ANALISI
DELLE PRASSI EUROPEE E DELLE APPLICAZIONI TRA TRADIZIONE ED ESPERIMENTO IN
FINLANDIA
E IN
SPAGNA
Il sistema dell’EDA e le Buone Pratiche in Spagna
CLAN – Continuous Learning for Adults with Needs 134649-LLP-1-2007-1-IT-GRUNDTVIG-GMP Grant Agreement 2007-3569/001-001 This project has been funded with support from the European Commission. This publication reflects the views only of the author, and the Commission cannot be held responsible for any use which may be made of the information contained therein
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Il sistema dell’EDA in Spagna L’educazione degli adulti in Spagna sta vivendo una profonda trasformazione: sono in atto molti cambiamenti che stanno spostato l'educazione degli adulti e l'apprendimento permanente al centro dell’agenda politica. Secondo le parole di Gomez: “while during the nineties a key issue for adult education was how to increase access to educational resources and guarantee basic education for all, the new challenge we must face in the 21st century is how to democratise adult education in order to promote an Information Society for all the population. In fact this is the new challenge for adult education in Europe” (2006: 3). Negli ultimi 15 anni l’educazione degli adulti in Spagna si è mossa, infatti, secondo la più ampia
prospettiva
di
un’educazione
lungo
tutto
l’arco
della
vita
ed
ha
assunto
un’importanza sempre maggiore sia sotto il profilo quantitativo, sia sotto quello qualitativo. Gli adulti possono frequentare tutti gli ordini e gradi del sistema scolastico, ottenere titoli di studio (Graduado Escolar, Graduado en Educación Secundaria, Bachiller) o qualifiche professionali (Tecnico Auxiliar) partecipando a specifiche sessioni straordinarie di esame. Possono inoltre accedere dopo i 25 anni all’Università e beneficiare di una vasta gamma di proposte di tipo non formale (rientrano in questa categoria i programmi di avviamento al lavoro, di crescita personale e culturale, i corsi di spagnolo per gli stranieri e di formazione continua e riconversione professionale per i lavoratori). Il sistema dell’educazione degli adulti è regolamentato, su tutto il territorio nazionale, dalla Legge sull’Ordinamento Generale del Sistema Educativo (LOGSE, Ley Orgánica 1/1990, del 3 ottobre, nell’Ordenación General del Sistema Educativo. BOE núm. 238, del 4 ottobre del 1990. Madrid) e dalla Legge di base n. 10 del 23 dicembre 2002, sulla qualità dell’istruzione (LOCE). La “LOGSE” nel Titolo III, Articolo 51 così definisce i tre obiettivi principali e fondamentali dell’Educazione rivolta agli adulti: “La educación de las personas adultas tiene como objetivos: •
Adquirir y actualizar su formación básica y facilitar el acceso a los distintos niveles del sistema educativo.
•
Mejorar su cualificación profesional o adquirir una preparación para el ejercicio de otras profesiones.
•
Desarrollar su capacidad de participación en la vida social, cultural, política y económica.” (LOGSE, artículo 51).
La funzione socializzante ed “integrante” dell’educazione degli adulti viene inoltre esplicitata nel punto 4 dell’Art. 51 quando si afferma:
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“En los establecimientos penitenciarios se garantizara a la poblacion reclusa la posibilidad de acceso a esta educacion.” La LOCE del 2002 prevede nell’educazione degli adulti lo sviluppo di abilità relazionali, che consentano di partecipare non solo alla vita economica e politica, ma anche alla vita sociale e culturale della comunità. La LOCE, indica, inoltre, tra i suoi obiettivi, lo sviluppo di programmi e corsi capaci di rispondere ai bisogni particolari e specifici dei gruppi sociali non privilegiati. A fronte del processo di decentralizzazione attuato a partire dal 1978, durante la transizione che ebbe luogo nel periodo immediatamente dopo la caduta del regime franchista, e portato a termine nel 2000, tutte le Comunità locali, (oltre le storiche Catalogna e Paesi Baschi), attraverso i rispettivi Governi Regionali hanno potere decisionale e responsabilità sui servizi rivolti all’istruzione e all’educazione. La regolamentazione e la gestione dell’educazione rivolta agli adulti
è competenza, in ogni comunità, dei singoli
Dipartimenti dell’Educazione, ad eccezione della Catalogna, dove l’ente preposto è il Dipartimento degli Affari Sociali. Nei Paesi Baschi nel 2001 è stato inoltre creato uno specifico di Rettorato per il LifeLong Learning, che può far comprendere la rilevanza strategica, in quella comunità, di tale indirizzo educativo. I singoli Dipartimenti dell’Educazione operano a livello locale attraverso i Centri EPA. (per EPA si intende quelle istituzioni non governative, secondo le linee guida del Ministero, le quali possono ricevere finanziamenti statali, ma rimanere indipendenti dal punto di vista dell’organizzazione e delle scelte didattiche e metodologiche). Questi, fin dalla loro istituzione, a partire dal 1979 e parallelamente ai processi di decentralizzazione, hanno ricoperto un importante ruolo nello sviluppo dell'educazione degli adulti in Spagna, prevedendo programmi specifici: tra questi il progetto delle Università Popolare, realizzato in collaborazione col MEC (Ministero dell’educazione e della Scienza -Direzione Generale di Promozione Educativa), oppure attuando specifici Piani Provinciali dove i Municipi, attraverso le Circoscrizioni, hanno sostenuto e sostengono programmi di formazione per la popolazione adulta. I Piani Provinciali di Educazione di Adulti, creati per soddisfare alcune delle
proposte
del
Libro
Bianco
(MEC.
