Il flauto dolce Il flauto, è uno degli strumenti più antichi. Lo suonarono gli antichi cinesi, egizi, etruschi, persiani, indiani, fenici, greci e babilonesi. Poteva essere fatto in legno, in pietra, in osso, con le conchiglie. Lo usavano soprattutto i pastori e i cacciatori, che col suono dello strumento imitavano e richiamavano uccelli e altri animali per poi cacciarli. Sono stati ritrovati dei flauti primitivi. Uno di questi è chiamato flauto di Corcelettes, risalente all'età della pietra, costruito con la tibia di una pecora. Ha tre fori sulla parte anteriore e uno su quella posteriore. A Londra sono conservati due tubi di bronzo di epoca primitiva con cinque fori per le dita e un foro laterale. Il flauto più antico conosciuto si chiamava siringa. Fu inventato in Cina oltre duemila anni prima di Cristo, sebbene i cinesi non gli dettero quel nome. Il nome “siringa” gli fu dato dai greci in onore della ninfa Siringa (che in greco si chiamava Syrinx). Erano fatti soprattutto in pietra e in terracotta e avevano da tre a nove canne, ognuna con un suono diverso dall'altro. Questo tipo di flauto fu suonato anche nell'antico Egitto. I greci inventarono molti tipi di flauto (aulos): il monaulo, un flauto ad una sola canna; il diaulo, un flauto a due canne; il plagiaulo, un tubo curvo trasversale; il sambuco, ottenuto dai rami della sambuca. Nelle rappresentazioni teatrali venivano suonati accompagnati dalla lira, così come nelle cerimonie funebri e religiose. Gli etruschi amavano molto suonare il flauto. Inventarono il subulo, una specie di zufolo a canne. Coloro che lo suonavano venivano detti “subuloni”. Nelle antiche pitture e nelle anfore etrusche sono spesso raffigurati i suonatori di subulo. I romani ereditarono dagli etruschi anche il subulo, ma copiarono soprattutto i greci. Il flauto dolce, può essere chiamato anche flauto diritto. Ha sette fori sul lato anteriore e uno su quello posteriore, è uno strumento a imboccatura terminale a fischietto (il becco), ottenuta inserendo un blocco di legno nella parte finale dello strumento. In questo modo si forma una stretta fessura che conduce l'aria direttamente sul bordo di una finestrella laterale Fu inventato all'incirca nel 1300. I due esemplari più antichi esistenti furono ritrovati in Olanda e in Germania. Il flauto che usi a scuola è quello più diffuso e si chiama “soprano in do”.
Il più conosciuto è senza dubbio il flauto dolce soprano, utilizzato nelle scuole primarie, generalmente in materiale sintetico, di estensione intermedia, la cui nota più grave è il do centrale (do3). Il piccolo della famiglia è il sopranino in fa, che suona un’ottava sopra il contralto (fa3): famosissimi sono i concerti di Vivaldi composti appositamente per flauto sopranino. Taglie più gravi del flauto soprano, sono il flauto contralto o alto che suona anch’esso in fa e la cui nota più grave è il fa2. Il flauto contralto era la taglia di flauto più utilizzata dai compositori, in formazione orchestrale, di duo o piccolo ensemble. Segue il flauto tenore in do che suona un’ottava sotto il flauto soprano (do2): su tale strumento troviamo solitamente una chiave perché vista la lunghezza crescente del flauto stesso le dita non riescono a raggiungere i fori. Il grande della famiglia è il flauto basso in fa, anch’esso dotato di chiavi, che suona un’ottava sotto il contralto (fa1). A volte costruito con una curva, più spesso è dotato di un cannello ricurvo che permette di suonarlo più agevolmente. Grandi compositori hanno espresso il loro genio per il flauto dolce, e grandi interpreti l’hanno portato in auge. Frans Bruggen, recentemente premiato per la sua carriera è una delle massime autorità in campo di flauto dolce. Da lui ascoltiamo le variazioni sopra il tema de la Folia del compositore barocco Arcangelo Corelli, accompagnato al cembalo dal compianto Gustav Leonhardt e alla viola da gamba da Anner Bylsma: