Public speaking Comunicare efficacemente Gestire lo stress Strutturare una presentazione Essere persuasivi
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Giacomo Mason - Marzo 2007
Sommario 1) P r i n c i p i d i b a s e 2) V e r b a l e e n o n v e r b a l e 3) F o r m e d i e s p r e s s i o n e 4) G e s t i o n e d e l p u b b l i c o 5) C o s t r u i r e l’ a r c h i t e t t u r a Public speaking 2/84
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1
Principi di base
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In quali occasioni avete parlato in pubblico l’ultima volta?
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Principi di base
Perché il passato non ci aiuta Occasioni tipiche
Problemi tipici
Orientamento al copione
Esami all’università Interrogazioni
Scarso rilievo della CNV
Tesi di laurea
Setting inadeguati
Lezioni classiche Conferenze
Poche varianti a disposizione Frattura culturale stabilita tra gli attori Scarsa attenzione ai destinatari Pochi feed-back
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Principi di base
Comunicare in pubblico non è…
Leggere un discorso scritto
Perché?
Recitare un discorso imparato a memoria
Perché ci sono
Leggere delle slide
gli altri Seguire un copione predefinito
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Principi di base
Comunicare è entrare in relazione Parlare in pubblico significa innanzitutto rivolgersi al altri, e non a noi stessi
La comunicazione in pubblico è innanzitutto un processo di relazione con qualcuno
Entrano in gioco relazioni, contenuti, aspettative, motivazioni, culture, vissuti di un gruppo di persone. Aspetti che entrano in gioco nel processo di comunicazione
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Principi di base
Il discorso pubblico è un evento dinamico
Le cose scritte non servono per un discorso; devono essere tradotte nella forma comune del parlare spontaneo Mark Twain
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Principi di base
Nel discorso pubblico è protagonista la persona Vince la spontaneità – Sono così preparato che posso dimenticarmi del copione
Tono colloquiale
Vincono i vissuti – Le cose che dico sono filtrate dalle mie emozioni, dalla mie storie, dalla mia testimonianza
Importanza di storie e narrazioni
Vince l’orientamento agli altri – Gli altri sono così importanti che mi dimentico di me
Non pensare: “come sto andando?” ma: “che sta succedendo in aula”
Vince la relazione – Nessun contenuto è così importante da dimenticare chi ho di fronte
Copione flessibile e capacità di adattamento
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Principi di base
Comunicare non è solo “informare” Funzione denotativa
Contesto (riferimento)
Canale Mittente
Messaggio
Codice
Funzione emotiva
Codice
Funzione fàtica
Destinatario
Funzione conativa
Funzione metalinguistica Funzione poetica
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Principi di base
La comunicazione è un atto pragmatico La comunicazione
Comunicare significa attivare un processo di ascolto e di inferenze non totalmente circoscrivibile. Può significare:
è un atto Pragmatico
Convincere Emozionare
(orienta un
Insegnare
comportamento)
Spingere ad una azione
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Principi di base
Capire i propri obiettivi e le aspettative Quali sono i miei obiettivi?
Quali sono le aspettative del destinatario?
• Indurre all’azione
• Capire qual è il problema
• Illustrare una particolare soluzione
• Apprendere nozioni
• Convincere rispetto alla propria soluzione
• Ascoltare soluzioni
• Insegnare un insieme di concetti
• Capire come fare rispetto a un problema
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Principi di base
Valutare il contesto
La comunicazione efficace adatta il proprio stile e i propri contenuti all’audience
Dobbiamo pensare all’interesse del pubblico più che al nostro, e regolarci di conseguenza
Perché questa cosa è un affare per me? Perché è utile a me? Quali sono i vantaggi per me?
