[librogame] Squilibrio - 02 - Love Boat

  • December 2019
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  • Words: 42,838
  • Pages: 212
2008, Librogame’s Land – www.librogame.altervista.org Progetto grafico della copertina a cura di Dragan Impaginazione a cura di Dirk06 Il presente libro è da intendersi ad uso esclusivamente personale, ne è vietata qualsiasi tipo di vendita e la modifica anche parziale.

LOVE BOAT ADRIANO – ALDINOZZ DRAGAN – PRODOCEVANO

www.librogame.altervista.org

INTRODUZIONE

Bella zio! Sei entrato nel contrastato mondo di Squilibrio, la serie di librigioco che manderà a puttane i tuoi ultimi, pochi neuroni che ti popolano il cervello, ottimisticamente. In questi libri il protagonista sei tu. Si dice così, ed in effetti è vero: dalle botte di culo o di sfiga che ti succedono nella vita reale dipenderà molto del destino del tuo alter ego (ma manco poi tanto secondo me...) cartaceo. Non ti serve molto per giocare a questa squinternata serie: due mani (sempre tu non le abbia consunte a suon di rasponi), la capacità di leggere e la conoscenza della lingua italiana. Se occorrerà qualche altro oggetto non temere, il testo te lo richiederà puntualmente. Quanto al sistema di gioco, foglio del personaggio, perfezionamento delle arti superiori, non stare là a farti troppe seghe mentali. Gioca, semplicemente. Una considerazione tuttavia va fatta sui contenuti. Per scelta precisa del team di stimati autori professionisti che l’hanno plasmata a loro immagine e somiglianza, l’inviolabile e sacrale regola etica della serie Squilibrio è quella di non avere regole etiche. Potresti trovare (e probabilmente troverai) decine, anzi centinaia, anzi migliaia di ci-

tazioni politicamente talmente non corrette che farebbero piangere anche Vittorio Sgarbi, insulti razziali degni del peggior Borghezio, discriminazioni sessuali tendenti al nazismo, volgarità da orrida bettola e contenuti sessualmente espliciti che manco il maestro Mario Salieri. Se ritieni che il solo nominare la parola “cazzo” in un librogame sia un’offesa al bon ton ed altre stronzate di siffatta concezione, allora Squilibrio non fa per te. Noi ce ne stiamo in mezzo, perciò: alla larga. Fuori dai coglioni e vatti a leggere il Corrierino. Se sei invece pronto a tollerare tutto questo senza frignare come una donnicciola, ed anzi aneli a raggiungere picchi mai tentati di cafoneria e pessimo gusto, allora sei capitato nel posto giusto e puoi iniziare la tua avventura, andando (a calci nel culo, tanto per cominciare) al PROLOGO.

PROLOGO

Che notte, quella notte. Non avresti mai potuto immaginare come sarebbero cambiati la tua vita e il tuo destino dal momento in cui decidesti di accettare il suggerimento di Paolo il Drugo, e recarti per il weekend in quel locale lì in quel posto là di quella via lì, con un unico scopo sociale ed una sola imprescindibile missione: trovare una figa da scopare. Devi ammettere che è stata dura. Più che un locale quel night si è rivelato un universo a sé stante, costellato di tentazioni, di piaceri, di voglie carnali, ma anche di dolori rettali, umiliazioni frustranti, fallimenti inverecondi. Più di una volta sei stato sul punto di mollare, di dire basta, di tornare per l’ennesima volta a casa con una mano sul pisello in tiro e l’altra sul telecomando, alla ricerca delle dirette di Diva Futura sulle tv locali, viatico per l’ultima sega della notte. E invece no. Alla fine ce l’hai fatta. Stavolta è andata diversamente, la sorte ti ha arriso. Hai sconfitto nani violenti e ballerine rifatte. Hai beffato travoni ambigui e troie inguardabili. Hai dato scacco a isterici orientali e galli malati. Hai superato le insidie tese da buttafuori cocainomani e papponi partenopei. Hai vinto perfino i demoni,

che non c’entravano un cazzo. E hai messo le mani sull’elisir di lungo sesso, capace di cambiare la tua vita: El Cucador. El Cucador. Ormai è diventato il tuo nome. Dopo aver bevuto questa miracolosa essenza, hai capito che l’astinenza vitalizia era invece finita. Ti sei ritrovato depositario di un’infinita scienza erotica che non hai mancato di applicare, bagnando intime parti ed intimi indumenti di intime mignotte con uno schiocco di dita. Ma non era abbastanza. Hai ottenuto piaceri orali dalle ninfe più pregiate di quel night maledetto. Ma non era ancora abbastanza. Alla fine hai intravisto quello che volevi, Cucador. Bionda, of course. Fisico marmoreo, modellato da un Michelangelo ispirato dai massimi canoni della perfezione umana. Tette immani, culo granitico, cosce chilometriche, labbra fiammeggianti, sguardo annichilente. Doveva essere tua. Lo è stata. D’altronde si sa, buon Cucador non mente. Insieme avete flirtato, quel tanto necessario per capire che la serata doveva continuare altrove, nel mondo del piacere. Ti sei lasciato travolgere, d’un tratto sei passato dal sozzo bancone ad un letto, dove hai montato e rimontato quella purosangue raggiungendo i più alti picchi immaginabili della goduria. In quel momento, al climax del godimento, un lampo e hai avuto un pensiero per chi non era lì ma per chi, in fondo, con fare paterno, ti aveva condotto fin lì, alla migliore scopata di tutta la storia dell’umanità: il barman, Sauro Settebellez-

ze. Per gli amici come te, Maurizio. Maurizio. Colui che ti ha iniziato ai segreti del Cucador, l’arma segreta per trasformare Giancarlo Magalli in Rocco Siffredi. Grazie Maurizio! Grazie! Tu hai cambiato la mia vita! Ti sarò per sempre debitore! Così sul far dell’alba hai gridato fuori di senno, prima di riversarti violentemente per l’ultima volta nelle profondità della femmina divina che avevi soggiogato per tutta la notte con la potenza dei tuoi lombi infuocati. Vai all’1.

1 Tira un dado. A seconda del punteggio ottenuto, vai al paragrafo corrispondente e comincia l’avventura: 1: vai al 24. 2: vai al 73. 3: vai al 123. 4: vai al 110. 5: vai al 33. 6: vai a fanculo. Un meteorite infuocato irrompe dall’atmosfera, distrugge il soffitto del posto in cui ti trovi (non saprai mai qual era!) e ti schiaccia come una merda molle, travolgendo anche la tua compagna di giochi proibiti (non saprai mai chi era!) e tutte le altre persone forse presenti nel posto in cui ti trovavi (non saprai mai se ce n’erano, e chi erano!). La tua avventura finisce qui. Anzi, non inizia neanche. La tua unica speranza è quella di essere inglobato e conservato nel corpo celeste come le mosche preisotriche nella resina degli alberi. Se ti va di culo adornerai il collo di qualche donna, sicuramente un cesso, tra 2 milioni di anni. E ovviamente, non saprai mai chi sarà. 2 Uno simpatico personaggio ti si para davanti. “Bella zio!” - ti aggredisce immediatamente con un sorrisone ebete a 44 denti - “Sono il giovane

Tuòrl, Conte di Uòv, professione geriatra!”. Ma chi diavolo è questo giullare? Un metro e mezzo, capello scuro, un orribile anello d’oro di 15 centimetri appeso ad una tamarrissima catena, una improponibile maglietta con la scritta “Diving Club - Sharm El-Sheik - Salam Alekum, Lekum il Salam”. “Oh, amico mio maharras, non ti sorprendere di tale frase... è un mio vecchio segreto: le donne, o meglio, come ti spiegherò poi, le nonne, vengono dapprima attratte dal riferimento al Diving Club, sul davanti. Successivamente, incuriosite, continuano a leggere la frase sul retro. A quel punto.... SBAM!!!, gli schiaffo il mio cazzone in bocca ed esplodo urlando “Lekum il Salam, lekum il salam vecchia troia. Lekum il mio cazzo di salam!!!”. Non fai neanche in tempo a focalizzare l’attenzione sulle baggianate che sta sputacchiando questo infame essere, che Tuòrl ti afferra la testa e ti schiaffa il cazzo in gola! “Aahahhaha coglione, ci sei cascato anche tu, ahahahhaha. Lekum il salam, lekum il salam!!! ahahahhahaha brutto stronzo. Leccami il salam, ahahhahahahh. Succhia succhia, ahahhahahhahah”. Oh cazzo, il pene di questo deviato è come un fottuto magnete! Una forza aliena tiene la tua bocca incollata alla minchia di Tuòrl, il Conte di Uòv! Cosa fai? Cerchi di mordere il cazzo a questo pervertito? Vai al 82.

Fai buon viso a cattivo gioco, e continui a succhiare e succhiare in questa vorticosa pratica pompinatoria finchè Tuòrl non si stanca? Vai al 141 . 3 Ma cazzo, lettore di merda, davvero faresti una cosa del genere? Sei una nullità, basta, sei morto. Ciao. 4 A La bomba ha attivato una reazione a catena che potrebbe distruggere il continuum spazio-tempo, che porterebbe alla distruzione dell’universo. Vai al 53 - sottoparagrafo B. B Inizi a renderti conto che sei un coglione. Vai al 53 - sottoparagrafo C. C Sei un pirla. Vai al 53 - sottoparagrafo D. D Idiota patentato!! Vai al 53 - sottoparagrafo E. E Essere inutile!! Vai al 53 - sottoparagrafo F.

F Ehilà cazzone, visto che dopo quello che hai fatto questi insulti te li meriti, vai al 53 - sottoparagrafo C, e buon proseguimento. 5 “Ti saluto o sommo poeto i tuoi versi mi stimolano un peto” - ti senti declamare. Ti vergogni di te, ma forse il bislacco individuo può aiutarti in qualche modo. “Oh un collega compositore, che versi sommi, quale svelato ardore! Accolgo il tuo venir lieve come un solletico e mi presento, sono il Demone Poetico!”. Rimani basito di fronte all’esternazione dell’esaltato. Questo squinternato pensa di essere un demone! Ma dove cavolo l’avrà raccattata un’idea così assurda? E dove si è mai sentito parlare di un Demone Poetico per giunta... Osservi meglio l’uomo: forse ti sei fatto suggestionare, ma noti che la sua pelle ha un colorito rossiccio. Inoltre, sotto l’assurdo cappello da clown che indossa ti sembra di scorgere due piccole corna far capolino. E se fosse davvero un Demone Poetico? Se decidi di porre fine a questa buffonata con il caro vecchio metodo manesco, vai al 48. Se invece vuoi continuare a parlargli e vedere se ne ricavi qualcosa, vai al 130.

6 “Yeah, bello! Scateniamoci al ritmo di questa tunz fantastica! Unz, unz, unz, unz...”. È con queste parole invereconde che ti accoglie un tipastro grossomodo trentenne, vestito come un ragazzino di 17 anni, e che ascolta musica da discoteca del livello più becero da un consunto iPod, rubato chissà dove. “Piacere, bello! - si presenta, dandoti la mano - Sono il noto dj Pino Catramaro, offresi per feste private, anche delinquenti! I miei generi sono la denz, la àuz e la tèccheno miuuusieac, con me la pista si riempie di patataa, vai tranquilloooo!”. Si muove al ritmo di chissà quale fetida melodia, poi si ferma ed indica due femmine alquanto malmesse sedute a un tavolo poco distante. “E quelle - gongola con aria sognante - sono le mie due cubiste yeah, Dirka e Ombromanta! Hai visto che schianto di manze, compare? Scommetto che daresti via un polmone pur di trapanarle, nevvero? Ebbene, Pino Catramaro è un biusinesmen a 360 gradi ed è disponibile anche per quello... Ci mettiamo d’accordo e per pochi spicci ti porti in cabina le meglio fighe del canestro. Dammi... diciamo 40 euro, prezzo da amico eh, e te le lascio per un’ora!”. È un fiume in piena, non ti lascia il tempo di ragionare! In primis devi sapere che le “due fighe” di cui parla quest’invasato sono due troioni da sbarco, veramente orribili, con baffoni staliniani schiariti grossolanamente, capelli unti, tette rifatte a palloncino con cicatrice dell’operazione tipo labo-

ratorio nazista e cellulite sparsa largamente un po’ dappertutto. Ciononostante ti ricordo che nella tua lunga carriera ti sei scopato ben di peggio, e hai anche pagato per farlo! La decisione è solo tua, ma se già in passato hai avuto a che fare con Dirka e Ombromanta potresti avere secondo me un consistente vantaggio nel prendere la tua decisione. Se a questo punto dell’avventura pensi che una scopata ci sta bene, e soprattutto hai con te 40 sacchi, vai all’80. Se invece con certe schifezze non vuoi avere nulla a che fare (ipocrita!), oppure vorresti ma non hai i soldi, rifiuta l’offerta di Pino Catramaro e torna sul ponte all’86. 7 Ti avvicini all’uomo, incuriosito. “Ehi, cosa stai cercando?”, gli chiedi. L’uomo si volta, e dopo essersi alzato, con fare misterioso ti invita a seguirlo. Si sta dirigendo verso l’ascensore, e la cosa ti incuriosisce non poco. Dopo aver premuto il pulsante, ti spiega con parole incomprensibili che in uno dei livelli inferiori c’è una festa in cui si ride, si scherza e si tromba a più non posso. Euforico, entri nell’ascensore: l’uomo preme il pulsante ed iniziate a scendere. Ma qualcosa non va: l’indicatore elettronico del piano sembra indicare un numero completamente sballato. Dove siete saliti voi indicava +2, ora è già arrivato a -

23… “Ma quanti cazzo di piani ha ‘sta nave?”, esclami rivolgendoti al tuo compagno, dopo aver visto che l’indicatore non accenna a fermarsi. L’uomo, per tutta risposta, ti risponde con una risatina di quelle che farebbero girare i coglioni anche alla Madre Badessa più socievole e paziente. -32. Ti stai incazzando. -41. Ti stai decisamente incazzando. -50. Le tue palle stanno decisamente fumando. -60. E mo’ basta!! Afferri l’uomo per il collo ed inizi a pretendere una risposta: divertito dalla tua reazione, l’uomo si mette a ridere proprio in faccia a te. Mio Dio che cazzo di rabbia! “Ma come è possibile che in pieno oceano un ascensore possa scendere di 100 piani?”, urli incazzato. “130, prego…”, ti fa notare l’uomo, indicando lo strumento elettronico. Quindi esplode in una risata e finalmente inizia a spiegarti come stanno le cose: “Grazie all’ascensore dice sempre ridacchiando - sei stato portato all’interno di un’astronave aliena nascosta da millenni sotto la crosta terrestre in attesa di materiale organico vivente: ora verrai utilizzato per gli esperimenti degli alieni. Adios!!”. Ti volti, impaurito: sbucati dal nulla, due esseri amorfi e rivoltanti ti si avvicinano, uno davanti e l’altro dietro. Sono simili a vermi, completamente verdi e pelosi, alti almeno 2 metri. Hai già capito. Provi a ribellarti, ma non puoi fare più nulla. L’alieno alle tue spalle sguinzaglia un micidiale at-

trezzo gelatinoso che si insinua tra le tue chiappe penetrando e ramificandosi all’interno, mentre l’altro avvicina il suo bitorzoluto organo sessuale alla tua bocca. L’orrore. “Bwzzxzzrrtzzwqzzz!!!”. “Prrtykkkflltzzx!?!?!? Bzzzzzzttttzttwwrztzt”. La conversazione aliena è l’ultimo suono che senti: le tossine contenute nei piselli amebiformi dei tuoi due nuovi compari ti fanno schizzare il testosterone dritto nel cervello, causando un surplus ormonale che annienta le tue cellule cerebrali. Che tu lo voglia o no, la tua vita è giunta al termine. Bye bye. 8 “Salve!” Urli. Il dj non ti sente e continua a dimenarsi “Anche delinquenti unz unz unz. Anche delinquenti unz unz unz”. Si agita canticchiando un motivetto orrendo. “Salveeee!!!” gli urli praticamente nell’orecchio. Niente, come se non ci fossi. L’individuo è completamente rapito dalla musica. La stanza è spoglia, ma sulla console del DJ c’è un foglio stampato color fuxia fosforescente. È pieno di scritte, potrebbe contenere informazioni utili. Cerchi di sfilarglielo di soppiatto? Se tenti di farlo e hai dei guanti anti-rumore questo è il momento di indossarli per riuscire a sottrargli il prezioso oggetto: vai al 119. Se non ce l’hai ma vuoi provarci ugualmente, vai al 112.

In alternativa potresti abbassargli i pantaloni per vedere quanto ce l’ha lungo: vai al 64. Oppure tentare nuovamente di farti notare: vai al 43. Infine puoi tornare giù nel “Tempio” sotterraneo e fare un’altra scelta: vai al 21. Ma se hai riconosciuto chi è l’uomo alla consolle puoi urlare forte il suo nome: vai al 67. 9 Ti inginocchi implorando il suo perdono. Ma lo chef non sembra tanto incline al perdono. E neanche Bufalo. Una pisellata in faccia ti stende con la stessa violenza con cui Mohammed Alì colpì una vetrata con il suo guantone di ferro fatto costruire per dar sfogo alla sua rabbia. Un’esperienza mistica... Ti svegli legato ad un palo. Il tuo sguardo cade a terra: il tuo membro è davanti a te, sezionato e sanguinante. Urli di dolore, mentre lo chef lo inserisce nella pressa per la carne e ne ottiene un hamburger. “Et voilà stronzo!! questa è la punizione che meriti!!”. Svieni di colpo. Ti svegli completamente nudo, legato ad un altro palo. Vrrrrrrrr Vvvvrrrrrrrrrrrrr. Non riesci a voltarti, ma riconosci alle tue spalle il suono di un frullino.... un trapano... qualcosa che ruota velocemente: il suono ti fa rabbrividire.

Fai appena in tempo a sentire qualcosa sfiorarti le chiappe ed entrare nel tuo deretano con un coefficiente di rotazione pari a 13gbps. Svieni di nuovo, e stavolta per l’ultima volta. Hasta la vista. 10 Finalmente puoi leggere cosa c’è scritto su questo fottuto volantino. Lo afferri bramoso, come se avessi ritrovato una preziosa reliquia e fossi sul punto di scoprire chissà quale segreto nascosto. Cosa troverai? Il metodo per non fallire mai a letto? La ricetta di una nuova, potentissima droga, che ti renderà ricco? Il vero scopo della nostra esistenza? Niente di tutto questo. Il contenuto del foglio ti lascia deluso: è una semplice pubblicità, confezionata con colori e caratteri male assortiti, che infastidiscono a livello di un pugno in un occhio. “Pino Catramaro, DJ, feste private, puledre da monta, dottore in chimica e drogologia. Organizzo party anche delinquenti. Chiama il numero 12-77-21-18 per prenotazioni”. Stai per buttare il foglio, quando ti assale un’improvvisa ispirazione. Forse questa cartolina pubblicitaria nasconde qualche informazione celata tra le righe. Se hai capito come svelare il contenuto nascosto del volantino e ne hai così sciolto l’enigma recati al paragrafo ottenuto. Altrimenti non ti resta che girare i tacchi e torna-

re nello scantinato, al 21. 11 Sta entrando qualcuno: inizi a pensare ad una scusa plausibile… anche se c’è ben poco da pensare. Un uomo sulla cinquantina entra e vede l’immonda scena. “O mio Dio!!”, esclami, “presto, vai a chiamare qualcuno: questo poveraccio è esploso da dentro!!”. L’uomo rimane impietrito: sembra credere alle tue parole, ed è disgustato dalla scena. “O Vergine Immacolata!! Ma come è stata possibile una cosa del genere?!?”, esclama. Le mucose iniziano a generare particelle di vomito. Tanto vomito. Sempre più vomito. Troppo vomito!! La palla di vomito è pronta. L’uomo ha una fatale contrazione nello stomaco, dopodichè inizia ad espellere vomito a pezzettoni. E più vomita, più vomito sembra generarsi nel suo stomaco. Osservi disgustato la scena: si sta strozzando, e così sia. Anche l’uomo crolla a terra: affogato dal suo stesso liquido, che ormai ha invaso polmoni ed altre cavità interne per quanto se ne sta generando. Ora ci sono due morti al prezzo di uno!! “Wow, altro che il 4x2 dei supermercati”, esclami divertito, “questo è molto più entusiasmante!”. Ora però è meglio allontanarsi ed uscire all’aria aperta per prendere un po’ di fresco: puoi dirigerti a poppa (105) o a prua (54).

12 Rimani fermo davanti al cadavere martoriato del disgraziato culattone... in fondo, che cazzo, non hai nulla da temere, anzi!!! Il mondo dovrebbe esserti riconoscente di averlo liberato di quel maledetto frocio senza un sesso ben definito! Un monumento ti dovrebbe spettare!!! Una medaglia d’oro al valor militare, per Dio!!! Il titolo di baronetto! Il premio Oscar! Un Grammy Award! La corona di Miss Italia! Cazzo di Buddha!!!! In preda ai tuoi deliri di onnipotenza non ti accorgi che alle tue spalle un piccolo corteo si è formato e sta avanzando verso di te. Appena percepisci con la coda dell’occhio i furtivi movimenti decidi di voltarti e... una visione sconvolgente ti fa gelare il sangue nelle vene. I fantasmi di Walter Nudo, Sergio Muniz, Lory del Santo, Luca Calvani: pallidi, emaciati, con una folta barba nera vecchia di tre mesi (si cazzo, anche a quel troione di Lory del Santo è cresciuta la barba!!!), i vincitori delle passate edizioni dell’Isola dei Famosi, come una moderna Sacra Rota, ti fissano con aria intimidatoria ed immobili ti indicano col dito della mano. Inorridito da tale scempio, cerchi di balbettare qualcosa, ma improvvisamente la schiera di pseudo-Vip si apre e fa entrare il Santo Inquisitore di tutti i Reality Show: il fantasma di Simona Ventura, con tanto di seno e labbra rifatti, ovviamente! “Signor Cucador” - tuona con voce greve il siliconato ectoplasma - “Lei è chiamato ad essere giu-

dicato con l’accusa di crimini contro l’Adolescenza, per l’omicidio efferato del Signor Turchi Enzo Paolo, sommo ispiratore delle coreografie dei Signori Brian & Garrison, amico intimo della Signora De Filippi Maria, schiavo sessuale della Signora Russo Carmen, servo feticista del Signor Mora Lele e dei Signori Vitagliano Costantino e Interrante Daniele, nonchè commosso ex-partecipante al reality dell’Isola dei Famosi. Ora, in veste di Giudice, chiamo la Giuria al giudizio. Colpevole o innocente?” “Colpevole”. “Colpevole”. “Colpevole”. “Colpevole”. Rendendoti conto di essere oramai arrivato al capolinea, come estremo ed ultimo tentativo tenti la fuga, ma una strana visione ti appare all’improvviso e ti blocca... Palme, noci di cocco, acqua pura e cristallina.... Porca zozza! Sei su una cazzo di isola deserta tropicale! Non malaccio come punizione, inizi a pensare, quando all’improvviso senti una voce stridula e fastidiosa come una punta di ferro nel culo. “Sciocchinaaaaaaaaa, sei nuova quiiiii? Vieni, vieni, ci sono solo io quaaaa. Se ne sono andati tuttiiii. Sono sola solina quaaaa. Ma ora ci sei tuuuu, stellina mia, ed io sarò la tua puttanella.... PER L’ETERNITA’!!!” La tua avventura finisce qua, bloccato in un’altra

dimensione spazio-temporale, costretto per il resto dei tuoi giorni a farti fare la ceretta, a farti limare e sciacquare con l’acetone le unghie dei piedi e a giocare ininterrottamente alle “Signore che prendono il thè” insieme al temutissimo paroliere dei Vip, l’asessuato eunuco Cristiano Malgioglio. 13 E.... ....Cristo santo benedettissimo!!! Ma cos’È questa merda??!!! Ti ritrovi davanti ad un essere indefinito... Non lo riconosci... a dire il vero non sapresti dire neanche di che sesso sia... Uomo? Decisamente no. Donna? Come no, e io sono Carmen Electra. Il che se fosse vero, ti violenterei seduta stante, caro protagonista... ma purtroppo per me, e per grazia ricevuta tua, non è così. Donna neanche, dicevamo. Ibrido? Nè carne nè pesce, come direbbe Abatantuono? Ecco, gia’ ci avviciniamo di più alla verità, anche se più che di un ibrido io parlerei di una vera e propria polpetta di merda, parafrasando il simpatico attore. Uno schifo disumano, un essere talmente ripugnante che anche Darwin e Gregorio Mendel in persona avrebbero difficoltà a collocare all’interno del regno animale e\o vegetale. “Carmen amore mio frustami, dominami, insult....”

- Zitto! SPAM! Un cartone diretto sul naso, che si spacca e zampilla sangue come la fontana di Trevi. L’hai riconosciuto!!! È quella checca pazzesca di ENZO PAOLO TURCHI!!! Hai passato la notte... hai scopato... con... con Enzo Paolo Turchi! Quel frocio di merda che si spaccia per marito di Carmen Russo!!! Accecato dall’odio afferri il cuscino e schiacci violentemente la testa del ballerino partenopeo senza alcuna pietà, bloccandogli le vie respiratorie. Lo senti rantolare e ansimare aggrappandosi a un filo d’aria, che tu, Santo Inquisitore, gli togli, premendo ancora di piu’, con una ferocia inaudita. Un dubbio pero’ ti sovviene: e se invece di ucciderlo soffocandolo non lo torturassi a morte? Ciò non ti ripagherebbe della vergogna di essere stato violato nel culo da Enzo Paolo Turchi, ma sei sicuro ti darebbe enorme soddisfazione... Vuoi torturare a sangue questa femminuccia del cazzo? Vai al 42. Lo shock è stato talmente grande che non vedi l’ora di farla finita con questa storia? In tal caso uccidi con sommo gaudio quest’infamia per il genere maschile andando all’81. 14 Sandra Milo è una vera merda! Fa schifo! I suoi labbroni sono così pompati che Angelina Jolie al confronto è una vecchia con la dentiera, dei ca-

notti talmente gonfi che potrebbero essere utilizzati dalla Guardia Costiera amalfitana come mezzo di esplorazione subaquea per contrastare il fiorente contrabbando di sigarette egiziane. Mitch Dukennon e Pamela Anderson gli fanno una pippa alla vecchia Sandra, altro che Beiwatch, questo è uno Schifowatch in tutto e per tutto! Assolutamente oscena! Ma, caro lettore, non siamo qua a discutere sulla bruttezza di questo mostro paleolitico. Sandra Milo a mio avviso è una vecchia bagascia che cade a pezzi. Fin qui non ci piove. Nulla da eccepire. C’È un problema di fondo, però... sei orribilmente suo prigioniero! La vecchia megera, incitata da quell’orrido necrofilo di Tuòrl (“Vai Sandra, giovane troietta mia, insegna a questo eunuco i segreti torridi della Sacra Masturbatio”) come un Kraken norvegese allunga i suoi tentacoli e afferrandoti il cranio infila la tua testa nella sua slabbrata vagina! La sua figa è dilatata come i pali del campo da baseball dei New England Patriots nelle finali del Superbowl! Il suo clito pulsante è grande come il pendolo di Foucalt in esposizione al Louvre di Parigi! “Esplora i miei segreti, giovine checca - tuona la fattucchiera in un conato di puro godimento - Naviga come Cristoforo Colombo alla ricerca delle Indie! Aaaahhhhh siiiiiii!!!! Terra Terraaaaaaaaaaaaaa!!!! Sei il mio Amerigo Vespucci!!!! Io sono la

tua Niña, la tua Pinta, la tua Santa Sandra Maria!!!! Siiiiiiii!!!”. L’orizzonte è scuro davanti a te! In una sorta di crisi mistica pensi di vedere la luce in fondo al nero tunnel in cui si trova il tuo cranio, e con esso la tua straziata mente, ma è una vana speranza! Quando ormai sei a un passo dallo svenimento, Sandra Milo estrae improvvisamente la tua testa dalla sua vagina! E luce fu! Sei salvo! Completamente unto e bisunto in faccia e sui capelli di liquido vaginale di quella decrepita scrofa, ma vivo!!! Ancora shockato dalla traumatica esperienza, ascolti passivo e senza opporre resistenza le assurde farneticazioni di Tuòrl: “Amico mio Maharras Midnach, complimenti vivissimi! Non tutti possono dire di essere sopravvissuti alla famelica Vagina di quella gran fica di Sandra Milo! Ma questo è solo l’inizio, amico mio, Midnach carissimo! Questa era solo una fase preparatoria. Come ti avevo anticipato la prima lezione delle mie dilette si basa sulla Masturbazione!” “Ora - continua l’irritante individuo - dopo questa fantastica esplorazione rettale e ovuliforme, sarai eccitato come un vero mandrillo! Ecco il succo della questione! No no! Che hai capito! Non succo vaginale! Lo so che ne vorresti bere ancora un po’, ma io intendevo il nocciolo del discorso! Insomma, per capirci, sei arrapato come un caimano, e ti devi sparare una sega. Una raspa. Una

frezza coi controcazzi! E devi anche cercare di sborrare in fretta!” Non capisci. “Si Maharras, devi eiaculare il piu’ velocemente possibile! Perchè? Perchè sennò sei un cazzo di frocio! Un essere gayforme! E noi, in questo paradiso di belle e giovini fighette quasi adolescenti, i gay non li vogliamo!” Questo è completamente rincoglionito. Ma non ti rimane altra scelta, caro lettore! Ebbene si! In questo momento ti devi sparare una bella sega!!! C’È tua sorella in camera con te? Cacciala via! Tua madre sta facendo i mestieri? Trova una scusa e allontanala! Ti devi tirare un bel frezzolone! A te la scelta della tecnica! Vai di mano destra come un novello Michael Jordan nella gara delle schiacciate all’All-Star Game? Vai di mancino come Diego a Messico ‘86? Oppure ti spari un bel raspone bimano, come un novello Ivan Lendl della sega di cazzo? È indifferente! Delle tue strategie masturbatorie, è proprio il caso di dirlo, non ce ne frega una sega! L’importante è che tu, caro lettore, eiaculi entro 3 minuti. Se ce la fai a sborracchiare (dove non ha importanza, ti consiglio un fazzoletto di carta comunque) in così breve tempo... beh... complimenti! Hai superato la prova! Mentre Tuòrl si congratula

con la tua docente e dà disposizioni per preparare un bel diploma in “Masturbazione turbo benzina”, non visto sgattaioli verso l’uscita e ripari presso il bar della nave. Vai al 65. Se non ce la fai a venire, o ci metti troppo tempo... La tua fine è orripilante! Sandra Milo ti afferra aver i fianchi e, aiutata da Tuorl che gli afferra le grandi labbra e dilata l’organo vaginale all’inverosimile, ti infila completamente all’interno della sua figa! Passerai il resto della tua esistenza a custodire e proteggere gelosamente le ovaie della Milo, come una novella ape operaia protegge l’alcova sacra dell’ape regina. P.S. Se sei una lettrice, e quindi non puoi spararti una sega, sei già nel torto. Una donna non dovrebbe leggere questo librogame di merda. E se anche fossi così talmente perversa nel provare (dis)piacere nel leggere tali schifezze ed oscenità... beh... muori comunque. In nome della misoginia più estrema. Esatto. La tua avventura termina qua. Senza un motivo logico. Muori semplicemente perchè sei una donna. Ed in quanto tale sei un essere inferiore. Non hai diritto a passatempi ludici. Il tuo compito non è leggere. Tu nella tua vita devi solo far da mangiare, stira-

re, lavare, pulire e fare pompini al tuo uomopadrone. Possibilimente ingoiando. Addio. 15 Pino intasca i tuoi soldi e ti scaraventa nella stanza buia. Senti due mandate rapide serrare la porta dietro di te. Sei chiuso dentro. Improvvisamente la consapevolezza di aver commesso un grave errore ti assale. Sudi. Hai paura. Senti il terrore e l’angoscia che crescono dentro di te. “Etta?” balbetti con un fil di voce. “Etta!” provi a ripetere con tono più alto. Fai qualche passo in avanti. Improvvisamente un suono spezza il silenzio e ti fa gelare il sangue nelle vene. Si tratta di un nitrito. Un possente nitrito. Un nitrito familiare. “Etta...” provi a ripetere ancora, incapace di credere a ciò che hai sentito. Poi improvvisamente realizzi. Etta non è un nome, è un diminutivo... sta per Saetta! E anche per Eretta! Saetta Eretta! Hai appena il tempo di formulare questo pensiero, quando un possente quadrupede, razza equina, ti monta da dietro. Sfruttando il suo peso ti costringe a terra e in pochi secondi percepisci, tra atroci dolori, il suo enorme membro cavallino violare il tuo sfintere. “Non è possibile!” urli! “Non può finire sempre così, non posso prenderlo sempre nel culo!”. Sono le tue ultime parole. Saetta Eretta, da consumato attore porno quale è, comincia a scoparti a un rit-

mo forsennato. Dopo pochi minuti svieni, e questo ti evita di subire il supplizio fino in fondo. Inutile dirti che da un’esperienza simile non si può uscire vivi. La tua avventura finisce qui. La tua performance con Saetta, filmata ad arte da Catramaro, diventerà nel giro di pochi anni un cult nel campo della pornografia, rendendo il DJ milionario. 16 “Il progetto LIEVITY è molto ambizioso, mio deperito compare” - esplode fragoroso lo schifoso ciccione - “Lo scopo è arrivare, entro pochi anni, alla conquista del mondo! E come cazzo è possibile, ti chiederai!” “Ma è semplicissimo” - continua - “Dopo anni di affannose ricerche scientifiche in laboratori ultrasegreti ubicati a nord del fiume Reno, nella regione dell’Alsazia, siamo arrivati ad ottenere la ricetta definitiva per produrre su larga scala il Liebig definitivo!!! Grazie ad esso, come i nostri amici nazisti avevano per primi cercato di realizzare, una sola razza superiore governerà il mondo!!!! I Grassi!!!!” Improvvisamente un’ombra scura compare sul suo volto... “Ma ahimè, mio rachitico amico, almeno tre sono i grandi problemi che ostacolano il mio paradisiaco progetto...” “Primo, la reperibilità dell’ingrediente cardine della ricetta... la ghiandola sudoripara estratta dal

cuoio cappelluto di Enzo Paolo Turchi... Perchè proprio quel frocetto di Enzo Paolo? Devi sapere, amico mio rinsecchito, che anni di studi e ricerche hanno rilevato inconfutabilmente che il capello di Enzo Paolo contiene la maggior percentuale di untuosità presente in natura!!! Estraendo quindi l’unto presente nei capelli di EP si ottiene così un grasso insaturo così potente da rendere il Liebig talmente calorico da far venire un blocco di stomaco persino a Shaquille O’Neal!!!” “Secondo, l’opposizione dei tre miei nemici giurati... coloro che hanno commissionato l’omicidio di Enzo Paolo, rendendo in questo modo le scorte di capelli del coreografo partenopeo così preziose (l’obiettivo infatti prevedeva di tenere quel gay sotto provetta e ibernato, in modo da creare una fonte inesauribile di quella pregiata materia prima). Sto parlando di Gualtiero Marchesi, Suor Germana e Giovanni Rana, ovviamente!!! Tutto in nome del dio Denaro!!! Maledetti! Credi forse che quello Chef da quattro soldi cucinerebbe ancora la sua merda di nouvelle cousine col mio Liebig in circolazione??!!! Eh???!!!” - ti urla inferocito - “E quella zozza di Suor Germana?? Credi forse che le sue ricette del cazzo venderebbero ancora dopo il lancio del mio mirabolante prodotto??!!!” “Infine quel vecchio frocio emilio-romagnolo di Giovanni Rana, lui e i suoi tortellini alla zucca, al ragù e alla merda e allo sperma! Col cazzo! Il mio Liebig lo manderà in rovina. MMMUUUOOOAAAHHH!!!!!”

