Vas

  • December 2019
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Preg. Consiglio Provinciale, Oggetto: - Osservazioni di carattere generale al PTCP-Penisola sorrentina presentate dal Circolo VAS-Equa di Vico Equense - Valutazione delle Osservazioni proposte dai Comuni di Meta, Piano di Sorrento, Sant’Agnello, Sorrento e Massalubrense all’emanando PianoTerritoriale di Coordinamento Provinciale di Napoli.

Associazione nazionale di protezione ambientale Riconosciuta dal Ministero dell'Ambiente con Decreto del 29 marzo 1994 Riconosciuta ONLUS Organizzazione Non lucrativa di Utilità Sociale

Sede nazionale: via Flaminia 53, 00196 Roma telefono 06.3608181 Fax. 06.36081827 www.vasonline.it [email protected] Sede Coordinamento Campania e Circolo di Napoli: Calata Trinità Maggiore 4 80134 Napoli telefono. e fax. 081.5525466 www.vascampania.or g segreteria@vascamp ania.org

Proporre modelli di sviluppo per la Penisola Sorrentina, significa selezionare e discernere tra quelli possibili, dando priorità a quelli credibili in una visione di medio-lungo termine. Per un’area dei eccellenza come la Penisola, non tutti i percorsi di sviluppo sono validi ed alcuni escludono automaticamente altri. Se si concorda, come in genere pare, sul considerare il turismo come perno dello sviluppo e risorsa economica dalla quale non è possibile prescindere, è al concetto di “turismo sostenibile” che bisogna guardare. Questo, strettamente legato al quello più generale di “sviluppo sostenibile”, postula la “cultura del limite”, ovvero uno sviluppo senza spreco di suolo e di altre risorse non rinnovabili, che, riflettendo sulla ricerca di nuovi “valori” (che non sono unicamente quelli economico/strumentali) promuove un processo coevolutivo tra le cosiddette “economia dell’uomo” ed “economia della natura”. In sostanza, non si può invocare genericamente la tutela del territorio, lo sviluppo economico, la bellezza dei paesaggi, il turismo di qualità, infrastrutturazioni a tutti i livelli, se non si stabiliscono priorità, visioni, scenari convincenti per il futuro che fanno leva su alcuni di questi assunti facendoli diventare, appunto, non esclusivi ma prioritari. I Verdi Ambiente e Società sostengono, quindi, una visione del territorio, che ponga la tutela e l’integrità dei paesaggi al primo posto; dove il concetto di “paesaggio” viene inteso come una summa tra ambiente naturale e le stratificazioni nei secoli dell’intervento dell’uomo. In buona sostanza, le stesse caratteristiche che veicolano l’immagine della Penisola Sorrentina nel mondo e le uniche attorno alle quali ruota lo sviluppo turistico attuale e le sue prospettive per il futuro. I VAS, sostengono da tempo l’assoluta validità del PUT ( Piano Urbanistico Territoriale), contro le non condivisibili critiche assolute e assiomatiche che da più parti vengono fatte a questo strumento urbanistico e di tutela che insiste su questo territorio. E questo non tanto perché non sia utile sollecitarne un loro adeguamento che consenta di affrontare più

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agevolmente le sfide attuali del corretto governo del territorio, ma perché tali critiche postulano un modello si sviluppo totalizzante che, escludendo alcune ben definite “riserve” di naturalità, invocano “mano libera” e norme pericolosamente “elastiche” (!) per un territorio nel quale, dati statistici alla mano, l’attività edilizia e quelle ad essa collegate, sono tra quelle col giro di affari più ampio e si articolano attraverso interventi a scale diverse dal piccolo adeguamento alla grande trasformazione urbana. Questo fatto, mette in evidenza come quest’area di pregio non è affatto “ingessata”, da un punto di vista edilizio, da norme urbanistiche “capestro” o dai tanto odiati “vincoli ambientali”- come da più parti si dice, ma è fatta oggetto di una aggressione smodata che sta stravolgendo il territorio e il suo patrimonio naturalistico e paesistico, nonostante l’esistenza del PUT. Fatta questa premessa i VAS intendono ribadire con forza la necessità di pratiche autentiche di democrazia, che vuol dire: la partecipazione ex ante alla preparazioni di strumenti urbanistici come il discutibile prodotto che passa sotto il nome di PTCP ( Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) e non ex post, come invece avviene sempre, con una consuetudine dubbia e discutibile che avvalora e rafforza un costume di “atteggiamenti” falsamente democratici e partecipativi. In altre parole non si possono invitare le associazioni ambientaliste a dire la loro “ a cose fatte”, soprattutto quando si presentano strumenti lacunosi che insistono sull’ “elasticità” e la “liberalizzazione” in materia di norme sul paesaggio, coniugando spessissimo gli interessi economici e di sviluppo con la tutela di quest’ultimo. Lo stato attuale delle cose nella Penisola Sorrentina vede: 1) un’urbanizzazione che ha ormai ridotto il cosiddetto Piano di Sorrento (il piano su costone tufaceo da Meta a Sorrento) ad una conurbazione continua, con la drastica diminuzione del verde agricolo rappresentato dagli agrumeti con pergolato; 2) un attacco alle zone collinari da parte dell’abusivismo edilizio, premiato da ben tre condoni edilizi, che ha reso il paesaggio della “corona collinare” per larghe parti scadente; 3) la necessità e la volontà delle Amministrazioni di procedere alla creazione delle infrastrutture spesso carenti sacrificando le ultime aree di verde agricolo; 4) un sistema dei trasporti basato, nonostante la valorizzazione delle “vie del mare” tentata ma ancora insufficiente, sugli autoveicoli, con il conseguente congestionamento del traffico nell’area costiera e uno scadimento complessivo della vivibilità; 5) uno sviluppo delle zone interne largamente insufficiente, con scarsa qualità urbanistica dei piccoli centri delle frazioni collinari, cresciute in larga parte abusivamente e problemi di viabilità e di servizi. 6) Una crisi profonda del settore agricolo, che solo in maniera pretestuosa può essere messa in relazione alle norme paesistiche, che comporta un diffuso fenomeno di abbandono della coltivazione, in attesa di utilizzi maggiormente remunerativi con la realizzazione di abitazioni abusive o di parcheggi interrati o a raso nelle zone del Piano.

