Cogne - Speciale Cogne

  • October 2019
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  • Words: 6,150
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SPECIALE COGNE: "Madre Assassina" o "Killer dall'Esterno"? 0 - Premessa 1 - I Punti Salienti 2 - Sommario 3 - Introduzione 4 - Conclusioni 0 - PREMESSA Il numero 3 di Detective & Crime è uno speciale dedicato interamente al giallo di Cogne col titolo "Giallo di Cogne: "Madre Assassina" o "Killer dall'Esterno"? Cento pagine di Analisi Investigativa dedicate all'uccisione del piccolo Samuele Lorenzi. Il periodico propone alcune soluzioni e quesiti scientifici cui la scienza può e deve rispondere, rappresenta gli scenari omicidiari per entrambe le piste “Madre Assassina” e “Killer venuto dall’esterno”, risponde alle domande fondamentali del giallo, disegna un profilo criminale dell’assassino. La copertina propone alcune foto della stanza del delitto, l'interno diverse foto relative la scena del crimine. Fra i punti salienti dell'Analisi di Detective & Crime ve ne sono quatto di grande interesse, eccoli: 1) il bisogno assoluto di una superperizia che stabilisca una volta per tutte se il pigiama e le ciabatte macchiati di sangue erano indossati dall'assassino mentre uccideva Samuele Lorenzi o no, che stabilisca se l'assassino ha colpito con la mano destra o con la sinistra, l'esatto momento dell'aggressione, quale sia il momento esatto dell'aggressione. 2) la certezza di un'intrusione organizzata, calcolata e pianificata, ma non la certezza di un omicidio premeditato, può essere anche che trattasi di omicidio d'impeto occasionale in seguito a intrusione fallita ed alla reazione del bambino che era sul punto sbagliato (il letto matrimoniale) nel momento sbagliato (quando la madre è uscita e l'assassino è entrato); 3) la rivista propone risposta ad alcuni quesiti fondamentali del giallo quali A) la presenza dell'arma assassina sulla scena del crimine, B) come ha fatto l'assassino a non essere visto da Annamaria, C) se l'assassino ha agito da solo o con complici, D) come ha fatto l'assassino a non essere visto da Annamaria Franzoni, E) cosa può indurre l’eventuale complice a non denunciare l’assassino di Samuele, F) come ha fatto l'assassino ad entrare in casa. 4) Il profilo criminale dell'assassino, cioè, come ha organizzato, pianificato ed eseguito il progetto criminale, un profilo detto MOCCI e che non ha nulla a che vedere col profilo psicologico, con quello logico, ecc. 5) L'alta probabilità che lintrusione sia stata organizzata da due o più persone.

1 - I PUNTI SALIENTI (SPECIALE COGNE. DETECTIVE & CRIME)

A. I QUATTRO QUESITI SCIENTIFICI. B. LE CERTEZZE DEL GIALLO - OMICIDIO PREMEDITATO O CIRCOSTANZIALE IN SEGUITO A INTRUSIONE FALLITA? C. LE RISPOSTE FONDAMENTALI DEL GIALLO. D. IL PROFILO CRIMINALE DELL’ASSASSINO.

A - I QUESITI SCIENTIFICI Devono essere assolutamente risolti i quattro interrogativi che possono produrre quattro certezze scientifiche di importanza capitale per la vicenda giudiziaria, e che possono determinare l’esatto indirizzo investigativo. Occorre quindi assumere la certezza scientifica, totale, al 100%, senza alcun’ombra di dubbio, sui seguenti quattro fondamentali Dati del Problema “Omicidio di Samuele Lorenzi”. Ma solo una superperizia può dare questa certezza. Primo quesito. Il pigiama di Annamaria Franzoni è stato macchiato di sangue mentre l’assassino colpiva Samuele, oppure no? Le macchie sono state prodotte dall’effetto dei colpi su Samuele mentre la casacca era in posizione quasi verticale e indossata da un soggetto, o sono state prodotte mentre il pigiama era sopra il letto e/o in altra posizione? La morfologia delle macchie cosa fa ritenere? Ogni macchia, da cosa è stata prodotta? Secondo quesito. Le ciabatte di Annamaria Franzoni sono state macchiate di sangue mentre l’assassino colpiva Samuele, oppure no? La macchietta sotto la suola della ciabatta sinistra che il RACIS ritiene essere stata proiettata sulla stessa mentre l’assassino colpiva Samuele, lo è realmente ed al 100%, oppure no e può essere stata prodotta dal camminamento, dal calpestio e dai movimenti della Franzoni sulla scena del delitto? Le macchioline all’interno della ciabatta sinistra che il RACIS ritiene essere sangue di Samuele schizzato al momento dell’aggressione, sono esse realmente macchioline di sangue, oppure no? In caso positivo, tale sangue è di Samuele, oppure no? E se tali macchioline di sangue sono del sangue di Samuele, hanno esse una correlazione certa con l’omicidio, oppure no? Terzo quesito. Qual è il momento esatto dell’aggressione a Samuele? E’ possibile determinarlo in base ai parametri ed ai dati tanatologici prodotti dal medico legale prof. Francesco Viglino, oppure no? E’ possibile determinarlo riesaminando l’intero fascicolo e/o con nuove iniziative di acquisizione dati, oppure no? Quarto quesito. L’assassino ha colpito Samuele con la mano destra o con la sinistra? Le scie prodotte sulla parete e sul soffitto dai suoi movimenti di aggressione, da quale mano sono stati prodotte? Dove e come era posizionato l’aggressore? Quali sono le caratteristiche certe dell’arma? Le risposte ai suddetti quesiti, specialmente quelli n° 1, 2 e 3, se produrranno dati col crisma della certezza scientifica, produrranno anche una sentenza sull’Ipotesi “Madre Assassina” e, finalmente, non ci sarà più la spaccatura “colpevolisti”-“innocentisti”. Se i quesiti 1 e 2 daranno ragione al 100% al RACIS, allora l’assassino indossava il pigiama e calzava le ciabatte, allora Annamaria Franzoni ha mentito su diverse circostanze, allora l’impianto accusatorio è validissimo; se invece le risposte non andranno verso le conclusioni del RACIS (incertezza e/o improbabilità e/o impossibilità) allora si dovrà guardare verso l’Ipotesi “Assassino venuto dall’esterno”. B - ABBIAMO DUE SOLE CERTEZZE SULL’OMICIDIO DI SAMUELE Sono soltanto due i punti certi sull’omicidio. Primo, che il bambino è stato colpito con una serie di colpi violenti che gli hanno spappolato il cranio mentre era sul lettone dei genitori dove l’aveva messo la madre. Secondo, che vi è stata un’intrusione organizzata e premeditata che ha studiato e calcolato nei minimi particolari dove andare, i percorsi da effettuare, l’esiguità dei tempi a disposizione, quando effettuarla, come fare a non farsi notare né da Annamaria Franzoni, né dai vicini Daniela Ferrod e Marco Robioglio.

