PSICOLOGIA GENERALE Disagio e inclusione scolastica prof. Anna Maria Schiano Dirigente Tecnico MIUR Docente di Psicologia Generale
Famiglia= luogo di sviluppo della vita emotiva, affettiva, cognitiva • Dinamiche familiari: •
Famiglie
Il primo luogo nel quale il bambino manifesta il suo disagio - nucleari - allargate - unioni civili TECNICHE
• • •
Modellamento Contrattazione contingenze Concatenamento INTEGRATE
• Colloquio clinico (psicoanalisi) • Analisi transazionale: - Io Bambino ( modello di Berne) - Io Adulto - Io Genitore
DI COMUNICAZIONE
Interdipendenza positiva • Sostegno-aiuto dei genitori • Condivisione di obiettivi/compiti • Complementarità/alternanza dei ruoli nella cura del bambino • Partecipazione del bambino alla vita familiare secondo: - motivazioni - interessi - Potenziali Individuali (P.I.A. – P.E. – Q.I. – Q.E.) - stile/ritmo di apprendimento • Clima sereno e gioioso
Effetti delle interazioni familiari positive • • • • • • • •
Incremento delle abilità comunicative del bambino Identificazione col genitore dello stesso sesso Costruzione dell’identità di genere Diminuzione dei comportamenti/strategie di fuga e/o di evitamento di situazioni critiche (es. abitudini igieniche) Incremento della responsabilità, dell’impegno, delle motivazioni, delle curiosità, degli interessi, dell’attenzione Incremento della tensione attualizzante Aumento della fiducia in sè Atteggiamento positivo verso il mondo
PROBLEMI FAMILIARI • DISACCORDO DEI GENITORICONFLITTUALITA’ • SEPARAZIONE • DIVORZIO-FAMIGLIA ALLARGATAUNIONI CIVILI • COMPORTAMENTO DEVIANTE DI UN GENITORE (USO DI DROGHE) • VIOLENZA VERSO IL BAMBINO (FISICA/SESSUALE/PSICOLOGICA)
MALESSERE IN FAMIGLIA • DISAGIO DEL BAMBINO- SOFFERENZA NELL’AMBITO DELLE CONFLITTUALITA’ TRA I GENITORI • SENSI DI COLPA DI FRONTE A VIOLENZE SUBITE (FISICHE/SESSUALI) • SENSO DI INADEGUATEZZA DI FRONTE ALLE ASPETTATIVE DEI GENITORI • SENSO-PAURA DELL’ABBANDONO • CARENZA AFFETTIVA (assenza del padrecolpevolizzazione della madre lavoratrice) • RAPPORTO CON AMBIENTI PER ADULTI (suppellettili, arredi etc.)
MALESSERE A SCUOLA • DIFFICOLTA’ DI COMUNICAZIONE/RELAZIONE/INTEGRAZIO NE • PAURA/SENSO DI INADEGUATEZZA ALLA COMUNITA’ • STRATEGIE DI FUGA DALLE RELAZIONI (ATTIVITA’ DI GIOCO-LAVORO) • NON APPARTENENZA AL GRUPPO • LENTEZZA/PATOLOGIE NELL’APPRENDIMENTO • ISOLAMENTO- EMARGINAZIONE
INDICATORI DI MALESSERE • FISSAZIONE DEL MONOLOGO INTERIORE E RITARDO DEL LINGUAGGIO SOCIALIZZATO • STRATEGIE DI EVITAMENTO E DI FUGA DA SITUAZIONI DI GIOCO-LAVORO • AGGRESSIVITA’ • ISOLAMENTO • IPERCINESI • APATIA • ANOMIA
TECNICHE DI RILEVAZIONE • Interpretazione del disegno infantile: - disegno della famiglia - test delle due case - uso del colore/tratto/spazio • Colloquio clinico • Osservazione sistematica dei comportamenti- Protocollo quotidiano • Metodo critico
LA SCUOLA FONTE DI MALESSERE • Organizzazione dell’ambiente e degli spazi per l’ascolto e per l’apprendimento per ricezione (mediante la lezione frontale nell’aula 2.0) • Interrogazioni, comparazione tra gli allievi • Regole non condivise dagli allievi • Omologazione dei comportamenti • Frustrazione derivante dall’insuccesso, dal confronto con il voto sul quaderno
