LA REALTA’ POLITICO-SOCIALE IN ITALIA Nel 1917 gli operai avevano proclamato scioperi e agitazioni. I nazionalisti non erano rimasti soddisfatti del nuovo assetto del trattato di pace di Versailles (1919), che lasciava sospeso alcune situazioni di confine. Si apriva poi il problema dei reduci, che incontrava spesso difficoltà per il reinserimento nella vita civile e nel mondo del lavoro. I socialisti andavano incontro a una nuova scissione quando i marxisti si allontanarono per dare vita al Partito Comunista Italiano caratterizzato da un programma internazionalista e rivoluzionario. Mussolini diede voce alle rivendicazioni della classe piccolo e medio borghese. Il re Vittorio Emanuele III affida l’incarico di formare il nuovo governo a Mussolini. L’alleanza con i conservatori non comportava un abbandono dei metodi intimidatori e illegali. Mussolini prende in mano la situazione e consolida la sua posizione; liquida ogni forma di opposizione costituzionale e sancisce la fine della democrazia liberale. La positiva congiuntura economica degli anni 1923-25 comporta:
Una ripresa dello sviluppo industriale
Introduzione delle riforme agricole
Mussolini ingaggia la “battaglia del grano” e dichiara l’autarchia. I Patti Lateranensi regolavano i rapporti tra Stato e Chiesa nel 1929. Nel 1936 i soldati italiani riuscirono a conquistare l’Etiopia e Mussolini poteva proclamare l’impero nominando il re Vittorio Emanuele III imperatore d’Africa orientale italiana. Il nazismo tedesco si caratterizzava per l’estremismo provocatorio delle sue scelte: dalle leggi razziali alla corsa agli armamenti, si accelerava il cammino verso lo scoppio della Seconda guerra mondiale e il genocidio ebraico. Nel 1929 venne fondata l’Accademia d’Italia , in cui Mussolini si circondò dei più celebri uomini della cultura italiana. Le attività editoriali e letterarie vennero sottoposte al controllo del Ministero della cultura popolare (MINCULPOP), i cui funzionari avevano il compito di leggere le opere proposte per la stampa, prima di autorizzarne la pubblicazione. Tra i provvedimenti presi in favore della difesa dell’italianità ci fu:
La lotta contro le parole straniere
Toponomastica
Tra le personalità più rilevanti di questo periodo si ricordano: Antonio Gramsci e Piero Gobetti che diedero una nuova vita alla figura dell’intellettuale impegnato. Gramsci fu condannato a vent’anni di carcere. Gobetti si rifugiò a Parigi, dove morì poco dopo per i postumi di un’aggressione squadristica. Gentile fu il promotore del manifesto degli intellettuali fascisti con cui numerosi firmatari garantivano l’approvazione delle scelte politiche di Mussolini e il loro incondizionato appoggio al regime. L’adesione degli intellettuali presenta motivazioni diverse e non sempre decifrabili con chiarezza. Vengono rappresentate tre figure:
Gabriele D’annunzio poteva rappresentare un modello illustre sia per il culto del gesto erotico manifestato in guerra sia per l’uso di una retorica nazionalistica e imperialistica. Filippo Marinetti su cui si basa il fascismo. L’opera di Pirandello sarà sempre lontana da ogni forma di compromesso con le scelte politiche di quegli anni e irreducibile ai miti della propaganda del regime. RIVISTE E EDITORIA Per quanto riguarda l’editoria culturale, i centri più importanti sono : Bari, dove giunge l’attività della Laterza (Benedetto Croce) Firenze (editrice Sansoni) Il rapporto tra le riviste e l’editoria resta un altro degli aspetti caratterizzanti. L’influenza delle idee gobettiane è soprattutto a Torino, dove sorgono alcune case editrici che svolgono un’azione anticonformistica. In questo clima Giulio Einaudi fonda nel 1933 la casa editrice che porta il suo nome. Sul piano della grande editoria di mercato finisce la spinta della casa editrice Treves, che verrà assorbita nel 1939, dalla Garzanti. Al suo posto si afferma la Mondadori, che nel 1907, finirà per pubblicare tutti i maggiori scrittori contemporanei, sia quelli consacrati dalla più alta tradizione ufficiale (da d’Annunzio a Pirandello). LA LINGUA Diminuiscono le migrazioni interne e i fenomeni di urbanizzazione, perché il fascismo mira ad impedire che i contadini si trasferiscono in città per cercare lavoro. Aumentano gli squilibri al Nord che prosegue sulla via dell’industrializzazione e il Sud che resta prevalentemente agricolo e di conseguenza si accrescono anche gli squilibri culturali. Con la Riforma Gentile del 1923 si accentuano i caratteri classistici della scuola in cui l’istruzione superiore è sempre più privilegio di un’èlite. Durante il regime vengono sciolti i partiti e le organizzazioni sindacali. Ogni forma di scambio d’idee si fa più difficile a causa:
Del clima oppressivo della dittatura
Della censura
Del controllo poliziesco
La censura viene esercitata in particolare sulla stampa. Subentra la propaganda del regime che si rivolge alle masse per “educarle”: 1.
