IL FLUSSO CIRCOLARE DEL REDDITO Ogni mercato ha le proprie regole e segue un modello. Le imprese elaborano e producono beni di varia natura: − Beni primari materie prime − Materie prime semilavorati − Semilavorati prodotti finiti Tra queste esistono due mercati intermedi: − Mercato delle materie prime − Mercato dei semilavorati È possibile schematizzare le relazioni tra i soggetti economici. Ciò che ci interessa sapere è il rapporto tra le entrate e le uscite delle famiglie. Famiglie e imprese: Il settore che comprende famiglie e imprese prende il nome di settore privato dell’economia. Facciamo alcune ipotesi: Hyp1 : le imprese producono beni utilizzando risorse delle famiglie e semilavorati prodotti dalle categorie di imprese a monte. Hyp2 : le imprese produttrici di materie prime non hanno altre imprese a monte, utilizzano solo lavoro. Hyp3: prezzo = costo di produzione. ( salario + semilavorato). Hyp4: le famiglie non risparmiano. W= salario Y= credito C= consumo(PIL, reddito) S= risparmi Π= profitti Is= investimenti in scorte Il reddito di un’economia è dato dalla somma dei valori di tutte le produzioni detratte le duplicazioni. Poiché le famiglie non risparmiano, il reddito Y è interamente impiegato per acquistare i beni di consumo e i servizi prodotti dalle imprese. Per le ipotesi fatte, reddito, produzione e spesa coincidono (Y = C )
W=100
W= 350 Y= 350 C= 350
Impresa 1 VBS: 100
Impresa 2 VBS: 150
W=50 famiglia
W=200 Impresa 3 VBS: 350 C=350
Flusso monetario Flusso monetario
Risparmio e investimento: Eliminiamo l’assunzione dell’ Hyp4, e consideriamo che le famiglie, oltre a fornire il proprio lavoro, possono dare alle imprese anche risorse finanziarie mediante l’acquisto di titoli emessi dalle imprese stesse o da intermediari. Ovviamente, da tali finanziamenti, le famiglie attendono un profitto (Π). Il risparmio è definito come: S=Y–C che corrisponde all’ammontare di reddito che le famiglie non consumano. Poiché le famiglie non spendono tutto il proprio reddito, le imprese non vendono tutto ciò che hanno prodotto, quindi al risparmio corrisponde una somma di pari valore di Investimenti in scorte, ovvero di beni e servizi invenduti. W=100
Impresa 1 VBS: 110
Impresa 2 VBS: 200
W= 350 Π= 150 Y= 500 C= 400 S= 100 Is= 100
Π= 10
W=50 famiglia Π= 40
W=200 Impresa 3 VBS: 500
Π= 100
C=400
Lo stato:
STATO T=125
Tf=50 W=100 Ti=5 Π= 10
Impresa 1 VBS: 115 Ti=20
Impresa 2 VBS: 225
W=50 famiglia Π= 40
Ti=50
G=125
W = 350 Π = 150 C = 400 Tf = 50 S = 50 Is = 50 Ti = 75 T =125 G = 125 Y = W+Π+Ti = 575
W=200 Impresa 3 VBS: 575
Π= 100
C=400
Consideriamo oltre ad imprese e famiglie anche lo Stato. Hyp5: lo stato assolve a due funzioni, da un lato riscuote le tasse (Ti= tasse imprese; Tf = tasse famiglie) e dall’altro eroga la spesa pubblica (G), che rappresenta la domanda verso le imprese. In questo caso abbiamo quindi due consumatori, famiglia e stato. Il concetto di circuito economico permette di evidenziare: A. Relazioni macroeconomiche: 1. Y = W+Π+Ti 2. W+Π = C+S+Tf le famiglie usano il reddito percepito acquistando beni, risparmiando e pagando imposte 3. Y = C+I+G componenti della domanda aggregata 4. I = S le imprese devono crescere, e lo fanno mediante gli investimenti. Essi sono utilizzati per l’acquisto di beni di produzione. Il flusso di risparmio può finanziare gli investimenti solo se le famiglie prestano denaro alle imprese attraverso i canali finanziari come la borsa o le banche. 5. T = Ti+Tf = G nel caso ottimale , quando tutte le entrate tributarie sono spese per opere pubbliche. Il pareggio è una situazione difficile da raggiungere, infatti si può verificare che T>G, o più spesso T
Se invece l'avanzo primario non è sufficiente per coprire gli interessi da pagare, lo Stato in qualche modo deve pur finanziarsi. Può stampare nuova moneta oppure può indebitarsi ulteriormente. E’ quello che fanno certe ditte che cadono in mano agli strozzini: chiedono ulteriori prestiti per pagare gli interessi, e poi falliscono. Nel caso dello Stato, con questo comportamento, viene traslato il problema degli equilibri finanziari alle generazioni successive, che si troveranno a dover bilanciare i conti, e questo succederà o con l’inflazione (ma l’essere nell’area della moneta unica europea rende queste operazioni monetarie difficili per i singoli stati) o con un aumento delle imposte. È fondamentale essere a conoscenza del deficit pubblico, poiché lo Stato si finanzia sullo stesso mercato delle imprese. Se lo stato deve coprire i suoi debiti, aumenta i tassi d’interesse sui titoli. Le imprese si trovano quindi in un situazione di svantaggio che le costringe o a non intervenire o ad aggravare i propri costi ed offrire maggiori interessi. Poiché: Y = C+G+I e Y = C+S+Tf C+G+I = C+S+Tf S = I+ (G-Tf) T-G rappresenta il risparmio pubblico, allora: G>T I<S quando lo stato entra in competizione con le imprese vi è una depressione degli investimenti GS Lo stato drena risorse e ne utilizza una parte per coprire la spesa pubblica, la restante per finanziare le imprese. B. Meccanismo di creazione e circolazione del reddito e gli apparati (produzione e scambio) che lo costituiscono. C. Relazioni tra le imprese e tra i mercati.
Il cuneo fiscale o cuneo contributivo è rappresentato dalla variazione tra l'onere del costo del lavoro e il reddito effettivo percepito dal prestatore d'opera: in pratica è la differenza tra quanto pagato dal datore di lavoro e quanto incassato effettivamente dal lavoratore, essendo il restante importo versato al fisco e agli enti di previdenza. Il cuneo fiscale è la differenza fra i costi sostenuti dall'imprenditore per l'assunzione di un lavoratore (il salario più i contributi alla sicurezza sociale) e il reddito del lavoratore dopo le tasse e le indennità (il reddito netto). In Italia il cuneo fiscale è determinato sostanzialmente dai contributi previdenziali a carico dell'imprenditore.