2006 Ottobre

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pro manuscripto

‘figlio’, sentirlo carne della loro carne, sangue del loro sangue. “Svuotare gli orfanotrofi”: un gesto di amore che riconosce ad ogni bambino il diritto di crescere in una famiglia in cui fare l’esperienza di essere figlio e percepire, attraverso l’amore dei genitori, la paternità di Dio. Quale fecondità più grande dell’adozione?

Maria Grazia e Loreto Mariani

2772%5(0(6( '(//(0,66,21, Domenica 22 Ottobre in tutte le Chiese del mondo si è celebrata la giornata mondiale delle missioni dal titolo: “DIO AMORE SORGENTE DELLE MISSIONI”. Questa ricorrenza è una delle occasioni che la Chiesa da a ogni cristiano per riflettere sul comandamento più importante che Gesù ci ha lascito: AMATEVI GLI UNI CON GLI ALTRI. (Gv. 15, 17). Tramite queste giornate si ricorda a tutti che ogni cristiano è chiamato ad essere missionario e testimone ed è un invito a cooperare con Dio per la salvezza di ciascuno e dell’intera umanità. “Se qualcuno vuole venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua”. (Lc. 9,23). Questo versetto spiega come tutti i testimoni di Dio conoscano le persecuzioni a causa sua: è un’eredità che Gesù ha lasciato ai suoi e che ciascuno deve accogliere e incarnare nella propria vita. Essere missionari, in-

fatti significa amare Dio con tutto se stessi sino a dare, se necessario, anche la vita per lui; tanti sono i sacerdoti, i religiosi/ e e laici che, anche in questi tempi, gli rendono suprema testimonianza di amore con il martirio. La Chiesa di inchina di fronte al sacrificio di ogni missionario e si stringe con la preghiera e l’amore fraterno ai credenti che soffrono. Oltre che con le preghiere la Chiesa si impegna anche economicamente e infatti tutte le offerte che sono state raccolte in questa giornata sono state devolute per le opere missionarie. GRUPPO DEL CATECHISMO DELLE SUPERIORI

Anno IX - Ottobre 2006 - n. 10

Bollettino Mensile della Parrocchia Cuore Immacolato di Maria - Silvi Marina

³786(,6$&(5'27( 3(56(035(´ Ogni mese, in questa modesta rubrica del nostro bollettino, cerco di presentarvi le storie di alcuni uomini innamorati di Dio, dal cui esempio tutti noi possiamo trarre consolazione e giovamento. Vi confesso che per me fare questo è davvero un grande piacere perché mi ha aiutato a capire come la chiamata alla santità sia universale e come Dio operi al di là dell’umana de-

bolezza. Qualche tempo fa, in una delle mie ricerche, la mia attenzione cadde sulla vicenda di un giovane seminarista, trucidato da una squadra di partigiani sul finire della seconda guerra mondiale. L’esperienza di Rolando Rivi, che a soli 14 anni preferì morire piuttosto che rinunciare ad indossare l’abito talare, segno distintivo della sua appartenenza a Cristo e alla Chiesa, mi è tornata in mente qualche giorno fa, in occasione dell’ordinazione sacerdotale di don Andrea; lo scorso 21 ottobre infatti, il diacono che per due anni ha servito nella nostra parrocchia, è stato ordinato presbitero. Alla celebrazione, presieduta da mons. Michele Seccia nella chiesa parrocchiale di Andrea a Piano della Lenta (Teramo), la nostra comunità ha partecipato numerosa. Con la preghiera e con il canto, in comunione con coloro che non hanno potuto essere presenti, abbiamo reso gloria a Dio per il

grande dono fatto alla Chiesa intera. Ogni ordinazione infatti, è una benedizione per tutto il popolo cristiano, che riconosce nel novello sacerdote un nuovo ministro per il rinnovo del sacrificio di Cristo. Come Giacomo e Giovanni, protagonisti dell’episodio evangelico annunciato durante la celebrazione, anche don Andrea ha scelto di vivere accanto a Gesù, di bere il suo stesso calice, di ricevere il suo stesso battesimo. Ma questo non deve diventare occasione di superbia; al contrario, Andrea dovrà farsi servo, “tutto a tutti”, come il Figlio di Dio che “non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”. L’esistenza terrena di Gesù, servo sofferente, “uomo dei dolori che ben conosce il patire”, deve essere per don Andrea il modello sul quale costruire la propria vita sacerdotale; è Lui il metro di misura, è a Lui che bisogna guardare per compiere perfettamente la volontà del Padre. Nel brano della Lettera agli Ebrei proclamato

