Diario di Rete Il commento dell’esperto
Davide Bennato, studioso di sociologia della tecnologia, insegna all’Università “La Sapienza”
Il flusso dei discorsi in Rete C Come è possibile seguirlo, analizzarlo e rappresentarlo graficamente? Se ne è discusso a Più Blog, evento italiano su Social media e informazioni. Ci siamo stati per voi…
os’hanno in comune Many Eyes (http://manyeyes.al-
phaworks.ibm.com/manyeyes), Swivel (www.swivel.com)
e le tagcloud? Oltre ad essere ben conosciute dai lettori di questa rubrica, sono state alcune delle applicazioni per il datamining e la rappresentazione delle informazioni protagoniste dell’incontro Webgrafie: leggere il flusso dei discorsi in Rete. Ogni anno si svolge a Roma la manifestazione Più Libri Più Liberi (www.piulibripiuliberi.it), la fiera della piccola e media editoria organizzata dall’AIE (Associazione Italiana Editori) che vede al suo interno lo spazio Più Blog (http:// piublog.splinder.com) curato da Marina Bellini e Leo Sorge e dedicato a temi del Web 2.0 e dei media sociali. Quest’anno, molteplici sono stati gli incontri e i temi su cui gli ospiti sono stati chiamati a confrontarsi, ed uno di questi ha visto anche il sottoscritto protago-
Un’azienda non può non immaginare di avere uno strumento di monitoraggio dei discorsi che avvengono in Rete nista nel ruolo di organizzatore e moderatore. Webgrafie – questo il titolo dell’incontro che ha aperto il ciclo degli interventi di Più Blog lo scorso dicembre 2008 – ha avuto come scopo quello di discutere senza tecnicismi sul tema del nuovo modo di analizzare dati e informazioni, e che vede in Many Eyes e Swivel le applicazioni principali di questo nuovo modo di concepire l’analisi e la visualizzazione dei dati.
Social media e datamining Diversi rappresentanti del mondo della ricerca e dell’impresa sono stati chiamati a contribuire con le loro idee e esperienze professionali: Daniele Frongia (tecnologo
I veri luoghi dove si sviluppano le riflessioni su beni, servizi, prodotti e marche sono i forum
Figura 1 – WebGrafie. L’incontro, tenutosi durante l’evento Più Bog, durante il quale si è discusso del nuovo modo di analizzare dati e informazioni (da sinistra V. Cosenza, D. Frongia, D. Bennato e S. Monotti Graziadei) Pagina:// 24
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ISTAT), Vincenzo Cosenza (Digital PR) e Sacha Monotti Graziadei (Me-Source). La conversazione ha preso spunto dal video del progetto Palantir (www.youtube.com/ watch?v=wTQf8MqEfg0) che illustra l’andamento dei collegamenti su Facebook sviluppandoli su una mappa 3d che prende forma con lo scorrere del tempo. Su questa base ci si è chiesti: come sono cambiate le dinamiche di analisi delle informazioni dopo l’arrivo dei social media e come queste hanno cambiato alcune routine lavorative legate al datamining e al marketing? A Daniele Frongia è toccato il compito d’illustrare l’affascinante panorama del webmining e del datasharing in ambiente 2.0. Oltre alle applicazioni già citate, ha illustrato anche piattaforme piuttosto affascinanti come il celeberrimo Wordle (www.wordle. net), in grado di trasformare la produzione di tagcloud in una vera e propria forma creativa ed espressiva, e Searchbots (www. searchbots.net) uno strumento graficamente interessante che rende possibile anche al neofita la costruzione di robots per la raccolta di informazioni in rete aiutato da un sistema ad intelligenza artificiale in grado di apprendere a seconda dei tag inseriti dall’utente. Un altro esempio illustrato da Frongia per far comprendere l’uso innovativo delle visualizzazioni in forma di grafo, utili per comprendere relazioni fra informazioni testuali è stato Silo-
Diario di Rete
webmining Fino a che punto i sistemi automatizzati possono sostituire gli analisti “umani”? breaker (www.silobreaker.com), che rende possibile la fruizione in forma visuale delle principali notizie del giorno che vengono veicolate in Rete. A margine del suo intervento, una breve riflessione su come anche il servizio statistico nazionale, pur lontano da questo mondo, potrebbe avvalersi delle capacità comunicative e interattive di questa famiglia di applicazioni, seguendo l’esempio di organizzazioni come l’OCSE (www. govtech.com/gt/125814).
