CAMPANE DI POSINA FUSINE, CASTANA e LAGHI Sede: Piazza G. Marconi 36010 POSINA (Vicenza) tel. 0445 748118 Pubblicazione PRO MANOSCRITTO delle Parrocchie di: S. Margherita V.M. in Posina, S. Rocco in Fusine, S. Pietro Apostolo in Castana, S. Barnaba in Laghi Un grazie cordiale per la preziosa collaborazione a Roberto Lorenzato Stampa: Stab. Tip. G. Fuga & Figli - Arsiero
In copertina: Il crocifisso, mutilato dal cannoneggiamento del 1916, conservato nella Chiesa Parrocchiale di Laghi. "// Cristo non ha le mani... ha bisogno delle nostre! Il Cristo non ha un piede... ha bisogno dei nostri! per portarlo ad ogni cuore!" Foto in ultima di copertina di R. Lorenzato M. Pasubio: la Val Sorapache vista dal Prà dell'Asola nei pressi di contrà Lambre
Carissimi L'arrivo in tutte le famiglie delle parrocchie della Valposina del bollettino diventa una gradita occasione per porgere a tutti il cordiale, bene augurante saluto di pace e bene nel Signore. • Pace: mai come in questi ultimi anni stiamo capendo che la pace degli uomini è una pace fragile, continuamente minacciata da interessi economici e di parte. Il cristiano sa che solamente il Signore risorto può donarci la pace, quella pace vera fondata su due elementi essenziali: la solidarietà tra i popoli e la giustizia. Anche nel nostro piccolo possiamo e dobbiamo essere costruttori di pace: qualche volta basta un sorriso, una stretta di mano, un saluto per stemprare amarezze che durano da generazioni. • Bene: avvicinando qualche persona anziana mi sono sentito spesso dire: "i giovani non sanno più cosa sia il bene e cosa sia il male. Tutto è diventato lecito!". È uno sfogo comprensibile, che ci porta però a riflettere e a domandarci: diffondiamo tra di noi il bene (e bene è tutto quello che ci avvicina a Dio e ai fratelli) anche se qualche volta troviamo delle resistenze ? Pace e bene in modo particolare a quelle famiglie nelle quali hanno fatto la loro comparsa il lutto per la morte di qualche persona cara, la malattia, l'incomprensione, i disagi della vita. Le quattro comunità cristiane (ma dovremmo ormai parlare di una unica grande comunità) - che ogni domenica si riuniscono per celebrare la morte e la risurrezione del Signore Gesù - presentano all'altare le gioie e le sofferenze di tutti, chiedendo per tutti e per ciascuno la benedizione del Signore. Nessuno di quanti desidererebbero partecipare alla messa si senta solo, abbandonato a se stesso, non amato dalla comunità. Pace e bene anche ai bambini, ai ragazzi, ai giovani che partecipano alle attività delle parrocchie e anche a quelli che, per vari motivi, non lo fanno, ma che si impegnano lo stesso a crescere non solo in età, ma anche in sapienza e buona volontà. Pace e bene alle persone che con tanta generosità e spirito di servizio operano a favore delle nostre parrocchie. Pace e bene alle persone che tornano d'estate nei nostri paesi, ai fratelli e alle sorelle che ci leggono da lontano. E pace e bene anche a quelli che la vita ha reso sordi a questo saluto... Cordialmente. Don Stefano
Bollettino, mezzo di comunicazione Offro volentieri il mio contributo per questo numero del Bollettino Parrocchiale "Campane di Posina" perché sono convinto che una pubblicazione di questo genere possa avere anche oggi un senso e un posto importante nella vita della nostra Comunità per cui vale la pena di spendere tempo, denaro e impegno di persone che ringrazio per il prezioso servizio che rendono a tutti e che invito a continuare magari con la collaborazione di altri ancora. In ogni famiglia si fa ogni giorno esperienza dell'importanza della comunicazione tra i vari membri che la compongono, tanto che, se venisse a mancare, ci si sente subito meno uniti, cresce un senso di disagio e sofferenza fino a mettere in seria difficoltà la convivenza stessa. E questo proprio perché in famiglia la comunicazione permette di condividere gioie e preoccupazioni, speranze e paure, di collaborare, di crescere, di sostenersi, di amarsi. Senza comunicazione tutto questo non può assolutamente avvenire ed allora i rapporti si affievoliscono e la famiglia muore. Così è pure per una famiglia un po' più grande quale dovrebbe essere l'insieme delle nostre parrocchie. Non è difficile capire come la comunicazione tra di noi sia il primo passo e la condizione indispensabile per diventare comunità: certamente non può esserci comunione senza comunicazione. Ecco il senso primario del nostro Bollettino Parrocchiale. Non dico che la comunicazione tra di noi avvenga solo o principalmente attraverso pagine di carta stampata (ci mancherebbe altro), ma sicuramente "Campane di Posina" , in molte situazioni, rappresenta un veicolo importantissimo e, per alcuni versi, insostituibile. Penso ad alcune persone che non potendo più avere una partecipazione alla vita sociale intensa come vorrebbero possono avere dal Bollettino Parrocchiale quelle notizie per tenersi aggiornate sulle iniziative e attività del paese, anche se queste sono già avvenute; per vedere, attraverso le foto, volti e luoghi ora più difficilmente raggiungibili. Per non parlare poi dei concittadini che, per vari motivi non abitano più qui, essendosi trasferiti addirittura all'estero ma che nel paese d'origine sentono di avere ancora le loro radici per cui ritengono prezioso e importante mantenere con persone e fatti di casa nostra un rapporto significativo. Vorrei, infine, sottolineare un altro elemento per me molto importante, che dà senso all'impegno profuso per questa pubblicazione. Mi riferisco al fatto che, grazie alla disponibilità di tanti incaricati, "Campane di Posina" entra, bene o male, in tutte le case dei nostri paesi, anche in quelle di chi è ai margini della comunità cristiana, di chi non è così assiduo ai nostri incontri liturgici e catechistici, forse anche di chi non condivide, per diversità di idee o di valori, la nostra fede e le nostre convinzioni. In questi casi "Campane di Posina" può essere senz'altro vista come un segno del nostro spirito missionario; può costituire il tentativo di un dialogo a distanza; può rappresentare il lucignolo, fors'anche fumigante, di un contatto che, col favore di un'occasione giusta e della grazia di Dio, può, un domani, avere sviluppi impensati. Allora, lunga vita al nostro Bollettino Parrocchiale! Con l'augurio di vederlo uscire puntuale anche in futuro, magari pubblicato anche su un sito Internet, sempre a testimoniare che le nostre comunità sono vive ed hanno ancora tanta storia da scrivere. don Sergio
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CRISTIANI SI DIVENTA Da più di dieci anni la nostra diocesi è impegnata nello studio e nell'approfondimento del tema dell'iniziazione cristiana, c o m e i n i z i a r e c i o è i n o s t r i ragazzi alla vita cristiana. È stato un lungo lavoro di ricerca e di confronto che ha coinvolto preti e laici in tutta la diocesi, con lo scopo di individuare le linee pastorali più opportune per rinnovare nella nostra chiesa quel cammino necessario per "diventare cristiani". Fino a pochi anni fa si diventava cristiani attraverso un processo di assimilazione della vita cristiana che si viveva in famiglia, in parrocchia e nel contesto sociale circostante. La famiglia chiedeva per i figli i sacramenti, li introduceva nella vita cristiana, trasmetteva loro i valori di fondo del cristianesimo e accresceva la loro vita cristiana mediante la catechesi e le pratiche religiose (messa, funzioni, rosario, ecc.). Oggi questo non è più sufficiente: viviamo in un t e m p o di crisi nel quale i valori cristiani sono diventati marginali; le famiglie continuano, sì, a chiedere i sacramenti per i figli, ma il più delle v o l t e lo f a n n o per t r a d i z i o n e o per conformismo. E che dire della maggioranza dei giovani che dopo la cresima abbandona del tutto la pratica religiosa? Gli stessi battezzati che perseverano nella vita di fede spesso sono chiusi in un cristianesimo privato e invisibile; incapaci di rendere ragione della loro fede vivono in un atteggiamento perenne di delega, d i p e n d e n t i d a l l e cure
pastorali dei sacerdoti. La sfida di oggi, allora, consiste nell'aiutare le persone a maturare il passaggio da una fede di consuetudine ad una fede di convinzione. Ecco perché la nostra chiesa si è data un documento, intitolato "cristiani si diventa", nel q u a l e t r o v i a m o d e g l i o r i e n t a m e n t i p a s t o r a l i per gli a n n i avvenire. In particolare due sono le piste da seguire: •l'accompagnamento dei genitori che chiedono il battesimo per i figli; •l'accompagnamento dei genitori che chiedono l'eucaristia per i figli. Cosa cambierà? Il c a m m i n o proposto sarà certamente più coinvolgente e non si esaurirà solamente in incontri di preparazione ai sacramenti; tutte le componenti della vita cristiana saranno chiamate in causa: l'annuncio-catechesi, la liturgia e la carità. Per esempio: le famiglie e i f a n c i u l l i della cosiddetta "Prima C o m u n i o n e " vivranno insieme alcune domeniche da "cristiani": eucaristia, momento di convivialità, visita a qualche persona inferma, ecc. Ci viene chiesto un cambiamento non facile, che costerà tanta fatica. Non dobbiamo però rinunciare in partenza, pena... la scomparsa del vero cristianesimo.
