Billy Numero 2 9 Marzo

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  • Pages: 16
all’interno rassegna cinematografica film d’essai in Romagna dal 9 al 22 marzo

Billy rivista cinematografica romagnola 9 marzo 2009 - Numero 2

raddoppia

16 pagine

Franco La Polla

Giulia non esce la sera Watchmen The Wrestler The Reader

il ricordo di un’allieva

recensioni

Il Passatore (1947)

La Romagna alla Brazzi

La poetica del paesaggio

Puccini e la fanciulla

Paolo Benvenuti a Faenza

Giorni di luglio

Il film dei Mandra al San Luigi

réportage

L’Oscar...

The Women Due Partite

...non fa il capolavoro Billy Sostiene

esperimenti al femminile

9 marzo 2009 - Numero 2

Sommario Horror Politics #1 La parabola reazionaria Matteo Lolletti

p.2

La Prima di Puccini - Réportage Alessandro Merci e Chiara Tartagni

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HorrorPolitics #1 di Matteo Lolletti

In Sala

6

La parabola reazionaria

the wrestler Gianluca Rivizzigno watchmen Chiara Tartagni the reader - a voce alta Chiara Tartagni giulia non esce la sera Alessandro Merci

Fuori Sala

7

rassegna Cinematografica

8

mister smith va a washington Fabio Giambi la pazzia di re giorgio Francesco Garoia towelhead Cecilia Benzoni il posto Fabio Giambi

Essai in Romagna 9 - 22 marzo 2009 Altre immagini

10

A willing suspension of disbelief Un ricordo di Franco La Polla Elisa Zanetti

11

Giorni di Luglio- Réportage Luigi Palmirotta

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Atlante cinefilo della Romagna#1 Il Passatore di Duilio coletti (1947) di Elisa Giovannetti

14

Billy Sostiene Meglio Marco Polo Alessandro Merci requiem for a dream Ilario Gradassi la vittoria nel vento Cineclub forCine

16

this station is non operational Francesco Garoia ratman Ilario Gradassi il vangelo secondo biff Cecilia Benzoni art déco arte in italia 1919-1939 Alessandro Merci

2

BILLY passa a sedici pagine e oltre alle consuete rubriche vi offre due reportage dell’esordio dei Mandra a Forlì e del passaggio di Paolo Benvenuti a Faenza, due nuove rubriche affidate a Elisa Giovannetti e Matteo Lolletti e un ricordo di Franco La Polla, che ci ha lasciato in questi giorni. Buone proiezioni a tutti.

“11 settembre” e “guerra dei mondi”: espressioni emblematiche. Non è infatti necessario specificare che si tratta del 2001, esattamente come “guerra dei mondi” porta già in sé una dicotomia. Dicotomia che Spielberg fa propria: esistono due soli mondi, il nostro, pregno di quei valori positivi che riconosciamo come compiutamente occidentali, e il loro, un lontano mondo extraterrestre (che non vediamo mai), alieno all’interpretazione americana di libertà e civiltà. Spielberg opera un rovesciamento semantico del concetto di alieno: se nei film precedenti raccontava di positive diversità oggetto di colpevole ostilità umana, l’alieno della Guerra dei Mondi è definitivamente negativo. Un parassita che si nutre del nostro sangue, che ha sempre vissuto con noi approfittandone (emerge dal sottosuolo, dalle nostre radici), che comincia la sua distruzione dalle basi proprie della nostra civiltà (la prima struttura a crollare è una chiesa), e viene sconfitto dalla (nostra) natura, per una radicale inadattabilità alle nostre condizioni “ambientali”. Metafore che alludono a un’inconciliabilità di fondo e che, in maniera reazionaria, ci confortano: non soccomberemo, perché l’alieno non può appropriarsi del nostro mondo, che ha già in sé, nella sua intrinseca bontà, le sue difese. Ma cos’è accaduto all’alieno buono di E.T. (1982)? Si è schiantato con due aerei sulle Torri gemelle. E non c’è bisogno di sostituire la parola alieno con straniero per capirlo.

9 marzo 2009 - Numero 2

La Prima di Puccini PAolo benvenuti al “sarti” di faenza ha presentato il suo film

S

La locandina del film

erata di gala quella di lunedì 23 febbraio al Cinema Italia di Faenza: lo dice la fila alla cassa, e si spiega con la temperatura non polare che regna, diversamente dal solito, nella grande sala. Cinema gremito, perfino i posti laterali delle ultime file. Un’improvvisa moltiplicazione dei cinefili faentini? O l’anteprima regionale dell’ultimo film di Paolo Benvenuti, presentato con favore di critiche e strascico di polemiche legali all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, che è riuscito ad attirare pubblico fin dalle lande più desolate della bassa padana? Niente di tutto ciò; un’occhiata più attenta suggerisce la corretta risposta all’arcano dilemma: il pubblico è costituito per l’80% da genitori, amici e parenti dei bambini del coro di voci bianche che si esibirà prima della proiezione del film. Pubblico tutt’altro che ideale, mi viene da pensare, e gli esiti mi daranno ragione. Prima del film, però, spazio alla musica: il soprano Monica Delli Carri e il tenore Fabiano

Il film vincitore del Sedicicorto Film Festival 2008 Toyland ha vinto l’oscar come miglior cortometraggio. Complimenti alla giuria.

Naldini ci dilettano con arie tratte dalla Bohème, tra cui spicca, almeno al nostro orecchio non troppo esperto, “Che gelida manina”: esecuzione potente e affascinante, subito ricoperta di applausi. Si sente però che il pubblico non è lì per quello. È infatti quando sale sul palco il coro di voci bianche della scuola Sarti che gli astanti rasentano il delirio collettivo e le mura del cinema rischiano di crollare. Lo spettacolo è senza dubbio pittoresco: sul palco non si vedono due

Il personaggio avatar del Sedicicorto Film Festival 2009 sarà la attrice e ballerina brasiliana Carmen Miranda. A 90 anni dalla nascita.

È uscito il numero di marzo della rivista elettronica Rapporto confidenziale con la prima parte di un dossier su Gus Van Sant. Informatevi.

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9 marzo 2009 - Numero 2

La Prima di Puccini La soprano Monica Delli Carri

persone di altezza uguale, o di uguale abbigliamento, le divise scure delle bambine appena uscite dall’asilo si accompagnano ad eleganti giacche di pensionati e alla candide camicie di emozionati preadolescenti. Le voci, poi, sono armoniche quanto i vestiti, e non è facile capire cosa si stia ascoltando; per fortuna o purtroppo, in pochi minuti l’esplosione di fuochi artificiali ha termine e il coro, memore della lezione di Paganini, non ripete, con lieve disappunto dei presenti. Finalmente c’è spazio per Benvenuti, e per il suo dialogo con Andrea Bruni, direttore artistico della rassegna Lunedì cult movie, che ospita l’evento: poche parole, di lucida intelligenza. La sua storia, i suoi inizi come pittore, il legame con Rossellini («l’inquadratura giusta è una sola, quella che dà più informazioni»), la folgorazione del cinema indipendente e sperimentale 2

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Fino al 15 marzo in corso il Bergamo Film Meeting, il più piccolo dei grandi festival italiani. Rassegne dedicate a Carol Reed e Claire Denis.

americano («sì, proprio quei film senza capo né coda»), la necessità della ricerca prima del film, il tributo che ogni suo film vuole pagare alla verità storica. Infine Puccini, e la triste vicenda di Doria Manfredi, solo accennata, perché a raccontarla c’è il film. Un film che sembra venuto da un altro pianeta, che poco o nulla ha a che fare con l’Italia del 2009, e perfino con gli altri, perlopiù mediocri, film italiani presentati in concorso a Venezia («per me c’è solo il passato», confesserà non casualmente Benvenuti alla fine della proiezione). Un film pittoricissimo, fatto di immagini, di silenzi, di luci, del frusciare delle gonne femminili nelle stanze del palazzo, dell’ondeggiare dei canneti alla brezza che spira sul lago di Massaciuccoli. Un film senza dialoghi, un muto del XXI secolo, che si affida solo alle lettere scritte dai personaggi del dramma per raccontare la triste storia di Doria Il coro della Scuola di musica “Sarti” di Faenza

Lina Wertmüller lavora a un nuovo film. Mannaggia la miseria. Accanimento.

9 marzo 2009 - Numero 2

La Prima di Puccini Il dibattito col regista Paolo Benvenuti e il direttore artistico Andrea Bruni

Manfredi. Serva di casa Puccini, ingiustamente accusata di avere una relazione col grande musicista, è indotta al suicidio dall’ostracismo e dalla crudeltà delle donne della famiglia. Le le immagini sono pura goduria per i sensi, tra citazioni di Lega e della pittura di interni della scuola di Piacentina, e le musiche de La Fanciulla del West dialogano sublimi coi suoni del lago e dell’ambiente. Tuttavia il film non si limita a un esercizio di stile estetico, ma svolge anche una funzione di denuncia, riportando a galla dopo un secolo la verità e riabilitando la figura della Manfredi, considerata dalla vulgata, e ancora dalla fiction con Alessio Boni che sarà in tv a marzo, l’amante respinta di Puccini. Dunque, un capolavoro? Non proprio. Il film ha le sue imperfezioni e le sue incongruenze. Non È disponibile nelle videoteche Predappio in luce documentario di Marco Bertozzi sul rapporto tra il mito di Mussolini e la sua terra. Prodotto anche dal Comune di Predappio.

sempre si riesce a seguire la trama, la lentezza è a tratti esasperante, soprattutto considerata l’ora (la proiezione è iniziata alle 22.20). Inoltre la scelta del muto, anche se suggestiva, gela la storia in un clima di astrattezza metafisica. Il pubblico deve avere ben colto questi limiti, se appena terminata la pellicola, si affretta a uscire dalla sala e a disertare il dialogo con l’imbarazzato Benvenuti («il dibattito non è mica obbligatorio»). Eppure, nonostante una certa pesantezza, il film, elitario e raffinato quanti altri mai, lascia il segno e centra il bersaglio, incantando lo spettatore e ricordando che anche nell’Italia di oggi c’è spazio per qualcosa di diverso, per qualcosa che se ne frega di ammiccare al pubblico e dei consigli delle scuole di sceneggiatura. Insomma, anche se un cinema troppo d’immagine come quello di Benvenuti rischia di privarsi del gusto della narrazione, Puccini e la fanciulla resta un film da consigliare, almeno a chi vuole fare un’esperienza visiva fuori dall’ordinario e ha la pazienza necessaria per godere di certi piaceri.

BBBBB Serata BBB B Film

È finalmente uscito in dvd Django film icona di Sergio Corbucci. L’edizione non è un gran ché ma è necessario nella dvdteca tipo.

Alessandro Merci e Chiara Tartagni Sempre in dvd da catturare Non pensarci di Gianni Zanasi e Era notte a Roma di Roberto Rossellini in doppio dvd.

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9 marzo 2009 - Numero 2

In Sala

The Wrestler

Watchmen

Questo film è la riprova, se servisse, che per fare un piccolo capolavoro non è necessario avere a disposizione un budget miliardario e una storia sfavillante di effetti speciali. Bastano invece un attore ispiratissimo (un Mickey Rourke ingiustamente non premiato con la statuetta affiancato da una Marisa Tomei convincente) e una miserabile quotidianità. Randy l’Ariete è tanto un vincente sul ring quanto un perdente nella vita di tutti i giorni. Un giorno si troverà a dover scegliere tra le due.

Tratto dall’unico graphic novel ad aver ottenuto il premio Hugo come romanzo di fantascienza, il film di Snyder ci offre l’immagine di un’America solo apparentemente alternativa, rivelando la sua natura di pellicola profondamente politica. E la figura del supereroe ne emerge irrimediabilmente macchiata dalle peggiori deviazioni della natura umana. La passione del regista si mostra apertamente nelle scene di combattimento, ma anche nei dialoghi quasi perfettamente corrispondenti a quelli del fumetto di Moore e Gibbons. Ottima colonna sonora e splendidi i lunghi titoli di testa, che da soli varrebbero il biglietto. Entusiasmante.

BBBB

BBBBB

(2008) 109’ Darren Aronofsky

(2009) 163’ Zack Snyder

Gianluca Rivizzigno

The Reader - A voce Alta

Giulia non esce la sera

Tratto da A voce alta, libro semiautobiografico di Bernard Schlink, il film si compone di due parti ben distinte. Nella prima, la più coinvolgente, prevale l’iniziazione erotica e sentimentale del protagonista, la cui carnalità è esibita ma non volgare. Nella seconda emerge il passato della donna che ha segnato la vita del ragazzo, e con esso gli inevitabili dilemmi etici. La pellicola, insensatamente accusata di revisionismo, ci racconta invece un nuovo aspetto della “banalità del male”, in cui la vergogna vince sull’istinto di sopravvivenza. E, merito non da poco, lo fa senza imporci un giudizio. Meritato Oscar a Kate Winslet, affiancata da un Ralph Fiennes come sempre sottilissimo.

