RIPROVAZIONE DELL’INDUSTRIALIZZAZIONE Il cambiamento muove la storia e con essa gli eventi di cui è formata, ognuno di questi è la risultante dell’azione di forze naturali e umane. Infatti i fatti avvenuti dipendono inevitabilmente anche da trasformazioni politiche e sociali. Per esempio il fenomeno dell’industrializzazione ha avuto modo di svilupparsi a causa dell’affermazione di una classe borghese produttiva e padronale che ha trasformato una comunità circoscritta e contraddistinta da un tipo di vita basata su un’economia rurale autosufficiente, a una struttura industriale dinamica e imprevedibile, e questo conseguentemente ha influenzato anche la vita degli individui. Infatti gli uomini che si spostano per vicissitudini e sopravvivenza dal comune rustico al sobborgo urbano entrano a far parte di una dimensione più vasta e più ostile legata al progresso, lasciandosi alle spalle tradizioni e mansioni. Indubbiamente industrializzazione ed evoluzione tecnologica hanno migliorato la vita sociale con l’aumento di benessere e servizi, ma a scapito di abitudini e qualità personali. Per esempio il contadino e l’artigiano che personificavano valori, ma soprattutto tecniche, da un lato relative alla coltivazione e dall’altro alla realizzazione di beni; vengono rimpiazzati da un macchinario, quindi la loro calma mansione abituale viene sostituita da progresso ed efficienza, dunque la componente umana e quella personale vengono sovrastate e sostituite da quella artificiale. E inesorabilmente con la scomparsa di una realtà tradizionale affiora nell’animo umano un sentimento struggente per l’allontanamento e la perdita di qualcosa di caro, si avverte quindi un senso di nostalgia verso il passato. Questa emozione emerge anche perché l’uomo si lascia alle spalle antiche virtù per allacciarsi alle viziate logiche del denaro, e sono proprio queste che portano alla conversione da orgogliosa comunità a folla del capitale. Poiché con l’ingresso di criteri basati su profitti e bilanci esagerati conseguentemente scompare la celebrazione di ruoli e lavori legati alla comunità del villaggio. Per esempio le folle delle società moderne sono indotte e persuase da uomini di massa e spesso questi non sono né detentori di valori né si comportano da garanti verso la popolazione, ma inseguono un interesse personale o cercano di attecchire alla sfera pubblica pregiudizi privati, ne sono un esempio quelli che riguardano disuguaglianza e xenofobia. In una società viziata e manipolata nella totalità è inevitabile che avvenga una sorta di standardizzazione, poiché le persone per aumentare e livellare la propria autostima e considerazione cercano di attenersi alle crude logiche di godimento della massa che risulta, dunque, nel complesso, stereo tipizzata con veemenza; questo è testimoniato dal fatto che le folle moderne inseguono la felicità più che la libertà, e la politica non fa altro che promuoverla. Infatti e poco frequente l’impegno nel fornire al cittadino un’idea basata su principi sociali ed etico - filosofici, poiché queste sono materie scivolose per la massa odierna che preferisce tintinnarsi e perseguire il lucro. Questa sorta di auto rifiuto ideologico delle masse e di indolente apatia politica portano ad una partecipazione passiva ma normale alla vita sociale nel suo complesso. Le folle delle megalopoli sono composte da una massa di uomini non da individui originali. L’originalità spesso viene concepita come stramberia e discriminata, invece in un villaggio erano le personali qualità che rendevano l’individuo orgoglioso e dignitoso di appartenere attivamente a quel gruppo. Infatti le realtà comunali e differenza delle metropoli erano ricche di virtù, con consoli giusti e carismatici che non miravano né allo strapotere individualista né all’inculcamento di pregiudizi, ma anzi sentendosi parte della comunità celebravano doti, ruoli e mansioni di tutti coloro che in quel piccolo sistema contribuivano alla buona prosperità collettiva. Si può affermare che anche nel sistema sociale moderno siano aumentate comodità e benessere, ma a scapito della considerazione dell’uomo e dell’ambiente. Infatti questi vengono trascurati dall’industrializzazione, poiché non contano rispetto all’allettante realizzazione di guadagni smodati. Così nell’individuo moderno sono prevalenti e prepotenti le logiche imprenditoriali e manageriali e quindi scompare l’interesse verso il dialogo corale, ma prevale un’idea inevitabilmente capitalista ed individualista.
Anche se la modernità tecnologica ha introdotto nuovi sistemi di comunicazione e scambio di idee, la comunicazione dialogica resta ogni modo assente. Per esempio la televisione spesso condiziona o “impone” alla massa, senza mantenere un contatto diretto di idee e di dialogo, e nei casi peggiori diseduca l’individuo, in quanto non contribuisce assolutamente al raggiungimento della pienezza personale e alla corretta formazione politica e sociale dell’individuo, insomma non nutre le menti di insegnamenti coscienti, ma le ingozza di deconcentrazioni, svaghi e futili pettegolezzi. Infatti la televisione è più vista come mezzo per divertire che per istruire ed informare. Nel complesso tutta la società industriale moderna è basata principalmente su tintinnamenti e denaro, dunque non compaiono né qualifiche e valori comunali né menti attive, entrambi sono indici di profonda involuzione. Dunque dietro alla superficiale patina d’orata delle innovative società moderne sono presenti crepe profonde.