Sotto
Direzione
Generale
dell’Educazione
Compensatoria: Lineas de los Programas de Education de Adultos, 1986), costituiscono una scommessa deliberata per l'educazione di persone adulte, specialmente per quei gruppi più svantaggiati, con bisogni maggiori e meno appoggiati: donne, residenti in aree rurali, analfabeti, disabili fisici e psichici.
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Le direttive per dell’Educazione degli adulti, genericamente introdotte dalla LOGSE, vengono ulteriormente esplicitate al momento del riconoscimento della Legge Nazionale nelle singole Comunità autonome. In particolare in Andalusia, con la Ley 3/1990, de 27 de marzo para la educación de adultos, la portata “socializzante” dell’educazione dell’adulto viene interpretata e presentata come capacità di fornire all’individuo appartenente a “gruppi disagiati” e “svantaggiati” quegli strumenti e competenze basilari e fondamentali (principalmente alfabetizzazionecomunicazione-razionalizzazione) che gli permettono di stare “dentro la società” stessa: “La Education de Adultos debe plantearse con las siguientes finalidades basicas: Formentar el desarollo de las capacidades instrumentales de los grupos sociales mas desfavorecidos, de modo que puedan empezar a comprender y actuar en su entrono con la relativa autonomia de la persona culta. La alfabetizacion debe concebirse como estimulo para el entendimiento racional del medio social mediante la aprehension de los codigos, tecnicas e instrumentos que faciliten el complejo intercambio de informacion entre los individuos y los grupos’ de nuestra comunidad”. La socializzazione in termini di acquisizione di “competenze sociali” e la crescita culturale intesa
come
“saper
vivere
consapevolmente”
nella
società
vengono
esplicitati
definitivamente nella definizione degli obiettivi della formazione iniziale di base per adulti, come previsto dall’Art. 6 del Decreto 156/1997 por el que se regula la Formación Básica para Personas Adultas della comunità Andalusa: “b) Potenciar el sentimiento de autoestima y la confianza en sí mismo, de forma que pueda construir expectativas positivas sobre sus posibilidades de aprendizaje y progreso en los planos personal, laboral y profesional. c) Establecer relaciones sociales cada vez más amplias y aprender estrategias y procedimientos de participación y tolerancia, desarrollando actitudes de ayuda y colaboración.” Nelle altre comunità autonome della Spagna la LOGSE è stata riconosciuta in Catalogna con la Legge 3/1991, del 18 marzo, “de formación de adultos”, in Galizia con la Ley 9/1992, del 24 luglio, “de educación y promoción de adultos”, nella comunità di Valenzia con la Ley 1/1995, del 20 gennaio, “de formación de las personas adultas”.
Per quanto riguarda la formazione degli adulti non professionale formale questa si articola a livello nazionale, sempre tenuto conto che le Comunità Autonome (per esempio la
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Andalusia dal 1997; la Navarra dal 1991; la Galizia dal 1997; i Paesi Baschi e le Canarie dal 1998) regolano la materia secondo propri orientamenti, nel seguente modo. L’istruzione di base per adulti (Enseñanzas de Educación Básica para Personas Adultas) e l’istruzione secondaria per adulti (Enseñanzas de Educación Secundaria para las Personas Adultas) corrispondono al processo educativo che va dall’alfabetizzazione al conseguimento del diploma di livello secondario (Graduado en Educación Secundaria) e nella maggior parte delle Comunità Autonome si strutturano in tre livelli. I primi due corrispondono alla formazione di base e il terzo riguarda il percorso educativo finalizzato al conseguimento del titolo di studio secondario (Graduado en Educación Secundaria). Un’altra filiera di corsi riguarda l’Istruzione secondaria non obbligatoria (volta al Baccalaureato) e la Formazione professionale. - Per l’Istruzione secondaria non obbligatoria vengono organizzati corsi in presenza e a distanza (questi ultimi si avvalgono di idonei strumenti didattici e soprattutto di azioni di tutoraggio individuali o collettive, di tipo telematico, telefonico o in aula) e serali, al termine dei quali si consegue il previsto titolo (Baccelliere) che consente l’accesso sia all’università, previo esame di ammissione, sia alla formazione professionale di livello avanzato. Ai suddetti corsi accede chi è in possesso del prescritto titolo di studio (Graduado en Educación Secundaria) e non può frequentare quelli ordinari. Gli insegnati sono docenti non universitari che vengono impiegati in relazione ai livelli e ai programmi di insegnamento.
