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Il Giornale di Piovene e la Valle dell’Astico
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ARSIERO. 5 IDEE SU LISTA, INTERESSI PROPRI, CAMPAGNA ELETTORALE, PROGETTI E SOCIETÀ.
di Federico Comparin, consigliere comunale in Arsiero.
Quello appena trascorso è stato un mese intenso. In alcune occasioni esaltante, inebriante. Il clima è sereno, l’aria distesa e fattiva. Non si potrebbe chiedere di più. Si sta bene, negli innumerevoli incontri che stiamo facendo in preparazione delle elezioni del 7-8 giugno. Spesso incontrare persone è uno stimolo eccezionale. E spesso l’entusiasmo attivo dei giovani è, a dir poco, contagioso. Insomma, ovunque c’è una gran voglia di cambiare. Ovunque c’è aspettativa e desiderio di lasciarsi alle spalle il quinquennio 2004-2009 come una brutta, buia parentesi. Butto giù, qui di seguito, alcune cose che abbiamo capito e trasmesso in questo mese. Le sistemo per punti. 1- Bisogna intenderci quando parliamo di «Lista civica». Una lista civica non si marchia con nomi di partiti nazionali né si identifica in un’area di destra/sinistra. Una vera lista civica non ha debiti con i partiti nazionali, non ne è controllata. Una vera «Lista civica» raccoglie concittadini volonterosi, a prescindere dalle loro simpatie partitiche. Raccoglie persone di sinistra, destra e centro, ma non è né di sinistra, né di destra, né di centro. Se non capiamo questo, operazioni come «Rinascita» (che è una autentica «Lista civica») verranno colpevolmente confuse e scambiate con altre iniziative che «Lista civica» proprio non sono (non alludo ad alcuno in particolare). Insomma: si tratta di «credibilità delle persone + bontà delle idee». Tutto qua. Altro che destra/sinistra. 2- Una «Lista civica comunale» ha come fine esclusivo il bene comune. Punta a realizzare il bene della propria cittadinanza tutta. Non mira a realizzare il bene dei singoli assessori o dei singoli consiglieri. Non è composta da persone che si candidano per potersi permettere un accesso a casa, un’asfaltatura, un permesso di costruire, un’aiola, un salvacondotto qualsiasi per qualche realizzazione personale ad uso privato. Mi pare chiaro, ma è bene ricordarlo. Una lista civica è composta di persone disinteressate al proprio tornaconto.
3- In una congiuntura economica pessima, una autentica lista civica non sperpera danaro in costosi assembramenti, non mette in piedi le note sagre a base di “polenta e sopressa”, con l’orchestrina e i “big” di partito, i parlamentari, ecc... Non trasmette un inappropriato messaggio di sfarzo e grandiosità, premessa ad un quinquennio in cui non saprà amministrare le scarse risorse pubbliche. E, tuttavia, veicola efficacemente il proprio messaggio, con oculatezza, con misura, ma con forza. Non rimane una pseudo-associazione segreta fino a pochi giorni dal voto. Anche perché è coesa al proprio interno. Non ha spaccature al proprio interno e quindi può presentarsi ai concittadini sin da fine marzo. «Rinascita» è così. Per gli altri non garantisco. 4- Il progetto «Rinascita» sta comunicando chiari messaggi, scelte nitide. Nessun atteggiamento ambiguo. Per esempio: la linea portante delle proposte di chi si riconosce in Giancarlo Gaspani è divenuta: a- i giovani; b- i servizi sociali, c- il lavoro. Guardacaso i tre punti in cui l’amministrazione Busato ha miseramente fallito. Non si può credere a chi sventola il vessillo dei «giovani» ma con i giovani non ha mai lavorato, ai giovani non ha mai dedicato un’ora del proprio tempo. Giancarlo e Federico han speso tutti i loro anni migliori accanto ai giovani, per i giovani; e ancora dicono che bisogna dare occasioni ai giovani. Perché ogni furto di occasioni è uno scippo al nostro futuro, al futuro di Arsiero. Accanto alla lista di trenta supposte opere delle quali nessuno s’è accorto, Busato racconta che nel