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L'Eucaristia del Giorno del Signore La vita cristiana è alimentata dall'ascolto della Parola di Dio, dalla celebrazione dei sacramenti e dall'esercizio dell'amore (S.Paolo lo chiama "carità"). In particolare il cristiano trova la sua identità quando vive "da cristiano" la domenica, giorno del Signore, g i o r n o della sua risurrezione. All'interno della domenica ha un p o s t o e s s e n z i a l e la messa d e l l a c o m u n i t à . " D i o ci c o n v o c a - s c r i v e un documento dei vescovi - per essere una sola f a m i g l i a nel suo amore, non per essere tante famiglie separate". Parte da qui il rifiuto alla celebrazione di "messe p r i v a t e " di d o m e n i c a , non tanto d a l l a cattiveria dei parroci. Le grosse parrocchie sono costrette a celebrare più messe domenicali, anche se devo dire - per esperienza - che anche in queste parrocchie c'è stata una drastica riduzione, non tanto perché - come si sente spesso dire in giro - i preti non hanno voglia di lavorare - ma per far crescere la comunione tra i già numericamente ridotti cristiani di fatto (i "cristiani di nome" sono certamente di più!). Facendo un semplice conto, nella nostra Valposina (poco più di 900 abitanti) la frequenza alle messe domenicali è ridotta, ma le messe sono in tutto 6 (8 in estate). Occorrerà giungere ad una riduzione, che non sarà certamente gradita a coloro che cercano la messa di comodità più che la messa di comunione.
Per fare comunione è necessario che tutti si trovino insieme in un momento particolare, come quello della messa domenicale. Ecco perché troviamo scritto in una norma del Sinodo diocesano: "Ogni parrocchia privilegi la messa domenicale perché insostituibile esperienza di comunione. Gruppi, associazioni e movimenti partecipino abitualmente a una messa domenicale che si celebra in p a r r o c c h i a . Eventuali eccezioni sono autorizzate dal Vescovo". E per quest'anno è stata autorizzata la messa domenicale sul Monte Maggio perché c o i n v o l g e anche un'altra provincia. Ammesso questo principio, applicato per aumentare la comunione tra i cristiani, ho espresso qualche perplessità (poi tradottasi con un "no") sul cambio dell'orario della messa in occasione di anniversari di matrimonio: qualche famiglia ha accolto le motivazioni portate giungendo a far festa insieme nonostante l'orario - qualche altra no. Comprensibile. Non possiamo servirci della messa a nostro uso e consumo. E qui torna il ragionamento fatto sopra. Capisco che sono decisioni che rendono il parroco impopolare, ma se tutta la chiesa vicentina si è incamminata su questa strada, vale la pena accodarci, mettendo da parte la comodità.
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Don Stefano
Campeggio 2 - 9 settembre 2001
Anche l'anno scorso don Antonio ha organizzato il campeggio per noi ragazzi delle quattro parrocchie. Siamo andati al Pian delle Fugazze nella "Casa Alpina". Il luogo era molto bello: c'era un cortile, un parco e anche un bosco che a noi ragazzi piaceva esplorare. La casa era un po' vecchia ma si stava bene. La settimana è passata velocemente: abbiamo giocato, parlato, ballato, abbiamo fatto alcune passeggiate e abbiamo anche incontrato un famoso "indovino". Ma più di tutto abbiamo cantato la canzone "Dammi tre parole", un vero stress. Le cuoche (Anna, Maria e Onorina) erano molto brave e ci hanno preparato piatti deliziosi. Gli animatori e le animatrici erano divertenti, scherzosi e giocavano volentieri con noi, però di notte ce ne combinavano di tutti i colori!!! Questo è stato l'ultimo campeggio con don Antonio: è stato molto bello e per questo vogliamo ancora una volta dirgli GRAZIE! Speriamo che anche quest'anno ne faremo uno altrettanto bello con il nuovo parroco. Philip
Celebrazione della Cresima FUSINE, 14 OTTOBRE 2001 Il 14 o t t o b r e 2 0 0 1 m o n s . Gianfranco Cavallon, delegato del Vescovo di Vicenza, ha amministrato il sacramento della cresima a sei giovanotti di Posina e F u s i n e . N e l l a f o t o , da sinistra, assieme a don Stefano, mons. G i a n f r a n c o e don Sergio, vediamo: Alessandro Lorenzato, Nataly Fuzul, Francesca De Pretto, Christel Zambon, Daiana Smittarello e A l e s s i o O s s a t o . In q u e l g i o r n o si sono impegnati a c o n t i n u a r e a vivere da c r i stiani convinti. —5—
MESSE DI PRIMA COMUNIONE D o p o aver frequentato insieme il c a t e c h i s m o a Posina (superando con buona volontà le normali inevitabili difficoltà legate alla lontananza dei due paesi), 6 fanciulli di Posina ( A t t i l i o Dal Maso, Petra Lukic, Desirèe Rader, Rudi Stedile, Filippo Zambon e Martina Zambon) e 2 fanciulle di Laghi (Emilia Morbin e Eva Oliviero) hanno partecipato, nelle loro rispettive parrocchie per valorizzare questi momenti importanti della vita delle comunità cristiane, alla loro "prima messa completa" (quella che una volta si chiamava messa di prima comunione): hanno cioè preso parte alla mensa della Parola (ascoltando la Parola di Dio) e alla mensa del Pane (comunicando al Corpo di Cristo). Per tutti è stato un momento di festa, di cui ringraziare il Signore. Ora spetta ai c r i stiani far capire a q u e s t i n o s t r i ragazzetti che, come dissero i mart i r i , " n o n possiamo v i v e r e senza celebrare il giorno del Signore", la Domenica.
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ANAGRAFE PARROCCHIALE 2001-2002 POSINA
FUSINE
CASTANA
LAGHI
BATTESIMI
10.01.2001 15.12.2001 10.03.2002
Vigolo Marco di Gianluca e De Pretto Paola Zambon Nicola di Fabio e Dal Prà Marina Marini Giorgia di Adamo e Leder Mara Giuseppina
MATRIMONI 18.08.2001 15.09.2001
Rader Andrè e Losco Monica Stefania Fontana Gino e Smittarello Manuella
FUNERALI
26.10.2001 22.11.2001 19.12.2001 03.01.2002 07.01.2002 27.01.2002 02.03.2002 06.03.2002 13.04.2002 21.04.2002 15.05.2002 17.05.2002 01.06.2002
Costa Lina Rosa di anni 79 Rader Albino di anni 81 De Pretto Gino di anni 81 Benetti Arturo di anni 50 De Pretto Giovanni di anni 57 Canderle Maria Catterina di anni 96 Maraschin Maria di anni 87 Massiceti Giovanni di anni 83 Dal Maso Bruno di anni 57 Cervo Giuseppe di anni 72 Rader Egina di anni 89 Losco Giselda di anni 79 Benetti Bruno di anni 81
BATTESIMI
05.09.2001
Res Francesco di Renato e Berta Nadia
FUNERALI
08.09.2002 15.10.2001 20.10.2001 08.02.2002 07.03.2002
Caprin Mario di anni 60 Zigiotto Nello di anni 78 Rader Luisa di anni 64 Maraschin Virgilio di anni 73 Serman Nicola di anni 77
MATRIMONI 25.08.2001
Dal Maso Cristian Dino e Comparin Federica
FUNERALI
26.09.2001 02.12.2001
Cornolò Egidio di anni 65 Comparin Antonio
BATTESIMI
25.12.2001
Aceti Samuel di Sandro e Tufano Sabina
FUNERALI
26.09.2001 19.12.2001 14.01.2002 18.04.2002
Dal Molin Mario di anni 62 Dal Molin Rosalia di anni 85 Calgaro Gino di anni 85 Sella Giuseppe di anni 77 — 7 —
Festa d e i l u s t r i a Posina c o n s o l o sei coppie presenti; numerose le assenze "giustificate". D o p o la S. Messa il ritrovo per il pranzo è stato presso la Trattoria " I r m a " in Crosara di Arsiero. Roberto Lorenzato
foto: R. Lorenzato Le coppie di sposi posano per l'anniversario
Su iniziativa di alcune mamme si è svolta presso la sala della Trattoria ai 3 Garofani, la festa di Carnevale. Come sopra accennato le mamme si sono prodigate con il massimo impegno nell'organizzare tale festa: bibite e dolci a volontà e musica con giochi hanno allietato un breve p o m e r i g gio pieno di divertimento per tutti i bambini partecipanti. Lodevole l'impegno d e l l e organizzatrici e comp l i m e n t i per la bella riuscita della festa. Roberto Lorenzato foto: R. Lorenzato
Le mamme brave organizzatrici della festa di carnevale
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Posina, le penne nere mettono su casa Le penne nere di Posina hanno una loro sede. Si trova nei locali dell'ex ambulatorio medico (nella foto), proprietà della Parrocchia, in un nucleo architettonico che conta anche la canonica, gli spazi per le attività giovanili e la recuperata giassara. G l i a l p i n i del g r u p p o presieduto da Giannico Losco, fino a poche settimane fa, quando dovevano incontrarsi, erano costretti a darsi appuntamento in qualche locale pubblico del paese. Una consuetudine che mal si confaceva ad un'associazione messasi in luce per un attivismo davvero a t u t t o c a m p o . Basti c i t a r e , a d e s e m p i o , quanto realizzato dagli alpini posinati nell'ultimo anno: la sistemazione dell'oratorio trasformato in sala giochi per b a m b i n i e ragazzi; la costruzione di una muretta in pietra a vista adiacente alla chiesetta dei Cervi, la sistemazione, nella cappella c i m i teriale, della lapide dell'indimenticato don Lappo (il parroco del biblico esodo e del Profugato durante la Grande Guerra), i contributi offerti per la festa degli anziani e i
foto: R. Lorenzato
pacchi di solidarietà per i bambini indigenti del Sudafrica; l'organizzazione della festa popolare della castagna; la collaborazione con Pro Loco e Comitato parrocchiale di Fusine per la gestione della Mostra mercato autunnale, con utili versati al Comune per un'aula informatica alle elementari. Tutto questo, in aggiunta alla non facile riproposta d e l l ' a n n u a l e p e l l e g r i n a g g i o a l l a M a d o n n a del M o n t e M a j o n e l l ' u l t i m a domenica di luglio, un appuntamento capace di richiamare in Val Posina migliaia di partecipanti, provenienti anche dall'Austria. Il r e c u p e r o d e l l ' e x a m b u l a t o r i o è stato festeggiato in tre momenti. Dapprima c'è stata l'inaugurazione ufficiale della sede, con il discorso del presidente G i a n n i c o Losco e la benedizione impartita da don Stefano seguita da una visita alle strutture e dalla tradizionale bicchierata. Poi le penne nere sono salite alla chiesetta d e l l a Madonna del Majo per la messa.
