Università
degli
Studi
di
Teramo
–
Dip.to
Teorie
e
politiche
dello
sviluppo
sociale
Open
Seminar
–
Territori,
turismi
e
identità
–
Teramo,
17
settembre
2009
Emergenza
terremoto
ed
organizzazione
sociale
del
territorio.
Roseto
degli
Abruzzi,
fra
terremoto
e
turismo.
Il
monitoraggio
e
l’analisi
del
contesto
attraverso
strumenti
visuali:
la
formulazione
di
categorie
interpretative
e
di
analisi
del
fenomeno.
Relazione
di
Fabio
Di
Evangelista
La
ricerca
“Emergenza
terremoto
ed
organizzazione
sociale
del
territorio.
Roseto
degli
Abruzzi,
fra
terremoto
e
turismo”
è
il
titolo
di
una
ricerca
sociale
condotta
nel
territorio
comunale
di
Roseto
degli
Abruzzi,
una
cittadina
turistica
sulla
costa
abruzzese
che
è
stata
interessata,
anche
se
in
modo
indiretto,
dal
sisma
che
ha
colpito
L’Aquila
nello
scorso
aprile.
Numerose
strutture
ricettive
della
città
di
Roseto
sono
state
chiamate,
infatti,
ad
ospitare
numerosi
cittadini
aquilani.
La
ricerca
è
stata
progettata
e
svolta
all’interno
del
Laboratorio
di
ricerca
sociale
attivato
dal
Dipartimento
di
Teorie
e
politiche
dello
sviluppo
sociale,
come
parte
delle
attività
didattiche
previste
per
il
corso
di
dottorato
(ciclo
XXIV).
Le
attività
di
rilevazione
sono
state
condotte
dagli
allievi
del
corso,
con
il
coordinamento
scientifico
della
prof.
Vardanega.
Il
coordinamento
operativo
per
le
attività
di
rilevazione
e
analisi
dei
dati
è
stato
affidato
alla
prof.ssa
C.
Diodati,
alla
dr.
R.
Salvatore,
al
dr.
F.
Di
Evangelista.
L’obiettivo
è
quello
di
indagare
le
relazioni
che
intercorrono
tra
“tre
popolazioni”:
quella
locale,
quella
dei
turisti
e
quella
dei
cittadini
aquilani
ospitati
nelle
strutture
ricettive,
indagando
l’impatto
che
la
gestione
dell’emergenza
ha
avuto
sulla
vita
quotidiana
e
sulla
stagione
turistica,
oltre
alle
reti
sociali
che
si
sono
attivate
per
far
fronte
alle
varie
necessità.
Sinteticamente,
le
fasi
di
raccolta
empirica
delle
informazioni
sul
territorio,
sono
state
così
strutturate:
1) Monitoraggio
delle
strutture
ricettive
2) Somministrazione
di
un
questionario
agli
operatori
turistici
3) Monitoraggio
e
analisi
del
contesto
territoriale,
con
l’ausilio
di
tecniche
e
strumenti
visuali
4) Realizzazione
di
interviste
in
profondità
a
testimoni
privilegiati
In
una
prima
fase,
sono
state
monitorate
le
strutture
ricettive
comunali.
In
seguito,
attraverso
le
informazioni
fornite
dalla
Protezione
civile,
sono
state
censite
le
strutture
che
hanno
ospitato
dei
cittadini
aquilani.
Nel
corso
della
seconda
fase
di
rilevazione,
sono
stati
somministrati
dei
questionari
ai
responsabili
delle
strutture
individuate.
Il
contesto
territoriale
è
stato
indagato,
nella
terza
fase
della
ricerca,
attraverso
un’osservazione
condotta
con
l’ausilio
di
strumenti
visuali.
Attraverso
la
realizzazione
di
1
fotografie
sul
territorio,
si
è
cercato
di
focalizzare
l’osservazione
sui
segni
visibili
dell’emergenza,
sulle
modalità
con
cui
l’emergenza
terremoto
ha
interferito
con
la
quotidianità
del
territorio.
Le
informazioni
così
ottenute
sono
state
sottoposte
a
discussione
da
parte
del
gruppo
di
ricerca,
in
modo
da
sintetizzare
delle
categorie
interpretative
(vd.
Sintesi
dei
risultati)
che
mettessero
a
fuoco
alcuni
aspetti
centrali
del
fenomeno
oggetto
di
indagine.
Le
categorie
così
individuate
sono
state
utilizzate
(quarta
fase
della
rilevazione)
come
strumenti
di
orientamento
e
di
guida
per
la
realizzazione
di
interviste
in
profondità
a
testimoni
privilegiati:
rappresentanti
di
associazioni
coinvolte
nella
gestione
dell’emergenza
e
rappresentanti
delle
istituzioni.
I
dati
raccolti
attraverso
interviste
e
questionari
sono
attualmente
in
fase
di
elaborazione
e
non
sono
quindi
ancora
disponibili.
Dalle
fasi
iniziali
della
ricerca
sono
emersi,
tuttavia,
alcuni
elementi
interessanti.
Sintesi
dei
risultati
Le
categorie
interpretative
–
aree
tematiche
che
sono
emerse
nel
corso
della
rilevazione
visuale
sono
quattro:
1) Rilevanza
delle
iniziative
spontanee
di
gestione
dell’emergenza
La
foto,
attraverso
una
simpatica
frase
(“Siete
un
po’
scossi?
Tenetevi
…
saldi),
sottende
una
delle
tante
forme
di
solidarietà
spontanea
attivate
dal
6
aprile
2009,
giorno
del
tragico
terremoto
che
ha
colpito
la
popolazione
aquilana,
prevedendo
sconti
particolari
“agli
amici
aquilani”.
Nel
vocabolario
della
lingua
italiana
in
corrispondenza
della
parola
“saldo”
troviamo:
«tenace
che
viene
mantenuto
nel
tempo,
che
non
cede».
2
Sicuramente
la
scritta
riportata
sulla
lavagna
evoca
un
evento
che
ha
segnato
la
storia
della
regione
Abruzzo
ma
allo
stesso
tempo,
attraverso
la
sua
pubblicità,
propone
alle
vittime
del
sisma
di
ricercare
una
normalità
e
una
quotidianeità
anche
nell'acquisto
di
un
costume
per
recarsi
al
mare.
(Cfr.
Nota
visuale,
dott.ssa
Piersanti;
http://labroseto.territorisociologici.info/search/label/note%20visuali)
2) Emergenza
e
riorganizzazione
del
territorio
Tre
mesi
dopo
il
terremoto:
secondo
Save
the
Children,
sono
12.530
i
bambini
e
gli
adolescenti
colpiti
dal
sisma,
1.229
vivono
nelle
tendopoli
dell’Aquilano.
L’immagine
ritrae
l’interno
del
centro
Giocamare,
una
struttura,
unica
nel
suo
genere,
creata
attraverso
il
progetto
“Ricomincio
da
te”
da
Save
the
Children,
Cismai,
l’associazione
l’Angelo
Custode
e
la
cooperativa
I
Colori.
Il
centro
ricreativo
è
nato
come
supporto
per
le
famiglie
nella
gestione
dei
bambini
nelle
ore
lavorative
ma
offre
anche
un
valido
aiuto
psicologico
per
far
superare
la
paura
del
terremoto
e
per
iniziare
ad
abituarsi
alla
“nuova
vita”.
Nella
struttura
tutto
riporta
al
terremoto,
dalle
note
della
canzone
“Domani”
che
sentiamo
varcando
il
cancello,
ai
tanti
disegni.
I
bambini
sono
consapevoli
di
essere
vittime
o
protagonisti
di
un
qualcosa
di
straordinario
e
reagiscono
esorcizzando
le
loro
paure
parlando
e
raccontando
del
terremoto
alle
operatrici,
stando
insieme
agli
altri
e
facendo
quello
che
sanno
fare
meglio:
giocare.
(cfr.
Nota
visuale,
dott.ssa
F.
Di
Domenicantonio;
http://labroseto.territorisociologici.info/search/label/note%20visuali)
3
3) Intersezione
tra
turismo
e
terremoto
“Facciamo
finta
che
sia
una
vacanza,
altrimenti
ci
suicidiamo
tutti”
esclama
con
un
evidente
accento
aquilano
e
un
pizzico
di
ironia
un
anziano
signore
che
passeggia
davanti
alla
macchina
fotografica,
irrompendo
nella
nostra
conversazione.
Per
le
vie
del
centro
di
Roseto
degli
Abruzzi,
dialogavamo
di
tutt’altro,
ma
il
passante
aquilano,
afferrando
frammenti
del
nostro
discorso,
li
trasferisce
in
modo
quasi
automatico
nella
sua
realtà
emozionale,
nella
certezza
di
poter
condividere
con
noi
l’esperienza
del
dopo
terremoto.
Interpreta
il
ruolo
del
turista,
pur
non
vestendone
i
panni
ed
è
immerso
in
una
ritrovata
quotidianità.
