Fatturazione Elettronica Nei Confronti Della Pubblica Amministrazione

  • June 2020
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Fatturazione elettronica nei confronti della pubblica amministrazione Quali suggerimenti per rendere più efficace il modello italiano si possono trarre dalle esperienze europee La Redazione

La finanziaria 2008 (L. 247/07, art. 1 commi 209-213), avvallata con apposito decreto del Ministro dell’Economia Padoa Schioppa, ha reso obbligatoria la fatturazione elettronica per gli operatori che hanno rapporti con la pubblica amministrazione centrale. Il modello di riferimento prevede l’assunzione da parte dell’Agenzia delle Entrate del ruolo di gestore del “Sistema di interscambio” tra gli operatori economici e la pubblica amministrazione, mentre demanda a Sogei l’onere di svolgere le funzioni di braccio informatico/operativo, dedicandosi “ai servizi strumentali e alla conduzione tecnica” dei sistemi.

Il primo decreto attuativo, tuttavia, non chiarisce ancora le caratteristiche della gestione operativa del modello, sebbene si sappia che sarà implementato gradualmente coinvolgendo le grandi aziende e tutte le agenzie fiscali a partire già dal 2009, per poi completarsi nel 2010 con le piccole/medie imprese e le amministrazioni rimanenti, con l’obiettivo di ottenere risparmi per 1,5 - 2 miliardi di Euro l’anno, che secondo il CNIPA e la Banca d’Italia potrebbero salire a 10 miliardi in cinque anni. Con Luca Gargiulo e Antonio Maresca, rispettivamente, executive e senior cunsultant di Ernst & Young Financial Business Advisory, la redazione

di Iged discute di come alcune esperienze europee possano offrire interessanti spunti di riflessione al modello operativo italiano attualmente in fase di sviluppo. Quali sono le principali differenze del modello di fatturazione elettronica alla PA appena varato in Italia rispetto agli esempi desumibili dal contesto europeo? Gargiulo - Le esperienze di alcuni paesi europei, quali la Danimarca, la Svezia e la Finlandia, presentano rispetto al modello italiano alcune diversità sostanziali, riconducibili principalmente al mancato utilizzo, ovvero all’assenza di obbligatorietà, di due strumenti quali: la firma digitale per ottemperare alle normative vigenti in termini di trasmissione dei documenti, che non sono originali unici; la conservazione sostitutiva per i documenti trasmessi in formato elettronico.

Luca Gargiulo

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Antonio Maresca

In sostanza, in Europa si è evitata la definizione di una soluzione certificata di firma digitale valida per la fatturazione elettronica, allo scopo di rilasciare un modello tecnologicamente neutro e con un alto grado di compatibilità internazionale.

focus Per quanto riguarda l’archiviazione sostitutiva, d’altro canto, non è stata effettuata nessuna precisazione nel quadro normativo. In pratica, seppur anche le leggi di questi paesi richiedano ovviamente il rispetto dei principi internazionali di book-keeping, gli unici vincoli imposti sono quelli di autenticità e integrità del dato, nonché di accessibilità alla fattura.

L’esperienza Danese Qual è un paese che ha già reso operativo un modello di fatturazione elettronica verso la pubblica amministrazione? Maresca - Da febbraio 2005 tutte le istituzioni pubbliche in Danimarca, sia centrali sia periferiche, accettano esclusivamente fatture elettroniche dai propri fornitori. Il passaggio dal vecchio sistema cartaceo a quello elettronico è avvenuto con modalità big bang, in termini sia di istituzioni pubbliche interessate (tutte), sia di tipologia/dimensione delle aziende fornitrici (tutte). La riforma voluta dal Ministero delle Finanze danese ha interessato circa 15 milioni di fatture annue, che rap-