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L a b o r a t o r i o (1) Autoanalisi livello 1
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2
Verbale e non verbale
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Verbale e non verbale
La ricerca di Albert Mehrabian Paraverbale 38%
Tono di voce Volume Variazioni e pause
L’efficacia della comunicazione dipende solo per
Verbale 7% Informazioni
il 7% dalle parole
Non verbale 55% Contatto visivo Postura Gesti
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Verbale e non verbale
Il “cosa” e il “come” Senza “come” non c’è alcun “cosa”
Noi non decodifichiamo messaggi, Come
ma interpretiamo segnali
Cosa
Non vi sono significati se non all’interno di un “contesto”
LNV Contesto situazionale Contesto sociale
Il “come” determina il “cosa”
Contesto culturale
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Verbale e non verbale
Gli occhi sono il primo contatto
Per farsi capire dalle persone, bisogna parlare prima di tutto ai loro occhi Napoleone
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Verbale e non verbale
L’importanza del contatto oculare
Mantiene la padronanza dell’aula Aiuta a controllare il nervosismo Migliora la sicurezza Mostra interesse per gli interlocutori
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Verbale e non verbale
Il contatto visivo corretto: “Ci siamo visti!” Mentre parlate al pubblico cercate di guardarlo veramente, Nel caso di un pubblico vasto trovate una serie di “zone” alle quali rivolgervi
Fissate la persona per almeno 2-3 secondi, poi scegliete un altro punto per altri 2-3 secondi, e così via (bisogna allenarsi un po’.)
Vi state rivolgendo a persone con le quali siete realmente in contatto. Fate in modo che ad ogni contatto visivo possiate dire reciprocamente: “ci siamo visti!”
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Verbale e non verbale
Contatti oculari sbagliati Fissare ossessivamente una sola persona
???
per tutto il tempo.
Fare uno scanning a velocità supersonica di tutta la platea
Guardare nel vuoto e ogni tanto “tornare sulla terra”
Voltare le spalle al pubblico e/o guardare lo schermo Public speaking 21/84
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L a b o r a t o r i o (2) Contatto visivo
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Verbale e non verbale
La postura
La postura rappresenta il modo con cui usiamo il corpo per comunicare. Il 70% della comunicazione è corporea. Che lo vogliamo o no
Il corpo va quindi usato come canale di comunicazione. E’ meglio stare in piedi e muoversi
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Verbale e non verbale
Perché muoversi? Aiuta a bruciare energia nervosa
Focalizza l’attenzione su di noi e non sui supporti (slide)
Permette maggiori modulazioni rispetto a quello che diciamo
Tiene alto il livello di attenzione del pubblico
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Verbale e non verbale
La postura migliore: in piedi e in movimento State il più possibile al centro, in modo da guardare tutti
Mettetevi in modo da potervi avvicinare alle persone
Non mettete barriere tra voi e gli altri. Non nascondetevi dietro leggii o cattedre
Usate tutto il corpo e non solo una mano
Scegliete un punto baricentro. Muovetevi, ma tornate poi sempre al punto focale, e ad una posizione neutra
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Verbale e non verbale
Posizione nella sala
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Verbale e non verbale
Alcune posture sbagliate Il camminatore
Mani in tasca Adamitico Caffettiera
Arroccato
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Verbale e non verbale
Oratore e schermo Il rapporto con il pubblico si basa sul contatto visivo: cercate di non dare le spalle alla platea
Non impallate la proiezione con il corpo
Evitate di girarvi e sbracciarvi toccando lo schermo. Citate il dato guardando la platea, dicendo, ad esempio: “la colonna verde evidenzia…”
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Verbale e non verbale
Oratore e schermo (2)
Parlate vicino allo schermo, in modo da evitare la “schizofrenia” degli sguardi del pubblico
Anche se vi muovete, restate vicini allo schermo all’inizio, quando commentate le slide, e ogni volta che vi riferite ad esse
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Verbale e non verbale
Esporre con le slide: anticipare i contenuti Slide uno
Annunciare i contenuti della slide che segue prima di mostrarla (bisogna sapere la sequenza a memoria e/o avere sotto gli occhi una versione a slide rimpicciolite)
Commento la slide uno
Anticipo il titolo e i contenuti della slide due
Slide due
Commento la slide due
Anticipo il titolo e i contenuti della slide tre
Slide tre
Commento la slide tre
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Verbale e non verbale
Esporre con le slide: non leggere, ma commentare Le slide non vanno lette ma commentate, sono un supporto alla nostra esposizione, non viceversa. Girarsi per leggerle diminuisce attenzione e comprensione Evitate quindi di fare avanzare il documento, girarvi, rendervi conto di quello che si sta proiettando e dire: “Ecco, qui vediamo che…”
Il commento La slide a ________ b ________ c ________
________________________ _________________________ ___________________ b________________________ _________________________ ___________________ c________________________ _________________________ ___________________ a
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Verbale e non verbale
Gestualità La gestualità non è un fattore di disturbo ma uno strumento in più per essere efficaci nel nostro discorso. Ricordate che l’efficacia comunicativa passa per il corpo. I gesti danno “corpo” alle nostre parole e le rendono efficaci La gestualità fa parte del nostro registro comunicativo nelle occasioni informali. Dobbiamo metterla in gioco anche in quelle “ufficiali” Un oratore “asettico” non risulta più scientifico, ma solo più disinteressato al pubblico e all’argomento. Noia.