Momento dell'inaugurazione della sede,
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(g.m.f.)
degli alpini di Posina
Posina:
autunno 1961
È una svedese la prima arrivata. Il taglio della legna f i n o alla fine degli anni 50 a Posina veniva praticato con mezzi ancora rustici: scure, seghe, roncola. È n e l l ' a u t u n n o del 1 9 6 1 , più precisamente nel mese di settemb r e , c h e a Posina appare la prima motosega. Ad acquistarla fu un gruppo di giovani messosi in proprio per tagliare dei consistenti l o t t i di b o s c o . Erano foto: R. Lorenzato anni dove in zona stagnava ancora una forte crisi, dove per tentare di superarla si doveva, purtroppo, emigrare all'estero, in particolare in Svizzera e F r a n c i a . I g i o v a n i ai q u a l i a c c e n n a v o pocanzi, oggi sono i Sig.ri Cervo Angelo da Contrà Zamboni, Cortiana Arturo da Contrà Collo e i fratelli Gustavo e Giovanni (Bepi) De Pretto da Contrà Paoli. E sono proprio loro a raccontarmi le loro storie di boscaioli in un tiepido pomeriggio di primavera, nei pressi della Val Dell'Orco, zona situata più ad est della Contrada Paoli, vero balcone panoramico sul centro di Posina e sulle contrade più alte della valle. La simpatica chiacchierata con foto ricordo e riprese filmate, avviene proprio attorno ad un consistente ceppo di castagno sul quale, nel lontano autunno di 42 anni fa, questi ragazzi a n d a r o n o a " p r o v a r e " le p r e s t a z i o n i di quell'oggetto che all'epoca tanta curiosità ed impressione mostrava. Il rombo che la "TYPHOON-EIA" modello "G5 1 " n. 385 provocava, poteva destare qualsiasi persona ignara di cosa poteva essere quella macchina così pratica, comoda ma al tempo stesso anche pericolosa. Concessionaria di zona a
I possessori della prima motosega di Posina visibile al centro. La "TYPHOON-EIA modello G. 51 — Made in Sveden"
quel t e m p o fu una nota o f f i c i n a di Camisano. L'Arturo e compagni mi raccontano che il primo lotto di bosco tagliato era situato sulla "Mandriela", località nei pressi della Borcola; lavoravano dieci-dodici ore al giorno e a turno ognuno maneggiava la laboriosa macchina dal peso di d o d i c i e più chilogrammi, compreso il pieno di carburante. I boscaioli pernottavano per lo più sotto ad un misero baito coperto di lamiera o naylon per una settimana, con qualche coperta ed il fondo reso più morbido con cespugli di brocon (erica). Gustavo provvedeva anche a cucinare i pasti (minestron). Giovanni e Angelo affermano che sebbene il lavoro era pesante e faticoso, le ore tras c o r r e v a n o senza f r e t t a . . . . era u n b e l stare.... fatto anche di canti, di battute, di serena c o m p a g n i a . Ricordano bene che q u e l l ' a u t u n n o fu anche molto piovoso, e più di qualche volta dovettero sospendere il taglio della legna ed incamminarsi verso casa, non delusi o arrabbiati, ma contenti lo stesso anche perché potevano approfittare per fare una battuta di caccia a capanno p r o p r i o in quel p e r i o d o più confacente.
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Raccontano anche le defaticanti imprese per raggiungere i boschi più scomodi con il peso sulle spalle dei "ansini" marchiati da un certo Silvio da Valli del Pasubio, noto "forgiaro". Più idonei risultavano quelli forgiati con il ferro recuperato dalla guerra: i " b u r i n i " o "cavalli di Frisia", o ferro spinato d i grosse d i m e n s i o n i . U l t i m a m e n t e i migliori erano quelli ricavati dalle balestre degli automezzi. Silvio dalla " V a l e " marchiava pure scuri, Asce, e roncole, quest'ultime ancora in uso. Dai primi anni 60 in
poi, comunque, in valle fu un susseguirsi di acquisti di motoseghe di varie cilindrate e marche; oggi in ogni f a m i g l i a di Posina sicuramente è presente una motosega, simbolo di un periodo di forti cambiamenti e l'inizio del decadimento di quella civiltà contadina che tanta parte ebbe in valle. N.B. Per la breve ricerca ringrazio oltre ad Arturo, Angelo, Gustavo e Giovanni per la loro disponibilità, anche Renato De Pretto. Lorenzato Roberto
Inizio del terzo millennio ai Cervi La cerimonia annuale a Posina nel 2001 si è aperta per me con un piccolo giallo. Ai primi di luglio aspettavo il consueto invito, ma i giorni passavano e non arrivava. Ho cominciato a preoccuparmi, tanto più che una telefonata a San Daniele del Friuli mi aveva informata che M i n o M i c o l i l'aveva già ricevuto. Ed io ? Con notevole sfacciataggine ho telefonato al C o m u n e di Posina, ho parlato con la Signorina Ornella che non solo ha confermato l'avvenuta spedizione dell'invito, ma mi è sembrata addirittura preoccupata per una mia eventuale assenza. "Lei deve venire!" mi ha detto. Il motivo della sua ansia l'ho capito qualche giorno dopo, a Cervi. Il Sindaco Paolo Pertile mi ha chiamata sul palco, con un simpatico: "Ed ora la Signora Ficalbi so che c'è, da qualche parte". Mi sono avvicinata, r i s a l e n d o il p r a t o , ed il S i n d a c o mi ha donato un bel quadretto: lo Stemma del C o m u n e di Posina, in smalto su sfoglia d'oro. Ha voluto così rinnovare la mia cittadinanza onoraria nel nuovo millennio, con un gesto molto bello e significativo. Ne sono stata fiera e commossa: Posina è davvero la mia seconda patria, anche se la mia permanenza ai piedi del Monte Majo è sempre più breve. Purtroppo alla fine di
luglio si sovrappongono vari impegni, ed io posso sfruttare solo pochi giorni liberi. È certo però che, invito o non invito (perso questa v o l t a per u n o s t u p i d o d i s g u i d o postale), l'ultima domenica di Luglio sarò sempre alla chiesetta di Cervi, età e salute p e r m e t t e n d o l o . C r e d o i n f a t t i d i essere attualmente l'unica figlia di un Superstite della val Posina presente sul Monte Majo nel corso della p r i m a guerra m o n d i a l e . Sono... Superstite dei Superstiti! Pur essendo fisicamente lontana, sono sempre vicina col pensiero: su una parete della mia camera si trovano, affiancati, il quadretto del 2 0 0 1 , la pergamena della Cittadinanza onoraria del 1989, il Diploma della Croce Nera Austriaca, con le relative fotografie. Il m i o GRAZIE va a t u t t i c o l o r o che mi hanno ritenuta degna di questi riconoscimenti, che onorano me e indirettamente anche mio Padre; quest'anno, in particolare, al S i n d a c o Paolo Pertile ed a t u t t a l'Amministrazione Comunale. Un ringraziamento sincero anche per tutti i miei concittadini, perché quando mi vedono d o p o tanti mesi, mi salutano c o r d i a l mente e mi fanno sentire nuovamente a CASA. Firenze, maggio 2002
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Augusta Ficalbi
Festeggiamenti a Fusine 2 0 0 1 Per il terzo anno consecutivo le manifestazioni estive a Fusine sono state organizzate dal Comitato Parrocchiale. C o n i f o n d i r a c c o l t i in questo triennio, sia attraverso le varie manifestaz i o n i , che grazie alle offerte, siamo riusciti a realizzare la sostituzione delle apparecchiature elettroniche che, con i nuovi motori dotati di freni, consentono di farci godere a n c o r a il suono delle campane come una volta, quando invece occorreva l'opera di tre o quattro persone contem-
strata, dei p a r r o c c h i a n i , che sentiamo il dovere di ringraziare fin da ora. Dopo questa premessa un breve elenco delle varie manifestazioni: Abbiamo iniziato il 14 agosto p o m e r i g g i o c o n una dimostrazione di "tiro con l'arco" molto apprezzata da t u t t i , a cura del GRUPPO ARCIERI MALAD E N S I , per p r o s e g u i r e alla sera con una "serata di discoteca". Il 15 a g o s t o , d o p o la Santa Messa, si è svolto l'ormai tradizionale PRANZO COMUNITA-
poraneamente. Il costo dell'opera è stato di quasi 24 milioni. Inoltre ci siamo dotati di un capannone fisso di 150 mq., sotto il quale svolgere le manifestazioni anche in caso di pioggia, e di panche e tavole per circa 200 posti, oltre ad una idonea attrezzatura di cucina, con una spesa di oltre sei milioni. Grazie a tutto questo ogni tanto possiamo ritrovarci assieme in compagnia ed allegria per qualche pranzo sempre con lo scopo di raccogliere dei fondi. Ci siamo prefissati di realizzare altre opere a breve termine, come la sostituzione delle scale del campanile ed il giro delle campane le quali corrono il rischio di essere forate dal batocchio che, dalla loro istallazione avvenuta a l l ' i n i z i o del secolo scorso, ha percosso sempre il solito punto. Sarebbe un grave g u a i o se c i ò dovesse accadere prima di poter porvi rimedio. È per questo che anche quest'anno speriamo nella clemenza del tempo durante le manifestazioni e nella generosità, sin qui dimo-
