NO AL RADDOPPIO DELL’ENI. SI ALLA SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE E ALLA TUTELA DEI POSTI DI LAVORO. In questi giorni si parla di un ampliamento dell’ENI sul nostro territorio. Ampliamento, che detto da chi lo vuole, porterebbe prima di tutto posti di lavoro e una produzione di energia che dovrebbe far diminuire i costi delle nostre bollette. In parole povere si racconta un risultato positivo in ambito economico e sociale per la città. Non è vero!!! Ancora una volta, nella nostra città, stiamo vivendo l'ennesima speculazione sulle spalle di tutti i cittadini a fronte dei benefici dei soliti noti, un'altra operazione che porterà solo degrado sociale ed ambientale per tutti noi. Non avremo i posti di lavoro promessi (al massimo una sessantina secondo lo stesso progetto dell'ENI) e non ridurremo i costi della bolletta. Da qualsiasi punto di vista la città non guadagna niente. Nella città con il più alto tasso di morti per malattie tumorali, che produce il 92% della diossina italiana (tanta da presentare il primo caso al mondo di carcinoma da fumatore incallito in un bambino di 7 anni e da far parlare ormai di rischi antropogenici), dove il mare e la terra sono contaminati da mercurio, piombo e innumerevoli altre sostanze tossiche. Nella provincia dove, a causa delle aziende, siamo oppressi da una cappa di fumi che quasi rende impossibile la vista del sole, propongono l’ennesimo impianto che produce CO 2.
E poi ci raccontano che vogliono incentivare le energie alternative. E’ necessario salvaguardare le nostre vite, proteggere la nostra città e i nostri quartieri dai soprusi dei padroni e di una classe politica, da destra a sinistra, legata solo ai propri interessi. Gli stessi politici che tra una pagliacciata e l'altra (vedi impianto urea all'ilva), continua a reprimerci e a rendere il nostro territorio in-vivibile (discariche, inceneritori, eni, ilva etc.). Eppure difesa dell’ambiente non vuol dire diminuzione dei posti di lavoro. Qualcuno si permette di dire che tutela ambientale e salvaguardia del posto di lavoro non coincidono. Falso!!!. L’arma del ricatto occupazionale deve essere utilizzata da noi. Sono loro che devono spendere i soldi per mettere a norma gli impianti. Bisogna rendere noto i loro soprusi ogni giorno, sul posto di lavoro e nel nostro tempo libero. Dobbiamo difendere la nostra dignità con rabbia e orgoglio. Ricordargli che non sono loro che ci pagano ma che siamo noi a portare avanti le aziende. Non possiamo più lasciare che il nostro futuro venga deciso da chi in 60 anni non ha fatto nulla per migliorare la nostra città. Vogliamo una città più vivibile e crediamo che solo insieme, partecipando attivamente, senza nessuna delega, agendo in maniera assolutamente autonoma da ogni partito, possiamo farcela. Invitiamo chiunque non si senta più rappresentato da questa gentaglia ad attivarsi in prima persona per dire basta a questo scempio. Per realizzare iniziative informative e di sensibilizzazione per Alta Marea, la manifestazione del 28 Novembre, e per COSTRUIRE IL DOPO MANIFESTAZIONE. Per far si che la nostra azione segua quotidianamente a Taranto Non possiamo più permetterci di ospitare nessun altro impianto inquinante: MO AVAST!!! COMITATI DI QUARTIERE CITTA’ VECCHIA E SALINELLA