Milanofinanza 180709

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MILANO FINANZA

18 Luglio 2009

di Manuel Follis

C’

è aria di pace ai vertici di Telecom Italia. La recente boccata d’ossigeno proveniente dal Sudamerica ha contribuito certamente a rasserenare manager e azionisti della società, ma il clima intorno al gruppo stava cambiando già da settimane. Da quando, cioè, l’amministratore delegato di Telecom, Franco Bernabè, sembra aver trovato nel consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, una nuova robusta sponda. Sicché la ventilata eventualità di un cambio al vertice oggi sembra uscita dall’agenda, con l’amministratore delegato di Telecom decisamente più in sintonia con il numero uno di Intesa. E probabilmente non solo con lui. Questo vuol dire che la strategia dei piccoli passi impressa da Bernabè oggi riscuote maggiori consensi? Il punto non è questo. Tanto è vero che i soci guardano con attenzione alle dismissioni che Telecom ha in corso, dalle quali potrebbe entrare liquidità importante. Liquidità che implicherebbe sia passi avanti nel piano industriale presentato lo scorso dicembre sia buone notizie per il titolo, il cui andamento resta schiacciato a ridosso della soglia di 1 euro. Va detto che sul fronte dismissioni la prima in agenda è sicuramente quella della controllata tedesca Hansenet, per la quale è in corsa anche Telefonica (il principale azionista di Telco, holding che controlla Telecom). Difficile fissare una valutazione della società, visto che il prezzo è frutto anche delle possibili sinergie con il compratore; sicuramente si parla di una cifra superiore a 1,5 miliardi. Invece potrebbe essere meno agevole di quanto non appaia la cessione di Sparkle, la società che fornisce il routing internazionale per la maggior parte del traffico telefonico generato dall’utenza di Telecom oltre a rivendere servizi a terzi e che possiede 55 mila chilometri di fibra ottica in Europa, 30 mila in America Latina e 7 mila nel Mediterraneo. Un asset di grande valore strategico, la cui valutazione potrebbe essere anche superiore a quella recentemente circolata di 1,2 miliardi. Secondo le ultime indiscrezioni, Bernabé punterebbbe a cedere solo il 49% della società («Entro l’anno il processo su Sparkle sarà concluso», ha detto l’ad). Prima del deal, ci sono dunque alcuni mesi ancora, che serviranno per valutare (anche a fronte delle offerte pervenute) se sia davvero opportuno cedere un asset così strategico e così apprezzato dalle parti di Washington. La questione liquidità non è di secondo piano se si considera che analisti e manager di importanti merchant bank continuano a sottolineare come, stante la dichiarata e netta volontà di non scorporare e quindi valorizzare la rete di trasmissione, il gruppo necessiterà prima o poi di nuovi capitali. Gli esperti di mercato parlano senza mezzi termini di

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TELECOM ITALIA La sintonia ritrovata tra il manager e alcuni grandi azionisti spiana la strada a dismissioni che sembravano arenate. Anche se il destino di Sparkle resta incerto. Mtv a Viacom. La7 non si tocca, il direttore forse sì

Che tempra quel Bernabè Margini più stretti per General Electric Utili in calo del 49% per la trimestrale di General Electric, che ha risentito di un calo dei ricavi nel settore dei servizi finanziari e in alcune delle divisioni industriali. L’utile netto complessivo del gruppo è sceso a 2,7 miliardi, pari a 24 centesimi per azione rispetto ai 23 previsti, mentre i ricavi sono calati del 17% fino a 39,1 miliardi di dollari rispetto ai 42,2 miliardi previsti in media dagli analisti. Nella sua divisione dei prodotti industriali e per il consumo il gruppo ha riportato un calo del 20% dei profitti, scesi a 111 milioni di dollari su ricavi di 2,5 miliardi di dollari, mentre è del 40% il calo degli ordinativi per i motori aerei, i macchinari medici e le locomotive. A aumento di capitale e arrivano a schierarsi tra chi è convinto che basteranno 5 miliardi e chi invece si spinge fino a 7-8 miliardi. È noto che un’operazione simile non è nelle corde di Bernabè; né i soci nelle recenti riunioni hanno ritenuto l’ipotesi attuale. Tanto più che la situazione sudamericana presenta uno scenario più rassicurante. Basti dire che in Brasile il dietrofront della Consob locale ha evitato a Telco l’esborso di almeno 1 miliardo di euro per l’opa residuale su Tim Participacoes, mentre in Argentina o Franco Telecom potrà Bernabè esercitare l’op-