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Verbale e non verbale
La gestualità non va appresa, ma solo praticata spontaneamente
I gesti devono essere in sintonia con le vostre abitudini e le vostre inclinazioni naturali. Trovate voi i vostri!
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Verbale e non verbale
Usare la gestualità
Usare gesti semplici e definiti con le mani per richiamare un concetto Usate tutto il corpo e non solo una mano Siate semplici e naturali. Pensate alle situazioni più familiari
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Verbale e non verbale
Gestualità fuori controllo
Gesti ossessivi
Tic nervosi
Sistemarsi
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Verbale e non verbale
Gestualità fuori controllo
Attenzione: è sbagliata solo nel caso in cui sia fuori controllo e prolungata
Tic nervosi Semiparesi Braccia incrociate
Nulla vieta di usarla talvolta, se viene naturale ed è appropriato al contesto
Gesti ripetuti
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Esempio Filmato 1
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Verbale e non verbale
La voce La voce è uno strumento, e come tale va usata e controllata per rendere più efficace il proprio discorso
No
Si
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Verbale e non verbale
La voce Se iniziate a voce bassa, il volume tenderà a zero rapidamente. Nervosismo e ansia tendono a spegnere e a strozzare le voci troppo basse
Parlate a voce un po’ più alta del normale: come se parlaste al fondo della platea
Tenete conto che il nervosismo è percepito più da voi che dalla platea
Non parlate mentre state facendo altro (sistemare fogli, prese di corrente, eccetera)
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Verbale e non verbale
Pause e tono
Usate l’intonazione e la prosodia per variare i diversi aspetti del discorso (come quando parlate in modo colloquiale)
Le cose importanti devono “suonare” importanti (come quando sottolineate le parole in un libro)
Usate le pause in modo strategico, per dare enfasi al discorso e dare modo al pubblico di assimilare
(dopo una domanda retorica, dopo un concetto teorico nuovo, dopo l’apertura di un nuovo argomento, dopo l’esposizione di una tesi insolita)
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Verbale e non verbale
Usare le pause Il progetto Nettuno nasce proprio per realizzare questo obiettivo ambizioso. Il progetto è fatto da tre step che partiranno a marzo, giugno e settembre, per le diverse fasce di clientela che abbiamo visto,
Ora, voi vi chiederete, ma come facciamo a realizzare un obiettivo tanto ambizioso? (pausa lunga) La risposta si chiama: progetto “Nettuno” (pausa) Le fasi del progetto sono 3: (pausa) La prima, che parte a marzo e riguarderà i clienti a (pausa) La seconda che partirà a giugno e riguarderà i clienti b (pausa) La terza, che partirà a settembre e riguarderà i clienti c Public speaking 41/84
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Verbale e non verbale
Usare le intonazioni le parole chiave di questi anni sono personalizzazione e libertà di accesso. Il progetto Nettuno serve proprio a diversificare i canali di accesso ai servizi bancari, ed è proprio questa la sua forza: ci consentirà non solo di allargare il portafoglio dei servizi, ma anche di renderli più flessibili
le parole chiave di questi anni sono personalizzazione e libertà di accesso. Il progetto Nettuno serve proprio a diversificare i canali di accesso ai servizi bancari, ed è proprio questa la sua forza ci consentirà non solo di allargare il portafoglio dei servizi, ma anche di renderli più flessibili
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Verbale e non verbale
I paradossi dell’ansia
Parlare in pubblico crea ansia (in parte è legato al nostro vissuto culturale: maestre e altre figure “autorevoli”)
Primo paradosso: l’ansia è un aspetto positivo
Secondo paradosso: per ridurre l’ansa bisogna muoversi, non irrigidirsi
Terzo paradosso: più ci concentriamo sul pubblico (e non su noi stessi) e più l’ansia diminuisce
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Verbale e non verbale
L’ansia benefica
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Verbale e non verbale
Gestire l’ansia Muovetevi Preparatevi Eccedete in materiale Preventivate le domande Concentratevi sul pubblico Evitare tic e interiezioni. Attenzione ai giochi con mani e capelli Scegliete facce amiche, all’inizio (quelle che annuiscono o sorridono) Non cercate di nascondere i vostri stati d’animo
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Forme di espressione
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Forme di espressione
Errori
Rinchiudersi nel proprio ruolo (sono un docente e parlo da docente…)
Voler dire tutto (ho lavorato un anno sul progetto e ora vi beccate 300 slide…)
Linguaggio specialistico (bancario, medico, filosofico, informatico…)
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Forme di espressione
Primo errore: rinchiudersi nel ruolo
L’errore più grave nell’espressione è quello di usarne solo una, quella ritenuta adatta al proprio ruolo. (Scienziato, venditore, docente, ecc.)