presentano il 7% del totale fatture emesse nel paese, 270 comuni (oggi ridotti a 98 per una riorganizzazione del territorio) e circa 440.000 aziende fornitrici, di cui 250.000 di dimensione medio-piccola. Nel 2004 erano stati evidenziati possibili risparmi per circa 135 milioni di Euro, ottenibili principalmente attraverso l’ottimizzazione dei processi di fatturazione cartacea esistenti (in particolare favorendo la de-materializzazione degli stessi). Per sottolineare la differenza di mentalità tra i paesi è utile evidenziare che in Danimarca a ogni amministrazione sono stati detratti fondi pari ai risparmi attesi già a partire dal 2005, anno in cui è stato avviato il servizio. È importante sottolineare inoltre il fatto che, in questa prima fase, i danesi non abbiano puntato allo sviluppo di un modello di fatturazione elettronica B2B, ma solamente B2G, benché questo sia già in fase di naturale diffusione tra le aziende di dimensioni medio/grandi. Ad oggi, tuttavia, i processi attivati non contemplano l’emissione di ordini d’acquisto elettronici, ma la sola fatturazione elettronica, tra l’altro, senza l’abbinamento ordine-fattura, che sarà comunque oggetto dei prossimi interventi. Con l’introduzione della fatturazione elettronica è stato anche risolto il problema della domiciliazione dei pagamenti. È stato possibile risolvere congiuntamente il problema della fatturazione elettronica e dei pagamenti? Quali sono stati i passi principali del percorso attuativo? Gargiulo - I passi fondamentali del percorso attuativo partono da dicembre 2003, data in cui veniva approvata la legge sui pagamenti del settore pubblico (“Law 1203 on public payments” del 27/12/03), con cui si dava piena autorità al Ministero delle Finanze a pubblicare i regolamenti attuativi di dettaglio. La legge non menzionava la fatturazione elettronica, ma era focalizzata

sulla ridefinizione dei processi di pagamento, per cui ogni soggetto economico era tenuto ad avere e a rendere pubblico un conto corrente bancario sul quale i clienti avrebbero domiciliato i pagamenti. In base alla legge, dal 2004 qualsiasi fornitore danese rende noto in una directory pubblica il conto su cui desidera essere liquidato (secondo la policy detta “Easy Account”), per cui la fatturazione elettronica ha potuto beneficiare di un’informazione aggiuntiva che ha permesso di chiudere agevolmente il ciclo dei pagamenti. L’iniziativa sulla fatturazione elettronica è stata solo successivamente dettagliata in un regolamento pubblicato dal Ministero delle Finanze il 7 ottobre 2004 (FM Statute 2004), che formalizzava l’obbligatorietà della fatturazione elettronica alla pubblica amministrazione a partire da febbraio 2005 e dava autorità al Danish Ministry of Science, Technology & Innovation per l’individuazione di un formato standard. Che tipo di supporto è stato dato agli attori coinvolti nel modello? Maresca - Innanzitutto, durante la fase di avvio è stato predisposto un servizio di help desk (telefonico ed e-mail) per fornire a tutti gli operatori economici coinvolti un supporto per la risoluzione di tutte le possibili problematiche legali, tecnologiche, organizzative, ecc. Sono stati, inoltre, previsti momenti di aggregazione tra i soggetti coinvolti per discutere lo stato dell’arte e per definire possibili soluzioni alle eventuali criticità sollevate. Oltre ai manuali e alle procedure per la corretta gestione progettuale della fase di transizione, con il supporto degli organi istituzionali di stampa si è provveduto ad effettuare una campagna informativa che ha incluso l’utilizzo di siti Web, newsletter e brochure rese disponibili presso le istituzioni pubbliche, nonché pubblicità televisiva e sulla carta stampata. Infine, è stato inviato materiale in2 0 0 8 . n. 2 - anno XVII iged.it

