Pantheon Femminicidio e Cinema
nuove rubriche
all’interno rassegna cinematografica film d’essai in Romagna dal 4 al 17 maggio
Billy rivista cinematografica romagnola 4 maggio 2009 - Numero 6
Earth - La nostra terra Focaccia Blues Teza X-men le origini: Wolverine recensioni
Horror e verità la videocamer a per sopr avvvivere all’or ror e quotidiano horror politics
Old New Hollywood Mann e la nuova stagione il più grande regista vivente del mondo
Intrecci tra cinema e pittura a Faenza Andrea Bruni e lo schermo dipinto réportage
La nave dei pirati peer to peer e diffusione della cultura billy sostiene
Film memorabiliI I i vitelloni di Federico Fellini pantheon
Soltanto un anno fa Garrone e Sorrentino a Cannes
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sommario
PANTHEON di Fiorenzo Giambi
I vitelloni Pantheon.................................................. I vitelloni Fiorenzo Giambi Lo schermo dipinto..................................... Incontri-lezione curati da Andrea Bruni Chiara Tartagni Jarman, cinema senza storia Ilario Gradassi La ricotta Alessandro Merci In Sala..................................................... teza Alessandro Merci Earth – La nostra terra Alessandro Merci X-Men le origini: Wolverine Gavin Hood focaccia blues Luigi Palmirotta Fuori Sala................................................. la guerra di charlie wilson Francesco Garoia Diari Alessandro Merci Défiance – I giorni del coraggio Edward Zwick casino royale Registi vari Altre immagini .......................................... mulholland dave Francesco Garoia
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Roberto Billi – modernamente demodé
Luigi Palmirotta
raffaello e urbino Alessandro Merci matrix Ilario Gradassi
rassegna cinematografica........... 8 dal 4 - 17 maggio 2009
Femminicidio e Cinema#1........................... Innocenza e fiaba: bambine interrotte Cecilia Benzoni Horror Politics#4....................................... La trilogia diegetica Matteo Lolletti Il più grande regista (vivente) del mondo#3.. New Hollywood Michelangelo Pasini CineAstri................................................... Will Smith - Il successo scritto nella X casa Camilla Bruschi Billy Sostiene............................................ CAVE CANNES Ilario Gradassi i pirati, bibliotecari del futuro Francesco Garoia lo chiameremo andrea Ilario Gradassi
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Incastonato tra Lo sceicco bianco, il primo lungometraggio di Fellini, e La strada, che nel 1954 spalancò al regista le porte del successo internazionale, I vitelloni è un’opera schietta e melanconica. I cinque vitelloni (neologismo poi entrato nel linguaggio abituale), protagonisti di una provincia pigramente adagiata sui ricordi dell’estate cosmopolita ai suoi albori (straordinaria la somiglianza di Ostia con la Rimini della giovinezza del regista), hanno la fuga dalla noia quale tratto in comune. I trentenni disegnati da Fellini con la collaborazione di due formidabili sceneggiatori quali Ennio Flaiano e Tullio Pinelli (recentemente scomparso) rispondono all’esigenza autobiografica dell’autore con linee meno impressionistiche o grottesche di quanto avverrà con Amarcord, di oltre vent’anni successivo. È come se i personaggi felliniani fossero intimamente divisi tra il rispetto dei valori canonici (l’onore della famiglia, i doveri coniugali, la stabilità di un’occupazione lavorativa) ed il fascino della trasgressione (il vivere di espedienti, la rinuncia al sentimento in favore di una libertà sessuale ante litteram, la superficialità degli interessi), con l’incapacità e l’impossibilità di tracciare un itinerario costruttivo e socialmente integrato senza prendere consapevolezza dell’inutilità della propria esistenza. Nella deriva di un infantilismo ironico e contagioso il solo Moraldo, più giovane e riflessivo, deciderà nel finale di abbandonare la vacuità del vitellonismo e della provincia. Gli altri paiono destinati a recitare ad oltranza un ruolo continua a pag. 12 Continuano la fiacca in sala e il seguito non entusiasmante delle iniziative di cineclub ed essai. Sarà la sbornia elettorale amministrativa incombente? Speriamo che i festival di corti di maggio (Rimini e Ravenna) abbiano più fortuna. Mentre Hollywood esce con una bombarda a settimana in contemporanea in tutto il mondo. Ma ricordate, meglio Vinterberg dei Trasformers!
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lo schermo dipinto incontri-lezione curati da andrea bruni
L
a serie di incontri promossi dal cineclub faentino “Il raggio verde” e condotti dal critico Andrea Bruni sono un ottimo esempio di come ci si dovrebbe accostare al mondo del cinema. Uno sguardo al pubblico presente ci ha fatto comprendere come possa ancora esservi speranza di riscatto nel sonnacchioso pubblico romagnolo (potremmo in realtà estendere il rimprovero al pubblico italiano). È molto interessante la scelta di un locale di atmosfera quasi surrealista, all’interno del quale non sfigurano i filmati estrapolati dall’opera di Pier Paolo Pasolini, Salvador Dalì e Derek Jarman. Il tema stesso della rassegna, l’intreccio inestinguibile fra cinema e arte pittorica, è già di per sé estremamente intrigante: da sempre le arti visive sono in stretto e proficuo rapporto fra loro, anche grazie alle affascinanti figure che popolano la storia della pittura. Ma la materia diventa irresistibile nelle mani di Andrea Bruni, che ci regala un’abbondante messe di informazioni. Il critico alterna il racconto di sapidi aneddoti tratti da set cinematografici a descrizioni dettagliate del contesto in cui celebri artisti (cine-
matografici e non) hanno maturato la propria vena creativa, accompagnando il tutto con un’esposizione vivace e priva di pedanteria. Diventa fondamentale la visione di filmati
lezione si torna a casa con la rara sensazione di aver non solo fatto incetta di immagini e parole, ma soprattutto di averle trattenute, per poterne ricavare un personale nucleo interpretativo. Una festa per gli occhi e per la mente. Chiara Tartagni jarman, cinema senza storia
Andrea Bruni durante la lezione a Faenza
e cortometraggi, che proiettano il pubblico nei colori e nell’immaginario, veramente “pittorici”, di questi straordinari artisti. Al termine della
In sala da venerdì 8 maggio Star Trek, J.J. Abrams rimette in sesto il mito fantascientifico più antico. Pare con ottimi risultati.
In sala da venerdì 8 maggio Il canto di Palma, il film peruviano vincitore a sorpresa dell’ultimo Festival di Berlino.
