Intrappolati Nella Rete

  • June 2020
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  • Words: 775
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Poster M. "Internet e la realtà virtuale aprono la possibilità di nuove forme di interattività tali che l'idea di un'opposizione tra comunità reale e non reale non risulta adeguata a spiegare le differenze tra modi così di versi di consociarsi e serve piuttosto a occultare il modo in cui storicamente le diverse forme di comunità si costruiscono"

Rivoltella P.C. "La frantumazione. I linguaggi cambiano. Alle narrazioni distese, ai lunghi racconti del cinema e del romanzo, si sostituiscono le micronarrazioni dei nuovi formati: sms, blog, mail, sono supporti che non amano la prolissità. La comunicazione si contrae, il pensiero diventa breve; salgono alla ribalta la poetica del frammento, la scrittura minimalista. Non è peggio di prima: è diverso" dal blog di Piercesare Rivoltella http://piercesare.blogspot.com/2008/04/media-e-formazione.html

INTRAPPOLATI NELLA RETE E’ diverso, è multiforme. Dalla mail ai blog, dalle chat al social networking. Blog, community e social network hanno operato una vera e propria trasformazione socio-culturale che ha investito ogni ambito della nostra società. Che siano comunicazioni “one to one”, comunicazioni “one to many” o “many to many” si tratta pur sempre, comunque, di una progressiva smaterializzazione dei rapporti interpersonali e di alcune abilità umane. Per quanto riguarda le abilità non v’è ombra di dubbio che diminuirà sempre più l’abitudine alla scrittura manuale, sostituita dal sistema touch screen oppure dal comando vocale, smaterializzando così la funzione della scrittura su cui si basa buona parte della comunicazione sociale. “…non sono più abituata a sentire il rumore del pennino sulla carta … Non sono più abituata a cercare l’ordine della scrittura.“ ( Calvetti P., Noi due come un romanzo, Mondadori Editore, Milano 2009) L’uso vertiginoso della multimedialità nelle operazioni di comunicazione rende ormai necessaria una riflessione scientifica sul coinvolgimento sempre maggiore di tutti i sensi dell’uomo nel rapporto col cyberspazio e sul conseguente ed inevitabile abbattimento delle barriere tra la realtà e la realtà virtuale o alla sparizione del reale come afferma Marco Caponera . Ad oggi, nelle comunità virtuali è già possibile fuggire dalla realtà attraverso il gioco di identità e lo scambio dei ruoli. Mascherare la propria identità dietro uno pseudonimo, o nickname, a cui può essere associato, in caso di collegamento tramite interfacce grafiche un'immagine di riferimento, o avatar, crea un vero e proprio "alter ego digitale”. In questo modo viene così a cadere, potenzialmente, ogni collegamento con la realtà fisica del soggetto: età, aspetto, etnia, titolo, ceto sociale, sesso smettono quindi di costituire un vincolo. " … un’immagine scompensata di sé stessi finisce per determinare una rottura del proprio modo di relazionarsi con "gli altri", http://www.undicom.it/network/freelance/repository/articles/intrappolati/view Le comunità virtuali (mailing list, newsgroup, weblog, ecc.) - che studiosi come Rheingold e Castells considerano uno dei fenomeni “rivoluzionari” che hanno contribuito alla nascita della società dell’informazione, contribuiscono, invece, ad accelerare la dissoluzione dell’identità. “La comunità senza volto dei figli della rete è in sé perfetta: non esistono disuguaglianze né discriminazioni di ceto sociale, di sesso, di razza, non importa se si è belli e in forma, né tanto meno se si è felici; non esistono cliché precostituiti cui uniformarsi, apparenze o ipocrisie obbligatorie: sulla rete chiunque può essere come vorrebbe, e proiettare il proprio desiderio inconscio senza timore di essere giudicato…” http://www.undicom.it/network/freelance/repository/articles/intrappolati/view Spunto di discussione potrebbe essere chiedersi se la comunicazione on line, prescindendo dai corpi che hanno finora rappresentato l’unico strumento a nostra disposizione per esperire il mondo, non sia senza ombra, come dice Baudrillard in un’intervista del 1999: “Nel mondo virtuale direi che non ci sono né apparenze né essere, non esistono ombre giacché l’essere è trasparente, in un certo senso questo è il dominio della trasparenza totale. Noi siamo perciò come attraversati in qualche modo dai messaggi, dall’informazione, dai megahertz o che so io, da tutto quel che si vuole, poiché noi stessi siamo trasparenti all’interno della realtà virtuale, non abbiamo più un’ombra. La nostra, se si vuole, è tipicamente l’epoca dell’uomo che ha perduto l’ombra. La famosa frase, ‘egli ha smarrito la sua ombra’, è una metafora che sta a indicare che abbiamo perso l’opacità, e in fondo l’essere stesso, lo spessore dell’essere, la sua profondità”. «Immagino che qualcuno potrebbe dire: “Perché non mi lasciate da solo? Non voglio far parte della vostra Internet, della vostra civiltà tecnologica, o della vostra società in rete! Voglio solo vivere la mia vita!” Bene, se questa è la vostra posizione, ho delle brutte notizie per voi. Se non vi occuperete delle reti, in ogni caso saranno le reti ad occuparsi di voi. Se avete intenzione di vivere nella società, in questa epoca e in questo posto, dovrete fare i conti con la società in rete. Perché viviamo nella Galassia Internet.» M. CASTELLS¸ Galassia Internet, trad. it., Milano 2007.

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