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Buone pratiche in Spagna
7.4.1 Centri EDA in Aragona Di particolare interesse sono i “Centri Pubblici di Educazione degli Adulti” promossi dal Dipartimento di Educazione nella Comunità Autonoma dell'Aragona in concerto con le istituzioni locali (Circoscrizioni Provinciali). I “Centri Pubblici di Educazione degli Adulti”, in Aragona, in collaborazione con gli Enti Locali offrono i corsi di spagnolo per stranieri e corsi di formazione non istituzionali (promozione ed estensione educativa). Insieme ai Centri Pubblici, le azioni di iniziativa sociale e cittadina completano l'intervento dell'amministrazione con i gruppi più svantaggiati come immigrati, analfabeti, carcerati o beneficiari con bisogni educativi speciali, con disabilità fisica o mentale, etc.. I “Centri Pubblici di Educazione degli Adulti”, per quanto riguarda l’azione concordata con le istituzioni locali e le iniziative finanziate di carattere sociale e cittadino, in tutta l’Aragona contemplano 336 aule. Nell’anno 2004/2005 gli immigrati che si sono iscritti ai corsi di “spagnolo per immigrati”sono stati 5.511, mentre gli iscritti ai corsi di promozione e diffusione educativa sono stati 9.337. A Huesca, il primo centro di Educazione di Adulti si trova nel centro storico dove la popolazione gitana è maggioritaria, con tutti i problemi di ghettizzazione che solitamente si presentano. Il Centro serve per rivitalizzare la vita culturale e sociale della zona. A Teruel, è rilevante l’azione del Centro per Adulti della piccola località di Cella, vicina alla capitale della provincia meno popolata della Spagna. Il Centro è interessato non solo all'educazione
della
popolazione
locale,
ma
anche
allo
sviluppo
del
territorio.
Un’attenzione che ha portato all'organizzazione di eventi vari: esempio ne è la festa denominata "Festa della Patata”,
organizzata in collaborazione con diverse agenzie
educative e di sviluppo locale della zona, tra cui alcune cooperative, favorendo così forme di incontro della popolazione della zona, tese a rinforzare sentimenti di comunità, in un territorio caratterizzato dallo spopolamento.
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Per quel che riguarda l'iniziativa privata, è significativa l’esperienza del CODEF, Centro Operaio di Formazione, con origine nelle comunità cristiane di base, situato nel popoloso quartiere di "Las Delicias" di Saragozza. Il Centro prevede iniziative formative rivolte agli immigrati, in particolare corsi di lingua spagnola. La metodologia utilizzata dal Centro per l'insegnamento dello spagnolo alla popolazione immigrata, specialmente quella di lingua materna priva di tradizione scritta, denominata "Contrasti", è stata formalizzata e pubblicata da parte del Ministero dell’Educazione per essere diffusa in tutta la Spagna. Si tratta di una metodologia basata sulla partecipazione degli alunni, l'utilizzo di contenuti globali e prossimi all'ambiente di provenienza degli alunni, e caratterizzata dal vincolo stretto tra l’apprendimento della lettura, della scrittura e della capacità di calcolo e la simultanea acquisizione di un mestiere. Un altro centro di iniziativa sociale, è la fondazione "El tranvía", ubicata nel quartiere "Las Fuentes" di Saragozza con forte presenza di popolazione immigrata (primo in ambito rurale, ora vanta il primato anche a
livello europeo).
Sorse in seno
all'Associazione di Vicinato del Quartiere. Il Centro offre formazione a donne, disoccupati ed immigrati del quartiere e mantiene contatti con altri Centri ed agenzie del territorio.
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I casi delle Escuelas Campesinas e delle Escuelas Populares: la Verneda-Sant Martí di Barcellona e la Escuela de Prosperidad di Madrid Nella società civile spagnola, le Scuole per il popolo, Escuelas Populares, e le Scuole per la popolazione rurale, Escuelas Campesinas, sono gli attori più visibili in campo educativo. Come per altre istituzioni ed enti, queste si inseriscono in un più ampio un movimento di rinnovamento politico e del sistema d’istruzione, verificatosi sia prima e poco dopo la morte di Franco. Le Escuelas Campesinas emersero a partire dal 1970, principalmente da radici cristiane. Esse forniscono crescita culturale, nonché compensano il deficit delle strutture pubbliche nella zone rurali. Le Escuelas Populares sono invece state istituite come una reazione alla crescente urbanizzazione drammaticamente dopo la “transición”. Una delle esperienze riconosciute a livello mondiale in materia di educazione degli adulti è la scuola per adulti, la Verneda-Sant Martí di Barcellona. La scuola è stata avviata nel 1978, a seguito delle richieste della popolazione locale (un gruppo di sedici persone appartenenti ad un’associazione di residenti)
che ha sostenuto il diritto di avere un
centro di educazione per adulti. La scuola, nel corso degli anni, è diventata un punto di riferimento nel quartiere per la promozione di un'istruzione di qualità per tutti gli individui. Attualmente, più di 2.000 persone partecipano attivamente nella scuola, il cui successo è dovuto ad un modello educativo basato su un dialogo paritario e la democrazia diretta. Ciò implica che l'organizzazione del centro si basa su comitati auto-gestiti che sono aperti a tutte le comunità, (educatori, volontari, partecipanti, ecc.). La gestione delle risorse e le decisioni vengono prese in riunioni pubbliche ed aperte a tutti i sostenitori e partecipanti alle attività. Il processo decisionale ha il seguente iter: appena individuato un bisogno o una problematica, questo viene presentato all’incontro mensile di coordinamento (Montly Coordination Meetings). Si viene quindi a costituire una commissione ridotta che comincia ad esaminare la questione in conformità con i criteri e le direttive indicate nell’incontro allargato. La decisione finale spetta sempre alle riunioni pubbliche. Le porte del Verneda – Sant Martì aprono alle nove della mattina e chiudono alle 10 della sera. Al suo interno si svolge un gran numero di attività rispondendo ai diversi bisogni formativi ed interessi culturali di chi gravita intorno al centro: dai corsi base per acquisire i titoli e le qualifiche formali, ai circoli letterari (tertulia), alle certificazioni informatiche, corsi di pittura, corsi per l’igiene e la salute, psicologia, sociologia, corsi di lingue, dallo Spagnolo per gli immigrati, all’Inglese per uso commerciale e per uso turistico. Vengono inoltre organizzati convegni e seminari su discipline e tematiche dalle più varie, dalla Scienza, all’Arte, dall’Economia all’Ecologia. La direzione dell'Educazione degli Adulti di Porto Alegre (Brasile) e la rivista internazionale Harvard Educational Review hanno riconosciuto la sua importanza.