Inizi a pensare che questo Roberto Gordos, alias Robert Fats, sia completamente fuori di cocozza.... “Terzo, ma non ultimo inconveniente...” - farfuglia a fatica il tuo panciuto interlocutore - “Devi sapere che il mio rivoluzionario Liebig ha dei piccoli ma non trascurabili effetti collaterali... Analizziamo nel dettaglio il nome del progetto...” Un secondo, tragico campanello d’allarme squilla nel tuo cervello... Vai all’89. 17 Lo chef ingoia il liquido senza battere ciglio (cancellalo dal Registro). Ricordi alla perfezione quando le particelle di sperma agricolo hanno reagito con il tuo corpo per farti diventare un produttore attivo, e puoi solo immaginare cosa può succedere con un pisellone come quello dello chef. Tutti i terreni del mondo avrebbero il concime assicurato, e i trattori potrebbero arare i campi della Luna, di Marte, di Plutone ed anche dei fottuti asteroidi che viaggiano attorno al fottuto sistema solare. Ma qualcosa sta andando storto: la reazione non avviene. Bufalo, ecco il problema: quel bestione deve avere anticorpi con i controcazzi, perchè il fluido rosso non agisce. Micidiale: è una lotta interna tra titani, uno scon-

tro per la supremazia ed il controllo delle funzioni corporee dello chef... Ma solo ora ti rendi conto di una cosa: Bufalo è una specie di essere senziente... non è una protuberanza del corpo dello chef... È lo chef ad essere una protuberanza di Bufalo!!! “Che sia una nuova specie di cazzo venuto dallo spazio??”, inizi a fantasticare... Ma poi ti rendi conto che pensare ciò equivale ad essere un minchione: si, un cazzo senziente di 10 kg arrivato sulla terra con una navicella a forma di minchia... fantascienza pura. Ti viene in mente la scena di Alien, quando l’alieno esce fuori dal torace della vittima, e lo sostituisci nelle tue fantasie da un cazzo che esce fuori dal torace delle vittime, pronto ad entrare nel culo del prossimo malcapitato... Si vabbè, stai degenerando... Lo chef ha ormai lo sguardo assente, mentre Bufalo è impegnato nella sua lotta contro il liquido rosso. Dopo qualche secondo la lotta interna termina, e lo chef esprime la sua soddisfazione con uno scureggione che sembra più un terremoto sottomarino. “Se gli alieni l’hanno captata siamo fottuti!!”, pensi tra te e te... “Abbiamo vinto: Bufalo ti ringrazia per questa esperienza elettrizzante, si è divertito come un bambino”, prosegue lo chef con la solita voce cavernosa, “come premio tieni questi, potranno esserti utili”. Apre la sua mano e ti offre due proiettili. “Però te li dovrai guadagnare”, continua sghignazzando, quindi li nasconde in una delle sue due

mani e ti fa segno di sceglierne una. Tira un dado: se ottieni un numero da 1 a 3 ti consegna i due proiettili (segnali sul tuo Registro), se invece ottieni un numero da 4 a 6 lo chef si stranisce, ti dà una pisellata in pieno viso e poi se ne va sghignazzando. Quando ti risvegli, ti accorgi che nelle cucine non c’è più niente di interessante da fare: con la mascella semi-fratturata ed un timpano devastato, decidi di allontanarti il più presto possibile e di tornare sul ponte. Vai all’86. 18 “Minchia! Alfonso Signorini in realtà è Adolf Hitler!!” gridi acutamente guardando oltre le muscolose spalle dei tuoi nemici e facendo cenno con la mano. “Eh?!?” gracchiano quelli girandosi poi come un sol uomo verso il punto in cui guardavi. È quello che aspettavi. Con uno scatto alla Mennea voli verso la porta della cabina e riesci a chiuderla alle tue spalle, serrandola in un istante con la chiave, che intaschi. Che culo! Ti è andata proprio di lusso! “Tooh pezzi di mmerda!” gridi fuori di te verso la porta, esultando per lo scampato pericolo. Decidi che lascerai quei tre scimmioni a morire di sete e di fame accanto al cadavere di quell’altra merda di Enzo Paolo, e ti dilegui rapidamente da quel posto. Ora che hai allontanato i pericoli più imminenti, puoi andare ad esplorare

questa cazzo di nave. Vai all’86. 19 “Vediamo se il cazzone fa ancora lo spiritoso...”, senti dire alle tue spalle. Ti volti impaurito: dietro di te c’è una piccola gabbia d’acciaio, abbastanza capiente da contenere un cane di medie dimensioni. La gabbia trema: si capisce che al suo interno c’è qualcosa. O qualcuno. Uno degli uomini si avvicina con uno strumento elettrico e lo infila nella gabbia: una possente scossa colpisce qualsiasi cosa si trovi al suo interno. La gabbia ha un altro scossone: un verso stridulo, e capisci subito di chi si tratta. “Chicchiricchiiiiiiigrrrrrrrr!!!!!”. È Giuseppe, il gallinaccio infame col quale hai già avuto a che fare! “Ma non era schiattato???”, ti chiedi. Evidentemente no. Sembra indemoniato, e soprattutto molto incazzato. L’uomo lo estrae dalla gabbia e lo mette a terra, tenendolo stretto: non sembra più quello di una volta, ha gli occhi sbarrati nel vuoto, inespressivi. L’uomo lo libera e lo punta contro di te: “Ora crepa, bastardo!! Il gallo è tornato in vita grazie ad un rito voodoo, ora è potenziato al massimo, è un gallo di classe 14 con combattività 40 e resistenza 51”. Osservi sbigottito l’uomo: “Ehi coso, ma che cazzo stai dicendo??? Secondo me hai

letto un po’ troppi librigame e ti si è spappolato il cervello...”. Ma il problema persiste: tra poco quella furia ti sarà addosso, e visto il suo becco acuminato e rinforzato con l’acciaio... se ti raggiunge ti riduce peggio che un piccolo criceto in un frullatore della Moulinex alla massima potenza! Ma un ghigno si impossessa di te: “Vieni chicco, vieni pure, ho una sorpresa per te”. Prendi un piccolo apparecchio metallico nella tua tasca e premi il pulsante. Un attimo di silenzio. Ancora silenzio. L’uomo si è rotto il cazzo di aspettare, ed impartisce l’ordine finale con accento tedesco: “Vai campione, fanne cibo per i protozoi!!!”. Giuseppe si lancia contro di te, totalmente sclerato e senza controllo, quando un’ombra oscura piomba su di lui con la stessa violenza di un transatlantico su una barchetta di pescatori. Stupore. Giuseppe si rialza, appena in tempo per vedere un essere di fronte a lui, in piedi su due zampe. “Per la minchia del Führer...”, esclama l’uomo, basito. L’essere è avvolto da una misteriosa nebbia, che piano piano inizia a diradarsi: pantaloni e canottiera rigorosamente neri, stile Rambo, un basco rosso in testa, coltellaccio da guerra anch’esso stile Rambo, un sigaro cubano in bocca, occhiali da sole da coatto... La nebbia si dirada completamente, mostrando l’essere in tutta la sua potenza: una scimmia. “Embè...quella scimmia mi fa una pippa!!”, esclama l’uomo. “Te la farà, te la farà, stai tranquillo: per ora si limiterà a stendere quel gallo figlio di puttana!! At-

tacca Caterina, niente prigionieri oggi!!”. Vai al 121. 20 Quel fottuto barista ha cercato di fregarti, è chiaro. Solo l’idea ti fa ribollire il sangue nelle vene. In questa storia ci sono troppi punti interrogativi, devi cominciare a vederci chiaro e presentare il conto a chi deve pagare. Determinato a vendicarti, stringi saldamente in pugno la tua spranga e ti avvii all’uscita. “Aspetta!”. Una voce irritante ed effeminata ti blocca sulla porta della cabina. “Portami con te, ti prego! Non lasciarmi solo, ho paura!”. Disgustato dal piagnucolio di quella checca di Enzo Paolo Turchi stai per tirare dritto e mollarlo lì, ma un pensiero ti ferma: e se potesse tornarti utile??? In fin dei conti è l’unico anello che ti mantiene congiunto con chi ha cercato di incastrarti... Cosa intendi fare? Se abbandoni l’immondo gay, vai all’85. Se te lo porti dietro, vai al 124. 21 Appena nomini la quartina completa, sembra accadere qualcosa. Già, ma cosa? Eh cazzo, lettore... un po’ di pazienza, no? Quanta fretta... Dicevo: si apre una botola. Osservi l’interno di questa botola: c’è una scala che porta verso il basso, probabilmente verso il

fondo della nave. Incuriosito, inizi a scendere. Giunto in fondo, ti ritrovi in un cunicolo buio ed umido, illuminato da alcune lampade al neon. Ma senti una puzza... Qualcosa di fetido... il cunicolo è invaso da un lago di piscio. Volente o nolente, sei costretto a procedere carponi su un fondo schifoso di piscio melmoso di almeno 20 centimetri. In fondo al cunicolo intravedi una luce: probabilmente si tratta della parte centrale della nave. Procedi schifato fino ad arrivare a questo nuovo ambiente, ed al centro intravedi un altare. C’è una persona incappucciata, non capisci se è uomo o donna, ma sembra stia celebrando una cerimonia funebre. La bara è estremamente piccola, forse potrà contenere un cane, un gatto, un... NO!! Le tue pupille hanno appena visto un’ala. “Non è possibile, cazzo!! Cazzo!!”, pensi tra te e te. La strana figura incappucciata si volta di lato. Ora puoi riuscire a vedere bene: si tratta del gallo Giuseppe, ormai defunto dopo il monumentale scontro da antologia contro la scimmia Caterina. La strana figura depone il gallo nella piccola bara e poi si rivolge due suoi assistenti: “Aloona!! Ego!! La finite? Venite qui, mi serve il vostro aiuto!!”. A quanto pare nessuno si è ancora accorto di te. Dopo le parole della figura incappucciata, un uomo ed una donna, difficile dire in che ordine, compaiono nei pressi dell’altare. “Si può sapere dove cazzo eravate finiti? Questo è un luogo sacro, capito? Lo capite questo, cazzo!!! Dovete smetterla di nascondervi, tanto dai vostri vestiti sgualciti si

capisce che non stavate giocando a Monopoli!! State profanando questo altare con il vostro comportamento irrispettoso, cazzo e ancora cazzo!!”, urla l’individuo mentre sbatte a terra per rabbia quello che sembra un oggetto sacro che si trovava sull’altare. Alla faccia del rispetto del luogo sacro! E poi... luogo sacro... ti trovi in una stanza nascosta all’interno di un transatlantico, un altare circondato da un lago di piscio ed un uomo incappucciato che spara parolacce a raffica... Se questo è un luogo sacro, beh, Platinette può presentarsi come possibile successore di sua Santità Benedetto XVI... Se vuoi uscire allo scoperto per presentarti e per chiedere cos’è questo luogo misterioso sul fondo della nave, vai al 39. Se vuoi avvicinarti all’altare strisciando silenziosamente sul pavimento bagnato di piscio, vai al 30. Guardando alla tua sinistra, invece, intravedi una scala a schiocciola che porta verso l’alto: in questa direzione senti un suono rimbombante, tipo musica da discoteca sparata a 200 decibel. Percepisci il rumore martellante di quella che dovrebbe essere una canzone (ci vuole un bel fegato a chiamarla tale), ad ogni tonfo sul lago di piscio in cui sei ancora immerso si generano delle onde che si propagano in maniera circolare. Se vuoi salire, vai al 94.

22 Afferri il tuo Angelo Azzurro e lo avvicini all’elegantone, proponendo un brindisi. “Alla felicità!” dici ammiccante facendo risuonare un din! Quello ti guarda e mormora “Felicità un paio di palle... Non lo vedi come sto? Non mi è rimasto più nulla da chiedere alla vita... Vuoi sapere la mia storia? Te la dirò!”. No, no! Che cazzo mi frega?, pensi. Ma quello è già partito a parlare a manetta. “Il mio nome - ti dice con tono greve - è Lonuelfo, studente universitario fuoricorso e fuorisede con l’hobby del disegno. Ero avviato ad una promettente carriera da disegnatore, quando commisi un errore marchiano che mi ha rovinato. Un boss della ‘Ndrangheta, tale Aldignozz (questo nome non ti è nuovo!) mi offrì di illustrare la serie di librogame “Squilibrio”, scritta da lui in persona insieme a certi altri narcotrafficanti, elementichiave di un commercio librario di narrativa interattiva che il boss utilizza come copertura per un grosso traffico di camomilla da sniffo e mignotte d’alto bordo. Purtroppo ritenni la serie non adeguata alle mie esotiche abilità di vignettista, pensai che i temi trattati fossero troppo futili, volgari e poco rispettabili, la snobbai, te lo dico chiaramente, pensando: che vadano affanculo Squilibrio, El Cucador e quegli stronzi. Ma sbagliavo. Ero in fallo, nettamente. La serie ebbe un successo clamoroso, gli autori divennero miliardari e si fidanzarano con la Canalis, la Moreira e altre fighe spaziali, mentre io fui emarginato dagli ambienti

del disegno in quanto “Colui che aveva compiuto il gran rifiuto”, diniegando appunto di illustrare quei libretti di merda, e quindi non trovai più nessuno che mi desse roba da illustrare. Non solo: Aldignozz, imbestialito per la mia boria, mi spedì contro i suoi ragazzi che usa per i lavoretti sporchi, i noti killer Prodo e Shaman, allo scopo di eliminarmi sciogliendomi nell’acido. In breve, sono dovuto fuggire su questa nave da crociera, rinunciare al mio look punk composto di vestiario nero e bracciali con spuntoni e borchie metalliche, e cominciare ad atteggiarmi come un damerino, vestito in frac anche a Ferragosto, per depistare i miei mortali nemici. Quindi, tornando al tuo brindisi di merda, dimmi, a quale cazzo di felicità dovrei brindare?!?”. Sei rimasto ad ascoltare questo sfogo strappalacrime senza fiatare. Ma ora la tua furia monta rapidamente. “Maledetto disgraziato!”, urli. “Squilibrio è la mia serie preferita e ho letto 72 volte El Cucador per vedere se riuscivo a scopare almeno su carta, e non ci sono riuscito neanche lì. E mi sono dovuto subire tutte quelle umiliazioni, quelle penetrazioni, quegli schifii, e tutto ciò senza una cazzo di illustrazione che fosse UNA, leggendo solo parole di condanna e scherno da quelle pagine scritte fitte fitte, ed ora tu mi vieni a dire che sei TU il responsabile di ciò? Ma io ti cambio i connotati!!!”. E detto ciò, afferri la Corona del tizio e gliela fracassi sulla testa, mettendolo K.O. Poi, non contento, rovesci il tavolino su cui Lonuelfo

era seduto e glielo getti addosso, schiacciandolo. Il barista e gli avventori sembrano quasi non aver notato il tuo gesto... Chissà quante ne hanno viste anche di peggio in questa crociera della perdizione... Solo due sbronzoni additano la scena e si scambiano qualche gomitata, sogghignando. Sei soddisfatto: hai avuto finalmente la tua vendetta contro il malevolo disegnatore. Come ulteriore sfregio verso quel dispettoso, frughi nelle sue tasche e trovi 40 euro (che intaschi), un fazzoletto sporco e una copia del librogame Sagard il Barbaro. Tieni il fazzoletto sporco, che potrebbe venire utile (segnalo nel Registro) mentre butti via quel libercolo assolutamente inutile e di scarsa caratura letteraria. Se ora ne hai abbastanza di questo bar e vuoi tornare sul ponte, vai all’86. Se invece vuoi parlare anche col tizio con l’iPod, vai al 6. 23 Sei contrito, pentito e redento. Con un gesto teatrale (destinato a chi, poi? Sei solo nella stanza...) fai una riverenza e ti inginocchi, portando il pugno chiuso tra i due occhi in un gesto riflessivo e mormorando parole di scusa per la tua volgarità, la tua blasfemìa ed i tuoi piedi puzzolenti. “Brave, brave, amiche mie” mormora una voce all’improvviso. Chi è? Chi cazzo è?!? Ti guardi intorno esterefatto... Non c’è nessun’altro! Oltretutto (se

hai letto il primo volume di Squilibrio, El Cucador... Se invece non lo hai letto, cazzi tuoi) hai riconosciuto l’accento che aveva quel bavoso di Maurizio il barista quando ti passò il cocktail che ha rovinato la tua vita, quel “Cucador” che è ormai diventato la tua essenza, il tuo nome. Chi cazzo parla, comunque? “Sono il Gallo Giuseppe, amiche mie - continua affabile la voce, rispondendo sorprendentemente alle tue domande - o meglio, l’anima del Gallo Giuseppe, visto che quella miserabile puttana della scimmia Caterina ha avuto la meglio. Ora però, in forma eterea, potrò tormentare finché campa le sue notti d’incubo bwhuahua! Ma torniamo a noi. Devi sapere che stavo per spedirti all’altro mondo, precisamente all’Inferno Dantesco, ma le tue parole di pentimento mi hanno commosso e spinto a darti una seconda possibilità. Anche in memoria del mio storico e celebre padrone, Saccarosio Partenopeo, farò in modo che tu possa andare avanti nella tua esplorazione fino a raggiungere il cuore di Love Boat, la sua parte più segreta e inaccessibile. Se il Fato lo vorrà, un giorno ci rivedremo... Per ora addio, Cucador”. E a queste parole, la Sala del Gran Sanghor si copre di una pioggia di mille colori. Vai al 118.

24 La tua compagna dorme ancora e non vuoi svegliarla, così ti guardi un attimo intorno silente e tenti di capire dove cazzo sei finito stavolta. Si direbbe una camera d’albergo, peraltro arredata in uno stile abbastanza kitch. Una sorta di rivestimento in legno chiaro alle pareti, soffitto verniciato di azzurrino smorto e, riesci a vedere con la coda dell’occhio, un’oscena moquette leopardata come pavimento. Bah. D’improvviso l’occhio ti cade su un gigantesco ritratto dinanzi a te. Ti stropicci di nuovo gli occhi, ma no, non svanisce, resta lì: un enorme poster di Gigi D’Alessio a grandezza naturale, che ti fa accapponare la pelle. Questa effigie del mefitico artista ha dissolto in un lampo tutte le sensazioni positive che avevi. In preda all’ira ti avventi contro l’immondo ritratto, lo stacchi dal muro e lo frantumi contro la parete. Stando attento a non tagliarti, poi, afferri l’immagine e la accartocci con rabbia, prima di gettarla lontano. Adesso sei pronto all’azione. Ma attento! Che succede ora? Presti un minimo d’attenzione e ti accorgi che il letto SI MUOVE. Si muove? Guardi fuori dalla finestra. Ehm, veramente non è una finestra. È una roba tonda. Insomma, è un oblò. Cominci a capire? Esatto! Da un sordido localaccio sei finito a bordo di una nave a consumare il miglior amplesso della tua indecorosa esistenza. Come hai fatto? Non chiederlo a me, sarò un narratore onnisciente ma anch’io ho diritto di

dormire, che cazzo! Non so dirti nulla, non c’ero! Non mi rompere le palle con le domande! Vai al 45. 25 Spiaccichi le retine contro il portale per attivare il sensore chimico... Ma dico io, porca puttana, ma hai forse visto un cartello con su scritto: “Sensore chimico: spiaccica qui la retina per aprire il portale”? L’hai visto? Io non lo vedo!! Allora le cose sono due: o sono cieco io, o sei coglione tu!! Ma siccome io ho una vista tale che sono in grado di vedere il movimento di ogni singolo spermatozoo del tuo sperma quando eiaculi anche a 10 metri di distanza, ne deriva che io non sono cieco. Quindi, se io non sono cieco, significa che è buona la seconda, e quindi che sei un coglione!! Ma Santo Dio, ora che sei arrivato così vicino alla fine, mi cadi su ‘ste stronzate? Meriti di essere punito: scoppia una bomba nei pressi della porta. Ora devi scegliere un paragrafo: 140 o 141. Devi scegliere a caso, senza alcun motivo logico, spinto solo dalla simpatia o dall’antipatia per uno dei due numeri. Se nessuno dei due ti sta simpatico, per me sei liberissimo di andare affanculo. È una tua libera scelta, in effetti siamo in democrazia... Le scelte quindi sono tre:

- 140: vai al 53 e leggi solo il sottoparagrafo A; - 141: vai al 4 e leggi solo il sottoparagrafo A; - nessuno dei due: vaffanculo, muori, schiatta, crepa. Possibilmente subito ed in silenzio. 26 Entri nelle cucine per cercare informazioni. Senza farlo apposta, ti trovi ad ascoltare un cuoco che parla con un suo collega. “Allora io gli ho dato il numero di Maurizio: ora lui crederà di parlare con un manager ricco e famoso, e invece dovrà fare i conti con Maurizio, e se ne pentirà... Ah, quanto vorrei stare lì quando lo imbottirà di intrugli e droga... chissà se con tutte le sostanze che assorbirà rimarrà qualche traccia di sangue tra l’alcool che circolerà nelle sue vene... Ah ah ah ah ah!!!”. Anche il collega inizia a ridere: una risata odiosa. I due si stanno divertendo, e quel che è peggio stanno parlando di una persona che assomiglia molto a quella che stai cercando tu: il maledetto barista Maurizio! Senza indugiare irrompi nella cucina: “Ma per caso state parlando di quel barista troppo forte, che spesso fa credere a tutti quegli allocchi di potergli far fare delle belle scopate?”. Il cuoco ti risponde sorridente: “Si, lo conosci? È il mio idolo quell’uomo...”. Cambi improvvisamente espressione dopo aver ottenuto l’informazione che volevi: “Idolo un cazzo, ora ti mando a conoscere il Creatore, pezzo di

merda!!”. Afferri il primo coltellaccio che ti capita a tiro e ti avvicini minaccioso: “Ora vi squarto come due maiali al macello!!”. I due cuochi afferrano a loro volta due coltelli per difendersi. Prendi una bottiglia di champagne e la scagli addosso al primo dei due, centrandolo in piena fronte, quindi afferri il pentolone con il sugo che sta bollendo e glielo rovesci in faccia. Lettore, hai presente quando friggi i bastoncini Findus e li metti nell’olio bollente? Hai presente come frigge l’olio? Ecco, allo stesso modo il sugo in faccia al cuoco inizia a friggere sulla sua pelle. “Aaaaaaaahhhhhhhhhhh!!!!”, urla l’uomo. “Come friggi bene, amico... bravo”. L’altro cuoco ti guarda pieno di rabbia: “Maledetto bastardo impenitente!! Preparati, perchè stasera sarai servito al ristorante come spezzatino!”. Afferra due coltelli e ti si avvicina. “Dammi il cellulare di quel Maurizio di cui parlavate e dimmi dove si trova!!”, ti rivolgi al cuoco con tono arrogante. Il cuoco se ne sbatte le palle delle tue minacce e ti sta spingendo contro il muro, muovendo velocemente i suoi coltelli. Ad un certo punto il tuo sguardo cade su uno dei banconi della cucina: il cellulare del cuoco!! Lì sicuramente ci sarà il numero di cellulare di Maurizio, ma prima devi liberarti di questo pseudo-cuoco del cazzo. Guardi rapidamente in alto: ci sono tre enormi tubi del vapore a circa 3 metri e mezzo di altezza. Potresti saltare, appenderti al primo, dondolare fino al secondo, appenderti al secondo, dondolare

fino al terzo che si trova quasi quattro metri più in là, appenderti al terzo, appenderti al gancio per i bovini e scivolare fino al bancone evitando mestoli e coltelli. Se vuoi provare ad effettuare questa serie di salti acrobatici, vai al 114. Se invece decidi di continuare a subire l’iniziativa del cuoco sfasciacazzi, vai al 136. 27 La velocità delle tue azioni lascia sorpresi tutti i presenti nella stanza... sia il debordante Fats che le guardie ti osservano come paralizzati mentre cominci a correre e poi con un salto acrobatico ti tuffi dentro la fossa del pavimento da cui è venuto su poc’anzi il lettone enorme di quell’essere ripugnante. “Vaffanculo te e il tuo L.I.E.V.I.T.Y. di merdaaa!”, gridi esagitato mentre ti getti nell’oscura apertura del pavimento, facendo anche il gesto dell’ombrello. La stanza scompare ai tuoi occhi e tu cominci a precipitare... E già, c’è questo piccolo inconveniente nel tuo piano di fuga: stai precipitando! La fossa in cui ti aspettavi di atterrare (ma per andare dove, comunque?) in realtà era una voragine molto profonda e tanto oscura che non ne vedi la fine. Cominci a urlare e a mulinare le mani, e quando ti schianti a terra con un fragoroso boato sei già svenuto da qualche secondo. Sei morto? Macché.

Ti risvegli completamente nudo e legato ad un letto d’ottone, massiccio assai. Nell’aria c’è un odore come floreale, sarebbe anche gradevole ma è troppo pesante, ti fa venire la nausea per quanto è denso. Ti guardi intorno, ti trovi in una stanza, probabilmente una cabina che si trova chissà dove all’interno di questa nave maledetta. Decorata, guarda te, con carta da parati pure floreale, di gusto discutibile, ammobiliata con uno stile retrò seconda metà anni ‘80 che ti fa vomitare. Provi a muoverti per quanto te lo consentano i lacci che ti immobilizzano, ma un dolore lancinante ti sconsiglia di ritentare. Adesso ti ricordi di essere caduto da un’altezza clamorosa, probabilmente ti sei sfracellato tutte le ossa. “Oeeeh aleee ueee aaaamossa!”. Queste parole arcane ti mettono in allarme: chi cazzo è che grida frasi senza senso? Una porta si spalanca con un ambiguo “Ta daamme!”. Sulla soglia una visione che ti fa venire il voltastomaco: l’orripilante Maurisa Laurito, una barcazza clamorosa di 1.800 kilogrammi a stomaco vuoto, ti osserva con cupidigia appoggiata sensualmente (almeno crede lei) allo stipite della porta, indossando un minimale quanto angosciante completino intimo tutto pizzo e trasparenze, che fatica non poco a contenere la debordanza delle sue carni inqualificabili. “Ueeeeh - grida in preda a un furore demoniaco - ooooccchebbabbàààààà! Ma guavda tu che splendove di vuomoo! Finalmente ti sei visvegliato, eva ovaaa! Tu devi esseve il nuovo amico

che m’ha mandato Vobbevto miio, bene, hai fatto bene a venive subito in cameva, anche potevi passave dalla povta e non dal pozzo pvofondo 200 metvi! Evvvabbene, maviuolo mio, adesso ci pensevà Mavisa tuuaa a favti contento!”. Così detto si avvicina lasciva, abbattendo un tavolinetto con una delle sue agghiaccianti “mosse”. “Devi sapeve - continua - che mio mavito Govdos mi trvascuva sempve pev via di quel suo pvoggetto che gli sevve a dominave il mondo... In vealtà ci odiamo, pevò non può mandavmi a cagave pevché gli occovvono i miei miliavdi, guambiati in tanti anni gloviosi di Domenica In, per povtave avanti i suoi espevimenti! I miei appetiti evotici sono noti e addivittuva supeviovi a quelli culinavi, e così lui mi tiene qua e continua ad usufvuive dei miei soldi passandomi in cambio tonnellate di cibavie ma sopvattutto stalloni supevdotati pvesi tva i suoi schiavi e pvigionievi. Pevò devo dive che eva un sacco di tempo che non mi faceva avvivave un bel vagazzone come te...”. E così dicendo si avvicina con aria fintamente sensuale e comincia a strusciare il suo corpaccione su di te, che subisci impotente la dolorosa tortura (hai pur sempre tutte le ossa rotte!). “Mmmmh ti piace il mio covpo, eh? Ti sento, ti sento già godeeeeveee!”, grida in preda all’eccitazione mettendosi con un salto direttamente sopra di te. Questa stronza è così fuori di melone che non si accorge che ti sta soffocando! A parte che i suoi mille chili sulle tue ossa frantumate ti procurano dolori inimmagina-

bili, dicevo a parte questo, le sue laide tettone sono finite contro la tua faccia e non riesci più a respirare! Tenti di gorgogliare qualcosa per farla scansare e riprendere fiato ma è troppo tardi... La balena è talmente ingrifata che comincia a trombarti violentemente, non si accorge di averti già ucciso con le sue poppacce e continua a cavalcarti senza tregua finché non raggiunge un sugnoso orgasmo. La tua avventuva tevmina qui. 28 Catramaro è un figlio di puttana. Tu invece muori. Suca. 29 Non me ne fotte un cazzo dei medicinali. Muori. 30 Continui a strisciare: ormai sei quasi completamente a mollo nel piscio. L’odore ti sta nauseando: la tua pelle lo sta assorbendo come assorbirebbe una crema per le mani. La situazione sta diventando quasi drammatica per quanto è schifosa: probabilmente cadere in una fossa biologica ti avrebbe fatto meno ribrezzo. Completamente gocciolante di piscio, ti avvicini

all’altare. Ad ogni tuo movimento, ti lasci alle spalle dei terribili “plof” generati dalle gocce che cadono dal tuo corpo. Quello che ti sembrava un sacerdote è in realtà una donna, sotto il cappuccio riconosci i capelli biondi. Continui a muoverti, ma la donna incappucciata si sposta e i suoi occhi cadono su di te. E ora che minchia gli racconti? Se fai finta di nuotare ed esclami: “Avevo voglia di vedere come si nuota nel piscio”, vai al 131. Se te ne esci dicendo: “Si, la temperatura è quella giusta”, mettendo una mano a mollo per controllare, vai al 138. Se invece ti alzi improvvisamente ed affronti la donna a viso aperto e chiedergli cosa sta succedendo in fondo questa cazzo di nave, vai al 39. 31 “Muoooahahah!”: ormai sei in preda a un furore demoniaco. Getti le inutili retine da un lato, ti cali le braghe e ti cacci il cazzo, cominciando a strusciarlo su e giù lungo la fessura del portale, chiusa ermeticamente, nell’attesa che il tuo Cobra trovi la sua strada. Vai prima giù fino ad accovacciarti e poi risali la linea finché le gambe te lo consentono. Lo sforzo ti richiede molta concentrazione... Il tuo membro sta soffrendo parecchio e comincia anche a sanguinare, ma la porta resta serrata. Drammaticamente serrata. Passi ancora una volta in giù, rassegnato ormai a per-

dere l’uso del cazzo, quando accade qualcosa di inaspettato. Uno scomparto segreto si apre di scatto: al suo interno una specie di binocolo, che capisci essere uno scanner retinico! Frattanto un altoparlante diffonde le note di “I tuoi blue jeans”, vecchio 45 giri di Carmen Russo che tu ben conosci. Lesto recuperi gli occhi di EP che avevi gettato via, e li appoggi sull’apparecchiatura. “Buongiorno, Enzo Paolo Turchi. Benvenuto nel regno di Donna Carmen”, annuncia una metallica voce femminile. Trattieni a stento un urlo di esultanza: il portale comincia ad aprirsi! Vai al 61. 32 “Franco Lerda!” urli, contento della tua trovata. Il Demone ti guarda trasecolato e rimane stranamente zitto per 30 secondi. Il gelo che ti circonda potrebbe tagliarsi a fette con il coltello. “Chi cazzo è Franco Lerda?” lo senti sibilare. “No caro amico, non ci siamo proprio, tu non sei un poeta, sei solo un povero frocetto... Ti spedirò in un luogo adatto ai frocetti come te...”. Il Demone improvvisamente non parla in più in versi, si limita ad osservarti con occhi enormi, gialli, fiammeggianti. Ti senti completamente in suo potere, ti senti quasi svuotato, non riesci a regire in nessun modo. Ti muovi per la nave, guidato da lui come fossi una marionetta per minuti interi, poi improvvisamente ti riscuoti.