Allo spirito nazionale
2.
Alla disciplina
3.
Alla bellicosità
La propaganda impone: parole d’ordine, slogan, formule fisse da assorbire passivamene e ripetere e prescrive alcuni gesti rituali (saluto romano, la camicia nera) Il fascismo contribuisce per certi aspetti all’omologazione linguistica. Il regime combatte i dialetti e contrasta l’uso delle parole straniere imponendo le equivalenti parole italiane o creandone delle nuove con effetti grotteschi e ridicoli.
Proibisce libri o film di altri pesi, che potrebbero diffondere pericolose idee di libertà: il tutto con conseguenze di chiusura provinciale sulla cultura italiana. Vengono italianizzati persino i nomi di luogo e le minoranze linguistiche. Si diffondono le radio e il cinema. Se la stampa è indirizzata a un pubblico dotato almeno di un livello minimo di alfabetizzazione, la radio può raggiungere tutti gli strati della popolazione. Il cinema diviene sempre più un mezzo di svago di massa. Radio e cinema sonoro hanno una funzione straordinaria nell’insegnare l’italiano alle grandi masse. La radio fu il veicolo prediletto della propaganda e della retorica del regime. Così strumenti di propaganda erano certi film celebrativi delle glorie nazionali e dello spirito bellico. I cinegiornali trasmessi nell’intervallo tra una proiezione e l’altra, che esaltavano la genialità e le imprese del duce o le conquiste imperiali,con un linguaggio altisonante, infarcito di formule stereotipate. LE CORRENTI E I GENERI LETTERALI La prosa d’arte è un a forma di scrittura non narrativa ma descrittiva e interpretativa in cui la vivacità delle impressioni è temperata dal rigore della disciplina formale. Il maggiore esponente di questa tendenza si può considerare Emilio Cecchi. Il romanzo europeo va incontro a una profonda evoluzione. Si sviluppa la grande tematica dell’assurdo dell’opera: Franz Kafka James Joyce Virginia Woolf Ernest Hemingway Nel romanzo in Italia i grandi autori sono Svevo e Pirandello. Nell’ambito della letteratura popolare e di consumo, il romanzo continua ad essere praticato anche nelle sue forme meno problematiche e impegnative come le opere del dannunziano Guido da Verona e di Liala, la più letta autrice dei romanzi “rosa” destinati a un pubblico femminile. Le tendenze della lirica del primo Novecento sono: Umberto Saba, la “felicità” della sua poesia si avvale di parole semplici e comuni Giuseppe Ungaretti porta alle estreme conseguenze l’innovazione del verso libero, fino a ridurlo in una singola parola. Ungaretti fa della poesia l’espressione cifrata dell’assoluto da raggiungere attraverso il procedimento sempre più rarefatto ed essenziale dell’analogia. Eugenio Montale rifiuta la lezione delle avanguardie. Allo stesso tempo recupera un rapporto più concreto con le cose correlativo oggettivo” L’ermetismo sta a indicare una poesia difficile, intessuta di oscure simbologie. La poesia ermetica si può considerare una poesia per iniziati, che rifiuta i più distesi modi discorsivi per costruirsi attorno a un reticolo complesso di relazioni analogiche, in cui la parola si fa allusiva e polisemica.
La poesia diventa un atto d’immedesimazione e partecipazione totale “poesia come vita” La poesia ermetica si propone una poesia pura in quanto rifiuta ogni rapporto con la realtà. Tra i più significavi esponenti dell’Ermetismo sono: Salvatore Quasimodo Mario Luzi Alfonso Gatto Leonardo Sinisgalli