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focus formativo a tutte le potenziali aziende fornitrici della pubblica amministrazione danese, ovvero a tutte le 440.000 aziende private censite. Ad oggi, il modello danese ha raggiunto i suoi obiettivi di penetrazione? Gargiulo - L’obiettivo primario del governo danese consisteva nel garantire nel più breve tempo possibile il ricevimento di fatture esclusivamente elettroniche da parte delle istituzioni pubbliche. Attualmente il 100% delle fatture indirizzate alla pubblica amministrazione sono scambiate in formato elettronico, e tale percentuale era stata pressoché raggiunta già a febbraio 2006, ovvero un anno dopo il go-live dell’iniziativa. Quali sono gli standard di fattura utilizzati e quanti sono i canali di trasporto? Maresca - Lo standard di comunicazione danese è unico e basato sul formato OIOXML1, ma si prevede a breve l’introduzione dello standard europeo (OIOUBL), attualmente in fase di definizione. La fatturazione elettronica prevede un sistema di trasporto unico, basato su una rete protetta denominata value added network services (VANS). L’indirizzamento delle fatture dagli emittenti ai riceventi è garantito attraverso l’utilizzo di un indirizzo elettronico denominato codice EAN (electronic article number), che permette l’identificazione delle location fisico/ legali cui fatturare. I fornitori hanno la possibilità di: emettere fatture cartacee, con l’obbligo di specificare comunque il codice EAN e di inviarle via posta a degli scanning center, denominati read-in bureau, che provvedono a convertirle in formato digitale e ad inviarle alle istituzioni di pertinenza via VANS; inviare le fatture elettroniche uti08

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lizzando i servizi messi a disposizione da appositi portali collegati alle VANS; in ultimo, inviare direttamente i record telematici attraverso un accordo stipulato con i gestori della VANS. Riassumendo, le aziende fornitrici hanno tre possibili canali per inviare fatture elettroniche alla pubblica amministrazione: attraverso i read-in bureau (mantenendo il formato cartaceo); tramite gli invoice portal (con caricamento della singola fattura o di un batch); mediante la piena integrazione informatica dei sistemi con la VANS. Perché un operatore dovrebbe scegliere un canale piuttosto che un altro? Gargiulo - La convenienza di utilizzo di un media trasmissivo piuttosto che un altro dipende fortemente dal numero medio annuo di fatture da emettere nei confronti della pubblica amministrazione. Fondamentalmente, i tre canali trasmissivi sono caratterizzati dalla seguente struttura di costo: read-in bureau: 11 corone per fattura, pari a circa 1,5 Euro; invoicing portal, 4,25 corone per fattura, pari a circa 0,6 Euro; VANS: _ una fee di sottoscrizione minima di 1.000 Euro, che include la possibilità di inviare 4.000 fatture; _ successivamente, oltre le prime 4.000 fatture, 0,1 Euro per fattura. Risulta quindi semplice dedurre che l’utilizzo degli invoicing portal risulta essere maggiormente conveniente al di sotto di circa 1.700 fatture annue;

ma, in realtà, la soluzione dipende fortemente dal grado di automazione e dal costo dei possibili interventi da effettuare sui sistemi informativi, che andranno valutati caso per caso. È prevista un’evoluzione del modello? Maresca - Nel 2007 la Danish National IT and Telecom Agency si è attivata per definire un modello nazionale per l’ebusiness. Il risultato delle ricerche è stato definito “NemHandel” (Easy Trade) e consiste in una nuova infrastruttura open source che ha l’obiettivo di erogare servizi B2B e B2G nell’ottica generale della condivisione dei documenti a rilevanza fiscale/gestionale su protocollo IP. La fatturazione elettronica è una delle principali iniziative in tale ambito. Attualmente la nuova infrastruttura è ancora in fase di sviluppo e di test, consistendo in un client (come quelli di uso comune per la gestione della posta elettronica) per l’indirizzamento outbound e inbound dei documenti scambiati. È importante sottolineare che lo scambio di tale documentazione su protocollo IP implica l’obbligatorietà della firma digitale. La politica di diffusione del nuovo standard non è ancora in modalità push, poiché, come già sperimentato per i precedenti canali, si ha piena fiducia nella libera regolamentazione da parte del mercato. Inoltre, i principali produttori di software si sono già dimostrati interessati all’inclusione nelle proprie soluzioni di un unico standard accettato a livello nazionale e utilizzato da tutte le pubbliche amministrazioni. Riassumendo, quali sono i principali punti di attenzione da tenere in considerazione per il successo di un modello di fatturazione elettronica in Italia? Gargiulo - Se si guarda al successo dell’iniziativa in ambito B2G, sicu-