Si possono invece utilizzare varie forme espressive, a seconda del momento (colloquiale, rigorosa, seria, scherzosa, personale, aneddotica, ecc.)
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Forme di espressione
Secondo errore: voler dire tutto
Il secondo errore è quello di avere la pretesa di dire “tutto”.
Un buon oratore sa eliminare ciò che non serve perché è ridondante, inadeguato, o può essere dedotto dalla platea stessa
Il tempo e la pazienza dell’audience non sono infiniti. Bisogna concentrarsi innanzitutto sull’essenziale.
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Forme di espressione
Il principio dell’iceberg
Io cerco sempre di scrivere secondo il principio dell’iceberg: i sette ottavi di ogni parte visibile sono sempre sommersi.
Tutto quel che conosco è materiale che posso eliminare, lasciare sott’acqua. Ernest hemingway
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Forme di espressione
Il principio dell’iceberg applicato ai discorsi Il progetto Nettuno è pensato per diversificare i canali d’accesso alla Banca. Grazie al progetto Nettuno sarà possibile in breve tempo effettuare depositi monetari e di assegni presso i bancomat, oltre a poter effettuare una serie di pagamenti fiscali, accedere tramite internet a servizi personalizzati ed evoluti di home banking come il controllo del conto e dei titoli, il controllo carte di credito e l’effettuazione di bonifici e infine di usufruire di servizi telefonici sofisticati grazie al nuovo sistema di post selezione vocale.
Alzi la mano chi di voi doveva depositare al volo un assegno in banca e si è trovato di fronte una fila chilometrica… Il progetto Nettuno nasce per permettere il deposito direttamente dai bancomat Public speaking 51/84
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Forme di espressione
Terzo errore: usare un linguaggio specialistico Il terzo errore è quello di trincerarsi il linguaggio, usando:
un linguaggio specialistico (marketing, tecnologia, scienza, ecc.)
un eloquio pseudo-colto (tale strategia è prodromica ad un’approccio omnicomprensivo…),
l’utilizzo di frasi fatte (vogliamo creare valore attraverso una sinergia costruttiva…)
Un buon oratore usa il linguaggio in modo efficace e concreto, adattandosi al contesto. Il linguaggio deve servire ad unire, e non a separare, chi parla e chi ascolta
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Forme di espressione
Usare un linguaggio “concreto” Niente scorciatoie linguistiche: frasi fatte o tecnichese Niente modi manierati o da persona “colta” Parlare concretamente di cose concrete Usare un linguaggio semplice, e termini accessibili a tutti Usare le immagini (lento come una tartaruga, forte come un carroarmato…) Per ogni concetto fornite un esempio. Unite astratto e concreto
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Esempio Film: “La classe operaia va in paradiso”
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Forme di espressione
La dinamica dell’esposizione Procedete dal noto all’ignoto. Partite da ciò che si suppone sia conosciuto, per introdurre cose nuove
Es: partire da alcuni numeri risaputi o da fatti noti al cliente. Oppure da episodi pubblici noti
Andate dal semplice verso il complesso. Iniziate con le cose più facilmente comprensibili, e aggiungete elementi via via che procedete
Es: partire da una descrizione di massima, per entrare poi nei dettagli
Partite dal condiviso per arrivare al discutibile. Cominciate con lo stabilire delle cose che siano condivise da tutti, per evitare di doverci poi tornare sopra
Es: partire da un’esigenza, un problema o a un bisogno del cliente per arrivare alla “nostra” soluzione
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Giacomo Mason - Marzo 2007
Forme di espressione
La dinamica dell’esposizione parte dal noto e condiviso Il nostro progetto prevede di riprogettare il sito usando ASP e XML come linguaggi di base. Riprogettare il sito web in linguaggio ASP e XML ci consentirà di avere delle pagine dinamiche a aggiornabili facilmente senza costi aggiuntivi. Inoltre sarà possibile avere con facilità flussi di dati alternativi, come i Feed RSS, che potranno essere visti anche da PDA e cellulari
Ma che ce ne facciamo delle pagine dinamiche?
