Università degli Studi di Milano-Bicocca Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Informatica
Piattaforme web 2.0 a supporto della didattica universitaria: il caso di un corso sul web 2.0
Relatore: Ch.mo Prof. R. Polillo Correlatore: Dott. A. Garavaglia
Tesi di laurea di Panzi Carlo matricola 047654
Anno Accademico 2008–2009
Ai miei genitori ai miei zii e alla mia nonna, che mi hanno sempre supportato in tutte le mie scelte e a Alessandra, Alice & Alice, Cristina, Enrica e Elena, Fadia, Ilenia, Laku, Samuele, Trippo, e tutti i miei amici che mi hanno sempre sopportato.
Indice 1 Web 2.0 e Learning 2.0 1.1
1
Il paradigma Learning 2.0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
2 Le piattaforme possibili
4 7
2.1
Le Piattaforme didattiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
7
2.2
Blog . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
9
2.3
Social Networks . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
9
2.4
Contenuti online . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
15
2.5
Software per il lavoro cooperativo . . . . . . . . . . . . . . . .
16
2.5.1
Wiki . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
16
2.5.2
Suite di office management . . . . . . . . . . . . . . .
16
3 Requisiti per il corso
18
3.1
Possibilità di pubblicare in ordine il materiale del docente. . .
18
3.2
Possibilità di pubblicare in ordine le comunicazioni ufficiali. .
18
3.3
Possibilità di archiviare le comunicazioni su base annua. . . .
19
3.4
Possibilità di creare gruppi di discussione per i progetti didattici. 19
3.5
Strumenti di lavoro cooperativo. . . . . . . . . . . . . . . . .
20
3.6
Disponibilità in linea dei progetti realizzati dagli studenti. . .
20
3.7
Strumenti per la costruzione delle Personal Learning Pages .
20
3.8
Strumenti di comunicazione interna riguardante il corso. . . .
21
3.9
Vietato materiale offline, attenzione al copyright. . . . . . . .
21
iii
INDICE
iv
4 Strumenti per la prima edizione del corso
22
4.1
Il blog . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
22
4.2
Le faq . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
24
4.3
La social network . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
25
4.4
Facebook . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
25
4.4.1
Il signor Corso Web . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
25
4.5
Gli strumenti di lavoro e di pubblicazione . . . . . . . . . . .
29
4.6
La wiki . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
29
5 Risultati conseguiti 5.1
5.2
5.3
31
Cosa ha funzionato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
31
5.1.1
I Microprogetti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
32
5.1.2
Valutazione del corso da parte degli studenti . . . . .
33
Cosa non ha funzionato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
37
5.2.1
Facebook . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
37
5.2.2
La social network . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
38
5.2.3
La pubblicità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
38
5.2.4
Metrica per la valutazione dell’utilizzo degli strumenti
38
La lezione imparata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
39
6 Strumenti per la nuova edizione
41
6.1
L’evoluzione degli strumenti e dei ruoli . . . . . . . . . . . . .
41
6.2
Comunicazioni verticali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
41
6.2.1
Dall’alto verso il basso . . . . . . . . . . . . . . . . . .
42
6.2.2
Dal basso verso l’alto
. . . . . . . . . . . . . . . . . .
44
6.3
Pubblicazione e condivisione del materiale . . . . . . . . . . .
45
6.4
Gruppi di comunicazione, discussione e lavoro . . . . . . . . .
45
6.5
Rapporto dei risultati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
46
6.6
Metrica per la valutazione degli strumenti . . . . . . . . . . .
46
7 Conclusioni e problemi aperti 7.1
La privacy e il copyright . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
48 48
INDICE
v 7.1.1
Permanenza delle informazioni in rete . . . . . . . . .
49
7.1.2
La vita scolastica e la vita privata . . . . . . . . . . .
50
7.2
Il businnes model delle applicazioni 2.0 . . . . . . . . . . . . .
51
7.3
Considerazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
51
A Il blog del corso 2009
53
A.1 La piattaforma . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
53
A.2 Installazione e personalizzazione . . . . . . . . . . . . . . . .
53
A.3 Utilizzo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
56
A.3.1 I Sondaggi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
56
A.3.2 L’archiviazione dei contenuti per anno . . . . . . . . .
56
A.4 Limiti della piattaforma . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
57
B Le FAQ del corso
59
Bibliografia
63
Capitolo 1
Web 2.0 e Learning 2.0 La natura di Internet e, cosa altrettanto importante, le persone che usano Internet, stanno cambiando. Questi cambiamenti si propagano sull’industria, sui governi e su tutti gli aspetti della società. Dal 1990 ad oggi, attraverso periodi di boom e periodi di crisi, Internet si è evoluta da una rete di computer connessi a una rete di persone. Le strutture e le organizzazioni che hanno caratterizzato la vita prima dell’avvento di Internet si stanno sfaldando. Dove figure intermediarie, come addetti alle pubbliche relazioni, giornalisti o burocrati, non sono più necessari, vengono scartati. I consumatori parlano direttamente ai produttori, richiedendo affidabilità e trasparenza. Spesso i consumatori collaborano attivamente con i produttori, e in molti casi, le due entità si fondono. Quello che una volta era passivo è diventato attivo. Il disinteresse si è mutato in collaborazione. Gli utenti di Internet possono anche non votare, ma solo perché il voto è irrilevante quando ci si autogoverna. Il primo segno di cambiamento è stata la nascita e la popolarità di un sito chiamato LiveJournal[13] e l’interesse verso un altro sito chiamato Friendster, nato per incontrare nuove persone e navigare tra i profili (le pagine web personali) dei propri amici online. Sull’onda di questi siti, che sono stati chiamati “social networks”, sono nati servizi come Tribe, LinkedIn, Orkut, Flickr e Yahoo 360.
1
CAPITOLO 1. WEB 2.0 E LEARNING 2.0
2
Tim O’Reilly con la sua definizione di Web 2.0[12] dà un nome (in realtà il nome lo ha coniato Dale Dougherty, vicepresidente della O’Reilly Media) all’insieme degli strumenti nati attorno al 2005 e tuttora in evoluzione; esso delinea uno strumento 2.0 come uno strumento che segua queste linee guida: 1. Services, not packaged software, with cost-effective scalability. 2. Control over unique, hard-to-recreate data sources that get richer as more people use them. 3. Trusting users as co-developers. 4. Harnessing collective intelligence. 5. Leveraging the long tail through customer self-service. 6. Software above the level of a single device. 7. Lightweight user interfaces, development models, AND business models. É questa la base per realizzare l’Integrazione Digitale, ovvero un ambiente globale, nel quale la divisione tra singole pagine, tra singoli device si sfoca; un ambiente in cui non c’è più necessità di definire il computer come personale, perché i propri dati sono accessibili, da qualunque strumento, in qualunque parte del mondo. Questo concetto viene ben rappresentato da un decalogo proposto da Di Bari[5]. Un decalogo non definitivo, ma in una versione beta, perché il Web 2.0 è in un perenne stato di work in progress (il Web è flusso): 1. Il Web è una piattaforma. Dai software installati sul computer degli utenti si arriva ai software servizi accessibili online. Dati e software che li analizzano sono tutti online, non più scorporati. 2. Il Web è funzionalità. Si compie la transizione dei siti web da silos di informazione a fonti di contenuto e servizi.
CAPITOLO 1. WEB 2.0 E LEARNING 2.0
3
3. Il Web è semplice. Si facilita l’accesso a l’utilizzo dei servizi web anche da parte degli “early adopter” utilizzando interfacce utente leggere e basate, per esempio su AJAX, ma ricche, interattive e facili da usare (user friendly). 4. Il Web è leggero. I modelli di sviluppo, i processi e i modelli di businnes diventano leggeri. La leggerezza è connotata dalla condivisione di contenuti e servizi e abilitata dall’implementazione di elementi modulari intuitivi e di facile utilizzo. 5. Il Web è sociale. Le persone fanno il Web, “popolano il Web”, socializzando e spostando via via maggiori componenti dalla vita fisica a quella online. 6. Il Web è flusso. Viene data fiducia agli utenti come co-sviluppatori e si accetta di vivere una condizione di “beta perpetua”, che sancisce la morte del ciclo di adozione del software. 7. Il Web è flessibile. Il software si colloca un livello superiore rispetto al singolo dispositivo per fare leva sul potere della Long Tail attraverso il customer self service e sulla gestione di dati algoritmici per raggiungere l’intero Web: le periferie e non solo l centro, la coda lunga e non solo la testa. 8. Il Web è mixabile. La diffusione di codici per modificare le applicazioni web (come fa, per esempio, Google con il suo Google Maps) permette a tanti smaliziati individui, non necessariamente professionisti dell’informatica, di mixare un’applicazione con un’altra per ottenerne una terza. É questa la potenza del Web 2.0, una catena senza fine di incroci (in gergo, mashup).
CAPITOLO 1. WEB 2.0 E LEARNING 2.0
4
9. Il Web è partecipativo. Si adotta un architettura di partecipazione che incoraggi gli utenti ad aggiungere valore all’applicazione mentre la usano, in alternativa al controllo gerarchico del controllo all’accesso delle applicazioni. 10. Il Web è nelle nostre mani. Si implementa un’aumentata organizzazione categorizzazione dei contenuti, che enfatizza l’interazione mirata, mediante deep linking. Grazie a fenomeni come la “classificazione sociale” (social tagging) i contenuti sono sempre più facilmente raggiungibili. L’obiettivo di questo documento è strutturare un corso universitario che “insegni” il Web 2.0, utilizzando, nella didattica, il “paradigma 2.0”. Il Corso sul Web 2.0 vuole quindi essere esso stesso uno strumento 2.0, e rispetterà queste linee guida.
