Progetto Diagnosi Tali E Infermeristiche Ist

  • October 2019
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ISTITUTO TUMORI GIOVANNI PAOLO II DIPARTIMENTO DI ONCOLOGIA CHIRURGICA DIRETTORE DIPARTIMENTALE DR. L. GRAMMATICA COORDINATRICE DIPARTIMENTALE SIG.RA lO RUSSO

UNITA’ OPERATIVA: OTORINOLARINGOIATRIA Primario: DOTT. GRAMMATICA

UNITA’ OPERATIVA: CHIRURGIA APPARATO DIGERENTE Primario: DOTT. MONTEMURRO

Il ruolo dell’infermiere nel dipartimento di chirurgia oncologica L’applicazione delle Diagnosi Infermieristiche

Inf. Rosa Pacifico Dott. Alessandra Vernacchia

Riassunto: Il Piano di Assistenza infermieristica all’interno di un Centro specialistico di Chirurgia oncologica, dedicato alla diagnosi e cura di Tumori relativi al distretto testa-collo e al completo Apparato Digerente, compreso tumori del Fegato, Milza e Pancreas, è strutturato per fasi e comprende almeno due fondamentali momenti: 1. l’analisi 2. la pianificazione La scheda Infermieristica elaborata ed in uso, con le relative diagnosi infermieristiche (in fase di codifica), ci permette di effettuare in modo rapido, la raccolta sistematica dei dati, lo sviluppo delle notizie, l’elaborazione degli obiettivi con la loro valutazione finale. • Problema: dallo studio dei testi clinici ed assistenziali, abbiamo estrapolato i problemi relativi alla specifica attività di vita del cliente, dal momento in cui si rivolge alla struttura per accertamenti, fino all’intervento chirurgico, alla fase critica post-intervento e conseguente convalescenza. • Diagnosi infermieristica: in base ai problemi identificati, si è passati alla formulazione delle diagnosi infermieristiche (NANDA Associazione Nord Americana di Diagnosi Infermieristiche) • Obiettivi: sono stati formulati tenendo in considerazione la possibile efficacia degli interventi identificati sulle condizioni generali del soggetto affetto da patologia neoplastica. • Interventi infermieristici: sono stati identificati gli interventi più efficaci o frequenti adatti alla soluzione dei problemi, correlandoli al consumo delle risorse standard. • Valutazione: l’esecuzione del piano di cura, prevede la verifica degli interventi che si erogano e la valutazione finale dell’assistenza profusa.

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La necessità di Istituire dei Poli specializzati per la prevenzione, trattamento e cura delle patologie Neoplastiche, si rende necessario per rispondere in maniera più adeguata, completa e razionale al “paziente-cliente” affetto da tale patologia. Ne consegue che la specializzazione comporta: • L’individuazione precoce della patologia effettuata con la prevenzione • La diminuzione dei tempi di guarigione • Aumentare la qualità delle prestazioni mediche ed infermieristiche erogate. Il centro si costituisce di un team di professionisti, individuati per titoli e competenze, in grado di garantire una completa attività diagnostica e terapeutica, con una molteplice gamma di prestazioni multidisciplinare e specialistiche. Questo tipo di organizzazione collaborativa, permette di sommare il lavoro garantito dai singoli operatori, al fine di ottimizzare cooperazione e rapporto costo/beneficio per il raggiungimento degli obiettivi, finalizzati alla massima soddisfazione delle necessità del cliente-paziente. Nell’ambito del team, il ruolo degli operatori sanitari non medici assume una significativa rilevanza, nel contesto di un progetto assistenziale finalizzato. Al primo accesso, il cliente-paziente è accolto dall’equipe medico/infermieristica, che dopo la valutazione globale e l’elaborazione della diagnosi, procede alla programmazione del processo assistenziale personalizzato ed integrato. IL MEDICO Effettua la visita e, in base alla diagnosi elaborata: • Stabilisce con l’infermiere ed il cliente l’iter procedurale del piano assistenziale 1. richiede tutti gli esami pre-operatori, 2. richiede le consulenze specialistiche in caso di patologie correlate, 3. programma il ricovero finalizzato all’intervento, 4. predispone l’auto-donazione di sangue.