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Un altro esempio di scuola popolare è la Escuela de Prosperidad di Madrid. Quando i profughi cileni giunsero in Spagna, portarono ed introdussero il metodo Freire nel sistema d’istruzione spagnolo e tra le scuole che risentirono di questo influsso vi era la Escuela de Prosperidad di Madrid. Questa istituzione ha come obiettivo lo sviluppo di tutte quelle competenze utili all’individuo per affrontare con successo le sfide dell’ambiente che lo circonda, attraverso il rafforzamento dei singoli interessi, della consapevolezza critica, della solidarietà, della responsabilità e capacità di comunicazione, incrementando il potenziale di azione a seconda dei propri interessi ed attitudini. Prendendo posizioni su questioni locali e mondiali in materia di ambiente e di tematiche sociali, e altri problemi collegati, alla Escuela Popular de Prosperidad è stato dato, nel 1984, lo status di istituzione EPA. Da allora, oltre la sede originaria, si sono formate nella città di Madrid diverse “succursali”. Oggi non si può più parlare di Escuela Popular de Prosperidad, ma di Escuelas Populares a Madrid, come rete di istituti indipendenti gli uni dagli altri, profondamente radicati nei rispettivi quartieri, coordinati attraverso un organo comune (FEPAM) e cooperando con le istituzioni governative. Come già accennato le Escuelas Popular de Prosperidad recepisce ed applica la riflessione pedagogica di Freire, intendendo l’educazione come una cultura degli oppressi (una contropartita al capitalista o sociale, cultura-burocratico). Tuttavia, attualmente questa concezione è in discussione all’interno del movimento. Le attività della scuola comprendono corsi di alfabetizzazione, l'istruzione primaria che conduce al Graduado Escolar, e le attività culturali (corsi gratuiti su artigianato e arte, il mantenimento di una biblioteca, così come comunità eventi, visite sul campo, e conferenze). Per quanto sopra brevemente illustrate, il sistema d’istruzione compensativo Andaluso è organizzato in cicli. Il primo ciclo (Ciclo iniziale) è sulla abilità di alfabetizzazione ed è composto dai seguenti corsi: Alfabetización I, II e Neolectores. I cicli di base e di medio livello (Ciclo Medio, Ciclo Basico) forniscono il livello primario di istruzione. Ogni ciclo comprende due classi, per terminare con il “Graduado Escolar”. I Curricula sono rinnovati ogni estate e accessibili al pubblico per la documentazione e la valutazione. Due terzi degli istruttori delle Escuelas Popular de Prosperidad sono di sesso maschile. Circa il 50% sono ex insegnanti, istruttori oppure provenienti da altre professioni, come ad esempio amministratori pubblici, ex studenti, ecc. generalmente questi istruttori sono disoccupati cronici, e di solito insegnano nelle scuole popolari per un periodo di un anno soltanto. Al fine di migliorare le competenze degli istruttori le Scuole popolari a Madrid co-operano con la Escuela de Otoño, attivando
seminari di
formazione per la qualifica degli insegnati, aperto anche a partecipanti al di fuori del sistema.
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L’Educazione presso le Escuelas Popular de Prosperidad mostra alcune caratteristiche uniche, per esempio: non è possibile accedere direttamente all’ultimo corso di istruzione primaria, in quanto
si sostiene che gli studenti hanno bisogno di tempo per acquisire
familiarità con la Scuola Popolare. Compito dell’istruzione è quello, non solo, di realizzare il curriculum istituzionale, ma anche di educare a tematiche sociali . Un elemento chiave della metodologia utilizzata è il “dialogo”e la discussione sulla “globalizzazione”. Specialmente nel primo ciclo, ai gruppi di studenti viene dato il compito di sviluppare una riflessione sul tema. da presentare più tardi per la discussione in classe. Praticamente, argomenti generativi (temi generadores) vengono utilizzati nelle classi e combinate con un approccio interdisciplinare. Un altro modo per raggiungere l'interdisciplinarità è attraverso la combinazione di discipline tradizionali con tematiche “nuove” (come l’unione di discipline quali la biologia, geografia e le scienze sociali a 'consome', binomio “conoscenza del mondo sociale -, conoscenza del mondo”). La valutazione nel Escuela de Prosperidad Popolare cerca di evitare gli esami, ma viene realizzata in forma collettiva in assemblee di monitoraggio. Anche gli insegnanti della scuola sono monitorati. In questo caso l'accento è posto sulla frequenza e puntualità. La partecipazione alle autovalutazione è obbligatorio. La partecipazione attiva, la responsabilità del gruppo (ad esempio verso gli studenti più deboli) e impegno sociale nella scuola sono ulteriori criteri per la valutazione.