Tutto il resto è opinabile, addirittura lo sono anche la premeditazione dell’omicidio, perché l'assassino aveva con sé quel tipo d’arma usata, il fatto se l’assassino abbia agito da solo o con complici: tutto è possibile! B1 - OMICIDIO PREMEDITATO O CIRCOSTANZIALE IN SEGUITO A INTRUSIONE FALLITA Certezza dell’intrusione organizzata, incertezza dell’omicidio premeditato. Che l’intrusione sia stata calcolata al micron lo si deduce dalla esatta sincronia dei movimenti della Franzoni che esce e dell’assassino che entra, dalla stessa sincronia della Franzoni che torna e dell’assassino che si eclissa; dalle distanze, dai percorsi e dai tempi utili di percorrenza; dalla dislocazione e dalle caratteristiche del territorio esterno la scena del crimine e di quello interno; dalle difficoltà oggettive e soggettive di un’intrusione non premeditata in quella casa, in quei luoghi e in quelle circostanze. Quanto sopra fa ritenere che l’omicidio possa essere, in eguale misura, sia del tipo premeditato, sia del tipo non premeditato ma d’impeto in seguito a intrusione fallita. Se l’omicidio è stato premeditato Lo scenario “intrusione organizzata e omicidio premeditato” ipotizza il seguente comportamento: l’assassino è intenzionato da tempo a uccidere Samuele Lorenzi ed ha calcolato tutto, attende solo il momento propizio; quella tragica mattina nota Annamaria Franzoni allontanarsi senza Samuele e preceduta da Davide, ritiene Samuele aggredibile e mette in essere il piano criminale; scatta, arriva sino all’uscio della casa dei Lorenzi ed entra; scende, cerca Samuele nella sua cameretta ma non lo trova, al che tira a sé la porta della cameretta in un gesto istintivo e usuale ma senza chiuderla; lo cerca nella camera dei genitori, lo trova e lo frantuma; gli copre il volto con la coperta a chiusura e firma della propria immonda opera, come ultimo segno di sfregio e di vendetta effettuata, come un messaggio di sfida alla Franzoni: “Alza un po’, e guarda che bella sorpresa troverai!”. Se l’omicidio non è stato premeditato Lo scenario “intrusione organizzata e omicidio circostanziale e d’impeto” configura che l'assassino si è introdotto in casa dei Lorenzi e soprattutto nella loro camera da letto per uno scopo ben preciso. Gli scopi di tale intrusione sono molti, e sono tutti legati a motivi di avversione verso uno o entrambi i coniugi Lorenzi, ne cito alcuni: un’intrusione con lo scopo del tipo erotomane, un tentativo di prendere qualcosa con fortissimo valore simbolico e psicologico, il tentativo di inserire un messaggio, un oggetto, un simbolo contro i Lorenzi, oppure un tentativo di “dispetto-vendetta”, ed ancora, una ritorsione contro i Lorenzi con radici e movente del tipo sociale, politico locale, di interessi o di ostracismo etcnico. Un'intrusione fallita, quindi, che scatena l’uccisione di Samuele per motivi di tacitazione testimoniale e di perdita del controllo: una reazione abnorme di un adulto che diventa bambino crudele! L’assassino era sì super-organizzato per l’intrusione, ma non per l’omicidio: doveva solo aspettare che Annamaria si allontanasse per poi agire un “quid = qualcosa di sconosciuto” nella camera da letto, un “quid” che avrebbe prodotto un suo vantaggio sui Lorenzi, oppure una loro sofferenza: sicuramente una propria gratificazione psicologica e/o sostanziale. Lo scenario è il seguente: l’assassino aspetta che Stefano Lorenzi esce; sa che alle 8:20 Annamaria uscirà per accompagnare Davide, non sa se porterà con sé Samuele avvolto in una coperta, come faceva di solito, o se lo lascerà in casa; vede Davide e la madre uscire, capisce che Samuele è in casa, molto probabilmente a dormire, sicuramente nella sua cameretta; entra e scende senza fare rumore; vede la cameretta di Samuele al buio ma con la porta aperta, decide di accostare la porta tirandola a sé lentamente e senza fare rumore: non dimentichiamo che poiché Samuele dormiva nella culla, non poteva essere visibile come se fosse sopra un lettino. L’assassino è sicuro che può entrare in camera da letto dei Lorenzi senza essere scoperto e mettere in essere quel “quid” sconosciuto per cui è entrato: entra in camera da letto e trova Samuele che non doveva esserci; il bambino si sveglia, si impaurisce, piange, strilla, mette in allarme l’intruso; questi entra in panico, perde il controllo e colpisce; entra in rito appetivo e