L’eccezionalità Ognuno è diverso peculiare
singolare
originale non condurre a tutti i costi il soggetto verso i sentieri accidentati della normalità degli altri ma accompagnarlo mentre si incammina verso le strade della propria singolarità Si tratta di trasformare il disagio in agio; la fragilità in forza; la paura della solitudine in coraggio; la noia in desiderio 11
TIPOLOGIE DEL DISAGIO Difficoltà di linguaggio Difficoltà di relazione / comportamento Difficoltà di apprendimento Difficoltà di attenzione Difficoltà emotivo - motivazionali Scarsa autostima
Scarsa autonomia
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I segni della violenza
q Cambio improvviso dei normali atteggiamenti q Tendenza ad isolarsi q Crollo delle performance q Difficoltà di concentrazione q Rabbia ed impulsività q Scarsa autostima
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per favorire le scelte di benessere agire su molteplici fattori che influenzano la modifica dei comportamenti:
Intrapersonali Interpersonali Organizzativi Comunitari Leggi e politiche pubbliche: la normativa assume funzione trainante della cultura
CREARE ALLEANZE PER LA PREVENZIONE DEL DISAGIO Comuni
Sanità
Scuole Imprese
Provincia
Regione…
Sindacato
Associazioni
Come aiutare i giovani a fare scelte di benessere? Costruire una identità positiva
Bisogni Educativi 0 Speciali C.M 27/12/12
C.M.N 8/2013
OSPEDALIZZATO
L.170/10 L.104/92
DISAGIO PERSONALE
SVANTAGGIO SOCIALE
ADOTTATO
STRANIERO
o LINEE GUIDA PER GLI STRANIERI o ICF DELLE DISABILITA’ o MISURE DISPENSATIVE E STRUMENTI COMPENSATIVI(DSA)
La Pedagogia inclusiva (Convegno mondiale di Salamanca 1994) • Il Profilo del bambino con Disagio personale è funzionale al Piano Didattico Personalizzato, all’interno del curricolo verticale di classe e va a “fotografare” l’alunno in un’ottica bio-psicosociale così come suggerito dall’ICF 5 (Classificazione Internazionale del Funzionamento, della disabilità e della salute – Organizzazione Mondiale Sanità 2001). • Tale documento è dinamico perché segue la crescita dell’alunno, funzionale perché permette la costruzione degli interventi;
ABILITA’ VICARIANTI • Dal profilo funzionale del bambino con Disagio emergono le capacità cognitive, comunicative e le potenzialità affettive ed emotive. • Il bambino, incluso nel gruppo dei pari, svolge attività differenziate (L. 107/15) secondo il suo PDP (Piano Didattico Personalizzato) e dà il proprio contributo ad attività e progetti del gruppo dei compagni.
Didattica inclusiva: comune denominatore per tutti i bambini e che non lasci indietro nessuno! Processi di : Individualizzazione e Personalizzazione Misure dispensative
Strumenti compensativi.
Organizzazione- metodologie • I tipi di prassi nelle classi che sostengono l’inclusione degli allievi con esigenze “speciali” comprendono: insegnamento cooperativo, apprendimento cooperativo, soluzione dei problemi attraverso la cooperazione, gruppi eterogenei; monitoraggio e valutazione sistematici, programmazione e valutazione del lavoro di ogni allievo nell’ambito della progettazione del curricolo verticale.