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La Tertulia: il fenomeno del “Circolo letterario” Con il termine tertulia in spagnolo si indica
una riunione, informale e periodica, di
persone interessate ad un tema o ad un ramo concreto dell'arte o della scienza, per discutere, informarsi o condividere idee ed opinioni. In generale la riunione ha luogo in un caffè, e vi partecipano di solito persone dell'ambito intellettuale. È una tradizione di origine spagnola e si mantenne radicata fino a circa la metà del XX secolo nelle ex colonie divenute indipendenti dall'impero spagnolo. I partecipanti sono detti contertulios. La tertulia (che alcuni vogliono far derivare dal teologo cristiano romano Tertulliano, celebre per la forza polemica dei suoi scritti) nacque durante il Siglo de Oro, a testimonianza del grande fermento culturale che caratterizzò la Spagna tra il XVI ed il XVII secolo. In particolare, il fenomeno trarrebbe le sue origini dalle cosiddette accademie letterarie di quel periodo, come la valenziana Academia de los Nocturnos o quella di Siviglia, diretta dal Duca di Tarifa, che si riuniva nella Casa de Pilatos. A Madrid furono famose la Academia Selvaje, nata nel 1612, e la Academia Mantuana, dinanzi alla quale Lope de Vega, spesso segretario di queste istituzioni, lesse la sua Arte nuevo de hacer comedias. Altri affermano che queste riunioni ebbero inizio con quelle che realizzavano i critici al termine di un lavoro teatrale nella zona dei corrales de comedias ("letteralmente "recinti di commedie", tra le prime forme di teatro stabile affermatesi in Spagna a partire dal Siglo de Oro) denominata tertulia. Al fine della nostra ricerca la pratica della Tertulia risulta interessante quando non si presenta come circolo letterario che coinvolge intellettuali, ma quando si configura come attività educativa e culturale a livello di “scuole per adulti”, “associazioni di genitori”, o in centri educativi o culturali in genere. Scopo principale di questa pratica, applicata a tali contesti, è di avvicinare ai “classici” della letteratura mondiale persone che hanno non hanno mai letto un libro o che non hanno confidenza con la lettura. Tuttavia, attraverso questo scopo “visibile” la Tertulia realizza una finalità più ampia, quella di rendere consapevoli i partecipanti al circolo ed alle letture del valore e dell’importanza della cultura come veicolo di crescita personale e occasione di integrazione e sviluppo sociale. A fronte di ciò si tenga inoltre conto che la maggior parte degli enti coinvolti nel realizzare di questa pratica, generalmente, sono impegnati nel sostenere un’educazione basata su principi democratici e su valori d’equità e si rivolge a tutte quelle persone, che per i più diversi motivi, si trova in una posizione di svantaggio o di emarginazione.
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La Tertulia segue dunque due “criteri” fondamentali che la distinguono da altre tipologie di incontri o circoli letterari: 1. Le letture scelte appartengono esclusivamente ai grandi “classici” della letteratura mondiale: il testo viene letto ad alta voce da ciascun membro del gruppo, a rotazione, e non si cerca di analizzarlo per individuare la volontà comunicativa dell’autore, ma si incoraggia alla riflessione ed interpretazione personale, portandola ad un confronto e condivisione tra tutti i partecipanti. 2. I partecipanti sono principalmente adulti che hanno un livello basso o molto basso di cultura accademica ed a forte rischio di esclusione /emarginazione sociale. L’adozione di questi criteri, in conformità a quanto accennato sopra, vuole dimostrare come i grandi “classici” non sono accessibili soltanto ad una piccola elite e che ciascun individuo, indipendentemente dal grado di scolarizzazione, è in grado di poterli leggere ed apprezzare. Questa consapevolezza apre alla possibilità di generare nel singolo, che non vede più nella cultura un ostacolo o un limite, lo stimolo ad intraprendere o a riprendere un percorso di formazione formale e di crescita culturale. Il metodo adottato nelle Tertulia è basato sul dialogo (metodo dell’apprendimento dialogico) e riprende i principi pedagogici dello studioso brasiliano Paulo Freire e del sociologo/filosofo Jurgen Habermas. I principi dell’apprendimento dialogico (Dialogic Learning), applicati nella Tertulia sono: 1. “il dialogo tra uguali”: nel circolo culturale sono rispettati tutti i contributi dei partecipanti, in modo uguale: non viene infatti permesso a nessuno, sia che sia un membro anziano del gruppo sia che sia nuovo, di imporre il proprio contributo, come se fosse una verità assertiva ed accertata. 2. “intelligenza culturale”: ci si riferisce a quella capacità, presente in ogni essere umano, di apprendere dal nostro vissuto in forme e modalità diverse. L’intelligenza culturale dimostra come l’individuo possa imparare attraverso e dalla vita stessa. 3. “trasformazione”: con questo concetto si intende la potenzialità della mente umana di mutare e cambiare le proprie concezioni e punti di vista, anche sulla propria persona, nel momento in cui viene a contatto con altre e differenti intelligenze e sensibilità. Attraverso la lettura, il dialogo e la riflessione comune, mettendo in contatto persone con storie e vissuti diversi, il circolo culturale avvia tale azione di “trasformazione”, per abbattere in chi vi partecipa quelle barriere ed ostacoli che
escludono dall’educazione e dalla
partecipazione sociale.
