Nuovo Ecosistema Vision E Mission

  • May 2020
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  • Words: 934
  • Pages: 3
Per la creazione di sviluppo economico responsabile e sostenibile.

VISION Crediamo in uno sviluppo locale dove la comunità ed il territorio siano protagonisti. Immaginiamo che lo sviluppo locale possa essere, veramente, responsabile e sostenibile.

MISSION Nuovo Ecosistema intende contribuire allo sviluppo locale responsabile e sostenibile del territorio della Provincia di Imperia. Uno sviluppo che sia fondato sui concetti di comunità e governance , che sia attento ai “Valori” oltre che al valore economico prodotto. La nostra organizzazione vuole essere al tempo stesso incubatrice di nuove idee, attrattrice e coordinatrice di professionisti e ricercatori competenti ed infine facilitatrice di processi di sviluppo locale. Dedichiamo la massima cura affinché tutte le nostre attività siano in sintonia con i principi e i valori che sostengono l'apertura alle diverse realtà culturali, il rispetto dell'ambiente e il libero accesso alla cultura e alle idee. Chi siamo: un gruppo di specialisti, di facilitatori di processi e di ricercatori di diverse discipline che ha scelto di unirsi per agevolare la riemersione e la valorizzazione della cultura, dell’ economia e della identità del luogo attraverso un approccio multidisciplinare. Abbiamo scelto di costituirci come cooperativa perché è il modello organizzativo in cui ci rispecchiamo più fedelmente, soprattutto per quanto riguarda la finalità mutualistica e la gestione democratica. Cooperativa in quanto interlocutrice preferenziale con enti pubblici e associazioni. e creatrice di lavoro intorno a “Valori” forti e riconosciuti.

Cosa facciamo: elaboriamo progetti di sviluppo economico, energetico, turistico responsabili e sostenibili, ne assicuriamo l’ accompagnamento, la rendicontazione e l’analisi post- progetto. Progetti indirizzati a: Enti Pubblici Territoriali, Sistemi Turistici Locali, Associazioni di Categoria, Consorzi pubblici, privati o misti, Associazioni di vario genere e natura, Imprese.

Documento accompagnatorio.

Recentemente, nel nostro paese, molti territori stanno conoscendo la stessa, progressiva e drammatica crisi economica: le produzioni si stanno ridimensionando, alcune imprese hanno chiuso, altre si sono delocalizzate, altri ancora non si sono mai economicamente sviluppati. Le prospettive future non sono le migliori, né le più auspicabili, lo scenario previsto mostra una minoranza di territori vincenti e ricchi, isole felici, in un deserto di località destinate ad un rapido declino e impoverimento. A riguardo c’è stata responsabilità da parte dei politici perché hanno operato con scarsa lungimiranza, hanno saputo gestire, malamente, solo il presente con evidenti sprechi e scarsa capacità di cogliere opportunità. C’è stata anche responsabilità da parte degli operatori privati perché troppo disuniti, troppo spesso caratterizzati da comportamenti da free riders, da incapacità ad associarsi, di creare sistema, di costruire e preservare qualità, di produrre innovazione, di progettare il futuro. Le politiche di sviluppo locale non possono prescindere da un disegno generale che investa tutti gli aspetti di un territorio: identità, attivazione di reti, innovazione, governance, capitale sociale positivo, sostenibilità, responsabilità, qualità della vita nella sua accezione più ampia, infrastrutture, sicurezza. I temi appena citati non sono certamente una novità per chi si occupa di governance e di sviluppo locale, essi sono stati ampliamente studiati ed anche applicati in ambito Unione Europea per lo studio e l’utilizzo dei fondi strutturali a favore delle aree rurali più marginali e arretrate dei paesi aderenti. Uno dei concetti principali che li accompagna è che le politiche di sviluppo dovrebbero necessariamente nascere “dal basso”; alle Istituzioni spetterebbe il compito di svolgere le funzioni d’informazione, formazione, facilitazione, sensibilizzazione, coordinamento, controllo dei processi, che deve però essere condiviso con gli abitanti delle località interessate. Troppo spesso le Amministrazioni pubbliche si assumono quest’ onere pur non avendo personale competente e tempo a disposizione. La partecipazione dei privati resta ridotta e passa spesso attraverso le associazioni di categoria che, sovente, sono più l’espressione di correnti politiche che l’effettiva rappresentanza degli associati. I privati partecipano talvolta ai tavoli di concertazione solo attratti dagli eventuali contributi senza che ci sia un progetto realmente condiviso. Come provocare un cambiamento? Una soluzione auspicabile potrebbe essere l’introduzione di esperti mediatori, o meglio facilitatori di processi: professionisti competenti, sopra delle parti, che si occupino a tempo pieno di riunire i portatori d’interesse, progettare, verificare in itinere, concludere i processi di sviluppo e verificarne, a posteriori, gli effetti sociali.

La nostra Agenzia per lo Sviluppo Locale vuole inserirsi in questo contesto come team di esperti e mediatori di processi che, su commessa, riceva incarico per facilitare lo sviluppo di un territorio attraverso un approccio multidisciplinare per scovare, riscoprire, valorizzare le peculiarità economiche e culturali (materiali e immateriali), l’identità, la ricchezza (in senso umano ) di un luogo. Lo scopo vuole essere unire una comunità intorno ad progetti ben definiti che sappiano realizzare ciò che i singoli o le istituzioni, da sole, non possono, nel segno della responsabilità e sostenibilità delle iniziative. La nostra organizzazione forte della collaborazione con i centri di ricerca universitari punta sulla innovazione, sulla creatività, sulla expertise, sull'utilizzo di capitale sociale positivo. Desideriamo creare nuove opportunità di lavoro per i nostri associati e permettere ai ricercatori di sperimentare direttamente “sul campo” i nuovi paradigmi dello sviluppo in una Vision responsabile e sostenibile. Il nostro compito di sarà di sviluppare il progetto, facilitarne la successiva implementazione nel rispetto dei tempi e degli obiettivi, e valutare a posteriori i risultati e le esternalità ottenuti (proprio dove falliscono normalmente le P.A.). La difficoltà più grande appare riuscire a dirottare fondi (sempre più limitati) ed interesse verso queste iniziative. I tempi sembrano maturi, l’ esigenza è reale, sarà cruciale concludere positivamente alcuni progetti pilota e comunicare bene i risultati ottenuti per allargare l ‘interesse verso questet iniziative e diffonderle sempre più per operare un decisivo cambiamento del modo di gestire l ‘ambito economico spostando l‘attenzione dalla forsennata ricerca del profitto all'attenzione ai reali bisogni degli individui e delle comunità da essi costituite.

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