RIO, la cui partecipazione è andata oltre ogni più rosea aspettativa ed i partecipanti hanno superato di gran lunga quello dell'edizione precedente. Il pomeriggio ha visto la dimostrazione di AUTOMODELLI TELECOMANDATI A SCOPPIO a cura d e l l ' A S S O C I A Z I O N E A . D . M . di Piovene Rocchette, che ha divertito ed appassionato i numerosi presenti. La serata è stata allietata dall'esibizione del complesso "CRISTIAN B O R G H " di Arsiero. Siamo arrivati al 16 agosto, giorno della "SAGRA DI SAN ROCCO" protettore della parrocchia. La giornata si è aperta con la Santa Messa solenne e nel pomeriggio, dopo le Sacre Funzioni, si è tenuta la tradizionale processione con la statua del Santo Patrono. Dopo la processione si è svolto il mini torn e o di c a l c i o fra F u s i n e , Posina e V i l l e g g i a n t i , v i n t o a n c o r a una v o l t a da Posina, squadra più motivata e tecnicamente superiore, mentre in piazza, a cura del "GRUPPO M A C C H I A D ' O L I O " , i ragazzi
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Cuochi e camerieri di Fusine
più giovani si divertivano con i " G I O C H I POPOLARI". In serata l'orchestra "I CAVALIERI DEL LISCIO" ha intrattenuto il folto p u b b l i c o , che gremiva l'intera piattaforma, con musica e danze. Mentre tutti ballavano e si divertivano, è stato bello vedere che Don Antonio si prodigava nel cuocere le patatine fritte e più tardi nel presiedere, con la sua autorevole presenza, l'estrazione della Sottoscrizione a premi, che, dopo parecchi anni, ha affiancato la RICCA PESCA DI BENEFICENZA ormai ultra ventennale. Anche quest'anno, come per gli anni scorsi, da q u a n d o a b b i a m o avuto l'onore di averlo come parroco, un grande riconoscimento ed un ringraziamento particolare lo dobbiamo a Don Sigfrido che ha contribuito in modo massiccio alla sua realizzazione. Ci auguriamo che anche per gli anni avvenire il Suo impegno non venga meno perché, se lo a b b i a m o a m a t o e b e n v o l u t o c o m e Parroco resterà sempre nei nostri cuori come amico e gran benefattore. Degna cornice alla conclusione delle manifestazioni è stato " L O SPETTACOLO DEI F U O C H I D'ARTIFICIO" che la gente del posto non ammirava più da molto tempo,
dagli anni d'oro della PRO LOCO DI POSINA che allora gestiva anche i festeggiamenti di Fusine. Era da quegli anni che non si vedeva una così massiccia affluenza di pubblico. È stato bello per noi sentire che la gente fra loro si dimostrava molto soddisfatta ed a noi esprimeva parole di elogio e c o m p l i menti e ci incitava a continuare anche per gli anni futuri. L'impegno nostro però non si è esaurito con i festeggiamenti, sia pure molto impegnativi del ferragosto, ma è proseguito durante tutto l'anno. Infatti, circa ogni due mesi, ci troviamo tutti assieme attorno ad un tavolo a mangiare e brindare in compagnia, per un momento di amicizia ed allegria come accadeva una volta quando la povertà rendeva tutti fratelli e la c o m p a g n i a faceva dimenticare la miseria ed i problemi quotid i a n i , all'estate a l l ' a p e r t o sotto il nostro t e n d o n e m e n t r e a l l ' i n v e r n o n e l l a sala messa a disposizione dal Comune. Anche per questi appuntamenti conviviali l'impegno degli organizzatori non è indifferente, ma la partecipazione di oltre la metà della p o p o l a z i o n e è uno s t i m o l o che fa superare le difficoltà e dà nuovo vigore a continuare perché, oltre ad essere incoraggiante, è anche un sintomo di fiducia verso
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chi dà la propria disponibilità disinteressata per uno scopo benefico. Per concludere vorremmo sottolineare un momento molto importante da parte nostra, m a r i t e n i a m o anche d a p a r t e d e l l e a l t r e Associazioni di volontariato che vi hanno partecipato. Lo scorso Ottobre il Comune ha chiesto al Gruppo Alpini di Posina, alla Pro Loco ed a noi la disponibilità a gestire il chiosco in occasione della "Mostra Mercato dei prodotti agricoli di Posina". Tutte tre le Associazioni hanno dato la loro adesione perché il ricavato aveva una finalità molto importante: contribuire al com-
pletamento dell'aula di informatica delle Scuole Elementari. A Posina le Associazioni di v o l o n t a r i a t o sono m o l t e , b a s t e r e b b e t r o v a r e u n f i l o comune e tutte assieme potrebbero realizzare molte cose utili alla Collettività, ma soprattutto sarebbe possibile f i n a l m e n t e spezzare quel senso di Campanilismo che ancora ci avvolge. Ringraziamo tutti coloro che hanno partecipato e collaborato alle nostre iniziative ed a loro diamo appuntamento per il 2002. Ancora un grazie grande anche da parte del Consiglio Pastorale. Il Comitato Parrocchiale
Lavori nella Chiesa Parrocchiale di Laghi Con i contributi della diocesi di Vicenza, della Regione Veneto e della Fondazione Cassa di Risparmio si è potuto procedere al rifacimento del tetto (ora in rame) della Chiesa di San Barnaba in Laghi. È in via di sistemazione anche la tubazione per la raccolta delle acque piovane e si pensa di cominciare a restaurare, per stralci e secondo le possibilità, anche l'interno della chiesa. È doveroso ringraziare anche dalle pagine di questo bollettino le persone che si sono date da fare per la realizzazione di questo progetto, in particolare l'ex parroco don Antonio e il sindaco di Laghi. I contributi ottenuti non devono però farci sentire apposto: c'è spazio per tante piccole o grandi donazioni che continueranno a far sentire l'edificio sacro un bene prezioso di tutti i parrocchiani.
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MONTE MAGGIO 15 LUGLIO 2001 Cronaca di una giornata di ricordi
Ore 6,30 del mattino, suona il telefono: "Beppe hai visto che tempo c'è?... cosa facciamo?". E cosa si può fare, si và! Silvano e gli amici alpini di Laghi mi hanno detto che la Festa del Monte Maggio si è sempre fatta senza pioggia, per cui non vedo perché debba piovere proprio oggi. E si parte, Arsiero, Tonezza, grosse nuvole si ammassano nel cielo, comincio a dubitare delle previsioni di Silvano & C. e penso già che scuse trovare per gli amici del Coro Monte Pasubio. Passata la galleria dopo il Restele, qualche sprazzo di sereno apre il cuore alla speranza, subito delusa dall'accavallarsi di nuove nuvole scure e minacciose; dopo un'altalena di azzurro e grigio scuro sembra che le cose si mettano abbastanza
bene. Proseguiamo: Malga Zonta, e su per la mulattiera che ci porta dopo salti e sobbalzi fino alla nostra meta. Dalla vallata di Laghi salgono dense folate di nebbia ma dalla Val Terragnolo c'è qualche vampata di azzurro, speriamo bene. All'ingresso della galleria ci sono già all'opera gli amici della Pro Loco di Laghi e gli Alpini che in perfetta sintonia (anche perché, più o meno, sono le medesime persone) stanno già facendo funzionare la cucina da campo. Un po' alla volta la parte sommitale di Monte Maggio si riempie di persone; arriva anche il Parroco e si dà inizio a quella che è la parte più importante della celebrazione. La Santa Messa, accompagnata dalle voci del Coro "Monte Pasubio" è un momento toccante, durante l'omelia il Parroco ricorda la motivazione
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della Cerimonia e invita tutti i presenti ad operare per la Pace e la concordia dei Popoli. Alla fine della Messa prende la parola il Sindaco di Laghi per la commemorazione ufficiale; ricorda l'origine della commemorazione, cioè quel Luglio del 1917 quando i soldati italiani, sul Monte Maggio, respinsero la Strafexpedition e salvarono la sottostante vallata di Laghi dalla occupazione austroungarica. Anche il Sindaco, nel suo discorso, ha richiamato i valori della reciproca solidarietà, invitando i presenti ad una maggiore solidarietà con i Popoli meno fortunati. Alla fine della cerimonia il Coro "Monte Pasubio" si è esibito in alcune cante care alla tradizione popolare. Intanto con qualche folata di aria frescotta, arrivavano anche i profumi della cucina, e pian piano ci spostiamo più sotto, e così, per aperitivo, abbiamo intonato qualche canto insieme con la gente
presente (a dire la verità l'aperitivo, sotto forma di qualche buon bicchiere di bianco, non mancava neanche fisicamente), poi tutti a mangiare in un clima di allegra scampagnata. Poi nel pomeriggio il tempo, che evidentemente non ce la faceva più, ha cominciato un po' a scurirsi consigliando che era il caso di avviarsi a valle. Per noi del Coro "Monte Pasubio", la giornata, è stata una ulteriore bella esperienza e sicuro di interpretare il sentimento degli amici coristi voglio ringraziare quanti hanno contribuito per la buona riuscita della giornata. Un particolare ringraziamento và al Comune di Laghi, nella persona del Sindaco Oliviero, alla Pro Loco ed agli Alpini di Laghi, ottimamente rappresentati da Silvano Sartori, alla Provincia di Vicenza per il contributo alla manifestazione.