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4. “la dimensione funzionale dell’educazione”: la lettura di un testo ed il dibattito su di esso non si chiude sul testo stesso, ma diventa un’occasione per approfondire e coltivare interessi su tematiche collegate; ad esempio si può approfondire il movimento letterario di appartenenza e investigarne le caratteristiche principali, oppure possono nascere curiosità sul periodo storico nel quale è stato ambientato il romanzo o nel quale ha vissuto l’autore, da qui lo studio dei modi di vita del tempo, delle espressioni artistiche, delle dinamiche sociali, politiche ed economiche. Queste occasioni mettono in movimento i partecipanti, che sono portati a ricercare informazioni, testi, fonti, (su enciclopedia, internet…) ma non solo, vengono coinvolti anche gli stessi familiari, i conoscenti, attivando dinamiche culturali di gruppo e di collaborazione. 5. “creazione di significato”: la perdita del senso/significato dell’esistenza viene riconosciuta come la caratteristica principale del nostro tempo. Il dialogo, invece, porta a far “ri-emergere” tale dimensione, nel momento in cui si creano interazioni tra i partecipanti e l’ambiente circostante. 6. “solidarietà”: i circoli culturali sono aperti a tutti, non esiste nessun ostacolo o limitazione di carattere economica e sociale. Le attività sono libere e non richiedono un titolo accademico in entrata. La partecipazione è l’unico requisito richiesto. In questa maniera è possibile che tutti apprendano insieme. 7. “uguali tra le differenze”: nel circolo tutti i partecipanti sono uguali, ma al tempo steso differenti, in quanto portatori un vissuto, di un’intelligenza e di una sensibilità diversa. Questo principio, re-interato nell’attività del circolo stesso, è fondamentale per affermare il diritto di ciascuno a vivere secondo la propria coscienza, tradizioni, esperienza. Il metodo dell’apprendimento mediante il dialogo, prevede all’interno del circolo, la figura di un moderatore, il cui ruolo è quello di coordinare e gestire la lettura: questo contribuisce alla scelta dei testi letterari da sottoporre all’attenzione del gruppo e regolamenta i turni di lettura, senza, tuttavia imporre la propria decisione, ma condividendola con i partecipanti, accogliendone le opinioni personali. Solo in questo modo, si apre un dibattito, un “dialogo”, fino a quando non si raggiunge un consenso su un qualsiasi argomento, che sarà sempre valutato come titolo provvisorio valido: infatti non vi è nulla che possa essere preso come conclusivo, qualsiasi argomento può essere messa in discussione in seguito.
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Esempi significativi di tertulia in Spagna sono: Circolo letterario presso l’Associazione Vivi la Cultura di Sant Boi de Llobregat, Catatonia Circolo letterario presso il Centro per l’educazione degli adulti Jaume Tuset, Ripollet Catalonia Circolo letterario presso l’AMPA a Conrnellà de Llobregat, Catalonia Circolo letterario presso l’Associazione “Donne latine senza frontiere” di Barcellona Circolo letterario presso il “Gruppo donne in Forma” di Torre Llobeta (Barcellona) Cinque Circoli letterari presso il Centro per l’educazione degli adulti di La Verneda Sant Martì (Barcellona) Bisogna segnalare che da alcuni anni il fenomeno dei “Circoli letterari” si sta diffondendo oltre i confini dello stato spagnolo anche a ragione dell’azione esercitata dal Progetto “1001 dialogic literacy circles” promosso dal CONFAPEA (Confederazione delle Associazioni di partecipanti per un’educazione e cultura democratica). Scopo principale di questo progetto è di creare, nei diversi contesti nazionali,
“Circoli letterari”, basati sul
metodo dell’apprendimento mediante il dialogo. Al progetto partecipano più di 30 associazioni non spagnole impegnate nel campo della cultura e dell’educazione, come nel settore sociale. Alcuni esempi di tertulia al di fuori dei confini della Spagna
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Le “Aulas de cultura” Un ulteriore attività di socializzazione e di integrazione di soggetti deboli attraverso l’educazione e formazione, in Spagna, viene realizzata dai
Centri della terza età o
dell’esperienza (dette anche Aulas de cultura). Le “classi di cultura” sono centri di animazione e di promozione socioculturale destinati prioritariamente a persone che hanno più di 55 anni di età. Il modello, istituzionalizzato in Spagna a partire dalla fine degli anni ‘70, ricalca quello francese delle Università della terza età. Nel 1978 con il Programma “centri della terza età”, venne definito lo scopo principale di queste istituzioni, consistente nell’offrire un servizio in grado di rispondere ai bisogni e alle richieste degli anziani, soprattutto in ambito culturale e nella gestione del tempo libero. L’esempio più significativo fu quello che prese il nome di “Centro Pilota nazionale dei Centri della Terza Età” con sede a Madrid. Nel 1980 il Ministero della Cultura tentò di consolidare il Progetto dei Centri regolandone il funzionamento nel quadro di una “Rete di Centri Coordinati”, con tre tipi di funzioni: 1) incoraggiamento ad un’attiva partecipazione alla vita della comunità; 2) promozione culturale; 3) qualunque altra funzione, che favorisse la crescita socioculturale dell’individuo. In Spagna i Centri della Terza Età dipendono da diverse Istituzioni. Attualmente su tutto il territorio spagnolo ci sono più di 60 Centri raggruppati nella “Confederazione spagnola dei Centri della Terza Età” e, in alcuni casi, come per esempio in Catalogna, hanno una loro associazione, la FATEC (Federación d’associaciones de la Tercera Edad de Catalunya) che conta più di 22 centri uniti fra loro. Nel corso degli anni ‘90, il modello ha avuto una riorganizzazione strutturale e didattica; sono state adottate, inoltre, altre denominazioni, come “Università per anziani” o “Università dell’esperienza”. In quest’ultimo caso programma e modalità di funzionamento assumono un carattere più formale e accademico e, quindi, più in linea con il termine “università”, perdendo così il loro ruolo originario e principale di costituirsi come centri di “aggregazione” e di “vita sociale” incentrati sulla cultura. La tendenza attuale è di creare “programmi di formazione per le persone anziane “ in seno alle Università. Questi offrono, insieme a specifici programmi culturali, un più facile accesso ai tradizionali programmi universitari, venendo meno l’obbligo di seguire l’intero impianto formativo di un corso di laurea.
