Clicca Su Te Stesso Pierluca Birindelli Recensione Il Nuovo Luca Tafi

  • June 2020
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Il Nuovo. Manifesto per l'Infanzia e l'Adolescenza “New Auxology” www.auxologia.it/ilnuovo

Una generazione senza padri né maestri, solo collusa con la generazione precedente

Clicca su te stesso Pierluca Birindelli, dottore di ricerca in Sociologia della Comunicazione nell’Università di Firenze, ha prodotto un lavoro frutto di un percorso di studio di circa nove anni incentrato sull’analisi della modalità con la quale i giovani di oggi compiono “l’attraversamento della conradiana Linea d’ombra tra la fase giovanile e quella adulta”. Il libro si articola in cinque capitoli: Un piccolo programma di ricerca, Il rifugio della camera-Sè, I giovani adolescenti: riti e passaggi per diventare adulti, La cultura della dipendenza, Vie di fuga. È basato sulle intervistea 20 giovani dai 20 e 30 anni che vivono con i genitori, ricostruendo il vissuto di ciascuno sulla base dei rapporti con la propria stanza e gli oggetti che la popolano, e sull’analisi di 60 autobiografie di studenti universitari. Nell’affrontare i vari aspetti l’autore confronta le proprie impressioni con una vasta letteratura psicologica e antropologica e con i risultati delle più note ricerche dei sociologi italiani sui giovani. Mano a mano che ci si addentra nella lettura si scopre che il cordone ombelicale familiare è estremamente resistente – il 70% dei giovani tra i 25 e i 29 anni vive stabilmente con i genitori – che dietro la “convivenza negoziata” vi è un rapporto genitori-figli “artificiosamente irenico”, che “la camera dei giovani italiani sembra essere il luogo emblematico del compromesso attuato da questi giovani soggetti con i propri genitori; ma soprattutto è rappresentativa del loro patto con se stessi, con il mondo esterno e con il proprio futuro”. “La mia camera è la mia dimensione, è in piccolo quello che vorrei in grande” , “Percepisco la stanza come un posto quasi totalmente mio; ho un senso di possesso di questa stanza e un senso di protezione rispetto alle altre persone della famiglia”. La camera diviene il fortino del sé, non solo contenitore della quotidianità, ma archivio storico con una coreografia e con oggetti che suggeriscono spunti interessanti per l’autore. L’affievolirsi dei valori legati all’impegno sociale, per qualcuno degli intervistati, deriva da una società che “costringe a indurirsi: una giungla.” “I pochi giovani che cercano di uscire fuori da se stessi si rivolgono alla religione cattolica.” “Sembra che le istituzioni religiose continuino a fornire... un’idea forte cui aggrapparsi.” Anche la scuola non ne esce bene: docenti smarriti, disorientati, indifferenti all’impegno e ai risultati conseguiti dagli allievi, tanto sarebbero stati promossi comunque; scuole che perseguono la fama di istituto facile per non scoraggiare le iscrizioni. “Fra i giovani italiani e i loro genitori c’è un vuoto cognitivo e valoriale che produce spaesamento e rende i giovani incapaci di progettare il proprio futuro.” “Gli adulti, infatti, non sono stati capaci di costruire un ventaglio di valori: da fare propri, da criticare, ai quali opporsi.” Così finisce che l’esperienza più formativa di questi giovani sono i viaggi, anche se comodi e tutelati; quando si affrontano difficoltà pratiche senza il riferimento di mamma e papà si prende coscienza della propria condizione di giovane-adolescente. Nelle ultime pagine del libro, Birindelli fornisce un’inedita chiave di lettura dei rapporti tra giovani e adulti: la collusione intergenerazionale: “le due parti, più o meno consciamente, si sono trovate d’accordo, e stanno giocando assieme. Ma non è un gioco arioso: colludere è diverso da incontrarsi in spazi transizionali che permettano di imparare reciprocamente e crescere.” Un libro interessante per gli addetti ai lavori e per i neofiti, dal quale emerge un quadro non incoraggiante dei limiti di questa generazione “senza padri né maestri” e delle relative responsabilità della generazione precedente. Luca Tafi

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