2006 Maggio

  • November 2019
  • PDF

This document was uploaded by user and they confirmed that they have the permission to share it. If you are author or own the copyright of this book, please report to us by using this DMCA report form. Report DMCA


Overview

Download & View 2006 Maggio as PDF for free.

More details

  • Words: 1,443
  • Pages: 2
pro manuscripto

gli anni difficili dell’adolescenza. Nulla più la attrae, nulla più la entusiasma. Cilla si sente profondament e sola dentro il suo bisogno di essere, di intensamente amare ed essere amata. Cerca la sua identità, il suo posto nel mondo, le risposte a tanti perché, ma trova solo la drammaticità dell’impotenza e della solitudine. Il Signore è ormai lontano: che farsene della fede se non è possibile incarnarla nella vita quotidiana? Poi, nell’ottobre 1975, Cilla fa l’incontro tanto atteso. Le sue amiche stanno iniziando l’esperienza di Comunione e Liberazione: lei sente parlare di Padre, di amore, di giustizia, di verità a scuola, in piazza, alla stazione. E tutto questo la scuote. È lo smarrimento e l’ interesse per un mondo più vero: Cilla capisce che accanto al vuoto e all’insoddisfazione, c’è posto anche per la gioia, per le parole piene e nuove. Pochi incontri e l’amore per la sua “piccola, cara, scalcagnata comunità” come la chiama lei è alle stelle!! Un giorno, sul frigorifero di casa, scrive a matita: “Cilla = niente”; e su una pagina del breviario, un lunedì è appuntata questa preghiera: “Prendi, Signore, il poco che ti offro, il nulla che sono e dammi il tanto che spero, il tut-

to che sei”. L’incontro con la comunità cristiana non isola dal mondo circostante, ma fa sì che se ne diventi l’anima. Cilla affronta ogni ambiente con la consapevolezza che la vita che vive non è più la sua, ma la vita in lei di un Altro. “Non voglio che io e Cristo siamo due cose diverse”. E’ la rivoluzione dell’amore: un Amore che svuota l’uomo di se stesso perché la vita diventi una. Cilla, “missionaria” a tempo pieno, costruisce nella fede ogni attimo della sua esistenza. Chi la incontra, poche settimane prima della morte, dice di vederla felice, entusiasta, lieta come non lo era mai stata. In nove mesi di vita rinnovata, Cilla ha saputo trasformare il suo mondo. In questo Tempo di Pasqua, è chiesto anche a noi di ritrovare la freschezza di quel primo incontro col Signore che ha cambiato la nostra esistenza; di recuperare l’entusiasmo, la meraviglia, lo stupore di fronte alla Parola che ci ha salvati e che ci ha fatti diventare, come Cilla, creature nuove in Cristo. Enrica Mariani

Anno IX - Maggio 2006 - n. 5

Bollettino Mensile della Parrocchia Cuore Immacolato di Maria - Silvi Marina

3(5&+(¶18//$ 9$'$3(5'872 *Y 

Sarebbe bello sapere che il Signore può compiacersi di noi come lo fece per la Cananea, sarà bello che un giorno possa dirci “davvero grande è la tua fede!”( Mt. 15,27). Dovremmo aspirare ad avere la stessa fame di quella donna per raccogliere con avidità ogni briciola di grazia che cade dall’alto! O almeno, vista la sovrabbondanza di doni, di occasioni, di eventi con cui il Signore c’invita all’incontro con Lui, raccogliere ogni pezzo avanzato perché nulla vada perduto. Così mi piacerebbe condividere in questa pagina, dei tanti avvenimenti importanti vissuti nell’ultimo mese, dei dettagli, delle sfumature, piccoli spunti di meditazione su una semplice parola ascoltata ma che ap-

punto, come le briciole, proprio perché cadono sulla nostra storia dalla tavola della Divina Provvidenza non devono essere sprecate. Sicuramente la Prima Confessione, ricevuta il Lunedì Santo da trenta bambini della nostra comunità è un segno di speranza, è evidente!. La parrocchia continua, la cristianità continua, direbbe un autore del secolo scorso. Ho conservato però una briciola di questo momento così solenne; una riflessione proposta ai bambini, che mi è sembrata utilissima anche per me adulta, che a volte do per scontate tante cose! I sacramenti sono il dono più prezioso che la Chiesa custodisce, Segni efficaci di salvezza; ma soffermandoci appunto su questa definizione, abbiamo capito che l’efficacia dei segni è in relazione alla nostra capacità di saperli leggere e con essi interpretare la nostra vita, orientandola alla Salvezza. Se non li riceviamo con consapevolezza, se non li conosciamo, restano inespressivi, indecifrabili; così come ogni alfabeto è ricco di segni ma è totalmente inefficace e inutilizzabile per chi non fa la fatica di apprenderne tutti i significati! Mi è sembrato bello e semplice! Altro evento importante vissuto, che ci sazia di gioia e speranza, è l’ordinazione

