gnati dal canto flebile di lui. Ad un tratto tacque, facendo segno anche agli altri di smettere, e in un soffio disse: “Tacete, non udite forse le laudi che cantano in cielo?”, poi dolcemente spirò. A noi, in questo Natale, l’ impegno di essere, come Servolo, specchio dell’ umiltà, della povertà e della mitezza di un Dio che si incarna per amore. Pr e g h i a m o allora, perché mai ci succeda che il Signore ci trovi pieni di noi stessi e delle nostre preoccupazioni; perché mai, per distrazione o indifferenza, ci accada di perdere questo dono incalcolabile di misericordia e di salvezza. Buon Natale a tutti!!!
),1$/0(17($75, Lo scorso 27 novembre, il gruppo di Atri ha ufficialmente dato inizio all’attività con l’inaugurazione della sede. Il Silvi 1 ha partecipato all’evento come “padrino d’eccezione”; da un anno a questa parte, infatti, alcuni capi e ragazzi hanno preso parte a diversi momenti dei nostri campi. Il ritrovo era previsto per le 9.00 in piazza dove abbiamo ricevuto un compito: noi Reparto di Silvi avremmo dovuto ricercare i nostri coetanei ariani sparsi per la città mediante l’uso di mappe e foto. Una volta portata a termine la “missione” abbiamo giocato un po’ sul sagrato della Cattedrale per”rompere il ghiaccio” e fare amicizia. Verso le 11.00 ci siamo diretti verso la Chiesa di S.Francesco per partecipate alla S.Messa. Subito dopo ci siamo incamminati verso la nuova sede del gruppo di Atri per farla benedire e, dopo esserci scambiati i vari lavoretti, abbiamo mangiato insieme. La sede è intitolata a Giorgio Marcone, scout atriano morto anni fa in un incidente di ritorno da un’attività. Dopo una lunga pausa pranzo i ragazzi hanno costruito il sentiero dove, da quel giorno, segneranno i loro progressi durante il cammino al Reparto.
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Il Noviziat o “ Zi w a t a n e o ” del Gr uppo Scout Silvi 1 è lieto di presentare il film “Canto di Natale” liberamente tratto dal racconto di Charles Dickens e r eint er pr et at o da loro stessi. La proiezione si terrà Sabato 7 Gennaio alle ore 20,30 presso il Salone Par r occh i al e. Seguirà un rinfresco e una tombolata con ricchi premi. Il tutto si svolgerà in perfetto stile scout, e allora… cosa aspettate? Appuntatevi subito questa data sul calendario e… 121 0$1&$7( Bisonte sorridente
pro manuscripto
Anno VIII - Dicembre 2005 - n. 12
Bollettino Mensile della Parrocchia Cuore Immacolato di Maria - Silvi Marina
$55,9('(5&, &$529(6&292 Ormai prossimi a festeggiare la nascita del Signore Gesù sulla terra, ci pare bello ricordare e salutare il nostro Vescovo Vincenzo, nato al Cielo lo scorso primo dicembre. E’ bello poter pensare che il lieto annunzio per cui ha speso la sua vita terrena, si è compiuto per lui in pienezza. Che ora vive nella realtà, quello che ci ha insegnato a vivere nella speranza e nella fede. Nel giorno in cui abbiamo celebrato le esequie di Monsignor Vincenzo D’Addario abbiamo rivissuto la stessa scena di quando, appena tre anni fa, l’avevamo accolto nella nostra diocesi. Festa, gioia, calore che esprimevano al pastore tutte le aspirazioni e i desideri di un popolo che chiede di essere guidato verso il Signore. La stessa festa, la stessa gioia piena di gratitudine lo hanno salutato perché non ha disatteso questo compito! Un segno eloquente, lo stesso calore intorno a un feretro!!! Un’altra testimonianza che ci ha reso
Monsignor D’Addario ….”chi vive in me anche se muore vivrà”! E se può rattristarci il distacco umano, il non avere più tra noi fisicamente sempre presente come ogni volta che lo s’invitava, il nostro caro Vescovo, sicuramente non si può dire che abbia lasciato un vuoto…anzi! Anche la sua morte è piena di significato.