Ti ritrovi in una stanza buia, caldissima, e sei completamente nudo. Sei circondato da ombre nere che si agitano intorno a te, senti mani e pelle flaccida sfiorarti, sei atterrito, vorresti urlare e scappare ma non puoi muoverti. Il Demone ha voluto punirti, probabilmente ha preso possesso di te e ti ha condotto all’inferno... cadi a terra disperato e decine di uomini, tutti oltre la settantina, ti sono addosso. Si strusciano su di te ed è fin troppo chiaro a cosa mirano: sono imbottiti di viagra e vogliono il tuo culo. Tenti un ultimo, disperato sforzo per liberarti, ma è tutto inutile: la massa di carne vecchia e cadente riesce a sopraffarti. Prima di perdere i sensi, con la coda dell’occhio, riesci a leggere su un cartello “Bagno Turco Maschile - Accesso riservato agli over 70”. La tua avventura finisce qui, non prima di aver maledetto le ore passate davanti all’Almanacco Panini ad imparare a memoria nomi e dati statistici di tutti i calciatori di serie A e B. 33 La tua compagna dorme ancora e non vuoi svegliarla, così ti guardi un attimo intorno con l’aria placida di chi per la prossima mezz’ora non vuole fare assolutamente nulla di nulla e inganni il tempo nel tentativo di capire in quale angolo d’universo ieri notte hai condotto in porto sicuro la più straordinaria trombata della tua insignificante e-

sistenza. Appena metti a fuoco meglio ciò che ti si para davanti e cominci a osservare sul serio quello che vedi, la sensazione di calma svanisce subito e cominci a guardarti intorno agitato. Incredibilmente, il letto che ha ospitato le tue gesta si trova nel bel mezzo di un enorme stanzone, una specie di hangar, tutto stipato di casse di legno di diverse dimensioni. Un magazzino! Ti trovi in un gigantesco magazzino! Ti alzi sempre più sconcertato e ti guardi intorno. Ti avvicini ad una delle casse e sollevi il coperchio per sgarfare all’interno. Clamoroso! Dentro la cassa c’è un uomo che sembrerebbe dormire, con le mani giunte sul petto! Lo guardi meglio ed indietreggi spaventato... Cazzo... Questo coso è Gigi D’Alessio! Il tuo mortale nemico è di nuovo di fronte a te, dopo quell’incontro nell’Arkansas in cui ci avevi quasi rimesso le penne! Il laido cantautore apre gli occhi e mormora “Uè, guagliò...” ma non fa a tempo ad aggiungere altro perché lesto gli hai piantato un paletto nel cuore (ti stai chiedendo dove hai preso il paletto? Non rompere il cazzo, il paletto c’era!) mettendo fine alla sua miserevole esistenza dannata. Ora che ti sei lasciato alle spalle l’eterno dualismo con quell’essere inferiore, ti senti un leone! Ti guardi attorno alla ricerca d’una via d’uscita fin quando non vedi una porta di sicurezza con la cartina del posto in cui ti trovi. Con consumata abilità (eri pur sempre capo squadriglia agli

scout!) leggi la carta. E capisci. Cazzo! Non sei in un magazzino. Sei su una nave. Vai al 45. 34 “Asia Carrera (pseud. di Jessica Andrea Steinhauser; New York, 6 agosto 1973) è un’attrice pornografica statunitense”. Questo pensi prima che un calamaro gigante sbucato da chissà dove piombi su di te, inglobandoti e digerendoti in men che non si dica. In linea generale, diciamo che sei morto. È la legge degli Oceani. Augh! 35 L’enorme batacchio del DJ deflora con la sua imponenza la tua bocca. Inizialmente provi un moto di repulsione, anche perchè il tuo strano partner sembra non lavarsi da tempo, ma poi ti abitui e, guidato dalla mano che l’uomo ti ha appoggiato sulla testa, cominci a succhiarlo con un certo piacere. Dopo circa un minuto spompini il membro con l’abilità di una troia consumata, e anzi, hai preso talmente gusto alla cosa che ogni tanto ti concedi qualche leccatina sul prepuzio. Completamente calato nel ruolo vuoi dimostrare la tua abilità: aumenti il ritmo e ti aiuti con la mano. In pochi attimi percepisci lo sperma salire lungo il glande, pronto a esploderti in bocca, e ti prepari

ad accoglierlo: il DJ si irrigidisce e urlando come un coyote viene. “Anche delinquenti unz unz unz” senti, mentre una mare di sbobba ti invade bocca e gola. “Anche delinquenti unz unz” urlato ancora più forte, a sottolineare l’orgasmo. Il tipo non si ferma più, continua, con copiosi fiotti, a sparare dentro di te litri di liquido bianchiccio e semi-solido. Cerchi di sputare, ma non ce la fai, la pressione con cui il cazzone dell’individuo esplode liquido nella tua bocca è troppo forte: lo sperma entra prepotentemente in ogni tua cavità, e in pochi secondi ti ostruisce ogni via respiratoria. Cerchi debolmente di dimenarti, ma è troppo tardi: l’ossigeno progressivamente ti viene a mancare e le forze ti abbandonano. Mentre scivoli in uno stato di incoscienza pensi che questa fine orrenda che ti è toccata è la giusta punizione per esserti lasciato intrappolare dalle sordide lusinghe dell’omosessualità passiva. Hai voluti improvvisarti troia senza averne la capacità: la tua avventura termina giustamente qui. 36 “Oh, sì, domanda facile questa! Non c’erano dubbi in merito, nevvero? Santa Moana amava prenderlo nel culo da dietro... nel culo da dietro, eheheheheh, bella questa, eheheheh…” delira il pazzoide che hai di fronte. Poi, facendosi serio, sospira: “Ho sempre ben davanti agli occhi la fantastica scena di Cicciolina e Moana ai mondiali, quando,

con Ilona Staller a fianco, si masturba con una banana, mentre il mitico Ron Jeremy, nei panni di Maradona, la incula da dietro… quello sì che era un film da Oscar, non le porcherie che vedi al cinema!! E poi perchè hanno chiuso tutte le sale a luci rosse?!? Cosa fa un bravo giovane come te, nel pomeriggio?!?”. “Beh, signore, diciamo che si può provvedere da soli… ora c’è internet, e quand’ero giovane le videocassette… ehmm… istruttive... a proposito di Moana, beh, ecco… diciamo che non appezzo molto il fatto che non si depilasse… però rimane pur sempre una grande!!” rispondi, un po’ timoroso di una sua reazione a questa tua piccola critica. “Chi di noi non ha dei difetti? Pensi forse che il nostro Salvatore non ne avesse? Ma questo non toglie nulla alla sua grandezza!! E il 15 di settembre deve essere considerato un giorno di lutto internazionale, così come il 27 aprile, giorno della sua nascita, è l’unica festività che viene onorata da tutti i popoli della Terra, di qualunque nazionalità essi siano!! Quello è il vero Natale!! Ma passiamo ora alla seconda domanda: “Chi è universalmente noto come the King of the cum?” Se pensi sia Rocco Siffredi, vai al 111. Se invece ritieni si tratti di Peter North, dirigiti al 106. Se invece credi che la risposta giusta sia John Holmes, corri al 116.

37 Il tuo culo viene scopato da una mantide religiosa gigante. E siccome la mantide religiosa è solita mangiarsi il compagno dopo la sua bella chiavata, prima ti becchi un po’ di sborra insettiforme in culo, e poi vieni divorato dalla femmina di mantide. Muori, inglobato dall’enorme insetto. 38 Catramaro ti mette in mano un fogliaccio lurido, scritto a penna da lui. Lo osservi meglio: “Buoni acuisto da 40 eurro” c’è scritto. Il Dj è di un’ignoranza spaventosa. Lo stai per mettere in tasca, poi qualcosa ti dice di guardarlo anche dall’altra parte. Lo giri. Sul retro del talloncino puoi leggere una frase criptica: “Spalanca le cosce a questo comando”. Che cazzo vorrà dire? In ogni caso segnati la frase, potrà tornarti utile in futuro. È ora di ricominciare ad esplorare la nave. Torna all’86 e fai le tue scelte. 39 “Se lo vedi non ci credi, se ci credi non lo vedi: Euroarredi, Euroarredi”. Chi parla?! Chi cazzo è???!!! “Se non vedi non ci credi, non ci vedi se non credi: Euroarredi, Euroarredi”. La strana figura bionda incappucciata si volta ver-

so di te! Oh Gesù, non è una donna: è un essere rivoltante! Capelli biondi lunghi, alto 1 metro e cinquanta, barba incolta! Una orrida via di mezzo tra un ometto e un trans! “Scusatemi se rubo spazio alla televendita ma volevo dirvi che la Paolino Arredamenti, io stesso che ne sono la titolare di questa grande azienda, utilizzo la tv come mezzo di comunicazione, ma non è che tu, Sciura Maria, vedi la cucina che ti piace ed io te la spedisco in busta a casa, nooooooooooo! Io ti invito a venire a vedere, a toccare con mano nelle mie esposizioni di Cinisello Balsamo, Villasanta, Trezzano sul Naviglio, Spino d’Adda e Fizzonasco di Brugherio! Questa è la cosa importante! Perché io vengo in televisione, ma le cose te le faccio toccare, perché dietro di me c’è un’azienda, ci sono tante persone che lavorano: abbiamo cinque esposizioni, sette magazzini, siamo veramente in tanti per cercare di offrirti sempre il meglio. Sai perchè lo dico? Perchè ultimamente sono nate troppe polemiche sulla vendita televisiva, io mi devo dissociare perchè Paolino ti propone l’arredamento, la cucina, ma ti invita a vederlo, a toccarlo con mano nelle nostre tre esposizioni… Un arredamento completo solo 7000 euro! Dai Aloona prova a presentarlo tu, grinta, grinta, grintaaaaaaa!!! Porco d’un cazzo di cane!!!!”. La donnicciuola a lato di questa sottospecie di teleimbonitrice vintage anni ‘80 si volta di scatto

verso di te! È vestita in maniera oscena, sembra uscita direttamente dalla corte di Maria Antonietta a Versailles, manco mia nonna al ballo in maschera dei Cadetti dell’Areonautica Militare di Napoli si sarebbe presentata così! “Galleria del Mobile, Galleria del Mobile, Piazza Gobetti Via Forze Armate centonovantaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa”. Oddio!!! Salvatemi vi prego! L’acuto è talmente racidulo e stridente che l’intera nave sembra sobbalzare di fronte a tale ignobile performance canora! Hai i timpani in fiamme, senti il sangue che a fiotti fuoriesce dalle orecchie! Piuttosto che questa Maria Callas dei poveri preferiresti di gran lunga la pressione di 100 milioni di metri cubi d’acqua della Fosse delle Marianne... le tue trombe di Eustachio starebbero infinitamente meglio! Quando cominci a preferire una morte rapida a questa interminabile tortura uditiva... l’acuto cessa di botto e l’esserino biondo riprende a parlare battendo le mani! “Brava Aloona bravissima! Ottima esibizione, degna del miglior Bocelli! Ora, caro Ego, tocca te!” Anche l’altro losco figuro presente si volta verso di te, con un sorriso smagliante e fare gentile. “Mmmmmhhhhh si. Ciao, piacere Ego, scusa ma sono in fila per farmi autografare questo magnifico disegno dal suo celeberrimo autore, tal Lonuelfo, non so se lo conosci, è considerato un’au-

torità indiscussa nel campo dell’illustrazione zoofila. Nessuno come lui riesce a trasporre su carta (da culo, ovviamente) le intense sensazioni orgasmiche derivanti da una penetrazione animale. In particolare voglio farmi autografare il suo ultimo capolavoro, dal titolo “Trapanatura rettale da zoccolo equino borchiato e dotato di lama a seghetto”!” Il gran visir biondo e nano sembra però un po’ seccato da questa breve digressione di Ego, e subito lo invita a darsi da fare: “Sussù Ego, zio maiale. Non ce ne frega un cazzo dei disegni, dell’arte e dei cazzi animali in culo, torniamo in tema, per favore!” “Al mercatone dell’ arredamentoooooooooooooooooooooooooo, di Fizzonascooooooooooooooooooooooooooo...” esclama a gran voce Ego! Poi tutte e tre i loschi figuri si uniscono a mo’ di Power Rangers, con le dita a V in segno di vittoria! “Sciura Maria!” “grazie” “di” “esistereeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee eee!” Raramente nella tua vita hai assistito ad una scena cosi’ triste e patetica! “Ebbene si amico mio!” - esclama lo gnomo biondo - “Di la verità! Era dai tempi di Yattaman che non vedevi uno spettacolino del genere! Ebbene

si, carissimo telespettatore, siamo rispettivamente la Miss Dronio (io), i Boyakki e i Tonzura del tessuto artigianale e mobiliare brianzolo! Ora rispondimi caro amico! La vuoi comprare o no la mitica cucina targata Paolino Arredamenti a soli 7000 euro pagabili in 36 comode rate mensili?” Vai al 96. 40 Le tue azioni seguono fulminee i tuoi pensieri. Con le tue mani legate sferri un pugno di rara potenza dietro la nuca di una delle guardie che ti era vicino, accoppandola e le sottrai l’arma, puntandola un istante dopo verso il laido trippone. “Fermati stronzo! Se osi levare un dito contro quel poveretto ti buco quella tua panza oscena di merda”. Gordos è esterrefatto per la piega imprevista presa dagli eventi, ma resta calmo in attesa di vedere cosa fai. Dopo esserti liberato le mani, sempre tenendolo sotto tiro ti avvicini allo sherpa e cerchi di sciogliere anche a lui una delle corde che lo tengono legato, anche se devi farlo senza guardare, dato che non puoi perdere di vista Fats e i suoi sgherri, gli altri Grassi che sono nella stanza. Mentre tasti con le mani lo sherpa per trovare il nodo da slegare, senti un dolore lancinante alla mano: questo pezzo di merda ti ha morso! Stupito ed amareggiato, lo metti K.O. con un calcio in faccia e ti volti furioso verso quel pazzo criminale.

“Muuuuoooaaahahahaa” sghignazza quel trippone, sempre comodamente adagiato sul suo giaciglio. “Cosa credevi di fare? È lapalissiano che anche lui sia stato trattato con il L.I.E.V.I.T.Y. e quindi abbia tendenze cannibali... ghgh ti conviene fare il bravo e mettere giù quell’arma!”. Gli uomini di Gordos cominciano ad avvicinarsi minacciosi: sono in troppi perché tu possa abbatterli tutti con la pistola, devi fuggire! Ad una rapida occhiata hai due possibilità. Se vuoi aggrapparti a quella corda (c’è sempre una corda in queste scene!) e sparare a quel contrappeso (c’è sempre un contrappeso per questi cazzi!) per creare un effetto carrucola ed essere sparato verso l’alto, dove potrai uscire al volo da quell’apertura che vedi sul soffitto (c’è sempre un’apertura in questi frangenti!), vai al 127. Se i film di Van Damme non ti sono mai piaciuti e più semplicemente preferisci sparare un paio di colpi per aprirti la strada e fiondarti contro la porta in fondo che fin qui non avevi clamorosamente (vergogna) notato, vai al 139. 41 “And the Oscar goes to... Daniel Day Lewis!”: Daniel Day Lewis vince l’ottantesima edizione degli Academy Awards come Migliore attore protagonista con il film “Il Petroliere”. Sale i gradini che lo separano dalla statuetta. “Dedico questo ricono-

scimento alla memoria di mio nonno, a mio padre, ai miei figli, alla mia incantevole moglie, a Andrè the Giant, a Pasquale Bruno, a Ricky e Barabba, a Holly e Benji, a Gianni e Pinotto, a Cazzi e Mazzi, a Tette e Culooooooooooooooooooooo!” Questi, caro lettore, caro protagonista, sono i tuoi ultimi lucidi (lucidi? Vabbè...) pensieri prima di svenire, in un pozzo nero di dolore, sofferenza e tragedia anale. Ebbene sì, amiche mie. Donna Carmen sta trapanando bene il tuo disgraziato buco del culo, in una femminea (ma neanche troppo!) emulazione del Petroliere vincitore di molteplici premi Oscar! Talmente è il dolore che non ti sei neanche accorto della sabbia che quella zozza ha sparso a granelli sulle pareti del tuo sfintere, procurandoti ferite furibonde attraverso lo sfregolio animalesco di quest’essere incontrollabile. “Ciao Daniel biascichi, ormai fuori di senno per la sofferenza Come si sta nel Vecchio West? Il mio corpo è in vendita! Non hai idea del petrolio che ci puoi trovare! Sono pronto a eruttare barili di oro nero!! Segui Donna Carmen e piazzaci anche tu una bella trivella tra le mie chiappe!” Vai al 147. 42 Sei un cazzo di Vietcong. L’americano biondo di origine partenopea è lì, davanti a te, semisvenuto per la mancanza di ossi-

geno. Come abbiamo detto, sei su una cazzo di nave. Ci deve quindi essere una canna da pesca, che è esattamente quello di cui hai bisogno. La trovi seminascosta in un angolo, a 10 metri da te. Bene. Sleghi il filo di nylon e leghi il prigioniero ai polsi e alla gola, stringendo piu’ possibile e lacerandogli le carni. Ottimo. Il prigioniero è immobilizzato. Afferri l’amo e, come hai visto fare all’arabo Said Jahrra nel serial-tv Lost, infili con violenza la punta uncinata nella carne sotto le unghie delle dita della mano. Fa un male pazzesco, provaci se non ci credi, e quel frocio di Enzo Paolo si ridesta dal suo torpore con un urlo di dolore disumano. Perfetto, Vietcong. Il tuo scopo è raggiunto. La checca napoletana si è svegliata. E se la sta talmente facendo addosso che non riesce neanche a chiedere pietà. Pietà che comunque non avresti concesso. Bando alle ciance... ora hai bisogno di cavi elettrici. Scruti con il tuo sguardo da muso giallo l’ambiente circostante e vedi dei fili scoperti uscire dal pavimento in parquet. In preda a una cieca furia omicida, li strappi con forza e li colleghi tra loro. La scintilla bluastra che ne scaturisce ti salire l’acquolina alla bocca... Prendi l’ancora utilissima canna da pesca e la spacchi in punta, in modo da ottenere un tubetto cavo di carbonio di una trentina di centimetri.

Sentendoti come un incrocio tra McGyver e Hannibal Lecter, incastri i fili elettrici nell’incavo del tubo. “Piacere, amico prigioniero. Mi presento, sono il Mago Merlino” - esclami sadicamente agitando a mo’ di bacchetta magica l’arnese testè costruito. “E tu, Enzo Paolo Turchi, tu sarai la cavia per i miei folli esperimenti di alchimiaaaaaaaa!!!!”. Con un urlo disumano afferri a due mani la mascella del malcapitato coreografo, e con uno strattone infili il tubo elettrico nella gola di quel disgraziato. Normalmente, delle scariche elettriche di quella portata a contatto della pelle sono dolorosissime. Se però la corrente viene sprigionata all’interno dell’esofago, l’effetto è devastante, non letale ma un vero e proprio incubo... Emorragie interne fracassano gli organi del malcapitato, e quella merdaccia di Enzo Paolo Turchi crolla a terra in una pozza di sangue ed escrementi rilasciati dal suo stesso martoriato corpo, attraverso orifizi irrimediabilmente devastati... La tua vendetta è quasi compiuta, Vietcong. La femminuccia campana è prossima alla morte, ormai vista come una liberazione dai tormenti inumani che gli stai infliggendo. Se decidi di porre fine all’eterno tormento di Enzo Paolo Turchi , vai all’81. Se da vero sadico figlio di puttana vuoi ulteriormente prolungare l’agonia che si merita, vai al 69.

43 “Insomma, signore, mi vuole dare ascolto!!!” urli disperato con un tono stridulo degno della peggior checca. Signore mi vuole dare ascolto? Ma come parli? Come pretendi che un tamarro come l’uomo alla console dia retta a uno che si esprime come una donnetta isterica dell’Ottocento? Il Dj si blocca per un attimo, di fronte a questo tuo ridicolo tentativo di catturare la sua attenzione. Ma dopo pochi secondi ricomincia a canticchiare, visibilmente disgustato nell’espressione dalla tua totale mancanza di nerbo. “Unz, Unz, Unz, anche delinquenti”. Questa litania ti sta facendo impazzire, decidi di abbandonare la stanza, consapevole che dopo questa uscita froceggiante il tipo non ti parlerà più, e tornare nel sotterraneo al 21. 44 “Iiiiiik!” gridi come un porcospino sotto acidi fuggendo via da quella scena raccapricciante e allontanandoti dal pazzo Conte d’Uov. Nella tua fuga non hai calcolato però la voglia matta delle vegliarde che questo folle chiama “le mie bambine”: in preda a inusitati desideri sessuali, ti si fiondano tutte addosso nude ed orripilanti col chiaro intendo di fare di te il loro oggetto di piacere. Riesci ad accopparne molte con pugni e calci e tenti di fuggire via ma alla fine soccombi al loro numero. Vieni buttato a terra e le vecchiacce cominciano

a montarti senza pietà. Perdi cognizione del tempo e delle umiliazioni che subisci finché è lo stesso Tuòrl a porre fine al massacro. “Ferme, bambine mie, fatelo respirare, sennò me lo consumate come avete fatto con quel tale rinsecchito di nome Dirk! Amico mio, è evidente che i tuoi gusti sessuali vanno ancora educati al bello della senilità... Ti occorre proprio un corso di formazione al vecchiume, e chiedo venia per esser partito dal capitolo finale, ossia la trapanazione di Rita Levi, il mio più grande amore”. Sospira come un merdoso efebo prima di continuare. “Ti aprirò la mente grazie alle lezioni di una serie di docenti d’eccezione... Non dimenticare che questa è pur sempre l’area Vip di questa nave, e perdio i Vip ci saranno!”. Batte due volte seccamente le mani, e da una porta a vetri comincia ad entrare una manciata di persone di sesso vagamente femminile che fatichi a riconoscere. Alla fine comprendi e cominci a urlare disperato... “Nooooooo!!!” “Queste - ammicca Tuòrl facendo ampli gesti con la mano - saranno le tue insegnanti... Come vedi non hanno bisogno di presentazioni!”. Almeno su questo dice il vero... I volti di queste “insegnanti” sono tristemente noti... Vedi con orrore Sandra Milo e Iva Zanicchi che si accarezzano laide... Accanto a loro assiste alla scena con aria deliziata la pessima Amanda Lear. Infine parlottano del più e del meno le orripilanti Rosanna Cancellieri, Katia Ricciarelli e soprattutto Anna Maria Barbera. Tutte e sei le megere sono in topless, con peri-

zoma minimali che ti provocano violenti conati. “Queste deliziose dame - continua l’invasato Conte - sebbene qualcuna di esse sia ancora un po’ troppo giovane, rappresentano il nucleo fondante di esperti formatori che ho tirato su grazie al mio celebre metodo M.A.H.A.R.R.A.S., acronimo che sta per Marvelous Amorous Hottie Adeptly Rendering Rapturous Affection and Stimulation. Non chiedermi cosa cazzo voglia dire perché per me l’inglese è egiziano. Mmm anzi no, se fosse egiziano lo capirei, o meglio, farei finta di capirlo, diciamo che per me l’inglese è spagnolo. Insomma, non capisco un cazzo di quella lingua anglofona! A proposito, sarebbe ora che tornassimo tutti a parlare il latino, aaah la vera lingua dei dominatori del Mediterraneo, arcaica come una topona di poco più di un secolo, originaria di Pitinium, che vorrei schionfarmi a breve. Ma torniamo a noi. Non so cosa voglia dire l’acronimo M.A.H.A.R.R.A.S., ma so che il metodo consiste semplicemente nel trombare vecchie a più non posso. Tu sei un giovane stallone, sarai istruito a dovere dalle mie docenti per tutta questa settimana e quando sbarcheremo andrai in giro per il mondo a diffondere il verbo. Muuuuuooooaaaahhh!”. Col cazzo! Una settimana a fare scene a tre con Sconsolata e la Zanicchi? Neanche per idea! Devi evadere a tutti i costi da questo inferno senile. Se ti sorbisci la prima lezione (“La ‘Masturbazione turbo benzina’ è l’argomento, docente Sandra Mi-

lo”, ti informa l’ineffabile Tuòrl) sperando di poterti poi in qualche modo dileguare, vai al 14. Se invece vuoi fuggire ORA, puoi provare a prendere al collo Tuòrl e minacciare di soffocarlo con la tua stretta mortale se le vecchie Vip e non Vip non ti fanno passare. In tal caso vai al 144. In ogni caso, se i nazisti ti stanno inseguendo, vai al 68. 45 Per tua informazione, qualunque numero fosse uscito dal tuo tiro di dado iniziale, saresti finito qua. Spiegami un attimo, cosa cazzo credevi di leggere? Progetto Mortale? Qua le uniche chiavi che vorrai usare saranno quelle per aprire la cintura di castità di qualche suora peccaminosa, gli unici codici di cui avrai bisogno serviranno ad aggiornare la scheda pirata per vedere pornazzi a sbafo sul satellite. Occhei, stai cominciando a riprenderti, e torni a dedicarti alla biondona che ti giace accanto. La tua vista elimina il segnale criptato tipo quello di Sky (vedi sopra) quando stanno x iniziare i porn.. ehm, le partite di calcio, ora la tua donna ti sembra davvero una bella bagiana. Aaaaahhhh odore muschiato, selvaggio come piace a te... All’improvviso ricordi tutto, lampi di piacere assoluto in un folle turbinio. Il tuo cazzettino marcescente inizia a pulsarti in

mezzo alle mutande crostate...non resisti! Devi averla di nuovo, ADESSO! Ti avvicini, la baci teneramente sulle toniche spalle nude e... E... E... Vai al 13. 46 “Ehm - azzardi - mentre decidi cosa fare di me, posso farti omaggio di questi due proiettili di alta qualità? Originali Smith & Wesson, calibro 12, ideali per qualsiasi tipo di arma, dalle pistole ad acqua alle testate nucleari. Non mi devi niente, è un favore da amico, eh. Se poi troverai la mia roba di alta qualità, beh in tal caso basta che mi contatti tramite l’indirizzo e-mail [email protected] oppure al sito www.bombanelderetano.biz! Sarà mia cura invitarti a visitare la mia fabbrica di frittelle e l’allevamento di bidelli!”. Hai farfugliato un mucchio di stronzate senza senso, parlando a macchinetta nella speranza di convincere l’uomo a risparmiarti da chissà quale atrocità! Il sacerdotesso fa per pensarci poi dice “Lanciami quei proiettili omaggio, ragazzo!”. Fai come dice (cancella i proiettili dal registro), e con tuo enorme sollievo lo vedi sorridere, una volta controllata la merce. “Bwhuahua - sghignazza - questi schifi sono totalmente difformi da quanto m’hai descritto, eccellente! Ne deduco che anche tu di mestie-

re sei un venditore pataccaro come il sottoscritto! Oh vedo che non capisci: non farti ingannare da questi paramenti sacri! Sto officiando le esequie del Supremo Gallo Giuseppe su incarico della Sacra Padrona Donna Carmen, ma nella vita quotidiana il mio lavoro è un altro. Ora ti spiego”. A quel punto, a un cenno di questo mentecatto, da un altoparlante comincia a uscire una sorta di jingle di pessimo livello. Vai al 39. 47 “Si, dipende da che punto di vista lo guardi però...”, prosegui serio, quasi con aria intellettuale ed impegnata, “la prospettiva è una cosa seria... E poi, averlo così grande è un handicap non indifferente: tutto il rispetto per carità, Madre Natura avrà forse pensato di fare un favore a se stessa quando ti ha dotato di tanta abbondanza... ma io sono contento delle mie misure nella norma...”. Lo chef e Bufalo grugniscono qualcosa, ma poi sembrano calmarsi istante dopo istante. Ora ti guarda con occhi torvi, ma non sembra più incazzato: è diventato tuo amico. Però non sai come uscire da questa situazione, devi assolutamente fare qualcosa. Se possiedi un fiala rossa e vuoi offrirla allo chef in segno di pace e riconciliazione vai al 17. Se invece vuoi congedarti e tornare sul ponte, hai la consapevolezza che puoi farlo in pace: in questo caso vai all’86.

48 Ti avvicini e schiaffeggi l’uomo. Quello ti ride in faccia! Mamma mia che rabbia che ti fanno i tipi come questo... “Soave... Soave amico mio... Possa un palo disumano avventurarsi stanotte nel tuo deretano... Che mano flaccida, come disse Platone: non faccio torto a nessuno ad apostrofarti come coglione”. Quel decerebrato sta ridendo di te... ride di te: un mentecatto ride di te... sta ridendo proprio di te! E sta prendendo per il culo proprio te! Ehi ma vuoi fare qualcosa? Se decidi che non è il caso di perdere tempo con certi vermi della società, puoi allontanarti ed iniziare ad esaminare la nave (vai all’86), in caso contrario puoi continuare ad interagire con lui (vai al 98). 49 Dopo un paio di minuti ti interrompe: “Bravo ragazzo, bravo! Ovviamente difetti di stile, ma per essere un principiante non c’è male! Vieni, siediti qui!”. Ti fa un gran sorriso, e ti riempie un bicchiere, non troppo pulito, di un liquido giallognolo. “Bevi, bevi!” ti invita, mentre ti siedi. COFF COFF COFF “Ma che cazzo era?!?!” urli, mentre la gola ti va letteralmente a fuoco, e gli occhi ti si riempiono di lacrime. “Latte di Suocera, 75 gradi!” esclama estasiato. “Ma è… per tutte le corna di Dragan, è amarissimo!!” rispondi fra un

sussulto e l’altro. “Dragan! Chi era costui? “ rumina tra sè, seduto sul suo seggiolon… - ehhmm, sedia! Non sono mica “I promessi sposi” questi!! - “Beh, che ti aspettavi, da un alcolico col nome da femmina?!? Niente di buono viene dalle donne, niente di buono… ricordatelo, ragazzo: su di esse fa presa il Maligno, esse conducono gli uomini all’Inferno! Lo dicono anche le Scritture!”. Lo guardi basito, mentre continua: “I loro corpi spingono noi povere pecorelle a smarrirci, cercano di spingerci a commettere il peccato della lussuria… non bisogna peccare, lo sai, ragazzo? Lo dicono anche le Scritture!”. “S-sì” balbetti, non sapendo cosa dire a questo mezzo-prete rimbecillito, mentre fai per alzarti, incapace di stare a sentire oltre la morale fatta da uno che fino a un attimo fa sembrava l’Anticristo! “Bravo, ragazzo, bravo! Mi piaci, e ho deciso di aiutarti, ma prima dovrai dimostrare di essere degno! Non si concedono così su due piedi le chiavi che aprono le porte del Regno dei Cieli! Anche San Pietro ha dovuto meritarsele, lo dicono anche le Scritture!”. “Chiavi del Paradiso??? Vecchio pazzo, ti do tempo ancora un minuto, prima che ti spacchi in testa la bottiglia (solo ora ti accorgi che sull’ etichetta, nera, compare un teschio con due tibie incrociate sotto…. e ci credo! Quella roba ammazza per davvero!) e me ne vada!” pensi. Intanto lui continua: “Hai dimostrato di avere buone basi, mostrando la tua misoginia, e

di essere di compagnia, sgolandoti d’un fiato quella robaccia, ma come siamo messi a cultura generale? Un buon pastore deve avere salde conoscenze dei Testi Sacri, altrimenti come può combattere le idee blasfeme che il Demonio diffonde nel suo gregge?”. Lo guardi come un allocco, totalmente incapace di proferire verbo, ed evidentemente lui scambia questo tuo silenzio come un assenso, visto che prosegue: “Ecco perchè ti farò tre domande, come tre sono i Simboli Sacri di ogni buon Vescovo. Se saprai rispondere a tutte, tibi dabo claves regni caelorum”. “Titti che???” chiedi, confuso da quelle parole arcane. “Ma porc************ !!!! Ragazzo, sarai mica un Aldignozz, che non conosci queste parole!! Per la *********** della *******, sono scritte all’interno della cupola di San Pietro!” “Cos’è che non dovrei essere?”, chiedi, intimorito da quel nome. “Un essere gretto ed ignorante, un autentico abominio della natura!!” ti sussurra “Si dice che invochi segretamente il demone Dragan, e che nelle notti senza luna si accoppino selvaggiamente tra loro… strano che tu conosca l’ uno senza l’ altro: ormai viaggiano in coppia. Chi adora Dragantèn non può esimersi dal rendere omaggio ad Aldignozz, suo Vicario sulla Terra… d’ogni modo, significa: a te darò le chiavi del Regno dei Cieli. È ciò che ti ho detto anche prima! Ma mi ascolti?”. “Certamente, Vostra Eminenza!!” replichi prontamente. “Bene, ragazzo, bene: ecco allora per te

la prima domanda di Teologia: “Nelle scene di anal, qual’era la posizione usata da Moana Pozzi, in tutti i suoi film?”. Lo guardi sconvolto: e questo dimostrerebbe la conoscenza dei Sacri Testi?!?!? Sapere questo farebbe di te un Vescovo, pur nella distorta concezione che questo pazzoide ha di tale figura?!?!? Se ti alzi e te ne vai, torna all’86 e compi un’altra scelta. Se invece decidi di stare al gioco, nella speranza che le famigerate chiavi di questo rimbambito possano tornare utili a qualcosa, rispondi: “Qualunque posizione era buona, per quella vacca, pur di farsi sfondare!”. Vai al 101. “A smorzacandela, però girata di schiena, mentre con la mano sinistra si sgrillettava la sua bella fighetta rasata”. Vai al 142. “Da dietro, possibilmente in una simil pecorina, ma con l’uomo più in alto”. Vai al 36. 50 Un po’ timoroso varchi la porta d’ingresso del negozio: immediatamente un odore familiare, di orina mista a detersivo scadente, ti riempie le narici. Tutto questo ti ricorda qualcosa, ma non riesci a focalizzare esattamente cosa... Intorno a te vedi molti sedili, occupati da grasse signore ingioiellate intente a farsi fare la permanente. La cosa che ti colpisce sono i parrucchieri: sono tutti bassissimi, tanto da aver bisogno di un piedistallo

su cui salire per poter lavorare. Tutti poi, immancabilmente, indossano una mascherina da chirurgo a nascondere i lineamenti. Sei ancora spaesato, indeciso su cosa fare, quando una vociaccia stridula e sgraziata, tristemente familiare, ti perfora il cranio, preceduta da un inconfondibile risata. “Ahahahahahah, mon amì, non sapevo che fossi sulla nav, tre pien tre pien!”. Davanti a te l’orrendo Jimmy la Troia ti saluta sbracciandosi, e ti manda baci come foste vecchi amici. Si è fatto crescere un paio di baffetti alla Clark Gable e cerca di ostentare una tremenda parlata francese completamente sgrammaticata. Sul taschino della camicia che indossa ha un nome scritto: Jean-Jacques. Questo tremendo frocio pederasta ha cambiato nome per chissà quale nefando motivo! Non hai dimenticato i tiri che ti ha giocato nel locale, ma d’altra parte Jimmy ha sempre avuto le mani in pasta un po’ dappertutto, e potrebbe esserti d’aiuto. Cosa fai? Te ne freghi dell’aiuto e decidi di fargliela pagare: vai al 104. Oppure gli chiedi informazioni che possano esserti utili per risalire all’uomo che sta cercando di fotterti? Vai al 134. 51 “Merda!” urli, e poi ti blocchi, timoroso di aver of-

feso il Demone. Ma di fronte a te l’orrida creatura si è sciolta in un largo ghigno di soddisfazione. “Che caro giovane tu sei, hai allietato con la rima i timpani miei! Sei di certo un poeta promettente, ho deciso di aiutar la tua ricerca inconcludente! Solo un uomo può i tuoi dubbi svelare, per raggiungerlo però un portone devi aprire. Questa porta è serrata da una magia, solo un verso può aprirla e lasciar libera la via. Di tal verso io conosco una parte (in totale sono quattro), memorizzala veloce, come fai con l’arte (dammi retta non sono matto)!”. Completamente spiazzato dal diluvio di parole dell’insopportabile individuo che hai di fronte, e disgustato dalla scarsa qualità della sua poesia sconsclusionata, rimani immobile incapace di dire o fare alcunchè mentre il Demone, con fare teatrale, batte le mani e poi allarga le braccia facendo tintinnare i lustrini del suo abito sgargiante. Dopo di che sussurra, con tono di voce bassissimo, quasi impercettibile “Come due stronzi sul far del tramonto”. Memorizza il versettto, potrà esserti utile in futuro. Con la testa che ancora ti gira a causa del paradossale incontro abbandoni il Demone e decidi di recarti a poppa (come ti piace questo termine marinaresco!) per dare un’occhiata. Vai al 105.

52 Che schifo! Le retine di Enzo Paolo sono ben peggiori di quanto ricordassi... Un’oscena mistura che ti ha inzaccherato tutta la tasca destra, chiazzando inesorabilmente i tuoi pantaloni (tipo macchia di sperma post sega con mutanda). Sei certo che le retine possano servirti per aprire il portale Ovest, ma non sai proprio dove impiegarle... Oltre te e il portale infatti c’è solo il giardino alle tue spalle e null’altro! Come impiegare questo prezioso oggetto? Se ti cavi le tue retine e le sostituisci con quelle di Enzo Paolo, sperando che questa buffa operazione faccia aprire il portale, vai al 109. Se metti via le retine e cerchi di divaricare il portale con la sola forza del tuo nodoso pisello, vai al 31. Se infine spiaccichi le retine contro il portale, sicuro di azionare così il sensore chimico che lo aprirà, vai al 25. 53 A La bomba ha attivato una reazione a catena che potrebbe portare alla distruzione della nave. Vai al 4 - sottoparagrafo B. B Inizi a renderti conto che sei un coglione. Vai al 4 sottoparagrafo C.