Ma alla fin fine quanto costerà mai aggiornare a mano qualche paginetta?
?
Flussi di dati alternativi? Ma questa è roba da informatici. Mi sa che ho sbagliato riunione…
Ma che cacchio sono l’ASP, l’XML, I Feed RSS, i PDA? Mi sa che mi stanno vendando fumo…
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Giacomo Mason - Marzo 2007
Forme di espressione
Esempio riprogettato Signori, siamo qui perché abbiamo un paio di problemi Il primo e che tutte le volte che dobbiamo aggiornare una pagina sul nostro sito ci vuole mezz’ora. Noi aggiorniamo in media 8 pagine al giorno: in un anno fanno 15.000 euro di spese. Se gli utenti vogliono scaricare le notizie sul cellulare o su un computer più piccolo non possono farlo e stanno arrivano mail di clienti furenti. E infine non siamo in grado di erogare, oggi, i servizi evoluti di cui parliamo da tempo. La soluzione sta in due parole: ASP e XML. Se avete un attimo di pazienza vi spiego di che si tratta
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Esempio Filmato 2
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Forme di espressione
Come aumentare l’efficacia e l’interesse L’esposizione “classica”, ovvero dichiarativa (modello lezione) dovrebbe essere affiancata da altre forme, che aumentano l’efficacia e l’interesse in determinati momenti Aneddoti personali Storie e narrazioni Parabole
Ruolo emotivo (interessare)
Domande dirette
Citazioni da film Metafore
Ruolo cognitivo (spiegare)
Paragoni Immaginate che… Public speaking 59/84
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Forme di espressione
L’uso degli esempi Al contrario dei riferimenti concreti, i concetti astratti possono essere facilmente fraintesi. Ogni persona tenderà a farsi una sua idea del concetto. Per ogni concetto astratto fornite sempre un esempio concreto. E sufficiente accennarlo.
E’ necessario un approccio strategico (esempio) Dobbiamo conquistare leggerezza nel linguaggio (esempio) Gli aspetti cognitivi sono conseguenti a quelli affettivi (esempio) I testi per il web vanno ridefiniti modularmente (esempio)
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Forme di espressione
L’uso delle immagini e delle metafore
…E’ lento come una tartaruga… …Se prima avevamo una Cinquecento, ora abbiamo una Ferrari… …Questo piano è solo il tassello di un puzzle… …Scrivere bene significa passare dal il tema in classe all’articolo di giornale…
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Forme di espressione
L’uso delle storie E’ un luogo comune che l’esposizione debba essere asettica e impersonale. Al contrario, raccontare storie vissute in prima persona o aneddoti aumenta l’efficacia complessiva dell’esposizione. Questo perché:
La storia ci coinvolge narrativamente Nel particolare capiamo meglio i concetti generali Una storia trasforma l’astratto in concreto Nella narazione i protagonisti siamo noi stessi
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Forme di espressione
La funzione delle parole-simbolo Alcune parole o frasi possono servire come leve per esprimere con più efficacia alcune tesi. La parola-simbolo ha una funzione di richiamo immediato alla tesi principale e dà profondità al discorso.
