I Templari In Sardegna

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I TEMPLARI IN SARDEGNA: IL SIGILLO DI SALOMONE E’ certamente difficile, affrontare l’argomento da me scelto Questo lavoro, con grande e sincera umiltà, credo comunque sia utile in primo luogo per la mia personale crescita, fornendo ai fratelli spunti di interessanti riflessioni. MOLTI AUTOREVOLI STUDIOSI, NEL TEMPO, HANNO SCRITTO SUI I TEMPLARI. ALCUNI AUTORI, HANNO CON COMPETENZA AFFRONTATO GLI ASPETTI STORICI, PALEOGRAFICI, ARCHEOLOGICI CONNESSI ALLA PRESENZA DELL’ORDO TEMPLI IN SARDEGNA. Per me non può bastare, se pure è indispensabile, lo studio paleografico, storico, architettonico, per inquadrare il periodo storico che va dal 1150, quando i Templari iniziarono a stabilirsi in Sardegna, e il 1312 quando il papa clemente V, nel concilio di Vienne, sciolse l'Ordine passando tutti i beni del Tempio agli ospitalieri di S. Giovanni Le ricerche, sempre molto difficili, sui Templari, cosa che non è stata capita da molti storici e studiosi di paleografia, non può assolutamente fermarsi al mero compulsare e tradurre carte e “ condaghi”. Non ha molto senso, secondo me, anche con ricerche sul campo in luoghi dove presumibilmente vi erano insediamenti del Tempio, cercare croci o simulacri ricchi di simbolismo. La vera ricerca è quella dell'Iniziato, di colui che è animato dalla genuina sete di sapere esoterico, di colui che,con serietà ed apertura mentale, cerca di avvicinarsi ai contenuti gnostici dell'ordine dei poveri cavalieri di Cristo. Nell' "eterno presente", concetto caro a chi custodisce i contenuti misterici ed esoterici dell'ordine istituito nel 1118 da Hugues de Paganis, è indispensabile cercare, con la reminescenza propugnata da Platone ( per gli iniziati) di vivere quel tempo. Per fare questo, e dico sin da ora di non esserci completamente riuscito, bisogna capire che i Templari, in quanto iniziati, avevano tutte le caratteristiche degli iniziati: fortezza d'animo, controllo del pensiero e della azione, fede, tolleranza per tutte le ideologie e religioni, equilibrio. La vera ricerca è quella che conduce, nell'avvicinarsi al loro stile di vita, alla conoscenza, se pure parziale, dell'essenza del cristianesimo originale, quello di matrice Giovannita. E' molto utile, evitando di muoversi a caso o sulla spinta dei scarsi documenti storici, ricercare i siti facendosi guidare dalla considerazione che gli insediamenti dell' Ordine erano sempre legati

a validi motivi strategici, ad una utilità pratica; ma anche ad una più difficile ed indecifrabile motivazione d'ordine simbolico e mistico. Consci che i Templari, arrivati in Sardegna coi Pisani, forse difesi durante la dominazione Aragonese iniziata nel 1322/24 con la spedizione del Re Giacomo d' Aragona, molto avevano fatto per cristianizzzare riti pagani più antichi, può essere utile cercare di capire l'origine di tradizioni ancora vive fra la gente Nei documenti storici, a noi giunti, spesso compaiono i Templari : in un atto di vendita del priore di Trullas appare Iohanne dessu Templu; un tale donnu Furatu Solina, prebiteru dessu templu è citato tra i testimoni, in un atto del 1153-1190, registrato durante il regno del Giudice Barisone.Molti erano i possedimenti templari nei quattro Giudicati. Da molti documenti storici, ma anche da riscontri archeologici appare chiaro che i Templari si stabilirono in Sardegna al seguito dei Pisani. Nel giudicato di Arborea, con la casata dei Bass e con l’entrata di questo Regno nella sfera di influenza di Barcellona, aumentava la presenza Templare, forza incontrastata nel principato di Catalogna. Dopo la bolla “pastoralis Prominentae” con la quale il Papa Clemente V faceva entrare in campo la Santa inquisizione per far interrogare i templari fatti arrestare nel 1307 da Filippo il Bello in quanto accusati di eresia, nel 1308, in Sardegna, lo stesso affidava all’arcivescovo di Arborea, all’arciprete Petro Petrella di Nepi, e a fra Beltrando de Roccavilla il mandato di inquisire i templari sardi. A Nicolò, vescovo di Bosa, fu affidato l’incarico di gestire, in attesa del successivo trasferimento al patrimonio agli ospitalieri, i beni confiscati ai templari. Sarebbe troppo lungo soffermarci a considerare tutti i “documenti di pietra” e le vestigia riconducibili ai templari. In un mio studio più approfondito ho esaminato la documentata presenza Templare nel Giudicato di Cagliari, con particolare riferimento al Quartiere medievale di “Stampace ”. Essi erano sicuramente presenti nella oramai scomparsa chiesa di S. Nicola di Capusolio, sui cui ruderi si costruì il S. Francesco di Stampace del quale rimangono pochi sassi. Camminando nel vecchio borgo di Stampace, vera e propria città, staccata dal Castrum Kalaris, dal