La lezione efficace: suggerimenti per l’inclusione • Coinvolgere il bambino in attività risolutive di problemi di vita quotidiana, condividere scopi e progetti con i compagni, affidargli una “consegna”, un ruolo ed una funzione nel gruppo dei pari • Accorciare i Tempi di lavoro, spezzettando con pause brevi un lavoro lungo (motivare attività di coding)
PROBLEMA
DOMANDE FOCALI
RISPOSTE
CAMPI d’ESPERIENZADISCIPLINE
Bruner: • problem finding, • problem posing, • problem solving
Circle timeBrainstorming
Matrice cognitiva della sezione/classe e di ciascun allievo
Progetto di lavoro
Organizzazione in gruppi
Assegnazioni ai gruppi di attività differenziate
CANALE VISIVO- RINFORZO • Ricorrere spesso a: canale visivo, segnali concordati verbali, gestuali o visivi (rinforzo di comportamenti corretti, richiamo dell’attenzione sostenuta da curiosità, motivazione, interesse, etc) • Far ripetere al bambino le info rilevanti di testo, spiegazione, consegna (quando si ritiene che sia stato motivato e interessato) • Chiarire i Tempi di lavoro, il grado di difficoltà, i materiali utili • Verificare che il setting didattico sia organizzato, costruttivista
DALL’AULA 2.0 ALL’AULA 3.0 INFORMATION TECNOLOGY PER L’INCLUSIONE DEI BES
Indicazioni Nazionali 2012 e PTOF della scuola Le Indicazioni Nazionali introducono un nuovo progetto di scuola fondato sulla didattica di Laboratorio: l’aula diventa lo spazio da organizzare quale setting didattico altamente costruttivista. Lo spazio dell’aula diventa lo spazio dei significati, delle conoscenze, della vita quotidiana, di nuove dinamiche di gruppo ed è lo spazio del movimento.
Lo sfondo integratore • Lo spazio è sfondo integratore di conoscenze, di significati e l’organizzazione degli spazi è funzionale alla qualità dell’offerta formativa e della mediazione didattica. • Attività che promuovano conoscenze, abilità, competenze devono necessariamente prevedere una nuova organizzazione degli spazi. • Occorre, infatti, superare la lezione frontale, unidirezionale, caratterizzata dall’ ascolto passivo dell’allievo e bisogna attivare, invece, una nuova mediazione didattica connotata dalla Didattica di Laboratorio, centrata su problemi condivisi dal gruppoclasse.
Organizzare lo spazio • L’aula è lo spazio dove il bambino deve muoversi liberamente. • Nell’organizzazione dello spazio, per facilitare sia il movimento e sia la comunicazione tra i bambini, si possono organizzare tavolini di lavoro, intorno ai quali piccoli gruppi di allievi svolgono attività di ricerca-azione. • Intorno ai tavolini resta lo spazio per muoversi, esplorare, comunicare,interagire
L’AULA E’ LUOGO DELLE CONOSCENZE . NELLO SPAZIO DELL’AULA IL BAMBINO INCONTRA GLI OSA DISCIPLINARI
LE ATTIVITA’ • Per facilitare gli apprendimenti si organizzano attività mediante l’utilizzo della LIM (Lavagna Interattiva Multimediale) . • L’utilizzo della LIM introduce la didattica 3.0 ovvero un nuovo progetto di scuola che vede una organizzazione degli spazi per il movimento. • I bambini sono attivi e protagonisti dell’apprendimento e… si muovono. 30
• Gli allievi si muovono nell’aula, utilizzano la LIM per ricercare conoscenze, per disegnare, memorizzare moduli e conservarli in memoria, utilizzano la ricorsività dei moduli in nuove costruzioni, interagiscono collegandosi via INTERNET con compagni di altre scuole, anche in altre Nazioni, dialogano, scambiano informazioni, idee, attività, esperienze, progetti.
• La LIM necessita di una nuova organizzazione degli spazi, secondo una nuova progettazione anche in applicazione delle nuove Linee Guida per l’edilizia scolastica che prevedono spazi polifunzionali ed aule con pareti mobili, per favorire l’organizzazione di dinamiche di gruppo e la flessibilità delle organizzazioni funzionali alla qualità dell’offerta formativa
Dall’aula 2.0 all’aula 3.0. Che cosa cambia? l’organizzazione dello spazio fisico: si punta su arredi funzionali ad una didattica di Laboratorio ex L. 107/15
l’uso delle nuove tecnologie della comunicazione: TIC o meglio TSI
Didattica di Laboratorio e dinamiche di gruppo per l’inclusione di tutti e di ciascuno
l’applicazione di metodologie innovative di problem posing e di problem solving.