nella liturgia, Gesù è presentato come l’unico, vero Sommo Sacerdote; Egli conosce e compatisce le nostre infermità, “essendo stato Lui stesso provato in ogni cosa, come noi, escluso il peccato”. Come ci ha ricordato il nostro vescovo, il sacerdozio non è quindi un privilegio di cui vantarsi, ma un compito di grande responsabilità, al quale bisogna attendere con umiltà e fiducia, nella piena obbedienza alla volontà del Padre. Sicuramente, i passi biblici che hanno segnato il lungo percorso di formazione di don Andrea sono stati tanti; ma questa Parola in particolare deve diventare per lui “viatico nella vita sacerdotale”, modello d’amore e di servizio al quale tendere costantemente. Accompagniamo allora don Andrea in questa nuova avventura con il sostegno della preghiera e con l’augurio di non “togliere” mai, come il giovane Rolando Rivi, l’abito talare.

Enrica Mariani

E’ Gesu’ che venendo sulla terra, facendosi uomo e morendo in croce, ha ricomposto nella Redenzione questo rapporto che rientra nel disegno originario, come anche Don Vinicio ci diceva nellas catechesi del nove ottobre. I due (uomo e donna) sono nuovamente chiamati all’amore reciproco, ad essere dono l’uno per l’altro, sul modello dell’amore che intercorre fra le tre divine Persone. Nel loro essere una carne sola è iscritto l’atto da cui viene suscitata la vita che diventa anch’esso un atto sacro. Come lo è la vita umana, che è sacra perché viene da Dio ed è destinata al Paradiso. L’Amore che viene dall’alto è Dio stesso, Gesù stesso. Egli, attirato dal nostro amore, viene a stabilirsi in mezzo a noi, nella nostra casa. La Sua divina Presenza illumina, fa ‘vedere’, fa ‘capire’. Sorregge. Dà energie spirituali, apre alla generosità. Dà forza per andare contro-corrente. Aiuta a compiere delle scelte, pur dolorose a volte, che danno gioia: quella che il mondo non conosce. Apre la coppia agli altri, dando una dimensione universale alla sua IHFRQGLWj  /D 6XD SUHVHQ]D  ID

VFRPSDULUHRJQLVHQVRGLLQFDSDFLWj GLLQDGHJXDWH]]D 4XDQGRSRLQRQH¶SL~il tempo della fertilità biologica, non è certo finito quello della fecondità. Ogni genitore sa che il figlio non si genera una volta sola: l’educazione, e via via la vicinanza, l’accompagnamento, le prove, il distacco dal figlio, continuano la nostra fecondità maturandola in maternità e paternità spirituali, sia nei confronti del figlio stesso, sia nei confronti dell’umanità che incontriamo. Dare Dio al mondo è il dono dell’amore coniugale, che rende feconde anche le coppie impossibilitate a generare figli nella carne. Fra le molteplici forme di fecondità di cui si è detto, ultima, ma non certamente per importanza, è l’adozione. Quanti decidono di accogliere una vita che ha conosciuto il trauma dell’abbandono, a pieno titolo possono pronunciare la parola

)$0,/<32,17 3HU³IDUFUHVFHUH´OD IDPLJOLD Famiglia e fecondità – dall’amore ricevuto all’amore donato Risalendo ancora verso la “sorgente della fecondità” che è Dio, concludiamo il tema su “vocazione della famiglia alla fecondità”, mettendo in luce anche altre sue manifestazioni.