continua a colpire. Il piano è andato a monte! L’assassino guarda verso la finestra e vede Annamaria che sta tornando. Allora mette in essere il gesto istintivo di coprire il volto della piccola vittima come per coprire la malefatta, per negare a se stesso l’atto criminale, per obliare l’accaduto. Sale e scompare per sempre.

C - LE RISPOSTE FONDAMENTALI La presenza dell'arma assassina sulla scena del crimine Il perché l'assassino abbia portato con sé l'oggetto con cui ha colpito Samuele è correlato allo scopo e intento primario dell'intrusione. In caso di omicidio premeditato, è stata portata per l'obbiettivo morte, cioè, la distruzione della testa di Samuele. In caso di omicidio d’impeto in seguito a intrusione fallita l’arma era utile al progetto criminale, oppure fa parte del kit abituale e d’uso dell’assassino, verosimilmente legata alla sua attività lavorativa e/o al tempo libero. Come ha fatto l'assassino a non essere visto da Annamaria? Quando Annamaria è uscita per accompagnare Davide la risposta è ovvia: ha atteso che la donna uscisse dalla sua visuale. Per il ritorno le cose si complicano e possono avere solo la seguente spiegazione. L’assassino uccidendo Samuele ha inevitabilmente allungato i tempi e, guardando dalla finestra, ha visto Annamaria tornare. E’ salito al piano di sopra e si è nascosto (i pavimenti sono in parquet solo al piano inferiore, quelli del piano superiore non sono rumorosi), Annamaria è entrata ed ha chiuso la porta dall’interno a doppia mandata lasciando le chiavi nella serratura, poi è scesa. L’assassino, molto lentamente e senza fare rumore, ha aperto la porta, è uscito e l’ha tirata lentamente a sé per eclissarsi. A sostegno di questa ricostruzione ci sono le dichiarazioni di Annamaria Franzoni e di Daniela Ferrod. La Franzoni ha dichiarato:“Alle 8 e 20 Davide è salito sullo scuolabus. L’ho salutato, gli ho raccomandato di fare il bravo e sono tornata a casa. Mentre aprivo l’uscio ho guardato l’orologio, erano le 8:24, ho pensato che forse Samuele poteva andare all’asilo col pulmino delle 8 e 45, altrimenti mi avrebbe aiutato per preparare la festa del pomeriggio. Sono entrata, ho chiuso la porta, ho girato due volte la chiave nella toppa, e lì l’ho lasciata. Sono scesa, e lì ho visto Sammy (…) Tutti i soccorritori sono entrati e usciti dal piano di sotto e dalla porta finestra, quella che unisce la stanza da letto con il piazzale; nessuno dei dieci soccorritori ha mai varcato la porta del piano superiore dall’interno e salendo per le scale, quella porta che io avevo lasciato chiusa a doppia mandata”. La Ferrod ha dichiarato: “ ...Quando si è allontanato l’elicottero siamo saliti lungo le scale esterne e la dottoressa Satragni mi ha detto di andare a prendere un bicchiere d’acqua per Annamaria. Allora io sono entrata nell’abitazione: la porta era chiusa, ma non a chiave e quindi girando la maniglia sono entrata. Andata in cucina ho preso un bicchiere di plastica da sopra il tavolo e ho versato l’acqua dal rubinetto. Sono uscita e ho dato il bicchiere alla Satragni che vi ha versato dentro alcune gocce dandole successivamente ad Annamaria. Dopo aver bevuto un primo sorso d’acqua siamo entrati in casa ed Annamaria ha telefonato ai suoi genitori dicendo loro che a Sammy era scoppiata la testa ripetendo che non sapeva quello che era successo …”. Allora, chi ha aperto quella porta dall’interno e che poi nessuno ha più toccato e chiuso? L’assassino quando è uscito! Questa ricostruzione, assolutamente logica e scientifica, redime la questione a tre facce “Velocità dell’azione esecutiva” più “Eccessiva ristrettezza dei tempi” più “Perché l’assassino non è stato notato da Annamaria Franzoni quando questa tornava da accompagnare Davide”. In ogni caso l'assassino ha calcolato i tempi dell'intrusione e dell'azione. L'uccisione ha sicuramente allungato i tempi, a prescindere se sia stata premeditata o no..

