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SABATO 18 LUGLIO 2009
Recensioni TV SCHERMAGLIE
DI ISABELLA
AGUILAR
L’infelice battuta gattara di Balducci, ex vaticanista
Meno male che d’estate almeno Omnibus c’è
Due giorni fa il Papa è scivo-
Omnibus è l’unica trasmissione politica degna di questo nome che ancora va in onda pure se è estate. “Ballarò”, “Anno Zero” “L’infedele” e pure “Porta a porta” se ne sono andati in vacanza, alla faccia di tutti gli italiani che non hanno la fortuna di partire per tre mesi in terre tropicali e di fregarsene di quel che continua a succedere nel Paese. A farci compagnia è rimasto giusto “Matrix estate”, forse quello di cui avremmo sentito meno la mancanza. Ma “Omnibus” non poteva scomparire, per sua stessa natura. Infatti, è il programma tappabuchi per eccellenza, il brodo primordiale da cui è nata La7. An-
lato, fratturandosi un polso. Questa notizia, ahimè non ci verrà più data da Roberto Balducci, il giornalista che si occupava di Vaticano e dintorni sul Tg3. Balducci, infatti, è stato rimosso dal suo incarico dopo aver osato una battuta infelice sul Santo Padre. Esagerato? A me pare di sì. Dico, il pover’uomo doveva inventarsi un servizio sul Papa che andava in vacanza. Non proprio una bomba di notizia, insomma. E deve essersi scervellato per buttar giù qualcosa di vagamente interessante. Tenuto conto che gli unici ospiti della villeggiatura papale era-
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EMMY, RECORD PER COCO CHANEL Primato italiano nelle nomination agli Emmy Awards, gli oscar televisivi americani che verranno assegnati il 20 settembre a Los Angeles. Le nomination sono state annunciate dall’Academy of Television Arts and Sciences. E per la prima volta nella storia del premio televisivo una fiction italiana, “Coco Chanel”, è nominata nella categoria dedicata a film tv e miniserie. “Coco Chanel” è andato in onda negli Stati Uniti il 13 settembre 2008 sul canale Lifetime ed è la seconda miniserie nella classifica degli ascolti della tv via cavo della passata stagione.
no due gatti (veri) - un’immagine piuttosto avvilente - immagino che Balducci si sia pietosamente aggrappato all’unica associazione di idee disponibile: «Due gatti… quattro gatti…». E zac, il battutone è venuto da sé: un giochetto di parole un po’ involuto in cui il giornalista si augurava che i due gatti (veri) avrebbero «strappato un sorriso» al Papa, proprio come i «proverbiali quattro gatti, forse un po’ di più, che hanno ancora il coraggio e la pazienza di ascoltare le sue parole». Mai l’avesse detto! All’idea che il pubblico del Papa si sia ridotto a quattro gatti, il direttore del
Tg3 ha dovuto sospendere Balducci dal suo incarico, malgrado i tentativi del giornalista di rettificare, chiarire, spiegare e rispiegare la sua battuta. Immaginatevi l’imbarazzo. Probabilmente il povero Balducci sperava che quell’infelice servizio dell’edizione pomeridiana passasse inosservato. Invece ora chissà quanto gli sarà difficile trovare un altro lavoro. TG3
RaiTre
VOTO
4
dava in onda per otto ore di fila quando la neonata rete tv non aveva altro da trasmettere, nel 2002, e poi si è fatto via via da parte per lasciare spazio a film, telefilm e altri programmi. Da sempre capitanato da Antonello Piroso, che resta più o meno dietro le quinte avendo un bel po’ da fare con il Tg e il suo “Niente di Personale”, anche quest’estate “Omnibus” occupa il palinsesto mattutino della rete. Si comincia con la consueta rassegna stampa un po’ in stile Radio Radicale e poi ci si adagia su argomenti meno rilevanti di attualità e gossip. Agosto si avvicina e siamo stati lasciati a piedi in un paese arro-
ventato dove sta succedendo di tutto: Grillo che tenta il colpo di stato, lo scannamento interno del Pd in attesa delle primarie, le caldane di Berlusconi, gli abruzzesi nelle tendopoli… Trovo confortante sapere che resta almeno un omnibus a cui aggrapparsi per fare un viaggetto in centro e affacciarci alle finestre dei palazzi del potere. OMNIBUS
La7
VOTO
7
PALINSESTI
I giovani precari contro Mtv TOCCA A LORO. Nonostante le campagne sociali dell’azienda, altri settanta lavoratori a tempo determinato potrebbero rimanere a casa. Lunedì sciopereranno per la prima volta a Milano. La storia pare quella del lupo che si
morde la coda. Nel corso degli anni il canale musicale Mtv (51% Telecom Italia, Viacom 49%) ha sempre spronato i giovani a darsi da fare, a protestare contro la guerra, la povertà e pure il precariato. Purtroppo però, nonostante un lodevole impegno di facciata, sembra che i panni in casa siano alquanto sporchi. È di queste ore la notizia di uno sciopero dei giovani precari di Mtv, indetto per lunedì 20 luglio a Milano in seguito al
comunicato del canale di tagliare altri 70 posti di lavoro, dopo 34 esuberi già annunciati precedentemente. Una svolta. Perché, come annuncia l’apposito sito dei precari in protesta “mtvisnotsocool.blogspot.com”, questa è «la prima volta che i lavoratori decidono di protestare e di non accettare i RICATTI proposti dall’azienda in fase di trattativa sindacale». I ricatti sarebbero sostanzialmente due: la forzatura di far firmare ai lavoratori a tempo de-
terminato un ennesimo contratto a termine e l’imposizione della «firma di una lettera di conciliazione collettiva come condizione necessaria all’attivazione degli ammortizzatori sociali in deroga. Ammortizzatori a carico dello Stato, che non comportano nessun costo per l’azienda». La recessione quindi si fa sentire anche per un canale sempre attento al rispetto dei diritti umani, sociali e civili. Già a fine anno scorso, del resto, il gruppo Mtv aveva annunciato la riduzione del 7 per cento
della sua forza lavoro a livello mondiale, per tagliare costi e recuperare efficienza nel corso del 2009. Il problema sollevato dai ribelli, tuttavia, pare più ampio. Proprio il primo post del blog “mtvnonècosìfiga” illustra la situazione del personale Mtv, il cui 46 per cento sarebbe precario. Con proposte economiche dell’azienda definite «insufficienti»: «ad un lavoratore a tempo determinato, in azienda da 5 anni, vengono proposte 7 mensilità e l’impegno di una continuità lavorativa di alcuni mesi; questo a fronte di una rinuncia totale ai propri diritti. Non solo, l’azienda, in assenza di un accordo complessivo, non intende attivare gli ammortizzatori sociali per i lavoratori che vengono lasciati a casa».