La fin troppo breve parabola terrena di Derek Jarman, perfettamente tratteggiata da Andrea Bruni, ci permette di interrogarci su una figura di frontiera tra le discipline dell’arte (se dividere scenografia, architettura, scrittura e cinema o altro ha mai avuto senso) che ci concede fronti importanti anche per osservare il panorama di oggi dove, come negli anni ’50-‘70’ l’artista non poteva non fare cinema, oggi l’artista non può non interagire con la grande rete informatica. Il percorso di Jarman può essere quindi istruttivo. Da un punto di vista formale colma la discrasia tra pittura e cinema con una sorta di gelatina che tiene insieme e rallenta le immagini. Ne derivano effetti ai limiti del lisergico, degni di In sala da venerdì 8 maggio Principessa, uno dei cinque film italiani che vanno allo sbaraglio, remake di Cenerentola con attori presi dalle soap televisive.
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lo schermo dipinto un’analisi dettagliata qui impossibi- cui decide di partecipare, insieme a le. Gli scabri corpi nudi di Sebastian, Godard, Rossellini e Gregoretti, al le ombre fuggevoli di The Angelic Conversation, i tableaux vivants del Caravaggio, l’uso dell’ombra quasi carnale di Edoardo II, il colore puro di Blue. Tappe di una cinematografia intesa come campo atemporale dove una storia, prigione dell’arte, viene fatta saltare con l’accumulazione esagerata che sfiora il trash ma ci squarcia lo sguardo in quello che forse è già transavanguardia. Ilario Gradassi la ricotta Pier Paolo Pasolini, ovvero l’ultimo grande intellettuale contestatore che l’Italia abbia avuto: personaggio scomodo, estremo, perennemente contro; genio eclettico e sovversivo dedito a narrativa, poesia, cinema, saggistica, a cui non è possibile affibiare un’etichetta. Come non è facile etichettare o recensire questo La ricotta, probabilmente uno dei cortometraggi più celebri della storia del cinema; il quarantenne Pasolini è da poco uscito dalle esperienze di Accattone (1961) e Mamma Roma (1962), e ancora una volta sente l’esigenza di cambiare strada, di sperimentare ancora, per
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In sala da venerdì 8 maggio Terra madre, documentario di Ermanno Olmi dedicato all’agricoltura resistente in tutto il mondo. Coprodotto dalla Cineteca di Bologna.
L’atmosfera surrrealista della conferenza
progetto Ro.Go.Pa.G., che prende il suo bizzarro nome dalle iniziali dei suoi autori. Storia semplice e paradossale quella della Ricotta: durante le riprese di un film sulla passione di Cristo, il sottoproletario Stracci, che vive di espedienti pur avendo sulle spalle un’intera famiglia e che deve interpretare la parte di uno
In sala da mercoledì 13 maggio Soffocare, l’attore Clark Gregg va dietro la macchina da presa girando un pregevole romanzo di Chuck “Fight club” Palaniuk
dei ladroni che moriranno al fianco di Cristo, fa indigestione di ricotta, finendo per morire sulla Croce. «Morire. Non aveva altro modo per ricordarci che lui era vivo»: sono le parole che chiudono il film e ne suggellano la morale. Eppure c’è anche altro, soprattutto nelle risposte che il regista del film, impersonato da un grande Orson Welles, dà al giornalista che lo intervista, spaziando da Fellini alla natura del cinema. Messaggio morale, riflessione intellettuale, apologo allegorico, riflessione metacinematografica e omaggi a Chaplin ambiscono a fondersi in soli 30 minuti, senza riuscirci pienamente. Sequestrato per vilipendio alla religione, e costato a Pasolini una condanna a quattro mesi di reclusione, poi cancellata in appello, e divenuto subito un cult, non è tuttavia uno dei migliori film di Pasolini, nonostante la buona idea di fondo e alcune ottime sequenze. La ricotta, contiguo per stile e tema a Uccellacci e uccellini (1966), non è infatti il grande film di Pasolini sulla passione di Cristo, ma soltanto un’ulteriore testimonianza della sua ossessione per la figura del Nazareno e un’interessante anticipazione del suo vero capolavoro sul tema, Il vangelo secondo Matteo. Alessandro Merci
Lunedì 4 maggio per DOCinTOUR al cinema Saffi di Forlì proiezione di Code di lucertola (presente la regista Valentina Giovanardi) , Predappio in luce, Sergov.
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In Sala
teza
Earth – La nostra terra
Non capita spesso di vedere al cinema la storia corale di una nazione fondersi in modo convincente con il racconto della vita, dei sogni, dell’esperienza di un personaggio; e ancor meno di frequente capita di vedere un film capace di insegnare e commuovere senza far ricorso a un linguaggio enfatico o sentimentale. Eppure questo è il miracolo che riesce a compiere Teza, l’ultimo film del maestro etiope Hailè Gerima già premiato a Venezia; una pellicola che, col suo sapiente intreccio di pubblico e privato, di storia collettiva e memoria personale, giunge a esiti altissimi, regalandoci una grande lezione di sensibilità, oltre che, naturalmente, di cinema.
Una docufiction da gustare, non solo perché alimenta il desiderio di addentare dopo i titoli di coda una foccaccia, la stessa che in Puglia avrebbe sconfitto, portandolo alla chiusura, un punto McDonald, ma anche per le essenze ruspanti scelte per la sua realizzazione e per l’idioma colorito sempre presente e marcato che trasmettono la genuinità della gente come del prodotto. Attori veraci contro un personaggio sofisticato con i colori della famosa catena di fast food, accompagnati da una fotografia della regione in veste autocelebrativa. Anche gli ospiti sono di fama autoctona e rendono divertente, gustosa e semplice la sua visione.
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(2008) 140’ Hailè Gerima
(2007) 90’ Alastair Fothergill, Mark Linfield
Alessandro Merci
Fabio Giambi
X-Men le origini: Wolverine
focaccia blues
Sull’onda ormai inesauribile dei cinefumetti, arriva nelle sale italiane il prequel di “X-Men” di Brian Synger, con i riflettori puntati sull’eroe più carismatico del gruppo mutante. Nonostante l’inserimento di personaggi di grande fascino e le buone scene d’azione, il film di Hood (“Il suo nome è Tsotsi”) non va oltre il prodotto hollywoodiano medio: la trama, semplificata rispetto al fumetto, non permette una sufficiente analisi di una figura tanto complessa. Una recitazione non particolarmente sentita e l’irritante colonna sonora di stampo epico non aiutano il pubblico ad immergersi nella storia. Nota di merito per Liev Schreiber e Danny Huston.
Una docufiction da gustare, non solo perché alimenta il desiderio di addentare dopo i titoli di coda una foccaccia, la stessa che in Puglia avrebbe sconfitto, portandolo alla chiusura, un punto McDonald, ma anche per le essenze ruspanti scelte per la sua realizzazione e per l’idioma colorito sempre presente e marcato che trasmettono la genuinità della gente come del prodotto. Attori veraci contro un personaggio sofisticato con i colori della famosa catena di fast food, accompagnati da una fotografia della regione in veste autocelebrativa. Anche gli ospiti sono di fama autoctona e rendono divertente, gustosa e semplice la sua visione.