focus ramente la Danimarca ha raggiunto tutti gli obiettivi che si era posta. Tuttavia, se allarghiamo l’orizzonte anche alle possibili fatturazioni elettroniche B2B, che invero in questo paese non superano il 10% di penetrazione, il modello danese dei readin bureau, resi possibili principalmente dal forte supporto economico garantito dal governo alle aziende più piccole (rese così esenti dal pagamento degli oneri di digitalizzazione), ha sicuramente frenato lo sviluppo più esteso della fatturazione elettronica. Ai fini di evitare in Italia le stesse problematiche, si potrebbero ipotizzare forme decrescenti di incentivazione nel corso degli anni, piuttosto che la progressiva riduzione della soglia di fatturato al disotto della quale concedere eventuali sussidi. Le differenze principali tra Italia e Danimarca, in ogni caso, sono a livello normativo. L’assenza della necessità di archiviazione sostitutiva, ad esempio, comporta indubbi vantaggi in termini di realizzazione e gestione del modello. Gli standard danesi di book-keeping la-

sciano la responsabilità di archiviazione sugli emittenti e sui riceventi delle fatture elettroniche, ma con qualsivoglia mezzo disponibile (anche cartaceo, se ancora economicamente vantaggioso rispetto ai volumi). Analogamente, il modello danese non prevede attualmente l’utilizzo obbligatorio della firma digitale, se non nel caso in cui si transiti su protocollo IP (per esempio, volendo inviare via e-mail le fatture ai read-in-bureau). Le motivazioni principali che hanno condotto alla definizione di un contesto normativo tanto più semplice di quello italiano consistono sostanzialmente nella convinzione del governo danese che nella prima fase di adozione il livello di sicurezza richiesto può essere paragonabile a quello richiesto all’invio di fatture cartacee. Negli anni immediatamente precedenti al go-live, inoltre, come è stato detto in precedenza, la Danimarca ha spianato la strada all’avvio del modello attivando iniziative specifiche tra le quali la policy “Easy Account”. Ciascun operatore economico che emette fatture nei confronti della pubbli-

ca amministrazione ha già a dichiarato il conto corrente di appoggio su cui indirizzare i pagamenti nel caso la specifica fattura non presenti altre indicazioni in merito. Tale policy, resa operativa con il contributo del mondo bancario, ha fortemente ridotto i margini di errore relativi ai pagamenti e alla tracciabilità degli stessi. Una sua importazione nel modello italiano sarebbe, quindi, di notevole aiuto, potendo lavorare in modo sinergico con il mondo bancario, maggiormente interessato proprio alla gestione dei pagamenti. La scelta di diffondere il modello in modalità big-bang, infine, si è dimostrata vincente, avendo evitato le complessità di gestione della transizione, con aziende e/o istituzioni pubbliche escluse dall’implementazione. Tuttavia, va tenuto in considerazione che tale scelta è stata supportata dall’elevata maturità ICT del contesto danese (98% delle aziende connesse in rete) che ha notevolmente facilitato la transizione, consentendo un go-

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focus live senza particolari défiance.