C Sei un pirla. Vai al 4 - sottoparagrafo D. D Mentecatto!! Vai al 4 - sottoparagrafo E. E Rotto in culo!! Vai al 4 - sottoparagrafo F. F Ehilà stronzo, visto che dopo quello che hai fatto questi insulti te li meriti, vai al 4 - sottoparagrafo C e buon proseguimento. 54 Ti dirigi verso prua, quando una strana voce attira la tua attenzione: sembrano versi di poesia. Ti avvicini incuriosito: esattamente all’estremità della nave, seduto in bilico con il rischio di cadere in acqua, c’è un uomo vestito da pagliaccio. Ha un cappello stile inglese, con guanti e pantaloni in tela di sacco. Dalle spalle scendono fino alle ginocchia una serie di coriandoli stile carnevale, mentre sopra i pantaloni indossa un paio di mutandoni bianchi legati e stretti con una cinta. “Melissa e Thais fate in modo che la vostra topa non trovi mai duolo a dare rifugio ad un dolce cannolo! Dolce cannolo di crema ripieno, nel vostro bel culo rimanga tranquillo e sereno! O’ sommo poeta, che morto nel sonno desideri ancora le

tette più sode, dammi la soave ispirazione per decantare quest’ode!”. Ma pensa tu che cazzo di gente gira a piede libero... Ti avvicini, in parte affascinato, in parte schifato. Se vuoi unirti alle dolci poesie che sta enunciando, vai al 5. Se invece vuoi avventarti contro questo bislacco essere, vai al 48. 55 “Esatto!! Si tratta proprio della magnifica Silvia, sicuramente una delle più belle attrici mai esistite!! Hai visto che chiappe?? Piccole, sode, stupende!! E che taralli pazzeschi che riesce ad infilarsi nel culo?? È una delle poche capaci di infilarsi dentro tutto il cazzone di Rocco senza battere minimamente ciglio!! I peggio negroni riescono a sparire, in quel culetto, sparire!! In una scena l’ho vista prenderne due, entrambi nel buchetto!! Oh, una vera gioia, una professionista, un’autentica donna di fede!!” dice, con gli occhi sognanti. “Te invece stai sognando con altre parti del corpo: cos’è quello strano rigonfiamento in corrispondenza della cerniera dei pantaloni?!? Ti ho visto sai, è inutile che cerchi di nasconderti! Questo non è il momento di smanettarti! Apri bene le orecchie, o io ti faccio aprire il culo da due cazzi alla volta, e vediamo se troverai il pensiero tanto eccitante!” prosegue, lasciandoti un po’ imbaraz-

zato, ma attentissimo, caro sfigato che legge, stavolta come possiamo darti torto? Il corpo di Silvia Saint non è certo cosa da poco! Ma ora presta attenzione…..e via quella mano da lì!!! “Non mi aspetto che tu capisca l’importanza di ciò che sto per rivelarti, ma nessuno ti chiede di capire: memorizza e basta! UNO spruzzo di sborra solleva l’incanto” declama con molta serietà. “D’accordo vecchio, un po’ di sborra non si nega a nessuna!” Terrò da conto questo detto popolare, non temere! Nel frattempo, penso che berrò un bicchierino di questo “Succo di cognata”: sai che non era niente male? Un po’ troppo forte, ma buono davvero!” esclami, mentre ti versi un altro bicchiere. Ora l’hai fatto veramente arrabbiare: lo vedi boccheggiare incredulo, fa fatica a riprendersi, ma poi ti urla: “Si chiama LATTE DI SUOCERA!!!! E non è un po’ di sborra!!!! Brutta testa di minchia, frocio di merda, culattone da quattro soldi!!! Io ti….. ARGH!”. Quest’ultimo è uno strano verso gutturale che gli fuoriesce dalla gola, prima di accasciarsi sul tavolo, con le mani al petto. Ti alzi di scatto, finisci alla goccia il tuo bicchiere, e non appena ti ripigli (dopo circa un minuto di spasmi di tosse che ti scuotono fino al midollo), con la faccia paonazza e il pavimento che stranamente si muove, ti dirigi verso l’uscita. Vai all’86, ma ricordati che non potrai tornare alla sala giochi: non hai proprio voglia che ti fermino chiedendoti spiegazioni su quello che è accaduto all’ubriacone bestemmiatore! Chissà come si

chiamava? Non gliel’hai nemmeno chiesto… 56 Ti avvicini incuriosito. Dall’espressione, l’uomo sta godendo tantissimo, ed esplode in un “Aaaahhhhhhh….” clamoroso. Quindi toglie la mano da dentro i pantaloni e ti guarda: “Ehi, mica sono malato... e neanche pazzo. Mi presento, mi chiamo Vercingetorige, di professione inseminatore. Eh sì, un’azienda del Nord Italia mi ha assunto per produrre seme per vari scopi. Ho lavorato da loro per due anni, ma le varie ricerche hanno spinto l’azienda a creare un devastante ormone, capace di centuplicare le proprie prestazioni... sessuali. Così mi hanno trasformato in una macchina produci-sperma... Vedi, io a differenza degli altri uomini posso andare avanti per ore a fare sesso senza fermarmi, anche dopo aver eiaculato ce l’ho duro di nuovo... Ecco, vedi, già sono pronto per masturbarmi di nuovo...”. Vercingetorige infila entrambe le mani nei pantaloni, ed inizia nuovamente il suo sport preferito. Proprio davanti a te... “Parla parla, io ti ascolto...”. Impressionante. “Ormai sono completamente dipendente dalla masturbazione, perché farmi una donna ogni mezz’ora è praticamente impossibile...”. Quando ecco una biondina entrare nel bar e sedersi su una sedia per ordinare una bibita rinfrescante. Vercingetorige impazzisce appena la vede: “Mia!!!

Bello ora ho da fare. Devi sapere che sono anche un esibizionista, godo di più quando trombo con gli occhi di qualcuno puntati addosso: se hai un po’ di pazienza per osservare la mia performance ti premierò con una folgorante rivelazione”. Detto ciò, le si avvicina, ingrifato più che mai, e la agguanta da dietro. Incuriosito, decidi di stare a guardare. La ragazza sembra consenziente, e si avvinghia sull’uomo come una piovra si avvinghierebbe contro un misero pescetto. Dopo averla spogliata e schiaffeggiata, lui se la carica addosso e comincia una prima lancinante penetrazione stando in piedi. Assurdo: la sta reggendo per un quarto con le braccia e per tre quarti con il pene!!! Neanche Superman ci sarebbe riuscito!! Dopo 14 minuti i due stanno ancora così, con lui che la sta portando in giro per il locale giusto per farla ambientare. Stai per dire qualcosa, quando avviene un drammatico ed improvviso cambio di posizione: Vercingetorige la sbatte contro il bancone e la mette a pecora, possedendola in questa posizione per almeno 26 minuti, con tuo sommo stupore. Ogni 30-40 secondi la donna ulula selvaggiamente. Un altro drammatico cambio di posizione: con una mossa stile Hulk Hogan in Smackdown, la donna è di nuovo a terra (stavolta si sarà rotta qualcosa), per una micidiale variante acrobatica della posizione del missionario. Al 35° minuto

senti un rumore sordo. “Questa dev’essere la tua ulna che si è sfracellata, baby...”. La donna urla di dolore e di piacere contemporaneamente. Stanco di questa posizione, Vercingetorige si alza: “Ed ora, smorzacandela!!”. Altri 32 minuti di sesso barbaro ed incivile. Al quarantesimo orgasmo di lei, avviene il miracolo dell’eiaculazione femminile, e la bella grida gioiosa: “Ho visto la Madonna... Ho visto la Madonna...”. Dopo ormai un’ora e 47 minuti, lei è stremata e sviene, ormai satura di ormoni che ormai hanno quasi del tutto invaso il suo sistema circolatorio, ma Vercingetorige non ne ha ancora abbastanza, ed infila il suo membro nella bocca di lei: un pompino innaturale di circa 32 minuti e Vercingetorige è finalmente soddisfatto. “Ho un segreto da confessarti: questa non è una nave normale, accadono strane cose qui... La tua attesa a guardarmi scopare questa puttanella sarà ampiamente ripagata: è arrivato il momento di confidarti il terribile segreto che gira intorno a questo groviglio di rottami... Se vuoi sentirlo...”. Se decidi di ascoltare il segreto che Vercingetorige ha da dirti, vai al 93. Se invece te ne sbatti delle farneticazioni di questo porco narcisista che ha violentato a sangue una ragazza per oltre due ore, e preferisci esplorare qualche altro settore della nave, vai all’86.

57 Sai che c’è? Un bel pompino non si rifiuta mai, come dice Roberto da Crema, quindi cominci a sbottonarti i pantaloni e tiri fuori il tuo membro virile lungo e durissimo e pronto all’azione. Tuòrl, che continua a stantuffare la salma come un vero stallone, resta allibito nel vedere la tua furia. “Cribbio, ragazzo! Sei un talento naturale! Stai bruciando le tappe se sei già pronto a trapanare oralmente il mio grande amore Rita Levi! Ti nominerò mio colonnello con potere di vita o di morte tra le mie pollastre, o meglio ius vitae necisque, per usare una lingua da vero macho. Forza, facciamo godere insieme questa porcellona!”. Sei pronto a immolarti anche tu sull’altare della vecchiezza quando il tuo corpo si rifiuta di seguire ancora i parti malati della tua mente. Il pisello, da gonfio e pulsante palo di muscolo che era, ti diventa una risibile Micromachine. I muscoli si inflaccidiscono, gli occhi ti lacrimano, il gomito ti prude ed i piedi ti puzzano. “Non scoperai la vecchia morta!”, gridano i tuoi sensi. In effetti, ti rendi conto ora, non hai alcuna intenzione di farlo. E ti fermi. Anche il Conte, dopo essersi reso conto delle tue reazioni e del tuo cambio di rotta, si ferma dal suo incessante martellare pelvico. Adesso non sorride più. Con espressione funerea batte seccamente le mani tre volte, e comincia a parlarti in tono greve. “Mi hai molto deluso, ragazzo - dice incupito - Stavo per condividere con te il mio dominio sulle vec-

chie nel mondo, ma ora capisco che sei solo un povero coglionazzo che non desidera altro che sbattersi le sedicenni ma poi prende i due di picche pure da loro e ci diventa amico confidente. Uno stronzo come te non solo non è atto a ricevere le arcane conoscenze del mio metodo M.A.H.A.R.R.A.S., ma merita anche di finire coi suoi pari”. Una porta a vetri si apre, e ne escono alcuni personaggi femminili che sei incerto se definire o meno “Vip”, ma ora non è questo il punto. Davanti a te ci sono allineate Sandra Milo, Iva Zanicchi, Amanda Lear, Rosanna Cancellieri, Katia Ricciarelli e Anna Maria Barbera che vestite da amazzoni con le tette di fuori ed armate di tutto punto alla maniera degli antichi romani avanzano con passo cadenzato con acuminate lance puntate verso di te. Tum! Un passo. Tum! Un altro. “Uccidetelo!” squittisce Tuòrl, dopodichè torna a dedicarsi sessualmente al suo cadavere con fare amorevole. Tum! La “testuggine” delle sei bacucche continua ad avanzare verso di te. Tum! Non puoi fare a niente, sei con le spalle al muro. Tum! Sono sempre più vicine. Tum! Cristo! Tum! Se i nazisti ti stanno inseguendo, vai al 68. Tum! Zac! “AAAGHH!”. Altrimenti sei morto. 58 Ti guardi in giro con aria disperata, pochi secondi ti separano dall’essere accusato del (seppur giusto) omicidio di quella femminuccia biondiccia e

ormai in via di raffreddamento i cui resti ti riempiono d’orgoglio di combattente. Vedi l’armadio della stanza, potresti starci dentro, magari un po’ contratto, ma un viet sa nascondersi in ogni luogo, diventa parte dell’ambiente, si mimetizza come un gallo in un pollaio (e quest’immagine ti causa degli strani brividi che non hai il tempo di giustificare), insomma, è tra le cose che sa fare meglio. Apri la porta del mobile ed inizi a stipare le tue membra palliducce ad una ad una, probabilmente quando uscirai ti servirà unire i puntini dall’uno al cento per ricomporti, ma ora non ha importanza. Spingi tutto te stesso in quel loculo stretto come la fica essicata della De Filippi e richiudi lentamente la porta facendola scattare. Li senti arrivare e urlare davanti a quello scempio, qualcuno corre a cercare aiuto, ma tu potresti avere un problema peggiore. In quel luogo senti di non essere solo. Respiri a malapena, i tuoi organi sono sparsi in luoghi del tuo corpo che non sapevi nemmeno esistessero, ma i tuoi sensi ti avvertono del pericolo. E nel buio totale comprendi cosa c’è con te li dentro. La borsa con gli indumenti da allenamento, sporchi, lasciati lì dalla tua vittima, probabilmente la sua tenuta da ballo, i pantacollant fucsia, la canottiera verde pisello, la fascia bianca con scritto in rosso Io Amo Carmen e le calze che hanno assorbito tutti gli umori che un uomo in quelle con-

dizioni può emettere in quattro ore di ballo scatenato. Sei solo. Solo con gli odori che emana quella sorta di armamento batteriologico da contaminazione totale. Solo, incastrato in un armadio le cui dimensioni avrebbero spinto al rifiuto anche Houdini, mentre le esalazioni che stai inspirando ti causano una nausea che non hai provato nemmeno quando Giannino detto Cicciomerda la fece in terra in classe durante la lezione di disegno. Puoi scegliere cosa fare, cercare di divincolarti da quel loculo, uscire ed affrontare chi ha scoperto il tuo misfatto o rimanere dove sei e subire i danni forse permanenti della tua scelta. Se rimani dentro vai al 135, ma se scegli di uscire sguscia al 140. 59 No! No, devi resistere, cazzo! Stringi i denti e apostrofi l’uomo a denti stretti: “‘Fanculo...”. L’uomo non gradisce: “Ah si stronzetto? Vediamo se hai ancora la forza di cacare il cazzo!!! Killer, prendimi le tronchesi!”. L’energumeno tipo yeti afferra le tronchesine per cavi elettrici e le dà al tuo torturatore. “E ora come la mettiamo?”. Rispondi deciso: “La mettiamo che puoi ficcartele nel culo!!”. L’uomo ti prende alla lettera e, dopo averti fatto alzare, te le mette tra le chiappe ed inizia ad tagliuzzare. Mai la car-

ne slabbrata ha procurato questo dolore alla povera vittima. Il tuo cervello è ormai saturo di dolore, molte tue cellule nervose ormai sono schioppate e anche il tuo cuore è a rischio. “Sei un duro, eh ciccio? Allora, dimmi chi ti manda!!!”. Lo spettro del gallo Giuseppe aleggia su di te: il suo becco tra poco potrebbe tornare ad essere affare di tua competenza. Se rispondi vai all’84, se invece non parli vai al 19. 60 Rimani interdetto da tanta assurdità, ma non fai in tempo a pensare a nient’altro che si apre improvvisamente un’altra cazzo di botola, come se in questa nave non ce ne fossero abbastanza. Un’altra botola... E un’altra... E un’altra... Per ogni botola che si apre ti trovi a pompare bestemmie a ritmo esponenziale: un numero periodico moltiplicato per se stesso non è abbastanza per quantificare le particelle bestemmiose che si annidano nelle tue vene fino a provocare un effettocolesterolo che rischia di ucciderti. Fortunatamente, però, ti rendi presto conto di quello che sta succedendo: le botole stanno facendo defluire l’immondo piscio, e questo è un bene. Improvvisamente capisci che la quantità industriale di bestemmie che hai messo in conto poco fa sono andate sprecate... forse qualcuno lassù potrebbe avercela con te... In effetti ti trovi

nel pressi di un altare, teoricamente dovrebbe essere un luogo sacro (piscio a parte). Ma ora hai un debito con qualcuno: forse è il caso che tu dica qualche preghierina per scusarti dell’abominio espresso pocanzi. Chiedi scusa? In questo caso ti inginocchi e vai al 23. Se invece decidi di sbattertene le palle e vuoi continuare a pompare bestemmie ed insulti, vai al 75. 61

Due anni prima. Scendi le scale con la valigia in mano. Tua moglie ti ha cacciato di casa dopo averti riempito di schiaffi ed insulti. La troia se l’è fatta con tutti i tuoi colleghi ma non hai potuto farci niente: la maledetta casa è intestata a lei, quindi devi rassegnarti ed attaccarti al cazzo. Scendi le scale ed arrivi al portone, lo spalanchi: una cazzo di tramontana ti assale, facendoti cadere a terra le valigie, che si aprono, e tutti i tuoi fottuti vestiti.

Ora. Non appena il portale delle stanze di Donna Carmen comincia ad aprirsi, un fottuto vento del cazzo ti colpisce in pieno petto, mandando a puttane tutti i bottoni della camicia ormai sgualcita. I fili che reggono i bottoni stessi vengono letteralmente polverizzati da questo strano vento venuto da... Ecco, bella domanda: da dove cazzo viene questo vento? Ora non è importante: priva dei bottoni, la

tua camicia si apre e vola via. Porca troia, neanche la puttana più isterica e assatanata del mondo sarebbe stata così veloce a spogliarti! Comunque sia, il vento proviene da una fessura su una parete d’acciaio a circa 5 metri da te. Sotto intravedi un piccolo interruttore. Ti abbassi e strisci a terra per premerlo. La tua pelle a contatto con il pavimento gelido è come una lingua a contatto con il ghiaccio: si attacca, tipo ventosa. E ad ogni tuo movimento un pezzetto di pelle rimane attaccato al pavimento, causandoti una lunga scia di ferite. Incazzato e dolorante, riesci finalmente a spegnere ‘sto cazzo di interruttore. Ora finalmente puoi alzarti: ti guardi intorno. Non c’è anima viva. Improvvisamente, un lamento: ti rivesti rapidamente con quei pochi stracci che il vento di poco fa ha risparmiato (mortacci sua!), e giri dall’altra parte della parete d’acciaio. Seduta su una sedia, voltata di spalle, c’è una donna completamente vestita di nero. Forse sei arrivato dalla putt... ehm, dalla bagasc... ehm, sì, insomma, dalla donna che stavi cercando. Con passo felpato, ti avvicini lentamente. Vai al 90. 62 Piano piano il tuo corpo accetta il liquido alieno e lo aiuta a fuoriuscire. L’uomo ti spinge velocemente contro il muro e tira fuori un barile di legno

da sotto al tavolo. Quindi ti mette un pezzo di legno in bocca: “Stringi questo, ti servirà: il rinculo potrebbe perforarti i polmoni!!”. Effettivamente un rinculo così non l’hai mai sentito: il primo getto esce e finisce nel barile, la spinta è talmente forte che sembra di essere stati tamponati da dietro da un tir carico di massi di marmo proveniente da dietro alla modesta velocità di 350 km all’ora. L’impatto ti manda in pappa il cervello. Però sei vivo, e quando rinvieni ti accorgi che il barile di legno è ormai pieno fino all’orlo: “Wow, lo sperma agricoloooooo!!!”, grida l’uomo-cavia, come se avesse appena scoperto il pozzo di petrolio più ricco del mondo. Dopo che il tuo organo sessuale si è ripreso dall’immane sforzo, il tuo socio (ormai ti conviene chiamarlo così) ti spiega altri dettagli: “Mangia molta liquirizia, la qualità del materiale sarà ancora più sopraffina”, ti suggerisce. Avresti voluto non bere mai quella fiala... la vista di quel barile stracolmo ti sta facendo venire da vomitare... ti disgusta a tal punto che d’ora in poi avere un orgasmo sarà un calvario... e poveraccia colei che ti capiterà sotto... Farti fare pompini poi? Un sogno quasi irrealizzabile: saresti sicuramente condannato per omicidio volontario con l’aggravante della violenza sessuale con l’ulteriore aggravante dell’assassinio da modifica genetica. Ma ormai non si può tornare indietro: ora sei entrato che tu nel mondo del commercio agricolo. L’uomo si congeda, ma prima ti consegna un’altra fiala: “Tieni fratello, questa è per converti-

re altri adepti al nostro commercio: i trattori hanno bisogno di carburante, i trattori soffrono senza carburante... anche loro hanno un’anima: produrre questa nuova sostanza è un vantaggio per tutti. Va e inculca la notizia!!”. Detto questo, se ne va canticchiando una canzone in polacco (segna la fiala rossa nel registro). Decidi di tornare sul ponte (vai all’86). 63 “Nostro padre, il patriarca, era un tipo vezzoso. Si chiamava Jeremiah La Troia, era un fottuto ebreo amante della cabala e per questo e ha deciso che tutti i suoi figli dovessero mantenere le sue iniziali. Tutti noi abbiamo un nome che inizia con J”. Il nano ride, estremamente divertito da questa insulsa affermazione. “Anche se siamo tutti uguali non siamo affatto gemelli: nostro padre ci ha concepito con donne diverse. Ti presento alcuni dei miei fratelli: Jeff La Troia, di Dallas, texano e grande pistolero. La misura della sua magnum è paragonabile solo a quella del suo batacchio”.Jeff ti saluta mentre indossa un enorme cappello texano e indica con il dito il suo arnese che fa capolino rigido sotto i jeans da vero cowboy indossati al volo in pochi secondi. “Eccoti il mio fratello brasiliano, Joao La Troia. Viene da Manaus dove faceva il sodomizzatore di coccodrilli”. Rimani basito osservando un nano in tutto e per tutto identico a Jimmy, ma con i capelli cre-

spi e mulatto. Anche lui ostenta un pisello di massicce proporzioni. “Naturalmente non manca Jin Pyong La Troia, il mio fratello di Pyongyang. Faceva il cuoco in un locale che serviva esclusivamente testicoli di scimpanzè, una vera specialità! A dispetto delle sue origini orientali ha un pistone da primato, i luoghi comuni sui coreani col cazzo piccolo nel caso di mio fratello sono solo dicerie!” Una nuova risata stridula rompe il silenzio e Jimmy ti indica un nano identico a lui, ma con la pelle gialla e i capelli neri raccolti in un codino. “Ah, non siamo tutti uomini naturalmente: ecco Jolanda La Troia, mia sorella di Cracovia. Ovviamente anche lei, pur essendo donna, in quanto a fucilone non scherza!”. Inorridito saluti una nana identica a Jimmy ma con un’acconciatura femminile, due tettone enormi, sproporzionate rispetto al resto del corpo. Con disgusto noti un sospetto rigonfiamento ad altezza pacco sotto i pantaloni di pelle che indossa. “Hai scoperto il segreto di casa La Troia amico mio ricchione, ora uno strano destino ti attende” ti dice Jimmy con un lampo di crudeltà negli occhi. Vai al 74. 64 Senza alcun motivo logico, spinto non si sa da quale inspiegabile impulso, slacci la patta e ab-

bassi i pantaloni al DJ, con l’insana curiosità di vedere che tipologia di cazzo abbia. Non appena cali i boxer Galvin Clein che il tipo nasconde sotto i Jeans larghi a vita bassa da diciassettenne (in modo che che tutti possano intravedere la marca tarocca che fa tanto figo) rimani impietrito innanzi a ciò che vedi. Ha un cazzo enorme. Estrai rapido dalla tasca il righello bianco che fin dalle elementari porti con te (l’hai trovato dentro l’astuccio a forma di pallone da calcio comprato alla Standa) e provi a misurare questo abnorme attrezzo. Il piccolo metrino però, con i 18 centimetri di lunghezza che lo caratterizzano, non può assolvere il suo compito: l’affare che stai manipolando senza ritegno è assai più lungo. Sconsolato, e colpito nel tuo amor proprio, provi a misurare il tuo pisellino. Dopo averlo masturbato un po’ allo scopo di aumentarne le dimensioni, fantasticando su quella volta che al mare, in cabina, hai visto per errore le tette enormi e calate di tua zia, accosti il righello e scopri con orrore che non riesci a superare nemmeno la metà della lunghezza totale dello stesso. La constatazione della tua inferiorità ti deprime, ma allo stesso tempo ti suscita uno strano impulso. Osservi l’enorme cazzo del DJ: ti ipnotizza, è così bello, fiero, emana un odore così forte. Senti dentro di te di volerlo in bocca. Ormai è chiaro, stai diventando frocio. Cosa fai? Lotti contro questo tremendo e innaturale desi-

derio e tenti di distogliere l’attenzione dal nerbo concentrandoti su altro? Torna all’8 e fai un’altra scelta. Oppure pensi che la tua voglia di cazzo nasconda un disegno molto più grande e che devi assecondarla per scoprire cosa c’è dietro? Se è così chinati e prendilo in bocca al 35. 65 Il bancone di questa nave ti ricorda drammaticamente quello del locale malfamato in cui hai conosciuto per la prima volta quello stronzo di Maurizio, così ti senti ancora più incazzato e deciso a trovarla e fargliela pagare. Ordini con aria distratta un Angelo Azzurro, il cocktail dei pastrocchiari, la bevanda degli aficionados al lsd. Mentre il barista, uno sfigato stempiato, prepara la tua bevanda, ti guardi intorno scrutando gli avventori, alla ricerca di possibili fonti di informazioni. Alla tua destra vedi un tale, vestito con un frac impeccabile, eppure del tutto inspiegabile di giorno in mezzo all’oceano, che piagnucola tenendo nella mano malferma una Corona. Al suo fianco, invece, vedi un altro tizio, un coglionazzo trentenne a quanto sembra con il gusto della moda da teenager, che gesticola follemente ascoltando musica da un iPod. Decidi di chiedere qualche informazione a uno di questi due, ma quale? L’uomo col frac? Vai al 22. Il coglionazzo con l’iPod? Vai al 6.

66 Ti sei inculato Jimmy La Troia, ti rendi conto? Ti sei inculato Jimmy La Troia, ti rendi conto? Ti sei inculato Jimmy LaTtroia, ti rendi conto? Ti sei inculato Jimmy La Troia, ti rendi conto? Ti sei inculato Jimmy La Troia, ti rendi conto? Ti sei inculato Jimmy La Troia, ti rendi conto? Ti sei inculato Jimmy La Troia, ti rendi conto? Ti sei inculato Jimmy La Troia, ti rendi conto? Ti sei inculato Jimmy La Troia, ti rendi conto? Ti sei inculato Jimmy La Troia, ti rendi conto? Basta, non starò a descriverti una scena così orrenda, non ho voglia di parlare con un chiaro malato di mente che accetta di sodomizzare un nano laido e deforme. Ti dico solo due cose. Violando l’ano di quello scherzo della natura ti sei preso un’infezione al pisello, causata dalla sporcizia perenne che infesta le parti intime di Jimmy: ora il tuo gingillo è tutto rosso e gonfio. Questa infezione ti infastidirà per tutto il resto dell’avventura impedendoti di rendere al meglio. Se ti capiterà di dover tirare i dadi nei prossimi paragrafi dovrai quindi sottrarre 1 punto al risultato ottenuto come penalità per la malattia che ti debilita. Inoltre, tra un urlo di piacere e l’altro il nano deforme CHE TI SEI INCULATO si è lasciato sfuggire una versetto sibillino: “Ti invoco o Carmen, signora del cazzo”. Annotalo da qualche parte, ti tornerà utile in futuro. Vai all’86.

67 “Pino Catramaro!” urli. L’uomo di fronte a te si blocca e smette di cantare. La testa si gira di scatto, e gli occhi sembrano roteare tipo obiettivo di una Reflex digitale durante la messa a fuoco. Improvvisamente l’individuo si riprende. “Bella truzzo, che ci fai qui? Benvenuto nel salottino privato del miglior DJ che c’è sulla piazza! Non ti è bastato il giro sulle puledrone che ti ha fatto fare il tuo Catramaro? Che ti serve ancora? Una festa privata? Una serata con musica da sballo? Oppure vuoi comprare qualche “medicina”? Il Dottor Pino è qui per te, è il farmacista più fornito di Andria, Molfetta, Noci e dintorni!”. Rimani spiazzato da questo fiume di parole, non sai come comportarti. Se gli chiedi ulteriori ragguagli sui suoi “medicinali”, vai al 29. Se gli chiedi di allungarti il volantino fuxia che ha davanti: 92. Se invece lo saluti e abbandoni di fretta questa parodia di discoteca scendi le scalette e torna nel sotterraneo al 21. 68 Un’esplosione lancinante devasta all’improvviso il ponte su cui ti trovi. Tutti si gettano a terra cercando scampo, in breve si diffonde un fumo nero come la pece e l’aria si fa irrespirabile. Tossendo vedi una sagoma che si delinea mentre il fumo

comincia a diradarsi. Una sagoma umana immonda, più larga che alta, dai contorni bestiali e le proporzioni francamente inaccettabili. No, no, NOOO! Non può essere lui. E invece è proprio lui! “Ci rivediamo, pezzo di merda” sogghigna Robert Fats con aria soddisfatta. Tu indietreggi spaventato. “Speravi - continua - che ti lasciassi continuare a vivere dopo aver capito e rubato i segreti del L.I.E.V.I.T.Y.? Forse pensi di essere Indiana Jones? Beh io sono il tuo fottuto Belloq e adesso ti romperò il culo con l’aiuto di questi amici”. Si fanno avanti minacciosamente alcuni soldati in un uniforme nazista, vagamente culturisti. “Quando avremo finito con te - minaccia il trippone sibilando - non resteranno neanche pezzettini minuscoli. Fatelo fuori!”. “Un momento!”. Lo squittio stridulo di Tuòrl squarcia l’aria. I tuoi aguzzini si fermano sorpresi, Gordos si volta di scatto. “Caro il mio Grassey dice il Conte muovendo il ditino in segno di ammonimento - non pensi di esserti spinto un po’ troppo fuori della tua giurisdizione? Tu devi restartene nell’Ala d’Oriente di questa nave; considero questo tuo arrivo, peraltro preceduto da un maleducato esplosivo, come una vera invasione di campo e sai che Donna Carmen pretende sempre l’ordine e la disciplina nel suo dominio assoluto!”. Fats sbuffa. “So bene il regolamento, caro Tuorlo, e - continua - sai che non mi sarei permesso di invadere il tuo territorio senza una valida ragione. Questo stronzo che stai difendendo -

ti indica - ha rubato il segreto del mio L.I.E.V.I.T.Y. ed è riuscito a scappare. Tu capisci che non può continuare a vivere, se vendesse la ricetta a Gualtiero Marchesi, Suor Germana o Giovanni Rana sarei ROVINATO! Su, lascialo a me ché devo fargli il culo”. I muscolosi soldati nazisti fanno un altro passo, ma Tuòrl li blocca ancora. “Fermi! - grida Robert benedetto, tu vuoi fargli il culo, ma anch’io lo voglio. Mi stavo divertendo io con questo pezzo di merda - ti indica - ma ho capito da tempo che è una vera cacchetta parrocchiana, dedito alle seghe e al culto delle teenager, insomma, del tutto inadatto per i precetti del mio sublime metodo M.A.H.A.R.R.A.S.. Dunque, lascia che sia io a fargli il culo e tornatene nei tuoi territori, altrimenti dovrai vedertela con me e con le mie amichette!”. L’aria si fa pesante. Anche alla luce del fatto che ti sei cagato addosso, visto che i due eserciti e i rispettivi capi si stanno contendendo di fatto il tuo culo. Tuòrl e Gordos si fronteggiano orgogliosamente in silenzio, petto in fuori (panza nel caso del nazista). Gli sgherri di entrambi si guardano torvi, pronti alla battaglia, anche se il tuo occhio attento ha notato non poche delle anziane del Conte lanciare sguardi languidi ai soldati di Fats e fare osceni movimenti allusivi con la lingua. Alla fine Grassey emette un sospiro, e parla. “Non possiamo farlo - dice al Conte - lo sai. Maurizio non tollera faide di sangue tra i suoi clan. Dunque a decidere chi farà il culo a questo miserabile escremento - ti indica - sarà la sorte, secondo i sa-

cri dettami del Libro Sacro”. Fats depone la sua arma e Tuòrl fa altrettanto, annuendo lentamente. Ad un cenno dei capi, anche gli eserciti posano le armi. Alcuni di quei marines, i più intraprendenti, in segno di rinnovata amicizia si dirigono poi verso le vecchie e cominciano a stuprarle possentemente, una scena angosciante. Fats e il Conte, invece, dopo aver preso il Libro Sacro si dirigono verso di te mettendosi il braccio al collo come due amiconi. “Vediamo - esclama beffardo Tuòrl - La sorte deciderà chi di noi due potrà dilaniare il tuo ano, caro il mio frocetto, oppure se avrai salva la vita e l’integrità rettale, anche se fossi in te non ci spererei”. LA PROVA Per poter anche solo partecipare alla prova, devi avere il librogame volume numero 2 della serie Rupert il selvaggio, intitolato “Il tunnel dei diamanti”, codice isbn 88-7068-5934, prezzo di copertina 11.000 delle vecchie lire. Se non ce l’hai, muori. Se hai solo il volume 1, muori. Se pensi sia una pessima serie, muori. Se pensi costasse troppo, muori. Per prendere parte alla prova devi andare al paragrafo 236 di quel libro e risolvere l’enigma con successo. Ovviamente NON puoi disporre della Pergamena delle lettere misteriose. Se ne disponi, muori. Se la usi senza disporne, muori.

Scegli una delle tre opzioni proposte in quel paragrafo da QUEL libro. Se andando al paragrafo corrispondente di QUEL libro, un lichene ti lascia sulla spalla e sul braccio una polvere viola, muori in QUESTO libro. Il Libro Sacro decide di darti in pasto a Robert Fats che ti fa violentare fino allo sfinimento dai suoi sgherri, prima di imbottirti di L.I.E.V.I.T.Y. puro al 100%, che ti fa esplodere in mille pezzi. Se ti ritrovi in una piccola caverna e senti una risata stridula, muori. Il verdetto del Sacro Tomo è che a farti il culo dovrà essere Tuòrl. Le vecchie indossano cinture munite di falli di gomma dura e ti violentano senza pietà (daglie...) sotto lo sguardo soddisfatto del loro padrone. Poi vieni annegato in una vasca di peli pubici di anziana andati a male. Se infine trovi un enorme diamante che si trasforma in gelatina rinchiudendoti in un bozzolo, perdi un punto di resistenza ma che te ne fotte: stai a giocando a Love Boat, mica a quella Merda maledetta di Rupert! Annota il numero di quel paragrafo e vai a quel paragrafo in questo libro. In tutti gli altri casi, ovviamente, muori. 69 Osservi divertito quella scena: probabilmente qualsiasi torturatore professionista sarebbe scoppiato in un attacco convulsivo di vomito. Probabilmente il suo stesso vomito avrebbe trasuda-

to altro vomito, tanto è barbara quella tortura… Ma non tu: prendi coraggio ed afferri uno sprangone che trovi casualmente a terra, quindi dopo aver definitivamente bloccato la tua vittima ti allontani. Quando torni, qualche minuto più tardi, l’arma che impugni è diventata un attrezzo infernale: la punta dello sprangone è arroventata a dovere. Già assapori la scena: lo sprangone che penetra tra le chiappe del poveraccio, le urla di dolore captate da una sonda aliena di passaggio nei pressi del pianeta Plutone, il corpo che ribolle da dentro... Il deretano di Enzo Paolo Turchi sarà pronto ad accogliere questa supposta a 300° gradi? Tra poco lo saprai. Non ti sei mai domandato per quale motivo un moribondo si risveglia, dopo essere stato spacciato per morto: quale strano meccanismo fisico è in grado di generare questo fenomeno? Non te lo sei mai chiesto, e neanche te ne è mai fregato un cazzo. Fatto sta che la questione inizia a diventare di tua competenza: Enzo Paolo Turchi, alla vista dello sprangone arroventato, torna cosciente. “Un miracolo...”, ti viene da pensare, ma reprimi il tuo pensiero ben presto, dicendo a te stesso: “Miracolo un cazzo!! Vediamo se ne accade anche un altro di miracolo!!”. Ti avvicini alla tua preda, ma questa inizia ad implorarti: “Noooo!! Aspetta!!! Non comportarti come quel maledetto barista!!! Abbi pietà di me!!”. Barista? Che stia parlando di quel fottuto verme di un barman che ha un conto in sospeso con te?

