Le Mie Montagne

  • May 2020
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Altipiano della Lessinia

Gruppo del Carega

Foto: Marco Malvezzi

Altipiano della Lessinia Appena sopra la città di Verona si innalza il versante più meridionale delle Prealpi Venete. La Lessinia si distende, ampia e generosa, solcata da tre valli, la Valpolicella, la Valpantena e la Valle di Illasi. Intorno ai 1500 metri diventa un immenso catino ondulato di pascoli, adagiato tra la Valle dell’Adige e il Carega. A nord è già terra trentina. Un Parco Naturale protegge le aquile e i camosci, le malghe e i muri di pietra rosa, i fossili e i monumenti naturali di roccia. La Lessinia è la montagna delle migliaia di vacche che vi pascolano nei mesi estivi, dopo transumanze festose, è un turismo discreto e misurato, è la storia dei popoli migranti che parlavano il cimbro, l’antico idioma tedesco. (© 2007 Le Falìe di Velo Veronese)

«Spéte, spéte», era l’intercalare in dialetto bellunese del professor Pasa quando criticava la mia superficialità e la mia tendenza a ricercare nei paesaggi della Lessinia le stesse emozioni che in me avevano suscitato i panorami delle “grandi Alpi”; «Aspetta! È tutta un’altra cosa, prima di giudicare bisogna conoscere...». Angelo Pasa è stato uno dei primi studiosi che hanno intuito che i Monti Lessini non danno un’immagine immediata della propria bellezza, ma presentano un paesaggio semplice, con una morfologia dolce quasi monotona. Solo un’analisi più accurata porta piano piano a scoprire l’importanza dei particolari, qualunque essi siano: una grotta, una vallata, una contrada, un bosco o un fiore. Il modo di procedere del professore nella ricerca, si può indentificare in quella parola: «Spéte», continuamente ripetuta, di cui solo più tardi sono riuscita a capire il vero significato... (Maria Lara Dionisi Comunian)

Altipiano della Lessinia

Vista panoramica dalla Conca dei Parpari sull’alta Lessinia nord-orientale e il Gruppo del Carega.

Altipiano della Lessinia

Altipiano della Lessinia

Altipiano della Lessinia

Altipiano della Lessinia

Altipiano della Lessinia

Altipiano della Lessinia

Altipiano della Lessinia

Altipiano della Lessinia

Altipiano della Lessinia

Altipiano della Lessinia

Altipiano della Lessinia

Altipiano della Lessinia

Altipiano della Lessinia

Altipiano della Lessinia

Altipiano della Lessinia

Altipiano della Lessinia

Altipiano della Lessinia

Altipiano della Lessinia

Altipiano della Lessinia

Altipiano della Lessinia

Altipiano della Lessinia

Gruppo del Carega Stupendo massiccio delle Piccole Dolomiti (Prealpi venete), all'incrocio fra le province di Verona, Vicenza e Trento. La massima altitudine è cima Carega (2259 m), poco sotto la quale si trova il rifugio Mario Fraccaroli. La principale e più conosciuta strada d’ingresso è quella che giunge da Giazza (alta Val d’Illasi) e che si chiude al traffico automobilistico privato all’altezza del Rifugio Revolto, diventando una splendida mulattiera che giunge dapprima al Rifugio Passo Pertica, poi al Rifugio Pompeo Scalorbi. I versanti sono spesso scoscesi e offrono vie d'accesso alla parte superiore del monte molto interessanti per alpinisti e amanti dei paesaggi. Numerosi sono anche i vaj, profonde e ripide gole di carattere dolomitico, scavate nel corso dei millenni nella dolomia dall'azione erosiva dell'acqua, del vento e di altri agenti atmosferici. Nella parte superiore troviamo i tipici aspetti dolomitici con pareti molto ripide, ma anche la conformazione tipica e dolce dell'alpe, con valloni prativi spaziosi e morbidi. (Marco Malvezzi)

«È sera di già, sono le quattro del pomeriggio però è autunno e il sole diventa pigrone. Se mi volto e guardo i miei monti, li vedo coperti di muschio verde, con intere vallate gialle e rosse: è il Plische con il suo immenso prato a forma di imbuto dove d'inverno cade la neve. Sotto questo imbuto ci sono le sue grandi ali aperte che è l’unico pezzo di monte che non è coperto dai mughi che da questa distanza sembrano muschio verde, verde. Se mi giro un po’ verso destra vedo il Zevola: il monte che vedo è il più pieno di neve e nella sua pancia ha un tatuaggio a forma di pesce. Esco dalla porta che conduce al bar, alzo gli occhi e vedo la Biasin: la ferrata più vicina al rifugio che io e mio fratello abbiamo chiamato “la ferrata dell’elefante” perché vicino c’è una montagna che i mughi l’hanno modellata come il muso di un elefante. Ecco il sole che ci saluta! cadendo nei ghiacciai dell’Adamello e Presanella: colora il cielo di giallo, poi d’arancione e alla fine di rosso fuoco che ha incendiato il cielo. La grande palla di fuoco non c'è più, sembra esplosa in piccole scintille che difatti se mi volto vedo nel blu. Buona notte, dico ai miei monti che si mettono la gigantesca coperta blu e scompaiono in un baleno. Ecco, così miei cari lettori sapete che i miei monti ed io vi aspettiamo tra il verde dei prati, gli stupendi colori dell’autunno, l’aria pura che c’è quassù e infine tra il bianco e soffice candore della neve!!!». (Martina Cappelletti - Scuola Elementare di S’Andrea - Classe Vª)

Gruppo del Carega

Vista panoramica da Cima Trappola (Lessinia, m 1865): a sinistra all'orizzonte il gruppo Adamello/Brenta; in primo piano il nodo centrale del Carega, monte Plische e monte Zevola.

Gruppo del Carega

Gruppo del Carega

Gruppo del Carega

Gruppo del Carega

Gruppo del Carega

Gruppo del Carega

Gruppo del Carega

Gruppo del Carega

Gruppo del Carega

Gruppo del Carega

Gruppo del Carega

È lassù È lassù su quella montagna un rifugio di pietre e di legna Il camino che brucia le carni il buon vino che scorre le vene È lassù su quella montagna l’eco riporta le tue tremule mani a ritmo di voce poi che dopo colpito ti lasciasti cadere sotto un manto di stelle chiedendo il buon vino per quell’ultima volta È lassù su quella montagna sotto la croce vicino a una stella amico soldato - sulle spalle un cannone il tuo cuore squarciato - la tua mente riposa È lassù che ti porto un saluto è su quella montagna che ti sento vicino Marco Malvezzi ’97

Altipiano della Lessinia

Gruppo del Carega

Non sono un fotografo, non ho mai deciso di imparare veramente; non ho attrezzature adeguate, non avrebbe senso se prima non imparo ad usarle. Ho solo uno sconfinato amore per le mie montagne, che da molti anni continuo a girare in lungo e in largo, in auto e a piedi, con il bello e il cattivo tempo, da solo o in buona compagnia; qualcuno mi ha detto che questo “sconfinato amore” talvolta traspare dai miei scatti: ciò, per ora, mi basta e mi avanza. M.M. - settembre 2008

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