(segue articolo di Settembre) Nel creare, Dio ha impresso in ciascuno

dei due della coppia, caratteri diversi e complementari per renderli capaci di donarsi l’uno all’altro, fino a diventare una cosa sola. Dopo aver loro chiesto di essere fecondi ed aver dato loro il mandato di dominare la terra, Egli li ha collocati nel Suo giardino: Adamo ed Eva, passeggiando nell’Eden, arrivano a sentirne la voce, i passi, a rallegrarsi della Sua presenza fra loro. Ma il peccato originale ha bloccato questo disegno. Interrotto il rapporto con Dio, si infrange anche il rapporto uomo-donna impresso nel cuore di ogni uomo, di ogni donna come bisogno profondo di amare e di essere amato. Non appena fuori dal paradiso terreste, i nostri progenitori si accorgono di essere nudi: un primo evidente segno che il loro rapporto non è più quello di prima. La nudità, appunto, in questo senso è proprio segno della povertà, dell’incapacità di amare. Occorreva che la frattura uomo-Dio venisse ricomposta, occorreva Qualcuno capace di ricomporre questo e ogni altro rapporto: tra uomodonna, tra genitori-figli, tra uomo e creato, tra generazioni, tra popoli...

&+,6212*/,$1*(/," Dice il Signore Iddio: "Ecco io manderò il mio angelo che ti precederà e ti custodirà lungo la via...Rispettalo e ascolta la sua voce, sarò vicino ai tuoi nemici e colpirò che ti colpirà" (Es.23,20-22) Su queste parole della Sacra Scrittura la Tradizione della Chiesa ha composto la preghiera all’angelo custode: "Angelo di Dio, che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi, governa me che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen". Etimologicamente "angelo" deriva dal greco "angelos" che significa "messaggero". Il loro primo compito è quello di essere messaggeri di Dio, di tenere cioè i rapporti tra l' invisibile e il visibile, tra il mistero di Dio infinito e la nostra realtà fisica. Sono creature spirituali. Sono quindi simili allo spirito dell' uomo. Come l' uomo, hanno intelligenza e volontà, ma liberi dalle limitazioni imposte dalla materia. Sono una concentrazione assoluta di intelligenza, di volontà, di energia spirituale. Come l' uomo, ogni angelo ha una sua personalità distinta. Non esiste un angelo uguale ad un altro. Ognuno è un universo a se. Quando gli angeli si manifestano agli uomini, assumono sembianze umane bellissime e luminosissime. Ma queste sembianze potrebbero essere solo un simbolo per farci conoscere la loro perfezione. Ma quanti sono gli angeli? La bibbia parla di "miliardi". Essendo così numerosi non è possibile conoscere i nomi di tutti. Anche se molti sono a noi noti quelli che più ricordiamo sono : Michele, Gabriele, Raffaele. Ma certamente ogni angelo ha un suo nome

specifico e noi lo conosceremo quando saremo nell' aldilà. Una cosa è certa: gli angeli sono presenti dal primo all' ultimo libro della Bibbia. Sono nominati in più di 300 versetti. Si presentano sotto diversi nomi, stanno dinanzi al trono di Dio, ora soli ora a schiere se non addirittura a miriadi. San Gregorio Magno af f er ma: " L'esist enza degli angeli è attestata da tutte le pagine della Sacra Scrittura". Per nessun credente essi possono avere l' importanza di una fiaba che si racconta sorridendo ai bambini. Chi prende sul serio la Bibbia deve prendere sul serio anche gli angeli.

/ $QJHOR&XVWRGH L’angelo custode, questo nostro amico che non vediamo, ha, della nostra vita, una responsabilità che non possiamo immaginare. E'l' angelo custode che ha l' incarico di presentare a Dio i nostri atti di adorazione, i nostri propositi e i nostri desideri buoni. Egli vigila attentamente sulla nostra persona e, come inviato dal Cielo, fa presenti, attraverso le buone ispirazioni, i desideri di Dio a nostro riguardo. Egli vede sempre il volto di Dio dal cui trono non si distoglie mai, pur essendo a servizio dell' uomo, poiché l' amore che lo divora e l' obbedienza che pratica sono inseparabili. Anche dopo questa vita sarà il nostro angelo custode che, rice-