1.1
Il paradigma Learning 2.0
La situazione attuale dell’educazione non è così diversa da prima dell’ampia diffusione degli accessi a Internet e all’esplosione del mondo online.[11]. Le teorie tradizionali dell’insegnamento a distanza e dell’insegnamento collaborativo sono state adattate al mondo online. I contenuti vengono organizzati secondo questi modelli tradizionali e consegnati o completamente online o come supplemento di seminari tradizionali[6]. Il termine e-learning viene definito dalla commissione europea come Utilizzo delle nuove tecnologie multimediali e dell’Internet per migliorare la qualità dell’apprendimento e facilitare l’accesso a risorse e servizi, ma anche gli scambi e la collaborazione a distanza. Questo corso vuole arricchire questa definizione, potenziando gli scambi e la collaborazione a distanza con l’utilizzo di strumenti dedicati, già presenti
CAPITOLO 1. WEB 2.0 E LEARNING 2.0
5
online; il paradigma proposto non vuole affatto imporre una nuovo metodo di insegnamento, vuole invece potenziare le metodologie di didattica cooperativa già in uso con strumenti differenti: l’utilizzo del termine “Learning 2.0” si riferirà quindi a processi di Learning traduzionali erogati con il supporto di servizi 2.0 quali blog, social networks, wiki ed altri. Possiamo cominciare riproponendo il paragone tra Web 1.0 e Web 2.0 in termini di didattica: 1. Company generated content - User generated content La realizzazione dei contenuti si libera da una redazione, nel caso della didattica il corpo docente, per giungere a contenuti realizzati dall’insieme degli utenti che gravitano attorno al corso. 2. Taxonomy - Folksonomy In una tassonomia il metodo di classificazione dei contenuti avviene per suddivisione in categorie e viene gestito solitamente dagli autori dei contenuti o da un organismo di controllo. In questo scenario invece la responsabilità di organizzazione viene slegata dalla produzione: viene data ai visitatori la possibilità di assegnare a ciascun contenuto delle parole chiavi. Il risultato è che le persone non staranno più categorizzando dei singoli elementi, ma creando modi di raggruppare gli elementi, e offrendo la loro interpretazione a queste relazioni.[17] 3. Navigazione Menu - Navigazione search & peer referral Mancando un sistema di categorizzazione centralizzato (per l’assenza di una tassonomia fissa), perde senso il meccanismo classico di navigazione tra contenuti e categorie: la navigazione per menù a livelli. Per sopperire a questa mancanza è necessaria una potente funzione di ricerca dei contenuti, che basi la popolarità di un contenuto all’interesse gli gli utenti dimostrano (tradizionalmente, condividendo il contenuto
CAPITOLO 1. WEB 2.0 E LEARNING 2.0
6
con altre persone). In questo modo si decentralizza la responsabilità sui risultati, da un organismo centralizzato agli utenti. Senza una tassonomia e una scelta editoriale di livelli di menù, diventa difficile manovrare e controllare il successo di un singolo documento: sarà la sua circolazione, e quindi indirettamente la sua bontà, a determinarne un posizionamento favorevole. 4. Releases successive - Perpetua beta Mentre in un corso tradizionale la struttura è fissa, e viene modificata di edizione in edizione, esattamente come le release successive di un software, nel nostro caso avremo una struttura fluida, definita da linee guida ma aperta a cambiamenti in itinere, per adattarsi alle esigenze dei partecipanti. Essi stessi saranno i promotori di questi cambiamenti: vedremo come strumenti utilizzati nel corso permettono agli utenti di segnalare eventuali problematiche e novità, e più importante, contribuire attivamente alla definizione della struttura. Il docente assume un ruolo di organizzatore, di voce guida: il suo compito più importante sarà mantenere il dialogo degli studenti vivo e vivace sui temi trattati; l’insieme studenti - docenti deve arrivare a sviluppare un senso di community, dove la comunicazione avviene come in una tavola rotonda, piuttosto che seguendo una gerarchia imposta.
Capitolo 2
Le piattaforme possibili Esistono sul web centinaia di siti e applicazioni che possono essere considerati strumenti validi al nostro fine, bisogna però porre alcuni vincoli prima di guardarsi attorno. La necessità fondamentale è la disponibilità in linea e gratuita: gli strumenti devono essere poter completamente utilizzati dagli studenti per i fini del corso. Una considerazione va spesa per quei servizi che offrono delle funzionalità avanzate a pagamento: deve essere garantito un insieme di funzionalità basilari. Vogliamo anche evitare strumenti troppo di nicchia, o strumenti ibridi quali il pacchetto Office Live della Microsoft e l’alternativa di casa Apple iWork.com, non essendo completamente accessibili da tutti gli studenti e posizionandosi in maniera molto marginale rispetto alle linee guida degli strumenti 2.0.
2.1
Le Piattaforme didattiche
Sono disponibili da alcuni anni piattaforme web sviluppate specificatamente per organizzare i processi di apprendimento, identificate dall’acronimo inglese LMS1 . Vengono definite da Garavaglia[8] come dei sistemi software che incorporano gestione degli utenti di un corso, gestione dei contenuti, delle 1
Learning Management System
7
CAPITOLO 2. LE PIATTAFORME POSSIBILI
8
attività di valutazione, della gestione dei processi comunicativi e collaborativi e infine dei processi di monitoraggio e valutazione. Sempre in Garavaglia, viene definito l’ambiente LCMS2 come un software LMS che integra anche funzioni di gestione e generazione dei contenuti. Gli strumenti sociali, come i blog, le wiki, o le social networks vengono analizzate da Dalsgaard in contrapposizione agli LMS, secondo principi di costruttivismo sociale[4]. L’utilizzo di strumenti sociali rappresenta un differente approccio all’organizzazione dell’apprendimento, rispetto all’utilizzo di un LMS: utilizzando uno strumento integrato, il corso viene erogato all’interno di un sistema “chiuso”, e a ogni studente viene presentato lo stesso punto di vista sul web (in termini di link, materiali proposti, collegamenti ad altri siti); l’utilizzo di strumenti personali combinati con le social network forma invece la base della individualizzazione del web[7]. In questo documento non verranno proposte soluzioni basate su piattaforme didattiche; verranno utilizzati invece strumenti gratuiti sotto il pieno controllo degli utenti. Questa scelta viene considerata per supportare il processo di lavoro indipendente di uno studente, o di un gruppo; uno studente coinvolto in un progetto potrà usare una wiki o un proprio blog per comunicare il suo lavoro ai membri del suo gruppo; potrà usare suites di strumenti da ufficio (editor di testi, fogli di calcolo) o altri tipi di pagine web per realizzare con il suo gruppo il progetto, oppure abbonarsi ai RSS del lavoro altrui, per seguirne l’evolversi. Sarebbero inoltre un fuori argomento rispetto all’impostazione di questo documento: le finalità del corso analizzato, prevede il mettere a disposizione degli utenti una serie di strumenti che possano essere riutilizzati in altri contesti, e farlo utilizzando proprio questi strumenti. 2
Learning Content Management System
CAPITOLO 2. LE PIATTAFORME POSSIBILI
2.2
9
Blog
Il blog è uno strumento di condivisione delle informazioni. Prende il nome dalla contrazione di Web Log, ed è un sito web che contiene elementi principalmente testuali, i post, ordinati con un ordinamento cronologico inverso (prima i più recenti). I blog soddisfano vari scopi, dalle comunicazioni online formali, ai diari personali, a momenti di sfogo. Solitamente sono scritti da una persona o una cerchia limitata di collaboratori.[1]. Le funzionalità base di un blog includono un sistema di pubblicazione semplice, svincolato da conoscenze tecniche, un archivio ordinato di post precedenti, la possibilità di generare una pagina web a se stante per ogni elemento pubblicato, identificata da un indirizzo URL univoco. Questa ultima caratteristica dà la possibilità di effettuare collegamenti dall’esterno3 . La rete che si è ormai formata (ma che è viva e sempre in aggiornamento) di questi link, di post che citano altri post, è la cosiddetta Blogosfera, entità regolata da pattern come le curve di potenza[14].
2.3
Social Networks
Una Social Network è una struttura sociale composta da nodi (generalmente persone) collegate da esse da un qualche tipo di relazione (amicizia, lavoro o interessi comuni). Si intende come strumento online un sito composto da varie pagine web personali (una per ogni iscritto), i profili, collegati tra essi e da un certo numero di aree comuni dove è possibile condividere materiali o proporre e contribuire a discussioni. Tra le più famose vi sono Facebook e MySpace, che si riservano la gestione degli utenti e propongono temi comuni fissi (Facebook è nato per unire vecchi compagni di scuola), Ning che permette di creare proprie social networks personalizzate e infine Elgg, che è una social network open source da installare sul proprio server; una comparazione tra le caratteristiche di questi strumenti è presentata nella tabella 2.1. 3
linkare
CAPITOLO 2. LE PIATTAFORME POSSIBILI
10
Uno strumento interessante è Ning, che permette di realizzare Social Networks, ovvero definire quali tipi di interessi comuni andranno a qualificare le relazioni tra gli iscritti, per esempio, la community dei maghi americani, o degli studenti di un determinato corso universitario sul web 2.0. L’utilizzo delle SN tramite la personalizzazione della propria pagina profilo, e la navigazione tra le pagine degli altri utenti, permette una forma molto particolare di condivisione dei contenuti. Le Social network sono attualmente molto utilizzate come piattaforme di supporto all’e-learning; Sul sito del C4LPT4 si può trovare pubblicata una lista alfabetica delle SN create su Facebook o Ning a scopo didattico[10].
Tabella 2.1
Descrizione
: confronto tra 3 tipi di Social Network.
Facebook
Ning
Elgg
Social Network
Piattaforma che
Piattaforma per
gestita da una so- permette di crea- creare una Social cietà: gli utenti
Licenza
re e ospita Social
Network: in ho-
possono iscriver- Networks.
sting o da instal-
si e creare gruppi
lare sul proprio
di interesse.
sito.
Tramite iscrizione al servizio
GPL
Utenti iscrit- Più di 200 milio- Più di 1 milione
Sconosciuto (Le
ti
social
network
create
sui
ni di utenti
di gruppi
siti
privati non sono indicizzate). Decine di migliaia di downloads per settimana
4
Centre for Learning and Performance Technologies, http://www.c4lpt.co.uk
CAPITOLO 2. LE PIATTAFORME POSSIBILI Facebook
11
Ning
Elgg
Numero
Non c’è un li- Un singolo ac- E’ possibile scari-
di
mite al nume- count può crea- care e installare
/
gruppi network
creabili
Chi
si
può
iscrivere?
ro di gruppi che
re fino a 10 SN. il codice infinite
un utente può
Ogni SN può ave- volte.
creare.
re infiniti gruppi.
Chiunque (sopra
Chiunque (sopra
Il gestore della re-
i 13 anni). L’am- i 13 anni) può
te può scegliere
ministratore dei
creare una SN. se abilitare l’iscri-
singoli
gruppi
Ogni gestore di
zione libera o la
scegliere
SN può scegliere
richiesta.
può se
lasciare
la
i vincoli per l’i-
partecipazione
scrizione alla pro-
aperta o tramite
pria rete.
autorizzazione. Chi può crea- Nessuno. I grup- L’amministratore Tutti gli iscritre un sotto- pi sono entità gruppo?
della rete può
atomiche. Si pos- scegliere
se
sono creare grup- chiunque
può
pi paralleli
creare gruppi, o se la creazione debba approvata.
essere
ti possono creare gruppi
CAPITOLO 2. LE PIATTAFORME POSSIBILI Facebook
Ning
Cancellare o
Facebook
bloccare
cancellare
de- della
gli
che
gli
utenti
utenti
non i
può
rispettino termini
servizio.