Don Vincenzo lasciando la vita terrena con il breviario in mano, ci ha detto ancora una volta che l’essenziale è l’ intima comunione con Dio. E ancora, che pur avendo l’onore di poter lavorare con zelo nella vigna del Signore siamo servi inutili; trascesi, superati, oltrepassati dai Suoi piani benevoli e talvolta imprevedibili. Con la sua ultima preghiera, prima di una giornata che era carica d’impegni e di appuntamenti ci ha detto che credeva fermamente che ogni attività, pensiero, aspirazione umana deve partire e svolgersi nella suprema e amorevole volontà di Dio. Ci ha detto, vivendolo, che l’azione parte dalla contemplazione. Ce lo ha detto con autorevolezza invitandoci
alla celebrazione dei sacramenti senza distrazioni, senza inutili orpelli: la sobrietà, il raccoglimento, la responsabilità che gli promettiamo sicuramente di conservare nella nostra comunità. Nella nostra parrocchia, la più lontana geograficamente dalla residenza del Vescovo, per chi non avendo un’appartenenza associativa, o impegni diocesani avrebbe avuto difficoltà a sentire vicino il Vescovo ci ha sempre preceduto la sua sollecitudine pastorale. Lo abbiamo avuto tra noi due anni fa, per la festa della Famiglia un’intera giornata, celebrando l’Eucaristia con noi, rispondendo alle nostra domande e facendo festa. Ha accompagnato proprio il giorno prima di lasciarci, i nostri giovani dal Papa ed essi sono rimasti edificati nel vederlo passare semplicemente dal presiedere una solenne concelebrazione al mangiare con loro il panino seduto su delle scalette. In questi tre anni ha raggiunto ogni anima ad egli affidata con le sue lettere pastorali della quaresima, incontrandoci annualmente ai convegni diocesani. I nostri seminaristi e giovani sacerdoti hanno avuto la gioia di passare con lui ogni anno una settimana di vacanza e preghiera. Non possiamo certo dire che si sia risparmiato, che si sia negato! Continuare a vivere il nostro incontro con Monsignor Vincenzo D’Addario è continuare a ringraziare Dio del dono fattoci, proprio con le parole di Gesù “ Si o Padre perché così è piaciuto a te”; Ti è piaciuto farlo lavorare con noi e per noi e concedergli ora il meritato riposo. Pieni di speranza e di letizia cristiana ti diciamo arrivederci Padre Vincenzo!!!
,/1$7$/( ',6(592/2 Anche quest’ anno, come in ogni tempo di Avvento, la Chiesa invita noi, suoi fedeli, a vivere in pienezza i giorni che ci immettono nella solennità delle feste natalizie. Attendiamo la manifestazione di Gesù nostro Redentore, con l’ animo desto e pronto, attenti alla voce della Parola, assidui nella preghiera e vigilanti, perché il dono della Sua venuta tra gli uomini non venga sprecato, ma trovi cuori fedeli che lo accolgano amorevolmente. Purtroppo, realizzare i santi propositi che lo Spirito suscita in noi, non si rivela sempre cosa facile: l’ indifferenza, il lassismo e la negligenza sono costantemente in agguato, pronti ad attanagliare il nostro cuore e a distoglierlo da ciò che conta realmente. In
questo periodo, le distrazioni e le ansie che affollano la nostra mente sono innumerevoli: i regali, gli addobbi per la casa, gli ingredienti per il pranzo, la televisione che continua a mandare in onda i sondaggi più disparati... Tutto sembra volerci sviare dall’ essenziale. Tutto sembra volerci allontanare dal pensiero di coLui che, venuto nel mondo, “quando fu richiesto per essere fatto re, fuggì; invece, quando fu ricercato per essere coperto di oltraggi e condannato all’ ignominia e al supplizio della croce, si offrì di propria spontanea volontà”. E noi corriamo, inutilmente ci affanniamo, cercando di soffocare nel superfluo la nostra sete di amore e di felicità. Uso il plurale perché nessuno è qui per giudicare o condannare; anzi, io sono la prima che puntualmente, ogni mese di dicembre, corre disperatamente alla ricerca di un oggetto o di un segno che possa far felici i miei amici e i miei familiari. Non credo sia sbagliato voler allietare il cuore dei propri cari con un regalo, un pranzo o un gesto d’ affetto: la dolcezza del Natale si esprime anche così, ed è bello poterla comunicare
a chi ci vive accanto. Quello che è fondamentale, è non dimenticare perché e per CHI si fa festa. L’ importante è che, in mezzo ai nostri affari e ai nostri interessi, non perdiamo mai di vista la meraviglia, lo stupore, la speranza e la gioia che infiammarono, 2005 anni fa, il cuore di tanti pastori. Essi, umili e semplici, furono gli unici che misero a disposizione tutto quello che avevano, una stalla e una mangiatoia, per far nascere Gesù, il Re dei Re. Il 23 dicembre, appena due giorni prima della celebrazione del Santo Natale, la Chiesa ricorda la vicenda di un uomo del VI secolo, paralitico e mendicante. S. Servolo in terra condivise la stessa pienezza di vita dei pastori di Betlemme, e la stessa sorte di u m i l i azi on e, sofferenza e ingiustizia del nostro Salvatore. Immobilizzato nel corpo, egli era però sveglio con la mente e la volontà: non sapeva leggere né scrivere, ma aveva comperato dei codici della Scrittura che si faceva spiegare dai sacerdoti che frequentemente si soffermavano in sua compagnia. Nutrito dalle parole divine, Servolo trovava conforto nelle sue estreme sofferenze e innalzava giorno e notte le lodi di Dio. Tutto quanto riceveva in elemosina, lo distribuiva ai fratelli più poveri di lui; la sua postazione divenne una tappa obbligata per i pellegrini e i fedeli che ogni giorno si recavano nella vicina basilica di S. Clemente. Quando ancora giovane sentì approssimarsi la morte, volle che i pellegrini presenti si alzassero e intonassero i salmi nell’attesa, accompa-