L'assassino ha agito da solo o con complici? L’Ipotesi “Assassino venuto dall’esterno” costringe a valutare non solo la variabile “Omicidio premeditato e precedentemente fantasticato”, ma anche “Omicidio in seguito a intrusione fallita e scoperta”. In entrambi i casi sono ipotizzabili interventi combinati di una o più persone, di un committente e/o ispiratore, del soggetto esecutore e del complice/i con funzioni di copertura, i motivi sono diversi e tutti logici, il più semplice è: "E' vero che l'assassino aveva la possibilità di controllare i movimenti di Annamaria e ne conosceva i tempi, ma come faceva a controllare - specialmente al momento della fuga - i movimenti e le presenze di altre persone, come qualcuno che poteva essere seduto sulla panchina su a Gimillan e che quindi poteva vedere tutto? O di una persona che passava sul sentiero? O sopra la via? Come avrebbe fatto l'assassino, da solo, a controllare e prevenire la presenza e i movimenti di due persone che in quel momento erano a 40 metri dall'uscio, la vicina Daniela Ferrod e il cuoco del ristorante Lou Rossignon, tale Marco Robioglio, se non aveva un complice che gli faceva da palo? Come faceva a sapere che la Ferrod non si sarebbe affacciata? Come faceva a sapere che Robioglio non lo avrebbe notato?" Solo la presenza di un complice sana i suddetti interrogativi! Una “Combinazione Assassina” sicuramente esiste perché Samuele assassinato ne è il frutto! Questa “Combinazione” può esistere sia nell’Ipotesi “Madre Assassina”, sia nell’Ipotesi “Assassino dall’Esterno” e, in ambedue le Ipotesi può essere composta da una o più persone. Se l’omicidio è stato consumato fuori la fascia delle 8:16 e le 8:24 è ovvio che prende il sopravvento l’Ipotesi “Madre Assassina” e che solo la Franzoni aveva tutte le caratteristiche per effettuarlo: naturalmente SE! Ma SE l’omicidio è stato commesso nella fascia oraria 8:16 - 8:24 , allora bisogna trovare una o più persone che, da sole o in combutta, avevano le caratteristiche utili quali il movente, i mezzi di controllo ed esecutivi, l'organizzazione per non essere visti da nessuno all'andata ed al ritorno, il tempo, le modalità, le opportunità, le possibilità, le conoscenze e le coperture per organizzare ed attuare l’intrusione in casa Lorenzi, a prescindere se l’obbiettivo primario dell’intrusione fosse l’eliminazione di Samuele o un QUID che attualmente non si conosce! E se ci troviamo di fronte a un’azione di gruppo, dobbiamo chiederci anche quale sordido e inconfessabile legame possa costringere un gruppo ad effettuare l’intrusione e a proteggere l’assassino! L’Ipotesi ““Assassino dall’Esterno” costringe a rivalutare sia tutti gli alibi, i comportamenti, gli atteggiamenti e le dichiarazioni delle persone informate sui fatti, sia di scavare, comprendere e creare ipotesi su eventuali collegamenti con l’assassino di Samuele. Cosa può indurre l’eventuale complice a non denunciare l’assassino di Samuele? I motivi dell'omertà sono diversi, ne indico alcuni: sicuramente ha da rimetterci, ha un sordido e inconfessabile (addirittura "pericoloso") legame con l’aggressore; ha avuto complicità enormi nell’intrusione perché lo ha coperto e/o lo ha ispirato; non può farlo per motivi familiari, personali, di immagine; ha tradito qualcuno, ha abusato della fiducia di qualcuno; il "quid" dell'intrusione, se non è l'omicidio premeditato, è un qualcosa di sporco, di infamante e sicuramente illegale. Come ha fatto l'assassino ad entrare in casa? Essendoci stata con certezza al 100% una meticolosa organizzazione nell’intrusione da effettuarsi proprio in quei sei-sette minuti e non in altri momenti, quindi correndo anche una certa dose di rischio, ne consegue che l’assassino doveva effettuare il blitz intrusivo più il “quid” solo in quello spazio temporale e non in altro. L’azione intrusiva doveva essere effettuata quella mattina! I motivi possono essere diversi, ne elenco alcuni: l’intruso doveva andare via e poteva farlo solo in quella fascia oraria; il piano intrusivo e lo scopo finale (il “quid”) avevano delle scadenze temporali (la festa pomeridiana? l’ora di pranzo? la certezza che Annamaria non sarebbe più uscita quella mattina?); solo quella mattina potevano esserci circostanze di assenze e di presenze di eventuali testimoni e/o di eventuali fiancheggiatori; l’intruso non aveva più libertà di movimenti e quindi poteva restare privo di alibi.