Dall’aula 2.0 all’aula 3.0 • Avanguardia Educativa (INDIRE) propone nuove dimensioni della didattica con le TIC e TSI: • l’aula 2.0 pone le tecnologie integrate nell’ambito di un setting didattico e di metodologie digitali in una conduzione della classe e adozione di metodologie tradizionali. In tal senso le tecnologie sono solo facilitatori ed amplificatori di apprendimento e non sostengono individualizzazione e personalizzazione di attività e percorsi per l’inclusione di ciascun allievo.
L’aula 3.0 • L’aula 3.0 va oltre e vuole una diversa efficacia ed utilizzo delle tecnologie di rete. Esse, in un’organizzazione ed in una conduzione innovativa della classe, centrata sulla didattica di laboratorio e su metodologie di ricerca-azione, diventano, con internet, ambienti di apprendimento nei quali gli allievi possono navigare in piena autonomia, secondo capacità, curiosità, motivazioni ed interessi di ciascuno, per costruire competenze e risolvere problemi. • Nasce l’impegno che va a potenziare l’attenzione
Aula spazio per la mente • Il setting didattico si riconfigura sia come ambiente di apprendimento e sia come spazio. L’aula si fa “luogo narrante”, sfondo integratore di esperienze, di significati, altamente costruttivista di conoscenze e di idee nuove. Tale ambiente si avvale anche di co-docenza (organico di potenziamento) e di CLIL (trasversalità di una lingua/cultura straniera)
Come cambia l’aula • Nell’aula 3.0 si passa dallo spazio “non luogo” dell’aula tradizionale (INDIRE) allo spazio percepito dal bambino come luogo accogliente ed inclusivo, “spazio luogo” di attività, di emozioni, di significati: si potenzia la comunicazione e la relazione. Si sostiene l’attenzione e si contiene il disagio derivante dal Disturbo dell’apprendimento. • La mediazione didattica fin dalla scuola dell’infanzia, già fondata sul gioco-lavoro, si avvale di risorse per attività divertenti, con tecnologie quali la LIM che vanno a configurarsi non solo come facilitatori di apprendimento ma soprattutto come ambienti di apprendimento costruttivisti.
Dal laboratorio alla laboratorietà • Anche nei segmenti scolastici successivi al 1° ciclo l’apprendimento deve fondarsi sulla didattica di laboratorio. • E’ da dire che se non cambia sostanzialmente la mediazione didattica e, invece di essere centrata sull’azione del docente che spiega la lezione, si trasforma nell’abile regia del docente che, animatore di dinamiche di gruppo, guida e sostiene l’autonomia degli allievi nello scoprire come funzionano fatti e fenomeni della realtà, anche la LIM appare di “parziale utilità” nell’efficacia della lezione per l’inclusione di tutti gli allievi.
La laboratorietà • L’apprendimento nell’aula 3.0 è centrato sul lavoro, ovvero nasce da un elemento discrepante rispetto ad esperienze consuete, nasce, cioè, da un problema da cui scaturiscono “domande focali”. Queste sollecitano nei bambini tensioni attualizzanti: essi si impegnano a progettare soluzioni al problema considerato, a programmare itinerari, attivare procedure operative e sviluppare capacità di coding e di pensiero computazionale (L.107/15).
L’utilizzo della LIM • In un modello di scuola centrato sull’azione del docente (aula 2.0) la LIM non può rompere l’elemento critico strutturale della didattica tradizionale, ovvero la frontalità dell’approccio educativo e didattico.
