Tutti Intorno A Joomla

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Alla ricerca di un vero centro di attrazione

Tutti attorno a …Joomla? Aggregare Floss orizzontali per un’esigenza verticale. Un case study per la Scuola Italiana. Marialetizia Mangiavini , [email protected] Marcello Bettoni, [email protected] Nel panorama nazionale ed internazionale del Floss (Free Libre Open Source Software), la ampiezza delle realizzazioni lato server (sistemi operativi, software gestionali di DB etc.) e lato client (browser, office automation, etc.) ha raggiunto livelli considerevoli, ma a ben guardare essa si limita ad ambiti di applicazione orizzontali, squisitamente tecnologici, che attraversano tutti i settori dei servizi pubblici e delle attività produttive. All’interno dei vari comparti di servizi (si pensi al settore tributario, a quello socio sanitario etc.) il panorama è invece abbastanza desolante, per non dire deserto. Non solo la variegata normativa di settore (marcatamente nazionale), ma soprattutto le specificità delle varie applicazioni impediscono la creazione di communities verticali di sviluppatori nazionali e internazionali (Concas et al, 2006) Un caso a se stante sono i LCMS, ovvero le applicazioni per la gestione, l’erogazione ed il monitoraggio di contenuti d’apprendimento (espressione orrenda, che li relega a semplici contenitori da riempire, quando in realtà essi sono molto di più e molto altro da questo), i quali sono moltissimi, sviluppati e conosciuti. La ragione di questa notorietà dei LCMS è che l’apprendimento è forse l’attività più trasversale che si conosca, in quanto coinvolge nella stessa misura, anche se in vario modo, tutti i paesi e tutti i comparti settoriali, dalla scuola, alle aziende, alle università. Parlando di sistemi gestionali specificamente rivolti alla scuola, vi è tuttavia in Italia una carenza assoluta di soluzioni proprietarie o Floss che affrontino ed integrino le diverse esigenze di un istituto scolastico : - Il portale scolastico (News, POF, orari etc.). - Il registro on line per docenti, studenti e famiglie. - Una piattaforma per la erogazione di corsi, per gli I.D.E.I, etc. - Un sistema di rilevazione della customer satisfaction (sondaggi e questionari) -Una interfaccia intranet per le esigenze di back office (segreteria didattica, amministrativa, generale) - Analoga interfaccia per le esigenze di Front Office di dialogo con gli utenti (iscrizioni, versamenti tasse scolastiche e modulistica varia). Il presente contributo racconta come si è supplito a questa carenza mediante la aggregazione di strumenti Floss trasversali, creando un piccolo modello utilizzabile “verticalmente”, e che copre una parte (purtroppo non tutte) delle esigenze didattiche e gestionali di una scuola. Sinteticamente potremmo dire, con un non-sense geometrico sapido di paradosso, che abbiamo creato una soluzione verticale aggregando più soluzioni orizzontali.

1. L’ E-learning La nostra esperienza è cominciata dall’e-learning e dalla scelta di Moodle per superare gli oggettivi limiti della piattaforma proprietaria con cui avevamo realizzato il nostro primo corso on line (E-learning e successo formativo, Corso di Storia Greca, Roma 2003). Tale piattaforma proprietaria, infatti , si era rivelata piuttosto rigida e più orientata a contenuti testuali che ad una dimensione interattiva. In conseguenza a ciò, ci siamo orientati alla conoscenza del mondo dell’ open source e del free software, ad una indagine comparativa di più LCMS e di diversi applicativi (per mappe, test, editor etc.) e ad un percorso di autoformazione, volto ad acquisire competenze nell’utilizzo, nell’ installazione e nell’ amministrazione degli strumenti necessari alle nostre attività. Le riflessioni che sono scaturite da questa prima fase del nostro lavoro sono state tre: 1) Gli strumenti OS e Free, che hanno consentito il nostro percorso di crescita professionale, hanno giocato e giocano tuttora una potente funzione di “Knowledge elicitators” e di “thinking tool” : fanno emergere prospettive nuove, costringono a settaggi che risvegliano dubbi e domande sulla pertinenza del modello didattico che si sta utilizzando, presentano attività che stravolgono i consolidati impianti della lezione frontale (e Moodle , fondato sul costruzionismo sociale, ne è un chiaro esempio). 2) La libera disponibilità di questi strumenti ha costituito per noi e per i nostri colleghi un potente stimolo alla revisione critica dell’attività docente. “Come in una terapia psicoanalitica, cioè in modo quasi involontario, ma senza provare il senso di frustrazione che deriverebbe da una riconsiderazione forzosa del proprio metodo di insegnamento, il docente si trova ad abbandonare schemi tranquillizzanti e consolidati, riceve un forte impulso alla creatività didattica ed intellettuale, recupera motivazioni.” ( Bettoni, Mangiavini, Cagliari 2006, p.165). 3) L’O.S. può giocare un ruolo importante nella competitività del sistema economico. Esso è secondo noi la “chiave” che permette, all’interno della scuola, della Università e della formazione professionale, lo sviluppo di professionalità “trasversali”, slegate dai canali di formazione tradizionali, dalle clientele, dai collateralismi, dalle appartenenze, dalle caste ed dagli ordini professionali. OS come Open Source, OS come via ad una Open Society, ad una società più flessibile, più aperta, più meritocratica. (Bettoni, Mangiavini, Cesena 2006, p.108).

