Indagine nazionale sulla “connection mafia-camorra” della munnizza. Nove arresti da Milano a Napoli e Palermo. Bellolampo sotto osservazione di Ignazio Panzica ieri, 14 settembre 2009 15:16 http://www.siciliainformazioni.com/giornale/cronacaregionale/64141/indagine nazionale
sulla connection ma
C’è un famoso detto cattolico che ricorda ai neofiti come "tutte le strade della vita portino a Dio". E’ questa parrebbe essere, pure, l’opinione di quel nucleo interforze centrale del ministero degli Interni che segue le tracce della "connection nazionale sulla munnizza", promossa dalla criminalità organizzata, a sua volta, interforze (camorra, ndrangheta, mafia), da quando a Napoli (ed in Campania) scoppiò nel dicembre 2007, l’incredibile emergenza rifiuti. Nella primavera di quest’anno alcuni super-investigatori di questa "special branch", erano giunti a Palermo seguendo le tracce di "consulenti tecnici casalesi", esperti in materia di procurata "emergenza rifiuti". Puntualmente anticipata già a marzo da Siciliainformazioni.com, in effetti poi verificatasi a fine maggio a Palermo. Adesso spunta un nuovo riscontro sull’esistenza di un connection malavitosa e nazionale sui rifiuti. A Milano è scattata una vasta operazione di polizia giudiziaria dei carabinieri (nucleo operativo ecologico), in collaborazione con i loro omologhi nuclei provinciali di Lodi, Piacenza, Treviso, Napoli, Palermo e Trapani. A riprova, che tutte le strade criminali della "munnizza" portano, tanto per gradire, a Napoli e Palermo. L’ipotesi di accusa è quella di associazione a delinquere, finalizzata all’aggiudicazione di appalti pubblici in materia di servizi di gestione dei rifiuti, oltreché turbativa d’asta aggravata, alla truffa ed al traffico illecito di rifiuti speciali. Gli ordini di cattura eseguiti sono stati nove, più oltre una decina di perquisizioni in tutta Italia. Al centro dell’interesse degli inquirenti su Palermo, la società "Italia 90 srl" società di servizi per gli enti pubblici. Su cinque arresti eseguiti a Palermo quattro persone della società sono finite in carcere: Maria Abate e Tiziana Gatti (dipendenti di "Italia 90"), Susanna Ingargiola e Claudio Demma (amministratore e socio-gestore secondo i Carabinieri della stessa società di servizi). Il quinto arrestato e Mario Madonia. Si sarebbe accertato che alcuni degli arrestati avessero legami personali con soggetti mafiosi, in particolare il caso più eclatante sarebbe quello della signora Maria Abate, sorella di un nuovo boss della Kalsa. Nel corso delle indagini sarebbe emerso che talune gare d’appalto aventi per oggetto la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani di alcune cittadine lombarde, sarebbero state vinte aggirando le procedure, appunto provocando una turbativa del corretto svolgimento delle gare. Naturalmente, l’inchiesta non si ferma qui. Proseguono, parallelamente, le indagini dei carabinieri di Palermo sia su nuovi possibili connections tra il capoluogo siciliano e Napoli. Ma anche sul "giro
mafioso" che negli ultimi due anni avrebbe rifatto capolino nel territorio palermitano di Bellolampo. Sia per occuparsi dei lavori, in subappalto, per l’esecuzione delle opere edili di base dell’allora costruendo termovalorizzatore, che per tentare di riallungare le mani – come nei "bei tempi" degli anni settanta di Vito Ciancimino – sulla discarica gestita dall’Amia. Che secondo precisi ed oggettivi riscontri investigativi, i mafiosi vorrebbero quanto prima trovare l’escamotage per riportarla nell’alveo di una loro, seppur indiretta, "gestione privata". Condizione, per loro necessaria, per poter rilanciare dalla Sicilia tutta una serie di loschi e fruttuosi business illegali, collegati allo smaltimento dei rifiuti, ordinari e speciali.