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Tresso Giuseppe componente del coro "Monte Pasubio"
Castana di Arsiero: la Parrocchia ha 45 anni Nell'ambito della ritornata Sagra di San Pietro, la parrocchia di Castana ha vissuto, il 30 g i u g n o 2 0 0 2 , un momento davvero particolare di comm o z i o n e : si sono infatti celebrati i 45 anni di "fondaz i o n e " della parrocchia. Il 18 febbraio 1957 il Vescovo " p r o muoveva" la curazia di Castana in p a r r o c c h i a ; don Piero Campagnolo veniva n o m i n a t o primo parroco. Per ricordare quell'avvenimento part i c o l a r e si sono dati appuntamento a Castana per una santa messa di ringraziamento gli ex p a r r o c i di questi 45 anni: erano presenti fisicamente don Filippo Bolzan, don Francesco Frigo e don Sigfrido Crestani; spiritualmente tutti gli altri, in particolare don Piero, trattenuto da cure mediche. I canti dei bambini, ragazzi e giovani hanno allietato la celebrazione preparata con cura. All'omelia l'attuale parroco ha ricordato quali sono i capisaldi della comunità cri-
stiana, c o m m e n tando il testo tolto d a g l i A t t i degli Apostoli: "I primi cristiani erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nella preghiera" Non ci può essere vera comunità cristiana - ha detto don Stefano senza un assiduo e fruttuoso ascolto d e l l a Parola di D i o , una partecipazione corale alla messa domenicale, un amore fraterno che va al di là di diversità e di pie intenzioni di bene. Alla messa è seguita la processione con la statua di San Pietro per le vie del paese, mentre si invocava su tutti e su ciascuno la benedizione del Signore. Il pranzo comunitario - organizzato con maestria dal comitato della sagra - ha continuato una giornata di festa e di ringraziamento al Signore per le grandi opere compiute anche a Castana.
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POKER Unità pastorale POSINA-FUSINE-LAGHI-CASTANA Presentare o parlare di una comunità parrocchiale è sempre difficile, anche perché i tasselli di mosaico che la compongono sono molteplici e di diversa natura. Ora abbiamo anche da poco avuto la "FORTUNA" di essere passati a unità pastorale, e abbiamo avuto la necessità di abbattere i campanilismi, i "mi son da Castana, mi son da Posina, ecc.". Il Vescovo, per fortuna, è più lungimirante di noi comuni parrocchiani, e spero che l'unione di questa unità pastorale si cimenti sempre più... Anche perché siamo figli di un unico Padre. Certe volte è difficile parlare solo di sé stessi, figurarsi di una comunità di ben quattro parrocchie; sì, avete capito bene: solo quattro parrocchie, ma ognuna con miriadi di sfaccettature e con milioni di colori. Ciò non significa che la nostra sia meno importante delle parrocchie con migliaia di anime, come si diceva una volta, perché, ce lo insegna il Vangelo, una sola pecorella per il Maestro è più importante delle altre novantanove. Siamo fortunati che ultimamente la situazione demografica della nostra comunità è stabile e abbiamo avuto la fortuna che qualche brava famiglia si è insediata nel nostro paese, perché abbiamo bisogno specialmente dei giovani. La sensibilità religiosa è un po' scarsa, e alla domenica tanti banchi restano liberi, per la S. Messa, ma poi abbiamo la fortuna di avere i villeggianti che li riempiono d'estate, e poi a Natale, ai Morti, a Pasqua e ai funerali la nostra chiesetta si riempie fitta fitta. Ci consoliamo che questa è purtroppo una realtà non solo nostra, ma nazionale e che lo Spirito Santo agisce sempre nel cuore e non per il numero dei banchi occupati, o nella frequenza ai sacramenti. E chi è che controlla il cuore o le lacrime ed i sorrisi dell'uomo o di una bianca vecchietta? Solo a Lui sono noti tutti i meandri del cuore, solo a Lui! Mi viene in mente una storiella indiana che parla di una massaia che aveva impastato il pane, aveva acceso il forno per cuocerlo, e aveva messo tutto per benino ma alla fine si era accorta che mancava una cosa, il lievito, e allora dopo averlo cercato per tutto il paese, aveva deciso di rinunciare e cucinare il pane azzimo, ma alla fine la vecchia saggia gli aveva detto di cercare delle lacrime di amore e che quelle avrebbero avuto sul pane lo stesso effetto del lievito. E così furono trovate le lacrime di una madre per il suo bambino, il pane aveva lievitato e tutti in paese furono felici. A Castana, Posina, Laghi, Fusine forse, a mio avviso, abbiamo tutto: la chiesa = la farina, le persone = l'acqua, il sale = gli anziani, il forno acceso = i giovani, il fornaio = il nostro Parroco, don Stefano ma ci manca il lievito e lo stiamo ancora cercando. Tante lacrime di dolore e di solitudine le abbiamo già trovate, ma dobbiamo trovare quelle di amore, perché tutto funzioni. Castana, 27.06.2002
Gaetano Spezzapria
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foto: Roberto Salerno Nell'anno internazionale della montagna (2002) alla Madonna Regina incontrastata dei monti
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ESCURSIONISMO: un'Arte da vivere "A piedi e con cuore leggero m'avvio per libera strada, in piena salute e fiducia, il mondo offertomi innanzi, il lungo sentiero marrone pronto a condurmi ove voglia..." Walt Whitman (1819 - 1892), scrittore e poeta americano
"Non v'è nulla di più piacevole di viaggiare a piedi! Si appartiene a sé stesso, si è libero, si è allegro. Ci si abbandona interamente e senza farne parte ad alcuno degli imprevisti piacevoli della strada, alla fattoria dove si pranza, all'albero sotto cui si ripara, alla chiesa in cui ci si raccoglie. Si parte, ci si ferma e si riparte; non v'è nulla che dia incomodo, nulla che ci trattenga..." Victor Hugo (1802 - 1885), scrittore francese
Quante cose sono cambiate dal XIX° secolo ad oggi! Il XX° secolo, in particolare, ha condotto gli uomini in un vortice di esperienze "forti" e di "prove" come forse non si erano mai viste prima. Ahimè, anche questo terzo millennio doveva cominciare male..., con l'abbattimento di due colossi che, nei nostri ricordi ancestrali, risvegliano timori e paure sempre presenti... In questo nostro mondo, che sta cambiando rapidamente, il camminare a piedi è rimasto sempre lo stesso. Per chi vuole vivere questa
esperienza le opportunità non mancano. Il camminare, uno dei movimenti più comuni per l'essere umano, ci porta alla scoperta del mondo intorno a noi. La civiltà moderna, con le sue macchine e soprattutto con le sue ostentate c o m o d i t à , ha dato un duro colpo all'arte dell'andare a piedi; ma c'è sempre chi continua per il suo sentiero, scoprendo nuove cose, vivendo sempre nuove esperienze. Sì, l'Escursionismo è un'arte; è qualcosa di
foto: R. Salerno Pasubio - Agosto 1992 Zona sacra nei pressi della chiesetta di S. Maria sette croci
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m e r a v i g l i o s o che ancora oggi possiamo vivere con allegria e con gioia. Diverse persone, dettate da un profondo interesse e da una b u o n a s e n s i b i l i t à , d e d i c a n o il l o r o tempo libero all'escursionismo. Ognuno poi vive le proprie esperienze a m o d o suo e come può. C'è chi si accontenta di camminare in città; c'è chi si sposta verso i paesi, i laghi, le colline, fino ai monti più alti. C'è chi passeggia in riva al mare... L'Italia, sotto questo punto di vista, è splendida. L'uomo del XXI° secolo è sempre più oberato da impegni, da problemi, da difficoltà di vario genere. Se non si vuole letteralmente "scoppiare", è necessario avere un'alternativa e ritrovare un po' di tranquillità, che poi porta a ritrovare sé stessi. L'escursionismo, dettato dal libero cammino, può essere un'ottima opportunità e può dare molto. È importante, durante le nostre passeggiate, ritrovare la calma interiore e soprattutto non bruciare le tappe. Nel nostro mondo moderno, tutto è consumo e il denaro, cui purtroppo tutti noi dobbiamo imparare a convivere e a sottostare, alimenta questo consumo in m o d o a volte smoderato. Chi si vuole dedicare alla scoperta d e l l ' e s c u r s i o n i s m o o chi già si diletta nel viaggiare a piedi, deve imparare a non "consumare" l'escursione stessa. L'escursione che ci proponiamo di fare, in qualsiasi luogo sia, non deve essere compiuta affrettatamente, non deve essere una corsa, non bisogna bruciare le tappe volendo arrivare al punto di arrivo a tutti i costi senza, in realtà, "vedere nulla". Dobbiamo ricordare che, purtroppo, durante la nostra gita, ci portiamo dietro tutte le ansie e le preoccupazioni che viviamo nella vita caotica di tutti i giorni. Possiamo affermare che, spesso, s i a m o molto "inquinati" quando ci accingiamo a percorrere un sentiero. Spesso non si è preparati in modo adeguato e il nostro approccio non è dei migliori. È importante quindi aprire la mente durante il percorso: osservare, studiare ciò che ci
c i r c o n d a , senza fretta od oppressioni di qualsiasi genere. La nostra testa "inquinata", in questo percorrere in mezzo alla natura, si purificherà. Se il nostro a p p r o c c i o sarà corretto con l'ambiente circostante, avremo m o l t o in cambio. La natura sa essere generosa con chi la rispetta. L'escursionismo può essere scoperto e vissuto in molti modi. lo personalmente ci tengo ad una preparazione preliminare che mi metta in condizione di affrontare l'escursione nel migliore dei modi ed in sicurezza. Occorre necessariamente avere un'idea di dove si vuole andare ed è bene sapere cosa ci aspetta. Un'escursione può essere una semplice passeggiata, ma può anche essere rappresentata da un percorso impegnativo. Spesso si rimane isolati dai centri abitati, si può essere soli o in compagnia. Comunque "l'incidente", in qualsiasi forma si presenti è bene che sia evitato. Q u i n d i una pianificazione della giornata che andremo a vivere è necessaria. Studiare il percorso il giorno prima, sulla carta. Se si ha a disposizione una descrizione del percorso, esposta da chi ha vissuto l'esperienza prima di noi, meglio ancora. I libri e i manuali in circolazione sono innum e r e v o l i . Sapere a l l ' i n c i r c a per q u a n t o tempo dovremo camminare e, in caso di salita c o n t i n u a , sapere il d i s l i v e l l o che dovremo affrontare e le condizioni del terreno. Lo zaino dovrà essere corredato da tutto il necessario. I n f o r m a r s i sulle c o n d i z i o n i del t e m p o ! Questo fatto è molto importante. In questi u l t i m i anni le previsioni meteorologiche sono migliorate in modo notevole e possiamo sapere con una buona dose di sicurezza cosa troveremo il giorno dopo. Arrivare preparati all'escursione ci metterà in condizione di vivere una giornata spensierata e libe-
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ra. La nostra attenzione sarà posta sul percorso e su ciò che ci circonda. L'approccio deve essere quello di chi cammina e si guarda in giro per conoscere e per migliorare. La nostra giornata dovrà essere il più possibile libera da condizionamenti di ogni genere. A volte non è semplice mettere insieme tutto questo. Un solo esempio? Il telefonino cellulare. Meraviglia della tecnica moderna, si affianca, necessariamente, all'escursionista del giorno d'oggi. So che molti possono non essere d'accordo ma, specialmente se l'escursione è solitaria, è buona regola avere il telefonino con sé: non si sa mai cosa può capitare ed avere la possibilità di contattare qualcuno che ci possa aiutare in caso di difficoltà è importante. Si tratta della nostra sicurezza, che deve essere la prima cosa da prendere in considerazione. Magari poi terremo spento il nostro apparecchio, per non farlo suonare a tutto volume in mezzo ad un bosco, cosa questa veramente sgradevole. Per quanto riguarda il genere di percorso che si vuole intraprendere, ognuno è libero di fare quello che vuole, perché molte sono le possibilità che si hanno a disposizione. I percorsi più belli per me sono quelli dove si ritrovano le antiche vie di collegamento tra paesi e valli. Si passa per piccole contrade, borghi, paesini. Nel nostro peregrinare si incontrano sempre chiese, edicole votive, c a p i t e l l i , m o n u m e n t i eretti in o n o r e ai Caduti delle guerre e molto altro ancora. I panorami che si presentano ai nostri occhi p o i . . . , non si possono d e s c r i v e r e ; sono momenti unici che si vivono in quegli istanti. A volte si cerca di fotografare ciò che stiamo osservando e vivendo, ma raramente la foto riesce a cogliere la realtà e la verità di quei m o m e n t i . Ma la cosa importante è viverli dentro con entusiasmo; in questo modo li porteremo con noi per sempre e saranno certamente una ricchezza che non andrà perduta.