2.

L’E-teaching

Il secondo step della nostra attività è stato “E-teaching”, cioè un corso di formazione su ICT e didattica rivolto ai docenti di Scuola Media Superiore, nato soprattutto dal desiderio di coinvolgere i colleghi in un progetto destinato a migliorare l’offerta formativa per gli allievi della Secondaria di secondo grado. Lo scopo iniziale era quello di addestrare un gruppo di docenti alla realizzazione di corsi on line su LCMS Moodle, e dotarli di competenze relative all’utilizzo di software per la produzione di oggetti didattici multimediali. Da questo obiettivo, però , ne sono scaturiti altri, che ci hanno consentito di verificare sperimentalmente sui corsisti il potente effetto rimotivante che le TIC sembrano avere sull’attività didattica, e che già avevamo osservato su noi stessi (Bettoni, Mangiavini, Cagliari, cit., 2006, pp.166-168 ) I sondaggi effettuati al termine dei corsi hanno infatti dimostrato una forte accentuazione dell’interesse per i modelli pedagogici e una autoriflessione sul proprio specifico didattico. “Peculiarità del corso E.teaching rispetto a percorsi analoghi è stato l’approccio formativo scelto, caratterizzato da una forte connotazione ludicoesperienziale : inizia infatti con una esplorazione dei tools tecnologici e della piattaforma, mentre le nozioni teoriche vengono richiamate solo in un secondo momento, giusto per sistematizzare e dare ordine a quello che sperimentalmente e ludicamente si è incontrato. Il corsista, dunque , si avvicina alla riflessione didattica ed alla produzione autoriale a partire dalle abilità manuali di gestione dell’applicativo in piattaforma (Moodle), secondo il seguente schema(Bettoni, Mangiavini, Cose dell’altro mondo, 2006, p.22)”:

1. Conoscere il tool in modo ludico,emotivo, esplorativo

2. Riflettere criticamente : come posso usare il tool nella mia attività didattica?

3. Sistemare il tool all’interno di un quadro teorico di riferimento

4. Produrre materiali didattici

Fig. 1 – Gli step didattici del percorso E-teaching.

Ci pare che questa novità metodologica introdotta in E-teaching, questo modello a 4 step con forte connotazione ludico-esperienziale non si sarebbe potuto testare ed attuare se non con applicativi liberi da vincoli proprietari. Applicativi tutelati da un copyright editoriale avrebbero richiesto l’acquisto di 18 licenze, per non parlare della piattaforma; fatto, questo, impensabile per le limitate disponibilità economiche della scuola. E così, ancora una volta, la libertà si è coniugata alla creatività e all’ originalità dell’approccio formativo. 3. E-teaching 2 Dalla teoria alla pratica : con la seconda fase, E-teaching 2, si è passati dalla formazione dei docenti – 60 ore su Moodle, Hot-Pot, Producer, Skype, Fireworks, Wink etc. – alla produzione di Learning objects per l’Eda ( E-teaching 2), su piattaforma condivisa. (7)

Tuttavia era necessario, per la realizzazione di questa seconda fase, individuare uno spazio web comune sul quale installare la piattaforma, che doveva naturalmente distinguersi da quello specifico di ciascuna scuola. A monte del quale si ravvisava la necessità di un portale che descrivesse l’iniziativa, che presentasse i soggetti coinvolti e che si prestasse ad una flessibilità dei livelli di accesso utile per una realizzazione collaborativa. Il modello Joomla/Moodle, con relativa condivisione del Db per quanto riguarda le tabelle utenti, ci è parso una soluzione adeguata. Joomla infatti presenta una straordinaria duttilità dal lato di back-end, poiché permette più gruppi e più livelli di accesso. Moodle invece è ricco e flessibile, si presta alla erogazione di percorsi didattici in base a molteplici modelli di apprendimento.