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(2008) 118’ Gavin Hood
(2008) 82’ Nico Cirasola
Chiara Tartagni 12 maggio, Sala 12 del CinemaCity Ravenna 2a giornata del PNMT: presenti in sala i registi Marco Bertozzi e Pierr Nosari. Ingresso €3. Il biglietto delle 18.00 vale per le prime due proiezioni della giornata.
2a giornata PNMT a Ravenna con Para viver nelle favelas di Sao Bernardo in Brasile, Il sol dell’avvenire e Il futuro non è scritto - Joe Strummer. Presenti in sala i registi Massimiliano Valli e Gianfranco Pannone.
Luigi Palmirotta
Da giovedì 14 a sabato 16 maggio Round 2009, Festival nazionale di film e video di autori indipendenti al Cinema Teatro Tiberio di Rimini, organizzato dalle ACLI.
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Fuori Sala
La guerra di Charlie Wilson Diari (2007) 97’ Mike Nichols
(2008) 90’ Attilio Azzola
Il deputato americano Wilson, amante di alcool, donne e cocaina, scopre quasi per caso gli orrori dell’invasione sovietica in Afghanistan e si adopera con altri quattro “tizi” della Cia per fare arrivare ai Mujahideen armi e soldi per respingere l’offensiva. Una volta sconfitta l’armata russa, però, il Fronte Islamico userà la forza per imporre il suo volere alla popolazione afghana. Trasposizione cinematografica dell’autobiografia di Wilson; commedia piacevole e scorrevole, critica nei confronti degli Usa ma politicamente corretta. Buona l’interpretazione di Tom Hanks e Seymour Hoffman.
L’Italia trionfante del festival di Cannes 2008 non è rappresentata solo da Gomorra e Il divo; a conquistare un premio, seppur minore (Grand Prix Écrans Juniors), è infatti anche Diari, girato dall’esordiente Attilio Azzola con una troupe di attori non professionisti, un film passato inosservato a causa della limitatissima distribuzione. Chi ha avuto la fortuna di vederlo, si è trovato di fronte a una storia di amori (e dolori) adolescenziali che, se in un primo momento sembra non distaccarsi troppo dagli stereotipi di Moccia, lentamente sale, finendo per colpire a fondo lo spettatore con la sua genuina semplicità e la sua spontanea sincerità. Da vedere.
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Francesco Garoia
Alessandro Merci
Défiance – I giorni del coraggio
casino royale
Primavera 1941: l’esercito tedesco, con l’operazione Barbarossa, sferra l’attacco a sorpresa contro l’Unione sovietica. Nelle retrovie iniziano sanguinosi rastrellamenti della numerosissima popolazione ebraica, ma un pugno di valorosi, nelle foreste della Bielorussia, decide di difendersi. Nel raccontare la storia vera dei fratelli Bielski, Zwick ha il merito (non comune per le rievocazioni storiche) di non tralasciare, aldilà delle scene d’azione, l’approfondimento psicologico e l’umanità dei personaggi (come l’epico contrasto tra i due fratelli maggiori). Anche la facile retorica del caso mi sembra ottimamente aggirata, in questo film decisamente emozionante.
L’ispiratore nascosto della nostra commedia cinepanettonica. Una parodia del bondismo emergente che sfrutta i diritti dell’unico racconto di Ian Fleming su cui i Broccoli non erano riusciti a mettere le mani. Il maggior delirio produttivo della fine degli anni ’70. Regge con qualche pecca fino a due terzi (quando Sellers fuori dal casinò inizia un inseguimento con un’auto di formula1) grazie anche a un David Niven in stato di grazia e a una valanga di volenterosi camei (Orson Welles, Woody Allen, Barbara Bouchet, Ursula Andress, John Huston quelli che più rimangono impressi).
(2008) 129’ Edward Zwick
Fabio Giambi
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Giovedì 14 maggio per DOCinTOUR al cinema Italia di Faenza proiezione di Para viver nelle favelas di Sao Bernardo in Brasile e incontro col regista. A seguire Educare a Gaza di Alessia del Bianco.
(1967) 131’ Registi vari
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Giovedì 14 maggio al cinema Verdi di Forlimpopoli proiezione e incontro con il regista Locatelli, la sceneggiatrice Tarantelli e il protagonista De Gasperis del film Il primo giorno d’inverno.
Giovedì 14 maggio a La Palazzina di Imola proiezione di Hopetown di Michela Sartori e My best Wishes? di Umberto Bendini.
Ilario Gradassi
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Altre immagini Roberto Billi – modernamente demodé Album musicale sotto licenza Creative Commons, gratis su Jamendo.com http://www.jamendo.com/it/album/36729 Già leader e fondatore del gruppo folk-rock I ratti della sabina, nel secondo album da solista Billi riporta il suo stile che fonde rock e atmosfere popolari in canti che spaziano dalla favola all’introspezione misurata e generosa. Sono le chitarre folk ed elettriche ad animare parole e immagini semplici ma non banali. Nei pezzi più suggestivi e malinconici il ritmo rallenta per scattare la fotografia musicale dei personaggi del circo, della strada e della tradizione. Si sente la mancanza della completezza dell’orchestra dei “ratti”, ma l’impronta è inconfondibile anche se Billi canta una visione più soggettiva del mondo.
BBB B raffaello e urbino Urbino, Palazzo Ducale, fino al 12 luglio 2009 http://www.raffaelloeurbino.it/ Il «divin pittore», simbolo immortale di perfezione, torna a casa, per ritrovare il padre e i compagni della sua gioventù: nella splendida cornice di Palazzo Ducale è possibile ammirare venti oli e altrettanti disegni di Raffaello, alcuni di altissima qualità – l’autoritratto degli Uffizi, la Piccola Madonna Cowper, Il sogno di un cavaliere, la Muta –, accanto agli esiti maggiori di Giovanni Santi, Timoteo Viti e altri artisti della scena urbinate negli anni della formazione del Sanzio. Per riscoprire quelle radici profondissime che spesso la critica ha rimosso o misconosciuto e sottolineare, sulla scia del Vasari, l’influenza di Perugino.
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Alessandro Merci
matrix Programma televisivo, Canale 5, il periodo Vinci http://www.matrix.mediaset.it/index.shtml Al di sotto anche delle non eccessive aspettative. Nient’altro che questo si può dire del Matrix dopo Mentana. Alessio Vinci, giornalista CNN non porta al lavoro la curiosità e la passione tipiche del giornalismo d’oltreoceano, si limita ad assolvere il compitino assegnato. Meno politica, meno sociale, meno inchieste, più processi “alla Cogne”, più Brunetta, soprattutto più fuffa televisiva, reality in primis. Gli ascolti scendono, anche per la concorrenza interna di Chiambretti. La chiusura del marchio di questo passo è facilmente prevedibile. Farewell, man, senza rancore.