quinquennio appena passato non sono state aumentate le tasse (occorre valutare questa affermazione: pur ad aliquota invariata, tutti abbiamo pagato di più!). Ma ciò che fa male è accorgersi di come sia sprofondato il livello dei servizi. Non c’è quasi più niente. L’assistenza è un diritto dei nostri cittadini -han pagato le tasse per questo- eppure oggi occorre chiedere. Quanto all’ambiente, Arsiero ha delle risorse che sono autentica ricchezza (pensiamo solo a cosa potrebbe diventare la Pria, in termini turistici, o al fatto che Arsiero è il primo paese di queste montagne, una volta usciti dall’autostrada). Pensiamo
a che fine abbia fatto la cultura e tutto il movimento virtuoso che le sta intorno in questi ultimi 5 anni. Sarebbe bastato tanto poco: un libro, un opuscolo, una manifestazione, un centro di ritrovo, una ricorrenza... Niente. Non si può mandare avanti la macchina amministrativa al minimo di regime per 5 anni e poi pretendere che i concittadini rimangano zitti. Quando poi ricevo lettere di mamme che s’intitolano “Sos”, capisco che anche la Famiglia è stata abbandonata in questi anni, che anche per la Famiglia niente è stato fatto. Sono mamme che sono rimaste impressionate dal mio scorso scritto sui «giovani uomini e donne che si affacciano alla vita piena» e dall’idea di fare «CON LORO qualcosa PER LORO». È un impegno: non vi lasceremo sole. Mai più. Vale per tutti i «trasparenti» e gli «invisibili», per tutti gli «umili»: non vi lasceremo soli. 5- Occorre cambiar passo, dare spazio, proporre a nuove iniziative, perché è col nuovo che il mondo va avanti. Non mantenendo il paese in uno stato semi-vegetativo, alimentando ogni tanto la contrapposizione noi/loro, la guerra civile, la lotta intestina tra chi sta con gli amministratori e tutti gli altri. Tra i beneficati e tutti gli altri. Non si gestiscono così i rapporti umani. È il mesto finale di questa amministrazione, avviata ad un triste declino: il consenso ottenuto per un giorno -quello del voto- andava coltivato negli anni successivi. Devi avere cura delle persone, se poi vuoi avere il coraggio di ripresentarti. Né si gestiscono così le Associazioni, dividendole in rosse, verdi e gialle, scalandole da dentro, discriminandole nell’ottica di una contrapposizione che ci sta lacerando. In breve: occorre ricostruire il Tessuto Sociale. Al di là dei risultati (che eufemisticamente potremmo chiamare “modesti”) dell’amministrazione in scadenza, ciò che più ci preoccupa è che ormai non c’è più il sentimento di sentirsi “arsierese”, sentirsi con-cittadino, sentirsi parte di una comunità. Manca poco al voto: non lasciate che l’agonia si ripeta. Federico. [
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ADESSO TOCCA A TE
di Giancarlo Gaspani, candidato sindaco in Arsiero, lista civica «Rinascita». Cari concittadini, come avrete saputo anche dalle pagine di questo giornale, ho accettato di candidarmi alla carica di Sindaco alle elezioni del prossimo 6-7 giugno. Non è stata per me una scelta facile, perché non mi piace ritornare nella mia vita sulle esperienze già concluse: ci sono sempre molte nuove cose importanti da conoscere e molte nuove esperienze significative da vivere, che mi attraggono, e che, in parte, ho potuto fare negli ultimi cinque anni, da quando ho terminato il mio precedente mandato amministrativo. Ci sono poi anche più esigenze familiari a cui corrispondere rispetto ad un tempo. Perciò ho vivamente auspicato e lavorato perchè altri si proponessero in alternativa all’attuale amministrazione di Arsiero, non per desiderio di sterile contrapposizione, ma perché è giusto che la cittadinanza possa esprimere il suo giudizio sugli amministratori uscenti, avendo di fronte a sé un’alternativa. Non è stato possibile ed, infine, ho ceduto alle insistenze degli amici, facendo però tre riflessioni importanti di cui voglio rendervi partecipi. La