quartiere di Liapola e dalle zone dei porti di Liapola e Bagnaria, dalle ville di S. vetrano, Villanova, molto vicina a "su Brugu", mi accorgo che sono rimaste poche tracce del passaggio dei Templari. Molte antiche chiese sono state ricostruite in tempi più recenti, come la chiesa di S. Anna, altre sono sparite come la già citata chiesa di S. Francesco di stampace e quella di S. Paolo, vicina allo stagno ed alle sepolte vestigia di S. Igia. In altre chiese il potere della chiesa cattolica, mano armata della cupidigia del re di Francia Filippo il Bello, ha fatto sparire ogni segno riconducibile all'ordine dei Poveri cavalieri di Cristo. I Poveri cavalieri di Cristo del Tempio di Salomone erano un ordine militare cavalleresco. L'ordine iniziò ad essere attivo a Gerusalemme, subito dopo la prima crociata, verso gli anni 1118-1119 ad opera di un gruppo di soldati arrivati nella città santa. Il loro scopo, ufficialmente, era quello di proteggere i pellegrini che attraversano la strada Jaffa- Gerusalemme. Sino al 1128 i 9 cavalieri fondatori, capitanati da Hugues de Payns e da Geoffrey de Saint Omer e da suo cugino Hugues de Champagne, avuto dal Re Baldovino come sede il monte Moriah, proprio dove si trova il tempio, si occuparono di meticolosi scavi forse alla ricerca di qualche importante reliquia, contemporaneamente entrarono in contatto con le culture giudaica e musulmana. Ma, probabilmente, il loro vero compito era quello di trovare gli scritti che potessero alimentare le loro tradizioni esoteriche che avevano radici molto profonde. Nel 1126 Ugues di Pagayns arrivò a Parigi dove entro in contatto con S. Bernardo di Clairvaux che appoggiò l'ordine, fissandone le regole. Nel 1128, nel Concilio di Troyes, ottenne l'approvazione Papale, e l'applicazione delle regole, mutuate da quelle Cistercensi e preparate da S. Bernardo. Qualche studioso afferma che Egli non appoggiò l'Ordine senza averne nulla in cambio. Gaetan de la Forge afferma che è sicuramente strano, l'improvviso fiorire, dopo il 1130, della strana ed imponente architettura gotica, promossa proprio

da S. Bernardo. Forse i templari, frugando nei sotterranei del Tempio avevano trovato antiche pergamene contenenti segreti architettonici relativi alla architettura del popolo egizio e del Tempio di Salomone. Il Loro quartiere generale rimase a Gerusalemme fino alla conquista mussulmana della città nel 1187, poi si trasferirono ad Antiochia, Acra, cesarea ed infine Cipro. Essi furono i promotori di un capillare sistema finanziario e bancario messo a disposizione dei nobili e regnanti Europei. Col termine delle ultime sfortunate crociate, avendo esaurito il loro ruolo ed avendo loro accumulato immense ricchezze, iniziarono a suscitare forti invidie. Nel 1307 Filippo IV di Francia, complice il Papa Clemente V, fece arrestare il gran Maestro Jacques de Molay e tutti i templari Francesi. L'accusa era veramente infamante: sacrilegio e satanismo. Molti templari, sottoposti ai tribunali della inquisizione, finirono al rogo, altri furono costretti con la tortura a dichiarare il falso. L'ordine venne soppresso nel 1312 e tutti i suoi beni assegnati a Cavalieri Ospitalieri, o confiscati da Filippo il Bello, o letteralmente "rubati " da altri ordini religiosi. Solo nel Portogallo il Re D. Dinis riuscì ad ottenere da Giovanni XXII, successore di Clemente V, che i beni Templari di quei territori passassero ad un nuovo ordine Cavalleresco, l'Ordine di Cristo. In questo modo i Templari Portoghesi, cambiando nome, continuarono ad operare, anche perché, nonostante il trasferimento della sede a Castro Narim, gli ordini arrivavano sempre dalla fortezza di Tomar. I primi navigatori Portoghesi,alla scoperta di nuove terre, avevano sulle vele della navi la croce di Cristo, insegna del nuovo ordine. I templari erano sicuramente radicati, con le loro "domus" all'interno della cittadella fortificata di Stampace, oasi verde e ricca di pace, già dai tempi in cui era in auge la città di S. Igia, poi distrutta dalle truppe Pisane. In documenti storici si fa riferimento ai templari solo nel XIII secolo quando il papa Onorio III con bolla del 21 Novembre 26 trasmise ai maestri delle Domus Templari di Cagliari, Oristano ed Arborea un sussidio. Lo storico Padre Giorgio Aleo identificava due siti templari : S. Francesco di Stampale e la chiesa del S. Sepolcro ( probabilmente sita dove è attualmente allocata la chiesa di S. Antonio, la chiesa successivamente costruita sotto questa prese forse il suo nome), nel