fusione tra il pubblico è stata spinta dai media tradizionali, affascinati – o per meglio dire giornalisticamente aiutati – dalla capacità di colpire l’immaginario collettivo del famoso mondo virtuale tridimensionale. Cosenza ha concentrato la sua attenzione sull’importanza che questi strumenti hanno per le aziende che vogliono comprendere quali discorsi i social media veicolano online su determinati brand o prodotti: oggi un’azienda attenta al mondo del webmarketing non può
Figura 2 – Searchbots (www.searchbots.net) permette la costruzione di robots per la raccolta di informazioni in Rete grazie ad un sistema in grado di apprendere con i tag inseriti dall’utente
Due facce della stessa medaglia Vincenzo Cosenza (www.vincos. it), responsabile della sede di Roma di Digital PR società specializzata nel monitoraggio dei social media per progetti di relazione pubblica online, ha portato come esempio il suo recente studio sulla diffusione in Italia di Facebook. Avvalendosi di strumenti messi a disposizione dalla stessa piattaforma di social network e di Many Eyes, Cosenza ha mostrato come la creatura di Mark Zuckerberg in Italia è stata veicolata dai media mainstream solo dopo il successo che lo ha visto protagonista nell’estate del 2008, a differenza di Second Life (http://secondlife.com), la cui dif-
non immaginare di avere uno strumento di monitoraggio dei discorsi che avvengono in Rete. Una cosa molto interessante è che rispetto alla visibilità che hanno i blog, in Italia i veri luoghi dove si sviluppa la riflessioni su beni, servizi, prodotti e marche sono i forum, che data la loro natura diversa rispetto ad altre applicazioni 2.0, pongono dei problemi di tracciamento piuttosto delicati ma facilmente superabili usando strategie congiunte che coinvolgono software e analisti umani.
L’ascolto della Rete Un tema a margine dell’intervento di Cosenza, ma non per questo meno strategico, è quello delle
È l’uomo la tecnologia più sofisticata in assoluto
Il Web InfluentIal
Particolarmente strategica per chi si occupa di relazioni pubbliche, è la capacità di usare alcuni strumenti per identificare gli e-fluencer, ovvero quella categoria di utenti che usa i social media per conversare con un proprio pubblico e in grado di orientare gli acquisti di beni o servizi. A tal proposito, per illustrare la capacità che questi strumenti hanno nel tracciare e visualizzare i flussi delle conversazioni online, nel corso dell’evento Più Blog è stato usato il filmato di Matthew Hurst – ricercatore ai Microsoft Live Labs, co-creatore di BlogPulse (www.blogpulse.com) e autore del blog Data Mining (http://datamining.typepad.com) – che mostra la simulazione di come si propaghino i memi all’interno della blogosfera statunitense (http://vimeo.com/1308467).
dashboard, ovvero delle interfacce che servono per rappresentare le diverse conversazioni che avvengono online che – al pari dei cruscotti delle auto da cui il termine deriva – devono avere le caratteristiche di rapidità di monitoraggio, potenza interpretativa e velocità decisionale. Su questi stessi temi si è concentrato Sacha Monotti, socio fondatore di Me-Source, società specializzata nel webmining e nelle nuove tecniche di “ascolto” della Rete, il quale ha descritto i diversi ambiti di applicazione di queste nuove strategie di analisi rivolte alle aziende. In accordo con quanto detto da Cosenza, una tipica applicazione commerciale di questi strumenti è per conoscere che tipo di idee gravitano intorno a brand o prodotti specifici. Un altro uso molto interessante è quello della verifica del successo di campagne pubblicitarie basate sul viral marketing per valutare il grado di diffusione e il livello di penetrazione rispetto all’audience Web, informazioni che non sarebbero sufficientemente descritte da metriche (come le impression) nate per la misurazione di campagne online più tradizionali. Una ambito ulteriore di queste forme emergenti di webmining, forse meno prevedibile, è la capacità di cogliere umori e atteggiamenti (con tecniche come la sentiment analysis) del pubblico attivo che si muove all’interno di portali, come i siti di nanopublishing o i forum legati a testate giornalistiche. Infine Monotti ha illustrato il progetto Memesphere (www.memesphere.it), un memetracker creato
da Me-Source in grado di aggregare in tempo reale le conversazioni che avvengono online nella blogosfera italiana e internazionale. Dopo questa ricchissima carrellata di esempi, applicazioni e idee ci si è chiesti: fino a che punto questi sistemi automatizzati possono sostituire gli analisti “umani”? Ovvero nel mondo delle applicazioni legate a visualizzazioni e analisi delle informazioni online (datamining, webmining, datasharing, social media analysis e così via) quale il ruolo del ricercatore, dello studioso?
È l’uomo? Da un primo punto di vista, l’essere umano può essere molto utile per venire incontro a superare i limiti che hanno queste tecnologie, spesso vittime di ambiguità semantica e incapacità di valutare il contenuto, lo stile e il tono di un messaggio online. Ma ciò che è più straordinario e affascinante è che tutti sono stati concordi nell’affermare quello che a prima vista può sembrare un paradosso, ovvero nella sovrabbondanza di software e piattaforme dedicate alla raccolta dei dati, il ruolo dell’analista diventa strategico per far si che il diluvio dei dati a disposizione si trasformi in informazioni dotate di senso. È per quanto riguarda questa dimensione, l’uomo è la tecnologia più sofisticata in assoluto. Davide Bennato Per i vostri commenti:
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