Per
“tirare
avanti”
tenta
di
persuadersi
di
essere
in
vacanza,
quasi
a
voler
dimenticare
la
sua
condizione
di
sfollato,
di
esiliato,
quasi
che
l’idea
stessa
lo
allontani
dal
pensiero
di
un
futuro
poco
rassicurante.
(Cfr.
Nota
visuale
–
dott.ssa
B.
Coccagna;
http://labroseto.territorisociologici.info/search/label/note%20visuali)
4
4) Iniziative
istituzionali
per
la
gestione
delle
emergenze
Sul
territorio
sono
rintracciabili
i
segni
e
le
tracce
delle
iniziative
avviate
dalle
istituzioni
locali
per
far
fronte
all’emergenza.
I
luoghi
in
cui
i
segni
sono
tracciati
sono
le
sedi
delle
istituzioni
stesse:
il
Comune
in
primo
luogo.
In
altri
casi
i
segni
migrano,
riconfigurando
luoghi
originariamente
pensati
e
riferiti
ad
altre
funzioni
e
ad
altre
forme
di
relazionalità.
Gli
hotel,
ad
esempio,
da
luoghi
di
transito
diventano
forme
di
una
(indefinita)
stabilità.
Nelle
reception
e
negli
ingressi,
compaiono
allora
avvisi
e
fogli
informativi
che
riepilogano
i
numeri
di
telefono
utili
all’emergenza:
protezione
civile,
croce
rossa,
distribuzione
di
vestiario,
distribuzione
di
farmaci
e
di
generi
alimentari.
Tra
i
segni,
si
incontrano
avvisi
di
richiesta,
da
parte
del
Comune,
di
disponibilità
di
unità
immobiliari
da
destinare
all’ospitalità
dei
cittadini
aquilani.
(Nota
visuale,
dr.
F.
Di
Evangelista)
E’
possibile,
in
conclusione,
identificare
alcuni
elementi
significativi
di
questa
fase
dell’analisi.
Il
primo
elemento
è
l’amplificazione
degli
effetti
del
sisma,
anche
in
luoghi
e
in
momenti
lontani
dall’epicentro.
Sulla
costa,
si
intersecano
due
flussi
di
persone,
entrambi
centrati
sul
concetto
di
vacanza.
Da
una
parte
la
vacanza
intesa
come
sospensione
volontaria
del
quotidiano,
di
chi
sceglie
di
partire
dalla
propria
quotidianità
e
trasformarsi
in
turista.
Dall’altro
la
vacanza
come
assenza
e
come
sospensione,
questa
volta
imposta
dagli
eventi
e
che
richiede,
in
qualche
modo
di
ritrovare
quella
quotidianità
da
cui
si
è
stati
estromessi.
5
Il
secondo
aspetto
è
la
rilevanza
delle
iniziative
spontanee,
più
o
meno
organizzate,
e
della
solidarietà
“dal
basso”.
Attraverso
le
immagini,
è
stato
possibile
identificare
tutta
una
serie
di
“segni”
visibili,
fatti
di
manifesti,
di
comunicazioni
e
di
messaggi
lasciati
nel
tessuto
urbano
dalle
iniziative
che
sono
state
avviate
per
far
fronte
all’emergenza.
Il
terzo
aspetto
riguarda
le
categorie
dell’emergenza
e
della
riorganizzazione
del
territorio.
La
ricostruzione
non
è,
e
non
può
essere,
soltanto
materiale.
L’emergenza
ha
mostrato
che
le
case
non
sono
mai
soltanto
case.
Esiste
una
ricostruzione
dell’immateriale
(la
ricostruzione
della
quotidianità,
delle
relazioniche
va
di
pari
passo
con
la
ricostruzione
materiale.
Sarebbe
un
errore
appiattire
i
processi
di
ricostruzione
soltanto
sugli
aspetti
edilizi,
considerando,
nella
migliore
delle
ipotesi,
le
dimensioni
sociali
come
un
effetto
o
una
conseguenza
di
quelle
materiali.
La
scossa
del
6
aprile
non
ha
colpito
soltanto
le
strutture
edilizie.
Ha
colpito
persone
e
relazioni
tra
persone.
Ri‐costruire,
allora,
vuol
dire
fare
i
conti
anche
con
questi
aspetti,
vuol
dire
ricostruire
dei
significati
e
dei
segni.