vendoci alle porte del Purgatorio, ci introdurrà nella Patria beata. Amiamo, invochiamo, rispettiamo il nostro angelo. Rispettiamolo comportandoci sempre davanti a lui come davanti ad un personaggio che ha l' incarico di riferire al Re quello che noi facciamo. Quando ci sentiamo tristi, invochiamolo, perché porti in noi un raggio di luce, una favilla di gioia purissima di cui gli angeli sono portatori. Il nostro ricorso non sarà mai vano. Gli amici veri vengono considerati dallo Spirito Santo come un vero tesoro, nel mondo sono pochi i veri amici. Il più delle volte essi tradiscono e nel bisogno si allontanano. Ma il nostro angelo è il secondo vero amico (prima troviamo Gesù), che prende parte viva alle nostre gioie e ai nostri dolori e, mentre svolge la sua azione per impedire tutto ciò che ci danneggia nel corpo e nello spirito, ci aiuta a conquistare tutto ciò che è bene per noi. Non dimentichiamo perciò colui che è alla nostra destra come nostro attendente. Non risparmiamogli la fiducia, diamogli gli incarichi più delicati e più importanti. Preghiamolo e ringraziamolo per i servizi che gratuitamente ci presta. Insegniamo ai nostri bambini a pregare il loro buon angelo e raccomandiamo alla loro protezione la Chiesa, il Sommo Pontefice, tutte le famiglie e le istituzioni. Egli é sempre, giorno e notte, vicino a te. Ma durante la giornata, con tutto lo slancio del

doveva dare al suo compagno di viaggio, per ricompensarlo di tutti i servigi prestati. Dobbi am o r i v o l g er ci anche noi la stessa domanda nei riguardi del nostro angelo custode. Infatti per mezzo suo, noi siamo colmati di ogni bene.... E'nostro dovere ringraziarlo sovente. Si dice "grazie" a chi ci fa un piccolo favore. Come non dire "grazie" all' amico fedele dell' anima nostra, all' angelo tutelare? Bisogna rivolgere il pensiero con frequenza al proprio custode e non trattarlo come un estraneo: gli si rivolga una invocazione mattina e sera! L' angelo custode non parla all' orecchio materialmente, ma fa sentire la sua voce internamente, nel cuore e nella mente. Tanti buoni pensieri e sentimenti crediamo che siano frutto nostro, mentre è proprio l' angelo che lavora nel nostro spirito. -Ascoltate la sua voce!- dice il Signore. Dobbiamo perciò corrispondere alle buone ispirazioni che il nostro angioletto ci dona. -Rispetta il tuo

angelo- dice Iddio- e non disprezzarlo-. e' dovere quindi di rispettarlo, comportandosi dignitosamente alla sua presenza. Colui che pecca, essendo in quel momento davanti all' angelo, offende la sua presenza e in qualche modo lo disprezza. Commetteresti tu un' azione cattiva davanti ai tuoi genitori?...Terresti un discorso scandaloso davanti agli amici più cari??...Certamente no!...E come hai il coraggio di commettere cattive azioni alla presenza del tuo angelo custode?.. Lo costringi, per così dire, a velarsi il volto per non vederti peccare!... e' bene ricordarsi dell' angelo custode il più sovente possibile.Dobbiamo avere fiducia in lui: nella sua scienza, nella sua sapienza, nella sua bontà, nel suo credito presso Dio. Pertanto rimanercene in pace senza mai turbarci, qualunque cosa possa capitarci, sapendo che l' angelo è li per "custodirci", e che possiamo contare sul suo soccorso. Non siamo mai soli: c' è con noi sempre il celeste guardiano. 3UHJKLHUDDOO¶$QJHOR Angelo santo stammi vicino, dammi la mano sono piccino. Se tu mi guidi col tuo sorriso andremo insieme in paradiso. Amen.