Quando gli occhi più tristi del cinema italiano (Golino) incontrano il sorriso più tenero e malinconico in circolazione (Mastrandrea) non può non scoccare la scintilla; può essere un fuoco labile e incerto, destinato a brillare e spegnersi ai bordi di una piscina, perché Giulia è prigioniera del suo passato e dei suoi errori prima ancora che delle mura di una prigione, e Guido lo è della sua professione di artista; può essere soltanto l’occasione perduta di una felicità intravista; ma siamo certi che questa meteora non si cancellerà facilmente dagli occhi dello spettatore: da vedere assolutamente, fino all’ultimo titolo di coda.

(2008) 124’ Stephen Daldry

BBB B

6

Chiara Tartagni

Parte da Roma il tour del fenomenale documentario Cinema Universale d’Essai di Federico Micali. Arriverà, arriverà.

Chiara Tartagni

(2008) 195’ Giuseppe Piccioni

BBBBB

L’Agis ha scritto a Berlusconi chiedendo aiuti per il settore e annunciando l’apocalisse per metà 2009.

Alessandro Merci

Alla collina dei conigli di Forlì riprendono i martedì cinefili dedicati in questa sessione ai generi. Si comincia con lo slasher e il thriller nipponico.

9 marzo 2009 - Numero 2

Fuori Sala

Mister Smith Va A Washington

La pazzia di re Giorgio

In politica, l’arte del compromesso per eccellenza, è mai possibile una cosa tanto desueta come l’utopia? Questo film di Frank Capra, imbevuto dei valori democratici e progressisti del New Deal rooseveltiano, vuole dare una risposta affermativa. È l’ottimo e ancor giovanissimo James Stewart a incarnare la carica ideale del giovane capo boy-scout che, arrivato al Congresso dalla provincia, denuncia la corruzione dei propri capipartito. La sua ingenuità lascia presto spazio a una gran determinazione di proteggere la “cosa pubblica”, al punto che... Forse, di questi tempi, non ci fa male ricordarci degli ideali.

Rigido monarca inglese per oltre quarant’anni, ad un certo punto re Giorgio comincia a dare i numeri (tecnicamente, si ammala di porfiria). Scoppia la battaglia tra il liberale e filo-americano principe del Galles (Rupert Everett), che ne vorrebbe prendere il trono, e il medico religioso conservatore (Ian Holm) che cerca di curarlo con la complicità del Governo. Bella e leggera pellicola inglese ambientata nell’800, tra la commedia e lo storico, dove brillano l’interpretazione di Nigel Hawthorne (re Giorgio) e l’accuratezza dei costumi (premio Oscar 1995). Visto in poltrona, il mio trono.

BBBBB

BBBBB

(1939) 129’ Frank Capra

Fabio Giambi

(1995) 107’ Nicholas Hytner

Francesco Garoia

Towelhead - Nothing is private

Il Posto

È appena scoppiata la guerra del Golfo e Jasira, una tredicenne araboamericana, esplora la sessualità ritagliandosi un suo spazio di libertà. «Niente è privato» e in effetti tutti i conflitti nel mondo della protagonista vengono portati all’estremo e all’esterno. La passione per la masturbazione, l’attrazione per il porno e per il vicino riservista che la molesta, la madre che l’abbandona-la vezzeggia-la incolpa come fosse una bambola, il padre libanese che la vuole illibata e doma, ma issa la bandiera americana e porta in casa bionde vistose. Storia originale, ricca di stimoli, pure troppi per il formato-film: dal libro di Alicia Erian, Alan Ball (Six Feet Under) avrebbe potuto ricavare una miniserie più compiuta e meno costretta.

Il posto del titolo è quello di lavoro, tanto ambito oggi come allora. Siamo nel 1961, nell’Italia del boom economico, le grandi aziende di Milano sono in espansione. Così un ragazzino di provincia, figlio di operai, tenta e riesce nel fatidico salto ad impiegato. E all’esame conosce anche una ragazza molto carina con cui dispiega tutta la propria ingenuità! Ma le delusioni, nel grigio e triste ambito impiegatizio, sono dietro l’angolo. Il primo e forse miglior film del giovane documentarista Ermanno Olmi, girato con attori semi-sconosciuti ma sinceri, di una freschezza, liricità ed autenticità davvero intense.

(2007) 124’ Alan Ball

BBBBB

Cecilia Benzoni

La RaroVideo dedica un dvd raccolta al maestro del surrealismo Jan Svankmajer. Ne rimarrete sconvolti.

(1961) 93’ Ermanno Olmi

BBBBB

Tra le uscite libresche segnaliamo Darwin e il cinema di Elena Canadelli e Sergio Locati. Edizioni Le Mani, 16 euro ben spesi.

Fabio Giambi

A Bologna, in cineteca, domenica 15 marzo alle 16.00 anteprima nazionale di Ponyo sulla scogliera di Hayao Miyazaki”.

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9 marzo 2009 - Numero 2

rassegna Cine ALLA LUCE DEL SOLE (2004) 89’ Roberto Faenza martedì 17 marzo 21.00 CINEMA SARTI Cervia L’AMORE GIOVANE (2006) 117’ Ethan Hawke martedì 17 marzo CINESOGNI Ravenna APPALOOSA (2008) 114’ Ed Harris venerdì 20 marzo SUPERCINEMA Santarcangelo AUSTRALIA (2008) 165’ Baz Luhrmann lunedì 9 marzo 21.40 CINEMA SARTI D’ESSAI FAENZA L’AVVENTURA (1960) 145’ Michelangelo Antonioni lunedì 9 marzo 16.30 CINETECA DI RIMINI BASHÙ - IL PICCOLO STRANIERO (1989) 120’ Bahram Beizai sabato 14 marzo 15.30 INSIEME IN AZIONE CINEFORUM COME DIO COMANDA (2008) 103’ Gabriele Salvatores venerdì 13 marzo 21.15 SUPERCINEMA Santarcangelo CONTROL (2007) 119’ Anton Corbijn giovedì 12 marzo 21.30 NOTORIUS Rimini IL DIARIO DI UN CURATO DI CAMPAGNA (1951) 95’ Robert Bresson giovedì 12 marzo 21.00 SPIRITUALMENTE REALE IL DOTTOR STRANAMORE, OVVERO: COME IMPARAI A NON PREOCCUPARMI E AD AMARE LA BOMBA (1964) 93’ Stanley Kubrick lunedì 16 marzo 21.00 CINETECA DI RIMINI IL DUBBIO (2008) 104’ John Patrick Shanley giovedì 12 marzo 21.00 CINEMA VERDI Forlimpopoli lunedì 16 marzo 21.15 CINEFORUM RICCIONESE martedì 17 marzo 21.15 CINEFORUM RICCIONESE ELECTION (1999) 102’ Alexander Payne domenica 22 marzo 16.00 CINEFORUM PD VILLE UNITE LA DUCHESSA (2008) 110’ Saul Dibb martedì 10 marzo ore 21 CINEMA VERDI Forlimpopoli martedì 10 marzo ore 21.15 SUPERCINEMA Santarcangelo mercoledì 11 marzo ore 21 CINEMA VERDI Forlimpopoli mercoledì 11 marzo ore 21.15 SUPERCINEMA Santarcangelo LA FELICITÀ PORTA FORTUNA (2008) 118’ Mike Leigh martedì 10 marzo 21,15 CINEMA ASTRA Misano Adriatico giovedì 19 marzo 21.30 NOTORIUS Rimini IL GIARDINO DEI LIMONI (2008) 106’ Eran Riklis giovedì 12 marzo 21,00 METROFESTIVAL Gambettola venerdì 13 marzo 21,00 METROFESTIVAL Gambettola