1365, in documenti storici si fa riferimento al nuovo ospedale, che aveva sostituito quello di s. Leonardo nell'attuale v. Baylle, e che venne dedicato a S. Antonio ( forse prima a S. Maria della pietà). In questo borgo autonomo, all'interno del fabbricato costituito da casette a schiera dai tetti rossi dell'argilla del Campidano, un ben preordinato e studiato susseguirsi di chiese ( arrivarono ad essere ben 15, mentre Cagliari si fregiava del ritrovamento dei resti di ben 179 martiri). Partendo dal "Borgo"( chiamato poi borgo di S. Bernardo come la chiesa là sita, toccava gli oratori di S. Egidio e Michele ( attualmente occupati dalla chiesa di S.Michele, gli oratori di S. Paolo e S. Antonio da cui traevano nome le vie (attualmente Via Carlo Buragna e Siotto Pintor), le chiese di S. Restituta ( forse martire di origine africana), S. Efisio o Evasio, S. Anna e S. Margherita ( dove era probabilmente attivo un ordine monastico femminile di tradizione Templare ed attualmente denominata S. Chiara) sino ad arrivare alle pendici del castello.Le testimonianze storiche della chiesa di S. Margherita risalgono al 1328 anno nel quale il Re Alfono II d'Aragona concesse alle monache una certa quantità di grano per il loro sostentamento, essa è citata, sempre col nome di s. Margherita da un documento del 1353 dal P. provinciale dell'ordine Francescano Bernardo Bruni. Rifatta nel XVII secolo, mantiene ancora le fondazioni trecentesche e alcune tombe a cassone. I Catalani trovarono Cagliari e la città di Stampace ben difesa da mura che erano state con abilità costruite dai pisani sulle precedenti mura romane e sulle deboli giudicali, la nobiltà si stabilì definitivamente sul colle del Castrum Castrum mentre i soldati, le maestranze, monaci e militari trovarono alloggio a Stampace, fianco delle cupole e capanne degli operai e agricoltori autoctoni. Chi entrava dalla porta dell'angelo, lasciata alle spalle la chiesa di S. Francesco, fuori dalle mura di Liapola, poteva ammirar la chiesa di S. Leonardo ( dove attualmente è sita la chiesa di S. Agostino) con il suo ospedale gestito dai Giovanniti e mantenuto in attività sino all'anno1326 dai pisani, più distanti quelle di S. Salvatore e S. Nicolò, percorrendo la Porta Stampace entrava nella

Platea Stampacis ( identificabile con P.zza Jenne) dove si teneva il giornaliero mercato.Molti degli edifici religiosi, ma anche le case del borgo, ricostruite verso la metà del '600, e duramente colpite dai bombardamenti Americani della 2* guerra mondiale,non ci sono più, cancellati dall'incuria degli uomini, o sono stati ricostruiti in epoche più recenti sotto il dominio Aragonese.Ci sono inoltre pochi documenti storici, così come è difficile trovare segni riconoscibili posto che dopo lo scioglimento dell'Ordine l'autorità Religiosa si"munì di scalpello" per far sparire dalle chiese ogni riferimento ai Templari. Emblematico il caso del San Francesco di Stampace, i cui ruderi sono ancora visibili nelle vie Mameli e Sassari. Esso risulta da documenti, poi dimostratisi falsi e costruiti ad hoc, in possesso dell'ordine Francescano da data antecedente lo scioglimento dei Templari.Questo è stato un chiaro tentativo di sottrarre ai giovanniti, ai quali dovevano passare tutti i beni templari, una chiesa e dei terreni di indubbio valore. Questa chiesa fu edificata sopra precedente costruzione medievale, sicuramente in data posteriore ai falsi atti di vendita risalenti al 1275 (si fa riferimento ad un maestro, forse Templare, fisico Tancredi di S. Restituta).Le precedenti costruzioni, possedute da un non identificato ordine Benedettini che potrebbe identificarsi con quello dei Templari. Vicino a questa chiesa, come citato negli atti di vendita, era sita quella di S. Nicola di caputsolium (o campidoglio) di sicura tradizione templare in quanto costruita sopra il campidoglio romano che si poteva identificare all'interno della cinta di età repubblicana fra l'attuale largo Carlo felice e la Via Roma, nell'attuale zona della Marina. I beni templari, almeno in Sardegna, dopo il concilio di Vienne, rimasero congelati in attesa del Re d' Aragona, ed affidati alla amministrazione dei vescovi che non seppero, o non vollero, opporsi alle appropriazioni operate da vari ordini monastici. Nei pressi del mercato di Piazza Stampace, in Via dei Mercati( ora Via Fara ed ex v. valentico) vi era un'altro mercato e nella Via S. Giorgio( che tutt'ora mantiene il suo nome)la chiesa di S. Giorgio, mitico cavaliere che uccise il drago e liberò da morte le vergini destinate alla morte, molto caro, come tutti i cavalieri, alle tradizioni Templari, anche se con chiare radici bizantine.