Questo era ben conosciuto nella retorica antica (anafora, catafora, anadiplosi, diafora)
E’ necessario che la parola (o frase): • sia evocativa • sintetizzi il discorso fatto • sia grammaticalmente “forte” (es: un verbo)
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Forme di espressione
Ridondanze retoriche V’ha detto il nobile Bruto che Cesare era uomo ambizioso di potere: se tale era, fu certo grave colpa, ed egli gravemente l’ha scontata. Qui, col consenso di Bruto e degli altri - ché Bruto è uom d’onore, come lo sono con lui gli altri - io vengo innanzi a voi a celebrare di Cesare le esequie.
Ei mi fu amico, sempre stato con me giusto e leale; ma Bruto dice ch’egli era ambizioso, e Bruto è certamente uom d’onore. Ha addotto a Roma molti prigionieri, Cesare, e il lor riscatto ha rimpinzato le casse dell’erario: sembrò questo in Cesre ambizione di potere?
Esempio Filmato 3
Quando i poveri han pianto, Cesare ha lacrimato: l’ambizione è fatta, credo, di più dura stoffa; ma Bruto dice ch’egli fu ambizioso, e Bruto è uom d’onore.
Al Lupercale - tutti avete visto - per tre volte gli offersi la corona - e per tre volte lui la rifiutò. Era ambizione di potere, questa? Ma Bruto dice ch’egli fu ambizioso, e, certamente, Bruto è uom d’onore. Non sto parlando, no, per contraddire a ciò che ha detto Bruto: son qui per dire quel che so di Cesare.
Oh, amici, fosse stata mia intenzione eccitare le menti e i cuori vostri alla sollevazione ed alla rabbia, farei un torto a Bruto e un torto a Cassio, i quali sono uomini d’onore, come tutti sapete. Non farò certo loro questo torto…
Public speaking 64/84
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Gestione del pubblico
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Gestione del pubblico
Un buon attacco Un buon attacco è molto importante per la buona riuscita di tutta la presentazione. E’ necessario: dare una buona impressione (competenza e credibilità, chi sono e perché sono qui) interessare fin da subito la platea (sintonizzarsi e interagire)
Ricordate che comunque “niente è perduto”
essere espliciti e senza misteri (perché siamo qui, che cosa faremo) cercare di non iniziare “sottotono” (vitalità)
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Gestione del pubblico
Gestione delle domande e dell’interazione Decidete subito il livello di interattività annunciando quando si raccoglieranno le domande (alla fine o si può interrompere?) Prima di rispondere a una domanda, ripetetela ad alta voce per farla sentire a tutti e per allineare le aspettative sulla risposta Ascoltate la domanda guardando la persona, ma rispondete a tutti Spesso è necessario Riformulare le domande, perché possano avere una risposta adeguata (domande confuse, polemiche, asserzioni mascherate da domande, ecc,)
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Gestione del pubblico
Errori nell’interazione con il pubblico Buona domanda! (dovete spiegare sempre perché è buona) Polemizzare con qualcuno (ne uscirete sempre male) Fare comunella con qualcuno (state parlando a un gruppo, i rapporti privati vanno tenuti da parte) Criticare gli interventi (ogni intervento è sempre il benvenuto e la persona ci sta facendo un regalo). Le persone vanno gratificate per Il loro sforzo (che a volte è notevole). Ringraziate e date sempre segnali positivi!!!! Dare risposte confuse (se non sapete la risposta, ditelo!) Non dare spiegazioni di ciò che fate (spiegate sempre che cosa state facendo e perché, ad es. se usate la lavagna a fogli mobili) Public speaking 68/84
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Gestione del pubblico
Come mantenere alta l’attenzione? Cambio di registro (da scientifico a aneddotico, da teorico a esemplificativo, ecc.) Domanda alla platea (trasformare un punto della relazione in una domanda) Voto per alzata di mano (quanti di voi hanno mai scritto un articolo scientifico?) Giochi (facciamo finta di essere una redazione…) Metacomunicare (“oh, vi vedo attentissimi, sono un docente veramente rispettato”, nel caso facciano baccano)
Public speaking 69/84
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Gestione del pubblico
Ascolto attivo
Public speaking 70/84
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Gestione del pubblico
Che cosa significa ascoltare attivamente? Dare segnali di feed-back (ad es. con il capo o con la voce) Usare la postura appropriata (sguardo attento, corpo non stravaccato…)
Negoziare la “rotta” che deve prendere il discorso (ad es. facendo domande)
