Foto: David Palma. Photo, David Palma
Quando qualcosa non piace, qualcosa dà fastidio, quando una cosa vi ricorda i vostri errori, è più facile non affrontarla e lasciarla per un po’ nascosta, avvolta in una cortina di silenzio. In questo modo siamo trattati noi malati di Sensibilità Chimica Multipla (MCS). Così vogliono che noi restiamo, in silenzio, per non creare preoccupazione, per non creare allarme, in modo che nessuno noterà il baratro che si avvicina sempre più e dentro il quale stiamo per cadere tutti: noi, i nostri figli, i nostri nipoti... Noi alimentiamo l’economia mondiale con la nostra salute, il nostro futuro ed il futuro di chi non è ancora nato. La stessa società che ci fa ammalare ci espone gratuitamente alle sostanze tossiche, ci abbandona alla nostra sorte e ci zittisce in modo non si sappia la verità. Come si può rompere questa spirale? È necessario che qualcuno ci dia la possibilità di uscire dal silenzio in cui siamo costretti a vivere. “Delirio” mi ha aperto una finestra attraverso la quale gridare, con tutte le mie forze, che siamo qui, che siamo malati di MCS perché il modo in cui viviamo oggi si sta ammalando, che non devono tapparci la bocca per non farci parlare e, soprattutto, che questo è solo l'inizio ed è necessario agire subito. “Delirio” ci ha aiutato a rompere il silenzio, pubblicando "Nasciamo nudi" nel suo numero dedicato al nudo. “Delirio” mi ha spogliata, dentro e fuori, per esporre la nostra dura realtà. Inaspettatamente, quest’articolo è andato così lontano che è stato tradotto in 9 lingue e pubblicato in diversi paesi del mondo, persino accompagnato da prologhi che denunciano la situazione critica di alcuni di essi, come nel caso della Germania o della Norvegia. Quello che inizialmente fu il mio “grido dal silenzio”, si è trasformato nel grido unanime dei malati di tutto il mondo denunciando che l’MCS esiste, che siamo abbandonati, ma che nessuno ci zittirà. “Delirio” grazie per essere il nostro portavoce!