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L’INFERMIERE • partecipa alla visita medica, • raccoglie dal paziente e/o famigliare i dati generali nella scheda infermieristica, • elabora la diagnosi infermieristica, • partecipa alla stesura del piano assistenziale: 1. organizza le consulenze specialistiche richieste, 2. organizza l’auto donazione di sangue, 3. organizza il ricovero dell’utente presso l’Unità Operativa di riferimento, • consegna al cliente un opuscolo illustrativo dei servizi offerti dal Centro, nel quale sono riportate i nomi dei professionisti di riferimento • consegna una scheda che consenta un giudizio sulla qualità percepita dal servizio ed eventuali suggerimenti per la valutazione della qualità delle prestazione ricevute. Questo tipo di organizzazione è orientato al soddisfacimento dei bisogni della persona assistita ed al diritto di ricevere un intervento sanitario globale ed individualizzato, permette alle diverse figure professionali di perseguire un’autonomia operativa concreta, non sovrapponibile e decisamente integrata e complementare. Il perno principale sul quale ruotano gli aspetti collaborativi di questa relazione (medico-infermiere), è rappresentato dal ruolo della professione infermieristica e medica nel contesto sanitario attuale.

L’infermiere è il professionista che garantisce un’assistenza ottimale, deve possedere le conoscenze specifiche tecnico-operative, sviluppare una capacità relazionale che acquisisce in base all’empatia, il rispetto e la comprensione dell’altro, interiorizzare un comportamento etico e deontologico. Dall’altra parte il medico è un professionista che giunge alla diagnosi medica attraverso il sintomo, interviene chirurgicamente, prescrive la terapia e provvede in modo più specifico alla cura del malato. 4

L’elaborazione di un progetto assistenziale finalizzato, ci offre lo spunto per riflettere su come sta certamente cambiando il ruolo dell’infermiere. Da un attività che aveva come quadro di riferimento le scienze mediche ed era incentrata sulle tecniche e sulle terapie prescritte da altri, ecco che si apre un campo d’azione con un ottica diversa ed un approccio verso il paziente tale da realizzare il piano assistenziale, dove confluiscono e sono utilizzate in modo autonomo, le conoscenze, il metodo, gli strumenti e le tecniche della professione. Pur consapevoli di aver fatto importanti passi avanti, bisogna considerare che, se da un lato esiste un riconoscimento giuridico di autonomia con le relative responsabilità, all’atto pratico non si è ancora raggiunti quella maturità manageriale che permetta di gestire in modo autonomo ed appropriato i processi organizzativi del lavoro. Ulteriore ostacolo è rappresentato dalla mancanza delle figure ausiliarie, istituite già nell’ordinamento sanitario, ma non ancora presenti nelle varie realtà operative. Il nuovo modello organizzativo professionale prevede prima di progettare, e dopo di applicare, all’interno del servizio assistenziale degli strumenti quali: “piani di lavoro”, “schede infermieristiche”, “procedure” “protocolli” che, oltre ad organizzare e registrare i dati tecnici, forniscano all’infermiere un valido modello di comportamento e di linee guida d’intervento. Tale modello organizzativo, messo in pratica, può contribuire sensibilmente ad innalzare il grado di soddisfazione dell’utenza e degli operatori stessi. Strutturato per fasi, il nostro piano di assistenza infermieristica comprende almeno due momenti fondamentali: • l’analisi, cioè l’insieme delle operazioni logiche finalizzate all’identificazione dei problemi e dei bisogni del cliente e delle risorse presenti (umane, tecniche e strutturali) • la pianificazione, cioè l’insieme delle operazioni dedicate alla scelta e alla realizzazione degli interventi che si ritiene possano condurre in modo efficace ed efficiente alla soluzione dei problemi posti.

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Al fine di formulare idonei piani assistenziali, risulta innegabile la necessità di poter disporre di uno strumento che consenta in maniera completa, veloce e sistematica la raccolta dei dati, lo sviluppo delle notizie e l’elaborazione degli obiettivi con la loro valutazione. Muovendoci secondo quest’ottica sono stati sviluppate le diagnosi infermieristiche relative al dipartimento chirurgico, classificando i principali aspetti dell’assistenza infermieristica.

