La Giungla Del Sesso

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LA GIUNGLA DEL SESSO PATRIZIA STELLA

Risposta all’articolo di Marcello Veneziani su “Il Giornale” del 3 settembre

E’ vero! Se osserviamo la storia dell’uomo sulla terra in riferimento al sesso, verrebbe proprio da dare ragione a Marcello Veneziani: prostituzione da sempre, adulteri, infedeltà di ogni genere, senza contare le unioni contro natura, gli incesti, pedofilie, omosessualità e chi può ne ha più ne metta…in un crescendo, soprattutto da pochi anni a questa parte, davvero sconvolgente. A tal punto da pensare che è la natura che sbaglia pretendendo solo le unioni eterosessuali mentre la Chiesa le fa da eco rincarando la dose con la sua moralità, e allora l’uomo, che la sa più lunga di Madre Natura e dei Papi, per giustificare l’ingiustificabile e per legalizzare l’assurdo, ha perfino pensato di “venire incontro” alle variegate tendenze o perversioni sessuali addirittura con la favole del “gender”: non più due sessi, maschile e femminile ma… per ora solo quattro e poi si vedrà perché, una volta aperta la breccia, non c’è più limite all’idiozia e alla fantasia maniacale. E quelle Istituzioni, vedi Chiesa Cattolica, che predicano bene e talvolta razzolano male, come lei sostiene, caro Veneziani, dovrebbero finalmente tacere o benedire tutte le aberrazioni che si presentano, così non ci sarebbero più remore, né sensi di colpa, né consapevolezza di peccato, né tragedie familiari, né separazioni difficili perché neppure ci sarebbe bisogno di sposarsi e così via in un crescendo di orge libere senza alcun limite né impedimento! Bello no! Che società meravigliosa quella dove i figli fatti nascere non si sa più come, neppure conoscono chi è il padre e la madre”. E dove vengono finalmente aboliti anche tutti i gradi di parentela, cosa ormai obsoleta e fastidiosa, soprattutto quando c’è di mezzo

l’eredità. Che società meravigliosa quella che permette di fare del rapporto sessuale con chicchessia il fulcro principale del vivere, dove si ragiona solo dalla cintola in giù! Dove finalmente non conta più né l’amore, né la gratitudine, né il rispetto, né il dominio di sé, né la generosità, nè l’onestà, ma ciascuno è libero di violentare sé stesso e gli altri, a piacere, a seconda di come “ragionano” i suoi genitali che hanno preso il posto del cervello. Perché non applicare lo stesso, libero concetto al furto? Che idiozia quelle leggi che mettono in galera chi ruba, chi inganna i risparmiatori, chi si accaparra beni con inganno e frode ecc. ecc. Perché essere soggetti a leggi capestro come queste? Chi le ha inventate” Da quando esistono? Per favore… sono un attentato alla nostra libertà ed è ora di eliminarle dalla nostra legislazione che ci appesantisce e ci incastra troppo con tutti questi divieti e sensi di colpa e di doveri, e tasse, e bollette e notai… Caro Veneziani, ma dove sta andando con questi suoi discorsi? Uno stile di vita come quello da lei ventilato lo si viveva, secondo le cronache del tempo, nelle Americhe degli Indios ai tempi della scoperta di Colombo: caverne o capannoni enormi dove, senza né patria, né famiglia, si nasceva, si moriva, si mangiava, si defecava, ci si accoppiava, ci si uccideva a migliaia sulle piramidi in nome del dio sole e via dicendo…. Lei forse ha nostalgia di quei tempi? Di quelle abitudini? Di quelle aperture sessuali senza i Papi che inibiscono, con le loro encicliche, noi, poveri mortali assestati di felicità e costretti a subire solo vessazioni? O forse dimentica che, ancora prima delle encicliche dei Papi, esistono i “Dieci Comandamenti” dati da Dio stesso a Mosè per tutta l’umanità, tra i quali il sesto raccomanda di “Non commettere adulterio” e il nono e il decimo di “Non desiderare né la donna, né la roba d’altri”. Ah! Dimenticavo il quarto “Onora il padre e la madre!” e come si possono onorare nella società da lei ventilata quando i poveri bambini che nascono