GE Capital, invece, i profitti sono calati dell’80% fino a 590 milioni di dollari. L’unica divisione con un utile in crescita fra le quattro principali è stata quella delle infrastrutture nel settore dell’energia, che ha riportato un +13% degli utili nonostante un calo dell’1% dei ricavi. «Disoccupazione, spese in conto capitale, crediti commerciali restano le difficoltà» ha spiegato l’ad Jeff Immelt secondo il quale comunque non ci sarà alcun cambiamento nell’outlook. Immelt ha precisato inoltre di aspettarsi di raccogliere entro la fine dell’anno tutto il debito necessario fino al 2010. (riproduzione riservata) Andrea Fiano

zione per avere il controllo di Sofora (che a sua volta controlla Telecom Argentina) oppure cederà la partecipazione a peso d’oro, considerando i tanti pretendenti in lizza. Senza contare che i numeri del secondo trimestre hanno in parte cancellato gli effetti negativi di

quelli (molto al di sotto delle aspettative) dei primi tre mesi del 2009. Bernabè aveva perciò buoni motivi per gongolare quando venerdì 17, dal palco degli Stati Generali di Expo 2015, ha annunciato il lancio di una rete di connessioni all’avanguardia che farà di Milano «la prima città al mondo con un servizio di banda larga mobile a 28 Megabit per secondo». Un capitolo a parte merita invece Telecom Italia Media, o meglio gli asset più conosciuti del gruppo: La7 e Mtv. Quest’ultima, posseduta al 51% da Ti Media e al 49% da Viacom (colosso dei media Usa), ha in corso una severa ristrutturazione che prevede anche il taglio di parte del personale (un centinaio di persone) e potreb-

be essere ceduta quanto prima alla stessa Viacom. Più complesso il futuro di La7. Tra i soci di Telco almeno due sarebbero stati favorevoli alla vendita della tv, magari proprio al magnate australiano Rupert Murdoch, tenendo conto che l’emittente è un asset complesso da gestire (visto anche il suo ruolo politico) e per di più costoso. Ma l’operazione oggi viene giudicata impossibile, anche perché i benefici economici non pareggerebbero i problemi diplomatici che sorgerebbero con Silvio Berlusconi. Resta invece il desiderio di cambiamento e per questo il prossimo autunno potrebbe riservare qualche sorpresa. In questo scenario, sembra particolarmente ambita la poltrona di direttore delle news, ruolo attualmente ricoperto da Antonello Piroso, giornalista forse per qualcuno un po’ supponente ma sicuramente troppo costoso. Chi al suo posto? Il primo a farsi avanti sarebbe Enrico Mentana, attualmente sul mercato, che potrebbe avere buone chanche di aggiudicarsi il tg del gruppo. Ma anche Gianni Riotta, il neo direttore del Sole24Ore che non ha mai nascosto la sua preferenza per testate più generaliste (e televisive), sarebbe intenzionato a giocarsi la partità. Chi vivrà vedrà. (riproduzione riservata) www.milanofinanza.it/telecom