Se intendi continuare la tortura, vai al 99. Se invece vuoi graziare Enzo Paolo Turchi, vai al 120. 70 Muori e la tua anima è divorata da Satana. 71 In pochi secondi ti ritrovi completamente nudo, spogliato da due energumeni paragonabili più che altro a due yeti dell’era pre-mesozoica. “La tortura sarà più efficace sulla pelle nuda...”, sussurra con voce diabolica e completamente euforico. Quindi prende il martelletto e ti si piazza di fronte. “Allora bello, chi è il mandante di questo omicidio?”. Fai spallucce. “Ah, stanno così le cose? Cazzi tuoi!”, detto ciò alza il martelletto, pronto a colpirti senza pietà. Flashback: il masso si trova a 5 metri sopra la testa di Giulio, in bilico. Ecco, sta per cadere. “No, tanto non cade...”, pensa Giulio, cazzeggiando con il suo telefonino. Ma il masso, a differenza di Giulio, conosce bene le leggi di Newton, quindi decide di cadere alla faccia delle sue considerazioni da coglione. E decide di cadere proprio sul suo piede. In inverno, forse un paio di scarpe rinforzate avrebbero attutito l’impatto, ma in piena estate, con solo un paio di sandali da spiaggia, dove cazzo pensa di andare? Il masso si schianta sul pie-

de di Giulio spappolandone le giunture. Non sai perchè, ma vedendo quel martelletto che sta piombando su di te, hai come la sensazione di rivivere quell’episodio, e mentre stringi i denti ti chiedi: “Dove cadrà il martelletto?”. Troppo doloroso per darsi una risposta: il martelletto cade sul tuo testicolo destro. Diceva Newton, o chi per lui: la pressione è il rapporto tra una forza agente normalmente su una superficie e la superficie stessa. Bella cazzo di soddisfazione!! In questo caso la pressione è ben superiore! Senti uno schioppo colpire le tue cellule nervose fino al midollo spinale, poi il dolore si propaga al cervello, e da lì alle tue corde vocali. Con un urlo micidiale, il tuo corpo è invaso da una serie di reazioni a catena che destabilizzano la tua psiche. Se decidi di confessare, vai all’84. Se vuoi continuare a resistere, vai al 59. 72 Con uno schianto, dopo aver stretto le chiappe per l’ennesima volta ed essere riuscito ad evitare che uno di quegli affari enormi e nanoidi violasse il tuo orifizio, osservi Chantal improvvisamente mollare la manovella e crollare a terra. L’impatto con il pavimento provoca una scossa di maremoto di ottavo grado che fa beccheggiare paurosamente la nave per diversi secondi. La ruota somala compie un altro paio di giri per inerzia indi si bloc-

ca. Faticosamente ti liberi delle corde ormai allentate che ti bloccavano ed esci da quell’infernale aggeggio. Hai il culo dolorante per lo sforzo compiuto nel tentativo di non farti sodomizzare, ma ne sei uscito vivo, e questo è quel che conta! Intorno a te, un panorama post-apocalittico: una ventina di nani sudati e distrutti sono a terra rantolanti, tutti ammassati intorno a un’enorme montagna di muscoli neri esanime, ma nonostante questo ancora con il membro in tiro sotto la minigonna in lattice. L’unico ancora in piedi è Jimmy-Jean Jacques, che ti osserva con degli strani occhi. Ti avvicini, la vista di quell’orrendo essere ti fa tornare d’incanto tutte le forze. “Ora che non hai più quel ciclopico trans a proteggerti le paghi tutte nano di merda!” urli. Jimmy accenna una parodia di sorriso “Ma mon amis, je siem person ragionevoli...”. “Smettila di parlare francese, merdone!”. Jimmy si ammutolisce all’istante. Poi ritrova la parola. “Ok, niente più francese. Sei davvero incazzato. Immagino che ora mi punirai. Oddio. Già so che tortura vuoi infliggermi, lo leggo nei tuoi occhi. Ora mi inculerai con il tuo fiero nerbo. So già che mi romperai l’ano. Oddio ti prego non farlo, risparmiami! Non infilare quel tuo grosso e duro arnese nel mio tenero intestino! Ti prego, non penetrarmi per un’ora di seguito senza darmi tregua! Ti prego!”. Completamente spiazzato noti che il nano, nonostante le sue parole, è visibilmente eccitato. L’i-

dea di farsi sodomizzare da te sembra non gli dispiaccia affatto ed anzi si sta già denudando. Arretri disgustato di qualche passo, cercando con la coda dell’occhio la porta. “No fermo, non te ne andare - urla jimmy - mi devi punire, me lo merito! Inculami ti prego! Se lo fai ti svelerò un’informazione di vitale importanza”. Ti fermi a due passi dalla porta. La sola idea di sfiorare quel nano ti ripugna, ma l’informazione che Jimmy ha detto di volerti dare potrebbe essere davvero importante. Cosa fai? Scappi via prima che sia troppo tardi e torni in plancia all’86. Accetti di inculare Jimmy per carpirgli le preziose informazioni che ti ha promesso? 66. 73 La tua compagna dorme ancora e non vuoi svegliarla, così ti guardi un attimo intorno con cautela e tenti di capire dove cazzo hai passato la notte più indimenticabile della tua vita. Mah. Se il tuo cervello non t’inganna, e credi proprio di no (non è capace di pensare, figuriamoci di ingannare qualcuno!), il letto che ha ospitato la tua migliore performance sessuale di ogni tempo (sin dai tempi del manicotto da trentasette minuti che ti sei fatto a 16 anni davanti a un discutibile video musicale di Jo Squillo, registrato su vhs), dicevo questo cazzo di letto si trova nella sala macchine

di una nave. La sala macchine di una nave? Sembra assurdo, mi rendo conto, eppure ne sei certo. La tua conoscenza minuziosa delle imbarcazioni risale ai tempi in cui ti vedevi quotidiniamente “L’affondamento della Valiant” e “I cannoni di Navarone” invece di giocare a nascondarella (e poi crescendo a incularella) come tutti i comuni mortali. Ricapitolando. Sei dentro un letto, accanto a una dea bionda che dorme soavemente, all’interno della sala macchine di una nave che ti sembra anche abbastanza grande, vista la mole dei motori. Non solo. Davanti a te c’è una gigantesca cornice contenente la più orrenda foto di Gigi D’Alessio che tu abbia mai visto, per di più a grandezza naturale. Ma in che razza di posto sei capitato? Furioso per la presenza dell’effigie del cantante partenopeo, che disprezzi per i suoi testi melensi, afferri un’enorme chiave inglese vicina al tuo letto e la tiri contro la cornice, distruggendo quell’orrida rappresentazione umana. Per essere sicuro della sua fine, stracci anche l’immagine. Vai al 45. 74 “Ora sei a parte del nostro segreto, e siamo costretti ad aiutarti. Fosse per me non muoverei un dito per un povero culattone in cerca di pistilli come te. Ma come ti ho detto mio padre era un

grande esperto di Cabala e ci ha legato a un giuramento di sangue”. Lo guardi con occhio interrogativo. “Chiunque scopra - continua Jimmy ignorandoti - il segreto dei La Troia entra a far parte di questo giuramento e diventa membro onorario del clan dei nani. Siamo costretti ad aiutarlo in ogni modo, altrimenti la maledizione farà avizzire e cadere i nostri cazzoni trasformandoli in modesti gingilli impotenti come il tuo. Inoltre i nostri sfinteri si ostruiranno impedendoci di assaporare quelle delizie anali che tanto ci appagano”. Rintronato da questo torrente di parole non riesci a replicare in alcun modo. “Ricordati: ogni volta che sarai in difficoltà pronuncia la frase magica: Clan La Troia vieni a a darmi una mano, risolvi i miei guai e sfondami l’ano! Uno di noi accorrerà subito in tuo aiuto, ovviamente richiedendo una piccola ricompensa a servizio avvenuto”. Riesci a cogliere un lampo di soddisfazione negli occhi di Jimmy, ma sei talmente spiazzato da non riuscire a chiedere di che ricompensa si tratti. “Ma rammenta - prosegue il tremendo scherzo della natura- se tradirai il patto di segretezza che c’è tra noi un La Troia sarà sempre presente e pronto a fartela pagare. Non dovrai mai rivelare il segreto dei La Troia!” Un risata fragorosa esplode: i 24 fratelli si sganasciano in maniera sguaiata rotolandosi per terra, del tutto incapaci di controllarsi. Ora è Chantal che ti guarda fisso con occhi da pazza: “Ricorda questo verso frocetto - ti dice con voce

baritonale da trans -, ti sarà utile in futuro: Ti invoco o Carmen, signora del cazzo. Non dimenticarlo”. Zoppicando, con la testa che ti gira, memorizzi quest’ultima frase sibillina (appuntala da qualche parte) e ti trascini distrutto al paragrafo 86. 75 Le tue vene iniziano a gonfiarsi. La tua rabbia e il tuo sforzo aumentano, e dopo qualche minuto ti ritrovi a lanciare offese a ripetizione: il tuo corpo si gonfia tipo Ken il Guerriero concentrato al massimo. Al quarto Gigabyte di bestemmie senti un suono che rimbomba per tutta la nave: qualcosa di cavernoso, qualcosa che viene dall’oltretomba. Qualcosa di... grosso!! Beh, lettore, bisogna ammettere che inizi a fartela un po’ sotto: non senti anche vagamente l’odore della tua stessa merda? Ribolle dentro di te, come un geyser in procinto di esplodere. Il suono che senti è qualcosa di abominevole. Poi improvvisamente non senti più niente. Ti risvegli poco dopo: ti trovi in un luogo pieno di strani vapori sulfurei, una valle immensa tetra e cupa. Ti volti di scatto: alla tua destra avanza un uomo con una tunica rossa e con un libro in mano. Avanza verso di te lentamente, quindi inizia a parlarti. “Nel mezzo del cammin di nostra vita, ti sei trovato in una selva oscura, che la diritta via

era smarrita....”. O cazzo, anche la predica!! “Io sono Virgilio: forse hai sentito parlar di me nel poetico percorso che quel menestrello fiorentino scrisse per deliziar...”. Lo interrompi, volgarmente: “Ma non me cacà er cazzo!!!”. Virgilio ti osserva, serio: “‘O peccatore...come uno sventurato tu commetti peccato in questo posto da Dio dimenticato... questo è l’Inferno, posto cupo in cui regna il male eterno... Ora il linguaggio mio si farà meno poetico, per cui dimentica l’imbarazzo: BRUTTO PEZZO DE MERDA, MO’ SEI TU CHE M’HAI ROTTO ER CAZZO!!!”. Detto ciò schiocca le dita: un gruppo di diavolacci si avvicinano volando. “Bello, in questo luogo dell’Inferno si puniscono i bestemmiatori cronici. Quel poveraccio di Dante non citò mai questo peccato, perchè a suo tempo non era compiuto. Ma se mai qualcuno scriverà la Divina Commedia - Parte II, beh, chi la leggerà saprà della pena che stai per subire... Pena... Direi Pene. E che PENE!!!” La mandria di diavolacci si avvicina planando: nel giro di pochi secondi ti trovi a subire una penetrazione anale da fiamma: già, perchè i loro cazzi turgidi e bollenti sono infiammati, e pure tanto!! Una nerchia dopo l’altra, vieni trafitto da lame bollenti che squassano il tuo corpo senza pietà. E la fila di diavolacci sembra lunga... “Bello mio, mettiti a pecora e stai tranquillo: rimarrai così per l’eternità!”.

La penetrazione termina con una sborrata di 3000°: non ti dico il dolore che stai provando... Beh, facci l’abitudine: i diavoli sono tanti e tutti molto eccitati. Buon proseguimento, e fai da parte mia un in bocca al lupo al tuo povero bucio di culo: ne avrà bisogno. 76 Bwhuahua come no, Enzo Paolo Turchi, quel ricchione maledetto! Per te è stato un vero piacere torturarlo e farlo fuori... E cazzo, dopotutto era il minimo, considerando che ha avuto l’ardire di spacciarsi per una gnocca da paura ed è riuscito perfino a farsi scopare da te! Sì, non c’è che dire, hai goduto davvero a porre fine all’esistenza di una lurida checcaccia del genere, ora però questo ti pone in una condizione particolare: per aprire questa porta, che è l’ingresso riservato al consorte alle stanze private di Donna Carmen, ti serve quantomeno un pezzo di Enzo Paolo. Nella tua barbara follia omicida, ti sei ricordato di preservare un campione del discutibile ballerino mesciato? “Sì cazzo, gli ho cavato le retine!”. Se è così, bella mossa, amiche mie! In tal caso vai al 52. In caso contrario, non sto qua a farla tanto lunga, a mandarti a un altro paragrafo in cui muori: semplicemente, muori ora. Muori, perché hai sbagliato, e devi ricominciare l’avventura daccapo. E farti risodomizzare, picchiare, insultare, cat-

turare, trapanare, violentare e pisciare addosso una volta ancora. É la dura legge di Squilibrio. Augh! Ah, ovviamente se provi a barare sarai colpito da gotta fulminante alle palle. Saluti. 77 “Pino, tu che le conosci tutte e due, che mi consigli?”. Il DJ sogghigna, lusingato dalla tua richiesta. “Bella Pippo, vuoi che il tuo idolo Pino ti consigli eh? Eh, io ho grande esperienza in fatto di Polle, fai bene a fidarti di me. Guarda, sono entrambe due manze, ma se proprio lo vuoi sapere, per soli 20 sacchi in più, c’è una terza puledrona che è meglio delle due troie che hai visto, che già sono di prima. Si chiama Etta, la trovi nello stanzino sul retro e se vai da lei non finirai più di ringraziarmi. La migliore scopata della tua vita, un’esperienza esaltante, paragonabile solo a spararsi tutte le compilescion di Catramaro di seguito, 44 ore di miusic da sballo!” Così dicendo il DJ comincia a unzare da solo e a dimenarsi al ritmo dei suoi stessi versi. Ti trascina verso uno stanzino buio, seminascosto da un’enorme specchiera. Cosa decidi di fare? Se hai altri 20 euro da allungare a Catramaro puoi infilarti nello sgabuzzino e scoparti Etta: 15. Se non li hai o non vuoi fidarti ti restano due opzioni: Vai da Dirka, la lapdancer? 97. O scegli Ombromanta, la topless dj? 137.

78 “Ma che cazzo di pacco mi hai rifilato DJ di merda?”. Il DJ ti squadra impassibile “Calma truzzo, calma, siamo tra biusnesman, possiamo trovare un accordo. Del resto devi convenire che a guardarti sembri tutto fuorchè etero. Anzi a dirla tutta hai proprio l’aria del gay passivo. Credevo che Dirka ti avrebbe soddisfatto. Comunque non c’è problema. La Catramaro Inc. non lascia ma insoddisfatti i suoi clienti. I soldi ovviamente non te li posso ridare, puoi scegliere però: ti faccio un buono da consumare qui, per acquistare quello che vuoi e montarti le migliori puledre la prossima volta che ritorni, oppure vuoi scoparti un’altra manza? Guarda, per farmi perdonare del piccolo inconveniente, se vuoi inchiavartene un’altra ti faccio provare Etta. È una puledra extralusso, costerebbe 20 sacchi in più, ma se vuoi tu te la puoi trombare senza sovrapprezzo. Che ne dici?” Con un gesto Pino ti indica una stanzetta buia, seminascosta da una specchiera. “Etta è lì”. Sei frastornato, ma ormai l’ira è sbollita, sommersa dal torrente di parole di Catramaro. Non ti rimane che scegliere: Prendi il buono: 38. Entri nella stanza alla ricerca di Etta: 15. 79 Mmmmhhhhh prima classe! Ma è uno sballo! Arrogandoti origini nobiliari che sicuramente non

hai, imbonisci con maestria quella sottopecie di guardia e, con abili sotterfugi, riesci ad entrare nella vasta piscina della nave, nell’esclusiva e mondana zona Vip. Entrato, capisci come mai è stato cosi’ facile entrare! Non c’È un cazzo di nessuno!!! Altro che Vip! Altro che belle gnocche patinate e da copertina!!! Non c’È una stracazzo di anima viva!!! Deluso e irritato, stai per andartene quando un rumore attira la tua attenzione... Ggggggrrrrrr gggggrrrrrr Ma che è?! Ggggggrrrrrr gggggrrrrrr Sembrerebbe il gracchiare di un altoparlante! Interessante... Come un fulmine a ciel sereno, improvviso e fragoroso un suono a 30000 decibel rimbomba in tutto il salone! Questa è la turpe storia di come la mia vita con leggiadre, avvenenti ventunenni sia finita Mentre mi sbatto un’ottantenne davanti a te ti parlerò di Tuòrl, il geriatra di Old Laaaaand Parappappara... Parappappara... Ma cos’È questa merda??!! Facendo sesso con le anziane, sono cresciuto me le sono imbalsamate, wow che ruga ogni minuto le mie vecchie morenti marcivano così tra una vagina sgualcita e un peacemaker proprio lì

Terribile!!! Poi il mio pene, caduto un po’ più in giù andò proprio sulle tette di quell’anziana laggiù La più cadente si ammosciò, fece un buco nel pavè e la nonna arrapata disse “Vattene a Old Land!” Oddio!!! L’ho scopata, dissanguata, ma all’ospizio vuole che vada lei ha aperto il coccige e ha detto “Va dalla tua anziana!” Dopo avermi dato un osso e un rosario per pregare con un tampone nella fessa ha detto “Qua meglio crepare” Basta!!!! Centesimo anno, ma è tutta un callo vena varicosa e ossatura di cristallo Se questa è l’età media che c’hanno a Old Land per me, mm-mmm!, poi tanto vecchia non è Basta, vi pregoooo!!! Ho chiavato un buco marcio col mio viagra collaudato come in Sandra e Raimondo, mi sentivo appagato Un catorcio tutto rughe sta ammuffendo per me indietro a tutto Alzahimer scopami a Old Land! Parappappara... Parappappara... Bastaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!! Oh che donna in estinzione, mi sento già defunto l’anziana di prima mi puzza di vecchio

guardate adesso nonne in ospizio chi c’è il giovane Tuòrl, il geriatra di Old Laaaaaand Parappappara... Parappappara... Paralizzato e impotente di fronte a tale abominio uditivo, vai al 2. 80 “Ok Pino, ci sto, eccoti 40 sacchi, ora me le inchiavardo tutte e due” ti senti dire. “Truzzo, sgallo, grande vecchio mio! - urla il dj - Ma non così in fretta vecchio stallone. Dirka e Ombromanta sono due galline da premio, non è che te le puoi montare come nulla fosse. Inoltre le ho istruite nell’arte dell’intrattenimento, ognuna ha una specialità. Con 40 sacchi puoi giocare con una sola delle due, chi scegli? Dirka è maestra nell’arte della lap-dance, ti aspetta in quel salottino privato lì dietro, Ombromanta invece è stata istruita nel mestiere del dj da un grande maestro - mentre lo dice Catramaro indica sè stesso - e ha messo su uno spettacolino tipo Titty Twister, la topless-DJ! Lo so che di fronte a queste possibilità così arrapanti e innovative non sai scegliere, ma devi farlo... Dai bello, godi del biusnes che ti mette a disposizione Pino!”. Il DJ si dimena come un ossesso, mentre ascolta una musica immaginaria che risuona solo nella sua testa, lasciandoti la scelta. Vuoi infrattarti nel privè con Dirka? 97.

Vuoi guardare lo spettacolo topless di Ombromanta? 137. O non sai deciderti e vuoi chiedere consiglio a Pino Catramaro? 77. 81 Ti avvicini ad un ripostiglio della nave e cerchi un oggetto che faccia al caso tuo. Eccolo, l’hai trovato: si tratta di una possente pala, di quella per spalare la neve. Dovresti pensare a domanda del tipo: “Ma per quale stracazzo di motivo su una nave c’è una pala di queste dimensioni, e così a portata di mano?”, ma te ne sbatti e torni nel luogo del supplizio. Un colpo ben assestato sarà sufficiente. Almeno credi. Perdi per qualche minuto qualsiasi rapporto con la realtà: quando torni cosciente ti ritrovi in piedi sopra il cadavere sventrato di Enzo Paolo Turchi, e ti accorgi di parlare da solo: “Novecentoquaranta, novecentoquarantuno, novecentoquarantadue...”. Cazzo, forse lo hai colpito più del dovuto. La tua eccitazione ti ha portato ad uno stato di trance violenta: Hannibal lecter e Charles Manson ti fanno una pippa!! Osservi euforico il cadavere... anzi: non puoi più definirlo così: il cranio è ridotto a livello di omogenizzato, ormai. Carni e sangue sono ormai penetrati nell’acciaio della nave, diciamo in uno stato di simbiosi eterna. Dai, guarda il lato positivo... Boh!!?? Ma un lato positivo ci sarà pure, anche se non riesci a tro-

varlo. Sticazzi! Ti abbassi e prendi quella che sembra la retina, estraendola da quelle che una volta potevano essere definite “orbite” (segnala nel tuo registro). Improvvisamente ti volti: sta arrivando qualcuno! Se ti nascondi vai al 58, se rimani immobile e fiero davanti al cadav...ehm, a quella immonda pappetta, vai al 12, se invece provi a camuffare quella scena in qualche stramba maniera vai all’11. 82 Deve ancora arrivare l’uomo capace di costringerti a fargli un pompone alla Lolo Ferrari! Con un bella combinazione d’incisivi superiori-inferiori mordi con tutta la forza che hai il pisello di quest’essere maledetto, emulando la già famosa Lorena Bobbit. I tuoi denti lacerano le carni come fossero burro e basta un millisecondo affinché il Conte d’Uov si ritrovi senza il suo celeberrimo strumento di piacere: lo hai evirato! Che significa? Gli hai tagliato via il cazzo! Tuòrl urla di dolore e si accascia al suolo, contorcendosi in un’agonia senza fine e in preda ad un’agghiacciante emorragia, ma ora come ora hai un problema più urgente da affrontare: il suddetto membro virile di quel maledetto ti è rimasto saldamente piantato in gola e stai cominciando a soffocare! Cerchi di tirare via quel pezzo di carne oscena ed informe prendendolo con le mani, ma ti scivola e si insacca ancora più profondamente nella farin-

ge... ormai sei quasi completamente senza fiato! “Un pompino al giorno leva la scalogna di torno”, predicava sapiente Jessica Rizzo, ma non hai voluto ascoltarla, amiche mie! Con un ultimo disperato tentativo, cerchi di sputare via quel cazzo malefico ma è troppo tardi. Scivoli in un sonno profondo dal quale non ti sveglierai più. La morte ti ha colto. 83 Un vero uomo non mollerebbe mai. Nonostante le visioni mistiche di Emilio Fede che ti intervista nudo e ti frusta quando sbagli le risposte... resisti e resisti, finché uno tsunami di vomito non si fa strada dal tuo stomaco fuoriuscendo da ogni orifizio del tuo corpo. Vomiti dalla bocca, dal naso, disegni arabeschi di merda mentre i conati si fanno più violenti e pisci sangue per quello che le esalazioni mefitiche di Enzo hanno causato al tuo intestino. Muori. Devo dirtelo. In un modo veramente di merda, ma sei morto. In un fagotto di vestiti riempiti di escrementi, piscio e dipinto di vomito. Sei proprio morto. 84 Va bene confesso” - esclami arrendendoti - “Il mio mandante, anzi, i miei mandanti sono... Gualtiero Marchesi, Suor Germana e Giovanni Rana!!!”.

Cerchi di assumere una posa imponente per rendere convincente l’enorme stronzata che hai sparato quando improvvisamente dal pavimento si apre una botola scura, e un marchingegno simile ad una enorme carrucola si mette rumorosamente in azione... Grande è il tuo stupore quando, non credendo ai tuoi occhi, dal nero anfratto vedi emergere, trainito da spessissimi cavi di ferro, un letto gigantesco, di almeno 8 piazze. Ma è la figura adagiata su questo enorme giaciglio ad attirare tutta la tua attenzione... un uomo grassissimo, incommensurablmente obeso, un tale ammasso di lardo così ripugnante ed opulente da far gridare allo scandalo Antonio Cassano e Luiz Nazario da Lima detto Ronaldo! Peserà non meno di 400 Kg, e in sua presenza non è possibile parlare di doppio mento, bensì di nono o decimo! Il re delle pappegorge in persona, da far invidia addirittura al Jabba the Hut di Guerre Stellari! Capisci che l’orrido individuo è talmente grasso da essere praticamente costretto a vivere immobilizzato al letto e ad essere nutrito esclusivamente mediante sonde e flebo, e nell’assistere a questa patetica scena una punta di compassione compare sul tuo volto. Ad un tratto l’obeso personaggio, con immensa fatica, inizia a parlare con la sua voce profonda e gutturale: “Lo sapevo che c’era lo zampino di quei tre diavoli, maledizione, lo sapevo!!!”. Poi, rivolgendosi a te:

“Ma non scordiamo l’educazione e le buone maniere! Mi presento, mio smilzo ospite, il mio nome è Roberto Gordos, ho 35 anni e sono messicano. Sono conosciuto anche col nome di Robert Fats, pseudonimo da me utilizzato agli inizi della mia carriera di scrittore di romanzi a sfondo culinario ed eno-gastronomico.” “Dopo aver messo qualche soldo da parte, grazie ai miei vendutissimi best-seller, ho deciso di lasciare il dorato mondo dell’editoria” - continua il rotondo personaggio - “per portare avanti un progetto che ho coltivato sin da ragazzo e al quale tenevo moltissimo...il celeberrimo progetto L.I.EV.I.T.Y.” “Mio anoressico amico, devi sapere che in realtà la parola LIEVITY è un acronimo che significa Liebig Ipocalorico Eugenetico Virulento Ipertrofico Tendenzialmente Yeti” - e nel dire ciò un sorriso ebete compare sul suo faccione. Un campanello d’allarme inizia a suonare nella tua testa... vai al 16 85 Ci manca solo che tu sia costretto a tirarti dietro quel ricchione! “Non provare ad avvicinarti o ti infilo questo bastone nel culo”- urli. Enzo Paolo ha un lampo negli occhi, quasi che la tua proposta non gli dispiaccia. Rimani interdetto, poi ti riscuoti, sbatti la porta della cabina e lo abbandoni. Lo senti piagnucolare frasi sconnesse tipo “non la-

sciarmi, ti farò un servizietto di bocca che ti farà gridare di piacere se mi porti con te!”. Rabbrividisci all’idea e in pochi salti balzi fuori dalla portata della voce stridula dell’insopportabile checca. Per prima cosa devi esplorare la nave. Vai all’86. 86 La nave da crociera è molto grande e tu devi procurarti assolutamente qualche informazione per ricostruire il puzzle: da dove cominciare? Se non lo hai già fatto e hai l’indole del turista, puoi raggiungere le estremità della nave. Se ti dirigi a prua con lo scopo di palpeggiare la polena, vai al 54. Se invece ti rechi a poppa, pensando di trovarci un sacco di tettone, vai al 105. Altrimenti... Il Bar del ponte principale, sempre pieno di gente, potrebbe essere un’idea: visitalo al 102. Oppure puoi cercare di infilarti tra i Vip della piscina di prima classe: in tal caso, vai al 79. Se invece segui la tua indole pulciara prova a infiltrarti tra il personale delle cucine e chiedere aiuto al personale, andando al 26. Anche un salto nella sala giochi, carte, scacchi e backgammon potrebbe portarti fior di benefici: approfittane al 133. Se invece vuoi fare la checca fino in fondo recati dal manicure, estetista, parrucchiere di bordo, che è anche boutique, al 145.

“Ma questo libraccio di merda mi offre solo queste possibilità?”, potresti chiederti, caro lettore... Ed è per questo che gli scrittori (non siamo mica cazzoni, l’abbiamo prevista la possibilità!!!!) ti danno un’altra opzione di scelta: se ritieni di avere esplorato a sufficienza la nave, puoi effettuare un’azione a sorpresa (si chiama “a sorpresa” perché neanche tu sai bene di che cazzo si tratta...). Se vuoi effettuare l’azione a sorpresa vai all’87 (bada però che così facendo potresti non avere più modo di tornare indietro, quindi se poi ti trovi nella merda saranno cazzacci tuoi...). 87 Effettui la fatidica “azione a sorpresa”. Non succede niente. A questo punto hai varie possibilità. Se intendi spogliarti completamente senza una ragione ben precisa, vai al 117. Se vuoi correre velocemente verso la cabina di pilotaggio, stordire il capitano della nave con una serie di calci rotanti stile Chuck Norris, prendere il controllo della nave e dirigerti verso l’isoletta che vedi a est, vai al 114. Se possiedi i versi della quartina, puoi andare al paragrafo corrispondente. Se capisci che hai fatto una scelta sbagliata, apri la finestra di casa tua, affacciati ed urla più forte che puoi: “IO SONO UN COGLIONE!!!” per 6 volte, dopodichè torna all’86 e fai un’altra scelta (N.B.:

devi per forza urlare “Io sono un coglione” 6 volte, altrimenti non potrai procedere con la lettura e diventerai impotente ed incapace di qualsiasi prestazione sessuale - provare per credere!!). In tutti gli altri casi, quindi se non vuoi o non puoi effettuare una delle tre scelte sopra riportate, sei obbligato a tirare 2 dadi e a seguire l’effetto indicato a seconda del risultato. 2: muori. 3: crepi. 4: esplodi a causa della pressione di uno dei punti vitali del tuo corpo da parte di Ken il guerriero in un sogno. 5: schiatti. 6: addio. 7: ti esplode misteriosamente il bucio del culo e crepi dissanguato. 8: sublimi. 9: il congegno elettronico impiantato a tua insaputa nel tuo cazzo esplode, mandandoti al creatore. 10: muori e ti reincarni in un ladro all’epoca dei romani, vieni scoperto e crocifisso. Muori di nuovo. Evidentemente non era la tua giornata fortunata. 11: ti sgretoli come un pupazzo di sabbia. 12: vieni colpito da una pallonata in pieno volto. Muori all’istante. Era Mark Lenders dal Giappone, stava provando il suo nuovo potentissimo Tiro della Tigre Incazzata, in grado di percorrere tutta la circonferenza del globo terrestre. Gettano il tuo

cadavere in mare e diventi pasto per amebe e protozoi. 88 “Vecchia stronza!” gridi infuriato saltando addosso alla bionda (tinta). Adesso le romperai il culo, altro che Donna Carmen! Purtroppo, caro mio, a quanto pare non hai imparato a trarre la saggezza dai tuoi errori precedenti. Rispetto a te, rachitico e remissivo, infatti, Carmen è una specie di culturista violentissimo, e quando le ti getti contro non riesci neanche a smuoverla di un millimetro. Cominci a picchiarla alla rinfusa vomitando una marea di insulti, mentre la tua avversaria comincia a ridere a più non posso. Che figura di merda. Che umiliazione del genere maschile... Tutto per colpa tua! Ancora ridendo, la tettona (rifatta) ti prende mentre sei ancora abbrancato alla sua schiena e ti rovescia di schianto sul pavimento con una mossa di wrestling. Poi comincia a prenderti a calci nelle palle, sempre ridendo come una matta... Infine conclude l’opera puntandoti la sua scarpa tacco 16 al collo e soffocandoti senza pietà. Vai a fare un po’ di palestra e poi torna all’1, coglione. 89 “Analizziamo, mio denutrito compagno, l’acronimo

L.I.E.V.I.T.Y., da cui il nome del mio mirabolante progetto!” - tuona enfatico l’orrendo ammasso di calorie! “L sta per Liebig, ingrediente principe del progetto, saporito estratto di carne inventato dal chimico tedesco dell’Ottocento e precursore ideologico del nazifascismo Justus Von Liebig! Liebig come qualità, liebig come spezia pregiata, liebig come alternativa economica e nutriente alla carne!” esclama euforico Robert Fats, manco fosse testimonial ufficiale delle girelle Mulino Bianco... “I come Ipocalorico, sinonimo di basso contenuto di calorie. Questo non ti confonda, amico mio, la dizione ipocalorico è solo uno specchietto per le allodole per tutte quelle modelle troie smilze e scavate che professano la dieta a zona, jogging, fitness e altre puttanate del genere... Ipocalorico, sì sì, col cazzo, fiondatevi a comprare il LIEVITY e poi, quando sarà troppo tardi, vi ritrovete grasse e porcelle come scrofe incinte. BBBWWWUUUAAAHHH”. Senti puzza di follia nei suoi insensati discorsi, ma resti ad ascoltare... “E come Eugenetico, ispirazione nazista in riferimento a quella disciplina pseudoscientifica volta al perfezionamento della specie umana attraverso lo studio, la selezione e la promozione dei caratteri fisici e mentali ritenuti positivi, e la rimozione di quelli negativi! Grasso è bello, e il Liebig LIEVITY è il profeta del bello, il messia del grasso!!! YEEEAAAHHH!!!!”.