Problema: dallo studio dei testi clinici ed assistenziali e con la collaborazione dei medici, sono state estrapolate i problemi relativi alla specifica attività di vita presa in esame, più facilmente riscontrabile nella tipologia dei clienti trattati nel dipartimento.

Diagnosi infermieristiche: in base al problema identificato, si passa alla formulazione delle diagnosi infermieristiche, seguendo i criteri, metodi e classificazione della NANDA (Associazione Nord Americana di Diagnosi Infermieristiche).

Obiettivi: sono stati formulati tenendo in considerazione la possibile efficacia degli interventi identificati, sulle condizioni di un soggetto affetto da patologia oncologica;

Interventi infermieristici: alla fine di questo percorso logico, sono stati identificati gli interventi più efficaci o frequenti adatti alla soluzione dei problemi, correlandoli al consumo di risorse standard in termini di personale, materiale e strumenti;

Valutazione: l’esecuzione del piano di cura prevede la verifica degli interventi che si erogano e la valutazione finale dell’assistenza profusa.

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PROCESSO DI ACCOGLIENZA Se volessimo definire il termine “accoglienza “ da un punto di vista professionale, potremmo parlare di una modalità relazionale con l’utente finalizzata a facilitare il suo orientamento sia nella struttura che nei suoi rapporti con gli operatori sanitari. Questa fase, senza ombra di dubbio, costituisce il momento più delicato e complesso della relazione tra colui che eroga il servizio e l’utente; quest’ultimo deve sentirsi accolto e percepire che ha trovato il luogo giusto dove esprimere il proprio problema. Ma il bisogno dell’utente non è solo quello di essere ascoltato ma anche quello di sentire che il professionista che si sta prendendo cura di lui è la persona con la massima competenza, cioè è la persona giusta. Da ciò si deduce che condurre il primo colloquio sapendo comunicare, quindi utilizzando ascolto attivo, comprensione, tecniche comunicative di counseling, è un indicatore di professionalità orientata all’aiuto ed al paziente. L’importanza del processo di Accoglienza ospedaliera non è un’acquisizione diffusa, esso infatti, fino a poco tempo fa coincideva semplicisticamente con l’accettazione burocratica. Negli ultimi 10 anni abbiamo assistito ad una rivalutazione dell’assistenza infermieristica, ad una pianificazione assistenziale avente al centro del suo universo il paziente ed incentrata non più sui bisogni, ma sugli obiettivi. In questo contesto, il processo dell’accoglienza, in virtù delle sue caratteristiche peculiari è diventato uno dei più importanti indicatori della customer-satisfation e come tale, oggetto di particolare attenzione da parte della dirigenza manageriale che potrà non solo monitorare la qualità dei servizi resi, ma anche orientare le proprie scelte strategiche, secondo le regole di una competitività concorrenziale per raggiungere il suo obiettivo prioritario, riducendo al minimo il rapporto qualità-costi. Da qui la necessità di educare tutto il personale del comparto alla “politica dell’accoglienza” standardizzando la sua procedura per permettere a tutti gli operatori delle due unità operative, di adottare procedure e comportamenti comuni e condivisi. 7

Attualmente nel nostro Dipartimento è in uso una procedura standardizzata che permette una personalizzazione degli interventi infermieristici, anche se tale procedura attuata è spesso limitata dalle gravi difficoltà a cui il personale infermieristico fa fronte, sia in termini di qualità sia in termini di quantità. Abbiamo già considerato che il protagonista di questo processo è l’infermiere il cui numero è cronicamente carente, e questo è un dato che mal si coniuga con quelle che sono le esigenze della nuova figura e le aspettative aziendali. A ciò si deve aggiungere la carenza di risorse, di spazi idonei ed un’inadeguata modalità organizzativa.