• Diversamente, in una aula 3.0, con una didattica centrata su fatti e fenomeni naturali ed artificiali, resi problematici da una serie di domande: che cosa è? come funziona? dove, come, quando, perche? la LIM diventa spazio per la mente, luogo di ricerca delle risposte alle domande dei bambini, che promuove autonomia e capacità di imparare ad imparare. • Un siffatto clima favorisce anche il coinvolgimento del bambino portatore di Disagio.
Bambini nativi digitali e Le TIC-TSI L’aula 3.0 ( descritta da Avanguardie Educative di INDIRE) rappresenta una vera e propria “rivoluzione copernicana”se inserita nel quadro dell’innovazione ( didattica di laboratorio, PNSD Piano Nazionale Scuola Digitale): cambia sia il ruolo dei docenti e sia quello degli allievi “Nativi Digitali”.
Il setting didattico Allievo e ambiente • L’allievo è attivo. • L’ambiente stesso è flessibile e dinamico, promuove lo scambio e la relazione tra pari. • I banchi sono tavoli di lavoro, la cattedra non c’e’ ed il docente gira dispensando pareri, aiuti, consigli (compensando il Digital Divide)- Il docente diviene il “facilitatore” di apprendimenti che media tra gli allievi ed i saperi.
Avanguardie Educative di INDIRE • I linguaggi degli alunni e le pratiche degli insegnanti stanno conoscendo un allontanamento - che Giovanni Biondi chiama digital disconnect - tale da «mettere in crisi un modello trasmissivo, basato sull’insegnamento, che non sembra più corrispondere né alla mentalità degli studenti e neppure al sistema di rappresentazione e di diffusione delle conoscenze adottato dall’umanità intera”
Gli attrezzi da lavoro: software informatici
Lo sviluppo di capacità di coding (L. 107/15) risale al matematico S. Papert, inventore del linguaggio Logo, della tartaruga meccanica telecomandata, che traccia percorsi e disegna al computer forme che il bambino mette in memoria ed utilizza più volte (scoperta della ricorsività) per disegnare in ambiente LOGO.
Mediatori plurimi- Compiti di realtà • Usare mediatori diversi significa tenere conto delle esigenze plurime degli alunni, degli stili di apprendimento e delle intelligenze multiple (Gardner). • •
Il processo di apprendimento, quindi, deve avvenire attraverso esperienze di vita quotidiana e compiti di realtà da parte di bambini “nativi digitali”
Il Programma PAINT Windows consente al bambino di colorare forme e disegni. Paint.net è un programma di grafica immediato e ricco di opzioni.
ARTEFATTI TECNOLOGICI risorsa educativa
Con l’ape robot coinvolgente…….ed protagonisti attivi
il i
gioco diventa bambini sono
IL PROBLEMA
(coinvolgimento del bambino ex L. 107/15) I bambini hanno incontrato su INTERNET il gattino di SCRATCH JR., Si pongono domande: chi è, che cosa fa? Dove vive? Perché segue percorsi? Conosciamo la storia del GATTINO DI SCRATCH…..
SCRATCT
SCRATCH • Scratch é una programma realizzato dal Mit di Boston per fare "coding" cioè programmazione, utilizzando blocchi testuali. I ragazzi allenano la logica, necessaria per programmare le sequenze degli script e scoprono ciò che sta dietro i videogiochi e le animazioni. • Si può raggiungere l'armonia tramite l'equilibrio dei rapporti fra linee, colori e superfici. Solo in modo più nitido e più forte. Si cattura l’attenzione del bambino in condizione di disagio di DSA che, gradualmente, in attività di gioco-lavoro, di cooperative learning supera criticità ed acquisisce autostima.