Tutto ciò sembra una reclame della Voiello, ma ti guardi bene dall’interrompere questo psicopatico... “V come Virulento... ebbene sì, anche il sommo LIEVITY ha i suoi scheletri nell’armadio, poichè virulento indica che il mio amato Liebig è agente portatore di malattia, in quanto crea problemi non indifferenti alla tiroide e porta ad elevata dipendenza psico-fisica, peggio dell’eroina! Non puoi più farne a meno dopo! Ed anzi, questo è il vero segreto del Liebig, che consentirà a Roberto Gordos ed ai Grassi di dominare il pianeta!!!!”. “Ed infine, ahimè, T ed Y come Tendenzialmente Yeti....” - i suoi occhi si accendono rosso fuoco “Una volta dipendente dal Liebig, come lo sono io, si tende a sviluppare una certa propensione al cannibalismo umano... In particolare, una determinata neuroparticella cerebrale viene attivata dai principi attivi del mio Liebig, e non si riesce più a fare a meno, come il leggendario Uomo delle Nevi, di gustosa e delicata carne di sherpa tibetano dell’Himalaya....” All’improvviso un’alcova si apre dalla parete di fianco all’enorme letto... e... non puoi credere ai tuoi occhi!!! Una povera guida tibetana, di quelle che conducono gli audaci scalatori sulle più impervie cime del pianeta, giace supina su un vassoio d’argento lungo due metri... Il poveraccio è legato mani e piedi con una spessa corda di canapa, e, come un porcello da tavola che si rispetti, ha anche lui una

bella mela rossa ficcata in mezzo alla bocca... “Aaaaahhhhh, che gusto prelibato questi esseri inferiori himalayani... così magri ed emaciati ma, perdio!, che pelle dolce e levigata... un vero piacere del palato assaporarne le carni tenere come bocconcini al burro....” - esclama questo completo imbecille con voce gaudente - “Unisciti anche tu al banchetto, condividi con me la gioia del cannibalismo vorace, ed io perdonerò lo sgarbo dell’uccisione di Enzo Paolo Turchi!” Sorpreso da questo accenno di perdono, pensi ad uno scherzo stile Candid Camera, quando un urlo disumano, proveniente dal moribondo sherpa, ti riporta crudelmente alla realtà! Quell’obeso psicolabile sta divorando vivo quel disgraziato!!!! Cosa fai? Fai buon viso a cattivo gioco, e da buon commensale ti unisci al sadico conviviale di Robert Fats? Vai al 3. Cerchi di salvare il povero sherpa dalle grinfie di questo novello Hannibal Lecter? Vai al 40. Il tuo unico pensiero è scappare da questo covo di pazzi psicopatici? L’unica via d’uscita è la botola dalla quale è emerso il gigantesco letto di Roberto Gordos... se vuoi provare a scappare da lì, vai al 27. 90 “Senti Carmen, tu mi devi dir...” non fai a tempo a finire la frase che un uragano si abbatte sulla fac-

cia, fraccassandoti due denti. Cadi a terra sanguinante e porti una mano alla bocca tentando di fermare il flusso di sangue. Intanto cerchi di capire cosa ti ha investito e quando lo capisci arretri impaurito: è stata la stessa Carmen ad alzarsi di scatto dalla sedia ed atterrarti con un calcio rotante in pieno stile Chuck Norris! Ora troneggia su di te con le mani ai fianchi (rifatti) e ti guarda con un sorriso sprezzante. “Mettiamo in chiaro una cosa - dice all’improvviso - Io per te sono Donna Carmen, tua signora e padrona assoluta, e tu sei il mio schiavo. Chiaro?”. Ma cosa va vaneggiando? Non sai che fartene di una vedette degli anni ‘80 in triste declino! Devi trovare Maurizio! D’altronde al momento un dolore lancinante ti attanaglia lo stomaco e la donna pare essere in netto vantaggio fisico (complimenti... viva la virilità!), perciò ti astieni dal replicare aspettando di vedere come si evolve la situazione. All’improvviso la donna si gira di scatto (ma si muove solo di scatto?!?) e comincia a passeggiare nella stanza, dandoti le spalle. “Ti aspettavo, Cucador...”, mormora. Se vuoi stare a sentire cosa ha da dirti, vai al 125. Se invece vuoi vendicarti per l’umiliazione subita e farti dire dove trovare Maurizio con l’uso della forza, vai all’88.

91 Amici! Tra poco sarà il mio turno! Sarò io a guidarvi nella Città del Vizio... E i nostri culi insieme esploderanno! Amici, guardatevi le spalle! Anche in bicicletta, o sarete trapanati da colorati spazzolini! Ottone Bonaparte ne trapanò ben otto! 92 “Vuoi il volantino, Fagiano? Certo, come no, è la pubblicità della prossima serata del grande Catramaro! Lo vuoi perchè non puoi sopportare nemmeno l’idea di perdertela eh? Lo capisco, inquattatelo al volo! E non perdere la magica offerta: se porti con te 67 amici avrai in omaggio mezzo bicchiere di tequila e orina, il nuovo fantastico cocktail firmato Catramaro & C.!”. Il DJ ti lancia il foglio, poi si immobilizza di nuovo e ricomincia a canticchiare la sua nenia discotecara. “Anche delinquenti unz unz” lo senti mormorare. Capisci che da lui non otterrai altro: ti conviene dare un’occhiata al volantino. Vai al 10. 93 “Sì ragazzo - ti dice Vercingetorige, riprendendo a masturbarsi: ridaglie, è già di nuovo in tiro! - Devi sapere che questa non è una nave come le altre... Questa è Love Boat, la nave dell’amore, la nave

della perversione, la nave della sensualità.. mmmhhhh...”. Chiude gli occhi e fa una pausa, mentre noti con preoccupazione che aumenta la frequenza della sega che si sta facendo con la sua manona oscena. “Questa nave - continua poi è comandata da un’unica signora e padrona, il cui nome fa tremare le folle. Se riuscirai ad arrivare al suo cospetto forse potrai avere il permesso di sbarcare, ma attento, su Love Boat nulla si fa per nulla...”. Ripensi al nome della nave che hai letto su una cartina “Donna Carmen Schiavo Enzo Paolo”. Ripensi all’immondo Turchi. Fai due più due ed esplodi. “Ma non sarà mica Carmen Russo la padrona della nave?!?”. “Ebbene sì - annuisce Vercingetorige - è proprio Carmen il nome della dominatrice assoluta della nave. Mmmmhhh che bella gnocca da chiavare!”. Probabilmente l’estenuante trombata lo ha rincoglionito, d’altronde questo figuro pare saperne parecchie, perciò decidi di fargli qualche altra domanda. “Come faccio a raggiungere questa signora.. Sì insomma, la padrona della nave?”. Vercingetorige ora rallenta il suo incessante movimento e ti guarda. “Devi trovare - spiega - la sua suite privata ma prima hai bisogno di venire a conoscenza dei quattro versi che compongono la frase segreta d’accesso al privè della nave, altrimenti non vi potrai accedere. Non chiedermi dove trovare i vari pezzi, perchè non lo so. L’unica cosa che posso dirti è il pezzo di cui sono a conoscenza, visto che sei stato così lubrico da osservarmi con pazienza

ed evidente invidia mentre mi sbattevo quella cavallona. Il verso è: Spalanca le cosce a questo comando!”. Hai ancora una domanda da fare a questo strano personaggio, e metti in chiaro una cosa. “Non mi frega un cazzo - ringhi - di questa Carmen. Io devo trovare Sauro Settebellezze detto Maurizio, il maledetto barista. Lo conosci? È stato lui a fregarmi facendomi ingollare El Cucador, è stato lui a portarmi con l’inganno su questa maledetta nave da crociera, ed ora voglio trovarlo e fargli il culo!”. Vercingetorige ci pensa su. “Sì - ti dice - so di chi parli... Maurizio è di fatto il mio capo, l’amministratore delegato della Carmen Russo Enterprise: proprio lui mi ha voluto a bordo, segnalandomi a Donna Carmen, quando ha saputo che ero capace di montare puledre su puledre senza fermarmi mai... Non so dirti dove trovarlo ora, però. Dovrai chiedere alla signora, ammesso che lei voglia risponderti e soprattutto che tu riesca ad arrivare fino a lei... Aaaaaah!”. È venuto di nuovo! Comincia a venirti la nausea, perciò fai per allontanarti da questo individuo. Insomma ora sai che devi trovare tale Carmen, padrona della nave, che potrà finalmente dirti dove trovare quello stronzo di Maurizio. Per accedere però, ammesso che quel coglione di Vercingetorige abbia detto il vero, dovrai procurarti altre tre parti di una fantomatica quartina d’accesso. Una quartina? Ma che idea di merda è? Sembra presa da qualche librocoso, lì... Massì, uno di quei librogame per sfigati

che andavano di moda negli anni ‘80... Ricordi il tuo amico Carletto che si gingillava con quei volumetti infami, mentre tu già tentavi di maneggiare sotto le gonne delle donne, ovviamente senza costrutto! D’accordo allora! Troviamo sti versi di merda e facciamola finita. Se torni sul ponte, vai all’86. Se invece vuoi restare un altro po’ al bar, vai al 65. 94 Sali di soppiatto la scala: per fortuna nessuno sembra accorgersi di te. Dopo alcuni lunghi minuti che passano lentissimi, riesci a superare anche l’ultimo gradino. Ti trovi in una sala circolare, la parete è piena di casse enormi, la musica è assordante. In fondo intravedi un uomo, su una console, che muove senza alcuna logica dei dischi, martoriando poveri piatti che costeranno 3000 euro l’uno. Li sta praticamente sfasciando, ma lui è convinto di essere il Dio dei DJ. Ogni tanto lancia un poderoso acuto: “Anche delinquenti!!” lo senti urlare. Tutto questo ti ricorda qualcosa. Decidi di avvicinarti ulteriormente e salutare l’uomo: 8. Oppure preferisci sgattaiolare via non visto? In tal caso torna al paragrafo 21 e fai un’altra scelta.

95 Riprendi i sensi. Sei nudo, legato a gambe divaricate ad una ruota di vetro. Tutto intorno a te vedi decine di nani, tutti con la faccia coperta da una mascherina, e a braghe calate. Sono tutti superdotati e il loro affare dritto ed eccitato è infilato in tanti buchi che ti circondano: sulla punta tutti hanno sistemato un cappuccio metallico, una sorta di preservativo, incandescente e pieno di punte acuminate. Alcuni sono così vicini da poterti sfiorare, ne percepisci chiaramente l’enorme calore. Caro lettore, sei finito nella ruota somala, un tremendo strumento di tortura a sfondo sessuale che utilizzavano gli africani durante le guerre coloniali. Ora sta a te uscire vivo da questo inferno. Quando la ruota comincerà a girare tutti i nani tenteranno di sodomizzarti con il loro cazzo infuocato. Con la coda dell’occhio noti che il meccanismo è controllato da Chantal, che per far girare la ruota sarà costretta ad azionare una grossa manovella a tutta velocità. Forse non lo sai, ma il ciclopico Trans, seppur fortissimo, non è molto resistente: se riuscirai a resistere a 10 assalti lui si stancherà, e priva del suo propulsore umano la ruota somala diventerà inutilizzabile. Il tuo fisico malaticcio può tollerare di essere inculato fino a un massimo di tre volte: se più di tre falli roventi violeranno il tuo intestino morirai tra sofferenze atroci.

Lancia dieci volte un dado da 6: i numeri dall’1 al 4 staranno a indicare che le tue chiappe strette sono riuscite a respingere l’assalto di uno dei nani allupati e non sono state penetrate: ma se uscirà un 5 o un 6, uno di quegli orridi superdotati sarà riuscito a incularti. Se questo accade più di tre volte, come ti ho già detto, per te sarà la fine. Se invece riesci a resistere a dieci tentativi sodomiti senza farti inchiappettare più di tre volte, vai al 72. 96 “Ovviamente no, brutto coglione!” – rispondi abbastanza seccato. Il viso del nano biondo si fa rosso dalla collera! Sembra sul punto di esplodere! “Brutti imbecilli! Avete fallito! Non siete degni della Paolino Arredamenti!” – tuona il bizzarro individuo rivolto ai suoi due pseudo-colleghi! “Tu, Aloona, che tanto ti vanti delle tue abilità canore, saresti capace di ridurre in frittata al tegamino un uovo appena uscito dal ventre di una gallina!” (su questo non puoi che essere d’accordo con lui…) “La tua fine è scritta: sei destinata ad entrare a far parte dell’harem senile del mio amico Tuòrl… per l’eternità!!! BBBWWWWUUUAAAHHHH!!!” – esclama il tizio con un ghigno satanico! “E tu Ego, che tanto ti vanti delle tue doti di scrittore e recensore di librigame! Macchè librigame!

Al massimo i librigay puoi recensire!!! La tua rovina sarà più subdola! Sarai inviato in Patagonia a lavorare come autore e sceneggiatore della versione locale argentina di Cronache Marziane, insieme a Fabio Canino e Sylvie Lubamba!” Una botola si apre sotto i piedi dei due poveri disgraziati, che con un grido di dolore precipitano senza possibilità di scampo… “Mi rammarico della tua scelta, amico mio potenziale cliente… Mi presento, il mio nome è Prodo Baggins, titolare della Paolino Arredamenti e reggente della Terra di Mezzaroma, feudo del celeberrimo ex presidente giallorosso, di cui sono un estimatore!” - esclama il simpatico ometto. “Nonostante il tuo rifiuto incondizionato a comperare la nostra cucina ad un prezzo così conveniente, ho un’altra super offerta da proporti!”. Le gambe iniziano a tremarti… “Devi sapere che il mio gruppo, la Paolino Di Canio S.p.a., non opera soltanto nell’industria mobiliare! Le mie passioni e i miei interessi sono anche altri! In particolare ho una predilezione per le sportive sciatte, cadenti e deformi, meglio se in abiti succinti!”. Fatichi a trovare alcun nesso logico nelle farneticazioni di questo squilibrato… “Sei sorpreso eh??!! E chi credevi che l’avesse scritto il famoso bestseller “Prodo Baggins e le Signore degli Anelli”??!!! Ma certo! Il sottoscritto, anche se con la preziosa collaborazione del mitico Yuri Chechi!!!”.

I tuoi istinti omicidi stanno prendendo il sopravvento… “Ecco quindi la mia vantaggiosa promozione: un anno di abbonamento gratis alla rivista Horse Sports Ilustrated, la fanzine di cui sono editore dedicata alle atlete con tratti somatici equini, con gallerie fotografiche, topless e gossip a volontà! Long John Chinaglia a te!” Detto ciò, il simpatico Prodo Baggins aziona una leva, e precipita lui stesso in una botola… Sperando che si sia suicidato liberando l’umanità dalla sua pestilenziale presenza, rimani solo nel santuario stracolmo di piscio (segna l’abbonamento a Horse Sports Ilustrated sul registro). Vai al 60. 97 “Scelgo Dirka” dici sicuro. È da quando hai 15 anni che vuoi partecipare a uno spettacolo di lapdance, ma non l’hai mai fatto per via di quei problemi di eiaculazione precoce che ti perseguitano da anni. Hai sempre avuto paura di venirti nei pantaloni dopo pochi secondi, senza quasi essere sfiorato, ed essere preso per il culo a vita. Qui però non ti conosce nessuno, te la puoi rischiare. Il DJ Pino, con fare mellifluo, ti introduce nel salottino privato, ti fa accomodare, e improvvisamente ti urla nell’orecchio: “Bella truzzo, mi raccomando, fatti onore con questa puledra! Ti metto un po’ di

miusic, una compilescion da sballo firmata DJ Pino!”. Il quarantenne con vestiti da sedicenne ti lascia solo e un po’ stordito, non prima di aver inserito un CD orrendo pieno di grette canzoni da discoteca coatta di periferia. Dirka entra nel salottino. Guardandola meglio ti accorgi che avrà almeno 70 anni, è coperta di cerone e ha dei lineamenti mascolini. Non capisci come farà a muoversi sul palo, peserà 110 Kili. Agitando le braccia come una tarantolata senza seguire alcun ritmo Dirka comincia a ballare. Passano cinque minuti in cui la vaccona non fa nient’altro se non agitare le braccia. Quindi tenta una passo di ballo, inciampa, e si attacca disperata al palo. Il sostegno, sebbene sia di metallo, cede, e la spogliarellista ti crolla addosso, travolgendo tutto e sfondando il divanetto su cui sei seduto. La trave ti precipita in testa e ti colpisce in pieno... rimani stordito. Fingendo che sia tutto calcolato Dirka continua a dimenarsi su di te, improvvisando una sorta di ballo. Sei schiacciato da questa massa di grasso, vorresti urlare, ma i polmoni non rispondono alle tue sollecitazioni: la donna ti prende una mano e se la infila sotto il microgonnellino che indossa. Incapace di opporre resistenza sei costretto a prestarti a questa squallida parodia di lap-dance; stai per cedere, convinto ormai che la morte sia meglio che sottoporsi un minuto di più a questo supplizio. Improvvisamente però ti riscuoti: la tua mano, sotto il gonnellino della grassona, ha affer-

rato qualcosa di duro e turgido. “Porca troia, ma tu hai il cazzo!” ti senti urlare. “Sì gioia, ti eccita la cosa?”. Dirka ha parlato. Ha una voce maschile gutturale e profonda e ti guarda con occhi vogliosi. “Dai, menamelo un po’, sentirai che sperma caldo ho! Poi te lo prendo in bocca!”. Nauseato e atterrito ritrovi d’incanto le energie: con uno sforzo degno di Hulk rovesci di lato la montagna di strutto che ti ricopre e ti liberi della sua stretta. “Ma porca miseria, Catramaro! Mi hai rifilato un trans!”. La musica si spegne. Esci rapido dalla saletta cercando il DJ, mentre Dirka ti urla dietro frasi sconnesse tipo “Dai gioia, non scappare, vieni qui! Ti impagino un libro intero in pdf in due giorni! So anche tradurre Uno Sguardo Nel Buio dal tedesco! Ti faccio la guida di Caccia al Drago! Dai non te ne andare!”. Ma che cazzo sta dicendo quel fottuto travone? Farnetica? Deciso a non restare un secondo di più nel salottino esci e ti trovi di fronte Catramaro. Vai al 78. 98 Ora insegnerai a questo stronzo che un tipo come te non va preso per il culo! Ti avvicini deciso a dargli una lezione, ma non fai in tempo a muoverti che l’individuo scompare sotto i tuoi occhi. Non c’è più, rimane solo una vaga nuvola rossa dall’odore solfureo che si sta lentamente disperdendo.

Scuoti la testa basito, incapace di decidere se quello che hai visto è realmente successo o se hai sognato. Ancora scosso puoi scegliere se recarti a poppa (105) o esplorare meglio alcune zone della nave (86). 99 “Ma prenditi questa supposta invece di blaterare stronzate!!”. Ignaro delle grida del poveraccio, lo volti ed inizi il macabro rito: la lama penetra nelle sue chiappe come un coltellaccio da macellaio in un panetto di burro. L’unica differenza è che nel panetto di burro non ci sono cellule nervose!!! Ma tanto qual’è la differenza? Senti forse qualcosa? No. Forze Enzo Paolo Turchi sente qualcosa. A sentire il suo feroce grido di dolore sembra di sì: un allucinante e straziante grido risuona nella nave. Le lampade intorno a voi esplodono all’istante. L’urlo di morte della tua vittima ha generato un’onda anomala: in qualsiasi posto voi vi troviate, la costa più vicina (e anche quella più lontana) è in serio pericolo. Lo sprangone arroventato spappola e carbonizza l’intestino di Enzo Paolo, allo stesso modo di una salsiccetta colpita da una fiamma ossidrica, ma è quando giunge nei pressi dello stomaco che arriva il bello: i succhi gastrici, corrosivi come non mai, si travasano nella cavità addominale. L’urlo aumenta di potenza.

Nel frattempo il comandante della nave, osservando le bussole, esclama: “Ma si può sapere cosa casso sta succedendo?!?”. La bussola davanti a lui è letteralmente andata, gira vorticosamente più veloce di un 45 giri... La tua femminuccia campana giace inerme: ci saranno sì e no un paio di battiti al minuto nel suo polso, ma non è crepata ancora. Ormai tanto vale porre fine alle sue sofferenze. Vai all’81. 100 In quanto mente ed ideatore dell’intera operazione, rivendico l’attacco terroristico come opera del Fronte Rivoluzionario per la Negazione Storica della Scherma Medievale. Il nostro obiettivo ultimo è quello di cancellare ogni traccia dell’esistenza, della diffusione e dell’insegnamento della scherma medievale nella civiltà contemporanea, negando che sia mai esistita tale disciplina, annichilendone il ricordo e condannando con la morte tutti i suoi adepti. 101 Qualunque posizione era buona? Sei un apatico. Muori. 102 Il bar sembra invaso da una serie di alcolizzati

cronici, totalmente sballati. Probabilmente per pranzo avranno mangiato una ricetta a base di ecstasy, psicofarmaci, Ghb, popper, ketamina, viagra e qualche strano anabolizzante di cui ignori l’esistenza. L’unico sano (sano, si fa per dire... “meno disastrato” è il termine corretto) sembra un tipo sulla cinquantina, capelli brizzolati, giacca marrone, che se ne sta seduto ad osservare la gente che si avvicina al bancone del bar. Lo osservi con attenzione, e ti stupisci subito: ha una mano nei pantaloni, e sembra che si stia masturbando. Davanti a tutti? Così spudoratamente? Un geniaccio... La gente non se lo fila per niente, come se tutto fosse più che normale. Se vuoi avvicinarti, vai al 56. Se invece preferisci esplorare le altre parti della nave, vai all’86 e fai un’altra scelta. 103 Il tuo cuore è entrato in autofibrillazione: la bioptina ormai è entrata nelle tue vene e sta pompando sperma dappertutto, chiudendo però tutti i pori del tuo corpo. Una scena terribile: il tuo corpo è ormai invaso dallo sperma agricolo ed ha modificato la tua espressione: il tuo volto si è gonfiato, i tuoi lineamenti sono deformati. Lo sperma sembra avere una volontà propria ed entra nella tua scatola cranica, appropriandosi del cervello.

C’è un essere senziente ormai dentro di te, che si sta appropriando delle tue cellule, fagocitandole. Si sta preparando al botto finale. Ed arriva finalmente, il botto finale... Hai mai visto un palloncino gonfiato a morte? Beh, prima o poi scoppia... e così scoppi tu, con tanto di fragoroso “Booooooooom!!” ad effetto. Ma l’esito è molto più eclatante: l’intera sala è imbrattata con il tuo materiale organico misto a sangue, frattaglie varie e pus in ebollizione. Uno spettacolo raccapricciante. Se la Morte si materializzasse sulla Terra con tanto di falce appuntita e vedesse questo scempio, se ne scapperebbe piangendo. Ma la cavia umana, saltella a destra e a sinistra, felice e spensierato: l’esplosione ha generato un nuovo ibrido di essere vivente, che ognuno di noi farebbe anche fatica a definire tale. Ciò che rimane di te, unito al materiale prodotto in sovrappiù dai tuoi poveri testicoli (pace all’anima loro), entrerà in una provetta per diventare concime agricolo di nuova generazione. Solo tra cinque anni si scoprirà che in realtà questo materiale ha ormai contaminato la Terra e che i campi non sono più in grado di produrre neanche i cactus più primordiali: privi del loro sostegno agricolo, tutti gli abitanti della Terra ti malediranno in eterno per aver scelto di bere quella fiala rossa del cazzo. La tua squallida esistenza termina qui.

104 Non puoi assolutamente dimenticare quante te ne ha fatte passare questo scherzo della natura: rabbioso oltre ogni limite stringi i pugni e ti avvicini minaccioso... “Nano di merda, credi che mi sia dimenticato dei tuoi scherzi in discoteca? Ora le paghi tutte insieme”. Senti il sangue che ti ribolle nelle vene, sei forte, sei fico, sei più letale di Jackie Chan che stermina da solo 300 gangster! Sei talmente affascinato da te stesso che non ti avvedi di quello che fa Jimmy a.k.a. Jean-Jacques. Senza scomporsi il nano scosta una tenda e suona un piccolo gong dorato. “Mon amì, l’esperians dell’ultima volta non ti ha insegnato null! Purquà vuoi fare male al petit Jean Jacques? Non sè bon, non sè bon. Chantal, si vu plè, puoi servire il monsiò?” Il nome Chantal ti fa gelare il sangue nelle vene: quell’enorme montagna nera di muscoli non può essere su questa nave! Ti giri di scatto, cercando di individuare una via di fuga, ma prima che tu possa renderti conto di qualcosa un pugno pesante come la palla di un bulldozer ti cala sulla testa stordendoti. Intontito crolli a terra e senti la risata stridula del nano esplodere. Poi, con la solita voce acuta: “Chantal, scerì, prendi le nostre amì e preparalo per la ruota somala!” Sollevato di peso, senza capire cosa stia succedendo, svieni. Vai al 95.

105 La zona di poppa è deserta, anzi no. C’è un amabile ragazzino, biondo, occhialuto e dall’aspetto pacioso, che sta giocando al suo Game Boy con aria molto concentrata. L’innocenza della fanciullezza! Ci pensi un secondo e quasi quasi ti commuovi, ripensando alla corruzione che hai visto, fatto e subito fin qua. Questo paffuto bambinello è la prima persona normale che incontri su questa nave e decidi di rivolgergli la parola. “Ciao piccolo, come va? A che gioco stai giocando?”. Il bambino però non parla. O meglio, parla ma non ce l’ha con te. “Carica il gioco! - grida - Carica sto dannato giocoo! Brutto figlio di mignottaaa! Anf, anf.. Cos’è questo? Oddio! Che succede?!? Argh! Voglio giocaree! Dai che va... Dai che vaaaa! Nooo! Sta caricando ancora... Se carica non sto giocando... NON VOGLIO ASPETTAREEE! VOGLIO GIOCAREEE! Anf, anf...”. Sei paralizzato dallo stupore! Questo fanciullo è completamente fuori di testa! “Ehm forse hai giocato troppo, dovresti...” dici e fai per avvicinarti, quando ricomincia, gelandoti il sangue con una risata da pazzo. “Bwhuohaha sta iniziando... Codardo! Assaggia questo! Sììììì! L’HO UCCISO! WOOO! Vaai, vaai... ingoiate le mie palle! Aborto schifoso! Ti ammazzo! HUAAAAH! HUAAAARH! Fuoco! Ho detto fuocooo!” “Adesso basta - dici con voce imperiosa - tu sei fuori di melone e devi farti curare da uno buono. Dammi quell’arnese e andiamo dalla mamma!”.

Ma il ragazzino non ti presta minimamente attenzione, ed anzi comincia ad agitarsi maggiormente. “Senza tregua... - esclama con un tono di voce da “Esorcista” - Li ho sterminati tutti! Li ho uccisi tutti! Zitto tu, aborto! Ti faccio fuori! Sììì! L’ho uccisoo! Vi ucciderò tutti! YEAAAH! Con l’ASSALTO RIFFEL© vi riempirò di piombo..”. La sua espressione di gaudente ferocia a un certo punto però si incrina. Anzi, ora ti sembra disperato. “Quel fottuto aborto mi sta sparando... Mi ha sparato! No! No! No! NOOOOO!”. E continuando a imprecare lo vedi sfracellare il suo Game Boy contro la parete della nave. Cosa fa ora? “HUAAAAH!” comincia a urlare come un pazzo e a correre senza direzione precisa! “MORIRETE TUTTI, IO SONO L’ANTICRISTOOO!!” grida infine, gettandosi, con tuo sommo stupore, dal parapetto della nave. Corri anche tu e ti affacci guardando nel mare blu, ma di lui non vedi più traccia. Pensi di gridare il tipico “uomo in mare”, ma in fondo chissenefrega? Bah. Chiedendoti se era un fake o meno ti dirigi all’86. 106 “Ma anche questa era una domanda facile: chi non conosce l’uomo capace di fare nove schizzate di sborra? Uomo?? Dovrei chiamarlo annaffiatoio, non uomo!! Hai visto come certe volte fa una vera e propria doccia bianca? Eccezionale, fenomenale!! Ma lo sai che alcuni suoi schizzi arrivano

a metro e mezzo di distanza?? Assolutamente fantastico! Oh, tu sei proprio un bravo giovanotto, non c’è che dire!! Hai appena dimostrato di meritarti anello e mitra! Ma che mi dici del pastorale? Sei degno di un vero Episcopo? Le basi le hai, ma come siamo messi con gli ultimi dibattiti teologici? Ti sei tenuto aggiornato? Lo scopriremo con quest’ultima domanda! Quale fra queste tre “illustri colleghe” ha lanciato, rendendola nota al pubblico, Laura Angel?” Silvia Saint? Recati al 55. Angelica Bella? Vai invece al 37. Asia Carrera? Prosegui al 34. 107 Muori. Se ne hai voglia, ricomincia dall’inizio. Sennò vaffanculo. 108 “Ma come cazzo si fa?!?! Ma porc…….”. Seguono cinque minuti di assoluto stupore: quell’uomo sembra un fiume in piena!! Non avevi mai sentito tante bestemmie tutte insieme, e dire che non sei certo avvezzo a frequentare ambienti clericali!! Man mano che quello procede con la sua invettiva (cogli fra le righe che l’oggetto della sua filippica sono le donne), non sai se fuggire via urlando, sconvolto da cotanta blasfemia, o prendere appunti, estasiato dall’assoluta originalità! Nemme-

no le bestemmie del quinto livello, quello che solo i più grandi “maestri” padroneggiano, riescono a reggere il confronto! Quando, scoppi a ridere, finalmente pare accorgersi di te: “Ah, e così trovi divertente ciò che mi ha fatto quella grandissima bagascia! Cos’è, solidarizzi con lei perchè ti senti donna dentro?!? In effetti hai un po’ del culatello…” Cosa fai? Gli rispondi per le rime, dicendogli che culo sarà lui, e lanciandoti in invettive nei confronti di qualunque divinità femminile sia mai apparsa in qualunque pantheon? Vai al 49. Oppure decidi di non stare a perdere ulteriore tempo con questo ubriacone, e te ne torni a gironzolare per la nave? Vai all’86. 109 Ma bravo!!! Che bel colpo di genio!!!! Abbiamo il Re dei Coglioni, Signore e Signori!!! Ma mi spieghi come cazzo si può arrivare a compiere un gesto così scellerato? E con questa furbata speravi che il portale si aprisse? Sei ridotto male, bello... Ad ogni modo, devo dirti le cose come stanno: hai commesso una cazzata!!! E allora andiamo a vedere quali sono i risultati del tuo gesto. Ormai privo della vista, devi procedere a tentoni: passi le tue retine lungo tutta la superficie della porta, ma sembra non succedere niente. Embè,

bella cazzo di sorpresa!!! Lentamente inizi a perdere la speranza di aprire la porta, entri in uno stato di disperazione cupa in quanto non puoi neanche vedere cosa ti sta succedendo, e ti viene da piangere. Ah già, scusa...dimenticavo una cosa: dopo esserti cavato gli occhi è un po’ difficile piangere, cazzone che non sei altro!!! E quindi cosa ti resta da fare? Inizi a frignare e a lamentarti come una checca, sperando che qualcuno venga in tuo aiuto. E infatti qualcuno viene. La Divina Provvidenza? No. La scimmia Caterina? Tzè... Acqua acqua... Sotto i tuoi piedi si apre una botola, ed inizi a precipitare. Precipiti. E precipiti. E precipiti. Ma dove? Beh, questo, se permetti, non ce ne frega un emerito cazzo!! Precipiti in una voragine senza fine, generata da non sai chi e per motivi sconosciuti. La realtà è che precipiti. Precipiti perchè te lo meriti. Precipiti perchè sei un coglione. Precipiti perchè il destino così ha voluto, e di questo non si discute. E il giorno in cui ti spiaccicherai al termine della voragine, facci un fischio.