Pino Guaglianone

ne. Certi contrattempi, per noi anche gravi, non sono che causati dall’angelo custode per non lasciarci inoltrare su una via che sarebbe stata nociva per noi. 6HUYLUVLGHOO $QJHOR L’angelo custode ha cura della persona affidatagli dal Signore; si mette a sua disposizione quando l’anima è in grazia di Dio e lo invoca di cuore. l' angelo è contento quando può rendere servizi particolari; dunque lo si faccia operare. E come? Noi siamo al lavoro; non possiamo recarci in Chiesa per fare una visita a Gesù Sacramentato. Diciamo al nostro custode: "Angioletto mio, va a fare una visitina a Gesù per me! Lodalo e ringrazialo a nome mio! Offri tu a Dio il mio cuore!". In un attimo l' angelo accoglie l' ambasciata ed eccolo davanti al Ta-

bernacolo. L' anima avverte qualcosa di misterioso internamente, cioè una dolce pace, Dobbiamo fare un viaggio; potranno capitare pericoli per l' anima e per il corpo. Diciamo: "Angioletto mio, mettimi sotto la tua protezione ed accompagnami durante il viaggio". C' è un parente lontano di cui non si hanno notizie, si sta in ansia. Si dia l' incarico al nostro angelo custode:" Angelo di Dio, ricorda a quel mio parente di mandarmi qualche notizia". Se questo è conforme ai voleri del Signore, l' angelo custode è in grado di suscitare nella mente della persona lontana il pensiero di dare notizie ai suoi parenti. Questi due esempi non sono e non devono essere per noi un pretesto per non avvicinarci personalmente a Nostro Signore, ma vi ricorriamo solo nei momenti in cui siamo veramente occupati. Questo è solo l ' i n i zio......qualsiasi cosa noi chiediamo l' angelo verrà in nostro soccorso Dopo il suo felice ritorno, il giovane Tobia, domandò al padre quale r i com p en sa

cuore, rivolgigli frequentemente un pensiero di affetto e di riconoscenza. Il Martedì, poi giorno consacrato a Lui, ascolta la Santa Messa, accostati alla Mensa Eucaristica e compi qualunque altra opera buona in suo onore, chiudendo infine la giornata con la recita della bella, efficace e consolante Corona Angelica che é un inno ai Nove Cori degli Angeli. Né trascurerai, durante l' anno, di onorare ancora i Santi Angeli nei loro rispettivi giorni di festa: 29 settembre SS. Michele, Gabriele e Raffaele. Non c' è bisogno di essere Santi per accorgerci che siamo "tutti" protetti dagli angeli, sopratutto dal nostro angelo custode. Se soltanto ci fermassimo un momento in ascolto, sentiremmo la sua presenza....lieve come un sussurro. Ascoltiamolo. Gli angeli custodi sono angeli incaricati della custodia degli uomini; è una verità che risulta da numerosi passi della Scrittura e dalla costante tradizione, tanto che la Chiesa

ne celebra la festa i 2 ottobre. Il trovare un vero amico che ci aiuti e sia tutto dedicato a noi con amore, con costanza e con disinteresse, è cosa ben difficile. Non è così dell' angelo custode, un vero amico sicuro, fedele, unico nel suo genere che ci accompagna per comando divino, con amore e senza apparire. Per comando divino- Se abbiamo un angelo vicino per assisterci non è per condiscendenza sua o nostra volontà, ma per decreto di Dio. Nei Salmi è scritto:" Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi. Sulle loro mani ti porteranno perchè non inciampi nella pietra il tuo piede (Salmo 91,11). Oh quanto dobbiamo ringraziare il buon Dio per questo comando!!! Questa sua disposizione garantisce la presenza dell' angelo custode, vicino ad ognuno di noi indipendentemente dalla nostra santità, l' abbiamo sempre, dalla nascita alla morte. L' assistenza è perfetta perchè l' angelo è creatura perfetta che ubbidisce a Dio senza debolezze, ritardi, infedeltà. Con amore-Gli angeli custodi ci vogliono bene: 1)per rispetto a Dio perchè, amando Dio, amano quelli che a lui appartengono; 2) per rispetto a noi perchè siamo loro fratelli; 3) perchè noi siamo infelici e sofferenti e quindi degni di aiuto. La

custodia degli angeli è tutta amorosa e fatta con gioia, con fervore, con soavità. Senza apparire- Anche se molte volte nella Sacra Scrittura e nelle vite dei santi leggiamo di apparizioni di angeli, ordinariamente però gli angeli operano invisibilmente, sia perchè tale è la loro natura spirituale, sia perchè la loro manifestazione non è necessaria,sia infine, per dare a noi una grande lezione di umiltà e disinteresse operando di nascosto per amor di Dio. L' angelo custode ci illumina: perchè la nostra mente è nata nell' ignoranza ed ottenebrata dal peccato originale, quindi soggetta a molti errori. Perchè il demonio non dorme, ma è sempre attorno a noi per tentarci al male. Come si