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Le università popolari Le università popolari possono essere definite come Centri o Progetti di animazione socioculturale e di educazione per adulti con la finalità di promuovere la partecipazione sociale. Sono istituzioni senza fine di lucro, sotto il controllo dello Stato che lo esercita per mezzo delle autorità locali; si rivolgono sia al grande pubblico, sia ai ceti meno abbienti e sfavoriti della società, ed in particolare ai giovani e alle donne. L’origine delle Università Popolari risale alla fine del XIX secolo e all’inizio del XX; derivano dalla attività di alcune organizzazioni operaie e sindacali come pure dalla “Libera Istituzione dell’Educazione” (Institución Libre de Enseñanza). Esse hanno contribuito alla diffusione del sapere e della cultura fra le masse, in un primo momento per mezzo di Dipartimenti di Estensione universitaria (Departamentos de Extensión Universitaria) – sul modello delle università britanniche - poi, più tardi, come autonomi organismi di educazione degli adulti, con la denominazione di università popolari. La loro attività si interruppe durante il regime franchista, per riprendere nel 1981, sul modello delle università popolari tedesche, in linea con i nuovi indirizzi politici e democratici e la nuova realtà sociale spagnola. Oggi esse offrono formazione nei tre fondamentali ambiti: educativo, sociale e culturale, attraverso una vasta gamma di attività e di programmi. Attualmente ci sono, in Spagna, più di 120 Università popolari, per lo più situate in zone rurali, in piccole città, e nelle periferie dei grandi agglomerati urbani. Sono riunite nella Federazione delle Università Popolari, che svolge le funzioni di rappresentanza a livello statale. Contrariamente a quanto suggerisce il nome, il loro campo di azione non corrisponde al livello universitario, ma piuttosto a quelli della fascia della scolarità obbligatoria e della formazione professionale.
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Le università della Terza età: il caso dell’Universitat JaumeI di Castellòn de la Plana
Le Università della Terza età hanno come principale obiettivo quello di consentire il rientro in formazione a chiunque ne avverta la necessità e in qualsiasi momento della propria esistenza, al fine di aggiornare le proprie conoscenze od acquisirne di nuove. Vengono offerti percorsi formativi in settori diversi (lingue, creatività, letteratura, nuove tecnologie ecc) e sono “aperti” nel senso di svincolati dai limiti di tempo, spazio e percorso didattico. L’obiettivo è quello di offrire agli studenti adulti/anziani occasioni di cultura su questioni attuali da scoprire, per sviluppare le loro conoscenze, la capacità, le attitudini; per partecipare in un modo attivo nella società, per essere attenti allo sviluppo socio-culturale, per trovare punti di orientamento e nuove frontiere, favorendo anche il dialogo tra studenti giovani, studenti adulti e studenti anziani. Le Università della terza età si propongono quindi di presentare le varie discipline non nella sola prospettiva dell'utilità individuale, né solo di quella sociale, ma nel significato globale, nel "valore della totalità", non per negare i precedenti valori, ma per integrarli ed allargarli. In tale contesto, l’educazione aperta si pone come: a) educazione e formazione volta a fornire nuove competenze al fine di saperle concretamente utilizzare nella vita di tutti i giorni, sia in ambito professionale che privato, sia contesti lavorativi, che familiari e sociali b) educazione integrale, per la necessità di cogliere l’unità dell’essenza umana; c) educazione sociale, per educare al progresso commisurato sul valore della persona, in un’ottica pluralistica Tralasciando le implicazioni di ordine culturale, le Università della Terza età in Spagna presentano una stretta correlazione con la società (con i valori, la cultura e il significato da essa attribuiti ai diversi saperi e alle diverse abilità), configurandosi, pertanto, come un aspetto educativo e sociale fondamentale.
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La pratica dell’Universitat Jaume I di Castellòn de la Plana L’Università della Terza età Jaume I è stata istituita a Castellòn de la Plana nel 1998. I corsi, non inferiori a 4 per ogni anno accademico, prevedono cicli formativi di almeno 10 lezioni ciascuno ed il programma delle attività è particolarmente rivolto alla partecipazione degli iscritti nella vita sociale e culturale della propria comunità, promuovendo rapporti di collaborazione anche con Enti Locali, Istituzioni pubbliche e private operanti nei settori culturali, dei servizi sociali e del volontariato. Oggi ci sono 752 studenti, di cui circa la metà vivono in aree rurali. Per questa ragione l’Università è diventata famosa in Spagna per i programmi on-line e per le attività didattiche a distanza. L’esperienza di questi anni ha confermato che partecipando ad attività formative e culturali è possibile sviluppare capacità di socializzare, di confrontarsi e di esprimersi, per sentirsi integrati nel tempo presente ed essere protagonisti della propria vita sia in ambito privato sia nelle relazioni sociali e comunitarie. Il coinvolgimento ai corsi culturali delle persone adulte-anziane ha inoltre favorito lo sviluppo di un senso di appartenenza dal quale sono nate in modo autonomo forme di produzione culturale, attività
di
carattere
socio-ricreativo
ed
iniziative
di
volontariato
sociale.