GONE BABY GONE (2007) 114’ Ben Affleck

8

martedì 10 marzo 21.00 CINEMA EUROPA Faenza GRACE IS GONE (2007) 85’ James C. Strouse venerdì 20 marzo 21.00 NUOVO CINEMA BAGNACAVALLO sabato 21 marzo 21.00 NUOVO CINEMA BAGNACAVALLO LE IENE (1992) 99’ Quentin Tarantino lunedì 9 marzo 22.30 CINEMA SAFFI Forlì mercoledì 18 marzo 21,15 SNAPORAZ Cattolica IN BRUGES – LA COSCIENZA DELL’ASSASSINO (2008) 107’ Martin McDonagh martedì 17 marzo 21.30 TEATRO SOCJALE Piangipane INSTITUTE BENJAMENTA (1995) 105’ Timothy Quay, Stephen Quay domenica 22 marzo 21.30 SCAGLIE Faenza LOLITA (1962) 152’ Stanley Kubrick lunedì 9 marzo 21.00 CINETECA DI RIMINI UN MATRIMONIO ALL’INGLESE (2008) 96’ Stephan Elliott martedì 17 marzo 21.15 SUPERCINEMA Santarcangelo mercoledì 18 marzo 21.15 SUPERCINEMA Santarcangelo L’OSPITE INATTESO (2007) 103’ Thomas Mc Carthy martedì 10 marzo 21.30 TEATRO SOCJALE Paingipane giovedì 12 marzo 21.00 LUGOCINEMA venerdì 20 marzo 20.45 CINERCIRCOLO CAPPUCCINI Imola sabato 21 marzo 20.45 CINERCIRCOLO CAPPUCCINI Imola MAR NERO (2008) 95’ Federico Bondi martedì 10 marzo 21.00 CINETECA DI RIMINI MEDLEY - BRANDELLI DI SCUOLA (2000) 75’ Gionata Zarantonello giovedì 12 marzo 21.00 LA PALAZZINA Imola MEDUSE (2007) 78’ Shira Geffen, Etgar Keret venerdì 13 marzo 21.00 NUOVO CINEMA BAGNACAVALLO sabato 14 marzo 21.00 NUOVO CINEMA BAGNACAVALLO PA-RA-DA (2008) 100’ Marco Pontecorvo mercoledì 18 marzo 21.15 CINEMA JOLLY Castel San Pietro PARADISO + INFERNO (2006) 108’ Neil Armfield domenica 15 marzo 16.00 CINEFORUM PD VILLE UNITE PORTE APERTE (1989) 108’ Gianni Amelio martedì 17 marzo 17.00 CINEMA SAN BIAGIO Cesena IL PRIMO RESPIRO (2007) 99’ Gilles de Maistre martedì 17 marzo 21.00 CINETECA DI RIMINI LA PROMESSA DELL’ASSASSINO (2007) 100’ David Cronenberg

9 marzo 2009 - Numero 2

ematografica Martedì 17 marzo CINEMA EUROPA Faenza

Essai in Romagna 9 - 22 marzo 2009 sale e biglietti

PROFUMO - STORIA DI UN ASSASSINO (2006) 147’ Tom Tykwer venerdì 20 marzo 21.00 NUOVO CINEMA BINARIO Cotignola IL RABDOMANTE (2007) 85’ Fabrizio Cattani venerdì 13 marzo 21.00 CINECLUB CLOSE UP Bellaria IL RAGGIO VERDE (1986) 98’ Eric Rohmer venerdì 13 marzo 21.00 NUOVO CINEMA BINARIO Cotignola RIPRENDIMI (2008) 93’ Anna Negri lunedì 9 marzo 21.00 CINEMA SAN BIAGIO Cesena martedì 10 marzo 21.00 CINEMA SARTI Cervia ROCCO E I SUOI FRATELLI (1960) 177’ Luchino Visconti lunedì 16 marzo 16.30 CINETECA DI RIMINI SANGUE E ARENA (1922) 108’ Fred Niblo lunedì 9 marzo 20.30 CINEMA SAFFI Forlì mercoledì 11 marzo 21,15 SNAPORAZ Cattolica SE MI LASCI TI CANCELLO (2004) 108’ Michel Gondry martedì 10 marzo 21.00 CINESOGNI Ravenna SI PUÒ FARE (2008) 111’ Giulio Manfredonia lunedì 16 marzo 21.00 CINEMA SAN BIAGIO Cesena TEKKONKINKREET – SOLI CONTRO TUTTI (2006) 111’ Michael Arias domenica 15 marzo 21.30 SCAGLIE Faenza TI AMERÒ SEMPRE (2008) 115’ Philippe Claudel lunedì 9 marzo 21.15 CINEFORUM RICCIONESE lunedì 9 marzo 21.00 CINEMA DON FIORENTINI Imola martedì 10 marzo 21.15 CINEFORUM RICCIONESE TONY MANERO (2008) 98’ Pablo Larrain mercoledì 11 marzo 21.15 CINEMA JOLLY Castel San Pietro Terme lunedì 16 marzo 20.45-22.30 CINEMA SAFFI Forlì VALZER CON BASHIR (2008) 90’ Ari Folman giovedì 19 marzo 21.00 LUGOCINEMA IL VENTO FA IL SUO GIRO (2005) 110’ Giorgio Diritti venerdì 20 marzo 21,00 CINECLUB CLOSE UP Bellaria VICKY CRISTINA BARCELONA (2008) 96’ Woody Allen venerdì 13 marzo 20,45 CINERCIRCOLO CAPPUCCINI Imola sabato 14 marzo 20,45 CINERCIRCOLO CAPPUCCINI Imola martedì 17 marzo 21,15 CINEMA ASTRA Misano Adriatico