12
di Gli
amministratori
Elgg
L’amministratore L’amministratore SN
può
di rete può can-
rimuovere utenti
cellare
dalla
dalla
rete.
propria
utenti SN
I proprie- rimuoverli
tari di gruppi possono
o da
gruppi
bloc-
dei gruppi pos- care utenti dal sono
escludere
proprio gruppo
degli utenti dal proprio gruppo. Possibilità di
Limitata in ter- Buona sia in ter- Completamente
personalizza-
mini di funzio- mini di funziona- personalizzabile
zione
nalità; L’aspetto
lità che di aspet- (viene
mantiene l’imma- to visuale.
to
gine coordinata
sorgente)
rilascia-
il
codice
di Facebook FUNZIONALITÁ Pagina
del
profilo
Unica su tutto
Una pagina del
Una pagina uni-
Facebook
profilo indipen- ca del profilo dente per ogni social network a cui ci si iscrive
Messaggistica
Si
interna Discussioni
Nella pagina del
Nel forum gene- Solo all’interno
gruppo
rale della SN e nei singoli gruppi.
dei gruppi
CAPITOLO 2. LE PIATTAFORME POSSIBILI Facebook
Ning
Chat interna
13 Elgg
Si
Può essere abilitata
Blog
No. E’ possibile
Blog
personale
Blog
personale
condividere link
sulla pagina del
e possibilità di
al proprio blog
profilo
blog a più autori.
Tramite il sito
Individuali
situato altrove. Feed RSS
Tramite il sito
per
(non personaliz- o tramite wid- ogni pagina o zabili)
Upload di file
get sulle pagine
generali per il
personali
sito.
Le foto e i vi- I video posso- Files di tutti i tideo possono esse- no essere caricati
Pagine
web
re caricati in un
se consentito dal- re caricati nello
area personale o
l’amministratore
spazio personale
in uno spazio per
o nello spazio del
il gruppo
gruppo
No
L’amministratore Tutti gli iscrit-
statiche
può
creare
pagine web Wiki
pi possono esse-
No
ti possono creare pagine web Tutti gli iscritti possono creare wiki
Micro
Tramite un appli- No, anche se tra- Si può aggiorna-
blogging
cazione si può in- mite un widget corporare twitter
si può mostra- te un applicazio-
nel proprio stato
re twitter sulla propria pagina
Eventi
re twitter trami-
Si ALTRE CARATTERISTICHE
ne
CAPITOLO 2. LE PIATTAFORME POSSIBILI Facebook
Ning
14 Elgg
Privacy uten- Gli iscritti possono regolare la
Gli iscritti posso-
te
privacy per tipi di risorse, ma
no impostare per-
non per i singoli elementi
messi individuali per ogni risorsa che loro hanno creato
Dominio per- No
Si, come servizio
sonale
premium
Pubblicità
Yes
Si può togliere
No (si può in-
come
stallare della pro-
servizio
premium Semplicità di
Facile
Si
pria)
Facile (è richie- Più complessa.
installazione
sta pratica dei termini comuni)
Termini servizio
del
Facebook si riser- Ning si riserva va il diritto di
L’Amministratore
il diritto di con- della Social Net-
conservare, riuti- servare e riutiliz- work lizzare e condivi- zare i dati che dere con terzi i
decide
i
termini del servi-
gli utenti pubbli- zio. I dati non
dati che gli uten- cano ai creatori
sono
ti pubblicano.
modo controllati
della rete
in
da Elgg RIASSUNTO
alcun
CAPITOLO 2. LE PIATTAFORME POSSIBILI Facebook Adatto per
Ning
15 Elgg
Utilizzo privato, Individui o Orga- Organizzazioni per connettersi
nizzazioni che vo- che necessitano
con altri utenti e
gliono creare una
di un controllo
creare / parteci- Social Network li- molto
detta-
pare a gruppi di
mitata a un in- gliato su tutti
interesse
sieme definito di
gli
utenti.
gestione e per-
aspetti
di
sonalizzazione di
una
social
network dedicata a
un
gruppo
definito di utenti
2.4
Contenuti online
Esistono numerosi siti che offrono servizi di hosting specializzato per determinati contenuti: lavorando con un set di tipi di file ben definito, quali immagini, video o documenti, risultano avvantaggiati rispetto a una piattaforma generalista: questo ha portato allo sviluppo di caratteristiche di usabilità, condivisione e gestione molto specifiche. Una caratteristica importante è la possibilità di condivisione delle informazioni, con altri utenti, non necessariamente registrati al servizio. Questo li rende ben differenti da un semplice repository online dei nostri documenti personali: dal momento che il pubblico5 può vederli, si avranno commenti, tag per una migliore indicizzazione[16] o modifiche e riproposizioni. 5
chiaramente previa autorizzazione
CAPITOLO 2. LE PIATTAFORME POSSIBILI
2.5
16
Software per il lavoro cooperativo
Le piattaforme per il lavoro collaborativo offrono, al contrario di quelle per la semplice condivisione di dati, la possibilità di interagire con il contenuto, modificarlo, e salvarne varie versioni. Queste operazioni sono permesse a più di un utente, anche e sopratutto contemporaneamente ed esistono vari modelli di autorizzazioni, quelle destinate a soli utenti registrati, quelle disponibili per qualunque utente, anche anonimo, oppure con un meccanismo a collaboratori ed inviti, dove l’utente padrone del documento (il creatore, in genere) può invitare altri utenti e permettere loro vari diritti di accesso e modifica.
2.5.1
Wiki
Wiki è una parola di origine Hawaiana, e viene usata per indicare un sito web gestito da un apposito software, che permette e facilita la creazione e la modifica di un numero infinito di pagine collegate tra loro, utilizzando un linguaggio di markup semplificato, senza porre eccessive restrizioni sull’accesso[2]. Le wiki vengono in genere utilizzate per ottenere informazioni, ma anche per creare siti web collaborativi e comunità, per condividere una discussione tra i partecipanti a un progetto di gruppo o per permettere agli utenti di confrontarsi con altri. Un esempio che non richiede spiegazioni è Wikipedia[3].
2.5.2
Suite di office management
Lo sviluppo del supporto al linguaggio Javascript offerto dai vari browser, unito all’utilizzo del formato XML per il trasporto dei dati6 ha reso possibile lo nascita di una particolare forma di interazione tra i siti: il salvataggio di modifiche senza dover ricaricare la pagina (tramite chiamate asincrone in background). Questo ha permesso la realizzazione di strumenti evoluti come editor di testi, fogli di calcolo, fogli di disegno, o editor di presentazioni, 6
la tecnologia conosciuta come AJAX: Asynchronous Javascript and XML
CAPITOLO 2. LE PIATTAFORME POSSIBILI
17
che hanno poco da invidiare alla loro controparte che risiede installata sul computer di casa; anzi la loro natura offre almeno due features difficilmente conquistabili altrimenti: l’indipendenza dal computer e la cooperatività. Per indipendenza dal computer non si intende la totale mancanza di necessità verso un supporto hardware, piuttosto gli unici requisiti sono un browser moderno e una connessione a Internet; la cooperatività invece consiste esattamente in una molteplicità di persone al lavoro sullo stesso documento contemporaneamente (richiede una piccola pratica, per superare lo stupore iniziale e mantenere l’ordine).
Capitolo 3
Requisiti per il corso Tramite una analisi preliminare sono stati evidenziati alcuni requisiti di base per la selezione degli strumenti da utilizzare durante il corso:
3.1
Possibilità di pubblicare in ordine il materiale del docente.
Il docente deve poter pubblicare il materiale preparato per il corso su un sito accessibile a tutti, non solo agli studenti. E’ necessario un ordinamento cronologico, la possibilità di effettuare ricerche tra i documenti pubblicati e uno strumento indicizzabile che consenta una forte posizionamento sui motori di ricerca generali. É una forma di comunicazione uno a molti, che non prevede un controllo sugli accessi, ma anzi incoraggia l’accesso a visitatori esterni - anche per aumentare la visibilità del corso.
3.2
Possibilità di pubblicare in ordine le comunicazioni ufficiali.
Un corso universitario prevede un certo numero di comunicazioni ufficiali, come il calendario delle lezioni, alcune comunicazioni sulla didattica e sugli esami. Anche in questo caso è importante un ordinamento cronologico e la
18
CAPITOLO 3. REQUISITI PER IL CORSO
19
possibilità di ricercare le informazioni, anche se la funzione di ricerca ha un interesse in un intervallo temporale minore (normalmente le informazioni sugli orari che interessano sono quelle sull’edizione dell’anno presente). Bisogna notare che alcune comunicazioni vanno considerate statiche: le informazioni sulla modalità d’esame, per esempio.
3.3
Possibilità di archiviare le comunicazioni su base annua.
Le comunicazioni presentate in ordine cronologico devono essere archiviate e mantenute online a scopo di consultazione di anno in anno: la maggior parte delle comunicazioni ufficiali perde significato una volta finito il corso (per esempio quelle sull’impossibilità di effettuare una determinata lezione un determinato giorno).
3.4
Possibilità di creare gruppi di discussione per i progetti didattici.
Data la natura del corso, che richiede una forte interazione tra i partecipanti è necessario predisporre aree “virtuali” dove avvengano discussioni e coordinamento sui progetti didattici. Devono fornire ricchi strumenti per facilitare gli scambi: non solo post testuali, ma deve essere possibile condividere documenti, filmati, immagini, notizie provenienti da altri siti. Queste aree devono prevedere un accesso solamente tramite registrazione, per evitare rumore esterno (spam1 , per esempio); la soluzione ideale sarebbe che prevedano un meccanismo di autenticazione uniforme, con gli altri servizi offerti, fornendo il supporto a OpenID. 1
Messaggi pubblicitari indesiderati
CAPITOLO 3. REQUISITI PER IL CORSO
3.5
20
Strumenti di lavoro cooperativo.
Per la realizzazione dei progetti assegnati e delle presentazioni didattiche, sono necessari strumenti di lavoro cooperativo, che permettano a gruppi di lavoro di collaborare in tempo reale sullo stesso progetto. Non è piu accettabile che documenti realizzati da gruppi di persone vengano scambiati con email e un sistema di revisioni a mano, per esempio utilizzando un colore diverso per ogni autore, e facendo riassunti delle modifiche ogni tanto. Le tecnologie presenti permettono di interagire cooperativamente sullo stesso documento (vedere due o più cursori muoversi sulla pagina per inserire del testo è, all’inizio, un esperienza curiosa).
3.6
Disponibilità in linea dei progetti realizzati dagli studenti.
Deve essere possibile caricare online, oltre al materiale prodotto dal docente, anche le presentazioni realizzate dagli studenti. É importante che si utilizzi uno strumento che garantisca la persistenza nel tempo dei documenti, che avranno una vita superiore alla durata del corso. I documenti caricati, se di sufficiente interesse potranno essere ripresi e modificati o condivisi con altri docenti di altri corsi: come discusso nella sezione 7.1 è necessario che questi strumenti permettano anche di condividere il matriale e specificare uno tra vari modelli di licenza del proprio contenuto.
