Rudi Ciuffardi e Vincenzo Gueglio, Da un bosco in cima al mare. Ricette per mangiare a meno di un euro, Sestri Levante, Gammarò Editori, 2006, pp. 216,
16,00
Metti una sera a cena… che ti venga, che so, l'ispirazione per una frittata d'erbette. Se sei un cittadino del mondo, o anche soltanto di quello stivale adagiato nel Mediterraneo, non dovrai far altro che sbattere un po' di uova e mescolarle al ripieno prediletto. Ma se sei ligure, o meglio di Sestri Levante, o meglio (peggio?) del cuore di Sestri, l'Isola, non crederai di cavartela così! Da quelle parti per una frittata con le erbette dovrai muoverti perlomeno il giorno prima e adempiere le seguenti istruzioni come da regolamento: 1. munirti di scarpe comode e di borsa di tela 2. conoscere come le tue tasche la topografia dei luoghi 3. inerpicarti senza tante storie su per la Mandrella 4. avere con te questo prezioso manuale (ovvero 'aureo libretto') 5. cominciare la cernita e la raccolta delle numerose erbe ivi descritte 6. ridiscendere nel luogo abitato 7. munirti di mortaio, mezzaluna, padelle, ingredienti prescritti e vocabolario ligure/italico 8. procedere all'esecuzione 9. forse cenare. Nel caso tu fossi riuscito a realizzare quest'impresa, potrai vantarti a destra e a manca non solamente di aver gustato una pietanza dal sapore ineguagliabile, ma di essere entrato (indegnamente) a far parte di quel ristretto numero di sapienti conoscitori di una cultura che, per essere definita culinaria, nulla ha da invidiare alle più ardite costruzioni dell'ingegno umano, vuoi nel campo della letteratura, vuoi in quello filosofico o scientifico: pura arte, insomma! Non per caso stai seguendo le tracce di due grandi (in tutti i sensi, anche fisico), per ingegno, curiosità intellettuale e preziosa sintesi di saperi: Vincenzo Gueglio (umile seguace) e Rudi Ciuffardi (altero maestro),
eredi di una linea gastronomica che discende loro dai lombi di nonne, zie, patriarchi pescatori e matriarche cuciniere, i quali, custodi di un patrimonio inestimabile di cultura orale e manuale, non si sono fatti scrupolo di ammanire lezioni a grandi di altro tipo, anche politico, zittendoli con la più primitiva delle tecniche: riempirgli la bocca. Coscienti del valore della tradizione, i due dioscuri non temono, tuttavia, di contaminarla, se è il caso, con apporti estranei al genius loci, soprattutto se appartenenti a quei supponenti dei cugini francesi, troppo vicini perché li si possa ignorare, ma soprattutto fecondi di bellezze incomparabili per la crescita della conoscenza, quali una Brigitte Bardot stesa in tutta la sua abbacinante nudità su uno scoglio che, da quel momento, da modesto Ciappa du Lû fu ribattezzato (e per sempre) Ciappa da-aBrigitte. Leggere questo inconsueto ricettario è uno svago per la mente, che d'improvviso si apre su una vastità di saperi finora ignoti, e una promessa di felicità per il palato, che non potrà rinunciare a simili, magici, manicaretti. E, last but not least, visto che sempre di liguri stiamo parlando, un sollievo per le tasche, che, di fronte a degli ingredienti così umili e alla portata di tutti, non potranno che sentirsi sorridenti, ricche e traboccanti di monete. Il che, di questi tempi, non è l'ultima delle felicità. Carla Perugini (Università di Salerno)