CINECLUB CLOSE-UP €5 abbonamento rassegna Cinema Astra viale Paolo Guidi 77/3 Bellaria CINEFORUM RICCIONESE €5 Planet Cinema (sala 6) viale Virgilio 19 Riccione CINEMA ASTRA €5 via D’Annunzio 20 Misano Adriatico CINEMA DON FIORENTINI €4,50 viale Marconi 31 Imola CINEMA EUROPA €4,50 via S. Antonino 4 Faenza CINEMA JOLLY €4 via Matteotti 99 Castel San Pietro Terme CINEMA SAFFI €5 (intera serata) via dell’Appennino 480 Forlì CINEMA SAN BIAGIO €3 (ingresso libero il martedì pomeriggio) via Aldini 22 Cesena CINEMA SARTI €3,50 via XX settembre 98/a Cervia SARTI D’ESSAI ingresso libero Cinema Sarti via Scaletta 10 Faenza CINEMA VERDI €5 Piazza A. Fratti Forlimpopoli CINEFORUM PD VILLE UNITE ingresso libero Sala della Delegazione via Pistocchi 41 San Pietro in Vincoli (RA) CINESOGNI €3 Cinemacity (sala 12) via Bini 7 Ravenna CINETECA DI RIMINI €4 lunedì 21.00, gratis 16.30 e martedì via Gambalunga 27 Rimini INSIEME IN AZIONE CINEFORUM ingresso libero piazzale Foro Boario 7 Forlì LA PALAZZINA ingresso libero Via Quaini 14 Imola LUGOCINEMA €5 Cinema Giardino viale Orsini 19 Lugo METROFESTIVAL €7 abbonamento rassegna Cinema Metropol Corso Mazzini 51 Gambettola NOTORIUS €5,50 Cinema Tiberio viale Tiberio 59 Rimini NUOVO CINEMA €3,50 Ex convento San Francesco via Cadorna 14 Bagnacavallo NUOVO CINEMA BINARIO ingresso con tessera PRIMOLA (€15) Teatro Binario c\o Stazione Ferroviaria di Cotignola SCAGLIE €5 tessera mensile ClanDestino viale Baccarini 21 Faenza SNAPORAZ €5 Piazza Mercato 15 Cattolica SPIRITUALMENTE REALE ingresso libero Cinema Italia via Cavina 9 Faenza SUPERCINEMA €5 Piazza Marconi 1 Santarcangelo di Romagna TEATRO SOCJALE €5 (€10 con vino e cappelletti) via Piangipane 153 Piangipane

VUOTI A RENDERE (2007) 100’ Jan Sverak lunedì 16 marzo 21.00 CINEMA DON FIORENTINI Imola martedì 17 marzo 21.00 CINEMA VERDI Forlimpopoli giovedì 19 marzo 21.00 CINEMA VERDI Forlimpopoli

9

9 marzo 2009 - Numero 2

Altre immagini This station is non operational Cd (2005) edizioni Fearless Records, €16,80 http://www.myspace.com/atdi

Oggi che vanno di moda i gruppi musicali emo (ragazzini sui vent’anni con piercing, tatuaggi e vestiti firmati come Lost e Avril Lavigne) sarebbe bello riscoprire le origini di tale “corrente rock”, nata sotto idee completamente opposte. Una delle prime band emo sono gli ATDI: due messicani, un cubano, un cileno e un libanese (!) ritrovatisi in Texas per suonare del punk rock pesante e melodico influenzato da Pink Floyd, King Crimson e Smiths (bell’intruglio interculturale inframusicale). Scioltisi nel 2000 all’apice del successo, ce li ricorda l’etichetta “Fearless Records” con questo doppio cd.

BBBBB

Francesco Garoia RATMAN

Fumetto, bimestrale, Panini Comics http://www.imd.it/rat-man/

L’ultimo grande fumetto italiano ha raggiunto la settantesima uscita. La parodia di Batman con protagonista una scimmiomorfa con la maschera da topo è riuscita a incastonarsi nella carne del nostro quotidiano raccontandoci a modo suo il nostro mondo di sogni impossibili, di richiami dall’infanzia e, parodie a parte, traccia un originale percorso di crescita che racconta anche cose serie. L’albo doppio con la parodia di Rambo appena conclusa è uno dei momenti migliori e per i richiami all’opera e a un antimilitarismo senza retorica. Lettura consigliata davvero a tutti.

BBBB

Ilario Gradassi Il Vangelo Secondo Biff

Libro (2008) edizioni Elliot, €18,50 http://www.chrismoore.com/lamb.html

Il migliore amico di Cristo, compagno di scalpello e di cammello, aspirante scemo del villaggio ed esploratore di bordelli scrive il suo vangelo. Levi detto Biff accompagna il Nazareno in un viaggio lungo diciassette anni alla ricerca di se stesso. Una storia surreale e comica che parte da un alto interrogativo: il messia in quanto tale può fare sesso? Rivale in amore, barzellettiere volgare, sparaboiate a fin di bene, spalla e anima gemella (cattiva) di Cristo: Christopher Moore ci racconta la storia di quell’amico grezzo, ma tanto umano di cui Gesù non avrebbe potuto fare a meno. Cecilia Benzoni

BBBB Nelle sale dal 13 marzo Gran Torino nuovo capolavoro di Clint Eastwood.

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Nelle sale dal 20 marzo Fortapasc di Marco Risi e Ponyo sulla scogliera di Miyazaki.

Art déco

Arte in Italia 1919-1939

Rovigo, Palazzo Roverella, fino al 28 giugno http://www.studioesseci.net/mostra. php?IDmostra=434

Art déco: subito la mente corre ai mobili, ai piatti, ai vasi e a tutto l’apparato delle arti decorative; eppure non è stata solo questo l’art déco, e ce lo ricorda la bella mostra di Rovigo, che per la prima volta indaga le manifestazioni di questo stile nella pittura e nella scultura italiana, tra gli ultimi bagliori della grande stagione liberty e l’esplodere dell’avanguardia futurista. Un viaggio tra nomi noti (Casorati, Sironi, Cavaglieri) e non, ricco di sorprese e di scoperte, che non potrà non affascinare anche il visitatore più esperto, e che ha il merito indubbio di ricordare alla critica diversi artisti ingiustamente dimenticati: tra tutti Cancelli e Gerenzani.

