Direzione e Redazione: via Rossini 2/A - 87040 Castrolibero (Cosenza) Amministrazione: via Rossini 2, Castrolibero (Cs) Telefono (0984) 4550100 - 852828 • Fax (0984) 853893 - Poste Italiane spedizione in A.P. - 45% - art. 2 comma 20/B legge 662/96 - DCO/DC-CS/167/2003 Valida dal 07/04/2003
www.ilquotidianodellacalabria.it
Il giudice reintegra Mentana a Matrix
Canolo, così rischiano di sparire lentamente le Dolomiti del Sud
Mediaset annuncia ricorso in appello
Cave e sfruttamento della montagna Legambiente: «No all’utilizzo gratuito» MAURIZIO ZAVAGLIA a pagina 14
Mercoledì 27 maggio 2009
a pagina 7
Una cava nelle montagne di Canolo
Enrico Mentana
Scontro sulla sanità calabrese.Il governatore scrive al Quotidiano e attacca Berlusconi
Loiero: sono pronto alla guerra
E intanto il ministro Sacconi annuncia la sua ricetta: aumentare le tasse Il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, ha scritto una lettera al Quotidiano per commentare ed esprimere alcune valutazioni in ordine all’editoriale del nostro direttore, Matteo Cosenza, pubblicato nell’edizione di ieri (“Agazio e l’illusione di mediare con Silvio”). Il governatore spiega le motivazioni che lo hanno portato ad adottare una linea rigorosa sul buco della sanità in Calabria cercando il confronto con il Governo. Di fronte ad un atteggiamento che cerca pregiudizialmente lo scontro non si potrà che rispondere per le rime. Di seguito la lettera del governatore.
L’Italia dell’ Istat
Disoccupati e di mezza età Ecco chi paga maggiormente il prezzo della crisi
di AGAZIO LOIERO CARO direttore, che Berlusconi voglia mettere le mani sulla Calabria, come lei coglie nel suo editoriale, è ormai così lampante quanto lo è il fatto che la Calabria sia una Regione per lui difficile da conquistare. Il premier lo sa che il centrodestra è qui perdente in quanto - ecco una anomalia molto costosa di cui nessuno parla - può disporre di decine di sondaggi settimanali che lo aggiornano sulle tendenze politiche degli italiani. E siccome è uno che governa tenendo conto dei sondaggi, si regola di conseguenza e agisce senza discernere tra ciò che è istituzionale e ciò che, invece, è interesse di parte, della sua
parte. In Calabria - questo è un dato di fatto - nonostante i problemi in questi anni registrati, il centrosinistra è tendenzialmente ancora maggioranza. Maggioranza vitale. Capace di raccogliere consenso su cose concrete, su progetti che guardano al bene collettivo e non a quelli individuali o di gruppi amici. Maggioranza vitale, ripeto, che ha il coraggio di affrontare di petto, un problema serio e grave come quello del settore sanità, nel quale la gestione del centrodestra (non lo dico io, ma l'advisor inviato dallo stesso Governo Berlusconi) ha prodotto un debito che tocca i 2166 milioni di euro.
Santini: «Il modello di sviluppo non funziona più» Cagliari, tre operai muoiono in una cisterna
continua a pagina 17 Tutti gli altri servizi sulla sanità calabrese a cura di GUALTIERI, LOMBARDO E MUOIO a pagina 10
alle pagine 4 e 5
Un migrante sulla nave-carretta
Il caso a Crotone
Carrette del mare sgomberate Immigrati nel Centro d’accoglienza GIULIANO CARELLA a pagina 11
Notificati gli avvisi di chiusura indagini: l’inchiesta che coinvolge tanti imprenditori e funzionari calabresi parte da Roma Sombrero
Giuramenti ISRAELE vuole imporre ai suoi cittadini un giuramento di fedeltà allo Stato e alla sua natura “ebraica” (concetto pericoloso storicamente, echeggia un razzismo alla rovescia). Ma quest'idea è ricorrente anche in Italia: si vuole imporre agli immigrati che chiedono di risiedere qui un giuramento di fedeltà alla bandiera, alla lingua, all'identità nazionale. Che sarebbe anche accettabile, se sapessimo che significa in questi tempi di identità liquide. Cos'è l'italianità? La Fattoria e Amici? Totti e Maldini? Gli spaghetti e la mafia? Le veline?