I conti di Ibm e Google cancellano lo spavento di Nokia Dopo la doccia fredda di Nokia, che ha presentato una trimestrale deludente e rivisto al ribasso le stime per l’intero anno, è toccato a Ibm e Google riportare il sereno sul settore dell’hitech. Entrambe le società hanno infatti chiuso gli ultimi tre mesi con risultati decisamente positivi e addirittura superiori alle aspettative degli analisti, a dimostrazione della dinamicità del settore della tecnologia e, più in generale, di un contesto più positivo a livello economico. Google, i cui risultati sono strettamente legati all’andamento della pubblicità online, ha infatti chiuso il secondo trimestre 2009 con un fatturato di 5,52 miliardi di dollari, in crescita del 3% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso; un dato che scende a a 4,1 miliardi sottraendo le spese di acquisizione delle inserzioni pubblicitarie. Gli utili del colosso di Mountain View sono invece cresciuti a 1,48 miliardi di dollari rispetto agli 1,25 di un anno prima. Un risultato quindi positivo non solo per il motore di ricerca stesso, che ha recentemente annunciato anche lo sviluppo di un sistema operativo per personal computer dopo il software messo a punto per i telefoni cellulari, ma anche per il mercato in generale, di cui la raccolta pubblicitaria da parte di società come Google è un indicatore-chiave. Il management della società, a partire dal numero uno Eric Schmidt, ha però sottolineato come sia ancora impossibile fare previsioni attendibili sull’andamento dei prossimi mesi e come parte dei buoni risultati

messi a segno da Google sia legata al maggior gianti sono stati anche i risultati, e soprattutto tempo speso online da milioni di consumato- le previsioni, di Ibm. Il gruppo americano ha ri alla ricerca di prodotti caratterizzati da un chiuso il secondo trimestre con utili in crescirapporto prezzo-qualità vantaggioso e compa- ta del 12% a 3,1 miliardi di dollari, sebbene i tibile con budget più limitati. ricavi siano diminuiti del 13% a 23,3 miliardi Ancor più che l’andamento del mercato pub- di dollari. Quello che ha però colpito favoreblicitario, però, la minaccia più insidiosa per volmente investitori e analisti sono state le Google potrebbe essere costituita da un accor- previsioni rilasciate dal management per l’intedo tra Microsoft e Yahoo nel settore della ricerca ro esercizio, che dovrebbe chiudersi per Ibm con online e della relativa raccolta un utile per azione superiopubblicitaria. Secondo fonti re a 9,7 dollari rispetto ai 9,2 IBM vicine alle due società, il codollari stimati in precedenza. quotazioni in dollari 140 losso di Redmond e il motore Tali dichiarazioni hanno ovdi ricerca californiano avrebviamente fatto piacere agli 120 bero trovato un accordo di investitori che hanno dato 100 massima per una partnership credito alla strategia seguitecnologica e commerciale nel ta dal ceo Sam Palmisano. 80 campo dei servizi di ricerca E sono state apprezzate anweb nel tentativo di erodeche dall’intero settore, che 60 re la quota del 65% detenuta aveva già tirato un sospi17 lug ’08 17 lug ’09 da Google in questo settoro di sollievo pochi giorni re. L’accordo, che dovrebbe fa con i risultati e le previessere siglato in questi giorni, sarebbe decisa- sioni di Intel. Anche il colosso dei chip aveva mente meno vincolante rispetto acquisizione infatti dichiarato di tornare a vedere queldi Yahoo da parte di Microsoft sfumata lo le dinamiche stagionali tipiche del mercato scorso anno, ma proprio per questo più insi- Ict, che permettevano di essere moderatadioso per Google dal momento che la società mente ottimisti per l’ultima parte dell’anno, di Bill Gates non esaurirebbe tutte le proprie tradizionalmente favorevole per gli acquisti risorse finanziarie in questa operazione e po- di tecnologia a partire dal periodo di ripresa trebbe così proseguire in piani di crescita a delle attività lavorative e scolastiche dopo la 360 gradi anche nei servizi web. pausa estiva. (riproduzione riservata) Detto dei conti di Google, decisamente incoragDavide Fumagalli

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