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Alessandro Merci

Il regista taiwanese Ang Lee sarà il presidente della giuria della 66esima Mostra del Cinema di Venezia (2-12 settembre 2009).

9 marzo 2009 - Numero 2

A willing suspension of disbelief Un ricordo di franco la polla

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on voglio ricordarlo come quel grande studioso di cinema, quella personalità carismatica, quel critico autorevole che certamente era; per me era La Polla, semplicemente; secondo piano, terzo ufficio a sinistra del Dipartimento di Lingue in via Cartoleria. La prima occasione di incontrarlo fu al mio terzo anno di Università, quando ero già un’aspirante americanista col pallino per i nuovi media; il corso si intitolava “Snatching the bodies, trekking the stars: la fantascienza americana dagli anni cinquanta ad oggi”, e quel semestre è ancora tra i migliori ricordi che ho della mia carriera di studente; da qualche parte conservo ancora il monocromo dalla copertina viola con tutti gli appunti. Arrivavamo trafelati alle due del pomeriggio, con il panino o la pizza ancora in bocca (ma lui, con gran classe, citò una volta la parmigiana di melanzane) e ci godevamo due ore di critica (letteraria o cinematografica che fosse) seria. Perché così era Franco La Polla: serio; non serioso, pedante o accademico, ma coinvolgente e capace di argomentare e documentare le teorie che proponeva. Non cominciava mai un discorso con “bene” o “buongiorno”, ma riattaccava là dove aveva lasciato il giorno o la settimana prima, come se stesse riprendendo dopo una pausa caffè. E nonostante questa sua grande serietà professionale, non posso non ricordare i suoi mezzi sorrisi, con due dita appoggiate alla tempia, mentre ascoltava le domande o l’esposizione di qualche studente o quel suo umorismo a volte “british”, a volte macabro, a volte persino da teatro dell’assurdo. Una volta, a lezione, era infastidito da un riflesso e io, vicina all’interruttore, proposi: Cinquanta anni fa vinse l’oscar come miglior film “Gigi” di Vincent Minelli. che ne portò a casa in tutto nove. Invidioso, Danny Boyle?

«Professore, spengo la luce se crede»; lui guarda me, sorride, guarda la finestra e «no grazie, bisognerebbe se mai spegnere il sole». Cos’era Franco La Polla, con la sua parlata che pareva a volte monotono, e invece era sempre profonda, accattivante e ben studiata, con le vocali allungate quando voleva sottolineare qualcosa di importante. All’esame mi contestò, o meglio «non era molto

Venticinque anni fa oscar come miglior film per il lacrimoso “Voglia di Tenerezza”. Non che ci fosse molta concorrenza.

Franco La Polla

Il giorno prima degli Oscar sono stati assegnati i Razzies. Peggior film “The Love guru” filmaccio con un Mike Myers incontrollabile.

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A willing suspension of disbelief d’accordo», che tutti i robot fossero buoni per definizione, per via dell’influenza delle tre leggi di Asimov, «pensi a Terminator». Poi, però, sfogliando la seconda edizione di Foto di gruppo con astronave, al capitolo sul tenente comandante Data, mi sembrò di ritrovare qualcosa delle mie elucubrazioni, ovviamente rielaborate con il suo stile informale ma elegante. C’era nell’introduzione un generico ringraziamento agli studenti del corso che avevano contribuito con le loro idee, e tanto mi bastò. Quando fu l’ora di chiedere la tesi, gli presentai alcuni progetti offrendogli di scegliere quello che preferiva: lui li guarda, pensa un po’, fa uno dei suoi “mmmh” a labbra in fuori e poi si lancia a commentare che «sì, Asimov era una scelta molto tradizionale e c’erano altre tesi così, invece il progetto su Northern Exposure lo interessava, anche perché, tra l’atro ne aveva parlato proprio la settimana prima il professor Moses al convegno sulle nuove poetiche di Hollywood....». Quel pomeriggio, il mio nome finì appuntato in fondo a una lista con lo stesso pennarello blu a punta grossa con cui firmava i libretti con la sua calligrafia lunga e distesa; e così, da “La Polla” diventò ancora più semplicemente “il mio relatore”, e nacque il progetto di tesi su Un medico tra gli orsi che, per inciso, sta per compiere dieci anni. Da allora l’ho incontrato poche volte: una fu alla giornata introduttiva del corso di “Traduzione multimediale per il cinema e la televisione” alla SSLiMIT di Forlì, dove non ci risparmiò il suo amato willing suspension of disbelief per spiegarci, come si fa con i bambini, che il rumore dei passi di tip-tap nei balletti di Fred Astaire era finto! Poi, di recente, sotto i portici in centro e in autobus a Bologna, dove nonostante le mani che tremavano e il volto smagrito

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A Bologna dal 16 al 20 marzo settimana in Cineteca dedicata al rapporto tra Guy Debord e il cinema con convegno, apparizioni di Enrico Ghezzi, deliri iconografici organizzati.

e segnato dalla malattia, conservava ancora la stessa signorilità, la stessa dignitosa compostezza, lo stesso elegante cappello a tese larghe, da quel gran signore che era, e che per questo da tutti era stimato. Per questo non mi ha stupito martedì scorso alla commemorazione ufficiale, davanti alla bara coperta da fiori bianchi, dalla toga d’ordinanza e da un modellino dell’Enterprise, vedere una così varia umanità, e nessuno che fosse lì per circostanza: dai miei vecchi prof dell’Università, agli studenti del DAMS col capello lungo e il piercing, a direttori di Dipartimento ed ex Rettori con l’impermeabile e la ventiquattrore. E accanto a questi, alcune delle personalità di spicco del panorama culturale italiano, come Roberto Benigni e Alessandro Bergonzoni; non a caso, gente nemica degli accademismi più beceri, ma non per questo improvvisati o superficiali, proprio come era il mio relatore. Vorrei sospendere ancora una volta la mia incredulità: davvero non ci sarà più una nuova edizione di Foto di gruppo…?; davvero non compariranno più recensioni saggi articoli, dove FLP bacchetta Spielberg e Jim Carrey? Non ci saranno più retrospettive e convegni in collaborazione con la Cineteca? No, non potremo più frequentare corsi d’esame dal caratteristico titolo criptico, il cappello nero a tese larghe non attraverserà più via Indipendenza; a me, ex studentella ventenne di letteratura angloamericana, resta solo la grande eredità culturale che Franco La Polla è stato capace di lasciare, alla mia mente e al mio cuore. Long life and prosperity, professore; ora sei là dove nessun uomo è mai giunto prima. Elisa Zanetti

Sempre alla Cineteca di Bologna domenica 22 alle 16.00 passa una chicca, il film di animazione coreano My beautiful girl, Mari. Vincitore del festival di Annecy 2002.