volte si entra in alcune zone denominate Sacre. Abbiamo un esempio che tutti conos c i a m o s u l l a s o m m i t à del Pasubio. Purtroppo, spesso, quando la Zona Sacra è a vasto raggio, si tende a dimenticare la sacralità del luogo e quindi il giusto comportamento da tenere. Nella Zona Sacra, che sia rappresentata da un sacello ossario o da una vasta zona, bisogna camminare con molta umiltà e compostezza, evitando comportamenti scorretti e meditando su ciò che è accaduto in passato in quei luoghi. La cosa importante è avere coscienza della sacralità del posto: il nostro comportamento sarà di rispetto e di contegno. Un'altra regola che accompagna la vita dell'escursionista, è quella di alzarsi presto la mattina. Se è possibile bisogna arrivare nelle prime ore del mattino nel luogo dell'escursione: avremo davanti a noi un'intera giornata per il nostro cammino e, nei mesi estivi, non soffriremo troppo per il caldo. A prop o s i t o di s o f f e r e n z a e di s a c r i f i c i o , l'escursionismo spesso è a c c o m p a g n a t o anche da queste componenti. L'alzarsi presto la mattina (invece di dormire...); il salire ed il dover superare dei dislivelli; lo zaino sulle spalle... È fatica, c'è un po' di sacrificio e poche c o m o d i t à . Ma anche queste sono componenti importanti che servono a rafforzare l'escursionista nel fisico e nel carattere. Sono convinto che in questi tempi moderni, tutto questo sia necessario. Questo è l'escursionismo vissuto; quell'escursionismo spicciolo che ci rende liberi, che ci fa conoscere i paesaggi, la storia e le persone che incontriamo nella nostra via. Un escursionismo da affrontare in umiltà, cercando di conoscere e di capire il perché di tante cose. Credetemi, abbiamo ancora a disposizione tanta bellezza da scoprire, basta aprire gli occhi, la mente ed il cuore.
Ricordo che, durante il nostro cammino, a
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Maggio 2001 Roberto Salerno
Il Fraton mt. 1.650 s.l.m. Fin da ragazzo sono stato attratto dalla rosea, compatta e nuda roccia. E quando iniziavano le vacanze estive con mamma e sorelle, dal pullman cominciavo ad intravedere le prime montagne dolomitiche che si presentavano dopo un preludio di valli e monti prealpini. M i o padre lavorava in città mentre noi trascorrevamo oltre un mese in località alpine sempre diverse. Fu però mio papà che, da p i c c o l o , m i i n i z i ò a l p i a c e r e d i saper a p p r e z z a r e la b e l l e z z a di queste m o n t a g n e m a g i c h e , formate da insiemi di guglie, campanili e alte torri verticali dai profili eleganti e dai cangianti c o l o r i . Alla loro base valli verdi, boschi estesi ricchi di natura.
ma, selvaggia frattura delle rocce di dolomia creata dalle erosioni di nevi, piogge e venti. La sua affilata cuspide si raggiunge solo scalando le sue v e r t i c a l i , s t r a p i o m b a n t i pareti, ma, risalendo tranquillamente per b u o n sentiero la valle da Posina, si può a m m i r a r e di p r o f i l o e di f r o n t e questa splendida cattedrale della natura! Con un po' di allenamento. Renzo Fiorenzato
Fu il colpo di fulmine di un a m o r e a p r i m a v i s t a e da allora questi spettacoli gratuiti mi incantano come fosse sempre la prima volta! Da t r e n t e n n e mi c a p i t ò di p e r c o r r e r e da Posina una delle più suggestive valli che risalgono il versante nord-est del M o n t e Pasubio: la Val Sorapache. Alla testata di questa valle, sulla sinistra (destra orografic a ) , si a l z a la g i g a n t e s c a mole, della torre del Fraton per oltre 300 mt dalle ghiaie. Si t r a t t a di una l u m i n o s a guglia, di una gemma (di un gioiello come lo ha definito G. Pieropan) che non a tutti si m o s t r a e t a n t o m e n o si concede. Il nome, di origine cimbrica? non significa robusto Date,
foto: R. Lorenzato Torre del Fraton o campanile del "Giona" nella val Sorapache
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Un
1° Maggio speciale!
Mercoledì 1° Maggio 2002 bambini, genitori e maestre ci siamo ritrovati davanti al Caseificio di Posina per la camminata con meta il "Colletto di Posina". Radunati alle ore 9,00 siamo partiti diretti verso Contrà Balan. Eravamo una bella comitiva di 46 persone tra cui due bambini di meno di un anno che sono stati portati sugli zaini dai genitori. Arrivati a Balan abbiamo fatto una foto ricordo; ripartiti per la meta del "Colletto", a metà strada il papà di Martina Zambon, con la corteccia di un piccolo alberello ha fatto un corno da richiamo delle trombette con i bastoncini, spiegandoci che erano giochi che facevano i nostri nonni quando erano piccoli come noi. Arrivati al "Casteleto" un po' alla volta siamo entrati in questa grotta che dal foro si vedeva una parte del territorio di Posina. Roberto Lorenzato (organizzatore della camminata) ci spiegava che da questo foro in tempo di guerra venivano controllate le avanzate del nemico. Tornando indietro siamo andati a visitare la "Fagara" più vecchia di Posina; poi ci siamo fermati a mangiare in un grande prato; dopo aver mangiato, piccoli e grandi abbiamo fatto dei giochi di squadra. A metà pomeriggio siamo ritornati a Contrà Balan, ci siamo salutati, con la promessa di ritrovarci il prossimo 1° Maggio per un'altra passeggiata. Nicole e Desirée
foto: R. Lorenzato Famiglie di Posina presso "la fagara del Bigiaro" durante l'escursione al colletto
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Un itinerario meraviglioso
foto: R. Lorenzato
Pasubio estate 2001 Escursionisti di Posina posano nei pressi di Malga Fraton
Gradirei descrivere brevemente qui, per chi ama camminare a contatto con la natura, con i paesaggi trentini, e con la storia, un itinerario alla portata di tutti (cioè che non crea grosse difficoltà), ad un tiro di fionda dal nostro paese. Una splendida giornata di settembre potrebbe essere l'occasione giusta, con una serena compagnia veramente motivata, per eseguire il Giro delle Malghe nel versante nord del Pasubio. Il Passo della Borcola è punto di riferimento sia alla partenza che all'arrivo, sia che si valichi Malga Gulva, sia che si salga alla Malga Costa. Dalla Gulva in salita si raggiunge il Passo del Lucco; i posenati che vi transitavano con le vacche lo chiamano "La Forsela". L'impronta del sentiero evidenzia il transito di animali; le vacche della Val Posina provenendo dalla Borcola, venivano portate nelle malghe di Terragnolo (malga SartaPezzi - Bisorte e Campobiso di Trambileno). Raggiunta la forcella ci si incammina per arrivare a Malga Bisorte, punto di ristoro
a p e r t o nei mesi e s t i v i d a i v o l o n t a r i d i Terragnolo. La malga in splendida posizione offre un gradito panorama su Folgaria e dintorni. Con un altro gradino in salita si raggiunge l'imbocco dell'Alta Val Zuccaria tramite una mulattiera militare; sono evidenti i resti della Prima Guerra Mondiale. Raggiunta l'ampia conca di Campobiso si può proseguire, tramite una comoda carrareccia, verso le Malghe Fraton - Corona Val del Lovo e raggiungere infine Malga Costoni ancora in attività. Q u i è d'obbligo una sosta prima di salire sul Col Santo: mirtilli e ribes lungo la salita ci accompagnano per un bel tratto. Giunti al colle si potrà ammirare l'inconsueto panorama. Facile poi raggiungere il Rifugio Lancia; di lì tramite le segnalazioni si può proseguire per la Costa della Borcola e l'omonimo passo dove si chiuderà il cerchio di questo "meraviglioso" itinerario. Provare per credere.
