Mi chiedo se all’orizzonte ci sia qualcosa di più piccolo della sua linea… Ho perso quello che volevo dire dal pulpito. Ho constato che si deve scendere negli anfratti oltre la coltre delle immagini luccicanti e immaginare possibilità. È chiaro il mio punto di vista. L’etica che governa il mio fare cosciente è dichiarata innanzitutto nelle domande. Ma la soluzione non è esplicitata perché non parla di me. Parla di molte possibili soluzioni. Il vagabondo quindi non è metafora ma è la diretta descrizione dell’azione di chi cerca di infilarsi nelle più piccole possibilità dondolandosi tra il sicuro e l’incerto. Accettando la causalità dell’incontrollabilità come materia viva da cui poter ridefinirsi costantemente ogni volta che l’immaginato si traduce in reale.
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