle altre aziende del settore. In molti reparti tuttavia si ricorre alle più inusuali strategie per difendere il posticino al sole conquistato, innescando il tanto temuto conflitto fra indigenti che purtroppo nuoce in modo irrimediabile sulla sponda dei diritti dei lavoratori. Situazione deprecabile, squallida in certi frangenti,grottesca per i suoi sviluppi e per le persone che quotidianamente ne sono coinvolte…dal responsabile di reparto al delegato d’area, sancendo di fatto la corsa individuale a privilegi esili e conseguentemente lo smantellamento di quella solidarietà che è stata la base per l’istituzione dello statuto dei lavoratori. I metodi per insinuare il virus della guerra tra poveri sono varie (ed eventuali): ad esempio raccolte di firme ai danni di un collega che dissente dallo status quo in uso, pregiudizi riguardanti la vita privata di un collega, ipotesi surreali su eventuale meritocrazia, insomma un latente stato di mobbing “istituzionalizzato”! Chiediamo ai lavoratori di denunciare ogni forma di discriminazione e molestia nei confronti dei colleghi, evitando di fare favori all’azienda che è esperta ad alimentare la disgregazione del movimento dei lavoratori (dalla Carrozzeria)

Nuove iniziative della Cgil dopo lo sciopero del 13 Febbraio Nonostante la quasi totale disattenzione della stampa e delle televisioni sui motivi che hanno portato allo sciopero i lavoratori del pubblico impiego e i metalmeccanici, la manifestazione nazionale è riuscita. Non ci credevano i segretari di Cisl e Uil, non ci credeva il governo che stupidamente si ostina a dichiarare cifre riduttive sulla partecipazione alla sciopero del 13 Febbraio. Le lavoratrici e i lavoratori, più determinati che mai, hanno sfilato lungo le vie della capitale per ritrovarsi in una piazza S. Giovanni stracolma come accade solo durante il concerto del primo maggio. Lavoratrici e lavoratori, che nonostante le difficoltà economiche acuite dalla crisi in corso si sono sacrificati per rivendicare una politica contro la crisi più incisiva e dalla parte di chi è più debole. Cittadini che pacificamente hanno detto non alla guerra tra poveri che vuole lavoratori pubblici contro provati, giovani contro vecchi, precari contro garantiti, italiani contro migranti, uomini contro donne.

A Roma si è rivendicata la cultura della solidarietà, la cultura della dignità del lavoro che non accetta un modello contrattuale firmato dalle sole Cisl e Uil che di fatto sta impedendo un confronto nei luoghi di lavoro sull’accordo separato. Il 13 febbraio è da considerarsi un capitolo importante di una serie di iniziative della Cgil, alcune delle quali continueranno nelle prossime settimane. Innanzi tutto in tutti i luoghi di lavoro la Cgil organizzerà assemblee per spiegare i motivi per cui l’accordo sul modello contrattuale firmato da Cisl e Uil limita i lavoratori dal punto di vista democratico ed economico. Si prevede anche un referendum sul modello contrattuale a cui potranno partecipare tutti i lavoratori. Un modo per affermare l’importanza della democrazia che Cisl e Uil stanno mettendo da parte. Un percorso che porterà ad una grande manifestazione prevista per il 4 aprile a Roma. Lì confluiranno le realtà del paese che non vedono la politica come dirigismo e sudditanza.

L’era dei figuranti Se qualcuno si sta chiedendo cosa succeda all’interno del reparto in cui lavora, fra i vari spostamenti, cambi mansione, lavoratori che un giorno prima ci sono ed il giorno dopo non ci sono più, la risposta è semplice: l’azienda sta strumentalizzando la crisi per decidere chi “merita” o meno di lavorare e di lavorare in questo o in quel reparto. Tutto ciò succede anche in gestione sportiva, dove gli interinali vengono lasciati a casa mese per mese per rimpiazzarli con lavoratori provenienti da altre aree della fabbrica. Approfondendo più il discorso si può dire che mentre il precariato una volta l’azienda lo gestiva come un modo per “formalizzare” l’ingresso in azienda ad un lavoratore, con tutto quello che comportava e cioè maggior sfruttamento delle risorse umane, meno diritti e sudditanza psicologica, ora gli interinali, come anche i lavoratori a tempo determinato sono visti come “zavorra”, cioè pezzi inutili dell’azienda che nel momento in cui si potrebbero ridurre i ritmi e lavorare meglio, vengono gettati via. Ma in gestione sportiva non succede solo questo: succede che chi lo “merita” continua a fare straordinario, contravvenendo alle più elementari leggi sull’occupazione. Una volta si diceva:”LAVORARE MENO, MA LAVORARE TUTTI”, oggi invece si dice:” MENO MALE CHE ALMENO A ME LI FANNO FARE GLI STRAORDINARI”. Come se non bastasse alcuni gruppi di lavoratori in gestione sportiva sono sotto il codice di costo di altri reparti, per far “figurare” una riduzione plausibile delle spese nel settore addetto alla F1. Nell’era dei figuranti tutto è possibile e c’è anche il caso che la gente reputi alcuni cambiamenti come la riduzione del personale, dei cambi di mansione e gli addebiti strategici su codici di costo non rilevanti ai fini di una strategia che tende ad eliminare la capacità di lavorare in modo corretto. (dalla GES)

Non si può dire sempre si!!! Mi riferisco agli accordi firmati senza nemmeno un ripensamento, nessun ritegno e nessuno scrupolo, loro firmano e basta. Bonanni e Angeletti non sono stati capaci nemmeno di rifiutare l’invito a cena del cavaliere. Volevano forse sentire il brivido del lusso! Non hanno pensato minimamente a tutti quei lavoratori che li sostengono, ne se quello che facevano era davvero a tutela dei loro iscritti. Però, soprattutto, vorrei dire a questi rappresentanti sindacali che aziende come la ferrari e molte altre in Italia sentono la necessità di vederli in faccia direttamente nelle assemblee in modo che i lavoratori possano dirgli cosa pensano di quello che stanno facendo. Questi signori dovrebbero spiegare agli operai sempre più poveri ed ai precari le ragioni di firmare contratti assurdi senza nemmeno consultare i lavoratori coinvolti, senza rispetto per le altre confederazioni più rappresentative(Cgil). Infine vorrei dire ai compagni di lavoro di distaccarsi da logiche sindacali che non condividono e di riunirci in un solo grande sindacato che

tuteli gli operai, senza divisioni dicendo basta con le cene ad Arcore (dalla Meccanica)

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