Truffa milionaria all’Unione europea, 133 indagati CENTOTRENTATRÉ indagati per una truffa milionaria ai danni dell’Unione europea e dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura. ROBERTO GRANDINETTI a pagina 12
Ultim’ora
Anziano sgozzato a Sorbo San Basile a pagina 13
E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro
ANNO 15 - N. 144 - € 1,00
24 ore
Mercoledì 27 maggio 2009
L’accusa: «Danni rilevanti». Quattro regioni interessate, compresa la CalabriaBlitz a Melicucco Sequestrata agenzia di scommesse La procura di Roma chiude l’inchiesta sui finanziamenti agricoli clandestine
Truffa all’Ue, 133 indagati L’ELENCO
di ROBERTO GRANDINETTI COSENZA - Centotrentatré indagati per una truffa milionaria ai danni dell’Unione Europea, dello Stato italiano e dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura. I relativi avvisi di conclusione delle indagini preliminari sono stati notificati in questi giorni dalla procura di Roma, nella persona del pubblico ministero Tiziana Cugini. La maggior parte degli indagati sono imprenditori agricoli gravitanti in Calabria, Umbria, Puglia e Marche, regioni dove la pubblica accusa ha puntato la lente di ingrandimento. Tanti i calabresi coinvolti, residenti nel Cosentino, nel Crotonese e nel Catanzarese. Secondo la procura romana avrebbero prodotto chi più chi meno - carte false per ottenere i finanziamenti, finiti direttamente nelle loro tasche senza alcun investimento nel campo dell’agricoltura. Ci sono anche alcune vecchie conoscenze delle forze dell’ordine e qualche funzionario regionale, che avrebbe oleato il meccanismo. La truffa ammonterebbe a decine di milioni di euro. La pubblica accusa nel suo avviso di chiusura delle indagini preliminari scrive di “danno patrimoniale di rilevante entità”. I capi di imputazione sono diciannove. I fatti contestati spaziano tra il marzo del 2003 e il gennaio del 2007. “Il fraudolento disegno criminale - si legge nell’avviso di chiusura delle indagini preliminari firmato dal pm capitolino Cugini - in danno dell’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea) di Roma, con fondi erogati a carico del bilancio nazionale dello Stato italiano e comunitario dell’Unione europea (promosso, costituito e organizzato dai pubblici funzionari dell’Ufficio Sviluppo rurale dell’Agea, ciascuno in virtù delle proprie funzioni, qualifiche ed attribuzioni) veniva attuato mediante artifizi e raggiri. costituiti da una serie di reati strumentali che spaziano dalla produzione di falsi documentali, materiali e ideologici, all’utilizzo di suggelli contraffatti ovvero, indebitamente, di suggelli autentici, alla distruzione di atti pubblici veri fino a giungere all’induzione in errore dei pubblici ufficiali dell’Esecuzione Pagamenti di Agea, che sulla base dei falsi documenti predisposti erogavano illecitamente le somme ai nominativi indicati nel falsi elenchi” predisposti per l’accesso al finanziamento. Le “indebite contribuzioni” sono state erogate “nell’ambito delle politiche strutturali europee volte a contenere il surplus di produzione di seminativi mediante la messa a riposo - si legge in uno dei capi d’imputazione - di terreni all’uopo utilizzati col regime del Set Aside”. Tale regime era stato introdotto dalla stessa Unione Europea per risolvere il problema della sovrapproduzione. Per ridurne la quantità ha offerto premi in denaro a chi volontariamente "metteva a riposo" (questo il significato del termine) i terreni, togliendoli dalla normale rotazione agraria. Da qui l’ideazione della truffa, con tanto di formazione di “falsi elenchi di liquidazione fuori termine set aside”. Le campagne di riferi-
I calabresi coinvolti TRA le 133 persone che risultano indagate dalla procura di Roma ci sono diversi calabresi. Ecco i loro nomi, seguiti dal luogo di residenza di ciascuno.
Agricoltori al lavoto
mento spaziano dal 1990 al 2006. Gli indagati calabresi (vedi nomi nel box) sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Gianpiero Calabrese, Luca Muglia, Ornella Nucci, Gregorio Viscomi, Luigi Frustaglia, Andrea Napolitano, Pietro Pitari, Luigi Colacino, Gianfranco D’Ettoris, Domenico Grande Aracri. Nel corso dell’inchiesta la procura di Roma ha chiesto e ottenuto il sequestro dei beni di buona parte degli indagati.