Cooperare alla creazione del contenuto (integrando con proprie esperienze)
Public speaking 71/84
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Gestione del pubblico
Casi problematici Dominante Polemico
Giocherellone
Indifferente
Timido
Scettico Chiacchierone
Public speaking 72/84
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C o s t r u i r e l’ a r c h i t e t t u r a
Public speaking 73/84
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Public speaking 74/84
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C o s t r u i r e l’ a r c h i t e t t u r a
Il principio del “puzzle” Nella comunicazione efficace dobbiamo mostrare prima il disegno del “puzzle”, e poi singoli pezzi
Scenario, direzione, mappa del percorso
Public speaking 75/84
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C o s t r u i r e l’ a r c h i t e t t u r a
Dare lo scenario, bruciare le notizie
Esplicitare in modo chiaro gli obiettivi e il percorso Mostrare l’agenda completa dei lavori Illustrare la/le tesi principali Se possibile, anticipare le conclusioni Ribadire sempre a che punto siamo del percorso
Public speaking 76/84
Giacomo Mason - Marzo 2007
C o s t r u i r e l’ a r c h i t e t t u r a
Trovare un filo conduttore Dal noto all’ignoto
Dal semplice al complesso
Ripetizioni e approfondimenti
Il filo conduttore Public speaking 77/84
Giacomo Mason - Marzo 2007
C o s t r u i r e l’ a r c h i t e t t u r a
Le domande da porsi Qual è il filo conduttore?
Quel è il mio obiettivo? Vendere, Convincere? Insegnare? Qual è la cosa o le cose principali che voglio comunicare? Quali sono gli argomenti o gli esempi correlati a queste cose? Quali altre informazioni posseggo che siano pertinenti all’argomento? Sono soddisfatte in modo chiaro le risposte la che cosa, come, quando, dove, perché? Public speaking 78/84
Giacomo Mason - Marzo 2007
C o s t r u i r e l’ a r c h i t e t t u r a
Si parte da un bisogno o da un problema
Spiegare le questioni note Circoscrivere lo scenario Descrivere la situazione
“terra promessa” “palazzo in fiamme”
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C o s t r u i r e l’ a r c h i t e t t u r a
Il ruolo dell’introduzione Crea una base comune di partenza, allineando le conoscenze-base dell’uditorio rispetto agli elementi di scenario più generali ( Anticipa tutti i contenuti e permette una loro panoramica (che cosa diremo, che cosa faremo assieme) Anticipa, se possibile, le conclusioni, o la tesi principale, in modo da fornire una traccia all’uditorio (La mia tesi è questa…) Posta l’uditorio ad avere una aspettativa comune (parleremo di questo e non di quello) Stabilisce alcune “regole di convivenza” all’interno dell’aula (pause, interazione, eccetera)
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C o s t r u i r e l’ a r c h i t e t t u r a
Lo schema a blocchi di una presentazione Presentazione dell’oratore
Introduzione
Allineamento delle aspettative della platea Esposizione delle premesse Formulazione della questione principale
Illustrazione generale dell’andamento della
Sommario
presentazione e degli argomenti principali che verranno trattati
Presentazione
Presentazione vera e propria
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C o s t r u i r e l’ a r c h i t e t t u r a
L’andamento di una presentazione-standard Introduzione Filo conduttore Macro argomenti
Esempi – Ragioni – Risposte
Dettagli operativi – Dati analitici - Curiosità Public speaking 82/84
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C o s t r u i r e l’ a r c h i t e t t u r a
La conclusione “fissa” i concetti Partenza
Argomenti principali
La conclusione deve essere una ripetizione sintetica dei punti principali già esposti. E’ sufficiente un: “allora, abbiamo detto: primo…, secondo…, terzo….
Esposizione
Può eventualmente essere usata una apposita slide di sintesi Vanno fatte delle sintesi intermedia tra capitoli Conclusione
Riassunto degli argomenti principali
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Bibliografia Parlare in pubblico - Cesare Sansavini; Giunti Demetra Presentare per convincere - Paul Le Roux; Lupetti; 1995 Come parlare in pubblico e convincere gli altri - Dale Carnegie; Bompiani Come si presenta con le slide - Giacomo Mason ; Tecniche Nuove The Minto Pyramid Principle: Logic in Writing, Thinking, & Problem Solving Barbara Minto, Financial Times Prentice Hall - 2001
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