3.7
Strumenti per la costruzione delle Personal Learning Pages
Un esempio di learning page, o diario personale di apprendimento è illustrato nella figura 4.5. Per la valutazione del conseguimento degli obiettivi da parte degli studenti stessi oltre che da parte del professore, e per monitorare il completamento dei micro progetti che verranno assegnati durante il corso, è richiesto che
CAPITOLO 3. REQUISITI PER IL CORSO
21
ogni utente costruisca una pagina di riassunto delle proprie attività. Nella pagina vanno inseriti i link a tutti i micro-progetti che sono stati realizzati (con i commenti opportuni), tale che a fine corso, in sede di valutazione, si parta da questa pagina per ripercorrere il cammino seguito dallo studente. Deve essere uno strumento che permetta di creare un insieme di documenti, liberamente editabili da parte degli studenti. Sarebbe consigliabile richiedere un autenticazione per l’accesso.
3.8
Strumenti di comunicazione interna riguardante il corso.
Sono necessari strumenti per la comunicazione “a tavola rotonda” tra tutti i partecipanti e i docenti del corso: ovvero dove tutti i partecipanti siano considerati alla pari; questo per favorire lo scambio di idee, la discussione e gli approfondimenti sugli argomenti trattati a lezione. Ciascun utente deve poter contribuire iniziando discussioni, proponendo suggerimenti, collegando materiale esterno, o anche semplicemente commentando le inserzioni altrui.
3.9
Vietato materiale offline, attenzione al copyright.
Tutto il materiale utilizzato deve essere raggiungibile online, da tutti in qualunque momento. Per ovviare a problemi di copyright si è deciso di pubblicare tutto il materiale realizzato con una licenza Creative Commons: Attribuzione - Non Commerciale - Condivisione.
Capitolo 4
Strumenti per la prima edizione del corso Per l’edizione del Corso Web 2.0 dell’anno 2008 sono stati scelti alcuni strumenti che soddisfassero i requisiti fissati nel capitolo precedente.
4.1
Il blog
Il blog è stato scelto come uno strumento di comunicazione uno a molti che permette al docente di pubblicare il materiale realizzato da lui sul corso, le comunicazioni ufficiali e i link alle presentazioni realizzate dagli studenti, pubblicate su una piattaforma di condivisione; inoltre il blog ha avuto funzione di accentratore per gli altri strumenti. Ogni post del blog è stato volutamente lasciato aperto a commenti, per invogliare il dialogo e l’approfondimento. Il blog è raggiungibile all’indirizzo: http://corsoweb20polillo.blogspot. com/.
22
CAPITOLO 4. STRUMENTI PER LA PRIMA EDIZIONE DEL CORSO23
Figura 4.1: La pagina iniziale del blog del corso.
CAPITOLO 4. STRUMENTI PER LA PRIMA EDIZIONE DEL CORSO24
4.2
Le faq
Le faq1 , rese disponibili tramite il sito faqlog sono state utilizzate per le comunicazioni statiche del corso: i temi trattati, l’obbligo di frequenza, le modalità d’esame. Nonostante sia uno strumento che non prevede collaborazione, era comunque necessario fornire alcune informazioni basilari, smplicemente e chiaramente. Si trovano online su FAQLog2 , e attualmente le risposte a domande più frequenti sono: 1. A chi è destinato questo corso? 2. Come si chiama questo corso nei regolamenti didattici? 3. Quali sono gli obiettivi del corso? 4. E’ un corso on-line? 5. Qual è la durata del corso e quanti sono i CFU? 6. Quali sono i temi che verranno trattati? 7. In che cosa consistono i micro-progetti? 8. Qual è il materiale didattico? 9. In che cosa consiste l’esame? 10. Quali sono gli strumenti web 2.0 a supporto del corso? 11. I micro-progetti realizzati saranno accessibili liberamente in rete? 12. Se tutto il materiale è in rete, come proteggo la mia privacy? 13. Io non sono uno studente iscritto alla Università. Posso interagire con voi dalla rete? Per completezza le FAQ sono state allegate nell’appendice B 1 2
Frequently asked questions All’indirizzo http://corsoweb20polillo.faqlog.com/
CAPITOLO 4. STRUMENTI PER LA PRIMA EDIZIONE DEL CORSO25
4.3
La social network
La social network, ospitata dal sito ning.com3 , è il cuore dell’interazione del corso. É stata utilizzata dagli studenti per realizzare le singole pagine personali (personalizzate secondo i gusti degli stessi), per discussioni su temi sensibili e sopratutto per rafforzare i legami tra tutte le persone coinvolte. Un altro lavoro importante compiuto sulla Social Network è stata l’organizzazione dei progetti: dalle proposte (da parte sia del docente che degli studenti), alla divisione in gruppi, al confronto con gli altri studenti sui punti di vista assunti. Infine il forum principale della social network è stato utilizzato per l’organizzazione degli esami: le date, le presenze, lo stato dei progetti consegnati.
4.4
Facebook
E’ stato creato un gruppo su Facebook per permettere l’aggregazione dei partecipanti al di fuori dell’aula di lezione. Come verrà esaminato più approfonditamente nei risultati conseguiti, nel capitolo 5, a differenza della Social Network ospitata da Ning, implica una maggiore condivisione della vita privata.
4.4.1
Il signor Corso Web
Il Signor Corso Web è stato pensato come un utente fake registrato sui vari siti dove è necessaria una registrazione e una relazione di amicizia per accedere al profilo. Il suo scopo è la valutazione dell’interazione svolta dagli utenti, nel caso di micro-progetti per esempio. Questo signore viene presentato alle social network come un utente, con una propria pagina di profilo (vedi figure4.4), a cui gli studenti possono chiedere l’amicizia (nel caso di Facebook, comunque possono entrare in relazione con lui secondo le regole di relazione dei vari social networks) 3
All’indirizzo http://corsoweb20.ning.com/
CAPITOLO 4. STRUMENTI PER LA PRIMA EDIZIONE DEL CORSO26
Figura 4.2: La pagina principale della Social Network
CAPITOLO 4. STRUMENTI PER LA PRIMA EDIZIONE DEL CORSO27
Figura 4.3: Il gruppo dei partecipenti all’edizione 2008, su Facebook.
CAPITOLO 4. STRUMENTI PER LA PRIMA EDIZIONE DEL CORSO28
Figura 4.4: La pagina del profilo personale del signor Corso Web su Facebook.
CAPITOLO 4. STRUMENTI PER LA PRIMA EDIZIONE DEL CORSO29
4.5
Gli strumenti di lavoro e di pubblicazione
Si è scelto di usare la suite Google Documents per il lavoro cooperativo per il lavoro sui progetti assegnati e la costruzione di presentazioni didattiche da parte degli studenti. A ciascun utente è stato richiesto di registrare un account Google personale (in caso non lo avessero) per potere mantenere l’individualità e sfruttare le funzioni di cooperazione e condivisione del materiale tra utenti diversi. Per la condivisione delle presentazioni realizzate come progetti durante il corso, è stato scelto slideshare; Anche qua è stato richiesto agli utenti di utilizzare un loro account personali, per responsabilizzarli sulla pubblicazione online e per eventuali riferimenti futuri ai loro lavori.
4.6
La wiki
Lo strumento wiki è stato utilizzato per la realizzazione delle Personal Learning Pages, ovvero una Diario Personale di Apprendimento, uno spazio fondamentale che permette allo studente di monitorare i propri progressi durante il corso, e al docente di monitorare lo stato di avanzamento dei micro-progetti. Un esempio è l’immagine 4.5, che mostra i primi punti del diario personale di una studentessa. Le attività sono state divise per lezione Esistono varie piattaforme gratuite per la realizzazione di wiki, una delle più famose è Wikia, creata dagli stessi fondatori di Wikipedia, usando il medesimo software, che in data agosto 2006 contava più di 1500 wiki. La pagina iniziale della Wikipedia per il Corso Web è raggiungibile a questo indirizzo: http://wikicorso.wiki-site.com/index.php/Main_Page
CAPITOLO 4. STRUMENTI PER LA PRIMA EDIZIONE DEL CORSO30
Figura 4.5: La pagina del Diario Personale di Apprendimento di una studentessa. I dati personali sono stati oscurati per mantenere la privacy.
Capitolo 5
Risultati conseguiti La prima edizione del Corso Web 2.0 tenuto dal Professor Polillo si è svolta nell’autunno del 2008, tra ottobre e dicembre. La maggior parte degli studenti proveniva dal corso di Laurea Magistrale in Teorie e Tecniche della Comunicazione, circa un terzo invece era iscritto alla Laurea Magistrale in Informatica.
5.1
Cosa ha funzionato
Gli studenti hanno apprezzato la forte interattività, l’utilizzo della social network, e la possibilità offerta dalla stessa di personalizzazione delle pagine (vedi immagine 5.1); da questo punto di partenza si è sviluppata una community vivace. Come troviamo in Elementi teorici per la progettazione dei Social Network[9]: I network non funzionano solo grazie alla loro funzione esplicita, ufficiale ma in buona parte grazie alla capacità di indurre e gratificare pulsioni aggreganti penetrando al meglio nel flusso giornaliero degli utenti. La dimostrazione migliore dell’interesse verso le social network, è stata data dagli studenti iscritti alla specialistica in Teorie e Tecniche della Comunicazione, che hanno realizzato, usando anch’essi 31
CAPITOLO 5. RISULTATI CONSEGUITI
32
Ning, una social network dedicata al loro corso di laurea, dove incontrarsi, scambiarsi appunti, comunicazioni, idee e consigli.
Figura 5.1: La pagina del profilo utenti della social network ospitata da Ning. Come si può vedere, permette la personalizzazione del tema e dei contenuti, rispetto alla pagina principale, mostrata nell’immagine 4.2
5.1.1
I Microprogetti
Durante il corso sono stati assegnati, di giorno in giorno, dei micro progetti individuali agli studenti per consentire loro di familiarizzare con gli argomenti proposti. I Microprogetti, per natura semplici, sono stati strutturati per essere accessibili anche agli studenti meno pratici dei mezzi tecnici e contempora-
CAPITOLO 5. RISULTATI CONSEGUITI
33
neamente per potenziare le loro conoscenze. Alcuni di essi riguardavano il cercare informazioni e navigare su siti informativi come Technorati, I-Google; altri richiedevano vari gradi di interazione, dall’iscriversi a un provider di OpenID, all’utilizzo e personalizzazione di Facebook, MySpace o Google, allo scrivere una review per 11870.com.
5.1.2
Valutazione del corso da parte degli studenti
Uno dei progetti portati all’esame da un gruppo di studenti[15] è consistito in una analisi del feedback dei partecipanti al corso: realizzato come questionario online tramite lo strumento messo a disposizione da Google Documenti; l’analisi di questi dati permette di avere una panoramica sulla ricezione del corso da parte degli utenti. Gli elementi analizzati sono la base anagrafica degli studenti (corsi di provenienza, capacità informatiche), gli strumenti utilizzati (numero, quantità, qualità della scelta e utilità futura), i progetti ed i microprogetti, il Diario Personale di Apprendimento, e infine le modalità di gestione del corso. Le domande, e i risultati tratti, sono state divise e analizzate per sezioni tematiche. All’inizio di ciascuna sezione, per agevolare la comprensione, sono state riportate le domande relative. Gli strumenti utilizzati • 5. Gli strumenti usati a supporto del corso (blog, social network, wiki) sono tutti utili? • 6. Gli strumenti usati a supporto del corso sono troppi? • 7. Possono essere effettuate scelte migliori? • 11. I canali messi a disposizione degli studenti hanno favorito una comunicazione utile ai fini del corso? • 19. Hai sperimentato applicazioni da te fino ad ora sconosciute?