GARGANO Nicola di Cosenza, La Banca Maria di Cosenza, Lamonaca Giuseppina di Botricello (Cz), Linza Giovanni di sita in Figline Vegliaturo (Cs), Savoia Carlo Alberto di Cutro (Kr), Fittante Michele di Cropani (Cz), Marsico Elena di Spezzano Albanese (Cs), Linza Anna Maria di Figline Vegliaturo (Cs), Berlingieri Cosimina di S. Lorenzo del Vallo (Cs), Rossano Francesca di in S. Lorenzo del Vallo (Cs), Arena Domenico di Crotone, Chiaravalloti Rosaria di Catanzaro, Mazzei Giuseppina di Belcastro (Cz), Mazza Antonio di Belcastro (Cz), Lupia Natalina di Cropani (Cz), Lodari Giuseppina di Belcastro (Cz), Catizone Saverio di Botricello (Cz), Catanzaro Domenico di Curinga (Cz), Gualtieri Fernando di Belcastro (Cz), Brescia Letizia di Belcastro (Cz), Brescia Luca di Belcastro (Cz), Brescia Brunella di Belcastro (Cz), Pisano Erminia di Belcastro (Cz), Marchio Antonio di Cropa-
ni (Cz), Maglio Pasquale di Belcastro (Cz), Fortunato Vincenzo di Orsomarso (Cs), Lento Bernardo Francesco di Cerzeto (Cs), Domanico Carmelo di Cerzeto (Cs), Abramo Rosalia di Lamezia Terme (Cz), Brescia Gavino di Belcastro (Cz), Ciavattone Francesco Catanzaro, Aiello Filomena di Belcastro (Cz), Aiello Gregorio di Belcastro (Cz), Mazzei Antonio di Sellia Marina (Cz), Briatico Rosa di Curinga (Cz), Frustaglia Giovanni di Isola di Capo Rizzuto (Cz), Gallelli Andrea di Cutro (Kr), Catanzaro Bruno di Curinga (Cz), Olivo Maria di Cutro (Kr), Scidà Antonio di Curinga (Cz), Catanzaro Roberto di Acconia di Curinga (Cz), Candreva Nicola di Cerzeto (Cs), Cappa Nicola Roberto di Strongoli (Cz), Turco Italo di Spezzano Albanese (Cs), Brugnano Luigi di Cutro (Kr), Rutigliano Michele di Terlizzi (Ba), Gargano Francesco di Cosenza, Di Vuono di Crotone, Olivo Nicola di Cutro (Kr), Lerose Maria Antonietta di Cutro (Kr), Pasquale Salvatore di Cutro (Kr), Brugnano Antonio di Cutro (Kr), Di Vuono Giuliano di Cutro (Kr), Stella Bruno di Catanzaro, Galdy Armando di Cutro (Kr), Brugnano Massimo di Cutro (Kr).
Gli uffici della Questura sono in un’area a rischio: «Indagate sui due morti»
«Riesumate i nostri colleghi»
MELICUCCO - Una agenzia destinata alla raccolta e accettazione di scommesse su eventi sportivi, priva delle necessarie concessioni ed autorizzazioni previste dalla normativa vigente è stata scoperta dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Palmi, che operano sotto le direttive dal capitano Bartolomeo Scalabrino. Il rinvenimento è avvenuto nell’ambito dei quotidiani servizi di controllo economico del territorio disposti dal comandante provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, il colonnello Alberto Rega, finalizzati anche alla prevenzione e repressione di illeciti in materia di giochi e scommesse clandestine. Il blitz è scattato nella tarda mattinata di sabato a Melicucco nella Piana di Gioia Tauro, a seguito di una preliminare ed approfondita attività investigativa iniziata quando i finanzieri notavano nel locale la presenza di diversi computer e talune stampanti di tipo “p.o.s.”, molto verosimilmente destinati all’attività di scommesse on line. Successivi riscontri anche di natura documentale, consentivano ai militari della Guardia di Finanza di accertare l’esercizio illegale dell’attività che veniva svolta nel locale, in quanto il titolare non era in grado di esibire alcuna concessione per la gestione e la raccolta. Pertanto venivano sottoposti a sequestro i 5 personal computer di fatto funzionali alla raccolta, in quanto collegati a siti inibiti dall’Aams ed utilizzati per l’immissione delle puntate “on line”, due stampanti “p.o.s.” destinate all’emissione delle ricevute sulle giocate, oltre 220 tagliandi comprovanti le scommesse effettuate riportanti, anche, illegittimamente, il logo dell’amministrazione autonoma dei monopoli di stato–nonché ulteriore e cospicua documentazione amministrativo/gestio-nale posta a supporto della citata attività. Il titolare ed un suo collaboratore sono stati, quindi, denunciati a piede libero alla Procura della Repubblica di Palmi. m. a.