Questa chiesa del XII secolo fu poi ricostruita nel XVI secolo e demolita nel secolo scorso benché in buone condizioni. Dal mercato si poteva vedere, imponente, la torre dell'Elefante e un pò più avanti si trovava, di fronte al bastione di S.croce ed alla torre mordente il quartiere e la sinagoga( attualmente chiesa di S. Croce) degli ebrei. A Stampace si poteva entrare da quattro Porte : Quella già citata di Stampace, quella dell'Elefante, quella dei cavoli che portava vero il fosso di S. Guglielmo sovrastato dalle tori franca e fontana dove si trovavano una fontana e le chiese campestri( ora scomparse) di S. Andrea e S. Gugliemo. Uscendo dalla porta dei cavoli,costeggiando le fortificazioni si poteva poi accedere al castrum Kalaris dalla bella torre di S. Pancrazio. Molto più in alto, nel colle del buoncammino, c'era, e c è ancora la chiesa di S. Pancrazio( Ora s. Lorenzo); fu costruita nel 1257, per ondine del marchese di Capraia Giudice di arborea per commemorare la conquista del castello. All'interno si scorgono impianti ceramici di ispirazione araba, decorazioni presenti in altri siti Templari che avevano avuto interessanti frequentazioni con la cultura mussulmana.Questa chiesa viene attribuita ai vittorini. Come i vittorini i templari costruivano le loro chiese e cappelle secondo un modello, questo in particolare in Sardegna facendo uno studio di tutte le chiese romaniche dell'Isola, a pianta regolare con copertura, a volte, a botte sostenuta da arc double. Si favoleggia sul fatto che l'ordine si servisse di una confraternita di costruttori denominati " figli di Salomone" ( eredi dei segreti confidati da Hugo di Payns a S. Bernardo di chiaravalle) che si spostava nelle varie commende per costruire le chiese.) Dentro il castello l'arteria principale era la via mercatorum, l'attuale via La Marmora, che partiva dalla torre del Leone, toccava la Piazza del comune, dove vie erano la casa comunale, la cattedrale con l'episcopio, il palazzo Regio, e finiva nello spiazzo di S. Pancrazio. Le altre strade erano denominate e raggruppate secondo le associazioni mercantili dell'epoca. Di grande importanza era

anche la via Comunalis, ora via Cannelles. Nella Piazza del comune si svolgeva il mercato dei cereali mentre quello del pesce e della carne si svolgeva nello spazio del balice, vicino alle torri del Leone e dell'elefante; oltre la porta dell'Elefante nel quartiere Stampace c'era il macello. Indicativa la dedica della Chiesa cattedrale a S. Maria( i templari dedicavano le chiese più importanti alla madonna). Di impianto medioevale, costruita dopo l'abbandono di S. Igia, a seguito della conquista pisana, trasformata verso il 1664-74 a cura dell'architetto Spotorno durante il periodo aragonese. Conserva il campanile originario, i bracci del transetto con le due porte laterali e la cappella del S. Cuore sempre di periodo medievale, glia amboni laterali dell' ingresso appartenuti al duomo di Pisa.Rifatta parzialmente, con particolare riferimento alla facciata nel 1702 e nel 1930. Il prof. Pirodda G. Franco ha chiaramente individuato, nelle parti conservate dell'impianto medievale, croci templari, sotto le croci di foggia Pisana, ed una scacchiera che riveste particolari significati esoterici.

Se si scende verso l'altra porta, quella dello Sperone ( portico di S. Michele) con la sua bella torre( è ancora leggibile una iscrizione del 1293 che ricorda il suo costruttore, uno degli Alberti, Pisano e facente parte di una famiglia Templare) si costeggiavano gi oratori di S.gidio e Michele dove fu costruita poi l'attuale chiesa barocca di S. Michele, nel 1738 fu consacrata l'attuale chiesa, grazie al lascito di n benefattore, un tale F. Angelo Dessì, che morì nel 1647.All'interno si trovano pregevoli statue lignee dei "misteri" di G. Antonio Lonis, scultore sardo,; queste statue, sino a qualche decennio fa, sfilavano nella medievaleggiante processione della settimana santa. Si percorreva via dell'abbeveratoio ( attuale Via. Azuni), lasciando sulla destra la via dei mercati. Tutte le strada di Stampace (ora Stampace alto) si svolgevano longitudinalmente e conducevano ad una chiesa. Nella via principale, appunto detta dell'abbeveratoio trovavano ristoro i cavalieri( e sicuramente anche i templari) con le loro cavalcature. Stampace era un vero e proprio concentrato di chiese ed oratori. Distante, verso le saline di Kalaris, nella coste Est la chiesa di S. Pietro, ancora ben conservata e quella di S. Paolo che non