CAPITOLO 5. RISULTATI CONSEGUITI
34
• 20. Dopo questo corso, pensi che utilizzerai ancora qualcuno degli strumenti da te esplorati? Gli strumenti messi a disposizione (il blog, la social network, la wiki, le faq, google documents per citarne alcuni) sono stati recepiti positivamente e hanno agevolato una comunicazione immediata e una interazione efficace fra tutti i soggetti coinvolti (docenti, studenti frequentanti e studenti non frequentanti). Molte applicazioni presentate non sono state utilizzate attivamente per l’implementazione del corso (nonostante siano stati dedicati loro alcuni microprogetti), per esempio gli strumenti di microblogging come Twitter o Tumblr; per questo tra i suggerimenti proposti dagli studenti compariva anche la richesta di un laboratorio da affiancare al corso stesso. Solo il 4% degli studenti che hanno riposto al questionario conoscevano già tutti gli strumenti proposti: questo centra l’obettivo del corso di proporre e fare conoscere strumenti strumenti nuovi; il 91% degli intervistati inoltre continuerà ad usare questi stumenti anche dopo la fine del corso. Come riportato nella tabella 5.1, Facebook è lo strumento che ha riscosso maggior interesse (dato legato al numero di utenti attivi, e quindi alla altissima probabilità di avere amici già iscritti). É interessante notare che più della metà degli studenti intervistati pensa di utilizzare ancora il servizio di creazione di social network Ning. A prescindere dagli aspetti prettamente funzionali degli strumenti, essi sono stati anche apprezzati per aver agevolato la creazione di un punto comune in rete su cui coordinare, organizzare, discutere in modo rapido e proficuo. É stata molto apprezzata l’interazione tra tutti i soggetti coinvolti, sia interni (studenti e docenti) sia esterni (studenti non frequentanti e ospiti): il maggior responsabile di questo funzionamento è stato individuato nella Social Network, che sin dall’inizio ha assunto un ruolo centrale nella struttura delle comunicazioni.
CAPITOLO 5. RISULTATI CONSEGUITI
35
Tabella 5.1: Quale degli strumenti continuerai ad usare? Facebook
86%
OpenID
23%
Google Documents
82%
Digg
23%
YouTube
64%
Blogs
23%
Ning
64%
MySpace
23%
Google Earth
55%
Blogger
18%
Last.fm
55%
blurb.com
18%
Flickr
55%
Technorati
18%
Google Reader
41%
Wikipedia
14%
iGoogle
36%
Twitter.com
9%
Feeds
32%
Gandalf
9%
Photosharing
32%
www.11870.com
5%
I Progetti e i Microprogetti • 8. Le attività proposte permettono di acquisire una conoscenza sufficientemente ampia del web 2.0? • 10. I materiali (slide e link) messi a disposizione risultano adeguati allo svolgimento dei progetti e microprogetti? • 12. I progetti proposti sono consoni agli obbiettivi? • 17. I microprogetti proposti sono utili al consolidamento degli argomenti affrontati durante il corso? • 18. Quale microprogetto ti è apparso più utile? I Microprogetti, definiti nella sezione 5.1.1, sono stati molto graditi dagli studenti; in particolare quelli su Google Documenti, e sulle Social Network (Ning e Facebook). Oltre ai Microprogetti, sonos stati proposti Progetti da svolgere in gruppo e presentare a lezione; Queste attività hanno permesso di acquisire o solidificare le conoscenze personali; L’utilizzo di microprogetti, seppur numerosi, si è rivelato fondamentale per testare le applicazioni proposte e i loro utilizzi,
CAPITOLO 5. RISULTATI CONSEGUITI
36
mentre la realizzzione di lavori in gruppo ha permesso di confrontare le osservazioni individuali per trarre conclusioni più elaborate. I ragazzi hanno molto apprezzato la possibilità esporre davanti a un pubblico un progetto legato al proprio percorso di studi, quindi la maggiore partecipazione e coinvolgimento da esso derivante, arrivando a segnalare nel questionario che avrebbero voluto espandere ulteriormente questi momenti di confronto. I progetti sono stati successivamente pubblicati online dagli studenti su siti di sharing, SlideShare per esempio, in modo da renderli disponibili come materiale di studio per tutti i partecipandi. Questa dinamica è la base di un meccanismo definibile “a tavola rotonda”, che si allinea con il modello costruttivista ricercato. Il Diario Personale di Apprendimento • 16. Come giudichi l’uso del Diario Personale di Apprendimento? • 16b. Lo ritieni adeguato per esprimere una valutazione, o preferiresti un colloquio orale? Il Diario Personale di Apprendimento è stato valutato uno strumento innovativo rispetto ai corsi tradizionali: utile e pratico per gli studenti e il docente per tenere traccia dei progressi svolti. Come strumento di verifica, e strumento web 2.0 esso stesso ha riscosso un forte apprezzamento dagli studenti che hanno risposto al questionario. Le modalità di gestione del corso • 3. Le modalità di svolgimento del corso hanno rispecchiato le premesse iniziali (presentazione del corso)? • 4. Le modalità di valutazione sono state esposte chiaramente? • 9. La durata è adeguata agli scopi del corso? • 9b. Il carico di lavoro risulta adeguato al numero di crediti del corso?
CAPITOLO 5. RISULTATI CONSEGUITI
37
• 13. Le modalità di consegna (esposizione durante la lezione) si sono differenziate positivamente dalle modalità tradizionali? • 14. La natura collettiva ha favorito lo svolgimento del progetto? • 15. Dareste più spazio alle presentazioni dei gruppi di progetto, per esempio allocando una terza slot di due ore al mercoledì, dedicata solo ai gruppi? • 21. Vi sono aspetti del corso che modificheresti? • 22. Dare un voto all’esperienza complessiva • 23. Breve commento conclusivo sul corso in generale e sulle motivazioni del voto dato La gestione delle comunicazioni di servizio del corso, degli avvisi, e delle informazioni strutturali, è risultata molto chiara per la maggior parte degli studenti. La durata del corso è adeguata alla CFU assegnate. É stato infine apprezzato il parallelo tra la gestione “web 2.0” del corso e il tema trattato, il web 2.0 appunto.
5.2
Cosa non ha funzionato
5.2.1
Facebook
Facebook si è rivelato essere uno strumento troppo personale per poter essere integrato in un corso universitario. Nonostante sia stato creato un gruppo in cui moltissimi studenti si sono iscritti e alcuni hanno partecipato con discussioni e link condivisi, la presenza sui profili degli studenti di numerosi amici extra universitari è stata causa di situazioni scomode: pochi vogliono condividere le foto delle proprie feste con l’ambiente di un corso. La differenza che ha sancito la vittoria dell’altra social network utilizzata, ning, è stato appunto l’essere composta da un insieme definito di utenti, dove la relazione principale ad unirli era l’appartenenza al corso, o l’interesse per gli argomenti trattati.
CAPITOLO 5. RISULTATI CONSEGUITI
5.2.2
38
La social network
Nella Social Network realizzata con Ning c’è stato un utilizzo molto marginale di alcuni strumenti: i gruppi di discussione e la chat. Sono stati creati alcuni gruppi di discussione (visibili nell’immagine 5.2), ma il numero di persone coinvolte è stato molto basso rispetto al numero complessivo degli iscritti. Al contrario gli studenti sono stati più reattivi sul forum generale, con segnalazioni di siti, appunti e commenti ai post del docente. Per quanto riguarda la chat, invece, è stata avvertita come uno strumento superfluo, dato che ogni persona coinvolta risultava già utilizzare strumenti come la chat di Windows Messenger, Skype, e quella di Facebook. Questo è evidenziato come un errore di design della piattaforma, piuttosto che del corso.
5.2.3
La pubblicità
Uno dei progetti affidato a un ruppo di studenti consisteva nel pubblicizzare il corso, utilizzando strumenti 2.0, come il sito Technorati, la sponsorizzazione dei feed, la comunicazione e lo scambio di materiali con comunità già affermate nell’ambito della didattica online, per esempio l’elenco sul sito del c4lpt[10]. Lo scopo ultimo sarebbe stato attrarre figure esterne a collaborare nelle discussioni online e, perchè no, comparire come ospiti durante le lezioni in presenza. Purtroppo questo progetto non ha avuto il successo sperato, e questo a portato a una limitata visibilità nelle altre comunità sul web.
5.2.4
Metrica per la valutazione dell’utilizzo degli strumenti
Durante la prima edizione del corso non è stato definito un meccanismo per il tracciamento dell’utilizzo degli strumenti e quindi che permettesse di trarre conclusioni sulla reale fruizione da parte degli studenti.
CAPITOLO 5. RISULTATI CONSEGUITI
39
Figura 5.2: I gruppi di discussione, sulla social network, sono stati poco sfruttati.
5.3
La lezione imparata
L’elemento che più di tutti è emerso come significativo è la Social Network, già dopo poche lezioni si è configurata come un hub accentratore delle attività legate al corso. Le possibilità di personalizzazione, di integrare la propria pagina con applicazioni esterne quali photo-sharing, di condividere i propri interessi,la libertà di aprire o continuare discussioni e la possibilità di riportare notizie interessanti, che vengano commentate ha generato un forte senso di appartenenza alla community, dove il termine community non è limitato all’insieme degli studenti, ma include anche i docenti e gli ospiti esterni, i quali purché
CAPITOLO 5. RISULTATI CONSEGUITI
40
registrati, hanno le medesime possibilità degli altri. Il rischio legato a questo ambiente però è l’elevata tendenza all’entropia, se non è presente una figura che guidi le discussioni e definisca delle linee guida invisibili. Una delle soluzioni al rischio dell’elevata tendenza all’entropia nella Social Network, è stato il blog, configurato come un contenitore strutturato e aperto al pubblico di materiale didattico, avvisi unidirezionali e collegamenti agli altri servizi utilizzati. I post sul blog sono scritti dal docente, e aperti ai commenti. Il Diario personale di apprendimento è uno spazio fondamentale dove si riassumono idee, esperienze, scoperte, contributi, collegamenti e sintesi del lavoro svolto, per monitorare l’avanzamento personale, per monitorare l’andamento di un determinato progetto e da discutere assieme ai docenti durante il colloquio finale. Non essendo stato fornito un modello di formato da seguire, nei Diari personali si è notata una tendenza alla standardizzazione, dettata dagli standard utilizzati dai primi studenti a scrivere la propria pagina. Gli strumenti collaborativi online non sono stati una novità per gli studenti: sebbene non tutti li utilizzassero nel quotidiano, pressoché tutti ne erano a conoscenza, e non hanno avuto problemi nell’utilizzarli per i progetti e i lavori di gruppo. Non è stato infine possibile stilare dei rapporti statistici accurati sulle visite e sull’utilizzo dei singoli siti - servizi presentati e usati durate il corso. La natura dei vari siti rende impossibile installare un programma di tracking efficace.