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Ilario Gradassi Giovedì 14 maggio ultima giornata del PNMT con Code di lucertola, La minaccia e Rata nece biti!. Presenti in sala i registi Valentina Giovanardi, Silvia Luzi, Luca Bellino e il critico Johnny Costantino.
Mosaico Film Festival: premio Mosaico a Wolke 9 di Andreas Dresen.
m u l h ol l a n d d av e Il blog di Davide La Rosa http://lario3.splinder.com/ Davide la Rosa è uno dei bloggers più seguiti d’Italia. A rendere caratteristico il suo diario online è la pubblicazione di “storie a fumetti”, come le chiama lui: vignette, brevi strisce o fotografie ritoccate che hanno in comune la semplicità d’esecuzione (schizzi, scarabocchi e collages d’immagini) e l’ironia dissacrante con cui sono trattati i più svariati temi. Sono infatti protagonisti dei suoi post, tra gli altri, un Dio ignorante in materia di religione, un tristissimo Marco Columbro, un Giacobbo (quello di Voyager) inseguito dalla mafia cinese e una Pimpa torturata nei modi più orribili. Francesco Garoia
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Il libro che raccoglie le strisce su Dio
Far East Film Festival: record di spettatori per l’undicesima edizione e premio del pubblico al giapponese Departures.
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rassegna C’ERAVAMO TANTO AMATI (1974) 125’ Ettore Scola martedì 12 maggio 21.00 CENTRO CULTURALE CARLO VENTURINI Massa Lombarda
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO (1971) 103’ Dino Risi mercoledì 6 maggio 21.00 CENTRO CULTURALE CARLO VENTURINI Massa Lombarda
I CERCATORI DI MIRAGGI (2008) 62’ Mario Chemello giovedì 7 maggio 21.00 NOTORIUS Rimini giovedì 7 maggio 21.15 CINEMA ITALIA Faenza
IO GIURO. APPUNTI DI DONNE SOLDATO (2008) 100’ Maria Martinelli mercoledì 13 maggio 16.30 CINETECA DI RIMINI
COME UN UOMO SULLA TERRA (2008) 63’ Andrea Segre, Dagmawi Yimer lunedì 4 maggio 21.00 CINEMA SAN BIAGIO Cesena giovedì 7 maggio 22.30 NOTORIUS Rimini giovedì 7 maggio 22.30 CINEMA ITALIA Faenza
LENINGRAD COWBOY GO TO AMERICA (1988) 80’ Aki Kaurismaki mercoledì 6 maggio 17.00 CINEMA SAN BIAGIO Cesena
DUE PARTITE (2008) 94’ Enzo Monteleone martedì 12 maggio 21.15 SUPERCINEMA Santarcangelo di Romagna mercoledì 13 maggio 21.15 SUPERCINEMA Santarcangelo di Romagna FESTEN (1998) 106’ Thomas Vinterberg mercoledì 6 maggio 22.30 CINEMA SARTI Faenza FROST/NIXON (2008) 122’ Ron Howard lunedì 11 maggio 21.30 LUNEDÌ CULT MOVIE Faenza IL GIARDINO DI LIMONI (2008) 106’ Eran Riklis lunedì 4 maggio 21.15 CINEFORUM RICCIONESE martedì 5 maggio 21.15 CINEFORUM RICCIONESE sabato 9 maggio 21.00 OCCHI SUL CINEMA 1 San MarinoSan Marino martedì 12 maggio 21.00 OCCHI SUL CINEMA 2 San Marino mercoledì 13 maggio 21.00 OCCHI SUL CINEMA 3 San Marino GIULIA NON ESCE LA SERA (2008) 105’ Giuseppe Piccioni venerdì 15 maggio 21.15 SUPERCINEMA Santarcangelo di Romagna GRAN TORINO (2008) 116’ Clint Eastwood martedì 12 maggio 21.00 CINETEATRO VICTOR San Vittore di Cesena giovedì 14 maggio 21.00 CINETEATRO VICTOR San Vittore di Cesena
MAR NERO (2009) 95’ Federico Bondi giovedì 7 maggio 21.00 CINEMA VERDI Forlimpopoli UN MATRIMONIO ALL’INGLESE (2008) 96’ Stephan Elliott lunedì 11 maggio 21.15 CINEFORUM RICCIONESE martedì 12 maggio 21.15 CINEFORUM RICCIONESE LA MORTE SOSPESA (2003) 102’ Kevin MacDonald martedì 5 maggio 21.00 CINETECA DI RIMINI L’ONDA (2009) 100’ Dennis Gansel martedì 12 maggio 21.00 CINEMA VERDI Forlimpopoli mercoledì 13 maggio 21.00 CINEMA VERDI Forlimpopoli L’ORCHESTRA DI PIAZZA VITTORIO (2006) 93’ Agostino Ferrente domenica 17 maggio 17.00 INVISIBILI 2009 Imola PARA VIVER NELLE FAVELAS DI SAO BERNARDO IN BRASILE (2008) 60’ Massimiliano Valli lunedì 11 maggio 21.00 CINEMA SAN BIAGIO Cesena giovedì 14 maggio 21.15 CINEMA ITALIA Faenza PAULINE & PAULETTE (2001) 78’ Lieven Debrauwer lunedì 11 maggio 21.00 NOTORIUS
HAPPY GO LUCKY - LA FELICITÀ PORTA FORTUNA (2008) 118’ Mike Leigh venerdì 8 maggio 21.15 SUPERCINEMA Santarcangelo di Romagna
IL PRIMO GIORNO D’INVERNO (2009) 88’ Mirko Locatelli giovedì 14 maggio 21.00 CINEMA VERDI Forlimpopoli
KATYN (2007) 117’ Andrzej Wajda martedì 5 maggio 21.15 CINEMA TEATRO ASTRA Misano Adriatico
RACCONTI DA STOCCOLMA (2006) 133’ Anders Nilsson martedì 5 maggio 21.00 CINESOGNI Ravenna
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Cinematografica THE READER (2008) 124’ Stephen Daldry martedì 5 maggio 21.00 CINETEATRO VICTOR San Vittore di Cesena martedì 5 maggio 21.15 SUPERCINEMA Santarcangelo di Romagna mercoledì 6 maggio 21.15 SUPERCINEMA Santarcangelo di Romagna giovedì 7 maggio 21.00 CINETEATRO VICTOR San Vittore di Cesena RELIGIOLUS - VEDERE PER CREDERE (2008) 101’ Larry Charles martedì 12 maggio 21.15 CINEMA TEATRO ASTRA Misano Adriatico REVOLUTIONARY ROAD (2008) 119’ Sam Mendes lunedì 4 maggio 21.30 LUNEDÌ CULT MOVIE Faenza RIPRENDIMI (2008) 93’ Anna Negri giovedì 14 maggio 21.00 CINETECA DI RIMINI STELLA (2008) 103’ Sylvie Verheyde martedì 5 maggio 21.00 SALA SAN LUIGI Forlì TERRA DI MEZZO (1997) 78’ Matteo Garrone lunedì 4 maggio 21.00 NOTORIUS Rimini TEZA (2008) 140’ Haile Gerima giovedì 7 maggio 21.00 LUGOCINEMA TI AMERÒ SEMPRE (2008) 115’ Philippe Claudel sabato 2 maggio 21.00 OCCHI SUL CINEMA 1 San Marino martedì 5 maggio 21.00 OCCHI SUL CINEMA 2 San Marino mercoledì 6 maggio 21.00 OCCHI SUL CINEMA 3 San Marino TWO LOVERS (2008) 100’ James Gray martedì 12 maggio 21.00 SALA SAN LUIGI Forlì TUTTA COLPA DI GIUDA (2009) 102’ Davide Ferrario martedì 5 maggio 21.00 CINEMA VERDI Forlimpopoli mercoledì 6 maggio 21.00 CINEMA VERDI Forlimpopoli VAI E VIVRAI (2005) 153’ Radu Mihaileanu domenica 10 maggio 17.00 INVISIBILI 2009 Imola LA VIA INVISIBILE (2004) 65’ Franco Michieli martedì 12 maggio 21.00 CINETECA DI RIMINI LO ZOO DI VENERE (1985) 115’ Peter Greenaway mercoledì 13 maggio 17.00 CINEMA SAN BIAGIO Cesena