prima, propedeutica ad ogni altro discorso, scaturisce dalla necessità di chiedere ai miei familiari il consenso per questa mia scelta, promettendo loro anche di non abbandonarli per dedicare tutto il mio tempo all’eventuale nuovo impegno, ma di rispettare quel vincolo di solidarietà che, se deve essere forte verso chiunque si fa “prossimo”, lo deve essere ancora di più verso coloro che sempre mi hanno dato, quasi senza chiedere nulla in cambio: i miei genitori, in primo luogo, e la mia compagna. Ed ho ricevuto proprio da loro il primo incoraggiamento: un’approvazione ed un sostegno che nasce dalla consapevolezza dell’importanza di mettersi a disposizione della comunità in cui viviamo. La seconda riflessione è stata del tutto personale: che significato ha questa scelta per me, anche in relazione alla mia precedente esperienza? Nel 1995 mi sono candidato insieme ad un gruppo di giovani, amici e coetanei, con cui avevo condiviso un percorso di vita e di servizio alla comunità, dall’esperienza scout al patronato, dall’obiezione di coscienza alla scelta di lavorare nel campo dell’educazione
dei giovani, e che vedevano, nell’impegno politico-amministrativo, la possibilità di completare e maturare quest’impegno. Sono trent’anni che dedico la mia vita, attraverso il servizio ed il lavoro agli altri, in coerenza con i miei ideali giovanili, prima cristiani e poi politici. Però molte cose sono cambiate: nove anni da Sindaco mi avevano inaridito dentro, ingabbiandomi nella capacità di fare cose, anche giuste ed importanti, di farle anche bene, ma facendomi dimenticare spesso l’importanza di curare le relazioni con le persone a cui quelle cose dovevano servire, fidando che le ragioni di tante scelte fossero comunque vincenti nella testa della maggior parte dei miei concittadini. Le tante polemiche inutili, il disprezzo che spesso ha accompagnato la mia azione ed, infine, la delusione del risultato elettorale del 2004 mi hanno portato a disamorarmi di Arsiero, ed anche a mettere in discussione le mie scelte di fondo. Ho dovuto attraversare anch’io il mio deserto, ed oggi serenamente posso dire di aver riscoperto un senso profondo del mio vivere: ho scelto nella mia vita di servire gli altri, perché questa è la fede in cui sono stato educato e che ho abbracciato con convinzione perché ha colmato la mia vita di gioie profonde e indescrivibili, ho scelto di stare dalla parte degli ultimi e di chi ha bisogno perché ad essi deve essere resa giustizia e ad essi deve essere rivolta la solidarietà in questo mondo: questo è il solo senso dell’impegno politico di un vero cristiano. Ma il successo di ogni azione buona e giusta non è merito dell’eroe buono, non è dovuto alla sua bontà, ma è affidato alla percezione che di questa azione ha chi la riceve, ed in ultima analisi alla Provvidenza, alla volontà imperscrutabile di Dio prima, che diventa però lezione di vita poi per il credente. Quanta parte dell’autenticità della Parola di Dio ho riscoperto in questi anni, quante persone ho incontrato da cui ho imparato veramente un senso più profondo della vita: ho imparato ad andare con fiducia per le strade del mondo e della vita, ad accettare ogni compagno di cammino, a condividere di più con chiunque, a farmi prossimo agli altri anche sconosciuti, ad offrire solidarietà e amicizia anche solo per un giorno o per un istante, ad inseguire nuovi progetti, ma