Capitolo 6
Strumenti per la nuova edizione 6.1
L’evoluzione degli strumenti e dei ruoli
Allo stesso modo in cui O’Reilly definisce il Web 2.0 come un oggetto senza un corpo solido, ma con un centro di gravità[12], il Corso Web 2.0 viene definito come un corso aperto, flessibile e pronto a integrare strumenti nascenti e utili, con lo strumento blog come centro di gravità. Il blog dovrà quindi essere presentato come un ripetitore filtrato delle comunicazioni che avvengono in forma libera sulla social network e come un indice ordinato delle pubblicazione dei contenuti realizzati per il corso da studenti e docenti, e infine come elenco delle comunicazioni ufficiali sull’orario delle lezioni o su eventi possibili.
6.2
Comunicazioni verticali
Nell’organizzazione di un corso universitario, anche strutturato seguendo una filosofia il più cooperativa possibile, si devono tenere in considerazione determinate relazioni che procedono a senso unico tra i due gruppi attivi nell’ambiente del corso: il docente (oppure i docenti) e gli studenti.
41
CAPITOLO 6. STRUMENTI PER LA NUOVA EDIZIONE
42
In realtà anche queste comunicazioni possono essere soggette a discussioni, si pensi al caso del calendario delle lezioni, in cui il professore può programmare un intervento di un ospite un giorno, mentre gli studenti possono segnalare che proprio quel giorno per motivi di orario la presenza in aula potrebbe essere scarsa. In questa questa tipologia di interazione è impossibile prevedere un rapporto alla pari, ed è necessario che il professore eserciti la sua autorità per governare le situazioni; possiamo definire questa tipologia “comunicazioni verticali”. Questo tipo di scambi possono avvenire dal docente verso gli studenti (dall’alto verso il basso) o viceversa, dal basso verso l’alto.
6.2.1
Dall’alto verso il basso
Possiamo dividere le possibili interazioni che avvengono da parte del docente verso gli studenti in: 1. Calendario delle lezioni 2. Avvisi e comunicazioni sulla didattica 3. Istruzioni sul corso 4. Organizzazione degli esami Calendario delle lezioni Il Calendario delle lezioni è uno strumento fondamentale sia per lo studente che per il docente per fare una pianificazione degli impegni semplice e visuale. E’ necessario che sia configurato come uno strumento personale e privato per ciascuno: personale perché ogni studente può seguire corsi differenti dagli altri, e privato per garantire la privacy dei singoli. La soluzione auspicabile è strutturata in un sistema modulare, dove è possibile integrare il calendario (unico) gestito dal docente con i calendari (vari) personali degli utenti.
CAPITOLO 6. STRUMENTI PER LA NUOVA EDIZIONE
43
Google Calendar offre appunto la possibilità interessante di gestire in un unica vista, vari calendari (un calendario è inteso come un insieme di eventi), con differenti livelli di accesso per gli estranei. In questo modo è facile definirne un calendario privato contenente i propri impegni personali, esportare un calendario pubblico con quegli impegni che si vuole condividere, e infine aggiungere alla propria vista il calendario pubblico esportato dal docente, o da uno studente tutor, che contiene le informazioni aggiornate sulle lezioni e sugli orari. Avvisi e comunicazioni sulla didattica Forse il tipo di comunicazioni più importante sono quelle che riguardano le modalità di svolgimento della didattica: come vanno consegnati i progetti, cosa portare all’esame, quando sarà presente un determinato ospite e così via. Altrettanto importanti sono le notizie giornaliere, per esempio lo spostamento della lezione di un determinato giorno in un aula differente dalla solita, oppure la necessità di rinviare o sospendere una lezione a causa di un imprevisto. Questi due tipi di avvisi, in realtà molto simili, richiedono esposizione in una struttura lineare, ricercabile e ordinata per data: ordinata secondo un ordinamento crescente, in modo che gli avvisi più recenti siano i primi a essere visti. Lo strumento ideale è il blog del professore, che però dovrà differenziare questi post da quelli contenenti il materiale di studio. Una semplice soluzione è l’utilizzo di una categoria differente, che permetta quindi due “viste” differenti dello stesso blog, quasi fossero due timeline diverse. Istruzioni del corso Le istruzioni del corso sono tutte quelle informazioni statiche, immutabili se non minimamente di anno in anno, che descrivono le convenzioni del corso
CAPITOLO 6. STRUMENTI PER LA NUOVA EDIZIONE
44
stesso: le modalità d’esame, il numero del CFU oppure l’obbligo o meno di frequenza. Per loro natura queste informazioni non cambiano da una edizione all’altra del corso, nè hanno un ordinamento temporale tra loro e neppure infine si prestano a commenti o discussioni. Da evitare quindi gli strumenti interattivi o con particolari convenzioni o ordinamenti: va ricercata invece la la massima semplicità e chiarezza di fruizione. Lo strumento identificato ottimale per questa funzione sono le FAQ, disponibili tramite il sito FAQLog. Le FAQ utilizzate per l’edizione 2008 del corso, elencate nella sezione 4.2 possono quindi essere tranquillamente mantenute. Organizzazione degli esami L’organizzazione degli esami è un momento di incontro tra le necessità del professore e il livello di preparazione ( e confidenza, e tempo disponibile) degli studenti. É una pratica che necessita il supporto di un calendario chiaro, ma deve essere anche aperta a discussioni e a cambiamenti (entro una certa soglia), secondo le richieste degli studenti: basi pensare a quella categoria di studenti lavoratori che non riescono a liberarsi per qualunque momento della giornata, ma hanno dei momenti preferiti ad altri per presentarsi in università. É quindi necessario che una pratica di gestione del calendario sia affiancata a un momento di discussione. Questa combinazione è coperta sufficientemente bene dalla funzione “Eventi” della social network, che combina una mappatura su base temporale degli eventi, affiancando una pagina dedicata a ciascun evento dove è possibile commentare, discutere, confrontarsi.
6.2.2
Dal basso verso l’alto
Per mantenere vivo e vivace il corso è fondamentale una quantità di comunicazioni ufficiali dal basso verso l’alto: per esempio il feedback sul corso e sulle singole lezioni, oppure dei suggerimenti su nuovi strumenti, che potrebbero venire utilizzati.
CAPITOLO 6. STRUMENTI PER LA NUOVA EDIZIONE
45
Questo avviene in due momenti: gli studenti possono (e sono invitati a farlo) commentare i post sul blog del professore, per segnalare eventuali imprecisioni o perché no, per esprimere il proprio gradimento verso un tema trattato. Da un altra parte, sulla Social Network per l’esattezza sarà possibile assistere a discussioni tra gli studenti stessi e il docente sui nuovi trend che stanno muovendo Internet, a segnalazioni di notizie interessanti e spunti per possibili lezioni. Infine il blog preparato utilizzando WordPress.com per l’edizione2009 del corso (descritto nell’appendice A) supporta l’integrazione con la piattaforma PollDaddy.com per l’inclusione di semplici sondaggi tra i post del blog.
6.3
Pubblicazione e condivisione del materiale
In ottica costruttivista, è importante che il materiale prodotto dagli studenti, tramite i progetti assegnati, o tramite delle ricerche da presentare a lezione, venga inserito tra il materiale didattico con la stessa dignità dei contenuti preparati dal docente. Gli studenti sono invitati a condividere il proprio lavoro (solitamente slide in Powerpoint, o documenti word o pdf) sui siti di sharing adatti, slideshare per esempio. Successivamente il docente deve dare visibilità a questi elementi tramite il suo blog, che come si è detto, ha funzione di accentratore e ripetitore. É importante che siano gli studenti a caricare il loro lavoro, utilizzando degli account personali, utilizzando delle licenze che favoriscano la condivisione. Questo risolve dei possibili problemi di attribuzione e privacy, e responsabilizza gli autori su questi temi.
6.4
Gruppi di comunicazione, discussione e lavoro
In una scala di interattività, l’elemento tra tutti più significativo è la Social Network. Realizzata utilizzando il portale ning.com, permette di creare un ambiente dove tutti gli utenti registrati possono discutere e confrontarsi
CAPITOLO 6. STRUMENTI PER LA NUOVA EDIZIONE
46
alla pari su vari temi. In questo punto di incontro avviene la gestione dei progetti, avvengono discussioni su elementi proposti dal docente o sollevati dagli studenti stessi, si discute liberamente anche dell’evoluzione del corso. Qua intervengono meccanismi che rinforzano il legame tra gli studenti e tra gli studenti e il professore, e permettono di confrontarsi in un ambiente più informale dell’aula universitaria. La libertà di espressione totale però porta a problematiche di ordine e di caos. É consigliato che il docente, o determinati studenti tutor, mantengano la comunicazione su argomenti inerenti al corso, e moderino i toni nel caso di discussioni troppo accese. Per le relazioni personali è conveniente spostare il discorso su strumenti completamente sciolti dall’ambiente del corso, come ad esempio Facebook.
6.5
Rapporto dei risultati
Uno degli elementi di maggior successo emersi dalla prima edizione del corso è stato il Diario Personale di Apprendimento. É stato realizzato tramite una wiki, dove ciascuno studente poteva realizzare la propria pagina, creando una specie di curriculum personale, contenente le esperienze svolte, le attività completate, e i progetti in corso. É necessario però uno strumento di sincronizzazione per consentire al docente di capire quando i DPA sono considerati chiusi e quindi valutabili. Nel corso analizzato questo avveniva tramite una comunicazione sulla social network da parte dello studente; una volta completato il percorso lo studente dovrebbe poter bloccare le modifiche alla propria pagina, e automaticamente questo essere comunicato al docente.
6.6
Metrica per la valutazione degli strumenti
Si è rivelato problematico utilizzare uno strumento statistico unico per analizzare gli accessi, gli spostamenti, le azioni degli utenti attraverso i vari servizi messi a disposizione. Le regole di accesso implementate sulla maggior parte di questi servizi (che offrono la possibilità di registrare degli account
CAPITOLO 6. STRUMENTI PER LA NUOVA EDIZIONE
47
gratuiti) non permettono di modificare il sorgente delle applicazioni stesse, al fine di inserire meccanismi di tracking, di conteggio delle pagine viste. Alcuni servizi, come il blog preparato per l’edizione 2009 del corso, offrono statistiche sul comportamento degli utenti, sul numero di pagine viste per esempio, ma la necessità sarebbe unire assieme le statistiche per tutti gli strumenti utilizzati. Ottenere delle statistiche complete e accurate, su tutte le sfaccettature che il corso assume, rimane un problema aperto.