La cineteca di Bologna inaugurerà durante il mese di marzo in data ancora imprecisata l’Archivio videoludico. 800 videogiochi a disposizione degli utenti.

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Giorni di Luglio Cose che (non) accadono

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Il film è stato presentato il 23 febbraio scorso al San Luigi di Forlì

ella vita di tutti gli uomini certe cose possono accadere in qualsiasi momento, a luglio per esempio. Così come può accadere che un gruppo di artisti metta in movimento quelle immagini, che solitamente nella loro vita da artista trovano stabilità in una tela, imprimendole movimento in una pellicola (pur trattandosi di un supporto differente, la pellicola è simbolica del cinema). Non mancano scorci della città forlivese che sembrano dipinti alla ricerca di una emozione da strappare in sintonia con le atmosfere della trama che si dipana muta poiché non vi sono parole didascaliche a descrivere gli accadimenti, ma il compito di narrare la storia è lasciato alle sole immagini. Le scene rendono benissimo il contenuto e non si avverte l’assenza dei dialoghi. Il montaggio, il ritmo e le immagini rappresentano la struttura narrativa. Le parole sono assenti anche sul palco nella presentazione del medio metraggio, a causa della timidezza dei registi Jacopo Flamigni (al quale appartiene anche il soggetto e la sceneggiatura), Matteo Sbaragli e del protagonista Daniele Angelini, che dice di «non saper fare a parlare» ironicamente sottolineando la silenziosità del personaggio interpretato. Resta pertanto muto anche il commento e sospeso lo spazio alle interpretazioni alla fine della visione. É una scelta del gruppo Mandra l’utilizzo del bianco e nero per rendere al massimo, coi piccoli mezzi a disposizione, una qualità di immagine più godibile, meno “difettosa”. Le scene privilegiano i ciottoli delle strade

Al cinema san Biagio di Cesena per CinemAnimaMente ospiti il 9 marzo la regista Anna Negri, lunedì 16 il regista Giulio Manfredonia.

più antiche e i muri con i lavori in corso, i cartoni di una casa durante un trasloco lento, le vedute ampie e silenziose delle colline. E il giro in bici solitario, bizzarro, con una pala in spalla sullo sfondo di una comunità distratta e poco curiosa a ciò che diventerà la vera azione su cui prenderà vita questo “noir metafisico” e intreccerà i destini dei personaggi lasciando aperto, con una pacifica rassegnazione, l’ultimo anello al prossimo sconosciuto protagonista. Il corpo inanimato di un personaggio prenderà vita, in una scena, attraverso le contorsioni generate dal suo trasporto, in una veste ironica e pittorica contemporaneamente All’interno si inserisce la musica dei Palustre come fosse un videoclip del mediometraggio. Sarebbe quasi possibile estrarlo e proporlo così com’è. Apprezzabili anche le altre composizioni musicali generate dagli stessi componenti del gruppo Mandra. È surreale, ma induce a riflettere e a carpire un

Seraphine di Martin Provost ha dominato i Cesar conquistando sette statuette tra cui miglior film. Miglior film straniero Valzer con Bashir.

Per celebrare i 10 anni dalla scomparsa di Stanley Kubrick, avvenuta il 7 marzo 1999, consigliamo di visitare l’impressionante sito archiviokubrick.it.

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Giorni di Luglio I Mandra sul set di Giorni di Luglio

messaggio personale, a interpretare i simboli. È bizzarro, racconta una cosa che non accade, ma accade invece che questa prima opera

del gruppo Mandra appaia fresca e convincente.

BBBBB

Luigi Palmirotta

Atlante cinefilo della Romagna#1 di Elisa Giovannetti

Il Passatore di Duilio coletti (1947)

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olti di noi frequentano il cosiddetto cinema d’epoca a causa di una sorta di perversione di natura, che ci costringe a credere che nell’archeologia dell’immaginario cinematografico siano da indagare le ragioni del declino della cultura occidentale, e il termine di partenza per una sua redenzione. Più probabilmente è un modo per avere scuse coerenti a concedersi di vedere un certo cinema conciliante, che si accordi con la propria indole infantile,

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A Berlino l’Orso d’oro è andato a La teta asustada coproduzione ispano peruviana ancora senza distributore italiana.

nutrita negli anni da modelli narrativi ripetitivi, in cui il bene è il bene, e il male, lombrosianamente, c’è ma si vede prima. Duilio Coletti è un regista attivo dagli anni trenta agli anni settanta del novecento, dirige film di impianto bozzettistico e attraversa differenti generi cinematografici; tra i suoi più famosi Il lupo della Sila (1949), Miss Italia (1950), Wanda la peccatrice (1952). Regista della levatura dei Matarazzo e dei Righelli, di cui è aiuto agli inizi della carriera,

Nella notte tra 22 e 23 febbraio consegna degli Oscar. Unica consegna sicura il premio per l’impegno umanitario all’immenso Jerry Lewis.

con il suo contributo ha dato consistenza visiva a quel sistema di valori e luoghi comuni, nella loro forma più maschilista e becera, a fondazione delle magnifiche sorti cinematografiche e televisive di questa nostra nobile nazione. Ha diretto, tra gli altri, uno dei film che costituisce il contesto iconografico e l’immaginario visivo popolare del mito del Passatore: Il passatore (1949). Se il cinema di Duilio Coletti non evidenzia in nessuna forma una ricerca e un confronto con la realtà rappresentata in

01 distribution sta per offrire in dvd 400 titoli Titanus di difficile reperimento su parte con Anima persa di Risi e La bugiarda di Comencini. Da leccarsi i baffi.