L’esperienza Svedese Quale altro paese si è mosso nella stessa direzione intrapresa dalla Danimarca? Maresca - La Svezia è in procinto di adottare un modello molto simile a quello sviluppato in Danimarca. A fine dicembre 2006, in particolare, il governo svedese si è mosso per assegnare alla Swedish National Financial Management Authority (ESV) il ruolo di gestore del progetto di realizzazione della fatturazione elettronica verso le amministrazioni centrali. L’ESV altro non è che il braccio operativo del governo svedese per lo sviluppo e innovazione dei processi finanziari e amministrativi delle amministrazioni pubbliche. Il piano di attuazione prevede l’obbligatorietà della fatturazione elettronica a partire da luglio 2008, limitatamente alle fatture emesse verso le amministrazioni centrali. Per quanto riguarda i volumi coinvolti, il governo svedese riceve ad oggi circa 11 milioni di fatture l’anno. Uno studio commissionato dal Ministero delle Finanze svedese ha evidenziato

risparmi possibili stimati tra i 200 e i 400 milioni di Euro, a seconda del perimetro di attuazione del modello (solo amministrazioni centrali o tutte le amministrazioni). Qualora la fatturazione elettronica fosse integrata nel più ampio processo di procurement (procure-to-pay process), si stima che i risparmi salirebbero a 700 milioni di Euro circa. Come primo passo operativo per l’adozione del modello, nel dicembre 2006 l’ESV ha definito due accordi quadro con altrettanti operatori VAN (Value Added Network, simili a quelli descritti per il modello danese). Tali operatori avranno il compito di fungere da intermediari tra i fornitori e le istituzioni pubbliche centrali, e tra queste e i rispettivi clienti. Quali sono le principali caratteristiche del modello che sarà adottato in Svezia? Gargiulo - In sostanza il modello svedese, molto simile a quello danese, prevede tre canali fondamentali: invio di una fattura elettronica attraverso gli operatori VAN; utilizzo di un invoicing portal; invio di una fattura cartacea verso un centro di digitalizzazione. Nel primo caso, le fatture vengono emesse direttamente nel formato elettronico standard denominato Svefaktura (basato sullo standard europeo UBL 1.0). Nel secondo caso, si accede ad un portale protetto da login e password e si inserisce manualmente la fattura attraverso una pagina Web. Una procedura di validazione permette il controllo formale dei campi prima dell’invio della fattura agli operatori VAN che ne provvedono alla consegna. La fattura viene inviata agli operatori già in formato Svefaktura. Nell’ultimo caso, si invia la fattura in formato cartaceo ad uno specifico

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indirizzo, corrispondente ad un centro di scannerizzazione che provvede alla digitalizzazione della fattura stessa. La fattura viene quindi inviata, nel formato Svefaktura, agli operatori VAN che ne provvedono alla consegna. In questo caso, quali sono i principali punti di attenzione da tenere in considerazione per il successo di un modello di fatturazione elettronica in Italia? Maresca - Anche in questo caso, i principali elementi di attenzione derivano dalla minore complessità del contesto normativo. La firma digitale e l’archiviazione sostitutiva, ad esempio, non sono previsti. La strategia di adozione, inoltre, pur non essendo a big-bang, prevede solo due step per quanto riguarda le istituzioni pubbliche riceventi: primo step: pubblica amministrazione centrale (luglio 2008); secondo step: istituzioni pubbliche rimanenti (da definire). Non è prevista, infatti, alcuna gradualità sul numero e la tipologia di imprese da coinvolgere nel lancio del modello.

L’esperienza Finlandese Vi sono paesi che hanno utilizzato invece un approccio diverso? Gargiulo - Nonostante non esista un preciso vincolo normativo, la Finlandia ha raggiunto “spontaneamente” ottimi risultati in termini di penetrazione della fatturazione elettronica verso la pubblica amministrazione. Ad oggi, infatti, per quanto riguarda le istituzioni pubbliche, su un totale di 2,7 milioni di fatture, circa l’80% sono ricevute e processate elettronicamente. Di queste, solo il 30% (target di fine 2007) vengono inviate