110 La tua compagna dorme ancora e non vuoi svegliarla. Ma dove cazzo sei capitato? Intorno a te vedi aggeggi elettronici di ogni tipo: computer, consolle di controllo, schermi, radiotelegrafo, walkie-talkie, pulsanti neri, verdi, rossi, gialli... insomma, un gran cazzo di casino. L’elettronica non è mai stata il tuo forte. In realtà, niente è mai stato il tuo forte. Ma la tua ignoranza, in questo futuristico luogo, sembra amplificata. E non potrebbe essere altrimenti, visto che tra le mille scuole che hai girato, sei stato segato due anni di fila pure all’Istituto Tecnico Professionale per Diversamente Abili. Certo, se evitavi di spacciare quello schifoso fumo di pessima qualità ai professori magari era meglio. Oppure se ti trattenevi dal masturbarti in classe per fare il buffone durante la proiezione del film su Ghandi nell’ ora di riflessione religiosa. Ma in fondo non ce ne frega un cazzo del tuo passato accademico, anche se sei il protagonista del libro (libro??!! Sì, vabbè...). Dicevamo... spaesato, ti guardi intorno per capire dove minchia sei... quando, all’improvviso... Bip. Bip. Bip. Giappone. Caccia alle balene. Balene. Richiamo delle balene in calore. Bip. Sottomarino. Tom Clancy. Caccia a Ottobre Rosso. Sonar... Sonar!!! Porca zozza sei nella fottuta sala-radar di un caz-

zo di mezzo acquatico! Una nave probabilmente! Il tuo ragionamento logico non fa una grinza! O meglio, fa acqua da tutte le parti, visto che probabilmente ti trovi in mare aperto! “Fuie na festa e pe for’e balcone nu sacco e bandiere pe tutt’a città Masaniello purtaie nu babà ma a riggina vuleve mangiààààààààà” Ma che cazzo è sta merda???!!! Una litania peggio della messa in latino di Don Serpico, una lamentazione peggio di quelle delle prefiche lucane! Infastidito piu’ dei delfini torturati dagli ultrasuoni, ti volti in direzione dell’orrida sonorità, e il sangue ti si ghiaccia nelle vene... È proprio lui, C3-PO, il droide di Guerre Stellari, e quello a suo fianco è... quello è.... quello è... L’OLOGRAMMA DI GIGI D’ALESSIO IN CONCERTO! No cazzo non è possibile. In diretta dal San Paolo di Napoli la terribile ugola partenopea canta a sguarciagola tutto il suo orrido repertorio davanti a 80000 adolescenti osannanti e urlanti. “Guagliuncè tu faje cchiù belle tutt’e strade ‘e Napule M’arricordo ch’ero piccerillo e facevo ‘o scugnezziello dint’e viche ‘e Napuleeeeeeeee” Ma vaffanculo! Basta! Ne hai abbastanza! Afferri con rabbia due cavi scoperti e scarichi con inaudita violenza 20000 volt di elettricità negli occhi di quel bastardo di droide. Il robot esplode in mille pezzi e una profonda e sadica eccitazione perva-

de il tuo corpo mentre vedi quella merda di Gigi D’Alessio prendere fuoco e morire carbonizzato tra atroci sofferenze. Soddisfatto e sfiancato da questa squallida visione, ti infili di nuovo sotto le coperte, nel letto di fortuna attrezzato in mezzo alla stanza, dal quale ti sei svegliato. Vai al 45. 111 Un’enorme scoreggia proveniente dalle recondite profondità della Terra ti investe in pieno, eclissando la tua intera essenza e uccidendo in maniera indegna la tua vita. Ma le tue sofferenze non sono finite: ti reincarni in Amici di Maria De Filippi, inteso come universo generale, e le tue sofferenze alimenteranno per l’eternità le biliose voglie di decine di adolescenti senza cervello. 112 Allunghi la mano con lentezza e precisione. Ti sembra di essere Arsenio Lupin in uno di quei cartoni animati che guardavi da bambino (in pratica fino a due ore prima di risvegliarti in questo cesso di nave). Ti senti fico, ti senti il principe dei ladri, ti sembra quasi di vedere accanto a te Gighen e Ghemon. Con la tua mano di velluto afferri il foglio, e lo porti verso di te. Sei già pronto a cantare vittoria, quando il DJ, come un automa, con-

tinuando a dimenarsi e canticchiare cala la mano e ti afferra il polso in una morsa d’acciaio. La stretta è di ferro, ti fa malissimo: sei costretto a mollare il pezzo di carta. L’individuo non è in sè, è come se fosse in trance, ma ha una forza tremenda: forse è la musica di merda che ascolta che gli fa questo effetto. Ti costringe ad inginocchiarti, torcendoti la spalla con una pressione insostenibile, poi con l’altra mano, rapido come una faina, si slaccia la patta dei pantaloni mettendo in mostra un membro enorme ed eccitatissimo. “Anche delinquenti unz unz. Anche delinquenti unz unz. Anche delinquenti unz unz. Anche delinquenti unz unz” continua a ripetere, spiritato. Cinque dita di acciaio ti spingono la testa: rintronato e senza forze avvicini la bocca al cazzo dell’uomo, che emana un odore nauseabondo. Vai al 35. 113 Hua hua hua povero coglione, ma cosa pensavi di fare? Sono in tre contro te solo, che tra l’altro sei un rachitico con la panzetta da alcolista, incapace perfino di picchiare il Dalai Lama mentre caga... Gh gh mi fai sbellicare proprio, ma per caso hai le pigne in testa? Quando vedono che hai intenzione di affrontarli davvero, i tre cominciano a sghignazzare proprio come il sottoscritto, e cominciano a pestarti sistematicamente fino a ridurti il

volto in una poltigliosa maschera di sangue. Gemendo te ne stai a terra a prendere una scarica di calci e pugni che nemmeno Borghezio se inscenasse una manifestazione leghista in un vicolo di Corleone... Poi per fortuna l’inferno finisce, ma forse è appena cominciato... I tre ti legano con delle cinghie. Incaprettato e sanguinante vieni condotto dai tre fuori dalla stanza. “Le guardie non ti avranno, stai tranquillo. Ma noi sì...”. Sudore e sangue ti precludono una vista chiara, ma ti rendi conto che il percorso è in discesa ed il rumore di macchinari che ad un certo punto invade le tue orecchie ti fa comprendere che siete arrivati nella sala macchine. Altri pochi, secchi, ordini in tedesco e ti ritrovi legato ad una sedia nel bel mezzo dell’anticamera del vano motori della nave. L’uomo davanti a te fa oscillare una cinghia e ti indica un tavolo con degli attrezzi. Solleva in mano un martelletto, ti guarda e dice “Mi dirai con chi lavori, per chi hai fatto quel gesto sconsiderato. All’inizio non ti crederò, per cui dovrò usare questo” - e fa passare l’attrezzo sotto gli occhi semiaccecati. “Ma non sarò sicuro di cosa mi dirai, per cui passerò a questo” - e raccoglie dal tavolo un tronchesine per cavi elettrici, e continua - “e saprò che potrò fidarmi di più delle tue parole, ma è solo quando userò questo, che crederò ad ogni cosa che dirai, quando diventeremo davvero amici”. Mentre finisce il discorso lo vedi tirar fuori da una

scatola qualcosa di inaspettato, troppo violento e mostruoso perché tu possa accettarlo. Quell’animale non può essere ancora vivo, non può essere lui, non può... E mentre nella tua mente brucia ancora il ghigno del gallo Giuseppe, tu svieni. La tua tortura inizia al 71. 114 Si vabbè... Stocazzo!!! E con quanta presunzione pretendi di agire in questo modo? Caro lettore, vabbè che questo è un librogame, ma neanche Gesù Cristo sarebbe in grado di fare una cosa del genere: mi sa tanto che stai a cacà un po’ troppo fuori dal vasetto!!!! Allora, visto che hai voglia di fare lo spiritoso, ora ti dico io come vanno le cose... Improvvisamente la nave si squarcia in tutta la sua lunghezza, da poppa a prua, allo stesso modo in cui una mela viene spaccata esattamente a metà dalla spada di un samurai: uno squarcio netto, longitudinale, millimetrico. Non esiste una ragione logica per cui questo è avvenuto: si è squarciata e basta. Questo è quanto. Precipiti in acqua, convinto di poter nuotare agilmente anche in pieno oceano. Purtroppo ti accorgi che hai disimparato a nuotare, cosa apparentemente illogica... Ma a noi della logica non ce ne strafrega un cazzo, e vale quanto detto sopra: non esiste un motivo logico, hai

disimparato e basta. Ti volti, disperato (ah, ora inizi a pentirti un po’ per aver fatto il Superman poco fa, eh?), alla ricerca di un salvagente o di una scialuppa di salvataggio. Niente di tutto ciò in giro. Due mesi dopo il disastro si verrà a sapere che la mancanza di mezzi di salvataggio era dovuta alla scommessa fatta tra il capitano della nave ed un colonnello della Marina, il quale aveva detto al capitano: “Scommetto 50 euro che non hai le palle di salpare senza scialuppe di salvataggio e salvagenti...”. A quanto pare il capitano ha avuto le palle: si è intascato i 50 euro vincendo la scommessa. Neanche un paio di braccioli in giro... Quindi, ‘o lettore, mo’ so’ cazzi tua!!!! Ti aggrappi al primo pezzo di ferro che ti capita a tiro. Troppo facile: al telegiornale si saprà che alcuni poveri uomini, naufragati per via di una nave spaccata misteriosamente a metà, sono stati mangiati da un calamaro gigante (anch’esso non aveva alcuna ragione di esistere, però stava lì, quindi...). Ora, a conti fatti, ti è convenuto fare questa scelta? Io dico di no... L’avventura finisce qui, in modo impietoso. Ma non è tutto: vista la presunzione con la quale hai scelto questo paragrafo, è lecito dirti come stanno le cose. Questo paragrafo, in realtà, è la traduzione al contrario di un antichissimo rito magico egizio,

che contiene al suo interno un potentissimo incantesimo che agisce puntualmente su chi lo legge: leggendo il paragrafo, quindi, sei diventato vittima di questo incantesimo. In cosa consiste? Te lo spiego subito: chiunque legge l’incantesimo (come te adesso), si dimentica una cosa che sa, oppure non è più capace di fare una cosa che sa fare. La prossima volta che ti verrà da dire: “Non me lo ricordo...”, oppure “Cavolo, non ci riesco...”, beh, sappi (e dico: sappi) che è semplicemente l’incantesimo che sta facendo effetto. Ora, spero vivamente per te che l’incantesimo non colpisca una password che conosci, o altri dati importanti... O, peggio ancora, non agisca sulla tua capacità di avere un’erezione... Perchè se così fosse... beh auguri!!! 115 Non può durare, esci dal tuo nascondiglio rotolando a terra, tossendo e sputando, ma almeno sei ancora vivo. Ti guardi attorno. I tre uomini ti osservano in cagnesco mentre cerchi di rialzarti per dare una giustificazione. Uno di loro si avvicina e ti assesta un cazzotto che non dimenticherai facilmente. “Hai ucciso anni di ricerche, bastardo!”. “Ci sono voluti anni ed anni di esperimenti per creare di nuovo quel colore di capelli, simbolo u-

nico della vera razza ariana, ed ora, a causa tua, è tutto andato perduto!”. “Ma la pagherai per questo, carogna” si rivolge agli altri due, che noti avere lo stesso colore di capelli di quello che ti ha parlato. La lingua è decisamente tedesco e dopo poche parole i suoi compagni reagiscono con prontezza, percuotendoti senza pietà, e ti legano con delle cinghie. Incaprettato e sanguinante vieni condotto dai tre fuori dalla stanza. “Le guardie non ti avranno, stai tranquillo. Ma noi sì...” Sudore e sangue ti precludono una vista chiara, ma ti rendi conto che il percorso è in discesa ed il rumore di macchinari che ad un certo punto invade le tue orecchie ti fa comprendere che siete arrivati nella sala macchine. Altri pochi, secchi, ordini in tedesco e ti ritrovi legato ad una sedia nel bel mezzo dell’anticamera del vano motori della nave. L’uomo davanti a te fa oscillare una chinghia e ti indica un tavolo con degli attrezzi. Solleva in mano un martelletto, ti guarda e dice “Mi dirai con chi lavori, per chi hai fatto quel gesto sconsiderato. All’inizio non ti crederò, per cui dovrò usare questo” - e fa passare l’attrezzo sotto gli occhi semi accecati. “Ma non sarò sicuro di cosa mi dirai, per cui passerò a questo” - e raccoglie dal tavolo un tronchesine per cavi elettrici, e continua - “e saprò che potrò fidarmi di più delle tue parole, ma è so-

lo quando userò questo, che crederò ad ogni cosa che dirai, quando diventeremo davvero amici”. Mentre finisce il discorso lo vedi tirar fuori da una scatola qualcosa di inaspettato, troppo violento e mostruoso perché tu possa accettarlo. Quell’animale non può essere ancora vivo, non può essere lui, non può... E mentre nella tua mente brucia ancora l’immagine del gallo Giuseppe, tu svieni. La tua tortura inizia al 71. 116 Bravo, risposta esatta: lo sanno tutti che The King è John Holmes. Però muori. Perchè? Perchè sei stato troppo solerte nella risposta. E perchè a me va così. Morto, basta con le chiacchiere. 117 Non fai in tempo a spogliarti, che una folla di negri impazziti esce da dietro la cabina di pilotaggio. Sono feroci. Sono assatanati. Vogliono il sesso sfrenato. E tu, povero coglione, ora che ti sei denudato sei diventato l’oggetto del loro desiderio. Osservi i loro membri eccitati... beh, più che altro ti sembrano mazze: li agitano come manganelli... Una folta serie di cazzi dritti e pelosi.

Una decina di secondi di sana speranza... poi capisci che di speranza stavolta non ce n’è manco per il cazzo!!! Cinque di loro ti raggiungono da dietro ed inizia una lancinante penetrazione anale multipla. Roba da terzo mondo!! L’ultima volta che si era vista una scena del genere era durante il film Starship troopers, quando quel povero soldato veniva gettato in mezzo agli insetti incazzati che lo facevano a pezzetti e lo scaraventavano a in aria come una palletta di gomma. Ma quello era un film, cazzo!! Qui il dolore è reale!! L’ultima cosa che percepisci è che vieni continuamente scaraventato in aria da psicopatici negroni, ed ogni volta che atterri lo fai su un pavimento fatto di cazzi duri e torgidi. Un’esperienza immonda!! Ti risvegli sul lettino di un ospedale dopo 40 anni di coma. La quantità industriale di cazzi presa in culo quel giorno ti ha fratturato la colonna vertebrale e squassato gli organi interni. Verrai nutrito tramite flebo ed assistito da un giovane infermiere (di colore anche lui) pervertito e ninfomane (beh, ti lascio immaginare da solo quanto sarà tranquilla la tua permanenza in ospedale...). Buona vecchiaia!! 118 I colori svaniscono e ti rendi conto di trovarti in un ambiente ben diverso dall’oscuro tempio permea-

to di piscio dove ti trovavi prima. Si tratta di una specie di giardino interno della nave, illuminato da un’ampia apertura chiusa da una vetrata e che ha ogni genere di cespuglio fiorito di ogni possibile varietà. Un senso di pace ti permea l’animo e sei sicuro di essere ormai veramente vicino alla tua meta. Recupera tutti i punti di Resistenza persi fino a questo punto dell’avventura. Attraversi il giardino tramite un sentiero ghiaioso (su una nave? Sì!), esaminando le piante e respirando i mille intensi profumi, fin quando non giungi davanti a un enorme portale metallico, apparentemente inespugnabile e chiuso ermeticamente. Su un’insegna dorata leggi un’iscrizione che ti fa sobbalzare come un ingoio di Cicciolina: “Appartamenti privati di Donna Carmen. Restricted Area”. Sei arrivato! Una porta sola ancora e potrai finalmente interpellare la Signora di questa nave, per chiederle in primis dove cazzo andate, in secundis quando potrai lasciare questo posto di merda, e poi ancora come trovare quello stronzo di Sauro Settebellezze, il barman Maurizio, Vratislav Gresko, Jimmy il Fenomeno, insomma, l’uomo che ti ha rovinato la vita. Una porta ancora e potrai chiedere. E già. Una porta ancora. Come cazzo farai però ad aprirla? Ti cade l’occhio su una scritta in piccolo dell’insegna dorata: “Ingresso Ovest - Riservato all’amato schiavetto di merda, il marito EP”. EP? Ti ricorda qualcosa? Se all’inizio dell’avventura hai ucciso Enzo Paolo

Turchi, vai al 76. Se invece impietosito lo hai tenuto in vita, vai al 122. 119 Non esiste alcun paio di guanti anti-rumore in questa avventura! Adesso, caro lettore, ti aspetterai che io ti faccia il solito pistolotto morale sul fatto che hai imbrogliato e hai speso scioccamente i soldi per questo libro. Invece no, queste cose le lasciamo agli sfigati autori di Misteri d’Oriente e alle loro chiavi di rame del cazzo. Prima di tutto perchè questo libro è gratis. Secondo perchè Squilibrio è la quintessenza di tutte le nefandezze e le porcherie che si possano immaginare, quindi chi bara nel tentativo di finire l’avventura non solo non viene punito, ma anzi è premiato! Grazie ai tuoi guanti, che non possiedi, riesci a sfilare via il foglio senza che l’individuo si renda conto di nulla. Puoi leggere quello che c’è scritto al 10. 120 “Si, è colpa sua se sono qui, non l’hai capito? È lui che mi ha costretto a venire a letto con te, come sai io sono completamente eterosessuale, sono il marito di quella grande gnocca di Carmen!”. Riesci a stento a trattenere una risata. “Enzo, Enzo” dici con voce arrochita stile Don Vito Corleone “Enzo lo sanno tutti che grossa checca fusti... Che

te piace prenderlo nel deretano... Bugiardo tu sia, bugie tu dici a mia, e non va bene...”. Ti avvicini agitando con aria minacciosa il ferro arroventato. “Noooo, noooo ti prego” piagnucola la checcaccia. “Va bene, lo ammetto, ogni tanto mi piace farmi trapanare, ma chi non lo fa? Siamo tra persone aperte, moderne! Ma ti giuro, nel tuo caso non è stata una mia iniziativa, è stato il barista, Maurizio! Figurati, a me piacciono i negroni iperdotati che mi sfondano per bene, non certo quelli con quel cazzettino micro e impotente come il tuo...”. Rimani interdetto dalle affermazioni di Enzo Paolo “Mi ha allungato 200 sacchi per scopare con te, e figurati, fallito come sono i soldi mi facevano comodo. Non ho idea del perchè lo abbia fatto, ma ti giuro, io sono solo una pedina!”. Rimani interdetto. Ti fidi dell’orrido culattone? Se gli risparmi la vita e decidi di venire a capo di questo mistero, vai al 20. Se invece pensi che il ballerino ti stia mentendo e vuoi porre fine alle sue sofferenze, vai al 99. 121 Caterina è una scimmia urlatrice: ti è stata regalata diversi anni fa, ma dopo la sua crisi depressiva e la cura a base di lsd, cocaina ed antistaminici di quinta generazione modificati con OGM, l’hai donata ad un santone del Tibet, che sembra averla rigenerata completamente. Caterina sputa il sigaro e, con un ghigno degno di una scimmia

vissuta, si lancia all’attacco. Lo scontro tra i due animali killer per eccellenza sta per cominciare. Una zuffa indemoniata: ecco cosa sta succedendo. Caterina e Giuseppe se le stanno suonando di santa ragione. Tutti gli uomini fuggono, impauriti, tranne il tedesco che ha appena liberato Giuseppe dalla gabbia. Mentre le due macchine da guerra si affrontano, ti liberi senza farti notare. Lo scontro sembra alla pari, nonostante Giuseppe abbia diversi sgarri sul corpo la potenza del rito voodoo si fa sentire, e continua a beccare Caterina a più non posso, quasi in preda a crisi epilettiche. La scimmia, tuttavia, sembra avere buona resistenza anch’essa. La zuffa sta però diventando vomitevole: è incredibile come due bestie così piccole abbiano così tanta violenza in corpo. “Il rito voodoo ficcatelo nel culo!!”, esclami rabbioso una volta arrivato dietro a Giuseppe strisciando. Fortunatamente il gallo killer non ti ha visto, quindi gli immobilizzi le ali senza che lui possa reagire. Caterina ne aprofitta e, dopo aver gettato a terra il coltello, si avvicina a Giuseppe urlando: “Colpo segreto di Hokuto!! Tà-tà-tà-tà-tà-tà-tà-tà-tà-tà-tàtà-tà-tà-tà-tà... Atà!”. “Ehi cazzo, hai visto le mie cassette di Ken il Guerriero eh? Ti avevo proibito di guardarle. Niente banane per un mese!!”, la ammonisci. Giuseppe rimane immobile. Con una voce cavernosa, Caterina parla al suo acerrimo rivale: “Ho colpito uno dei tuoi punti segreti. Ti restano 10

secondi di vita”. 10, 9, 8, 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1, 0. Giuseppe, incredulo, si accascia a terra, ormai ko. “Meicojoni, ‘sta scimmia è cazzuta!!”, pensi tra te e te. Ma non è ancora finita: l’uomo con accento tedesco sta ancora osservando la scena, con occhi sbigottiti ma pieni di rabbia. Se vuoi ordinare a Caterina di ammazzare anche lui, vai al 129. Se invece decidi di lasciarlo andare perchè tanto, poveraccio, non è più pericoloso, congedi Caterina e vai all’86 per esplorare la nave, ma ricorda che per te le cose si fanno difficili: non è il massimo trovarsi su una nave in mezzo all’oceano con uno squadrone di neonazisti alle calcagna. Continua l’esplorazione normalmente, tranne quando ti si chiede se sei inseguito dai nazisti o meno. In quel caso, ogni volta, dovrai andare al paragrafo indicato dal testo. 122 Toh! Enzo Paolo Turchi! Quella specie di coso peloso caratterizzato da un caschettone biondo platino (tinto), che ti ha seguito fin qua! Eccolo che zompetta allegramente alle tue spalle, ringalluzzito dal fatto di essere giunti in una zona della nave che (evidentemente) conosce molto bene! “E.P.... telefono... casa!” continua a sbraitare l’essere, che ora sembra essere tornato quello delle coreografie di “Fantastico!”, dopo che invece fin qua se n’era stato abbastanza zittino, limitandosi a

seguirti come un’ombra senza mai fiatare nè intervenire, tanto che ti eri perfino dimenticato che c’era (e anche gli scrittori di questo libro)! “Taci!” lo zittisci centrandolo con un manrovescio. L’essere si accascia e mugola qualcosa intristito. Capisci che sei stato troppo duro, così gli sorridi, scusandoti... “Oh no, no, povero Enzino, non volevo farti male, solo che hai un tono di voce che dà troppo alle palle! Stai pure qua ma non avvicinarti troppo e per favore parla solo se interrogato! Ed ora, appunto, ti interrogo”, dici solennemente, muovendo il ditino. “Allora, come si fa ad oltrepassare questa cazzo di porta?”. Enzino dapprima sembra non aver capito, poi comincia a bofonchiare qualcosa... “Ah sì sì io capito, tu volere incontrare Carmen, gula gula, ogot ogot, ah sì sì sì tu volere occhi di schiavo Enzo Paolo!”. Ma che cazzo dice? Stupito lo guardi mentre struscia tre volte il suo pacco (?) contro la fessura della porta, movimento che fa aprire di scatto all’improvviso uno scomparto segreto. Là vedi un’apparecchiatura per la scansione della retina, e E.P. lesto si posiziona coi suoi occhietti cisposi. Da un altoparlante ti giungono le note di “Macho Mambo”, vecchio successo (?) discografico di Carmen Russo: eh sì, devi essere vicino. La musica si interrompe e una voce femminile di timbro metallico annuncia “Buongiorno, Enzo Paolo Turchi. Benvenuto nel regno di Donna Carmen”. E a queste parole la porta comincia ad aprirsi. Vai al 61.

123 La tua compagna dorme ancora e non vuoi svegliarla, così ti guardi un attimo intorno senza far rumore e tenti di capire in quale stramaledetta location hai montato come un vero stallone la tua giumenta da 5 stelle lusso. Ma cazzo... nuvole... cielo... aria... niente mura... Non sei in una stanza, sei in uno spazio aperto! In strada? Non è possibile, il terreno sotto ai tuoi piedi è parquet, non certo asfalto. Allora che cazz... Ti stropicci gli occhi e alla fine capisci. Sei sul ponte di una nave! Questa stronza ti ha portato a scopare su un letto che si trova sul ponte di una nave! Una nave enorme! Ti rendi conto di essere seminudo, così ti guardi intorno per scoprire se c’è qualcun’altro su questo ponte maledetto. E qualcuno c’è. Un solo cazzone, là appollaiato sul parapetto, che ti guarda e se la ride. Che cazzo si ride? Aspetta aspetta... ma quello... ti avvicini claudicante... Sìì! È Gigi D’Alessio! Il tuo più acerrimo nemico! Quello che col suo successo ti ha impedito di diventare il re della canzone napoletana! L’ira funesta ti acceca: con un urlo disumano carichi a testa bassa e dopo una corsa di dieci metri lo centri con una testata alla Zidane, facendolo precipitare dal parapetto della nave e mandandolo a fare compagnia ai pesci. Ti guardi intorno ma nessuno è stato testimone del tuo delitto d’impeto. Benissimo. Ora sei soddisfatto. L’eredità artistica del maestro Mario Merola sarà finalmente

tua. Ma prima di pensare a quello, vuoi dare un’altra botta alla tua compagna di giochi, e gongolando ti infili di nuovo felino dentro il letto... Vai al 45. 124 L’idea di trascinarti dietro quel mezzuomo ti disgusta, ma devi ammettere che potrebbe tornarti utile. “Puoi venire con me lurida checca, ma sia chiaro, al primo accenno di piagnisteo o frociaggine ti ammazzo! E cerca di darti un contegno!”. Enzo si riscuote e in un attimo passa dal pianto alla risata convulsa, felice di essere stato accettato. Si accoda a te saltellando gobbo su quattro zampe, con gli occhioni sgranati ed enormi. “E un’altra cosa scherzo della natura: il capo sono io, sono io il padrone. Io comando e tu esegui, ok?”. E.P. ti saltella intorno, tutto eccitato “Ssssiii, sssiii, sei tu il padrone! Il padrone è buono, vero mio tessssoro???”. Rimani stordito dal suo comportamento, per un attimo ti sembra di aver già visto questa scena, una sensazione di deja-vu tremenda. Mio tessoro? Ma con chi starà parlando Turchi? Poi la sensazione passa e ti rimetti in marcia: devi esplorare la nave con quel tremendo ricchione alle calcagna. Vai all’86.

125 “So cosa ti ha fatto Maurizio, so quali umiliazioni hai dovuto subire, so quale sia la tua sete di vendetta. So tutto! Grazie al cazzo, sono Donna Carmen, mica una scema qualsiasi! Tu vuoi trovare Maurizio? Bene, io ti aiuterò. Come forse qualcuno ti avrà detto, la nave su cui si trovi si chiama Love Boat, ed è il mio dominio assoluto. In questo momento, al termine di una crociera di due mesi, stiamo facendo rotta verso Los Angeles, dove sbarcheremo. Da lì, se vuoi trovare il tuo amico barista, dovrai noleggiare un elicottero presso il narcos argentino Pablo Ramirez detto Ochoarmadas, ricorda bene questo nome, e farti portare fino a Las Vegas, in Nevada. Proprio così, dopo averti bidonato Sauro si è recato nella città del vizio, del gioco e del peccato, per meglio condurre le sue attività inique. So che è là ma non so dirti in quale locale si trovi di preciso, quindi ti toccherà girare un po’“. E detto questo, Carmen si siede davanti ad un’elegante specchiera in quella che parrebbe essere alla fine la sua camera, e comincia a rifarsi il trucco. Ci siamo, Cucador. Ce l’hai fatta. Hai trionfato anche stavolta! Sei riuscito a sopravvivere alle insidie e alle mostruosità di Love Boat ed ora solo poche miglia nautiche ti separano dal tuo approdo sicuro in terraferma. Là potrai trovare un mezzo per raggiungere il Nevada e dare la caccia a Sauro Settebellezze detto Maurizio, quel miserabile figlio di puttana d’un barista che t’ha rovi-

nato la vita. Se hai il fegato di un vero Maestro Ramas e la voglia di affrontare nuove ed entusiasmanti sfide, non perdere la prossima eccitante e finale avventura di Squilibrio, intitolata: Las Vegas. FINE “Eh no! Col cazzo, bello!”. Chi è? Chi parla? Carmen! Ancora lei? Eh sì... “Ti ho detto poc’anzi che Love Boat è il mio dominio assoluto. Tu sei venuto qua a chiedermi le informazioni e io te le ho date, ma dalle nostre parti niente si fa per niente...”. E a queste parole, la bionda (tinta) fa scivolare via la vestaglia nera, restando solo in biancheria di pizzo. Deglutendo contempli le bocce (rifatte), le cosce (rifatte) e le braccia muscolose della donna... Cosa vorrà da te? Ehi, ora hai capito! Sesso! Evvai! Evvai? Eh beh sì cazzo, evvai: sarà anche un cesso degli anni ‘80 integralmente rifatto con scocca rinforzata e paraurti antistrappo, ma tutto sommato quella che hai davanti è una donna! Ora scoperai! Scoperai! SCOPERAIIIII!!! Oh cazzo... ti era sfuggito un dettaglio: le mutande in lattice che indossa Carmen non sono mutande normali... ma sono decorate con un enorme, nodoso e spaventoso cazzo gigante di gomma! “Hai pensato che volessi farmi scopare da te?”, ride Carmen, quasi leggendoti nel pensiero... “Neanche per idea brutto frocetto. Di norma mi servirei del mio Enzo Paolo ma ora voglio sperimentare qualcosa di nuovo. Preparati a subire una nuova PENETRAN-

TE esperienza...”. E detto ciò comincia ad avvicinarsi famelica. Saranno circa 45 cm. Non hai via di scampo. Che le danze abbiano inizio! Vai al 41. 126 Con un salto felino afferri uno dei nani strappandolo dal piedistallo e lo stringi tra le braccia con l’intento di strozzarlo e farti scudo con il suo corpo esanime. Il piccolo uomo non oppone resistenza, lo stringi tra le braccia con presa sicura, ma nella foga fai cadere la mascherina da chirurgo che gli copre il viso. Una visione impensabile ti paralizza: ti blocchi e lasci cadere la tua preda che subito si rialza in piedi a scappa a ripararsi dietro Chantal. Lentamente tutti gli altri nani si tolgono la benda da chirurgo dal volto, uno dopo l’altro, con la sapienza e i gesti misurati di una spogliarellista consumata. La visione che ti si para davanti agli occhi è agghiacciante: sono tutti identici a Jimmy! Tutti con i baffetti, il viso pieno di rughe e quel ghigno sardonico che tanto spesso hai visto sul volto del nano. Rimani impietrito, incapace di muovere un muscolo, dire una parola, quasi fossi finito in una dimensione parallela. Una voce stridula, che conosci molto bene, ti fa tornare in retti sensi. “Hai scoperto il nostro segreto”. È Jimmy che

parla ora, davanti a te. Il suo accento francese da gay effemminato è scomparso. “Ti presento la famiglia La Troia al gran completo: siamo 24 fratelli, tutti nani e tutti identici”. Incapace di gestire una notizia così sconvolgente ti lasci cadere a terra. Vai al 63. 127 Ti aggrappi alla corda con la fiera sicumera di Indiana Jones e punti la pistola verso il contrappeso. “Porta i miei saluti a Tutankhamon, stronzo!” reciti serioso imitando la voce (doppiata) di Kurt Russel. Ormai ti sei calato appieno nel ruolo dell’eroe del cinema e vuoi vivertela fino in fondo. Dopo aver detto quella frase, che lascia di stucco Robert Fats, spari al tratto di corda che tiene fermo il famoso contrappeso, aspettandoti di venire verricellato verso l’alto, verso la tua via di fuga. Invece resti fermo come un cazzone e il contrappeso precipita verso di te, e non era un contrappeso, bensì un pesantissimo prosciutto che ti centra in pieno sull’occhio sinistro, facendoti stramazzare al suolo mugolando per il dolore. “Bwhuahua sei meglio di Carlo Pistarino!” sghignazza Gordos assistendo alle tue imprese. Che pezzo di merda! Gliela farai vedere! Con l’occhio tumefatto e sanguinante, ti rialzi, prendi la mira e spari ad un altro contrappeso. Fats non capisce: “Embè?” ti guarda attonito. Anche stavolta un

prosciuttone precipita, però direttamente in mezzo alle sue gambe informi. “AAARRGH!” urla colpito in pieno al suo inimmaginabile apparato riproduttivo, un dolore che non osi neanche stimare. “Porc... ******* uccideteloooo!” grida Fats mulinando le sue manone, ma ora hai capito come fare. Spari all’ennesimo tratto di corda e stavolta mentre il prosciutto precipita (cogliendo in pieno una guardia del panzoide, tra l’altro) finalmente sei issato verso il cielo a velocità elevatissima. “Maledetta sia la tua progeeeenie, ti troverò ovunque tu andraaaaaiiii” è la maledizione che ti lancia Fats mentre voli via. Molli la corda e in quattro salti raggiungi l’apertura che è poi l’inizio di un piccolo tunnel che ti consente di riemergere sul ponte della nave. Cerchi di ascoltare come vanno le cose di sotto. “Cercatelo, dovete prenderlo ovunque! Ormai sa troppe cose di L.I.E.V.I.T.Y., non può restare vivo! Setacciate tutta la nave! Lo voglio qui! SUBITOOOOO!!!” è l’urlo disperato del tuo nuovo nemico giurato, Robert Fats! Sei riuscito a scamparla ma le cose per te si fanno difficili. Non è il massimo trovarsi su una nave in mezzo all’oceano con uno squadrone di neonazisti alle calcagna. Continua l’esplorazione normalmente, tranne quando ti si chiede se sei inseguito dai nazisti o meno. In quel caso, ogni volta, dovrai andare al paragrafo indicato dal testo. Ora allontanati rapidamente andando all’86.

128 Un’improvvisa illuminazione ti colpisce: il numero di telefono di Catramaro potrebbe nascondere un codice! Sommi tra loro le cifre e ottieni 128. Afferi il ricevitore dell’apparecchio abbandonato lì sulla console e componi il numero. Non accade nulla. Del resto non si è mai visto un numero di 3 cifre, a parte quelli di soccorso... Che idiota sei stato a pensare di aver svelato chissà quale enigma! Stai per riagganciare quando una voce registrata improvvisamente rompe il silenzio: “Ha chiamato il numero verde SOS Catramaro: il costo della chiamata è di 58,50 Euro al minuto da fisso. Le tariffe variano da mobile a seconda dell’operatore utilizzato, ma comunque non superano mai l’economicissimo tetto massimo di 243,66 euro al minuto. Se vuole farsi sodomizzare via telefono prema 1. Se vuole conoscere le date dei prossimi concerti di Catramaro prema 2. Se vuole parlare con un operatore prema 3”. Cosa fai? Riagganci il telefono e abbandoni questa assurda stanza? 21. Ti lasci tentare dalla sodomia telefonica? 70. Vuoi conoscere le date dei prossimi concerti di Catramaro? 107. O decidi di parlare con un operatore? 28.

129 “Ehi pagliaccio, cos’è che dicevi della mia scimmietta? Eccoti servitoto! Caterina, vai e fà un succhiotto come piace a te!!”. La scimmia sembra impazzire: il tuo ordine l’ha resa euforica, inizia a saltare in preda alla gioia, poi si lancia contro l’uomo. Un balzo. Neanche il tempo di scureggiare per la paura, che Caterina raggiunge l’uomo e si avvinghia tra le sue gambe. Non si degna neanche si sbottonargli i pantaloni, ma glieli lacera con il coltello da Rambo. Quanto non vorresti essere ora nei panni del tedesco... Una pratica macabra sta avendo inizio: la scimmia inizia a succhiare con violenza il cazzo dell’uomo, ma dalla sua espressione capisci che la cosa non deve essere piacevole. Come un cobra inietta veleno nel corpo delle proprie vittime, così Caterina ha iniettato qualcosa nel corpo dell’uomo e lo ha paralizzato, e continua a succhiare, e a succhiare, e a succhiare... L’uomo inizia ad atrofizzarsi, il suo corpo si sta disidratando. Nel giro di pochi minuti il tedesco cade a terra: è ridotto a poco più che una misera salma. Caterina invece si lecca soddisfatta: sembra aver gradito. Dopo aver ripreso il controllo della situazione, ti avvicini alla tua complice e la ringrazi. “Se hai ancora bisogno di me, non devi fare altro che premere nuovamente quel pulsante... ho una voglia di dispensare giustizia che tu neanche immagini... E poi, non ho ancora sfoderato il mio calcio rotante

alla Chuck Norris...”. Quanto è autocelebrativa sta scimmietta del cazzo!! Inoltre, non ricordavi che parlasse così bene: evidentemente ha fatto progressi da gigante dall’ultima volta che l’hai vista. La congedi ringraziandola e ti prepari ad esaminare la nave. Sei riuscito a scamparla ma le cose per te si fanno difficili. Non è il massimo trovarsi su una nave in mezzo all’oceano con uno squadrone di neonazisti alle calcagna. Continua l’esplorazione normalmente, tranne quando ti si chiede se sei inseguito dai nazisti o meno. In quel caso, ogni volta, dovrai andare al paragrafo indicato dal testo. Vai all’86. 130 Decidi di rischiare di fare la figura dell’idiota e continui a parlare in versi con questo tizio. “Oh Demone dell’Arte, dei tuoi segreti mettimi a parte! Giro per questa nave da un botto e ti confesso, mi sto cagando sotto! Ho bisogno di informazioni, c’è chi mi vuol incastrare, sai darmi delle indicazioni o almeno dirmi dove posso andare?”. Osservi il Poeta ghignare soddisfatto di fronte alla tua performance... “Si, si, non c’è male” - borbotta - “un po’ grezzo, ma certamente un’anima eletta in mezzo a questa nave di bifolchi”. Il Demone dondola la testa squadrandoti, poi si scioglie in una parodia di un sorriso. “Ho deciso caro collega, ti aiuterò senza fare una piega! Per guada-

gnarti il mio apporto prezioso dovrai dimostrare il tuo talento impetuoso! Sottoponi dunque la tua ricca favella al cimento poetico, la prova più bella! Non guardarmi così, come fossi un coglione, rispondi alla rima con precisione!” Ormai non puoi più tirarti indietro devi sottostare alle richieste del Demone e affrontare il cimento Poetico. Il folle poeta ti guarda, come stesse soppesando le parole, poi parte: “Completa questa prima strofa: declamar poesie è cosa deliziosa, non c’è sulla terra arte più graziosa, in questo nostro cimento che si vinca o che si perda, chi prevale è la poesia più appagante della...” Completa il versetto con una parola appropriata: quale parola si adatta meglio per chiudere l’orrenda quartina? Urli con tutto i fiato che hai in gola “merda!” 51. Oppure chiami in causa Franco Lerda, ex centravanti di Torino, Brescia e Cesena??? 32. 131 Il sacerdote, ehm cioè, la sacerdotessa, insomma, quel coso lì, ti guarda a metà tra l’incuriosito e l’incazzato, come aspettandosi una giustificazione per la tua intromissione. “Ehm, scusi capo, sono un passeggero della nave, da anni sognavo di imbattermi in un’intera piscina piena di - lei lo sa cosa - e così sono stato indirizzato qui da un cameriere del bar... Devo dire che è una sensa-

zione nuova, interessante”, dici e dopo esser sceso a mollo con “l’acqua” fino alla gola accenni malamente due bracciate di stile libero per giustificarti; purtroppo rischi di annegare malamente e bevi anche un po’. “Interessante - parla finalmente il sacerdotesso/a - Non mi riferisco ovviamente alla tua scusa appena biascicata, alla quale non crederebbe nemmeno quel coglione di Winnie Pooh. Dico invece, è interessante che tu sia arrivato fino a questo punto di Love Boat, e non mi riferisco solo a te, stronzo d’un protagonista, ma certamente ce l’ho anche con te, stronzo d’un lettore! Evidentemente oltre ad essere un gayforme di alta schiatta hai anche qualche dote nascosta, ma nascosta bene... Mi chiedo cosa dovrei fare di te...”. E detto ciò, comincia a riflettere, battendo il piede ritmicamente. Se hai due proiettili, vai al 46. Altrimenti, il sacerdotesso si incazza misteriosamente. “Devo farti fuori - ringhia - ecco cosa devo fare di te, stronzo!”. E detto ciò, tira una leva che fa aprire una botola sotto i tuoi piedi. Vieni aspirato via tra le risate dell’uomo (donna?) e precipiti in un tunnel a velocità clamorosa. Il condotto termina in una stanza spoglia della nave. Sputi un po’ di piscio e cerchi di schiarirti la vista... Riesci a vedere solo la porta di un ascensore, una sorta di tavolo e un uomo chino che pare stia cercando qualcosa. Vai al 7.