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA NEL DIPARTIMENTO DI CHIRURGIA ONCOLOGICA OBIETTIVO ACCOGLIERE IL PAZIENTE ED I SUOI FAMILIARI RIDUCENDO AL MINIMO I DISAGI DELLA OSPEDALIZZAZIONE E FAVORIRE IL SUO ORIENTAMENTO NELLA STRUTTURA RICONOSCIMENTO DA PARTE DEL PAZIENTE E DEI SUOI FAMILIARI DELLE VARIE FIGURE PROFESSIONALI CON CUI INTERAGISCONO E STABILIRE CON LORO UN RAPPORTO EMPATICO ACQUISIZIONE DELLE REGOLE DA RISPETTARE NELLA UNITA’ OPERATIVA

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RISORSE UMANE PERSONALE INFERMIERISTICO CHE ABBIA SEGUITO PERCORSI FORMATIVI SUL COUNSELING E SULLE TECNICHE DI COMUNICAZIONE MATERIALI CARTA DI ACCOGLIENZA DEL DIPARTIMENTO E CARTELLA INFERMIERISTICA AMBIENTALI PRIVACY

AMBIENTI IDONEI CHE RISPETTINO LA

PROCEDURA

All’inizio del turno viene individuato l’infermiere che dovrà prendere in carico il paziente Il pz-utente viene salutato ed accolto dall’infermiere che si presenta con nome e cognome, possibilmente entro dieci minuti dal suo arrivo nella U.O. Inizia la fase di raccolta dati indispensabile per la formulazione della diagnosi infermieristica e della pianificazione assistenziale personalizzata L’infermiere accompagna il paziente nella stanza che gli è stata destinata, lo presenta all’altro paziente e gli mostra gli accessori.

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L’infermiere spiega la necessità della visita medica, del colloquio ed il significato della richiesta dei dati anagrafici e di ulteriori notizie. L’infermiere consegna al paziente ed ai suoi familiari la Carta di accoglienza e ne illustra i contenuti essenziali.

SCHEDA INFERMIERISTICA Problema: La prima fase, di accertamento, consiste nella raccolta dei dati che avviene attraverso l’intervista, l’osservazione e l’esame fisico. Le informazioni ottenute riguardanti i dati anagrafici, le abitudini di vita, i problemi sanitari pregressi, i sintomi oggettivi e i dati obiettivi. # La necessità dell’utente di essere informato è prioritaria, al fini di curare anche l’insicurezza, durante il periodo di malattia. L’informazione deve essere chiara precisa e corretta, limitata agli aspetti principali, essere adeguata alla necessità di sapere ed adattata alle condizioni sociali ed alla cultura. # Riuscire a sviluppare una buona capacità di ascolto, oltre a porre in una situazione ottimale per la raccolta di notizie, diventa un’azione che crea i migliori presupposti per una buona comunicazione ed un intervento dalla chiara valenza terapeutica di sostegno. DIAGNOSI INFERMIERISTICA L’analisi e l’organizzazione dei dati raccolti consente di compiere il passo successivo: l’individuazione dei problemi assistenziali (stima) con la formulazione delle diagnosi infermieristiche attivate automaticamente dall’infermiere, e i problemi collaborativi che esprimono l’interazione con il medico. 10