Essai in Romagna 4 - 17 maggio 2009 sale e biglietti CENTRO CULTURALE CARLO VENTURINI Ingresso libero Viale Zaganelli 2 Massa Lombarda CINEFORUM RICCIONESE €5 Planet Cinema (sala 6) viale Virgilio 19 Riccione CINEMA ASTRA €5 Viale D’Annunzio 20 Misano Adriatico CINEMA SAN BIAGIO €3 (ingresso libero) (sala rossa) via Aldini 22 Cesena CINEMA ITALIA €5 (€4 tessera web) via D’Annunzio 20 Misano Adriatico CINEMA SAN BIAGIO €3 (ingresso libero) (sala rossa) via Aldini 22 Cesena CINEMA SARTI €3,50 (ingresso libero il mercoledì) via XX settembre 98/a Cervia CINEMA VERDI €5 Piazza A. Fratti Forlimpopoli CINESOGNI €3 Cinemacity Sala 12 d’Essai via Bini 7 Ravenna Cinemacity Sala 12 d’Essai via Bini 7 Ravenna CINETEATRO VICTOR €4,20 Via San Vittore 1680 San Vittore di Cesena CINETECA DI RIMINI €4 lunedì 21.00, gratis 16.30 martedì e mercoledì via Gambalunga 27 Rimini INVISIBILI 2009 ingresso libero con tessera ARCI Teatro Lolli via Caterina Sforza 3 Imola LUGOCINEMA €5 Cinema Giardino viale Orsini 19 Lugo LUNEDÌ CULT MOVIE €6,50 (€5,00 con tessera web) Cinema Italia via Cavina 9 Faenza NOTORIUS ingresso libero Cinema Tiberio viale Tiberio 59 Rimini OCCHI SUL CINEMA €5 1) Cinema Pennarossa via Corrado Forti 53 Chiesanuova (RSM) 2) Cinema Nuovo Dogana piazza Marino Tini 7 San Marino 3) Cinema Turismo via della Capannaccia 2 San Marino SALA SAN LUIGI €5 Via Luigi Nanni 12 Forlì SUPERCINEMA €5 Piazza Marconi 1 Santarcangelo di Romagna
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Femminicidio al Cinema#1 di Cecilia Benzoni
innocenza e fiaba: bambine interrotte LA FONTANA DELLA VERGINE
favole si trasmette di generazione in ge- gentili. La giovane rappresentata è denerazione un certo immaginario. Un de- cisamente infantile. Tarda a partire per La fontana della vergine, diretto nel terminato modo di concepire e rappre- il mattutino, si veste per il viaggio con gli 1960 da Ingmar Bergman, è ambientato sentare la femminilità è presente anche abiti più preziosi per soddisfare la sua nel XIII secolo. Narra di una ragazza di in questo film fiabesco. Il femminile è, da vanità bambina e compiacere il padre, ricca fasi vanta miglia, con deincarigli scocata dai nosciuti genitori della di attrasua vita versare di piccola forela princista per pessa. Il portare suo cadelle r attere candeè simile Ignara del pericolo, la vergilne si ferma con i tre pastori nel bosco le alla a quelchiesa per la preghiera mattutina. Si un punto di vista palesemente maschile, lo di Cappuccetto Rosso. Non potrà imbatte in tre pastori con cui all’inizio preda. Sia quando è angelicato, come che incontrare il lupo. E dal punto chiacchiera e divide il pranzo, ma che per la figlia bionda, bella, pura e inno- di vista di Bergman i pastori-ladri di poi la violentano e uccidono. Non paghi cente, sia quando è demonizzato, come bestiame che violentano la ragazza dello stupro appena compiuto i tre si per la serva mora, cattiva, incinta di un sono tra i predatori più feroci e sfredirigono verso la casa del padre da cui bastardo e isterica. Entrambe sono cal- nati (la stuprano, la uccidono, vansi fanno accogliere e sfamare. Quando pestate e annientate. In particolare la no a mangiare in casa del padre). tentano di vendere alla madre i vestiti brava e bella ragazza, è vezzeggiata, Questa donna-bambina è una creatusottratti alla figlia, sono smascherati e guardata e toccata da tutti gli uomini ra ambigua, caricata della simbologia il padre li uccide crudelmente. La serva con interesse puramente sessuale. Il dell’innocenza, è una fanciulla vergine indica ai genitori la radura dove si tro- padre la accontenta e la coccola quasi che fantastica di trovare un marito da va il corpo della ragazza. Dopo avere maliziosamente, gli uomini per strada la amare e di vivere da buona cristiana, spostato il cadavere, dal luogo in cui è fermano e la toccano con nonchalance, percepita però dagli uomini come senstata martoriata inizia a sgorgare mira- i pastori subito la spogliano con gli occhi suale e attraente in modo irresistibile, colosamente dell’acqua. Attraverso le e la abbordano mostrandosi fraterni e quasi provocatorio. Il paradigma di fon-
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Giovedì 7 maggio per DOCinTOUR al cinema Italia di Faenza incontro col regista Mario Chemello dopo la proiezione del documentario I cercatori di miraggi.
Sabato 9 maggio alle ore 9 al Cinema San Biagio di Cesena premiazione del concorso Giovani Videomakers 2009.
Lunedì 11 maggio al cinema Saffi proiezione di Heaven lyrics di Luca Coralli, alle 21.00 con replica a seguire.
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innocenza e fiaba: bambine interrotte do alla storia è questa mentalità predatoria che vede il femminile inevitabilmente come una proprietà del maschile. II miracolo finale dovrebbe aggiustare tutto, ma non risolve l’ingiustizia di fondo.
che lei è in realtà è la principessa di un regno lontano e per tornare nella sua vera casa dovrà superare delle prove. La fervida fantasia di Ofelia aumenta coll’imbarbarirsi del conflitto e per reazione alla sua difficile situazione familiare. Per il patrigno, un capitano di Franco, Ofelia quasi non esiste, non è sua figlia e non è neppure un maschio, al contrario del figlio che Carmen porta in grembo. Lei e la madre incinta sono costrette ad obbedire agli ordini del capitano e ad andare al fronte, perché «un figlio deve nascere dov’è il padre». Nel mondo guerresco del capitano non c’è né spazio né considerazione per il femminile, tanto che le donne devono aderire alla loro funzionie di moglie, madri, serve. Così Ofelia viene frusta-
la mandragora sotto il letto per guarire la mamma. Non c’è compassione per la moglie malata e agonizzante che partorisce e poi muore, il capitano non se ne cura e gioisce per la nascita del primogenito. I tempi in cui vivono e agiscono IL LABIRINTO DEL FAUNO il patrigno e la bambina sono paralleli e insieme opposti. Il capitano è ossessioIl Labirinto del fauno, film del 2006 di nato dal tempo cronologico, consulta in Guillermo del Toro, è ambientato nel continuazione l’orologio appartenuto al 1944 in Spagna, quando la guerra padre, è convinto che la storia sia fatta civile è finita, e, nascosti sulla mondalle azioni degli uomini che si passano tagna gruppi armati continuano a le consegne di generazione in generacombattere il nuovo regime fascista. zione. Le azioni delle donne non sono La storia della guerra, delle torture e contemplate. Eppure la moglie e Mercedelle imboscate fa da cornice a una fiades, la cameriera, in diversi modi vivoba, il mondo onirico che Ofelia, la piccola no nel reale, una lo accetta remissiva, protagonista, crea per sfuggire alla reè vedova e si risposa per sopravvivere altà terribile che deve subire impotente. alla guerra. L’altra lo combatte aiutando Ofelia la Resiè una stenza, bambiribelna letlandosi trice e a un sognadestitrice, no imvede nel p o s t o. monOfelia, do che invece, la cirsi rifuconda, gia con Il fauno rivela a Ofelia che è una principessa nel film di Del Toro insetti ostinafatati e alberi incantati, legge e inventa ta quando non si dimostra una «brava zione nei libri di fate. Non si arrende né favole per il fratellino nella pancia della bambina» perché sporca il vestitino re- tuttavia può ribellarsi. Il tempo infinito delmadre Carmen. Nel giardino labirinto vi- galatole solo per fare bella figura a una le fiabe, diventa l’unico luogo di crescita cino casa incontra un fauno che le rivela cena tra fascisti o perché nasconde del- per una femminilità bambina oppressa. Lunedì 4 maggio per DOCinTOUR al cinema san Biagio di Cesena presente dalle 21.00 il regista Andrea Segre, regista di Come un uomo sulla terra.
Mercoledì 6 maggio per DOCinTOUR alla cineteca di Rimini proiezione di Predappio in luce alle 16.30 presente il regista Marco Bertozzi.
Mercoledì 6 e martedì 12 maggio al centro culturale Carlo Valentini di Massa Lombarda la rassegna L’avventurosa storia del cinema italiano è presentata dal critico Andrea Bruni.
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Horror Politics #4 di Matteo Lolletti
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La trilogia diegetica
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n tempi recenti tre film si impongono come emblemi, con diverse declinazioni, di un sentire oramai diffuso: la diffidenza nei confronti delle fonti ufficiali di comunicazione, conniventi e contraddittorie. Queste tre opere sono Diary of the Dead (Usa, 2007) di George Romero, Rec (Spa, 2007) di Jaume Balanguerò e Paco Plaza, e Cloverfield (Usa, 2008) di Matt Reeves: due zombie-movies e un catastrofico. Ciò che le accomuna è la negazione (ovviamente stilistica) della finzione cinematografica, poiché in ognuna di esse è esplicitamente escluso il punto di vista invisibile dello spettatore. Le tre storie infatti sono raccontate attraverso le immagini riprese da videocamere utilizzate dai protagonisti, in presa reale, con un’identificazione immediata tra il visibile/vedente e il vedente/spettatore. Ciò che sottende le tre pellicole è l’insistenza sul fatto che la verità (parola che ricorre con frequenza), l’orrore, non possono più passare - ancora una volta dopo l’11 settembre - attraverso la manipolazione dei mezzi di informazione istituzionali. La verità è testimoniata dalla presenza, che, per quanto accidentale, diviene responsabilità e condizione di autenticità. Alla base delle tre opere c’è quindi una ri-
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Lunedì 11 maggio per DOCinTOUR al cinema san Biagio di Cesena presente dalle 21.00 il regista Massimiliano Valli, regista di Para viver nelle favelas di Sao Bernardo in Brasile.
pantheon
flessione sia sul potere dell’immagine e del suo controllo, sia sulla necessità di recuperare, nell’era del digitale, tale controllo e tale potenza. In tal senso tutti i film di cui stiamo parlando hanno spesso contrappunti visivi o sonori dedicati ai media istituzionali, non solo: la stessa videocamera diviene, in alcuni frangenti, mezzo di sopravvivenza e bussola di orientamento. Solo con la condivisione dell’orrore e la testimonianza si può resistere all’orrore stesso, e riuscire a sapere (e a capire) la verità, per scacciare la menzogna, quella stessa menzogna su cui si basano guerre e Patriot Act. A sancire tutto ciò, ecco alcune delle frasi dell’incipit di Diary of the Dead: «Alcune di queste scene non furono mai trasmesse. Furono segretamente caricate in rete dal cameraman che le ha girate. Era il suo modo per cercare di dire la verità su quanto è accaduto. […] Ci hanno spinto a credere a qualsiasi cosa. […] Quel cameraman di Canale 10 voleva diffonderlo in modo che alle persone, a voi, fosse detta la verità. […] Vedete, oltre a cercare di raccontarvi la verità io spero di spaventarvi, in questo modo, forse, vi renderete conto. Forse voi non commetterete gli stessi errori che abbiamo fatto noi». Lunedì 11 maggio a Ravenna al via la rassegna Per non morire di televisione. Anteprima all’Almagià con Over the rainbow di Maria Martinelli e Simona Cocozza. Ingresso libero. A cura di Fabrizio Varesco.