Capitolo 7
Conclusioni e problemi aperti 7.1
La privacy e il copyright
Nella sezione 4.5 si è detto che gli studenti sono incoraggiati a pubblicare i propri documenti, utilizzando il proprio account su vari siti, come slideshare, e non utilizzando un account creato ad arte per il corso. Questo, avviene per responsabilizzare sul diritto al controllo sulla circolazione delle proprie opere: è importante infatti che tutti i contenuti pubblicati, sia dagli stuenti che dai docenti, venga condiviso con una licenza (anche una restrittiva, ma è importante specificare) e possibilmente, nell’ottica del corso, una licenza che permetta la ridistribuzione delle informazioni; sarebbe conveniente anche concedere la possibilità di ri-editare il materiale, per esempio nel caso di rielaborazione di progetti in anni differenti di corso. Tra le licenze disponibili più comuni che permettono e favoriscono la condivisione, quella ritenuta più adeguata alla distribuzione dei documenti preparati per il corso è la licenza Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo 2.51 , che come il nome suggerisce consente la distribuzione delle opere secondo determinati vincoli. L’utilizzo 1
http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/it
48
CAPITOLO 7. CONCLUSIONI E PROBLEMI APERTI
49
di questa licenza viene suggerito agli studenti, durante il corso, e non forzato. Ciascuno di essi al momento della pubblicazione del proprio lavoro sarà libero di scegliere i termini della divulgazione, e addirittura se comparire o no con i propri dati anagrafici (nome e cognome e matricola) completi oppure con uno pseudonimo in modo da mantenere la propria privacy verso i fruitori esterni; se sarà scelto l’utilizzo di una forma di anonimato, i riferimenti alle opere condivise dovranno comunque comparire nelle pagine dei Diario Personale di Apprendimento, al fine di essere valutate. Da parte degli studenti è necessario che utilizzino esclusivamente contenuti non protetti, oppure contenuti la cui condivisione è possibile tramite attribuzione dei crediti. L’impiego di materiale (immagini, testi, video) di dubbia provenienza, o di materiale senza una licenza espressa (nessuna licenza è diverso da una licenza di pubblico dominio), va sconsigliato. Questa norma prende spunto dal modello di copyright di Wikipedia[18], che avvisa gli utenti di non utilizzare immagini trovate tramite un motore di ricerca, in quanto potrebbero essere non libere.
Figura 7.1: Il template di wikipedia che avverte gli utenti di non utilizzare immagini da fonti non verificate.
7.1.1
Permanenza delle informazioni in rete
Con la moderna disponibilità di memorie a basso costo, i servizi di cloud computing e quindi lo spazio praticamente illimitato a disposizione, sta nascendo una nuova filosofia di document management, che fa il verso a Lavoisier2 : “nulla si cancella, tutto si archivia”. Nulla di quello che viene prodotto per un corso viene eliminato definitivamente. Rimane archiviato sui vari siti di sharing e viene affiancato dai 2
Antoine-Laurent de Lavoisier: “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”
CAPITOLO 7. CONCLUSIONI E PROBLEMI APERTI
50
contenuti più aggiornati prodotti per le edizioni successive del corso. Questo, unito al discorso sulle licenze aperte, facilita l’esportazione di dati da e verso le altre università, per corsi sullo stesso argomento.
7.1.2
La vita scolastica e la vita privata
Questo corso suggerisce agli studenti strumenti da applicare nel loro lavoro quotidiano, e data la sua natura, deve poter verificare ogni tappa del lavoro, e l’apprendimento finale tramite un esame. Questo implica un intromissione in certi momenti della vita privata: l’esempio più classico riscontrato nella prima edizione del corso è stato l’utilizzo di Facebook. Il docente ha avuto accesso a questa piattaforma con due profili differenti, il Signor Corso Web, e il proprio profilo personale. Il problema del signor Corso Web Il Signor Corso Web è un personaggio fittizio che rappresenta il corso, “amico” o in relazione con gli studenti nelle varie social network. Esso è per definizione un forte frequentatore della rete, ma essendo impersonale può essere bannato senza problemi nel caso violi i termini di partecipazione a un determinato servizio. Tutti gli studenti che offrivano la loro amicizia allo strumento valutativo, ovvero il Signor Corso Web, esponevano la propria vita privata, le proprie foto, i propri momenti di svago agli occhi del docente. Questo, sebbene non abbia causato nessuna problematica, e sopratutto non abbia influenzato la valutazione, è stato sollevato da alcuni studenti come una forzatura dei rapporti, visto che in altre circostanze non avrebbero condiviso determinate informazioni. L’esasperazione della vita privata Un altra conseguenza derivante dalla natura del corso, di proporre strumenti, è stata l’esasperazione immotivata dei propri standard comunicativi, in
CAPITOLO 7. CONCLUSIONI E PROBLEMI APERTI
51
risposta alle sollecitazioni proposte dal prof, tramite ad esempio i microprogetti. Si è così verificata un esplosione di nuovi blog, o canali di youtube, o wiki personali, tra gli iscritti al corso, sebbene questi strumenti siano stati realizzati più per compiacere la valutazione che per interesse personale.
7.2
Il businnes model delle applicazioni 2.0
I modelli di businnes utilizzati prevalentemente dai siti che ospitano servizi 2.0 sono basati su forme di advertising, la più famosa è AdSense di Google oppure su servizi premium a abbonamento, per esempio un maggior spazio disponibile, l’utilizzo di server più performanti, tool avanzati altrimenti non accessibili, o infine, come nel caso della piattaforma Ning, la rimozione delle aree dedicate alla pubblicità, che vengono riconvertite in aree disponibili per i widget della community. Questo sistema basato sulla disponibilità di features avanzate a pagamento è sensibile alla soglia che separa le funzioni gratuite. É necessario che queste ultime siano abbastanza per garantire un utilizzabilità minima e invoglio gli utenti a avere qualche cosa di più; se fossero troppo poche o troppo vincolate, questo modello non avrebbe successo, e non sarebbe possibile un utilizzo realistico in ambito universitario o produttivo degli strumenti offerti. Questo problema è stato affrontato nella scelta delle piattaforme da utilizzare, in particolare il blog (vedi sezione A). La scelta degli strumenti più efficaci, soprattutto in ambiente universitario, deve tenere conto anche dei fondi a disposizione.
7.3
Considerazioni
L’utilizzo degli strumenti informatici di cui abbiamo parlato per affiancare la didattica potenzia la formazione di contatti sociali e la comunicazione tra questi in modi che l’apprendimento in classe da solo non riuscirebbe a generare. Si formano canali comunicativi personalizzati tra gli studenti e l’attenzione del corso è focalizzata su queste comunicazioni laterali piuttosto che sull’attenzione monopolizzata dal docente. É molto importante infine
CAPITOLO 7. CONCLUSIONI E PROBLEMI APERTI
52
che le modalità e le proposte presenti in questo documento non diventino delle regole: i contenuti, le strutture, i metodi devono rimanere in uno stato di perpetua beta, esattamente come il Web 2.0.
Appendice A
Il blog del corso 2009 Per l’edizione del corso che avverrà nell’ottobre del 2009 è stato realizzato un nuovo blog, raggiungibile all’indirizzo http://corsow.wordpress.com/
A.1
La piattaforma
Per realizzare il blog si è scelto di usare la piattaforma WordPress.com. L’esperienza dell’anno precedente con Blogger non è stata negativa, ma si è voluta adottare una soluzione che consenta più personalizzazione. A differenza della sua controparte opensource (disponibile su wordpress.org), wordpress.com è stato progettato per essere uno strumento di pubblicazione per le masse. Dove WordPress.org richiede la conoscenza di HTML e CSS e offre una flessibilità paragonabile a strumenti come Movable Type, WordPress.com si posiziona in concorrenza a servizi come Blogger o Splinder, rinunciando a certe features in cambio di semplicità di installazione e di manutenzione; per questo è più indicato in un contesto dove non è richiesto essere degli esperti per potere gestire gli strumenti.
A.2
Installazione e personalizzazione
L’utilizzo di WordPress, sulla piattaforma online, non richiede alcun download nè installazione. Basta scegliere un nome utente per iniziare. La registrazione 53
APPENDICE A. IL BLOG DEL CORSO 2009
Figura A.1: L’homepage del blog.
54
APPENDICE A. IL BLOG DEL CORSO 2009
55
prosegue con la richiesta di alcuni dettagli personali (veramente pochi, figura A.2) per la generazione del profilo utente. Una volta terminato questo processo, si viene portati sulla dashboard1 , il pannello di controllo del proprio blog (figura A.3). Wordpress, anche nella versione offerta in hosting (più limitata della versione scaricabile e installabile) offre un ampia gamma di opzioni, e una dashboard (figura A.3) sufficientemente complesso, in modo da permettere un tuning molto fine dell’esperienza utente (l’user experience).
Figura A.2: La procedura per registrare un proprio blog su WordPress.com La configurazione di default è sufficientemente solida, ed è importante impostare la possibilità di commentare aperta a tutti, in modo che gli studenti sopratutto i collaboratori esterni occasionali non siano costretti a iscriversi alla piattaforma per postare la loro opinione. Per rispettare i requisiti imposti dal corso, sono stati attivati alcuni widget: una raccolta di link, per favorire il moversi tra i vari siti, l’archivio 1
Bacheca
APPENDICE A. IL BLOG DEL CORSO 2009
56
per anno di tutti i post e infine un lettore RSS che riporta in tempo reale quello che succede sulla social network. Tutto quello che rimane da fare ora è girare liberamente, configurare qualche opzione, scrivere articoli o pagine statiche, condividere link.
A.3
Utilizzo
Per accedere al pannello di controllo del blog bisogna avere un account abilitato alla gestione del blog e collegarsi dal sito WordPress.com. La scrittura dei post avviene tramite un editor WYSIWYG2 realizzato in javascript, che permette di formattare e allineare il testo, effettuare il controllo delle parole inserite e inserire immagini, video, file audio, o altri media con un semplice click. É comunque sempre possibile scegliere di comporre via HTML i propri post, in caso di contenuti molto complessi; è possibile generare contenuti nella forma di articoli o pagine: gli articoli sono ordinati cronologicamente e formano un flusso, mentre le pagine sono elementi statici, con un proprio menù di navigazione.
A.3.1
I Sondaggi
Questa piattaforma offre l’interazione con un altro servizio online: i sondaggi offerti da PollDaddy.com. É sufficiente impostare il collegamento tra i due account nel menù di imposazioni di wordpress per utilizzare la funzione comodamente, tramite un tasto nell’editor di articoli.
A.3.2
L’archiviazione dei contenuti per anno
Come discusso precedentemente è importante che gli articoli ordinati cronologicamente vengano divisi per anno. Per ottenere questo gli articoli devono essere archiviati nella categoria corrispondente al’anno del corso a cui si rivolgono. Utilizzando il motore di archiviazione in categorie del blog si ottiene una indicizzazione ordinata ed è possibile richiamare pagine specifiche 2
What You See Is What You Get
APPENDICE A. IL BLOG DEL CORSO 2009
57
Figura A.3: La dashboard: il pannello di controllo del proprio blog contenenti tutti i post relativi un determinato anno. Nella figura A.1 si vede, sulla sinistra, il widget che elenca le categorie / anni del corso.