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Roberto Lorenzato
Il sentiero attrezzato del Pasubio Questo percorso è noto a molti escursionisti. Sono due i fattori principali che accompagnano chi sale tra rocce e f u n i m e t a l l i c h e questo sentiero: i panorami, sempre vari e continui, e la lunghezza del percorso. E chiamato sentiero attrezzato G. Falcipieri o delle Cinque Cime. Inaugurato nel 1979, ha aperto la via ad un nuovo modo di salire il Pasubio. La strada delle gallerie è splendida ed insostituibile, per la bellezza, per la storia e l'ardimento del tracciato. Ma questa via ferrata, così si può anche denominare, dà d e l l e e m o z i o n i f o r t i all'escursionista. Parlavamo dei panorami; c i ò che si vive e che si vede da lassù è da provare. Le prime funi metalliche, presenti sopra Bocchetta Campiglia, ci invitano e ci aiutano a superare le prime rocce. foto: R. Salerno La progressione è continua e spesso le mani sono Salita lungo il sentiero attrezzato del Pasubio necessarie per salire e superare i tratti rocciosi. La strada delle gallerie è quasi sempre in vista sotto di noi, ma il nostro sentiero segue una via più diretta, più selvaggia. Ad un certo punto ecco apparire una scala metallica infissa nella roccia. Una scala di 15 metri, fissata verticalmente sulla parete, supera la guglia del Bovolo. La salita su questa scala e la cengia seguente da superare, rendono l'escursionista molto — 26 —
attento nei suoi passi. Il vuoto è sotto di noi e Posina è già in vista completamente. Arriviamo quasi a lambire la strada delle gallerie, l'uscita della 21a è vicina, ma noi continuiamo sulla dorsale chiamata La Bella Laita (1a cima): la progressione è splendida e, già in vista di Cima Cuaro, un mare di pini mughi è intorno a noi. Arriviamo a Cima Cuaro (1939 m., 2 a cima): è la cima più alta, di questo settore del Pasubio, che si vede da Posina. La vista del paese ci ha accompagnati per molto tempo, ma ora noi proseguiamo in direzione Ovest, lasciando la Val Posina alle spalle e salendo sulla Cima Forni Alti (2023 m., 3a cima) con la sua croce in ferro caratteristica; poi continuiamo, già in vista della Zona Sacra e sommitale del Pasubio, per il passo di Fontana d'Oro fino al Cimon del Soglio Rosso (2040 m., 4a cima); poi sulla Cima dell'Osservatorio (2027 m., 5a cima), caratteristica per la presenza di tubicini-cannocchiali direzionati sulle cime dei monti circostanti; ed infine scendiamo al rifugio Papa, concludendo la lunga via. Il percorso è certamente lungo, almeno sei-sette ore di cammino. È necessaria l'imbragatura, la corda e tutto il resto che necessita per una salita sicura. Una buona parte del primo tratto della via ferrata, fino alla Cima Cuaro, è visibile da Posina. L'anno scorso andai giù al campo sportivo, posizionando il mio cannocchiale su un tavolo. È facile vedere persone che camminano sul Pasubio e dopo una breve ricerca vidi un gruppetto di escursionisti che stavano per arrivare alla scala, alla base della guglia del Bovolo.
Era l'occasione che aspettavo per capire con più precisione lo sviluppo del percorso. Li seguii per diverso tempo, fino alla Cima Cuaro, osservando molto bene lo svolgersi del sentiero. Una bella emozione anche questa, specialmente il vederli salire per la dorsale della Bella Laita, con le loro figure stagliate contro il cielo azzurro. Ricordo la mia prima salita, nell'Agosto del 1979. Partimmo io e Alvise Basso (Basso di cognome, ma alto di statura...!) al mattino presto, con un po' di pioggia. Il tempo di salire in auto al Colle Xomo che già la pioggia era terminata, ma al suo posto si era presentato un vento impetuoso. Il bosco rumoreggiava paurosamente e noi, lasciata l'auto a Campiglia, salivamo per il primo tratto del bosco, un po' timorosi, ma decisi. La giornata si aprì in modo splendido: la temperatura era calata notevolmente e sul sentiero attrezzato potevamo ancora scorgere i pezzi di grandine che non volevano sciogliersi. La progressione a volte era difficoltosa perché il vento era molto forte. I nostri moschettoni si agganciavano alla fune metallica e noi continuavamo a salire imperterriti. Alvise, esperto di montagna, non era ancora salito per questa nuova via ferrata e nemmeno io naturalmente. La voglia di arrivare alla fine del percorso, al rifugio, era molta. Arrivammo al rifugio Papa abbastanza sconvolti perché il forte vento non ci aveva dato tregua, ma ciò che vidi in quella giornata non potrò mai dimenticarlo. La visibilità era perfetta e il nostro sguar-
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do poteva spaziare a perdita d'occhio. Un cielo azzurro, un sole splendente, un vento incredibile, una giornata indimenticabile. Era stata una di quelle giornate veramente belle per salire in montagna. Alcune volte ho percorso completamente questo sentiero. Molte altre volte ne ho percorso alcuni tratti. La vicina strada delle gallerie rende comoda, in alcuni punti, l'uscita dal sentiero per tornare giù. Le emozioni che si provano sono sempre le stesse ma ogni volta sono sempre
nuove; il ritorno per la strada delle gallerie conclude felicemente il nostro giro. Vedere Posina da lassù è sempre bello: fermarsi un momento ed ammirare questi ampi spazi intorno a noi, le creste dei monti, le contrade, tutti i luoghi a noi così familiari e cari... La voglia di tornare lassù c'è sempre. Ed è sempre presente il desiderio di camminare sui sentieri di questa poderosa montagna che sovrasta, con tutta la sua imponenza, il nostro paese. Giugno 2002 Roberto Salerno
"El sojo dei spusi" Curiose ed interessanti storie della nostra bella vallata a volte nascono da chi prima di noi è vissuto ed ha potuto raccontarle e trasmetterle alle nuove generazioni, storie vere o fantastiche, l'importante è che siano narrate con un entusiasmo e con uno stimolo positivo per poter apprezzare e far conoscere la nostra valle ricca di avvenimenti. Romantica può essere definita per esempio la storia raccontatami dalle persone più a n z i a n e del posto r i g u a r d o alla Galleria degli Sposi o "Sojo dei spusi". A monte di Contrà Ressi, a lambire i fianchi del Boal della Perlona, esiste un interessante luogo dai contorni contrastanti. I resti di una solida galleria di guerra con annessa una trincea italiana rievocano i fatti della Prima Guerra Mondiale. Fallita la Spedizione Punitiva Austriaca (Strafexpedition) il luogo viene conquistato dagli italiani, fortificato, e dotato di comode e direi funzionanti ferritoie, che
offrivano un'attenta visione su una vasta area del fronte. Conclusosi il conflitto a testimonianza di quei fatti, oggi rimangono le strutture ben solide ancora visitabili. Ma la storia che mi è stata raccontata e che brevemente qui vorrei descrivere, ha un sapore tutt'altro che bellico. Finita la guerra tornarono a Posina i primi profughi giunti da molti paesi sparsi nel vicentino, sfollati che in fretta e furia dovettero nel Maggio del 1916 sgomberare le loro abitazioni, il loro paese natale, per l'avanzare nel territorio delle truppe austroungariche. Si ricomincia a costruire, lentamente le case, le strade fortemente danneggiate, si bonificano i campi e i prati per avviare una già esistente agricoltura. Nel frattempo la vita continua e sebbene sommersi da problemi di vario genere, si trova il tempo anche per sposarsi. A nulla valsero i suggerimenti o i consigli
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dei propri genitori per rinviare di un po' le nozze dei due giovani originari del posto, componenti di famiglie numerose. Sono proprio loro i protagonisti di questo racconto. Senza un tetto dove dormire, consapevoli del delicato momento, decisero di sposarsi e come abitazione provvisoria, forse solo per d o r m i r e , a l l o g g i a r o n o nella sopracitata galleria. Sicuramente la resero comoda, abbastanza sicura, visto che sono ancora visibili le tracce dove installarono per esempio una
porta e degli infissi. Dalla ferritoia il panorama che li circondava era assicurato e da teneri innamorati forse non avranno nemmeno patito il freddo. Non è dato di sapere quali fossero i loro nomi o se fossero stati costretti a sposarsi, ma questo non c'entra. Si sa che erano sicuramente del posto. Oggi per raggiungere la galleria degli sposi o il "Sojo" come molti lo chiamano, esistono due comodi sentieri; il luogo è circondato da un bosco misto di faggi e c a r p i n i dove sul f i n i r e d e l l ' i n v e r n o allo sciogliersi della neve, nei posti più esposti al sole, il bucaneve è presente ovunque assieme al più tardivo c i c l a m i n o , emblema di amore per i due coraggiosi i n n a m o r a t i , p r o t a g o n i s t i di questa storia. Roberto Lorenzato
foto: R. Lorenzato L'ingresso della galleria, presso "el sojo dei spusi"