provinciale, nell’impotenza di assumersi delle responsabilità adulte. D’altro canto tutti i vitelloni vedono presto o tardi il disfacimento dei propri sogni all’indomani di una sbornia o di un’avventura fallimentare. Tuttavia lo sguardo del regista riminese è sempre bonario, indulgente ed affettuoso con questi perdenti del dopoguerra, lontani anni luce dai Poveri ma belli di Dino Risi. Più che interpretare fatti o comportamenti, Fellini li espone, senza una traiettoria critica. I vitelloni sono anche una nostalgica ode alla giovinezza perduta e a ciò che troppo spesso, una volta invecchiati, si dimentica o si rinnega di aver sognato.
Il 12 maggio alla Sala 12 del CinemaCity di Ravenna 2a giornata del PNMT, si presenta il libro Storia del documentario italiano di Marco Bertozzi. A seguire Predappio in luce, Tempi moderni, OfflagaDiscoPax e Religiolous.
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Il più grande regista (vivente) del mondo#3 di Michelangelo Pasini
new hollywood
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rancis Ford Coppola è nato nel 1939. Martin Scorsese nel 1943. George Lucas nel 1944. Steven Spielberg nel 1946. Potrei andare avanti e citare Brian De Palma, David Lynch e Ridley Scott, parlando di loro come i padrini di quel movimento in seguito ribattezzato New Hollywood, proprio per la nuova spinta vitale che questa manciata di registi ha conferito a un cinema che stava attraversando una crisi
nel 1973 dirige Mean Street; Coppola a trentadue ottiene un Oscar per la miglior sceneggiatura di Patton, generale d’acciaio. Un anno dopo scrive e dirige il primo episodio del suo più grande successo cinematografico di sempre, Il Padrino; ma il più precoce tra questi è stato sicuramente Spielberg, con i tre Oscar ottenuti per Lo Squalo alla decisamente poco veneranda età di 29 anni. I manuali di storia del cinema sono pieni di riferimenti a questi auto-
Prime prove di ottimo livello per i giovani registi della New Hollywood: George Lucas, Steven Spielberg, Martin Scorsese, Francis F. Coppola
profonda. Quasi tutti questi cineasti hanno raggiunto la popolarità in giovane età: Lucas dirige American Graffiti che non aveva ancora compiuto i trent’anni e qualche anno dopo dà vita a Guerre Stellari; Scorsese ottiene il primo successo della sua carriera a trentun anni, quando Da Mercoledì 6 a domenica 10 maggio seconda edizione dello Slow Food on Film Festival a Bologna. Tutte le informazioni su http://www. slowfoodonfilm.it/.
ri. Spesso e volentieri però si fermano qui, forse perché ritengono la rivoluzione portata dalla New Hollywood l’ultima vera corrente cinematografica per cui sia necessario spendere parole. D’altronde sarebbe davvero criminale non dedicare almeno un capitolo al movimento che alcuni
Dopo gli annunciati tagli ai contributi dati dalla Fondazione della Cassa dei Risparmi di Forlì Gianluca Castellini ha lanciato l’allarme per la sopravvivenza del Sedicicorto Film Festival.
Dal 13 al 24 maggio il 62esimo festival di Cannes. La selezione principale è giudicata da una giuria presieduta da Isabelle Huppert. La giuria di Un certain regard è presieduta da Paolo Sorrentino.
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new hollywood sono soliti far iniziare dal Gangster Story di Arthur Penn e altri dall’Easy Rider di Dennis Hopper. Purtroppo però gran parte di questi manuali non dedicano nemmeno una riga a Michael Mann, un regista che è nato solamente tre mesi dopo Martin Scorsese e un anno prima di George Lucas. Perché? I detrattori del cineasta di Chicago non tarderebbero a sottolineare quanto la portata innovatrice dei film del nostro sia infinitamente inferiore a quella dei registi appartenenti alla Nuova Hollywood. Noi, seppure nutriamo un profondissimo rispetto e un’altrettanto profonda ammirazione per le figure sopra menzionate e seppure consideriamo gli anni settanta come il periodo cinematografico più emozionante che gli Stati Uniti ci abbiano regalato, fatichiamo a sostenere questa tesi.
Michael Mann sul set di Public Enemies(2009)
Michael Mann non compare, ancora, nei libri di storia del cinema non perché il suo talento sia inferiore ad uno Spielberg o ad uno Scorsese, e neanche perché le sue doti siano sbocciate in ritardo, ma a causa di scelte di vita antitetiche rispetto ai suoi più illustri colleghi. Quando nel 1965 Scorsese ottiene i primi soldi per un film (Bring On the Dancing Girls, mai terminato) grazie alla frequentazione in pianta stabile della New York University e quando nel 1968 Spielberg grazie al suo primo cortometraggio, Amblin, ottiene un ingaggio alla Universal, Michael Mann è in Europa, a Londra più esattamente. Nel 1968 ha
Schermi d’amore a Verona. Premio rosa d’oro a A year ago in winter di Caroline Link.
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infatti scelto di frequentare la London Film School perché le «migliori scuole di cinema americane sono troppo accademiche, mentre Mann sente il bisogno di una formazione pratica» (F.X. Feeney, Paul Duncan, Michael Mann, Taschen). Inoltre, fattore non meno importante, col trasferimento nel vecchio continente avrebbe evitato di arruolarsi e partire per il Vietnam, una guerra alla quale era totalmente contrario. Così non solo si allontana dal mondo produttivo che ha favorito la nascita del cinema dei registi della New Hollywood, ma è impossibilitato, forse suo malgrado, a cogliere le necessità di innovazione che questo sistema stava iniziando a manifestare. Questa scelta ha portato il nostro a una carriera molto diversa da quella dei suoi coetanei. Alcuni non esiterebbero a definirla di secondo piano rispetto a quella di Coppola & Co., noi crediamo sia semplicemente differente. Perché se è vero che questo strano scherzo del destino che dopo aver portato Mann lontano da Hollywood lo costringe a una dura gavetta televisiva (che poi si rivelerà più che redditizia, sia dal punto di vista economico che artistico), ora, nel 2009, sta dando al nostro tutto quello che in precedenza aveva dato agli altri. Perché mentre Ridley Scott prova a barcamenarsi tra Un’Ottima Annata, American Gangster e Nessuna Verità, film a cui manca, crime movie a parte, più di un venerdì, mentre Coppola risorge da dieci anni di vuoto con il criticatissimo Un’Altra Giovinezza e Scorsese ottiene una pioggia di Oscar rifacendo (peggio) un film altrui, Michael Mann è ancora a cavallo della tigre. Il suo cinema sembra rinnovarsi di anno in anno e, anche se molto a rilento, il pubblico inizia a tributargli il successo che la critica da almeno vent’anni gli attribuisce. Il sistema degli Studios insomma, a chissà quanti anni dalla sua nascita, è ancora talmente imprevedibile e contraddittorio da far spazio ai giovani anche se questi hanno la stessa età anagrafica dei vecchi.