focus elettronicamente, mentre il resto viene digitalizzato da specifici provider a partire dalle fatture cartacee. Che ruolo ha svolto, quindi, il governo finlandese? Maresca - Innanzitutto la fatturazione elettronica viene utilizzata da tempo in Finlandia, prevalentemente attraverso lo standard EDIFACT, definito alla fine degli anni ‘80. Visto che la natura esclusivamente privata dell’iniziativa aveva comportato la genesi di un numero elevato di standard e di player, il Ministero delle Finanze finlandese si è attivato nel 2003 con un atto di indirizzo per l’impiego di un modello condiviso di fatturazione elettronica verso la pubblica amministrazione. La scelta del governo è stata orientata dalla convenienza di non sviluppare un nuovo standard o nuovi servizi, ma piuttosto di utilizzare gli standard/servizi esistenti. Nell’atto di indirizzo, tuttavia, si è raccomandato l’utilizzo da parte della pubblica amministrazione di solo due degli standard disponibili: eInvoice: definito dall’eInvoice Consortium (composto prevalentemente da operatori di reti tradizionali e banche), e ulteriormente svilup-

pato dalla Finnish Information Society Development Center (TIEKE), si tratta di un formato a metà strada tra EDIFACT e XML; Finvoice: sviluppato dall’associazione di banche finlandesi in seguito all’introduzione da parte della European Committee for Banking Standards (ECBS), si tratta di un formato che utilizza ePI (electronic Payment Initiator), XML e ebXML. Si è raccomandato, inoltre, che le istituzioni pubbliche non eseguissero nei propri sistemi le necessarie conversioni ai due formati sopra citati, ma che piuttosto si rivolgessero per tale scopo ai provider disponibili nel mercato. Proprio grazie alla spinta da parte del governo finlandese, ad oggi questi due formati si stanno lentamente affermando sia nel settore privato sia nel settore pubblico. Da un punto di vista operativo, lo sviluppo della fatturazione elettronica all’interno delle istituzioni pubbliche è stata affidata alla Tesoreria di Stato finlandese, operante all’interno del Ministero delle Finanze. In particolare, un primo pilot è stato avviato nella regione di South Karelia, dove si è proceduto con il test e l’adozione del modello e dove si è già raggiunto un elevato livello di copertura. Quanti provider di servizi sono attivi ad oggi? Gargiulo - Attualmente in Finlandia esistono all’incirca 15 provider di servizi di fatturazione elettronica, che possono essere raggruppati in due categorie fondamentali, gli operatori tradizionali e le banche. I primi sono sostanzialmente gli operatori che erano partiti inizialmente con il formato EDIFACT. Questi, in genere operanti per le grandi aziende che sono in grado di impegnarsi in investimenti informatici significa-

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tivi, offrono servizi di conversione e di integrazione con i sistemi ERP dei propri clienti. Le ultime offrono servizi di e-invoicing semplificati, per lo più attraverso i propri portali di on-line banking. Questi, in genere operanti per le imprese medio/piccole, offrono servizi che richiedono investimenti di importo assai contenuto. Su cosa si basa il modello? Maresca - Il modello si basa sul concetto di interoperabilità. In pratica, ciascuna azienda privata o istituzione pubblica emette fatture elettroniche nel formato scelto e le invia a qualsiasi altra azienda privata o altra istituzione pubblica appoggiandosi al proprio provider di riferimento. D’altro canto, ciascuna azienda privata o istituzione pubblica ricevere fatture elettroniche nel formato scelto interfacciandosi esclusivamente con il proprio fornitore di servizi di e-invoicing. In particolare, gli operatori di e-invoice o le banche identificano i propri clienti attraverso il loro Business Identity Code (Business ID), consegnato a tutte le aziende private e/o istituzioni pubbliche dalle autorità, che altro non è che la partita IVA senza il prefisso nazionale FI.. In questo caso, il contesto normativo prevede la firma digitale e l’archiviazione elettronica sostitutiva? Gargiulo - Al momento in Finlandia non è richiesto, né raccomandato, l’utilizzo della firma digitale e dell’archiviazione elettronica sostitutiva. Da un punto di vista prettamente normativo, in effetti, non vi è alcuna definizione neppure di “fattura elettronica”, che potrebbe anche essere intesa come documento PDF allegato ad una e-mail, o presente su un sito Web. L’autenticità e l’integrità della fattura viene garantita, in accordo con la direttiva dell’Unione Europea