Un
terremoto
può
essere
letto
anche
come
un
fatto
sociale
totale,
nel
senso
che
investe
la
vita
delle
persone
su
differenti
livelli:
strutturale,
affettivo,
professionale,
relazionale
ed
esistenziale.
Quello
che
emerge
dall’emergenza
è,
da
un
lato,
il
senso
di
perdita.
Dall’altro,
la
necessità
di
ricostruire.
Perdersi,
tuttavia,
non
vuol
dire
soltanto
privazione.
È
anche
una
condizione
di
inizio,
che
richiede
la
possibilità
di
trovare
un
nuovo
orientamento
e
dei
nuovi
significati.
Nota
metodologica:
immagini
dell’emergenza
Emergere:
venir
fuori
dall’acqua.
In
senso
figurato:
venire
alla
luce,
rendersi
visibile.
Date
le
premesse
etimologiche,
quale
modo
più
adeguato,
per
osservare
un’emergenza,
dell’applicazione
di
metodologie
visuali?
Adottare
una
prospettiva
di
questo
tipo
significa
già,
implicitamente,
variare
il
punto
di
osservazione.
Considerare
un’emergenza
come
un’emersione
significa
riportarla
nell’alveo
dell’ordinarietà,
come
uno
stato
potenziale
che,
in
relazione
a
certi
fattori
e
certe
condizioni,
trova
all’improvviso
la
sua
attuazione.
Di
contro,
assistiamo
quotidianamente
ad
una
lettura
dell’emergenza
come
un
fenomeno
altro,
estraneo
alla
quotidianità
e,
per
questo,
imprevedibile,
minaccioso
e,
a
volte,
crudele.
Considerare
l’emergenza
come
qualcosa
che
è
contenuto
sotto
la
superficie
della
normalità
conduce,
inevitabilmente,
ad
interrogarsi
sulle
caratteristiche
della
sua
costruzione
culturale:
su
come
ci
si
“dimentichi”
di
ciò
che
è
sotto
la
superficie
e
su
come
lo
si
definisca,
una
volta
che
la
superficie
della
normalità
si
lacera.
Portando
la
riflessione
più
avanti,
il
passo
successivo
è
interrogarsi
su
come
venga
costruita
e
definita,
ancora
una
volta
con
strumenti
sociali
e
culturali,
la
superficie
della
normalità
stessa.
La
fotografia
è
stata
usata,
all’interno
di
questa
ricerca,
come
un
modo
per
interrogarsi
sui
segni
che
l’emergenza
ha
lasciato
sul
territorio.
Essi
costituiscono,
in
conclusione,
il
focus
dell’osservazione.
Nella
fase
di
esplorazione
e
monitoraggio
del
contesto
di
studio,
la
fotografia
è
stata
utilizzata
come
una
lente
e
un
blocco
per
appunti.
Una
lente
attraverso
cui
selezionare,
nella
cornice
dell’inquadratura,
frammenti
di
senso
e
impronte
di
significati.
Un
blocco,
su
cui
annotare
di
volta
in
volta
l’oggetto
delle
proprie
osservazioni,
per
metterle
al
centro
di
un
discorso.
6
Le
immagini
sono
state
in
seguito
analizzate
e
discusse
dal
gruppo
di
ricerca.
Ad
ogni
immagine
è
stato
assegnato
un
tag
(un
codice
o
un’etichetta).
In
alcuni
casi
tali
codici
sono
stati
sviluppati
in
forma
di
“nota
visuale”.
Più
in
generale,
la
loro
analisi,
il
confronto
e
la
correlazione,
hanno
consentito
di
identificare
le
aree
tematiche
indicate
nel
paragrafo
precedente.
Il
materiale
completo
(gallerie
di
immagini,
note
visuali)
è
visionabile
(ed
utilizzabile
gratuitamente
con
licenza
Creative
commons)
alla
pagina
web:
http://labroseto.territorisociologici.info
Di
seguito
si
riporta
la
composizione
del
gruppo
di
ricerca
Gruppo
di
ricerca:
dott.ssa
Carbonetti;
dott.ssa
Carducci;
dott.ssa
Coccagna;
dott.ssa
Di
Domenicantonio;
dott.ssa
Piersanti;
dott.ssa
Tieri;
dott.
Sfarra
Responsabile:
prof.ssa
Vardanega
|
Coordinamento
operativo:
prof.ssa
C.
Diodati;
dr.
R.
Salvatore;
dr.
F.
Di
Evangelista
Coordinamento
rilevazione
visuale,
impaginazione
e
grafica:
dr.
F.
Di
Evangelista
Informazioni
e
comunicazioni:
[email protected]
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