vede, l' opera dell' angelo custode di illuminarci non potrebbe essere più utile, né più provvidenziale. Riconosciamo dunque il dono prezioso che ci fa Dio dandoci l' angelo custode, maestro infallibile ed illuminato e restiamo prudenti e vigilanti sotto la sua guida, prudenti per udire solo la sua voce, vigilanti per invocarlo sovente. L' angelo custode ci illumina su tutto quello che può essere di gloria a Dio e di bene delle anime nostre. Invochiamolo e potremo essere illuminati sulla fede, sulle virtù, sui pericoli ed inganni del demonio e su qualunque altra notizia che sia utile a noi. Se con tanto maestro il mondo è così poco illuminato è perchè il mondo né pensa, ne stima, né invoca l' angelo custode. Sebbene molte volte l 'angel o abbi a par l at o con voce sensibile, di regola insegna con dolci inviti, taciti stimoli che sono altrettante voci del cuore. Egli risveglia nella sopita memoria le alte cose di Dio e ne fa conoscere l' importanza. La voce dell' angelo non è voce umana e sonora che tutti possono udire, ma voce angelica, cioè soprannaturale e quindi è necessaria una grazia speciale per udirla. Tutti se vogliamo possiamo averla questa

grazia, ma bisogna meritarla con la nostra corrispondenza e preghiera. / $QJHOR FXVWRGH UHJJH H JRYHUQD Il pellegrino che viaggia in luoghi pericolosi e sconosciuti, non solo deve essere illuminato sulla retta via da scegliere, ma è importante che sia custodito dai nemici della strada, sia sorretto se per la stanchezza viene meno e finalmente sia governato sul suo modo di viaggiare se è persona imprudente od inesperta. Questo pellegrino che ha bisogno di essere custodito, sorretto e governato siamo noi e a tutto pensa il nostro angelo custode. Il suo ufficio è quello di: custodirci, sorreggerci, governarci. Custodirci- Che il demonio cerchi sempre e in tutti i modi di farci del male ce lo dice chiaramente l' apostolo Pietro:"Fratelli, siate sobrii e vigilate perchè il demonio, vostro avversario, come leone feroce, gira sempre attorno voi, cercando di divorarvi". Invochiamo l' aiuto dell' angelo custode che ci custodisca, specialmente per non cadere nel peccato mortale, perchè questo sarebbe il massimo

dei mali che può farci il demonio. Reggerci- Si dice: reggere una persona quando la si sostiene, se questa per debolezza di gambe non può star su e non può continuare il suo cammino.Questo è appunto quello che fa spiritualmente l' angelo custode affinchè perseveriamo nel bene. Quando i demonio non può farci cadere nel male, tenta almeno di impedirci di fare il bene o continuare nei nostri buoni propositi dandoci una stanchezza spirituale o paure sconfortanti affinchè noi restiamo scoraggiati, avviliti, accasciati dalla malinconia e quindi ci arrestiamo nel bene. Ecco dunque l' opera provvidenziale dell' angelo custode di "reggere", cioè sostenere chi sta per cadere, infondendo coraggio, pazienza nella contraddizioni, fiducia nella Provvidenza di Dio. Specialmente in punto di morte, quando ai mali del corpo si aggiungono le pene dello spirito, l' angelo custode usa tutta la sua carità per essere di conforto e consolazione per l' anima angustiata. Governarci- In noi abbiamo un cuore che facilmente si affeziona e desidera quello che non è bene. Abbiamo cinque sensi che, se non governati e mortificati, facilmente rovinano quella grazia di Dio che Gesù Cristo ci acquistò con tanta fatica e dolori. Che cosa fa l' angelo custode? Egli è destinato a governare questo nostro cuore, perchè ami solo quello che è verament e amabile,governa i nostri sensi perchè non abbiano a ricevere danni da tanti scandali che sono nel mondo.Può accadere che le sue buone ispirazioni non siano ascoltate e allora ci governa con la correzio-

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