La protesta del sindacato di polizia a Crotone dopo i rilievi sanitari di GIULIANO CARELLA CROTONE - «Chiediamo il trasferimento immediato degli uffici della Questura in una sede provvisoria: siamo pronti a rischiare la vita ogni giorno, ma qui è a repentaglio la nostra salute». È il grido d'allarme lanciato da Gianfranco De Carlo e Assunta Galletta responsabili provinciali del Sindacato di polizia Ugl di Crotone. Entrambi fanno leva sulle dichiarazioni rilasciate, nel corso della scorsa settimana, dal procuratore capo di Crotone Raffaele Mazzotta. Sulla scorta delle analisi effettuate dall'Unical, il procuratore colloca il piazzale della Questura pitagorica tra quelli più a rischio dei 23 siti sequestrati nell'ambito dell'inchiesta choc, “Black mountain”. A essere contaminata dai materiali nocivi, infatti, è la parte più in superficie del piazzale: il suolo, quello con cui si entra più a contatto ogni giorno. Gli iscritti al sindacato di Polizia allora non ci stanno. Da ieri mattina hanno avviato la raccolta firme per sollecitare il trasferimento momentaneo della struttura organizzativa di Polizia. La manifestazione di protesta è stata predisposta proprio all'interno del piazzale incriminato, con guanti e mascherine distribuite a tutti i partecipati. Il buon esito della manifestazione è arrivato scontato: in poco più di due ore, sono state ben 250 le firme di chi ha scelto di aderire all'iniziativa. A sostegno del sindacato, sarebbero dovute arrivare anche le telecamere di Striscia la notizia, ma non è stato così. Sembra proprio che la troupe di Antonio Ricci abbia dovuto rimandare la “spedizione” all'ultimo minuto. Gli organizzatori comunque rassicurano: «Arriveranno presto». Forte del risultato, l'Ugl chiede ora di essere ascoltata
La questura di Crotone
dalle autorità competenti, che la Questura venga trasferita. «Siamo preoccupati - spiegano i due rappresentanti sindacali -. Dai reperti liquidi e solidi analizzati dal professor Sindona (direttore del Dipartimento di chimica dell'Unical, ndr) è stata rilevata in superficie la presenza inquie-
tante di sostanze tossiche, quali piombo e arsenico. Continuiamo ad inalare questi veleni ogni giorno. Sono sostanze nocive che calpestiamo abitualmente. Le suole delle nostre scarpe ne sono intrise: le portiamo negli uffici, nelle nostre case». Il sindacato di Polizia del-
l'Ugl, intanto, ha già chiesto la riesumazione dei corpi di due ex poliziotti. Secondo una supposizione maturata nei loro ambienti, infatti, sarebbero entrambi decessi “sospetti”, avvenuti: quattro anni fa, il primo; appena sei mesi addietro, l'ultimo. Per l'Ugl va accertata (o meno) la presenza delle sostanze tossiche nei loro organismi. «Bisogna vederci chiaro in queste due morti - dice il segretario provinciale Gianfranco De Carlo . Vogliamo capire come sono morti i nostri colleghi. Non sappiamo quali siano le condizioni di salute degli altri, ma ora più che mai è divenuto necessario avviare uno screening completo su tutti noi». Il sindacato reclama anche che «vengano avviati i lavori a piazzale Nettuno da tempo destinati alla costruzione del nuovo stabile a Crotone».
Gli involucri erano nascosti in un casolare di campagna a Santa Cristina d’Aspromonte
Custodiva cinque ordigni in una giara SANTA CRISTINA D'ASPROMONTE - Custodiva cinque ordigni esplosi di grosso potenziale in una casa di campagna: ma la polizia nel corso di una perquisizione li ha trovati e sequestrati. Lui, il bracciante agricolo proprietario della casa colonica Umberto Polistena di 53 anni, originario di Santa Cristina D'Aspromonte è finito in carcere con l'accusa di detenzione illegale di esplosivi. La scoperta dell'esplosivo, oltre sei chilogrammi in tutto, è stata effettuata dagli agenti del commissariato di Taurianova nel corso di alcuni controlli mirati disposti dal Questore Casabona. Abilmente oc-
Le cinque bombe che sono state sequestrate a Santa Cristina
cultati in una giara di terracotta, in una casetta di campagna nel territorio di Lubrichi, frazione di Scido, cinque involucri cilindrici, abbastanza voluminosi, avvolti in carta colore marrone erano sormontati da una miccia di colore amaranto, risultata successi-
vamente essere del tipo “a lenta combustione”; Gli inquirenti, insospettiti dal tipo di materiale rinvenuto, contattavano immediatamente l' artificiere antisabotatore della Polizia di Stato che, non appena giunto sul posto comprendeva la pericolosità degli
oggetti ritrovati. In particolare, l' artificiere provvedeva alla messa in sicurezza ed alla classificazione del materiale , individuando negli involucri cinque ordigni esplosivi ad altissimo potenziale pericolosissimo ed in grado di arrecare danni notevoli se fosse stato usato. Le indagini degli uomini del Vice-Questore Ludovico adesso puntano a comprendere l' effettiva origine e l' eventuale destinatario dell' esplosivo sequestrato. Si cerca di capire se l'uomo finito in manette fosse solo un incaricato di custodire gli ordigni a disposizione degli ambienti malavitosi locali. m.a.
E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro
12 Calabria