c'è più. La chiesa di S. Pietro, ospitante il gremio dei pescatori, del XI secolo risulta sia stata donata ai vittorini ( sempre loro) dal Giudice Costantino di Lacon Gunale, in questa zona sorgeva S. Igia, centro del giudicato di Cagliari dove vi erano la vecchia Cattedrale, il palazzo episcopale e le chiese di S. Maria di cluso,S Paolo e S. Cecilia.Si presenta ora ad aula unica con copertura in legno.La piccola abside è testimonianza della prima struttura protoromanica.Dopo l'uscita di scena dei vittorini fu probabilmente utilizzata dai templari. Anche S. Maria di portu salis, che potrebbe essere identificata con la scomparsa chiesa di S. Bardilio, era distante in quanto posta vicino al porto del sale di Bagnarla( l'altro porto di Cagliari distinto da quello di Lappola). Come si diceva alla via abbeveratorio si immettevano le vie di S. Anna,S. Restituta, S. Antonio, S. Paolo che conducevano alle omonime chiese o oratori, quello di S. Antonio veniva detto di " Santu antoneddu" per non confonderlo con la chiesa di S. antonio. Il Prospetto principale e l'ingresso di S. Anna vecchia era orientato verso l'attuale V. s. Efisio( prima V. S. Anna); era una chiesa di stile romanico, ricostruita nel XVIII secolo e in parte rifatta a seguito dei bombardamenti dell'ultima guerra. Anche le chiese di S. Efisio e S. Restituta non hanno conservato nulla del loro precedente impianto di epoca medioevale. Vicina, sull'attuale via S.Efisio( ex V. S. Anna) si trovano le chiese di S. Efisio e S. Restituta, ricostruite in epoche successive ai secoli da noi presi in oggetto; restano le cripte comunicanti delle due chiese. Questi ipogei, già utilizzati in epoche precedenti e forse in culti pagani riservati al dio Esculapio il cui tempio era situato proprio in quei pressi e la cui effige fu recentemente ritrovata nella cripta d. S. Restituta, furono dai Templari( grandi ricercatori di tesori e di reliquie, nonché creatori di falsi santi), riconvertiti a culti cristiani. In particolare è facile ricollegare la probabile sagra in onore di Esculapio, con processione da Cagliari a Nora( dove vi era un'altro tempio dello stesso dio) a quella cristiana del Santo Cavaliere Efisio o Evasio di Elia. Gli scritti relativi alla sua "passio" sono stati dagli storici attribuiti ad un ricalco delle vicende relative a S. Procopio, martirizzato sotto l'imperatore Diocleziano, inoltre l'accenno al giudicato di

Arborea ed ai saraceni sono chiari indizi che ci fanno dubitare di questi documenti. La cripta di S. Restituta, scavato ed utilizzato in epoca punica, poi usato anche in epoca romana e paleocristiana. Nel XIII secolo fu abbellita con affreschi di stile bizantino, dei quali rimane un brandello raffigurante Giovanni Battista. Lì si impiantò il culto di S. Restituta santa di origine africana, ma erroneamente ritenuta la madre cagliaritana di S. Eusebio. Nella cripta venne inoltre rinvenuta una Madonna Nera di Giosafat che gli esperti attribuiscono all'influenza Templare. Per quanto attiene S. Efisio, culto nato proprio nel medioevo e della cui autenticità abbiamo qualche dubbio( ma lasciamo agli interessati la possibilità di approfondire la materia in testi anche recenti come quello dell' Artizzu), è interessante rilevare che la confraternita del Gonfalone( che gestisce ed organizza la Sagra di S. Efisio) non essendo che una ex sorta di arciconfraternita di "Flagellanti" può ricollegarci ai templari che avevano buoni rapporti e proteggevano queste organizzazioni religiose. E' altresì interessante, per i collegamenti che sicuramente ha con il S. Efisio di Cagliari, esaminare il simbolismo della chiesetta di S. Efisio di Villa S. Pietro, ritenuta vittorina, che reca chiari segni templari. Superato queste chiese si andava, percorsa la via degli abbeveratoi, verso la ripida salita di Via del monte( o alle campane), ora V. Ospedale, potendo uscire dal borgo dalla porta dei cavoli, andare verso il fosso di S. Guglielmo e salire verso il castello entrando da una delle porte di accesso. Mancando sufficienti documenti storici in riguardo al nostro studio è importante cogliere dai toponimi e tradizioni eventuali collegamenti con culti e tradizioni introdotti dalla presenza templare a Cagliari e in Stampace. I Cavalieri dal bianco mantello, cercando di riprodurre la posizione del tempio di Gerusalemme rispetto al centro amministrativo della città, situando ad Est o a Sud della città le loro chiese e i loro alloggi. Si stabilirono, quando era ancora attiva la città di S. Igia ( appellata così in onore di una S. Gilla Santa Cagliaritana, ma probabilmente riferibile a S. Gilles , S.Egidio di chiara tradizione templare) in Stampace che forse in quei tempi era forse solo campagna e cimitero. Con la distruzione di S. Gilla si trasferirono, in parte verso il quartiere di Villano va dove vi