Venerdì 8 maggio saranno assegnati i David di Donatello. Premio alla carriera per Virna Lisi, Paolo Villaggio, Fulvio Lucidano e Christian De Sica.
Il parlamento europeo ha varato una direttiva che ammorbidisce le condanne per chi si scambia su Internet materiale sotto diritti.
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CineAstri
di Camilla Bruschi
Will Smith il successo scritto nella decima casa
Willard Christopher Smith Jr., noto al pubblico con il nome Will Smith, nasce a Philadelphia sotto il segno della Bilancia il 25 settembre 1968 ( nascono questo stesso giorno anche Michael Douglas, Cathrine Z. Jones, Christopher Reeve, Heather Locklear). Tra i più famosi rapper, attori e produttori cinematografici statunitensi, nel 2007, la rivista americana Newsweek lo ha indicato come l’attore più ricco del mondo. Quali aspetti astrologici determinano il successo di una persona o la sua inclinazione alla carriera artistica? Il segno in cui si trova il Sole al momento della nascita parla della nostra identità, ci fornisce il tipo di qualità che dobbiamo acquisire per essere realmente noi stessi, ci dice che tipo di persona ci sforziamo di diventare e quale mito individuale manifestiamo. Si può dire che il segno di nascita sia un punto di partenza e insieme di arrivo per la nostra evoluzione personale, mentre è compito dell’Ascen-
La famiglia Smith alla prima di I’m Legend a NY
La “gran casa” di Will Smith in California
Segnalazione Fuori Orario su Rai3. Continua l’integrale di Raffaello Matarazzo.
La FilmKairos ha annunciato l’avvio della produzione di Montedidio, primo film tratto da un romanzo di Erri De Luca.
dente, ossia il segno che sorge a oriente al momento della nascita, aiutarci in questo viaggio. L’Ascendente è il modo in cui ci esprimiamo e ci mostriamo agli altri e grazie alle sue caratteristiche ci indica quali strade percorrere per “realizzare il nostro Sole”. Will Smith è Bilancia ascendente Sagittario, il Sole lo porta dunque alla ricerca di equilibrio, mediazione, armonia mentre l’ascendente Sagittario rimanda a noi, all’esterno, il suo lato “leggendario”. In continuo movimento, il centauro lo spinge a misurarsi in sempre nuove sfide e avventure professionali. Se la posizione del Sole ci dice chi siamo, con il termine Casa, in astrologia, si intende invece la suddivisione della fascia zodiacale in dodici settori ognuno con un proprio significato. Alla casa X, ad esempio è spesso associata al successo personale e guardando il tema natale di Will ecco che troviamo in decima casa Sole, Giove, Urano e Plutone. Decisamente una gran casa!
Imperdibile l’uscita in dvd del cofanetto di Mitchell Leisen che raccoglie sei commedie fondamentali, realizzate tra il 1937 e il 1944.
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Billy sostiene Cave Cannes Una piccola storia del Festival di Cannes in partenza. Incluso nella nutrita (e onusta di gloria) selezione “Un certain regard” c’è I love Philip Morris, storia d’amore tra due lui interpretati da Jim Carrey e Ewan Mc Gregor. Dopo un’accoglienza positiva al Sundance Film Festival il film era stato bloccato nella sua uscita a stelle e strisce con la spiegazione che gli spettatori nei test erano rimasti perplessi che due icone hollywoodiane interpretassero due gay. Questa almeno è l’avvilente versione ufficiale. La storia del cinema è piena di film di cui si narrano meraviglie la cui visione è impossibile o perduta e di altri su cui una censura occhiuta ha tentato di mettere la mordacchia. Il tentativo della Croisette salva un’opera forse non indimenticabile ma che segna, almeno per la storia del costume, una tappa importante. Ilario Gradassi i pirati, bibliotecari del futuro Ormai è ben radicata nella nostra società multimediale l’eterna lotta tra il bene – case discografiche, produttori cinematografici – e il male – pirati, utenti dei programmi di file sharing, insomma coloro che non hanno rispetto né per gli artisti né per la legge. Proviamo per assurdo a capovolgere la situazione. Proviamo a vedere il download non come un mezzo truffaldino per risparmiare o guadagnare soldi, ma come una vera e propria idea di cultura. Una cultura condivisibile, accessibile a tutti, gratuita (o quasi), variegata, che si va a opporre alla cultura come merce, oggetto costoso e paradossalmente spesso futile (per il pubblico) e poco impegnativo (per chi lo produce). Libertà di formazione e informazione contro piazzisti e commercianti, arte contro moda, biblioteche contro supermercati. Francesco Garoia
lo chiameremo andrea La fine di aprile è stato caratterizzata da due rassegne, di cui parliamo anche in altre pagine, dedicate agli scambi tra cinema, letteratura e pittura. I momenti migliori di queste rassegne sono state le conferenze di chi ha tentato di interpretare l’immagine e il suo retro: Andrea Panzavolta sul Don Giovanni di Mozart e Losey (a Forlì) e Andrea Bruni sui periodi di incrocio tra arte e cinema come le opere di Pasolini o il surrealismo e Derek Jarman (a Faenza). Pur con stili diversi sono, ci pare, il segnale che esiste una fauna di critici cinematografici romagnoli under 40 cresciuti in autonomia. Sarebbe interessante organizzare i loro interventi e proporli al pubblico con più sistematicità, perché contribuiscano a dare chiavi per leggere una realtà cinefila in convulsa crescita. Tra le iniziative in cantiere BILLY culla di dare vita a qualcosa del genere. Ilario Gradassi
http://issuu.com/billy_magazine
[email protected] pagina facebook rivista cinematografica romagnola
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da un idea di Ilario Gradassi, grafica ed editing di Cecilia Benzoni, articoli di Camilla Bruschi, Francesco Garoia, Fabio Giambi, Fiorenzo Giambi, Matteo Lolletti, Alessandro Merci, Luigi Palmirotta, Michelangelo Pasini, Chiara Tartagni, Cecilia Benzoni, Ilario Gradassi.
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