Titolo: Le Centrali Nucleari Autore: Roberto Romizi, MMG Arezzo, Presidente Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia,
[email protected] Silvia Caruso, Dr.ssa in Scienze dell’Educazione e della Formazione, Scuola Internazionale Ambiente Salute e Sviluppo sostenibile (SIASS),
[email protected] Introduzione Springfield è una cittadina americana, ormai famosa quale set della fortunata serie animata “I Simpson”. Qui c’è una centrale nucleare, uno dei luoghi di maggiore rilevanza per lo svolgimento e l’intreccio delle storie del Sig. Montgomery Burns, Waylon Smithers - il suo leccapiedi, Homer e i suoi colleghi Carl e Lenny.
La struttura è in totale dissesto e genera pesante inquinamento per la città: uno dei più tragi-comici risultati della leggerezza con cui viene gestita (del resto il capo della sicurezza è Homer…) è Occhione, un pesce con 3 occhi che sguazza allegramente per le acque di Springfield.
Il mondo, dall’ONU durante la Conferenza sui Cambiamenti Climatici agli scienziati che con Al Gore hanno appena ricevuto il Nobel, si sta facendo strada la necessità di promuove l'efficienza energetica e le energie rinnovabili. Ma l’Italia, in controtendenza con tutto il mondo occidentale, decide di tornare a fare le centrali nucleari. No al nucleare: perché? Jeremy Rifkin, fondatore e presidente della Foundation on Economic Trends (FOET) e presidente della Greenhouse Crisis Foundation, sostiene che la strada dell’atomica è sbagliata e di retroguardia. Le probabilità di incidente sono basse, ma ad alto rischio: non succede quasi mai niente di brutto, ma se qualcosa va storto può essere una catastrofe, come fu a Chernobyl. A sostegno del nucleare si avanza l’affermazione che questo sia pulito perchè non produce CO2 contribuendo a risolvere il surriscaldamento globale. Oggi nel mondo sono in funzione 439 centrali nucleari (molte delle quali nei prossimi 20 anni andranno rimpiazzate) che producono circa il 5% dell'energia totale. Per avere qualche risultato nella riduzione del riscaldamento del pianeta si dovrebbe ridurre del 20% il CO2! Per disporre di un numero di impianti che soddisfi il 25% del fabbisogno energetico totale bisognerebbe attendere il 2019, costruendo 3 centrali ogni 30 giorni per i prossimi 60 anni! Inoltre per gestire impianti nucleari non c'è abbastanza acqua nel mondo: circa il 40% dell'acqua potabile francese serve a raffreddare i reattori! Sotto il profilo economico, si stima che il costo per watt installato (1 centrale) sia tra i 2.000 e i 3.200-3.800 euro, per cui la spesa per 5-10 centrali sarebbe compresa tra 20 e 70 miliardi di euro. Qualora scendesse il costo delle altre fonti energetiche, compreso il petrolio, quello dell’energia nucleare sarebbe fuori mercato. Il secondo problema è nel trasporto e nello stoccaggio delle scorie: dovranno passare secoli perchè esauriscano la loro radioattività e non sono ancora stati individuati siti e sistemi di stoccaggio idonei a garantire sicurezza. L’Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica stima inoltre che dal 2025-2035 l'uranio comincerà a scarseggiare: esaurirà tra 85 anni e, come per il petrolio, i prezzi saliranno. L’alternativa: puntare sul plutonio, ma sarà più facile costruire bombe. Non indifferente è il problema relativo all’informazione pubblica: è esclusa ogni informazione ai cittadini e ogni comunicazione sulla sicurezza degli impianti, visto il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 Aprile 2008 che li ha assoggettati al segreto di Stato. Risolvere la questione energetica utilizzando il nucleare è una chimera.
E' necessaria la "terza rivoluzione industriale", un sistema in cui ognuno si produce la propria energia rinnovabile e la scambia con gli altri attraverso "reti intelligenti", con lo scopo di conciliare il bilancio energetico con la riduzione di CO2 secondo gli obiettivi di Kyoto e dell’UE. Ecco alcune strategie energetiche compatibili con gli obiettivi proposti dall’UE entro il 2020: ridurre le emissioni carboniche del 20% rispetto al 1990; ridurre i consumi energetici del 20%, anche tramite la maggior efficienza energetica degli impianti utilizzatori; aumentare del 20% l’energia da fonti rinnovabili; ricercare nuove tecnologie per la produzione di energia “pulita”, onde soddisfare il fabbisogno energetico residuo. Della stessa opinione sono le associazioni ambientaliste, tra cui l’International Society of Doctors for the Environment – ISDE che ha stilato una Dichiarazione sull'Energia Nucleare, e la popolazione europea, di cui circa 635.000 cittadini hanno firmato la petizione contro il nucleare. Effetti del nucleare sulla salute umana Il nucleare influenza, oltre che l’ambiente, anche la salute umana, provocando l'insorgenza di tumori. Inoltre è stato scoperto un significativo legame fra l’elevata esposizione al nucleare e le patologie cardiovascolari; decessi prematuri per problemi cardiocircolatori erano stati evidenziati per esempio nei sopravvissuti alla bomba atomica sganciata sul Giappone durante la II guerra mondiale. L’OMS puntualizza l’impatto che la catastrofe nucleare, avvenuta a Chernobyl nel 1986, ha avuto sulla salute dell’uomo. Nel rapporto “L’eredità di Chernobyl: impatto sanitario, ambientale e socio-economico” presentato dal Chernobyl Forum vengono riportate le principali scoperte sulla salute fisica e mentale degli individui, sulla loro condizione sociale, sulle conseguenze che ancora oggi si fanno sentire e sulle prospettive future, sulla contaminazione e sull’impatto economico. Vengono avanzate raccomandazioni per concentrare l’assistenza sulle aree molto contaminate, per ridefinire i programmi governativi allo scopo di aiutare chi ha bisogno, per stimare l’esposizione umana e la contaminazione del cibo e analizzare l’impatto dei metodi correttivi e delle contromisure prese per diminuire la radioattività attraverso un monitoraggio a lungo termine. Ma tutto ciò non vale niente contro il potere e l’interesse economico…
Per la stesura di questo articolo si ringraziano Eugenio Picano (Ricercatore all’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa), Paolo Lauriola (Epidemiologo ARPA Emilia Romagna) e Antonio Faggioli (Medico Igienista di Bologna), membri del Comitato Tecnico Scientifico dell’Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia. Bibliografia - Estratto dall’articolo “Centrali nucleari: ecco i sei siti tra i quali scegliere 3 localizzazioni nel nord” di Andrea Poggio, Vice Direttore generale Legambiente. - http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200806articoli/33424girata.asp - “L’espresso” del 31 agosto 2006, di Jeremy Rifkin (traduzione di Rosalba Fruscalzo). - La Repubblica, 7 Giugno 2008, pag. 39, “Rifkin: l'energia fai-da-te. Così ci salveremo dal Nucleare” di Riccardo Staglianò. - Comunicato stampa WWF del 29 Maggio 2008: http://www.wwf.it/client/ricerca.aspx?root=16856&parent=1979&content=1 - http://201.216.215.170/isde.org/images/pdf/isde_resolution_onnuclearenergyv17march2007.pdf - http://www.million-against-nuclear.net - Sanitanews.it del 11 Marzo 2008 - http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs303/en/print.html; http://www.who.int/ionizing_radiation/chernobyl/who_chernobyl_report_2006.pdf; http://wwwpub.iaea.org/MTCD/publications/PubDetails.asp?pubId=7382