132 “Ottima scelta fratello...”, sghignazza l’uomo, quindi ti offre la fiala ed inizi a berla. “Va assunta per via orale, ma ti avverto: il primo getto di sperma può essere letale... Lo sperma agricolo ha il 40% di ammino-peptine in più di quello normale e contiene bioptina, una sostanza in grado di dilatare anche il cemento armato. Se il primo getto è troppo forte il tuo cazzo potrebbe essere attraversato da un fiume di sperma con pressione pari a 400 atmosfere. Pressioni come questa disintegrano anche i muri maestri dei grattacieli, figuriamoci la pelle elastica del tuo membro... le tue vene scoppierebbero come bolle di sapone... Avverrebbe il famoso fenomeno della rarissima “esplosione del cazzo”, che tutti gli scenziati ammirano per l’aspetto tecnico del fenomeno, ma che tutti gli uomini temono per il susseguirsi drammatico degli eventi...”. Lo guardi, paonazzo, mentre l’ultima goccia del liquido penetra nel tuo esofago. Rimani immobile... un coglione con una fiala in mano... “Ma porc... e ora me lo dici? Potevi dirmelo ad esplosione avvenuta?”. Le tue mani iniziano a tremare: la pressione sanguigna del tuo corpo inizia a concentrarsi tra le tue gambe, sempre di più, sempre di più... Ora hai paura: il tuo membro è ormai diventato il punto più pesante del tuo corpo, un’implosione sarebbe una tragedia... “Dai, abbi fiducia in te stesso... questo è un test: superato questo, entrerai nel

florido commercio dello sperma agricolo...”, continua lui, tipo cantilena. Ma ormai non lo senti più: le vene del tuo organo sessuale si stanno dilatando come il buco del culo di uno struzzo dilatato con pinze idrauliche... lo senti gonfiarsi oltre il normale, senti un immondo fluido. Il cuore è arrivato a 270 battiti al minuto, i tuoi ventricoli non ce la fanno più e stanno sviluppando tanto calore da sciogliere 50 metri cubi di ghiaccio... ormai il tuo cuore sta lavorando solo per lo sperma, le altre tue funzioni sono ormai andate a puttane!! Sono i secondi più terribili della tua vita. Lancia due dadi: se ottieni un numero compreso tra 4 e 10 vai al 62. In caso contrario vai al 103. 133 Entri nella sala giochi: c’è un sacco di gente qui. Ti avvicini ad uno dei tavoli, ed osservi incuriosito un uomo chinato su se stesso, quasi sicuramente ubriaco. Sta borbottando qualcosa: ti avvicini estasiato. A quanto pare è impegnato in un monologo di bestemmie abbastanza serio. Seduto sulla sedia di un altro tavolo, c’è un uomo che ha ancora le proprie carte da poker in mano: le osserva, le mischia continuamente. Ma è da solo... “Che coglione...”, pensi tra te e te. Lo osservi attentamente: chissà da quanto tempo si trova così... Una colata di mocciolo scende dalle sue narici, stile stalattite: una piccola pozzetta si è

formata alla base del tavolo. Poco più a destra, vedi un uomo scalzo intento a rovistare sotto i tavolini. Tutta bella gente, insomma. Quel barbone che chiedeva l’elemosina in Romania, tossico, colpito da tubercolosi, muto, zoppo e monco se la passava decisamente meglio di questi esseri monocellulari... Se vuoi avvicinarti all’uomo impegnato nel suo monologo di bestemmie, vai al 108. Se vuoi avvicinarti all’uomo con le carte in mano, vai al 143. Se vuoi avvicinarti all’uomo scalzo, vai al 7. Se vuoi reperire informazioni in modo più dignitoso, ed invece di chiedere a questi mongospastici preferiresti ingoiare cinque secchi di vermi affogati con merda di bradipo, vai all’86. 134 “ Bongiur mio caro vecchio amicone Jimmy...”. “Jean-Jacques!” - ti fulmina il nano con un grido sgraziato e perentorio - “Jean-Jacques sè il mio nom. Je non so chi es questo Jimmy di cui tu parl, je m’appel Jean-Jacques!”. “Sì, Jean-Jacques” balbetti. È chiaro che il nano si è fottuto quella parvenza di cervello che gli era rimasta. O forse cambiare identità gli serve per qualcuno dei suoi sordidi traffici. In ogni caso decidi di non contrariarlo. “Scusami caro Jean-Jacques, ogni tanto faccio confusione con i nomi, sono un povero coglione...”

ti senti dire. Incredibile, ti stai appecorando di fronte a questo nano del cazzo! Il tuo orgoglio freme, ma ti contieni. “Nessun problem, mon amì, sono cose che possono accader tra noi homme du monde. Come je posse aiutar? Una permantente? Un massage?”. Lo sguardo di Jimmy non ti piace, la tua gaffe deve averlo contrariato. Ha una luce minacciosa negli occhi e mentre ti parla sbuffa e picchia incessantemente il piede per terra. Inoltre uno strano tic gli fa sbattere senza sosta l’occhio destro. Il nano si sta dirigendo di soppiatto verso una tenda color porpora, sei certo che ha in mente qualcosa. È il momento di agire. Sei ancora in tempo per uscire di filato dal negozio e tornare sul ponte (86). In alternativa puoi cercare di saltare addosso a uno dei nani parrucchieri e prenderlo in ostaggio (126). Oppure affrontare direttamente Jimmy e dargli la lezione che si merita (104). 135 Nella stanza devono essere rimasti in pochi, li senti parlare tra loro di cosa può essere successo, mentre alcuni sono andati a chiamare una delle guardie della nave. L’odore del sudore è devastante, ti sembra di es-

sere in uno spogliatoio dopo una partita di rugby e ti viene in mente quella volta che dopo la festa di carnevale in cui ti eri vestito da squillo eravate andati a festeggiare con quella gattona con due tette da sballo al piccolo stadio della città, volevi farlo sull’erba, conquistarla alla luce dei riflettori e sentivi che era l’occasione giusta per perdere la tua ventennale verginità. E mentre lei ti aspettava sulle gradinate eri scivolato un attimo negli spogliatoi per pisciare e preparare il cobra al suo primo vero assalto quando avevi scoperto che la locale squadra di rubgy era rimasta a bere e disperarsi per aver perso il campionato. Ubriachi, incazzati e sporchi avevano visto questa bionda disponibile entrare in spogliatoio e ti avevano aperto un nuovo traforo del sanbernardo nel culo. Più e più volte. Mentre una lacrima di malinconia ti scende al ripensare a quei bei tempi andati devi decidere se tener duro li dentro o uscire e confessare tutto. Resisti all’83, o cedi ed esci al 115? 136 Beh, direi che sto figlio di puttana ha rotto i coglioni a sufficienza, non credi caro lettore? Estrai la spada di Loge Skyrunner, che nel frattempo avevi nascosto sotto il tuo vestito (ok, adesso vieni a dirmi che non avevi la spada... però io ti dico che ce l’hai e che l’ho deciso adesso,

quindi niente smancerie e leggi, prima che cambio idea!!), e con due colpi netti gli recidi le gambe. Privo del suo sostegno, il cuoco cade a terra. “Ehi, gambazoppa, come ti senti?”, lo apostrofi, accompagnando le tue frasi con una sinfonia mista di rutti e scuregge per deriderlo. “Ah... tiè!!”. Proooot!! E giù una scureggia. Proooot. Giù un’altra scureggia. “Senti questa eh...”. Prrrroooooooooooooottttt. “Alla faccia tua, zoppo!”. Il cuoco è disperato. Ti volti intorno, ma la spada sembra scomparsa nel nulla. Ti avvicini al bancone ed afferri il telefonino del cuoco (segnalo nel registro). Esci dalla cucina soddisfatto, ma sulla soglia ti imbatti in un essere abominevole che ancora non avevi visto: alto almeno 2 metri e 30, peloso, barbuto, più possente di un bufalo. È lo chef, cazzo!! Andrè the Giant, famoso campione di Wrestling, al confronto è un povero smilzo... Ti sbuffa contro: il suo respiro sembra fatto di particelle incazzose, la sua espressione è torva. Intorno alla sua figura si sviluppa uno strano fumo allucinogeno. Fa veramente paura. All’improvviso: intuizione geniale... Un essere di queste proporzioni avrà un pisello sviluppato di conseguenza: sicuramente sarà un fanatico, pensi tra te e te. “Ehi capo, scommetto che ho il pisello più grosso del tuo”, lo provochi. Hai un preciso piano in testa. “Avanti, non fare il timido... dai, inizio io a farti vedere il mio”. Ti abbassi i pantaloni e poggi il tuo membro su un vassoio per farglielo

vedere. “Impressionante...”, risponde lui con un vocione cavernoso e pesante, tanto basso da spaccare tutti i bicchieri di cristallo compresi entro cinque metri di raggio. “Ora guarda la possenza...”, continua con il vocione cavernoso. Si abbassa i pantaloni, afferrando con le due manone un pacco mastodontico. Si avvicina al tavolo di marmo e, togliendo le mani, ce lo sbatte sopra: “Ti presento Bufalo”. Un tonfo sordo: la lastra di marmo si inclina. Rimani sbalordito da tanta abbondanza: due palle rugose e flaccide, grandi ciascuna quanto una noce di cocco, un pisello che sembra una proboscide. Peserà almeno dieci chili. Solo ora ti accorgi che lo chef ha una gobba non indifferente. E grazie al cazzo... per reggere quel pisellone sarà costretto a portare un paio di mutande di cemento!! Non ci sono dubbi: Bufalo fa veramente impressione. Se gli chiedi scusa per la tua arroganza, e ti inginocchi per chiedere pietà, vai al 9. Se invece gli fai presente che, nonostante le misure, il tuo è in ogni caso più bello e maneggevole, vai al 47. 137 “Vada per la topless-DJ!” urli come un esaltato. “Ottima scelta gallo! Via allo spettacolo!”. Il locale improvvisamente diventa buio e una musica martellante, house della peggiore specie, comincia a

trapanarti il cervello. Ti sei posizionato proprio accanto a una cassa, e il volume altissimo ti rintrona. Sei incapace di muoverti e non riesce a capire nessuna delle parole che ti sta urlacchiando Pino, che balla come un indemoniato di fronte a te e ti dice qualcosa. Ombromanta sale lentamente sul palco e comincia a dimenarsi lanciando degli urletti sgraziati. Deve avere almeno 65 anni, è flaccida e grassa, e sul viso ha un quintale di cerone che si sta sciogliendo sotto il calore dei faretti. La senti urlare delle frasi che sembrano prese di peso da una discoteca anni ‘80: la vecchia vacca si rivolge a un pubblico immaginario. La stanza è vuota ci sei solo tu, e la cosa ti lascia interdetto. La musica viene ulteriormente alzata, senti i sensi venire meno, fa caldissimo. Ombromanta vuole dare l’idea di essere rapita dalla musica, cerca di muoversi come fosse indemoniata, ma l’età avanzata le impedisce evoluzioni complesse. Finisce solo per roteare le braccia, il suo lardo trema come fosse gelatina. Lo spettacolo è nauseante: improvvisamente la topless-DJ lancia un urlo più alto degli altri e, con l’ovazione di Catramaro, si slaccia il reggiseno e te lo lancia. Con l’indumento in testa, tipo cuffia della nonna, rimani impietrito ad osservare due seni malamente rifatti, tondi come palle da bowling e pieni di cicatrici. Ti sembra di osservare due meloni andati a male. Sarà per la musica, per l’odore nauseabondo di sudore che proviene dal reggiseno che ti pende dalle orecchie o per lo spettacolo orrendo

che ti si para davanti agli occhi, con le tette tremolanti e grinzose di Ombromanta che ballonzolano, che finisci per non riuscire a trattenere lo schifo. Vomiti tutto quello che hai in corpo, con un paio di copiosi fiotti, quindi svieni. Quando ti risvegli ti ritrovi in una stanza buia, vagamente familiare, con accanto Enzo Paolo Turchi. L’ultima cosa che ricordi è che eri uscito il sabato sera con l’intento di rimorchiare... Hai dimenticato tutto quello che è successo sul Love Boat! Inoltre sei stato derubato di tutto, devi cancellare dal registro tutti gli oggetti e i soldi che avevi trovato. Se ti era stato comunicato qualche verso della quartina hai dimenticato anche quello. Insomma, devi ricominciare dal paragrafo 1! 138 La donna ti guarda con odio... Mmmhhh, anzi, ora che ci fai caso non si tratta di una donna, ma in fondo neanche di un uomo... E allora che è? Boh, una sorta di via di mezzo, diciamo. Un ibrido, ecco. Comunque ora hai tutta la sua attenzione e riesci a vedere bene i suoi lineamenti, rimanendone sconvolto. Hai di fronte una specie di nano maligno, con una nera barba incolta, espressione melliflua, aria da zotico epperò assurdi, inspiegabili, lunghi capelli biondi riccioluti, che farebbero impallidire la chioma della Clerici! “Ah ehm.. - bofonchi - Salve sono il sostituto dell’addetto al controllo della temperatura dell’orina,

che è a casa con l’ittero. Ho effettuato le mie misurazioni, e in base al responso dei miei strumenti le dico che sì, Ok! Il piscio è giusto! Adesso per cortesia se volesse indicarmi l’uscita, sa sono nuovo del posto e alle 18:00 ho un controllo della pupù a casa Borghetti..”. Devi ammettere che la tua sceneggiata è degna di Marlon Brando, sei sicuro di avere gabbato l’essere deforme! Ma le sue parole successive fanno vacillare le tue certezze. “Miserabile pezzo di merda”, sibila l’asessuato. “Come osi profanare il tempio di Prodo Baggins, sacerdote capo della setta di Carmen l’Eletta e venditore di mobili alla bisogna? È evidente che oltre ad essere un dannato gay sei anche un estraneo e nemico della nostra Confraternita, altrimenti avresti saputo che la sostanza su cui stai sguazzando non è certo piscio, sebbene ne abbia l’aspetto, l’odore e credimi, anche il sapore, bensì il Succo Sacro prodotto dalla nostra Signora e che noi della Congrega siamo soliti bere e spalmarci sul corpo per trarre immortalità ed eterna giovinezza MMMMMUUUUOOOOAAAAHHHH! Non so come tu abbia fatto ad arrivare fino a questi sacri e nascosti anfratti di Love Boat, certo è che non camperai abbastanza per svelare a tutti il segreto!”. Con un ghigno satanico Prodo Baggins fa per tirare una leva: sei sicuro che ora si aprirà qualche botola che nascondeva un fossato con i coccodrilli, così azzardi un paternoster intervallandolo con qualche madonna. Ma atten-

zione, qualcosa va storto: la botola in effetti si apre, ma non sotto i tuoi piedi, bensì sotto quelli (che calzano sandalacci maleodoranti) dell’uomodonna! Prodo Baggins sembra precipitare ma riesce ad aggrapparsi al ciglio con una mano! “Ma porc.. putt...” sacramenta da dentro la botola. Fai un gesto di esultanza ma troppo presto: con uno scatto di addominali l’uomo si tira su fino all’altezza del petto e sghignazzando rumorosamente aziona una leva vicina alla precedente. Stavolta la botola è quella giusta e così precipiti in un cunicolo quasi verticale con un gorgo di piscio e le demoniache risate del sacerdote che si perdono dietro di te. Approdi in una stanza interna della nave, molto alta e scura, e completamente spoglia: davanti a te riesci a vedere solo un ascensore, chiuso, e là vicino un tale che si aggira a capo chino, come se stesse cercando qualcosa caduto sul pavimento. Vai al 7. 139 Il tuo piano sembra riuscire: quando spari un colpo in aria ed uno quasi ad altezza uomo le guardie si ritraggono, capendo di avere a che fare con un pazzo pronto a tutto. Rapido ti lanci verso la porta correndo come un razzo, anche se ti giri un attimo per correre all’indietro sparando un altro colpo per tenere lontani quei bastardi. Hai raggiunto la porta che spalanchi con un calcio e ri-

chiudi altrettanto violentamente. Fai per girarti e le sensazioni che avverti sono due e rapidissime. Luce. - Stock! Buio. Vai al 19. 140 Non può durare, esci dal tuo nascondiglio rotolando a terra, tossendo e sputando, ma almeno sei ancora vivo. Ti guardi attorno. Tre uomini ti osservano in cagnesco mentre cerchi di rialzarti per dare una giustificazione. Uno di loro si avvicina e ti assesta un cazzotto che non dimenticherai facilmente. “Hai ucciso anni di ricerche, bastardo!”. “Ci sono voluti anni ed anni di esperimenti per creare di nuovo quel colore di capelli, simbolo unico della vera razza ariana, ed ora, a causa tua, è tutto andato perduto!”. “Ma la pagherai per questo, carogna” - si rivolge agli altri due, che noti avere lo stesso colore di capelli di quello che ti ha parlato. La lingua è decisamente tedesco e dopo poche parole i suoi compagni reagiscono con prontezza, avvicinandosi minacciosi. Urge una decisione molto rapida! Se sei pronto a spaccare il culo a questi energumeni, affrontali al 113. Se viceversa non hai esattamente il coraggio di un leone e preferisci svignartela, corri al 18.

141 “Bah, come succhi tu è una merda. Fai schifo!” esclama Tuòrl dopo meno di 30 secondi. “I pompini vanno fatti con le labbra rigide! Amico mio maharras, rigide le labbra, rigide!”. “Il pompino, l’ingoio, addirittura gli spogliarelli, sono forme d’arte” - continua l’enigmatico personaggio - “Vorrei precisare, maharras, che io mica me le trombo, le spogliarelliste!! Vabbeh, una sì, ok, ma nn c’ entra! Quelle sono artiste, fanno vero e proprio metateatro, perchè, concorderai con me, rompono la barriera attrice-pubblico, insomma... coinvolgono il pubblico in maniera attiva!!”. In maniera attiva ti tirerei una coltellata negli occhi, pensi tra te e te. Davvero non riesci ad inquadrare Tuòrl, non riesci a capire se sia davvero così imbecille o se faccia apposta. Tant’è... “Ma, anche se hai la faccia da coglione e succhi il pisello davvero male, mi stai simpatico! Mi ricordi un certo Ald, amico mio, gran chiavatore, non passa giorno che non si monti una bella e giovane figa... Dato che abbiamo gusti sessuali completamente opposti, spesso discutiamo di tale argomento, ma devo ammettere che è pur sempre un brav’uomo!”. Ma come, pensi, questo Ald si tromba belle e giovani fighe e lui afferma di avere gusti sessuali opposti??!!! Bah. Inizi a sentire puzza di bruciato... “Forza bambine mie, entrate!” - esclama Tuòrl a gran voce!

Oh cazzo mannaro!!! Le porte di ingresso si aprono e te vedi... Una! Due! Cinque! Dieci! Venti! Una ventina di vecchie ottantenni completamente nude entra nel salone! Le rachitiche vegliarde si posizionano sulle sdraio a bordo vasca e, aprendo quel vetusto paio di gambe piene zeppe di pustole e vene varicose che si ritrovano, iniziano a sgrillettarsi allegramente la marcescente cioccia! “Non trovi, maharras, che siano incantevoli? Che splendore che sono! Rugose, ingiallite dallo scorbuto, la pelle screpolata, le vene gonfie, l’occhio vitreo, i piedi deformi pieni di calli! Che corpi, che poesia, che visione sublime, questa è arte, amico maharras, questa è A-R-T-E!!!!” . Oh mio Dio, questo è pazzo! Non hai mai visto nulla di così rivoltante! “Lascia che però, in mezzo a queste splendide creature, ti presenti la mia incantevole fidanzata! Ritaaaaaaaaaa, Ritaaaaaaaaaa! Vieni qua daiiiiiii!” - urla Tuòrl come una cornacchia in calore. Non vuoi credere ai tuoi occhi! Una botola segreta si apre dal fondo della piscina ed un sarcofago simile ad una bara emerge dalle acque... “Caro amico, ti presento Rita, la mia fidanzatina. Su Rita, presentati al nostro ospite”. Noooooooooooooo!!! Clamoroso!!!!!!!!!!! Quella vecchia che giace nel sarcofago è morta stecchita!!! La pelle è in avanzato stato di decomposizione, e neanche un filo di vita esala da quel corpo ormai marcio e putrefatto!!! Vedi vermi lunghi 15

centimetri uscire inesorabili dai bulbi oculari!!! Nooooooo!!! Incredibile!!! Una gigantesca tarantola pelosa ha nidificato nell’utero della vecchia!!! Una ragnatela enorme costruita tra le grandi labbra del cadavere ospita l’enorme ragno e una colonia di larve ancora racchiuse negli ovuli!!! Allucinato da tale schifo, non riesci a reagire quando Tuòrl, visibilmente alterato, ti ruzza via con immane violenza! “Siiiiiiiiiiiiii Ritaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!! Amore mio!!!!!!!!!!! Fatti trapanare dal mio giovane cazzo!!! Siiiiiiiiiiiiii!!!!!!! Siiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!”. Il pazzo necrofilo inizia a penetrare la decrepita vagina della defunta, con una tale foga che persino il pericolosissimo ragno fugge via terrorizzato, abbandonando la sua prole alla furia inconsulta di quel pene impazzito! Stai per vomitare! Cosa fai? Non vuoi apparire sgarbato, e decidi di unirti al necrofilo sabba infilando il cazzo in bocca al cadavere? Vai al 57. Fuggi via più in fretta che puoi, passando per l’unico percorso disponibile, ossia sul lato dove quel gruppo di vecchie nudiste ottantenni sorridenti ti lanciano occhiate erotiche dalle sdraio sulle quali sono adagiate? Vai al 44. 142 L’autore ti ritiene la reincarnazione di Saddam Hussein.

Le forze alleate bombardano Baghdad. Muori. 143 Ti avvicini allo strano individuo e ti siedi al suo stesso tavolo. È rivoltante: una densa colata di mocciolo sta scendendo dal suo naso e si sta incrostando sul tavolo. Disgustato, stai per alzarti quando l’uomo inizia a parlarti: “Non pensare male... io sono sanissimo: è solo che sono una cavia umana. Questo è uno degli esperimenti che sto compiendo per la Minchias University: si tratta di un batterio preso per via anale. Lo scopo è quello di generare strutture portanti per edifici costituite da materiale organico”. Osservi disgustato il mocciolo di questo pazzoide: si sta cristallizzando davanti ai tuoi occhi, e nel giro di pochi secondi diventa duro come il cemento. “Ecco vedi: edilizia moderna... Materiale per la bioarchitettura... Ah, quanto sarà bello il futuro...”. Sei rimasto senza parole. L’uomo capisce di aver attirato la tua attenzione, e continua. “Ora stiamo sperimentando l’iniezione di una sostanza gelatinosa nelle vie urinarie, in grado di farti pisciare con l’effetto schiuma, e di un’altra sostanza da assumere per via orale, in grado di far cagare merda profumata in piccole palline ovali, da impacchettare e vendere ai produttori di rose. Un’altra sperimentazione gustosa è quella che permette al mio cazzo, durante l’atto

sessuale, di vibrare, mentre lo sperma che ne esce è composto da un collagene stimolante in grado di generare nelle donne una serie tremenda di orgasmi che le portano al collasso cardiaco nel giro di pochi minuti. Ultimamente sto sperimentando un nuovo stimolatore per i testicoli: si tratta di un virus che obbliga i testicoli ad emettere sperma. Un mio amico ci si è sentito male per la troppa eccitazione ed è entrato in coma. Pensa che è stato ricoverato all’ospedale che ancora continuava ad eiaculare... Hanno dovuto attaccargli una sonda aspiratrice per svuotarlo... Povere infermiere, non puoi capire che imbarazzo... E tu, che ne dici di entrare a far parte della Minchias University? Ho pronto un nuovo vaccino per la produzione a scala mondiale di una nuova sostanza: lo sperma agricolo!!! Si tratta di un liquido che, una volta espulso dal corpo, può essere utilizzato per produrre intere piantagioni di eucalipti modificati geneticamente, dai quali ottenere una nuova droga raffinata, 10 volte più potente delle droghe conosciute. Il liquido è così concentrato che può essere anche utilizzato come carburante nei trattori, ma anche come diserbante. Insomma, una vera innovazione. Vuoi provare?”. L’uomo allunga una fialetta contenente un liquido rosso. Se vuoi diventare anche tu un produttore vivente di sperma agricolo, vai al 132. Se invece preferisci allontanarti da questo folle e degenerato esempio di cavia umana, non ti resta

che tornare sul ponte. Vai all’86. 144 “Ora basta brutto stronzo!” - ringhi afferrando improvvisamente Tuòrl e stringendogli il collo in una morsa mortale con il tuo fiero braccio. “Voglio andarmene da qui” - continui - “E voglio farlo senza dover scopare nessuna anziana, senza subire “lezioni” da queste miserabili vegliarde, senza il tuo fottuto metodo M.A.H.A.R.R.A.S., e soprattutto senza dover prendere cazzi in culo o in bocca!”. Quest’ultima richiesta lascia tutti un po’ esterefatti, ti guardano come se non avessero capito la battuta, ma ormai hai imparato a non fidarti più di nessuno su questa maledetta nave! Comunque non appena le anziane capiscono che il loro folle capo è in pericolo, cominciano a muoversi come un sol’uomo, anzi, come una sola vecchia. Sandra Milo, Iva Zanicchi, Amanda Lear, Rosanna Cancellieri, Katia Ricciarelli e Anna Maria Barbera fungono da ufficiali, dirigendo le febbrili e rapide operazioni di quell’esercito di megere che il Conte aveva con sè. Compaiono improvvisamente lance e spade, costumi d’epoca romana, medievale e rinascimentale, e la cerchia comincia a stringersi intorno a te. Sei preso completamente alla sprovvista. Tutte le pensionate ammuffite sembrano avere un’aria abbastanza incazzata. “Non fate scherzi, sennò il Conte muore”, gridi come in un vero film d’azione, sentendoti un po’

Van Damme. “Se il nosctro protettrore e patrone defungee - ti ringhia però Sconsolata di risposta ti soddoporemmo a tordure della peggiorissima speciue, ti facciuamo crepère di dollore anale... anele... inzomma, al bucio di culo”. Merda, la situazione è bloccata. Forse puoi tentare di raggiungere l’uscita muovendoti pian piano e sempre con Tuòrl stretto a te... Accenni qualche passo ma le megere si stringono ancora più inferocite: è chiaro che non hanno alcuna intenzione di farti uscire vivo da lì! Intanto il tuo ostaggio, che non ha detto una parola, sembra farsi più pesante. Lo guardi un istante e capisci perché: è svenuto, ha perso i sensi dopo essere rimasto senza fiato ed ora lo stai trattenendo a corpo morto! Adesso cominci ad avere paura. “Mannaia il clerooo!” grida la soprano Ricciarelli, infrangendo certi vetri. La Zanicchi emette un rumoroso peto e poi esclama: “Ma sei proprio uno stronzo! Adesso ti facciamo il culo a strisce e poi ti vendiamo a tranci a OK il prezzo è giusto!”. La schiera si avvicina, tutto pare perduto. Molli il corpo esanime del necrofilo e fai per estrarre la tua arma (che non hai). La Cancellieri sta per scagliarti il primo fendente di spada quando accade l’imprevisto: Tuòrl comincia a parlare, tossendo mentre riprende fiato. “Minkia se sono bevuto e fumato - bofonchia barcollante - porri e vino... e birra... e rum... e devo kiavarmi una tipa d trorino... qlla ke faceva i pomini a me, intendo... minkiia se sdoneo sbruoenxo...

rinkrazia ke sono ubriaco se no tu menavo... prendevo la spads e ti nemavo!”. Ma che cazzo dice? Come minchia parla? Gli è andato completamente in pappa il cervello già fritto per metà? “Ti” - continua imperterrito, cercando di rialzarsi “sei maaras kebir... te l’go dittuo in igiziano... tu siei marras... sciarmutta... midnache... frociaio di mentricda... ti vofgio bene peròò... vado ciauo ke arriuvanp òe le troice... devop scuopare... dopo ci sentiamo percjè tu amico... sei tronzo ma amico... dai, vengo fa te a brescia a c asa tua”. E dopo quest’ultimo delirio Tuorl si schianta sul pavimento semisvenuto, ruttando un istante dopo. “Veramente non abito a Brescia!”, è la prima cosa che ti viene da pensare! E cmq tutto quello che hai capito è... che non hai capito un cazzo! La cosa più strana è che ora le indegne amazzoni si scansano, e ti lasciano libero il passaggio. Sembrerà incredibile, ma puoi filartela: sei salvo! Vola all’86. 145 Il tuo animo checchesco non si smentisce mai, decidi di infilarti nel ponte coperto ed recarti al centro benessere. Appena arrivi di fronte all’entrata rimani basito... il nome del negozio di ricorda qualcosa: “Centro Estetico Bel Nano”. Ma che cazzo di nome è? Chi mai potrebbe voler chiamare il suo negozio così? La faccenda puzza peggio di un escremento di maiale... Si sa che non

solo i nani non sono belli, ma fanno parte di una razza subumana inferiore... Se, nonostante tutto, decidi di entrare, vai al 50. Se invece il tuo sesto senso ti suggerisce di stare lontano da questo posto immondo torna all’86 e fai un’altra scelta. 146 “Unduettrècazzomenefregaame!”. Un’esultanza alla Lino Banfi ti travolge quando dagli sguardi irritati di Fats e Tuòrl comprendi che il Sacro Libro ha detto che devi vivere, e senza sodomizzazioni (ovviamente per quelle già subite la direzione declina ogni responsabilità) da parte di alcunchè! Occhio ai due stronzoni, però! “Sai che c’è?” - dice Gordos all’altro - “fottiamocene del Sacro Libro e inculiamocelo in due coi nostri eserciti!”. Tuòrl annuisce sempre più convinto cominciando a sghignazzare, e i due cominciano ad avvicinarsi viscidamente. Eh no! Col cazzo! Stavolta ti eri preparato. Salti in avanti afferrando un mitra lasciato incautamente incustodito da una delle guardie di Fats, impegnata ad insegnare il Mein Kampf alla vecchia che sta trapanando, e spari ai due energumeni. Centri Tuòrl in mezzo alle gambe, castrandolo per sempre e liberando il mondo dalla sua maledetta attrezzatura di piacere. Fats invece viene colpito in pancia dalla tua scarica, ma mentre ti aspetti di vederlo crollare sanguinante, dai fori dei proiet-

tili comincia ad uscire una mistura che parrebbe di miele e Nutella! Evidentemente L.I.E.V.I.T.Y., diventata creatura senziente, si è impadronita del suo sistema linfatico ed ora lo possiede! Questo essere abietto potrebbe dominare il mondo! Ma non sono tuoi problemi. Tu devi trovare Maurizio e fargli il culo. Sparando in aria e un po’ a casaccio ti apri la via verso la fuga. Nazisti e vecchie si separano dai loro abominevoli amplessi, scappando a gambe levate in tutte le direzioni. L’uscita dell’area Vip è a pochi metri e la imbocchi con aria trionfante, uscendo da questo posto infernale che ti auguri di non rivedere mai più. Complimenti! Segna il mitra nel registro e torna all’86. 147 BOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOONGGGGGGGGG GGGGGG!!!!!!!!!!!!!!!! Cazzo è! porca zozzeria impestata maiala lurida! BOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOONGGGGGGGGG GGGGGG!!!!!!!!!!!!!!!! Pronto si salve sono Johnny Minchiazzi, a sua completa disposiz... BOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOONGGGGGGGGG GGGGGG!!!!!!!!!!!!!!!!

Ma che cazzzzzzooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!! BOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOONGGGGGGGGG GGGGGGG!!!!! Si ecco giusto. Bong. Ragioniamo. Daniel Day Lewis è scomparso. Cazzi suoi, si inculi. Ma io dove sono? Chi sono? Come sono? Quando sono? Cazzo sono? Bono? Yoko Ono? Insomma che cazzo mi è successo diavolo maiale! BOOOOOOOOOOOOOOOONNNNNNNNNNNNGG GGGGGGGGGG!!!!!!!! E vaffanculo a sto cazzo di boooooooooooooonnnnggg!!! Ma che cazzo! Vaffanculo nave di merda! Eggià cazzo, è proprio una fottuta nave! La MIA nave! Love Boat! E se ne va! Se ne va da… mmmmhhhhh… un porto? Si cazzo, un fottutissimo porto del cazzo!!! Sono in un lago di sangue, in quella che sembrerebbe la banchina di un porto! Bene! Ottimo! Geniale! Sono in un molo con delle ferite sanguinanti al buco del culo… Vediamo… Uhmmmm… Si! Mi sa che è proprio il mio culo che sta sanguinando… Vabbè cazzo me ne frega! Con tutte le trapanate che ho preso in culo nei 300 e passa paragrafi dal primo episodio di Squilibrio ad ora, non ce ne

fotte una minchia di quel troione di Donna Carmen e dei suoi arnesi di lattice! Mi fanno una gran sega di cazzo. Anzi… Vaffanculo a lei e a tutta la sua progenie! E pure quel frocio del cazzo di suo marito schiavo Enzo Paolo! Lui e tutti i gay, Gigi D’Alessio soprattutto, quella merda! Anche quella zozzona della Tatangelo! Gran puttanella per carità! Qui lo dico e qui lo nego, non sia mai quant’È vero Iddio me la chiaverei a cannone, su questo non ci piove! Però se ne deve andare affanculo pure lei, brutta troia rifatta, che piglia il cazzo da un quarant… PUM!!!!!!!!!!!! Ciao Drugo! Come stai?! È dai tempi del Grande Lebowsky che non ho piu’ notizie di te! Anche tu te la svolazzi per il cielo limpido e arieggiato? Eh si! Caro Cucador! Queste metanfetamine di ultima generazione sono uno sballo totale! Vuoi farmi compagnia sul mio tappeto volante? C’è posto abbastanza per tutte e due! A proposito dove stai andando? Certo che ti scrocco un passaggio sul tuo tappeto volante, carissimo Drugo! Cosi’ scambiamo quattro chiacchiere in amicizia, e magari mi passi uno di questi nuovi acidelli che mi dicevi! Riguardo a dove vado beh… dovremmo chiederlo a quel brutto ceffo laggiù! Quello che mi ha appena colpito! È grazie a lui se ora sono in orbita con te! Oh cazzo di Buddha ma quello è….

è…. è…. … e appuntamento al terzo capitolo di Squilibrio, dal titolo… Las Vegas!

 

 

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