LETTERA AI GALATI
Paolo educatore alla libertà
L
a “lettera della libertà”, come è conosciuto lo scritto di Paolo ai Galati, costituisce il grande manifesto del Cristianesimo, che dai suoi inizi non ha più cessato di rinnovare l’uomo e il suo mondo. E così, nel contesto della prima evangelizzazione, che ha caratterizzato la missione degli apostoli dopo la Pasqua di Gesù, il ruolo di Paolo è stato quello di essere “l’educatore” dei pagani a una duplice libertà: libertà dagli idoli e liberazione dalla legge mosaica, con il “giogo” delle sue molte schiavitù e osservanze.
L’ Interventi di Gianfranco Ravasi Antonio Pitta Primo Gironi Angelo Colacrai Vladan Tatalovic Paolo Ricca Enrico Dal Covolo Louay Shabani Salvatore Piga
Apostolo ha la consapevolezza che la Legge (cioè tutta la Prima Alleanza) aveva lo scopo di condurre all’incontro con Gesù, il Messia, come era avvenuto per lui sulla via di Damasco. Ma, con la venuta di Gesù e con la sua Pasqua, il ruolo di “pedagogo” avuto dalla Legge si è concluso e ora l’umanità è entrata nell’ultima epoca, quella definitiva della salvezza e della grazia, della giustificazione e della riconciliazione («La Legge è stata per noi un pedagogo, fino a Cristo, perché fossimo giustificati per la fede», Gal 3,24). È l’epoca della “libertà” del cristiano, ormai figlio e non più schiavo: «Non esiste più giudeo né greco, non esiste schiavo né libero, non esiste uomo o donna: tutti voi siete una sola persona in Cristo Gesù» (Gal 3,28).
L’
appello di Paolo ai Galati è attuale ancora oggi, di fronte al rischio di non sapersi più conformare a quell’ideale di libertà al quale l’Apostolo educa il cristiano in ogni tempo: «Cristo ci ha liberati per la libertà! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù» (Gal 5,1). 185