9 marzo 2009 - Numero 2

Il Passatore di Duilio coletti (1947) senso critico e dialettico (fatto che ci induce quasi subito a rinunciare a cercare una strada qualunque per una sua riabilitazione), ci interessa soffermarci e insistere sulla scandalosa inattendibilità e il contrasto tra la messa in scena paesaggistica del film e i luoghi della vita reale di Stefano Pelloni, in arte il Passatore. All’inizio del film un cartello stradale indica il confine tra le Romagne e le Marche, e questo è quanto viene concesso alla geografia reale della vicenda storica. Per il resto Stefano Pelloni vive e si muove all’interno di un generico paesaggio di montagna, con piccoli centri arrampicati sui crinali, boschi primitivi, ruscelli, luoghi ameni e indefiniti. Il paesaggio è costruito attraverso una organizzazione caotica della visione, da punti panoramici come bivi, ruscelli, querce in mezzo al bosco, viuzze lastricate di pietre; creando percorsi asfittici di cui non si da mai il punto di arrivo e di partenza, dove non è possibile percepire il senso della distanza, riconoscere alcun confine e la linea dell’orizzonte. Preso atto del fatto che in un film di ambientazione storico favolistica non si trovi nessuna concessione alla poetica del paesaggio reale, che in questo

caso è la pianura semi lagunare espressivo e bellone, piatto della bassa romagna, fatta di luoghi come un lago svizzero, e metafisici e solitari, sembianza sorprendentemente inutile, e dello sconfinamento simbolico perde, anche in questo caso, ogni tra il reale e l’immaginario della sembianza femminile. Il passo condizione umana. Preso atto è breve e terribile, anche se anche dell’impossibilità che non diretto, verso il baratro del Duilio Coletti sia in qualche gallismo da riviera. Accade così che forma felliniano, zavattiniano, una delle rare rappresentazioni antonioniano, zurliniano ante cinematografiche del maggior litteram, banalizzando, rivedendo mito della tradizione e della il film ci si continua a stupire che il cultura popolare romagnola, Passatore viva in montagna e non seppur falso e mistificato, offra una raffigurazione paesaggistica in pianura. inosservata Il cinema popolare, anti completamente neorealista, degli anni quaranta e ridondante come la narice dimostra certo poco interesse fremente di Rossano Brazzi. alla documentazione e alla Ninchi, Cortese e Brazzi nel Passatore di Coletti restituzione, se non realistica almeno credibile della vicenda storica, ma in questo caso così poca indulgenza nei confronti delle possibilità espressive del paesaggio rappresentato deve essere razionalizzata: è il paesaggio ad assumere per difetto le caratteristiche dell’identità del rappresentato, secondo il principio per cui «ogni visivo è ricavato dal tangibile». La Romagna di Duilio Coletti assume pericolosamente le sembianze di un Rossano Brazzi (interprete protagonista) forzatamente

Claudia Pandolfi ha esordito dietro la macchina da presa firmando la regia del video Vulcano tratto dall’album del compagno Roberto Angelini. Chissà...

Mentre in occidente impazzivamo per Watchmen il Giappone assisteva all’esordio al cinema di Yattaman in forma umana. Roba da voler prendere un aereo per Tokyo.

Nella notte tra il 13 e il 14 marzo Fuori Orario su RaiTre propone in calce a “Morte a Venezia” di Visconti il leggendario documentario “Luchino Visconti alla ricerca di Tadzio”. Il via alle 6.20.

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Billy Sostiene Meglio Marco Polo Un film low-budget, destinato a un mercato di nicchia fatto di polverose sale d’essai, sbanca Hollywood, porta a casa otto Oscar e dimostra al mondo che è possibile farcela con pochi mezzi e trattando un tema scomodo come lo sfruttamento dei bambini in India. Il sogno di tutti i cinefili che diventa realtà? La prova dell’attenzione di Hollywood alla qualità più che al fasto? Potrebbe sembrare, se non si fosse visto questo The millionaire: una favoletta inconsistente e quasi disarmante, assolutamente inverosimile, infarcita di tutti i cliché e i languori del genere, sentimentale senza essere commovente: in una parola brutta, perfino nella locandina. Insomma, un’occasione sprecata; e i film migliori (Milk, The reader, Il dubbio, L’ospite inatteso) che devono accontentarsi dei premi minori, o andarsene a mani vuote. Ma si sa, l’Oscar non fa il capolavoro: tra qualche anno, giustizia sarà fatta. Alessandro Merci REQUIEM FOR A DREAM

La Vittoria Nel Vento

Alla fine dell’epopea politica veltroniana non si può non ricordare che si tratta dell’uomo politico nella cui vita il cinema ha avuto un ruolo unico. Dalla campagna per impedire le interruzioni pubblicitarie televisive dei film, ai primi film in vhs allegati al quotidiano L’Unità, di cui era direttore. Da una generazione di giovani registi e film che promosse nel periodo in cui presiedette il ministero dei Beni Culturali, alla Festa del Cinema promossa a Roma quando era sindaco. Per non parlare dei film tratti recentemente da suoi lavori. Ma il bilancio è amaro. Il voler tenere insieme il cinema alto e quello basso, De Niro e Alvaro Vitali, alla fine ha prodotto qualcosa di simile a un pastone con pasta e riso. Nessuno ha voluto finire il piatto.

Resa nota la classifica dei forCINE awards, la consultazione popolare con cui il cineclub forCINE di Forlì ha scelto i migliori film usciti in Italia nel 2008. Ecco i premi assegnati. MIGLIOR FILM DI PARODIA Hancock MIGLIOR FILM MUSICALE Sweeney Todd MIGLIOR FILM “ARRIVA LA BUFERA” Il Divo MIGLIOR FILM STORICO Persepolis MIGLIOR FILM ITALIANO Gomorra MIGLIOR FILM D’AUTORE Non è un paese per vecchi MIGLIOR FILM Into the wild. La classifica generale: 1.Into the wild 9,050 2.Persepolis 8,854 3.Wall-E 8,750 4.Non è un paese per vecchi 8,220 5.Gomorra 8,538. 6.Kung-fu Panda 7,875 7. Il Divo 7,813 8. La classe 7,550. 9.Sweeney Todd 7,500 10.American gangster 7,417. 11.Juno 7,375 12.Caos calmo 7,200. La classifica completa sul gruppo Facebook di forCine.

Ilario Gradassi

Cineclub forCine

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rivista cinematografica romagnola

9 marzo 2009 Numero 2

da un idea di Ilario Gradassi, grafica ed editing di Cecilia Benzoni, articoli di Francesco Garoia, Fabio Giambi, Elisa Giovannetti, Matteo Lolletti, Alessandro Merci, Luigi Palmirotta, Gianluca Rivizzigno, Chiara Tartagni, Cecilia Benzoni, Ilario Gradassi.

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A.A.A

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