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INTERNET: la Rete Globale Credo che sia la prima volta che si scrive qualcosa riguardo ad Internet, sulle pagine del nostro bollettino parrocchiale. Internet è una realtà che non si può eludere: non si può far finta che non esista. Internet è un mondo parallelo al nostro; un mondo fatto di bit. Sì, lo possiamo definire anche un mondo virtuale, ma ormai, con la sua presenza, permea la nostra realtà quotidiana. Chi non ha mai sentito parlare di Web, di Rete g l o b a l e , di i n d i r i z z i Internet, di Email? Internet è un mezzo eccezionale per ottenere e scambiare informazioni di qualsiasi genere ed in tempo reale. Questa Rete globale permette alle persone di relazionarsi in un modo diverso: è un nuovo mezzo di comunicazione, è la scoperta di un nuovo mondo. O g g i g i o r n o con un computer si possono fare molte cose: il collegamento alla Rete Internet è una di queste. Una volta ho definito il primo ingresso in Internet "un salto nel buio". Un'affermazione "forte" che però dà l'idea della prima situazione. Il primo ingresso in Internet è emozionante, ma non si sa bene cosa ci aspetta dall'altra parte e dove si può andare a finire. Solo con il tempo, con la pratica o meglio, con l'assistenza di qualcuno che sa già "navigare" con dimestichezza all'interno dei siti, si r a c c o g l i e la necessaria e s p e r i e n z a per imparare a muoversi da soli. Internet è lo specchio della nostra realtà quotidiana, quindi si trova di tutto: il bello e il brutto, come in tutte le cose della vita. A n c h e la Chiesa Cattolica ha preso una posizione ben precisa riguardo a questo mondo. Infatti si parla di migliaia di siti cattolici presenti in Rete. Certamente i siti a carattere educativo e
culturale sono molti e molti sono quei siti che invece sarebbe meglio che non esistessero, per svariati motivi... Ma v e d i a m o q u a l c h e lato p o s i t i v o . Per esempio si può avere accesso a qualsiasi genere di informazione. Internet è u n ' i m mensa enciclopedia e si trova tutto, veramente tutto. Usando i cosiddetti M o t o r i di Ricerca si possono trovare tutte le informazioni che ci interessano. Avete bisogno di visionare qualche verso della Divina Commedia? N i e n t e di p i ù f a c i l e , basterà d i g i t a r e w w w . m e d i a s o f t . i t / d a n t e per c o n s u l t a r e qualsiasi Canto del poema, con figure e commenti al seguito. Volete trovare un sito dedicato agli scacchi veramente grandioso? Digitate http://scacchi.qnet.it: in pochi secondi avremo una completa enciclopedia sul gioco degli scacchi sullo schermo del nostro monitor. Un altro fatto caratteristico del W e b è lo scambio di informazioni per mezzo della posta e l e t t r o n i c a . Avete presente quegli indirizzi con chiocciolina @? Sono indirizzi E-mail dove si può scrivere. Con l'avvento di Internet le persone hanno ricominciato a scrivere! Certamente la classica lettera come noi la conosciamo si è evoluta ed ora si usa il computer, la tastiera e il mouse. Però il fatto che molte persone hanno riscoperto la scrittura come modo di relazionarsi e di conoscersi, è un fatto certamente positivo. L'E-mail è uno dei mezzi di comunicazione più veloci e meno costosi che esistono. Posso i n v i a r e uno scritto E-mail in Sud Africa, per esempio, in tempo reale ed al solo costo della connessione t e l e f o n i c a locale. La persona che riceve il mio scritto, lo può visionare i m m e d i a t a m e n t e , d o p o
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p o c h i s e c o n d i . M e r a v i g l i e della tecnica moderna! Uno dei punti forti di Internet è indubbiamente l'interagibilità del sistema. La persona non ha un ruolo passivo davanti allo s c h e r m o del m o n i t o r , come accade quando si guarda il televisore di casa. In Rete c'è uno scambio attivo e reciproco di informazioni: un esempio concreto di questo modo di relazionarsi è quello della chat. La chat c o n siste n e l l ' i n c o n tro virtuale di due o più persone che dialogano in Rete in tempo reale, usando il mouse e la tastiera. Non importa se una persona sia a Posina, un'altra in Australia e un'altra ancora negli Stati Uniti. Si possono trovare riuniti insieme a conversare in quel m o m e n t o , abbattendo tutte le barriere di distanza e di tempo. In chat, spesso, molte altre barriere vengono abbattute: la razza, le diversità culturali e religiose, ecc. Per quanto riguarda la lingua, occorre necessariamente trovare dei compromessi. Il problema non si presenta per chi chatta con una persona italiana. Chi v u o l e chattare con l'estero, invece, deve cercare di uniformarsi ad una lingua che, nella maggior parte dei casi è l'inglese. lo stesso ho chattato con persone sparse in tutto il mondo: le mie scarse ed insufficienti nozioni di inglese mi hanno permes-
so comunque di iniziare un dialogo ed ora le mie conoscenze sono migliorate notevolmente, tanto da poter sostenere anche una conversazione di un'ora (scrittura e lettura) in lingua inglese. E questo grazie ad Internet. In c h a t c o m u n q u e ci sono m o l t e altre c o s e ed è b e n e che i più g i o vani siano un po' seguiti dai genitori. Lo stesso discorso vale anche per Internet in generale: mai posizionare il c o m puter nella stanza del figlio. Il giovane d e v e essere seguito in relazione all'età ed alla pratica che ha di Internet. Pratica c h e , n e c e s s a r i a m e n t e , a n c h e il genitore deve apprendere ed è bene che, nella maggior parti dei casi, l'uso del computer sia condiviso. Per quanto riguardo l'uso ed il tempo di connessione in Rete, bisogna ricordarsi di una cosa: in Internet il t e m p o v o l a ! La connessione telefonica è comunque sempre conveniente, ma bisogna anche ricordarsi che ogni due mesi arriva la bolletta telefonica... A n d a n d o sul n o t o m o t o r e d i r i c e r c a w w w . g o o g l e . i t e d i g i t a n d o la parola Posina, si t r o v a n o svariate cose. Recentemente, grazie a questa ricerca, ho intercettato un'e-mail scritta da un francese ed indirizzata ad un forum di discussione.
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La persona si chiama Didier Beber, abita nella Francia occidentale e sta cercando di ricostruire il suo albero genealogico: vuole trovare le sue origini italiane. Pensate che i suoi bisnonni erano nativi di Posina; negli anni '20, presumibilmente i suoi nonni, sono emigrati in Francia. Tutti voi sapete quante persone della Val Posina sono emigrate all'estero in cerca di una vita migliore. Ho risposto subito a questa E-mail, invitando Didier a fornirmi tutte le indicazioni in suo possesso; poi vedrò se potrò aiutarlo nella ricerca. Sono certo che molte persone sparse in tutto il mondo hanno qualcosa in comune con Posina. Forse qualcuno ha sentito parlare di questo piccolo paesino posto tra le montagne del vicentino dai genitori, dai nonni, dai bisnonni in qualche caso.
E proprio per questo motivo e per queste mie convinzioni, che qualche mese fa ho creato una Comunità sul portale di M S N , un grande sito di origine americana che è presente in tutto il mondo ed in varie lingue. La Comunità è presente in http://communities.msn.it/Posinaelasuagente ed è aperta a tutte le persone che c o n d i v i d o n o il mio interesse per Posina. Il mio sogno è quello di trovare un po' di persone, in giro per il mondo, che hanno le loro origini in Posina o nella valle, così da trovare un l u o g o , seppur v i r t u a l e , dove potersi incontrare, conoscere, fare amicizia e scambiare le proprie esperienze. La Comunità, naturalmente, è a disposizione a n c h e di chi risiede nel c o m u n e di Posina. Colgo l'occasione per segnalare anche il seguente indirizzo www.vaiposina.it. Sembra che anche Posina abbia il proprio sito in Rete, anche se penso che pochi lo sappiano. Si tratta del portale www.vaionline.it il quale ha creato svariate pagine Web
n o m i n a n d o l e con i c o m u n i presenti in Italia; veramente un'ottima idea. Il c o m u n e di Posina p u ò inserire m o l t e notizie in questo sito. lo stesso mi sono registrato, inserendo uno scritto nel forum di discussione e firmando il guestbook del sito. Si può ottenere anche la propria casella di posta e l e t t r o n i c a p e r s o n a l i z z a t a c o n il nome del comune. Il mio indirizzo di posta è il seguente
[email protected]. Recentemente un altro portale è apparso in Internet, si tratta di w w w . c o m u n e . p o s i na.vi.it. Potete comprendere come Internet si ramif i c h i , spesso a nostra insaputa, in ogni luogo. Vi segnalo anche il mio sito, che si appoggia al grande portale di Wind. L ' i n d i r i z z o è il s e g u e n t e h t t p : / / s p a zioweb.inwind.it/salernoroberto con indirizzo E-mail
[email protected]. Internet è un luogo immenso e cresce in continuazione: non basterebbero le pagine di questo b o l l e t t i n o per descrivere solo alcune delle possibilità e delle potenzialità presenti nella Rete. E un luogo anche strano e misterioso, dove una nuova scoperta è ad ogni nostro passo. È necessario comunque cercare di capire e, per chi p u ò , vivere questa nuova realtà nata dal progresso t e c n o l o g i c o e d a l l e n u o v e s c o p e r t e d e l l ' e l e t t r o n i c a . È una realtà che non possiamo tenere lontana da noi stessi, p e r c h é o r m a i fa parte d e l l a nostra quotidianità e lo sarà sempre di più negli anni a venire. Invito c h i u n q u e sia interessato a questi argomenti, a scrivermi ad uno degli indirizzi di posta elettronica sopra indicati ed a visitare la Comunità della Val Posina presente in MSN. Grazie per l'attenzione e a presto. Maggio 2002
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Roberto Salerno
Le maschere E giunse carnevale sul finir di un freddo inverno in scuri viottoli nei pressi la contrada accanto alle stalle calde il confuso vociare di strane persone, paurosamente vestite, ed io bambino intimorito (accanto alla mamma) guardavo le maschere. R.L.
Tesori La luce di una candela mi fa compagnia. Mi ritornano in mente i miei ricordi. Ricordi di un bimbo che giocava a moscacieca. Di un ragazzo che suonava e scriveva per te. Ricordi di un uomo che chiedeva il suo primo Sì davanti all'altare. Sono ricordi, ricordi belli che rimangono dentro di noi. Come segreti tenuti nascosti come tesori i tesori della nostra vita. Eugenio Montalto