Deduco quindi che l’intruso - essendo un'intrusione calcolata - aveva la copia delle chiavi della casa dei Lorenzi, al che, non doveva lasciare traccia del suo passaggio in caso di non premeditazione dell’omicidio. In caso di omicidio premeditato l’assassino era consapevole che, entrando con la copia delle chiavi e senza sfondare la porta, avrebbe fatto cadere i sospetti proprio sulla Franzoni o sui vicini, cosa che è accaduta! Un piano diabolico! Il fatto che poi la Franzoni abbia lasciato la porta non chiusa a chiave è solo un elemento emergente che ha favorito l’assassino. Come ha fatto l’intrusoha procurarsi copia delle chiavi dei Lorenzi? La risposta è semplice, ve ne sono mille! Può averle trafugate a Stefano Lorenzi, o ad Annamaria Franzoni, o a Mario Lorenzi o alla moglie che ne avevano copia, fatta apposita copia e poi rimesse a posto! Oppure, può averle trafugate, fatta fare copia e poi rimesse a posto a qualcuno cui i Lorenzi avevano affidato le chiavi di casa durante alcune loro assenze: ai coniugi Loredana Alaimo e Dante Desaymonet, ai coniugi Carlo Guichardaz e Daniela Ferrod, a Giorgio Perratone! D - ALCUNE CARATTERISTICHE DELLA COMBINAZIONE ASSASSINA (IL PROFILO CRIMINALE MOCCI - Modello Organizzativo Criminalistico Criminologico Investigativo) Elenco le caratteristiche salienti della "combinazione assassina" deducibili dalle analisi fattori utili e/o indispensabili per l’intrusione omicidiaria. ð Possibilità di tenere sotto controllo visivo i movimenti dei Lorenzi dalle 7:30 a seguire. ð Possibilità di controllare i movimenti di Annamaria Franzoni che si allontana per accompagnare Davide e quando ritorna. ð Essere sul luogo dalle ore 8:15 alle ore 8:24. ð Sapere che Annamaria Franzoni accompagnava Davide a 330 metri di distanza, quindi, avere dedotto i tempi utili al blitz intrusivo. ð Essere organizzato in maniera tale da non temere sorprese e imprevisti (possibilità di complici?) e godere, eventualmente, di un comportamento omertoso. ð Avere la certezza che quando usciva dalla casa dei Lorenzi non sarebbe stato notato da eventuali persone sedute sulla panchina di Gimillan, che passavano sulla strada soprastante o sul sentiero che costeggia la casa dei Lorenzi, né dai vicini dei Lorenzi. Quindi si era organizzato o con un complice che gli faceva da palo e con mezzi di trasmissione, o con altri metodi. ð Atteggiamento mentale dell’attesa del momento propizio. ð Avere la certezza di non essere notato dalle persone che avevano maggiore probabilità di poterlo notare, i vicini dei Lorenzi (40 metri in linea d’aria) Daniela Ferrod e/o da Marco Robioglio, mentre si avvicinava alla casa dei Lorenzi e/o - come già detto - durante la fase di allontanamento dalla scena. ð Avere la certezza di non essere sorpreso da Annamaria Franzoni, quindi, essersi organizzato temporalmente e tecnicamente alla bisogna. ð Grossa motivazione per l’azione dell’intrusione, a prescindere se prevedesse o meno l’omicidio. ð Essere entrato in possesso delle chiavi di casa Lorenzi in maniera di averne la copia, oppure, avere la certezza di potere entrare in casa. ð Avere a portata di mano l’arma del delitto, un oggetto contundente ed acuminato che fa parte del suo habitus. ð Capacità e possibilità di calcolare e organizzare i tempi, i modi, i percorsi, la via di fuga e le coperture. ð Sapere come, dove e quando cercare Samuele per attuare il folle gesto (Ipotesi Omicidio Premeditato), oppure, sapere che Samuele dormiva nella cameretta ed avere la prontezza di

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spirito di accostarne la porta senza fare scattare la serratura per non fare rumore e per non tradire la propria presenza (Ipotesi Intrusione senza Premeditazione dell’Omicidio). Possibilità di fare sparire per sempre l’arma e il kit assassino. Capacità di effettuare con perfezione il blitz dell’azione intrusiva esecutiva, di controllo della casa, di fuga e di eventuale depistaggio. Possedere doti di precisione, velocità e destrezza nell’agire. Avere la freddezza intrusiva ed esecutiva, la conoscenza e il controllo del territorio. Capacità di auto-occultamento e di stare fuori dalle indagini. Avere le nozioni di base delle tecniche dell’autoccultamento, dell’agguato e dell’appostamento, apprese per motivi ludici o di vita. Capacità personali del tipo fisico, fisiologico, percettivo, sensoriale, intellettivo, analitico e programmatico. Capacità e possibilità di non lasciare proprie tracce criminalistiche riferibili all’intrusione omicidiaria. In caso di omicidio premeditato essere un soggetto freddo, determinato, col totale controllo, capace di affrontare gli imprevisti, lucido assassino. In caso di omicidio d'impeto essere un soggetto collerico, aggressivo, con scarso controllo, dove, in una circostanza stressante e imprevista reagisce con una decisione aggressiva, irrazionale e crudelmente puerile.

2 - IL SOMMARIO SPECIALE COGNE DI "DETECTIVE & CRIME" “MADRE ASSASSINA” O“KILLER DALL’ESTERNO”? EXCURSUS STORICO. Lo svolgimento storico dei fatti alla luce delle due ipotesi e con gli scenari "omicidio premeditato" oppure "omicidio occasionale in seguito a intrusione fallita". ANALISI DELLA SCENA DEL CRIMINE ð La scena del crimine. ð La casa dei Lorenzi e il punto d’accesso per l’assassino. ð Da dove, quando e come è penetrato l’assassino in casa Lorenzi? ð L’epicentro del crimine. ð La scena del crimine ed alcuni indicatori dell’omicidio. ð La scena del crimine e il quadro ematico. ð L’effetto “brandeggio sganciamento”. ð Il “brandeggio sganciamento” ha prodotto due effetti distinti e separati: la scia sulla parete, la chiazza sul soffitto. ð La mano assassina: destra o sinistra? ð Le varie zone del quadro ematico. ð La zona del crimine e i percorsi del crimine. ð Le ciabatte e il pigiama di Annamaria Franzoni. MI HADETTO ANNAMARIA FRANZONI ð I punti di verità che mi ha fornito ð Altri chiarimenti sulla questione GLI ALIBI DEI PROTAGONISTI DELLA VICENDA

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Annamaria Franzoni Davide Lorenzi fratellino di Samuele Stefano Lorenzi padre di Samuele Daniela Ferrod Marco Robioglio Carlo Guichardaz Ottino Guichardaz Ulisse Guichardaz Gino Guichardaz detto Fuffy Silvano Guichardaz Carlo Perratone Graziana Blanc Vito Perret Ada Satragni Marco Savin Leonardo Iannizzi Ivano Bianchi Alberto Enrietti Elmo Glarey Renzo Bérard Loredana Alaimo Dante Desaymonet Dino Vidi Tiziana Ferrod Dario Grappein Stefania Travasa Ylenia Guichardaz