erano le chiese di S. Anna( poi appellata S. Domenico dai domenicani che subentrarono ai templari), S. Giacomo e S. Giovanni Queste tre chiese, in gran parte ricostruite in epoche più recenti, mantengono tuttavia chiare ed ancora attive tradizioni di derivazione templare. Sarebbe troppo semplicistico far derivare questi riti dalla dominazione Aragonese e Spagnola, posto che i citati riti sono presenti solo nelle chiese da noi ritenute Templari e non nelle altre. Durante la settimana Santa i quartieri di Stampace e Villanova sono animati da processioni e riti che si ripetono da secoli. Dalla Piazza di S. Giovanni, con l'accompagnamento di cori eseguiti da cantori, esclusivamente di sesso maschile, vestiti di bianco (is babalottis), rulli di tamburi e matracas, parte la processione del cristo morto. Analoga processione parte dalla chiesa di S. Efisio di Stampace. Da S. Michele, sino a qualche tempo fa si svolgeva la processione dei misteri. Simile processione si snoda ancora da S. Giacomo dove i "misteri" rappresentano sette stazioni della via crucis. Nella domenica di Pasqua si svolgono alcune processioni de "s'incontru", una scaturente da P.zza S. Giacomo e culminante in Via Garibaldi, una con partenza del cristo e della madonna rispettivamente da S. Efisio e da S. Anna e culminante nel corso Vittorio Emanuele (ex Via S. Francesco). Da studiare con attenzione i riti tradizionali de "su scravamentu" ancora vivi nel quartiere di Villanova. Sarebbe troppo lungo, ma c’è chi lo ha fatto meglio di me, uscendo da Cagliari, studiare ulteriori documenti e visitare altri luoghi alla ricerca dei Templari nell’Isola. E’ chiaramente conosciuto l’insediamento Templare di S. Leonardo di Siete Fuentes. Questa mansione era collocata, a circa 700 metri di altitudine, in una zona boscosa e ricca di sorgenti. E’ ancora visibile( ora appartiene ai Cavalieri dell’ordine di Malta)la chiesa che risale al XII secolo, con annesso l’edificio del vecchio ospedale. Interessante la Basilica di S. Antioco di Bisarcio, tra Oschiri e Plaghe. I lavori di costruzione di questa chiesa iniziarono nel 1080 in stile romanico-Pisano, furono sospesi a causa di un incendio nel 1090 e ripresero poi nel 1150. A questa fase della costruzione parteciparono maestranze

Arabe, pisane e lombarde-le stesse che costruirono la cattedrale di S. Giusta-, ma anche questa volta i lavori non furono ultimati. La costruzione fu portata a termine tra il 1170 e il 1190 da operai francesi che operavano per conto di San Bernardo di Chiaravalle. Il protettore dei templari non sarà certamente intervenuto casualmente in una costruzione alla quale erano certamente interessati gli esponenti del Tempio in Sardegna. E’ interessante fare una puntata nelle ex curatorie della barbagia di Meana e della Marmilla. Questi territori facevano parte del Giudicato di Arborea dove, il riavvicinamento della chiesa Sarda alla chiesa Romana, precedentemente sotto l'influsso bizantino, nel 1073, aprì lo sbarco a vari ordini religiosi che si stabilirono nell'Isola. Dopo la parentesi di Barisone I che si schierò con i Genovesi, le successive vicende che videro, dopo il 1241, i vari Giudici schierati con i Pisani fanno pensare che proprio in questo periodo vi fu l'arrivo dei Templari nel Giudicato di Arborea. Si può inoltre pensare che anche dopo lo scioglimento dell'ordine e dopo la conquista da parte del Re d'Aragona del Giudicato di Cagliari e la nuova alleanza fra Aragonesi ed Arborensi molti ex templari furono protetti e mantenuti nel territorio. In questa parte della Sardegna molte chiese medievali sono state pesantemente rimaneggiate, in special modo durante la dominazione Aragonese iniziata nel 1326 con la calata dell' Infante Alfonso. Sono però interessanti alcuni toponimi, la costante dedicazione d chiese a Santi venerati dall' ordine come per esempio S. Giovanni Battista( che forse veniva venerato in un simulacro costituito da una testa barbuta che i detrattori dell'Ordine chiamarono Baphomet), antiche tradizioni ancora vive fra le popolazioni della zona. I templari, che avevano il compito di difendere i pellegrini, arrivati nell'Isola probabilmente con i Pisani che conquistarono Kalaris e attivate le alleanze con gli altri Giudicati, avevano l'esigenza di sorvegliare le strade che conducevano i viaggiatori al porto di Lapola( porto del Castrum Castrum) per poi imbarcarsi verso Roma, la Palestina o San Giacomo di Compostela. Queste antiche vie furono tracciate dai Romani che, allo scopo di controllare i montanari delle “

Barbagie” e sfruttare i latifondi del campidano, fondarono altre città oltre a quelle di matrice punica. I Templari, inoltre, non potevano ignorare che certi luoghi erano carichi di una “particolare energia”( basti pensare che nel loro insediamento di Santu Lussurgiu-San Leonardo si stabilirono al centro della bocca di un vulcano spento). Si stabilirono, secondo la mia teoria, nella zona di Las Plassas, Barumini(col suo imponente villaggio nuragico ancora visibile), Laconi( ricca di reperti costituiti da Menhir risalenti a circa 5000 anni fa), Fonni( probabile stazione per il cambio delle cavalcature) paese più alto dell'Isola e vicino alle vette più alte del Gennargentu.Molto vicino l'oro, recentemente scoperto, delle alture vicino al paese di Furtei. E' da considerare che proprio in queste zone-Laconi, Gesturi- nacquero ed iniziarono il loro cammino di santità S. Ignazio e il Beato Nicola da Gesturi. Nei dintorni vi sono alcune chiese dedicate a S. Giovanni Battista : una a Villamar, rifatta nel periodo Aragonese, ed una molto interessante a Laconi. La chiesa di Laconi, poco conosciuta, di stile romanico e risalente al XIII secolo, è sita vicino al nuovo e vecchio cimitero del paese; ha la particolarità di avere le travi della volta sostenute da nove simulacri lignei rappresentanti misteriose figure zoomorfe. Non è qui il caso di spiegare il simbolismo cabalistico del numero nove, tanto caro ai Templari, che proprio in nove membri costituirono il nucleo primitivo dell'ordine; il nove è il numero dell'iniziazione e degli iniziati. Ad Aritzo vi è la parrocchiale del XIV secolo di stile Pisano-Aragonese ed a pianta ottagonale, ricostruita su una precedente chiesa romanica, dedicata all' arcangelo Michele. E' da ricordare che uno dei misteri svelati agli iniziati era quello relativo alla composizione ed alle gerarchie delle schiere celesti; l'arcangelo Michele, che in genere veniva posto a sentinella in luoghi alti ( basti pensare alla chiesa di S. Michele a Cagliari posta all'inizio della ex Via del Monte o al castello, con annessa cappella del colle di S. Michele sempre a Cagliari) è considerato nel periodo medievale formidabile “psicopompo”( accompagnatore delle anime all'aldilà) e forse utilizzato dai templari per sostituire antichi culti pagani dedicati ad Esculapio ( dio della guarigione).