L’utilizzo del PC • Il PC è strumento privilegiato per la ricerca di informazioni e notizie: gli allievi selezionano parole chiave da inserire nel motore di ricerca google • Essi imparano a leggere testi nel rapporto significante-significato, a comprendere e selezionare i vari tipi di testo, a stampare e ad elaborare in maniera personale (anche parafrasando) le informazioni. • Imparano a cercare, selezionare conoscenze ed a scaricare immagini • Sono sostenuti nell’impegno, nell’attenzione e nell’autocontrollo: confrontano e comunicano esperienze
LA LIM
LA LIM nell’aula 3.0
AMBIENTE DI APPRENDIMENTO
STRUMENTO FACILITATORE PER DI LA (Avanguardie educative INDIRE)APPRENDIMENTO MENTE
Scelte didattiche e metodologiche Brainstorming
Circle-time
Ddattica di laboratorio i
Cooperative learning
Learning by doing
Attività: Ricerca-azione: I bambini cercano e visualizzano, con la LIM, rappresentazioni di fatti e fenomeni, eventi storici, opere d’arte tecnologiche, significati contestualizzati nella temperie culturale della postmodernità
Inclusione degli allievi con bisogni educativi speciali (D. M. 27/12/2012) • Ciascun allievo concorre al progetto comune svolgendo attività e prestazioni secondo curiosità, motivazioni, interessi personali.
• Individualizzazione delle strategie didattiche e personalizzazione dei percorsi delle attività sono proposte adeguate ai differenziati e specifici bisogni degli allievi
Tecnologie informatizzate e computerizzate L’uso della LIM (Lavagna Interattiva Multimediale) supportata dal web 3.0 è contestualizzato nell’innovazione della Buona Scuola • Quest’ultima va a potenziare una didattica di Laboratorio e necessita di un nuovo progetto di scuola che vede la centralità dell’allievo protagonista e interattivo, reso responsabile della consegna ricevuta, sicuro di sé, rafforzato nell’identità e nell’autostima.
Conduzione della classe per l’utilizzo della LIM
• Nell’ambito di una DIDATTICA DI LABORATORIO si prevede l’organizzazione di Gruppi di lavoro: • Es. n. 4 gruppi che sviluppano, ciascuno, un modulo di progetto • Si formano coppie di dialogo (peer tutoring)
DINAMICHE DI GRUPPO • Si attivano dinamiche di gruppo: es. modellamento, contrattazione delle contingenze, concatenamento (cfr. La conduzione della classe di Paolo Meazzini) • Nell’ambito di ciascun gruppo ogni allievo svolge un compito secondo la consegna. • I bambini referenti di gruppo, a turno, cercano le informazioni necessarie al Progetto da realizzare con la LIM
METODOLOGIE- STRUMENTI AULA 3.0 descritta da Avanguardie Educative di INDIRE adotta metodologie di: • BRAIN STORMING ( tempesta di cervelli) • COOPERATIVE LEARNING (apprendimento cooperativo) • PEER TUTORING (tutoraggio tra pari) • RICERCA-AZIONE • SPERIMENTAZIONE • UTILIZZO DELLE T.I.C. • DIDATTICA 3.0 ( Utilizzo della LIM per una didattica multimediale interattiva: questa corrisponde ad un nuovo Progetto di scuola che vede l’allievo protagonista e interattivo. Questo Progetto avanzato prevede anche una diversa organizzazione degli spazi: es .Linee Guida per l’edilizia scolastica.)