3. Il sito Il nuovo progetto comportava necessariamente il rifacimento del vecchio sito dell’Eda, ormai obsoleto e da tempo accantonato. E soprattutto si aprivano spunti di riflessione sui modelli di realizzazione di sito scolastico ai quali potersi ispirare. Una veloce review delle realizzazioni in circolazione ci faceva optare per una aggregazione di strumenti “open” in circolazione : con uno sguardo rivolto anche agli istituti scolastici “diurni”, ci sembrava di individuare in Hermes 3.1 ed in Uccass due utili complementi all’accoppiata Joomla/Moodle. Hermes 3.1 è uno strumento per la gestione del registro on-line distribuito con Licenza Pubblica Generica GNU. Esso permette la gestione del registro on-line da parte dei docenti, l’accesso per gli studenti ed le famiglie a tutti i dati relativi alle valutazioni, alle assenze, alle note etc, l’interazione in tempo “reale” tra utenti ed amministrazione mediante sms, e permette alcune semplici funzioni di amministrazione, tipiche della segreteria. Uccass invece è uno script, anch’esso in PHP, che permette la realizzazione e la gestione di questionari e sondaggi rivolti agli utenti. Distribuito con licenza GNU/GPL, esso può essere integrato all’interno del sito scolastico per la gestione, per esempio, della customer satisfaction, o per qualsiasi altra esigenza di dialogo con l’utenza (famiglie/studenti/docenti/personale) che richieda una verifica del gradimento o degli orientamenti.

Front office (iscrizioni on line etc)

Moodle (Corsi)

Portale Joomla (News, Pof) Back o (Intra ffice net) S UCCA om (Cust er acti satisf on)

HERME SRegistr o on line

Se poi l’istituto scolastico si aprisse all’esterno con iniziative commerciali (vendita di gadgets, di corsi professionali etc), potrebbe avere bisogno di un’interfaccia per l’e-commerce, cosa facilmente realizzabile implementando un add-on nel portale oppure nella piattaforma e-learning. 4. La consulenza globale A macchia d’olio, l’ampliamento delle prospettive implica il sorgere di problematiche anche complesse, che solo un lavoro d’equipe può risolvere. Ad esempio, quanto la sicurezza delle comunicazioni casa-scuola (registro online, e-commerce etc.) richiederebbe l’utilizzo si sistemi di crypting mediante SSL (Secure Sockets Layer) e quindi l’adozione di un indirizzo IP statico , con l’acquisto di un certificato ufficiale da una Certification Authorithy ? Oppure, quanto è opportuna la implementazione tra i vari database per gli scopi delle differenti branch del sito? O più semplicemente, quanto l’inserimento della piattaforma e-learning rende consigliabile una ri-progettazione del vecchio sito statico ed ormai obsoleto? Ed in che misura questa ri-progettazione rende opportuno ridisegnare l’architettura delle reti interne? (Access point, Bridge , adozione fibra ottica ..) Queste riflessioni portano molto lontano, per esempio ad una riconsiderazione della Direttiva “Stanca” sull’O.S. nelle pubbliche amministrazioni (8). La Direttiva infatti propone due modelli di realizzazione di progetti e-learning da parte delle scuole: il modello “Make” (nel quale ogni istituto provvede da sé, attivando le sole risorse interne) ed un modello “Buy”, nel quale l’istituto si rivolge , in “outsourcing”, a società esterne, alle quali si affida per la gestione dello spazio e la progettazione globale. Nella nostra esperienza, il modello “Make” è molto auspicabile ma difficilmente realizzabile, a causa delle elevate e specialistiche competenze che richiede. Oltre a questo, un'ulteriore difficoltà nasce dal fatto che un progetto di elearning è generalmente complesso ed ha risvolti organizzativi, pedagogici e tecnologici che richiedono un coordinamento tra settori che non sono abituati a dialogare tra loro : l’amministrazione, il management, i docenti ed i tecnici di laboratorio. Insomma, queste competenze, ammesso anche che ci siano, dovrebbero dialogare tra loro, e la cosa è più facile a dirsi che a farsi. Il modello “Buy” invece rischia di affidarsi a provider locali che non hanno molta dimestichezza nè con le soluzioni Open, né con le problematiche della scuola e della didattica. E’ lo stesso MIUR a ricordarlo : “ Le aziende coinvolte nelle fasi di progettazione implementazione e gestione nell’erogazione dei servizi dovranno essere però in grado di comprendere appieno le necessità della organizzazione commissionante ed individuare soluzioni informatiche che valorizzino l’offerta formativa della scuola.” (8). Nella nostra riflessione (9)la