focus 2001/115/EC, attraverso: firma elettronica, che però non deve obbligatoriamente essere stata creata attraverso enti/strumenti certificati; EDI; qualsiasi altro mezzo che attesti l’autenticità della fonte e l’integrità dei dati scambiati. In sostanza, viene previsto l’utilizzo di quella che viene definita “ordinary electronic signature”, ossia l’abbinamento di una user ID e una password variabile del tipo comunemente usato per trading on-line, e-banking, ecc. Per quanto riguarda l’archiviazione sostitutiva, inoltre, la legislazione finlandese non pone particolari restrizioni se non che leggibilità, autenticità e integrità di ciascuna fattura siano garantite per tutto il periodo di archiviazione (6 anni). Le fatture possono, quindi, essere archiviate in qualsivoglia mezzo che rispetti i requisiti di cui sopra, e quindi in qualsivoglia formato (elettronico o cartaceo) e secondo qualsivoglia standard. Qual è l’infrastruttura tecnologica a supporto? Maresca - Il tutto si basa su un’infrastruttura tecnologica che permette: la conversione di un formato nell’altro; il roaming tra i diversi fornitori dei servizi di e-invoicing. Al fine di garantire la necessaria interoperabilità, l’e-Invoice Forum, creato dalla stessa TIEKE, ha definito e reso disponibili i seguenti servizi: un data base condiviso contenente gli indirizzi elettronici di tutti i player coinvolti. Questo data base, 14

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messo a disposizione a titolo completamente gratuito, contiene circa 12.000 item per altrettante aziende private e istituzioni pubbliche, ciascuno indicante il nome della azienda/istituzione, la business ID, le informazioni per il contatto dell’azienda/istituzione, le indicazioni delle operazioni di e-invoicing disponibili (emissione, ricezione o entrambe), l’indirizzo elettronico, il tipo provider degli e-invoicing (banca o operatore) ed il suo provider ID;

temente ridotto a due e non si esclude che nel futuro possa essere identificato un formato unico.

un data base condiviso contenente i parametri di conversione tra i vari standard esistenti;

Per concludere, il governo finlandese non ha imposto a livello normativo alcuna limitazione tecnologica, ma piuttosto si è limitato a facilitare il processo e dettare le linee guida. Al mercato è stata quindi lasciata la libertà di strutturarsi e scegliere la tecnologia più appropriata per il rispetto delle linee guida definite.

un servizio di testing messo a disposizione di tutti i player, così che le software house, o i provider del servizio, possano effettuare i casi prova sullo stesso ambiente di test prima di rilasciare i propri sistemi. Anche per quest’ultimo caso, quali sono i principali punti di attenzione da tenere in considerazione per il successo di un modello di fatturazione elettronica in Italia? Gargiulo - La libertà lasciata al mercato ha condotto la Finlandia verso un modello di e-invoicing relativamente complesso, sia per numero di player, sia per soluzioni adottate. In effetti il modello utilizzato ha comportato notevoli problemi gestionali, organizzativi e tecnologici, sorti principalmente a causa dell’adozione di un numero n di formati e di un modello di fatturazione elettronica n x n. La scelta, giustificata dalla necessità di avviare il modello in sicurezza mantenendo il massimo grado di flessibilità, potrebbe rivelarsi non idonea per un paese meno IT-ready come l’Italia. Anche in Finlandia, in effetti, il numero di formati accettati dalla pubblica amministrazione è stato recen-

Anche in questo caso, comunque, la relativa velocità di diffusione del modello dimostra la convenienza di un contesto normativo snello e privo di particolari vincoli, per di più se si considera che in realtà in Finlandia non è ancora stata introdotta alcuna obbligatorietà di emissione/ricezione delle fatture in formato elettronico.

NOTE OIO sta per Offentlig Information Online (public information online) 1

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