GLI ACCERTAMENTI BIOLOGICI DEL RACIS DI PARMA TUTTI GLI ELEMENTI SONO A DOPPIA CHIAVE DI LETTURA IPOTESI “MADRE ASSASSINA” L’IMPIANTO ACCUSATORIO IL PRESUPPOSTO DELL’ACCUSA: CIABATTE, PIGIAMA, PIUMONE INSANGUINATI ED ASSASSINO SUL LETTO I DODICI SCENARI OMICIDIARI A - IPOTESI “MADRE ASSASSINA” ð Ha agito da sola ð Ha agito con altri ð Ha commissionato l’omicidio ð Copre l’assassino B - IPOTESI “KILLER DALL’ESTERNO” ð Un soggetto in relazione coi Lorenzi ð Un vicino di casa

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Un esterno del vicinato Omicidio di gruppo Killer e coincidenze eccezionali Sicario su commissione Serial Killer e/o “Homicide Manager” La nota di Ramuz

LE CARATTERISTICHE DEL KILLER DALL’ESTERNO ð Le caratteristiche di movente e di organizzazione che il killer dall'esterno deve per forza di cose avere. ð Perché si è introdotto in casa dei Lorenzi e nella loro camera da letto? ð Perché ha ucciso? ð Logistica e Management dell'Evento Criminoso “IPOTESI LAVORINO” L'unica alternativa all'Ipotesi "Madre Assassina" è che il killer venuto dall'esterno era ancora in casa quando Annamaria è tornata. LA TA.P.E.C. - (Tabella Possibilità Esecutive del Crimine) Elenco di chi aveva le possibilità e le caratteristiche in positivo o in negativo per commettere il crimine.

3 - INTRODUZIONE (SPECIALE COGNE. DETECTIVE & CRIME) Il delitto di Cogne è assurto al “giallo dei gialli” nazionali per una serie di motivi che vanno dall’enorme pressione mass mediatica alle caratteristiche della vittima, alla brutalità ed al tecnicismo dell’omicidio, agli immediati sospetti contro Annamaria Franzoni, la madre della piccola vittima, a questioni sociologiche, psicologiche e tecniche, al fatto stesso che sia un omicidio irrisolto, al dato di fatto che ormai si sa quasi tutto dei protagonisti del fatto e delle indagini. Detective & Crime si è interessato della vicenda sin dall’inizio in diversi modi: ammonendo i soloni della psichiatria e gli arrampicatori della visibilità dal buttare la croce addosso alla madre solo “perché lo dicevano gli inquirenti” e “perché conveniente dal punto di vista della visibilità mass mediatica”; ammonendo chi con troppa facilità interpretava i comportamenti della madre come “strani” e quindi … “colpevoli”; proponendo piste e Ipotesi di lavoro; pubblicando solo argomenti seri. Attualmente la madre è l’unica indagata: gli Inquirenti hanno sviluppato l’Ipotesi “Madre Assassina”, lo stesso hanno fatto i colpevolisti. I dubbiosi, gli innocentisti e i vari soggetti impegnati nella difesa della Franzoni hanno formulato molte ipotesi. Sostanzialmente le Ipotesi sono e devono essere due: “ Madre Assassina” e “Assassino dall’Esterno”, a prescindere dagli scenari, dai ruoli e dai moventi dell’assassino nella sua intrusione omicidiaria e dalla presenza di eventuali complici.

Questo è un numero speciale dedicato esclusivamente al caso di Cogne ed analizza in modo scientifico, tecnico, investigativo, criminalistico e criminologico l’Evento “Omicidio Samuele Lorenzi”. Soprattutto valuta le due Ipotesi contrapposte mettendole sullo stesso piano, cercando di valutarne i pro e i contro. Vi è da aggiungere che l’Ipotesi “Killer dall’Esterno” mette sullo stesso piano sia l’intrusione con scopo omicidiario, sia l’intrusione per altri scopi sfociata in un omicidio d’impeto, così come dà al 50% l’azione intrusiva organizzata da una o da più persone! Propone anche una serie di TAPEC (Tabella delle Possibilità Esecutive del Crimine) valutando sia le caratteristiche totali che l’assassino potrebbe avere in tutti gli scenari (Quadri), sia gli alibi, i movimenti e le teoriche possibilità esecutive di tutti i soggetti che hanno avuto un ruolo nella vicenda. Produco diverse fotografie di quelle che scattai a Cogne nel giugno del 2002 nella stanza del delitto su invito delle famiglie Franzoni e Lorenzi: tali foto sono di mia esclusiva proprietà e servono a studiare ed analizzare, a interpretare ed elaborare! L’anno scorso, quando alcune mie fotografie della stanza del delitto furono pubblicate dal settimanale Panorama a corredo di un mio articolo, assistemmo a un’indecorosa cagnara ed a una faziosa levata di “scudi morali” da parte della c.d. “difesa della Franzoni”. Ebbene, un personaggio di detta difesa, invece, alla conferenza stampa tenuta in Milano nel giugno 2003, ha mostrato pubblicamente molto di più di quello che lo aveva “scandalizzato”, difatti, ha mostrato quel sangue (e di più), bacinelle colme del sangue di Samuele e di acqua, le scaglie ossee di Samuele, e molto di più, per poi avallare ulteriori pubblicazioni di sangue, materia cerebrale, scaglie ossee, ecc. La coerenza è una dote! E’ come il coraggio! O ce l’hai, oppure no! Le foto della scena del crimine da me scattate a Cogne sono mie, e le pubblico con mera motivazione scientifica, tecnica e investigativa. Scattai le suddette su invito delle famiglie Lorenzi e Franzoni e con la certezza da parte di tutti che sarebbero state oggetto di pubblicazione: il resto è da chiacchiere di cortile, è pretestuoso, è strumentalizzazione, è bisogno di polemica e di seminare odio e zizzania! Naturalmente restituisco tutto al mittente! Dico anche che alcuni miei collaboratori hanno ripreso con varie videocamere la scena del crimine, che i nastri e i dischi li ho solo io, che mi sono arrivate offerte di acquisto che ho sempre rifiutato per ovvii motivi di coerenza e professionalità! Detective & Crime, alla fine di questo numero, propone una superperizia che risponda scientificamente e senza ombra di dubbio ai seguenti e fondamentali quesiti della vicenda: I - Il pigiama di Annamaria Franzoni è stato macchiato di sangue mentre l’assassino colpiva Samuele, oppure tali macchie sono da attribuire ad altre cause e ad altre circostanze?