A.4
Limiti della piattaforma
La piattaforma WordPress.com non è gestita da una società a fine di lucro, e offre dietro un pagamento annuale, determinati servizi aggiuntivi. Quasi tutti i servizi offerti sono opzionali, come l’aumento dello spazio disponibile per caricare i propri files, o la rimozione di banner pubblicitari. L’elenco completo di questi upgrade è mostrato in figura A.4. Nonostante i circa 50 template offerti siano di ottima qualità, ha suscitato delle polemiche nella comunità online la richiesta di un abbonamento annuale per personalizzare i CSS dei template: questo servizio viene offerto gratuitamente dalle altre piattaforme simili, Blogger, Splinder, LiveJournal. Inoltre al contrario della sua controparte free, WordPress.com non offre la possibilità di installare plugins, che offrono funzioni aggiuntive. Questa mancanza appunto è un vincolo molto forte contro le infinite possibilità di personalizzazione che un
APPENDICE A. IL BLOG DEL CORSO 2009
58
utente avanzato richiede; per esempio non è possibile gestire le statistiche con Google Analytics, o utilizzare un sistema di colorazione del codice sorgente (se fosse un blog tecnico sulla programmazione).
Figura A.4: Il riassunto delle features a pagamento offerte da wordpress.com
Appendice B
Le FAQ del corso Qua riportate sono le faq scritte e pubblicate a uso dei fruitori e degli interessati al corso1 . 1. A chi è destinato questo corso? Questo corso è destinato agli studenti del corso di laurea magistrale in Informatica e del corso di laurea magistrale in Teoria e tecnologia della comunicazione dell’Università degli studi di Milano Bicocca. 2. Come si chiama questo corso nei regolamenti didattici? Nel Regolamento dell’A.A. 2008-09 del corso di laurea magistrale in Informatica, questo corso si chiama “Tecniche di Interazione Uomo Macchina”. Invece, nel Regolamento dell’A.A.2007-08 dello stesso corso di laurea, questo corso è denominato “Complementi di Interazione Uomo Macchina”. Nel Regolamento del corso di laurea magistrale in Teoria e tecnologia della comunicazione, infine, questo corso corrisponde al secondo Modulo (“Tecniche di interazione uomo-macchina”) del corso “Design dell’interazione”. (NB Si chiama “secondo” anche se viene tenuto prima dell’altro modulo). I nomi sono diversi, ma il corso è lo stesso. Per evitare confusione, lo chiameremo semplicemente “Corso Web 2.0” (stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus). 1
Disponibili all’url http://corsoweb20polillo.faqlog.com
59
APPENDICE B. LE FAQ DEL CORSO
60
3. Quali sono gli obiettivi del corso? Fornire agli studenti un inquadramento e una capacità di analisi critica in relazione ai nuovi paradigmi di interazione e comunicazione che si stanno consolidando nel mondo web, e in particolare in quella classe di applicazioni oggi denominate Web 2.0. 4. É un corso on-line? No, è un corso svolto in aula, ma con modalità innovative. E’ organizzato come workshop, nel quale gli studenti, singolarmente o in gruppo, sviluppano micro-progetti sui temi del corso, introdotti in una serie di lezioni di inquadramento. Gli studenti stessi presenteranno i risultati delle loro attività in aula. Tutta la comunicazione è effettuata on-line, utilizzando applicazioni web 2.0. In pratica, il corso applica la metafora del Web 2.0 alla didattica (“Learning 2.0”). 5. Qual è la durata del corso e quanti sono i CFU? Il corso è di 4 Crediti Formativi Universitari (CFU), e consiste in due lezioni settimanali di 2 ore ciascuna, il martedì e il giovedì, a partire dal 14 ottobre 2008 (h14,30-16,30, aula U6-23) fino a metà dicembre circa, per un totale di circa 36 ore fra lezioni e esercitazioni. Ci potranno essere, in aggiunta, alcuni incontri per la revisione dei micro-progetti, in orario da concordare con i singoli gruppi di studenti. 6. Quali sono i temi che verranno trattati? Verranno trattati i seguenti temi: • La evoluzione del web : dal Web 1.0 al Web 2.0 • Le applicazioni tipiche del Web 2.0: blogs, wikis, social networks, ecc. • User generated content: filosofia e casi di studio • L’intelligenza e la creazione collettiva: filosofia e casi di studio • Come trovare l’informazione
APPENDICE B. LE FAQ DEL CORSO
61
• Riuso e mashup: filosofia e casi di studio • Aspetti sociali e di mercato. 7. In che cosa consistono i micro-progetti? Ciascuno studente dovrà svolgere, durante tutto il corso, una serie di micro-progetti, relativi ai vari argomenti discussi a lezione. Alcuni micro-progetti, svolti individualmente, consisteranno nella sperimentazione di tipiche applicazioni Web 2.0 (es.: creare una propria pagina personale su YouTube, su Flickr, ecc.). Questi verranno assegnati dal docente e saranno obbligatori. Altri, più impegnativi, saranno svolti in gruppi di due-tre studenti, e potranno essere proposti dagli studenti. I risultati di ciascun micro-progetto dovranno essere visibili in rete. I progetti di gruppo verranno presentati e discussi in aula. 8. C’è obbligo di frequenza? No. Tuttavia, data la particolare organizzazione del corso, la frequenza di almeno il 75% delle lezioni è vivamente consigliata. Questo non è un corso che può essere preparato studiando un libro, a casa: il programma viene infatti costruito interattivamente da tutti i partecipanti. 9. Qual è il materiale didattico? Non vengono utilizzati libri. Il materiale didattico è costituito dalle slide delle lezioni, che vengono caricate di volta in volta sul blog del corso, che contengono numerosi link a materiale in rete. Questi link, assieme al materiale che verrà prodotto dagli studenti e inserito in rete anche a commento delle slide, fanno parte integrante del materiale. 10. In che cosa consiste l’esame? Ciascuno studente dovrà presentare, su una propria pagina wiki, i micro-progetti ai quali ha partecipato, mettendo in luce nel modo migliore i propri risultati di apprendimento. Su questa relazione verrà basata la valutazione finale dello studente. Nel caso degli studenti del
APPENDICE B. LE FAQ DEL CORSO
62
corso di laurea magistrale in Teoria e tecnologia della comunicazione, l’esame è integrato con quello relativo del Modulo 1 del corso di Design dell’Interazione. 11. Quali sono gli strumenti web 2.0 a supporto del corso? Il corso si appoggerà prioritariamente a tre strumenti: • Il blog del corso (www.corsoweb20polillo.blogspot.com), dal quale si potrà accedere alle slide usate a lezione (caricate su www.flickr.com). • il social network del corso (http://corsoweb20.ning.com ) • Il wiki del corso (http://wikicorso.wiki-site.com ), per le relazioni di apprendimento individuale. Creeremo poi un gruppo su Facebook, ed altre applicazioni 12. I micro-progetti realizzati saranno accessibili liberamente in rete? L’obbiettivo è che tutto il materiale prodotto sia liberamente accessibile e disponibile in rete, con licenza Creative Commons (Attribuzione Non commerciale - Share alike) 13. Se tutto il materiale è in rete, come proteggo la mia privacy? Ogni studente potrà scegliere le modalità, sulla base delle possibilità offerte dagli strumenti utilizzati (anche questo è un micro-progetto del corso...). In particolare, ciascuno studente potrà decidere se desidera pubblicare il proprio nome e cognome, o comparire in rete attraverso uno pseudonimo (in tal caso, l’associazione nome/pseudonimo verrà inserita in una pagina protetta nel wiki del corso). 14. Io non sono uno studente iscritto alla Università. Posso interagire con voi dalla rete? Certo. Alcuni accessi sono riservati agli studenti iscritti, e sono protetti da password. Altri sono liberi. Qualunque commento o suggerimento è benvenuto.
Bibliografia [1] Answer.com: blog: definition. http://www.answers.com/topic/blog. [2] Answer.com: wiki: definition. http://www.answers.com/topic/wiki. [3] Connor, Alan: Rewriting the rule books, 2005. http://news.bbc.co.uk/2/ hi/uk_news/magazine/4152860.stm. [4] Dalsgaard, C.: Social software: E-learning beyond learning management systems.
European Journal of Open, Distance and E-
Learning, 2006(2), 2006. http://www.eurodl.org/materials/contrib/ 2006/Christian_Dalsgaard.htm. [5] Di Bari, V.: Internet è cambiato. E voi? WEB 2.0. Il Sole 24 ore, 2007. [6] Downes, S.: E-Learning 2.0.
http://elearnmag.org/subpage.cfm?
section=articles&article=29-1. [7] Downes, S.: From Classrooms to Learning Environments: A Midrange Projection of E-Learning Technologies. ly, Volume 7, Number 3, 2004.
College Quarter-
http://www.collegequarterly.ca/
2004-vol07-num03-summer/downes.html. [8] Garavaglia, A.: Ambienti per l’apprendimento in rete: gli spazi dell’eLearning. Junior, 2006. [9] Gianandrea Giacoma, Davide Casali: Elementi teorici per la progettazione dei Social Network. http://im.digitalhymn.com/2007/09/25/ elementi-teorici-per-la-progettazione-dei-social-network/, 2007. 63
BIBLIOGRAFIA
64
[10] Learning & Performance Technologies, Centre for: Examples of use of Facebook and Ning for Social Networks for Learning Professionals, 2009. http://www.c4lpt.co.uk/socialmedia/edunetworks.html. [11] Mergel, B.: Instructional design and learning theory. Retrieved October, 31:2005, 1998. [12] O’Reilly, T.: What is Web 2.0–design patterns and business models for the next generation of software. 2005. http://www.oreillynet.com/pub/ a/oreilly/tim/news/2005/09/30/what-is-web-20.html. [13] Paolillo, J.C., S. Mercure e E. Wright: The social semantics of livejournal foaf: Structure and change from 2004 to 2005. Nel Proceedings of the 1st Workshop on Semantic Network Analysis at the ISWC 2005 Conference, pagine 69–80, 2005. [14] Shirky, C.: Power laws, weblogs, and inequality. at http://www. shirky. com/writings/powerlaw_weblog. html, accessed, 19, 2004. [15] Soehila Palma, Ornella Sarnazzaro: Relazione relativa ai risultati ottenuti dal questionario di valutazione del corso di Design dell’interazione tenuto dal Prof. R. Polillo. 2008. [16] Sterling, B.: Order out of chaos. Wired Magazine, 13(4), 2005. http: //www.wired.com/wired/archive/13.04/view.html?pg=4. [17] Vander Wal, T.: Folksonomy definition and wikipedia. vanderwal. net, 2005. [18] Wikipedia: Wikipedia: Copyright immagini, 2009. http://it.wikipedia. org/wiki/Wikipedia:Copyright_immagini, [Online; accessed 13-giugno2009].