affidando il loro successo alla volontà del Signore, a non ribellarmi alle situazioni, ma cercare di capire l’insegnamento che da ognuna di esse può venire. E adesso che ho conquistato un nuovo equilibrio ed una nuova serenità di vita che dovevo fare? La risposta è stata naturale: accettare di rimettermi in gioco. Se prima pensavo che Arsiero fosse l’orizzonte della mia vita e del mio impegno e mi sono sforzato, forse inutilmente, di farne un’isola felice in cui vivere, ora so che l’orizzonte è il mondo intero, non ci sono isole, tantomeno felici, ma ci sono tanti uomini e donne con cui si può condividere un cammino di impegno e di speranza. Dunque, per coerenza, come posso rifiutare il mio impegno nella comunità in cui vivo, alle persone a fianco delle quali vivo e che mi chiedono la mia disponibilità? La risposta è stata di conseguenza, e di qui nasce la terza riflessione. Nel momento in cui ho accettato di ricominciare, ho anche riscoperto la mia comunità: ho trovato tante persone che non solo mi hanno incoraggiato, ma hanno voluto condividere le mie e le loro riflessioni, ho trovato l’entusiasmo di molte persone, soprattutto di molti giovani, che hanno accettato insieme a me questa sfida. Allora abbiamo pensato ad un’esperienza comunque nuova: non torniamo indietro di cinque anni, non sarebbe comunque possibile, non ripartiamo da allora come se niente fosse, ripartiamo dall’oggi e guardiamo avanti. Guardiamo alle nuove esigenze della comunità di Arsiero, che ha bisogno non di tante opere pubbliche, ma di un interesse vivo alle persone che la compongono. Un interesse volto in primo luogo a ricucire un tessuto sociale su cui, da troppi anni, si operano solo inutili divisioni e contrapposizioni, impoverendo e isterilendo un terreno prima fertile di solidarietà ed amicizia. Ed allora abbiamo pensato ad un programma amministrativo diverso, che insieme e prima di tutti i temi tradizionali della vita amministrativa, guardasse alle persone. Abbiamo pensato a creare le condizioni per un progetto educativo di comunità per i giovani, un progetto condiviso per renderli protagonisti della loro crescita e della loro formazione, per dare alle famiglie ed a tutte
le agenzie educative uno spazio di confronto e di corresponsabilità verso i giovani ed i ragazzi. Abbiamo pensato ad un modello di comunità solidale in cui i servizi sociali, attraverso le istituzioni ed il volontariato, vadano incontro alle persone bisognose e si fanno carico delle difficoltà di ognuno, restituendo dignità a tutti. Abbiamo pensato ad una comunità che riflette sul valore del lavoro delle persone e costruisce nuove occasioni concrete di lavoro per i propri figli, per le persone che lo perdono, per chi arriva qui da ogni parte del mondo. Abbiamo pensato ad una comunità accogliente per chi viene a vivere ad Arsiero e quindi a far parte di essa, capace di integrare tutti i suoi nuovi cittadini e di arricchirsi con chi porta nuove esperienze tra noi. Abbiamo pensato ad una campagna elettorale diversa in cui ci si incontri e ci si confronti di più, e ci si scontri di meno, in cui si usi di più la testa e meno la pancia per decidere e scegliere. So che hanno ricominciato a circolare per il paese le solite malevolenze, anche personali, nei miei confronti e di chi mi sostiene: a chi è onestamente deciso a farsi una propria opinione basata sui fatti e sulle conoscenze dirette, e non su menzogne e calunnie, dico: “Venite ai nostri incontri (sarete invitati dalle famiglie che ci ospitano), leggete il nostro programma (lo riceverete a casa e lo troverete anche su internet: “http://arsierorinascita. blogspot.com”), confrontatevi con i nostri candidati (avrete tante occasioni in questo mese di conoscerli)”. Ricordatevi il nostro motto: ADESSO TOCCA A TE, vuol dire che ad ognuno di noi va non solo la responsabilità della scelta di chi amministrerà il Comune di Arsiero per i prossimi cinque anni, e di cosa farà, ma soprattutto la responsabilità di pensare prima e di collaborare poi, perché Arsiero torni ad essere una comunità accogliente, ricca di umanità e di speranze per il futuro, capace di costruire insieme, perché RINASCA quell’Arsiero, fatta dal cuore generoso degli arsieresi vecchi e nuovi, di cui mi sono innamorato trent’anni fa. Ed in questo senso, prima ancora che nelle urne elettorali, possiamo già vincere la nostra scommessa.