Le
motivazioni che spingono le persone a frequentare i corsi dell’Università della terza età e del tempo disponibile sono principalmente riconducibili al desiderio di crescere, di acquisire nuove conoscenze, al piacere di apprendere e all’esigenza di mantenersi mentalmente aperti. La possibilità di conoscere ed ampliare le proprie competenze nella dimensione di un gruppo-classe, che permette di avere un rapporto diretto con l’insegnante e di incontrare altre persone, è un ulteriore stimolo alla partecipazione. Si rileva inoltre, che nel rispetto delle linee culturali di fondo illustrate, i programmi dei corsi e delle attività sono definiti ed aggiornati annualmente attraverso un processo di ascolto e di negoziazione che coinvolge i frequentanti, i docenti e le amministrazioni. In sede di programmazione forte rilevanza viene attribuita alle valutazioni dell’esperienza formativa espresse da tutti i soggetti interessati, relative alla rispondenza dei contenuti alle aspettative, alla coerenza tra contenuti e metodologia didattica, all’adeguatezza della strumentazione didattica, all’analisi dei costi e dei benefici, alla coerenza delle azioni specifiche con gli orientamenti strategici di fondo.
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La formazione a Distanza applicata all’educazione degli adulti: Il CIDEAD Ai corsi in presenza si aggiungono quelli realizzati secondo la modalità dell’insegnamento a distanza. Al fine di ampliare il ventaglio delle opportunità educative per gli adulti, le Comunità Autonome hanno contribuito allo sviluppo dell’insegnamento a distanza, ciascuna
nel
proprio
ambito
territoriale
e
per
quanto
di
propria
competenza
(organizzazione e supporto logistico). L’insegnamento a distanza riceve inoltre un considerevole supporto dal Centro per l’Innovazione e Sviluppo dell’Educazione a Distanza (CIDEAD - Centro para la Innovación y Desarrollo de la Educación a Distancia). Il CIDEAD è sorto nel 1992 per opera del Ministero dell’Educazione, con il compito primario della definizione, produzione e coordinazione dei percorsi didattici realizzati con questa particolare modalità. Tra le funzioni del centro rientrano: - la realizzazione di indagini sui bisogni educativi e formativi dei diversi gruppi di destinatari con particolare riguardo agli adulti; - la pianificazione delle iniziative da realizzare; - la conduzione di appositi studi e la presentazione di proposte tecniche per il necessario adeguamento dei curricoli e della metodologia; - lo sviluppo di programmi di formazione in servizio e di perfezionamento per i docenti; - la valutazione dell’applicazione dei media nella didattica; - l’utilizzo delle nuove tecnologie della comunicazione e dell’informazione nelle pratiche dell’insegnamento a distanza; - il monitoraggio sugli esiti di queste procedure nei confronti degli alunni che, per particolari esigenze, sono costretti ad avvalersi di questa modalità. Particolarmente interessanti risultano essere le “Linee guida per i progetti formativi a distanza” che il CIDEAD ha pubblicato per promuovere l'adozione delle tecnologie nella progettazione e nell'erogazione della formazione e la produzione di materiali didattici realizzati secondo standard che ne permettano il riuso: Nelle linee guida vengono esplicitate ed esemplificate anche le metodologie didattiche proprie dell'e-learning e vengono forniti esempi di pratiche di successo nell’ambito dell’educazione degli adulti.
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L’Educazione degli Adulti on-line in Galizia, Andalusia e in Aragona: il Proyecto Mentor Alcune Comunità Autonome (Galizia, Andalusia ed Aragona) hanno adottato una modalità mista rivolta a coloro che non possono frequentare in maniera continuativa. La formula consente loro di avvalersi dei diversi sistemi di comunicazione a distanza riservando i momenti in presenza alle attività pratiche e alle azioni di orientamento e tutoraggio. Tale sistema prende il nome di “Proyecto Mentor” ed gli elementi costitutivi sono: 1. un prodotto o percorso formativo multimediale da fruire tramite internet 2. Le aule di orientamento e formazione dove il candidato può: - richiedere informaziono - iscriversi ai corsi a distanza - svolgere le attività attraverso le dotazioni internet messe a disposizione dal centro - avvalersi dei servizi di tutoring in presenza 3. la figura del tutor, sia in presenza, che a distanza, che ha le funzioni di orientare, risolvere le problematiche ed accompagnare, monitorando, il percorso formativo a distanza dell’allievo. I corsi e le discipline/materie oggetto della formazione riguardano il conseguimento del: 1. “Graduado Escolar” 2. “Educacion Secondaria para Personas Adultas” (Secondo Ciclo), il Baccalaureato e il BUP/COU a distanza Rientrano in questo progetto anche il Programma ufficiale di Inglese a distanza “That’s English!” ed il Ciclo di Formazione a distanza legato allo sviluppo di specifiche competenze professionali (equivalenti ai titoli di “Tecnico Auxiliar” e “Tecnico Superior”).
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