La diagnosi infermieristica è un giudizio clinico riguardante le risposte della persona, della famiglia o della comunità a problemi di salute, processi vitali attuali o potenziali: identifica i bisogni di assistenza la cui gestione e responsabilità rientra nella sfera di competenza dell’infermiere. Esso ha sostituito nel piano curativo l’elenco delle stime, attribuendo ogni paziente ad una o più categorie comprese nei modelli che ne riassumevano i problemi-bisogni. L’uso di modelli, permette il raggruppamento in alcuni di essi, per questo così come per le diagnosi mediche, i pazienti presentano una serie di problemi-bisogni appartenenti ad una categoria che si uniformano all’interno delle diagnosi infermieristiche. La diagnosi è reale quando gli indizi sono chiari e presenti nella situazione, per cui appaiono direttamente ai sensi dell’infermiere, mentre la diagnosi potenziale è prevedibile solo grazie alle conoscenze ed alle esperienze accumulate dall’infermiere. PIANIFICAZIONI La fase del processo di Nursing, secondo quanto stabilito dal Profilo Professionale dell’Infermiere, si sviluppa mediante la pianificazione, ovvero la necessità di definire gli interventi assistenziali da fornire ai bisogni di assistenza specifici per ogni paziente, rivolti anche alla prevenzione dei problemi potenziali. Nella scheda sono presi in considerazione due punti fondamentali: gli obiettivi e gli interventi infermieristici autonomi ed integrati. L’identificazione degli obiettivi consiste nell’esplicitazione di scopi e di finalità misurabili dell’attività assistenziale; gli interventi sono invece, le azioni poste in atto dall’infermiere allo scopo di realizzare gli obiettivi, in riferimento al bisogno di salute del cliente e allo svolgimento delle sue attività di vita. La pianificazione è composta dall’identificazione della diagnosi infermieristica (problema), dalla formulazione dell’obiettivo e dall’intervento infermieristico, volto a risolvere il problema della persona assistita, con relativa valutazione. L’accertamento infermieristico, di norma, deve avvenire nelle prime 24 ore dal ricovero, quando l’infermiere ha a disposizione 11

tutte le informazioni necessarie per identificare i problemi della persona assistita. La pianificazione è la fase successiva del processo di nursing, che tiene conto delle osservazioni e delle variazioni quotidiane dei bisogni. VALUTAZIONE La valutazione è la fase cruciale del processo assistenziale e consiste nel determinare il grado di realizzazione degli obiettivi. Se il problema della persona assistita si risolve, si chiude la diagnosi infermieristica. Tuttavia occorre documentare la realizzazione degli interventi assistenziali ma occorre anche trascrivere la valutazione dei problemi del paziente e le relative modificazioni. La realizzazione dei trattamenti diagnostici (in particolare terapeutici) deve essere documentata sia con riferimento alla prescrizione che all’intervento terapeutico. Fondamentale è anche una valutazione finale, che precede la dimissione o il trasferimento ad altra unità di cura e rappresenta la fine del processo assistenziale del Dipartimento. E’ lo strumento che permette di realizzare la continuità assistenziale integrata con la famiglia ed il territorio. DIMISSIONE Alla dimissione occorre confrontare quanto definito con l’obiettivo e la situazione presentata dal paziente, compilando la parte dedicata alla valutazione complessiva e all’esito della risoluzione dei problemi della persona assistita. Nella Dimissione Infermieristica saranno riportati i dati del processo assistenziale (quali obiettivi sono stati individuati? Quali sono i risultati raggiunti? Quali sono gli interventi attuati?).

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CONCLUSIONI La scheda infermieristica rappresenta lo strumento indispensabile per l’ottimale funzionamento del Centro specialistico per la cura dei tumori. I risultati, le verifiche e gli indicatori di risultato, che ci riserviamo di illustrare dopo un sufficiente periodo di sperimentazione, potranno confermare il nostro assunto, così da porci nella condizione ottimale per estendere il suo utilizzo ad altre unità operative. BIBLIOGRAFIA: North American Nursing Association, (NANDA) Nursing Diagnosis: Definition and classification, 1999-2000, Philadelphia 1999. Guida del Servizio Infermieristico: Il processo pedagogico per l’apprendimento e l’insegnamento delle diagnosi infermieristiche, Policlinico di Modena, Azienda Ospedaliera. Simoni A. La cartella dell’infermiere nuovo strumento per coordinare le varie fasi del processo assistenziale, da Tempo Medico n. 679 2000. Bolognese L. Assistenza riabilitativa: sperimentazione di un nuovo modello organizzativo, Nursing Oggi n. 4 1999; 54-61 Motta P.C. Il contributo della disciplina infermieristica allo sviluppo di sistemi informativi sanitari integrati, XVI Internertional Meeting Bambino: progetto salute ’99 Neonatologia e pediatria alla fine del XX secolo. Conquiste e prospettive, Azienda Ospedaliera “G. Salesi” Ancona 1999. Pomponio, Colosso. EBM e metodologia della ricerca per le professioni sanitarie. C.G. Edizioni Medico Scientifiche s.r.l. 2005 13

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