ATTIVITA’ per un:
LABORATORIO DI RICERCA INTERDISCIPLINARE (Aldo Visalberghi)
DIVISIONE IN GRUPPI
DINAMICHE DI GRUPPO COOPERATIVE LEARNING PEER TUTORING
MODULARITA’ DEL PROGETTO
OGNI GRUPPO SVILUPPA UN MODULO DI PROGETTO
CONSEGNE AL SINGOLO COMPONENTE IL GRUPPO
INDIVIDUALIZZAZIONE E PERSONALIZZAZIONE DEI PROCESSI PER L’INCLUSIONE
RICERCAAZIONE
RICERCA DI INFORMAZIONI CON LA LIM-
DINAMICHE DI GRUPPO • Ciascun allievo concorre al Progetto comune svolgendo attività e prestazioni secondo curiosità, motivazioni, interessi personali. • Egli sviluppa processi di apprendimento secondo i potenziali individuali di apprendimento, secondo ritmi e stili cognitivi, secondo risorse individuali. • Si realizza, così, di fatto, la personalizzazione dei processi di sviluppo: cognitivi, affettivi, relazionali. • VIENE SOSTENUTA E POTENZIATA LA PARTECIPAZIONE ATTIVA AL LAVORO COMUNE, LA COMUNICAZIONE, LA RELAZIONE
SETTING DIDATTICO • Il setting didattico si riconfigura sia come ambiente di apprendimento e sia come spazio. Esso si avvale anche di co-docenza (organico di potenziamento) e di CLIL (trasversalità di una lingua/cultura straniera)
Le TIC- TSI • Le richieste rivolte agli insegnanti sono sempre più impegnative: essi operano con gruppi di allievi molto più eterogenei rispetto a prima (diversità di lingua materna, genere, etnia, confessione religiosa, capacità etc.); • gli insegnanti sono tenuti ad avvalersi delle opportunità offerte dalle nuove tecnologie (es. LIM), a rispondere alla domanda di insegnamento personalizzato e ad assistere gli alunni affinché diventino autonomi nell’apprendimento permanente. • Didattica 3.0: interattività, ambiente di apprendimento
CURRICULUM IMPLICITO Lo sfondo integratore • L’aula non deve essere il “NON LUOGO”(Avanguardie Educative INDIRE) ma il “LUOGO NARRANTE” . • E’ sfondo integratore delle conoscenze del bambino. • Essa deve essere un ambiente altamente costruttivista e ricco di stimoli: sussidi strutturati e non, cartelloni raffiguranti ambienti reali e fantastici, • con angoli dedicati alle TIC (LIM,computer). • L’aula deve diventare un laboratorio di ricerca interdisciplinare (Aldo Visalberghi): il setting didattico deve essere ricco di materiali. • Aula è spazio fisico e MENTALE.
L’allievo è attivo. Gioca e si diverte nella relazione con i compagni. Anche la routine della scuola dell’infanzia si colora di sorprese e di curiosità. L’ambiente stesso è flessibile e dinamico, promuove lo scambio e la relazione tra pari.
I banchi sono tavoli di lavoro, la cattedra non c’e’ ed il docente gira dispensando pareri, aiuti, consigli: diviene il”facilitatore” degli apprendimenti, che media tra gli allievi ed i saperi dei diversi campi di esperienza e delle discipline.
Attività Differenziate (L.107/15) DIVISIONE IN GRUPPI DI LAVORO. CONSEGNA AL SINGOLO COMPONENTE IL GRUPPO.
Ogni bambino darà il proprio contributo personale al lavoro di gruppo come sa e come può fare!
La conduzione della classe • la funzione principale dell’insegnante non potrà più essere la diffusione di conoscenze, ormai assicurata più efficacemente da altri mezzi. • La sua competenza deve spostarsi e trasformarsi in una provocazione all’apprendimento e al pensiero. • L’insegnante diventa l’animatore dell’intelligenza collettiva dei gruppi di cui è responsabile.
L’utilizzo della LIM • In un modello di scuola centrato sull’azione del docente la LIM non può rompere l’elemento critico strutturale della didattica tradizionale, ovvero la frontalità dell’approccio educativo e didattico. • Diversamente, in una scuola centrata su fatti e fenomeni naturali ed artificiali, resi problematici da una serie di domande: che cosa è? Come funziona? Dove, come, quando perche? La LIM diventa spazio per la mente, luogo di ricerca delle risposte alle domande dei bambini, che promuove autonomia e capacità di imparare ad imparare.
Individualizzazione e Personalizzazione • Una didattica di laboratorio consente l’individualizzazione dei trattamenti rivolti a singoli allievi per il raggiungimento degli obiettivi comuni alla classe. • Nel gruppo dei pari la personalizzazione dei processi di crescita consente sia la compensazione delle fragilità e sia lo sviluppo dei talenti e di eventuali eccellenze….. anche dei bambini in stato di disagio