soluzione migliore è una via intermedia tra le due proposte dalla direttiva “Stanca” : una soluzione Buy, gestita però da un istituto scolastico, che si propone come fornitore e partner di altre scuole per tutti i servizi che la filiera dell’e-learning richiede : dalla registrazione del dominio, alla creazione, o all’eventuale trasferimento del sito scolastico, alla implementazione ed installazione di un CMS ed un LCMS, alla loro amministrazione sia a livello di interfaccia che di database, alla formazione dei docenti, dei tutor e degli amministratori (Bettoni, Mangiavini, Cesena 2006, cit.,pp.106-107). La competitività di una consulenza globale come questa, realizzata da un ente scolastico per un altro ente scolastico, consiste nel superamento dei limiti che un provider generico di servizi internet ha inscritti nel proprio DNA: difficilmente, infatti, chi fornisce consulenza per il web è in grado di provvedere alla installazione, alla realizzazione del sito, alla sua amministrazione e contemporaneamente alla formazione dei docenti, nemmeno sotto forma di addestramento, figuriamoci con un’impostazione didattica che risponda realmente ai bisogni della scuola. Il fatto poi che il servizio sia fornito proprio da una istituto scolastico, è per gli altri istituti garanzia di comprensione dei processi organizzativi reali (delle problematiche ricorrenti, dei vincoli legislativi, della sostenibilità dei costi, delle esigenze della usabilità e della accessibilità) (10). 5. Conclusioni Un percorso quanto mai anomalo, quello che abbiamo descritto : dall’E-learning alla riprogettazione del sito scolastico, dalla produzione autoriale alla formazione docenti, dalla installazione del CMS alla consulenza globale. Crediamo che il denominatore comune stia nella libera disponibilità e adattabilità degli applicativi open e free, che hanno fatto crescere delle professionalità “trasversali” in auto-apprendimento, professionalità che oggi nessun percorso certificato di formazione tradizionale è in grado di sviluppare. In particolare sono due le riflessioni che si impongono. Da una parte l’e-learning scolastico può essere ( e nel nostro caso lo è stato) lo straordinario volano di un’ ampia riflessione didattica, che porta, nella maggior parte dei casi ad un effetto ri-motivazionale dell’azione docente. Dall’altra parte l’e-learning introdotto nella scuola ribadisce la centralità della didattica e della funzione docente, ed agisce da forza potentemente centripeta. Una delle ragioni per cui le ICT sono guardate con sospetto da molti docenti risiede nel timore che esse possano stravolgere e mettere in discussione la centralità della figura del docente nella attuale configurazione della scuola italiana. Ora, a prescindere dal merito della questione, su cui molto ci sarebbe da dire, nel nostro caso è successo l’esatto contrario : l’e learning scolastico ha guidato il cambiamento, ha messo ordine tra le funzioni, ha selezionato le competenze ed ha orientato le scelte. Come dire : la pianificazione dell’offerta on line della scuola, dopo un esilio presso i tecnici e gli amministrativi, è tornata alla didattica, il vero motore, il vero centro di attrazione della scuola.

Note e Bibliowebgrafia

1. Concas e altri, “Maturità di soluzioni O.S. per le PPAA : un caso di studio”,in Atti del Congresso nazionale AICA , Cesena 2006 2. E learning e successo formativo. Bettoni,Mangiavini Corso di Storia greca, http://elombardia.garamond.it, Garamond, Roma 2003 3. Bettoni, Mangiavini, “Il circolo virtuoso Tic-didattica: una “psicoterapia” per l’attività docente?”, in Atti del convegno Didamatica 2006, Cagliari 2006 ,pp.165-174 4. Bettoni, Mangiavini,” Bella con l’anima”,in Atti del Congresso nazionale AICA , Cesena 2006 5. Bettoni,Mangiavini, “Cose dell’altro mondo”, in “E-learning”, ott-dic. 2006, p.22ss 6. www.cyberscuola.it 7. www.eda.lombardia.it/corsi 8. “Sviluppo ed utilizzazione dei programmi informatici da parte delle pubbliche amministrazioni” , Gazzetta Ufficiale n. 31 del 7-2-2004. 9. Riflessione presentata all’Expo del capitale umano e dell’Innovazione (Milano, 15-18 marzo 2006), ed al Congresso Nazionale AICA, cfr nota 4. 10. MIUR, Servizio di Osservatorio tecnologico per la Scuola, Normativa sull’open source, http://www.osservatoriotecnologico.net/internet/e-learning/scenari_OSS_e-learning.htm

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