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Di fronte alla crisi di un sistema territorio che aveva consentito un impetuoso sviluppo turistico legato proprio alle straordinarie caratteristiche ambientali e paesaggistiche ormai in buona parte distrutte, la risposta non può essere costituita dall’accellerazione di questo processo, attraverso piani ambigui che riducono l’intera zona pianeggiante in un’unica conurbazione senza soluzioni di continuità, oppure “legalizzando” l’assalto del cemento alle aree collinari, eliminando la peculiarità del nostro paesaggio. I VAS dunque in premessa a queste osservazioni sostengono ancora la validità dei vincoli del PUT per le aree di maggiore pregio ambientale, le quali non devono attenuarsi, permettendo però la realizzazione di piccole opere (esempio tettoie aperte, pollai, porcili, piccoli ) e l’insostenibilità di posizioni che coniugano sviluppo economico e protezione paesistica e naturalistica come si evince purtroppo da questo PTCP.

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Coordinatore Circolo VAS – AEQUA di Vico Equense prof.Franco Cuomo

Rosachiara Cernuto Coordinatrice Regionale

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Si propone, a codesto spettabile Consiglio Provinciale, di mantenere integra la filosofia del PTCP evitando frammentazioni e particolarismi. Per quanto riguarda le osservazioni prodotte dai Comuni di Meta, Piano di Sorrento, Sant’Agnello, Sorrento, Massalubrense, molte di esse , ad una prima analisi si collocano ben al di fuori della normativa di PUT. Come, ad esempio l’osservazione prodotta all’Art. 6. il cui punto 9 certamente non può essere soppresso. L’Art. 10, invece , è una osservazione inconsistente e la cui realizzazione può trovare attuazione più a livello di PUA che altro. All’art. 38 “centri e nuclei storici” si produce una osservazione non accoglibile perché la perimetrazione dei centri storici di questi comuni resta valida e vigente essendo stata prescritta dal PUT che non solo mantiene la propria efficacia ma ove mai una normativa di PUT venisse in contrasto con altra normativa di PTCP , prevarrebbe la norma più restrittiva anche in virtù dell’art.145 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio che stabilisce la prevalenza dei Piani Paesistici su tutti gli altri strumenti di pianificazione. Così come non trova posto, nelle normative vigenti, il cosiddetto “adeguamento funzionale una tantum” proposto dai comuni succitati agli art. 46; 47; 48; 51. Del resto è perfino sconcertante appurare che la mancanza di così tanti “servizi igienici” fosse realtà così frequente e diffusa. Per quanto attiene l’art. 52 i comuni succitati propongono osservazioni 3

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che appaiono non accoglibili secondo il disposto legislativo di cui alla legge 35/87. che mantiene la sua efficacia fino all’approvazione dei Piani Paesistici. L’osservazione proposta all’art. 53 “aree di integrazione urbanistica e di riqualificazione ambientale” non può essere accolto secondo l’art. 49 della stessa legge 16/04. Art. 75 “Indirizzi di carattere generale di salvaguardia del territorio rurale ” I lotti fino a 10.000 mq secondo le leggi vigenti, hanno perso il carattere di “area Agricola” e sono stati ridotti a semplici giardini. Per cui l’osservazione dei comuni succitati non può essere accolta. L’osservazione prodotta all’Art. 80 “Adeguamento dei piani urbanistici comunali” non deve essere accolta, infatti i comuni che presentano tale osservazione hanno,tutti i PRG adeguati al PUT dell’Area sorrentino-amalfitanoa per cui aggiornare i rispettivi PRG in PUC, secondo le norme di PTCP non è certo opera faticosa e, certamente, non richiederà più di alcuni mesi.. All’art. 81 “ salvaguardia” l’osservazione non è accoglibile. Il silenzio-assenso proposto non può trovare collocazione in una pianificazione , come quella di PUT che ha anche valenze paesistiche. Per quanto riguarda il punto “3-bis” è pleonastico e, perciò non accoglibile. Cordiali saluti. Enzo Sangiovanni Segretario Provinciale PdCI

Rosa Chiara Cernuto Coordinatrice Regionale V.A.S. Campania

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