II - Le ciabatte di Annamaria Franzoni sono state macchiate di sangue mentre l’assassino colpiva Samuele, o no? La macchietta che il RACIS ritiene essere di proiezione, lo è realmente, o no? III - L’assassino ha colpito Samuele con la mano destra o con la sinistra? Le scie prodotte sulla parete e sul soffitto dai suoi movimenti ascendenti, da quale mano sono stati prodotti? Dove e come era egli posizionato? IV - Qual è il momento esatto dell’aggressione a Samuele? Questi dati scientifici sono di importanza fondamentale per decidere se proseguire verso l’attuale direzione investigativa o se cambiare direzione: questi dati scientifici dovevano essere acquisiti con totale certezza scientifica molti mesi or sono! Non è mai troppo tardi!

Carmelo Lavorino

4 - CONCLUSIONI I - Tutti gli elementi sono ambigui, a doppia chiave di lettura, quindi interpretabili sia a favore dell’Ipotesi “Madre Assassina”, sia dell’Ipotesi “Killer dall’Esterno”. Con questi dati ambigui e con questa ambiguità non si può arrivare alla Verità! Occorre, invece, individuare elementi discriminanti, totalizzanti ed assorbenti delle ambiguità stesse!

II - Devono essere assolutamente risolti quattro interrogativi che, a loro volta, se risolti e quindi portatori di verità scientifica, produrrebbero quattro certezze scientifiche di importanza capitale per la vicenda giudiziaria e l’esatto indirizzo investigativo; occorre quindi assumere la certezza scientifica, totale, al 100%, senza alcun’ombra di dubbio, con la piena affidabilità, sui seguenti quattro fondamentali Dati del Problema “Omicidio di Samuele Lorenzi”, ma solo una superperizia può dare questa certezza: Quesito 1 - Il pigiama di Annamaria Franzoni è stato macchiato di sangue mentre l’assassino colpiva Samuele, oppure no? Le macchie sono state prodotte dall’effetto dei colpi su Samuele mentre la casacca era in posizione quasi verticale e indossata da un soggetto, o sono state prodotte mentre il pigiama era sopra il letto e/o in altra posizione? La morfologia delle macchie cosa fa ritenere? Ogni macchia, da cosa è stata prodotta?

Quesito 2 - Le ciabatte di Annamaria Franzoni sono state macchiate di sangue mentre l’assassino colpiva Samuele, oppure no? La macchietta sotto la suola della ciabatta sinistra che il RACIS ritiene essere stata proiettata sulla stessa mentre l’assassino colpiva Samuele, lo è realmente ed al 100%, oppure no e può essere stata prodotta dal camminamento e dal calpestio? Le macchioline all’interno della ciabatta sinistra e che il RACIS ritiene essere sangue di Samue le schizzato al momento dell’aggressione (a) sono realmente macchioline di sangue, oppure no? In caso positivo, tale sangue è di Samuele, oppure no? In caso positivo, tali macchioline di sangue hanno una correlazione certa con l’omicidio, oppure no? Quesito 3 - Qual è il momento esatto dell’aggressione a Samuele? E’ possibile determinarlo in base ai parametri ed ai dati tanatologici prodotti dal CTPM Francesco Viglino, oppure no? E’ possibile determinarlo riesaminando l’intero fascicolo e/o con nuove iniziative di acquisizione dati, oppure no? Quesito 4 - L’assassino ha colpito Samuele con la mano destra o con la sinistra? Le scie prodotte sulla parete e sul soffitto dai suoi movimenti di aggressione, da quale mano sono stati prodotte? Dove e come era posizionato l’aggressore? Quali sono le caratteristiche certe dell’arma?

III – Le risposte ai suddetti quesiti – specialmente quelli n° 1, 2, 3, , se produrranno dati col crisma della certezza scientifica, produrranno anche una sentenza sull’Ipotesi “Madre Assassina” e, finalmente, non ci sarà più la spaccatura “colpevolisti”-“innocentisti”. Se i quesiti 1 e 2 daranno ragione al 100% al RACIS, allora l’assassino indossava il pigiama e calzava le ciabatte, allora Annamaria Franzoni ha mentito su diverse circostanze, allora l’impianto accusatorio è validissimo; se invece le risposte non andranno verso le conclusioni del RACIS (incertezza e/o improbabilità e/o impossibilità) allora si dovrà guardare solo verso l’Ipotesi “Assassino dall’Esterno”.

