Don_38_39

  • Uploaded by: Glenn Dixon
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  • May 2020
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Allenamenti, trasferte e attese ai bordi del campo. Così i Lake Providence Panthers sono tornati finalmente a vincere dopo tre anni di sconfitte nel torneo delle high school della Louisiana.

vano spesso assaliti da ladri e pirati. Ancora oggi lungo la riva del Mississippi c’è un’ansa chiamata Bunch’s Bend, dal nome di un famoso pirata che arricchiva la comunità locale. Il fiume straripava spesso (e ha poi continuato a farlo) costringendo gli abitanti a scappare dal lago naturale senza alcuna garanzia di sopravvivenza alle forze della natura almeno fino a quando, ma questa è storia recente, vennero costruite le barriere e parte del lago divenne artificiale. Fino al 1962 gli afro-americani a Lake Providence non avevano diritto di voto. Fu solo dopo la Freedom Summer, la grande stagione delle battaglie per i diritti civili, quando centinaia di volontari (anche bianchi) si misero in marcia verso il sud, che i neri di Lake Providence iniziarono a considerarsi uomini alla pari con gli altri. Ma solo sulla carta, se ancora oggi tutto il (poco) potere economico resta nelle mani di una minoranza bianca (19,6% della popolazione), se nelle scuole de-segregated per legge sono rarissimi i casi di classi miste e se nei ristoranti gli afro-americani possono entrare ma non hanno i soldi per pagarsi la cena.

Comunità, play-off e agricoltura È in questa triste realtà che Glenn Dixon è nato e cresciuto. Afro-americano, come l’80% di chi vive a Lake Providence, Glenn era uno dei tanti che aveva cercato la fuga dopo gli anni dell’high school e i successi nel football scolastico. Uno dei pochi ad avercela fatta. Studi al college, rigorosamente pagati da borse di studio, poi la decisione di tornare a casa. Per aiutare la sua comunità. Lui, che ricorda vagamente i racconti familiari di quando l’agricoltura sfamava Lake Providence, trova lavoro come tecnico e manager proprio in quel campo. Diventa anche chief governor della Lake Providence High School e decide di affrontare di petto la maledizione della squadra di cui un tempo era stato una vittoriosa star: un team che negli ultimi venticinque anni

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non era più riuscito a raggiungere i play-off e negli ultimi tre non aveva battuto un solo avversario. E lo fa nella sua duplice veste di manager scolastico ed esperto di agricoltura. Innanzitutto sceglie un nuovo coach per la squadra. Scelta controcorrente, che gli procura non poche critiche, perché Sonny Nason, l’allenatore che chiama a risollevare i frustrati Panthers, è sì un vincente, ma è anche un bianco; e in una scuola dove il cento per cento degli studenti è afro-americano e in una comunità dove i neri sono la stragrande maggioranza e hanno patito per secoli ogni possibile sopruso, chiamare Nason sembra quasi una provocazione. Come secondo atto decide che il campo di football deve essere completamente ristrutturato e che anche gli allenatori devono essere partecipi del progetto. Nason e i suoi assistenti imparano presto le tecniche base per mantenere al meglio il manto d’erba, falciare, dissodare il terreno, fertilizzarlo: il piccolo stadio viene ristrutturato in modo che sia più sicuro sia per le partite sia per le altre attività fisiche degli studenti. Nell’estate del 2008 lo stesso Dixon guida dodici volontari nei lavori, installando anche un nuovo sistema di irrigazione che diventa orgoglio dell’intera comunità. «Spero che il lavoro fatto possa essere d’esempio per tutta Lake Providence, perché dimostra come possiamo aiutare gli altri ed essere allo stesso tempo catalizzatori delle cose da fare in ambito locale», dichiara soddisfatto alla stampa locale. Dixon coinvolge la scuola anche in una piccola farm locale dove si coltivano piselli e fagioli, aprendo un orto nel quale gli studenti imparano i primi rudimenti di agricoltura.

IL MOTTO? “LOTTARE PER IL SUCCESSO, SENZA ECCEZIONI E SENZA SCUSE”

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