Ma è a Fonni che si trovano, almeno nella tradizione popolare, una vera traccia del passaggio dei Templari. In questo paese è rimasta una forte cultura equestre ( vedi il palio) derivata quasi sicuramente dalle conoscenze trasmesse dai templari che avevano una cura particolare delle loro cavalcature. Il 24 Giugno Fonni celebra il suo patrono San Giovanni Battista, ed esso è dedicata la parrocchiale tardo gotica risalente al 1300. Questa ricorrenza viene chiamata dai fonnesi “sa die de is frores” ( il giorno dei fiori). Queste celebrazioni, che hanno un chiaro segno sincretistico, risalgono ai vecchi riti solstiziali di carattere pagano. Quello che è interessante è un vecchio rituale magico, che parrebbe scomparso da oltre 30 anni, che consisteva nella raccolta notturna di rami di sambuco, ritenuti dotati di poteri magici, le cui foglie venivano sparsi durante la processione della mattina. Durante la notte fra il 23 ed il 24 di Giugno i fonnesi intrecciavano il sambuco a forma di stella a sei punte ( il Sigillo o croce di Salomone) e provvedevano a rivestirlo con un panno per poi nasconderlo sotto la criniera del cavallo per preservarlo dal malocchio. Si porta ancora in processione su “ Cohone de Vrores” un pane floreale e rituale che ha origine antichissime; la vigilia della festa di “ Santu Giuvanni” si usava accendere dei fuochi notturni che veniva saltati, tenendosi per mano, a due a due( come i Templari che viaggiavano in coppia sullo stesso cavallo), da persone che divenivano “compari”. Questi riti, che sarebbe troppo lungo interpretare, sono, secondo me di chiara derivazione Templare. Ancora una volta,in Sardegna, a Fonni, i Cavalieri del Tempio si impegnarono a ripulire e cristianizzare tradizioni paganeggianti. Mi pare di aver ben dimostrato la presenza dell’Ordine del Tempio in Sardegna. Quello che più ci interessa è però far tesoro degli insegnamenti dei Cavalieri Templari. Ancora oggi, anche se oramai i Templari non ci sono più, è possibile che all’interno della Libera Muratoria ci sia qualche fratello, rivestito dalla sua spada e dalla sua corazza, che preserva nel suo cuore l’integrità ideologica e i contenuti esoterici dell’Ordine. L’iniziazione templare, presa come pretesto dai detrattori dell’Ordine, ha sicuramente dei risvolti molto interessanti. Se prendiamo, per esempio, il sigillo del Baphomet riscontriamo un

archetipo della chiesa universale cui aspiravano i Templari. La sua figura antropomorfa rivela una formula alchemica : lo spirito universale creatore, l’opera solis et lunae, l’acqua ed il fuoco e l’elemento zolfo associato al mercurio. L’etimologia del termine Baphomet deriva dal latino Bapheus(tintore) e mes ( messo, colto), ciò tintore della matrice, riferendosi al battesimo simbolico di Meteo. Baphe meteos si riferisce al battesimo di luce e fuoco. E’ il simbolo del Graal, contenente il sangue di Cristo, liquore di fuoco spirituale. Gli strumenti esoterici dei templari hanno chiari significati iniziatici: Il giuramento rappresenta la trasmutazione della profanità in obbedienza alla regola; il mantello la regola dell’ordine; la croce templare il segno dell’Ordine; i due cavalieri sullo stesso cavallo la dualità degli opposti, resi complementari dall’ordine; l’elmo la capacità ed il fermo carattere; la spada la volontà; la lancia la spina dorsale dell’opera; la corazza la fede; gli speroni la discriminazione e la direzione; il cordone rappresenta il riconoscimento della fratellanza; il bacio del Gran Maestro la trasmissione dell’afflato iniziatici. Importante, e sicuramente da approfondire la simbologia templare. Simbologia e segni che derivano da antichi riti Egizi e celtici( non era forse San Bernardo un druido cristianizzato ?) strettamente legati al sole e a tematiche astrologiche. Chiari, inoltre, i significati cabalistici. I Primi cavalieri erano 9 ed attesero ben 9 anni per costituire ufficialmente il loro glorioso Ordine. Il nove era il numero segreto della iniziazione e del mistero . Esso è il numero degli esseri perfetti che cercano se stessi, che anelano il dono della reminescenza. Il quaternario, che è la croce e la Tau ben visibili sulle loro divise e sulla "bausant" la loro bandiera, simboleggia la forza, il combattimento, l'acquisizione del potere allo scopo di assolvere la loro missione. I sigilli templari, quadrati, a forma di mandorla o vescica piscis, o a forma circolare, rappresentano spesso due cavalieri sullo stesso cavallo, simbolo delle due missioni spirituale e militare, delle due regalità sacerdotale e terrena. I templari erano la attualizzazione medievale della figura biblica di Melchisedek, Re e grande Sacerdote allo stesso tempo. La adorazione di una testa barbuta( forse l'effige di Giovanni

Battista), ritenuta dai loro detrattori il famoso "baphomet" è, alcune volte rappresentato con due facce, come giano bifronte. Il due è l'inizio della realizzazione, rappresenta l'amore opposto alla intelligenza; gli insegnamenti ambivalenti, oppone l'inconscio al conscio, la perfezione alla imperfezione. Il due è anche la rappresentazione dei due Cristi: quello mistico e quello regale. Il segno doppio lo ritroviamo nei segni astrologici dei pesci e dei gemelli, nei miti egiziani do Osiride e seth, nel mito greco di castore e polluce, in quello biblico ebreo di Caino ed Abele, e nei romani Romolo e Remo. Importanti anche i colori, dai quali si possono scorgere influenze alchemiche: lo stendardo era composta da tre colori il bianco( albedo)che rappresentava l'iniziazione, la purezza ed il risveglio alla luce; il nero ( Nigredo)che rappresenta la forza oppure l'anima addormentata; la croce di colore rosso ( Rubedo) indicante la vita,oppure la conquista della illuminazione interiore. I Templari, dopo il loro scioglimento, in parte continuarono la loro missione tramite l'Ordine del Cristo, affiliazione dirette dell'ordine del Tempio nata in Portogallo dopo la loro soppressione del 1312. Questo ordine fu promotore delle maggiori scoperte geografiche di quel tempo: in Africa, Asia e America. In Portogallo risiedevano esperti navigatori e cartografi di origine Ebrea. Non è certo un caso che Cristoforo Colombo arrivò nel Nuovo Continente con le navi ornate da croci rosse in campo bianco (croci templari). Rimane, inoltre, ancora insoluto il mistero di La Rochelle. Durante l'ordine d'arresto la flotta templare si trovava in posizione decentrata rispetto ai suoi interessi, il porto di La Rochelle sull'atlantico.Non si sa bene, sparita la flotta, dove andò a nascondere i tesori del Tempio. Jacques Mathieu, supportato da prove archeologiche, testimonia la presenza dei templari in luoghi del Sud America, parrebbe quindi che essi siano arrivati in America prima di Colombo, posto che già secoli prima i Vichinghi colonizzarono il Nord America. Lo studioso Steven Sora pensa che il leggendario tesoro dei Templari sia stato nascosto in un sito segreto della Nuova Scozia, dagli eredi Templari della famiglia Sinclair.Nel tardo XIV secolo i Templari avevano edificato la suggestiva cappella di Rosslyn, copia esatta del Tempio di Erode,

essa è decorata con capitelli ed architravi raffiguranti vari simboli massonici. Se analizziamo le notizie Storiche in merito a tale ipotesi possiamo dire con certezza che nel 1306, un anno prima che in Europa si scatenasse la persecuzione dei Templari, Roberto I divenne Re di Scozia. Molti cavalieri trovarono rifugio in Scozia, dove il Tempio, come in Portogallo, mantenne i suoi possedimenti di Argyll e nella penisola di Wintyre. Qui potrebbero essere approdate le Navi salpate da La Rochelle, dopo il colpo di mano del Re di Francia. I cavalieri templari diedero il loro decisivo aiuto militare contro gli Inglesi. Questa alleanza fra Scozzesi e Templari fu certamente determinante per la nascita della Massoneria. I templari di Londra appoggiarono, invece Edoardo I nella sua guerra di invasione, ma non trovarono le stesse protezioni ottenute in Scozia. Molti templari trovarono protezione a Venezia ed in territori controllati da questa potenza marinara. Sono nate molte fantasiose ipotesi relative al famoso tesoro dei Templari. Come già affermato per il Graal, anche i tre ricercatori ritengono che il tesoro non sia qualcosa di materiale ma costituito piuttosto da un segreto emerso dagli antichi documenti già trovati dai Templari sotto il tempio di Gerusalemme.Sarebbe troppo lungo addentrarci nelle ipotesi e nelle illazioni. Per me costituisce un tesoro di inestimabile valore fare miei i simboli, in particolare quelli che riguardano la concezione del Tempio, che rivestono un particolare significato iniziatico: La costruzione del Tempio è eterna, simbolo del perfezionamento morale di un adepto, eterno è pure l’architetto ed eterna è la sua opera.Il tempio, orientato verso i quattro punti cardinali, non possiede la volta, le pareti si innalzano verso il cielo stellato, questo a significare che il nostro lavoro mai compiuto, sempre perfettibile, va verso la nostra perfezione morale. "NON NOBIS, NON NOBIS DOMINE" GRAN PRIORATO D'ITALIA

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