IV - L’Ipotesi Lavorino “L’assassino era ancora in casa quando Annamaria Franzoni è tornata da accompagnare Davide alla fermata dello scuola, è entrata ed ha chiuso la porta a doppia mandata lasciando le chiavi nella toppa; l’assassino è fuggito dopo che Annamaria è entrata ed è scesa, lo ha fatto girando due volte le chiavi che Annamaria aveva lasciato nella serratura, ha aperto la porta e si è dileguato”, risulta essere l’unica alternativa all’Ipotesi “Madre Assassina”. Lo è, anche, perché redime la questione “Velocità dell’azione esecutiva”, “Eccessiva ristrettezza dei tempi”, “Perché l’assassino non è stato notato da Annamaria Franzoni quando questa tornava da accompagnare Davide?”.

V – L’Ipotesi “Assassino dall’Esterno” costringe a valutare non solo la variabile “Omicidio premeditato e precedentemente fantasticato”, bensì anche “Omicidio in seguito a intrusione fallita e scoperta, intrusione organizzata ed agita per altro motivo diverso dall’omicidio premeditato (erotomania? tentativo di prendere qualcosa con fortissimo valore simbolico e psicologico? tentativo di inserire un messaggio, un oggetto, un simbolo? tentativo di un “dispetto-vendetta”? una ritorsione contro i Lorenzi con radici e movente del tipo sociale, politico locale, di interessi, di ostracismo etcnico?). In entrambi i casi sono ipotizzabili interventi combinati di una o più persone, di un committente e/o ispiratore, del soggetto esecutore e del complice/i con funzioni di copertura. E in entrambi i casi occorre sempre e comunque risolvere i seguenti quesiti che, in ogni modo, concorrono a disegnare un profilo della ‘Combinazione Assassina’: “Come ha fatto l’assassino a cogliere il momento propizio? Come aveva pensato di entrare se avesse trovato la porta chiusa a chiave? Come si era organizzato per superare tale handicap? Come si era organizzato per non farsi notare da Daniela Ferrod che poteva affacciarsi in qualunque momento e da Marco Robioglio che era al piano di sotto? Come aveva pensato a ovviare alla presenza dei suddetti?”

VI - L’Ipotesi ““Assassino dall’Esterno” costringe a rivalutare sia tutti gli alibi, i comportamenti, gli atteggiamenti e le dichiarazioni delle persone informate sui fatti, sia di scavare, comprendere e creare ipotesi su eventuali collegamenti con l’assassino di Samuele. Chi ha letto le attività investigative effettuate sull’omicidio di Samuele ha potuto constatare che le assunzioni di informazioni o sono state mirate a dimostrare la responsabilità della Franzoni, oppure, non hanno spaziato - come si dice ormai in tutto il mondo - “a 360 gradi ... sospettando di tutto, di tutti e ... un po’ di più”.

VII - Se l’omicidio è stato consumato fuori la fascia delle 8:16 e le 8:24 è ovvio che prende il sopravvento l’Ipotesi “Madre Assassina” e che solo la Franzoni aveva tutte le caratteristiche per effettuarlo: naturalmente SE! Ma SE l’omicidio è stato commesso nella fascia oraria 8:16 - 8:24 , allora bisogna trovare una o più persone che, da sole o in combutta, avevano le caratteristiche utili quali il movente, i mezzi di controllo ed esecutivi, il tempo, le modalità, le opportunità, le possibilità, le conoscenze e le coperture per organizzare ed attuare l’intrusione in casa Lorenzi, a prescindere se l’obbiettivo primario dell’intrusione fosse l’eliminazione di Samuele o un QUID che attualmente non si conosce! E se ci troviamo di fronte a un’azione di gruppo, dobbiamo chiederci anche quale sordido e inconfessabile legame possa costringere un gruppo ad effettuare l’intrusione e a proteggere l’assassino!

VIII - Una “Combinazione Assassina” sicuramente esiste perché Samuele assassinato ne è il frutto! Questa “Combinazione” può esistere sia nell’Ipotesi “Madre Assassina”, sia nell’Ipotesi “Assassino dall’Esterno” e, in ambedue le Ipotesi può essere composta da una o più persone.

IX - Personalmente un’idea sulla “Combinazione Assassina” che ha perpetrato l’intrusione omicidiaria in casa Lorenzi ce l’ho!

X - L’Ipotesi “Assassino dall’Esterno” può essere risolta con l’individuazione del killer soltanto (1) avendo a disposizione i dati processuali e investigativi; selezionando e classificando i dati certi; avendo la facoltà di intervenire nelle indagini; effettuando nuove indagini; (2) avvalendosi – basandosi ovviamente su dati certi - della TA.P.E.C. (Tabella delle Possibilità Esecutive del Crimine), della MA.C.R.EV. (Matrice Cronologica della ricostruzione dell’Evento), della MA.L.M.EV. (Matrice Logistica del Management dell’Evento), del Metodo M.O.C.C.I. (Modello Operativo Criminalistico Criminologico Investigativo); (3) applicando con serietà, scientificità, freddezza e lungimiranza il Metodo dell’Analisi Investigativa, senza innamoramenti della tesi, senza pregiudizi, senza posizioni ideologiche da difendere, senza apparizioni televisive e mass mediatiche da cercare e/o da difendere a ogni costo.

Carmelo Lavorino

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