da provette e miscugli vari, neppure sanno di chi sono figli? Purtroppo i tanti cari e amati “Dieci Comandamenti” non si insegnano più neppure a catechismo, salvo poi renderli obbligatori in certe scuole d’America per mettere un freno alla delinquenza giovanile! Sono costrizioni o sono aiuti per vivere in pienezza la nostra vita? Perché i ragazzi d’oggi che si permettono di tutto e di peggio sono così insoddisfatti e tristi? E con queste sue premesse, ci meravigliamo di ciò che sta accadendo intorno a noi? Soprattutto omicidi e suicidi, droghe e iniquità di ogni genere. E queste nostre generazioni sono quelle che un domani avranno in mano il potere di guidare le nostre città, le nostre nazioni! Come siamo messi bene! Purtroppo la moda è solo quella di parlare di questi fatti negativi, sempre e solo fatti negativi, anzi di crimini, di delinquenza e di devianze sessuali come se fossero la normalità perché, a forza di parlarne, si fanno passare per verità, le ultime verità sacrosante del nostro secolo. A tal punto che ormai si accetta l’omosessualità come normale, il triplo adulterio come cosa ovvia, il tradimento come virtù, la pedofilia come inevitabile, l’imbroglio come furbizia, il rubare casa e moglie al vicino come eroismo, e così via… E’ questo di cui ha nostalgia, caro Veneziani oppure non sarà che ho capito male? Perché gli avvenimenti belli, edificanti, di virtù umane non fanno audience! Chi va a scrivere su un quotidiano che il ragazzino X si priva della sua merendina per darla al suo amico povero e straniero? Eppure accade. Chi va a intervistare quella mamma di tre figli che adotta il quarto anche se handicappato? Non fa audience! Chi si ricorda di mettere sotto i riflettori quelle persone, tipo Claudia Koll, che da una strada di pornografia, vive adesso in piena castità e si dedica con gioia ai più poveri dei poveri? Per un Papa che ha dato scandalo con la sua vita, quanti altri hanno avuto una vita esemplare, santa? Chi intervista le suore di Madre Teresa di Calcutta chiedendo loro per quale

motivo, spesso belle donne giovani, rinunciano al sesso con qualche buon partito, per pulire le piaghe ripugnanti degli abbandonati? Chi può capire la condotta di molti bravi giovani che conducono una vita normale, casta, di studio o di lavoro, semplice ma edificante in mezzo al mondo? Chi li elogia? E’ tanto se non si considerano dei poveri fessi! Dal momento che l’eroe moderno è solo quello che viene sfornato dall’ultimo “Grande fratello!” che ha vissuto una vita da idiota recluso per mesi in mezzo a tanti stupidi come lui! Chi propone ai ragazzi, ad esempio, come modelli di vita, la storia dei santi? E sono moltissimi, vite eroiche, storie avvincenti e non solo quelli alla “San Francesco” di circa mille anni fa, ma anche di molto attuali e imitabili dove si vede che vivere la castità non è un peso insopportabile ma è fonte di vera gioia. Alla fine l’inganno è solo questo: pensare che per vivere onestamente sia sufficiente la nostra buona volontà, il nostro perbenismo! Perfino i credenti ragionano ormai così e dimenticano quelle parole di Cristo: “Senza di me non potete fare nulla”. Con le sole nostre forze, con la sola nostra buona volontà, senza il ricorso umile e fiducioso a Dio nei Sacramenti, nella Penitenza e nella Messa, in particolare, è impossibile non solo vivere la castità ma qualunque altra virtù umana. E’ proprio questa la malattia del nostro secolo: il pensare che Dio è diventato completamente inutile! [email protected]

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