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L’energy manager è obbligatorio per le strutture che consumano oltre 1.000 tep l’anno, alberghi compresi.
Un consulente per l’energia L’APPORTO DI UN ENERGY MANAGER PUO’ PORTARE A RISPARMI DEL 30-40%
P
arola d’ordine: risparmio energetico. Un obiettivo che richiede soluzioni tecniche e soprattutto una nuova mentalità da parte della direzione e la presenza di figure professionali specifiche. L’energy manager è la più qualificata in questo settore. È anche una figura prevista dall’articolo 19 della Legge 10/91 sul risparmio energetico, che ne fissa l’obbligo per tutte le strutture industriali che consumano oltre 10.000 tep l’anno e per tutte quelle del terziario che consumano oltre 1.000 tep l’anno. Il tep, o tonnellata equivalente di petrolio, è una misura utilizzata per convenzione che trasforma in combustibili primari tutta l’energia termica o elettrica consumata. Ogni kWh consumato corrisponde a un valore espresso in tep, così come ogni litro di gasolio per riscaldamento, e via dicendo. Ma gli hotel arrivano in un anno a consumare 1.000 tep? E hanno quindi l’obbligo di nominare un energy manager? «Facendo un conto per grandi linee, 1.000 tep equivalgono a circa 4,5 milioni e mezzo di kWh», spiega Biagio Duca, energy manager, direttore di hotel e fondatore di Hotel Sostenibile (hotelsostenibile.com). «Consumi così elevati sono raggiunti esclusivamente dalle catene - aggiunge Duca - o al massimo da un 5 stelle “energivoro”. Ciò non toglie che la figura dell’energy manager possa essere consultata, anche sotto i consumi previsti dalla legge. L’apporto
Come si nomina un energy manager • L’obbligo per gli hotel è su consumi superiori a 1.000 tep l’anno • Per calcolare il consumo in tep ci si può avvalere delle tabelle sul sito www.fire-italia.it, alla voce “Energy Manager - guida alla nomina” • Si individua un nominativo sull’elenco dei professionisti accreditati • Si compila un modulo, scaricabile dal sito, con questi dati e l’indicazione dei codici delle attività, reperibili sempre seguendo le istruzioni • Si invia il tutto per raccomandata con ricevuta di ritorno alla C.P. n. 2334 - 00185 Roma. La nomina dell’energy manager va ripetuta ogni anno.
pianetahotel 90
Prodotto
Combustibili liquidi Gasolio Olio combustibile Gas di petrolio liquefatti (GPL) Benzine Elettricità fornita in alta e media tensione fornita in bassa tensione
Equivalenza in tep
1 t = 1,08 tep 1 t = 0,98 tep 1 t = 1,10 tep 1 t = 1,20 tep 1 MWh = 0,23 tep 1 MWh = 0,25 tep
di un professionista può portare a risparmi elevati, entro l’ordine del 30-40%». Ma come si individua un energy manager e come lo si nomina? Risponde Daniele Forni, responsabile tecnico della Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia (fire-italia.it) sul cui sito si può trovare l’elenco di tutti i professionisti in Italia, circa 2.600. «Il meccanismo è semplice - spiega - basta individuare un nome, fare un conteggio dei propri consumi e compilare un modulo scaricabile dal nostro sito. Poi lo si invia a Fire con raccomandata. Il nome scelto viene inserito nell’elenco pubblicato annualmente da Fire su incarico del Ministero dello Sviluppo Economico. Da questo momento si ricevono news e inviti ai convegni organizzati da Fire per supportare l’attività dei nominati. Non vi è però un obbligo di consultare un professionista o avviare una politica di risparmio». Anche se la finalità della legge è di dare un ruolo operativo all’energy manager: «Cosa che - dice l’esperto - richiede una precisa volontà della direzione». Gli interventi sugli impianti, infatti, non hanno molto significato se non si attiva un controllo e non si varano modifiche organizzative. «Nel risparmio energetico - conclude Forni - il fattore umano conta fino all’80% e richiede un investimento in formazione, educazione e R.O. anche sensibilizzazione del cliente».