diaconale del nostro Andrea. Anche per quest’occasione c’è un pezzo di pane da mettere da parte perché aldilà dell’occasione particolare, ci nutra lungo il cammino e inviti la nostra comunità ad una riflessione permanente. Così come il sacerdozio anche la “diaconìa” è un termine che ci riguarda tutti, non è una funzione ma lo stesso “essere” della Chiesa. Con la sua presenza di ministro ordinato Andrea ci richiama tutti a vivere la diaconia del servizio alla mensa del Signore, che va chiaramente oltre la celebrazione del culto e che è chiaramente su tutto un altro piano di qualsiasi tipo di servizio civile, sociale , umanitario ecc. ecc. E’ vivere con generosa disponibilità la presenza di Gesù e ascoltarLo quando c’insegna a lavarci i piedi a vicenda, a farci servi gli uni degli altri per seguirLo nel suo Regno. E ancora…quasi tutti noi abbiamo desiderato ripetere la bella esperienza del S. Rosario nelle famiglie, nel mese di maggio; mi è sembrato bello e “sintomo di fame” che se lo scorso anno era

stata l’icona della Sacra Famiglia a dare l’occasione di pregare, quest’anno è stato il desiderio a cercare un’immagine su cui volgere lo sguardo. Bello no? E a proposito di sguardo, la nostra chiesa si è arricchisce di altri segni , di altre opere perché attraverso lo sguardo del corpo siamo sempre più richiamati nello spirito alle realtà invisibili. Nello scorso Giovedì Santo, giorno dell’istituzione della Santissima Eucaristia e del Sacerdozio, abbiamo valorizzato la sede del celebrante, con una bella immagine di Gesù Buon Pastore. Ci richiama tanti segni importanti, Gesù, sacerdote eterno che prende sulle spalle la pecorella smarrita, la croce, il pastorale. Mi è sembrato di leggere tra le righe un…“colorato” particolare! Quest’opera è realizzata con la tecnica del mosaico, tanti pezzettini di colori e forme diverse che messi insieme compongono un opera d’arte…non è forse una bella metafora della comunità cristiana!?! Ultime…e più che briciole, direi che dall’alto sono scesi calcinacci e limatura di ferro; per chi non se ne fosse accorto, stiamo ponendo sul nostro campanile un trio di campane! Ne parleremo ancora ampiamente ma è sicuramente un motivo di grande gioia poter dare una forma visibile e un suono autentico, a quella che per noi è “la

voce di Dio”, che scandisce le ore della nostra giornata e ci richiama alla preghiera! Di fronte al “peso”, è il caso di dirlo, di questo segno quest’ultima considerazione è forse meno che una briciola! La grazia che abbiamo di poterci permettere di arricchire e rendere sempre più confortevole la nostra chiesa e le nostre strutture parrocchiali significa sicuramente qualcosa, visto che tante comunità non possono farlo; a chi molto è dato, molto sarà richiesto ci dice il Signore. Che non sia forse per noi l’invito a far crescere il nostro edificio spirituale, a sentirci sempre più pietre scelte del Tempio di Dio tra gli uomini, ad essere sempre più Chiesa viva!?! Tiziana Mariani

/$)5(6&+(==$ '(/35,02,1&21752

Ognuno di noi ha una storia, un momento della vita in cui, inaspettatamente, il Signore ci si è fatto vicino. Forse ci si è manifestato in un volto, o nella gioia dello stare insieme, o ancora nel segreto del nostro cuore. In ogni caso, arriva sempre, per ogni cristiano, il momento dell’ incontro; è un attimo in cui ci si rende conto che l’esistenza può avere un altro sapore, che tra le brutture del mondo, esiste la possibilità di condurre una vita piena, vera, gioiosa, radicata nell’amore. Questo è quello che è successo a Maria Letizia Galeazzo, da tutti chiamata Cilla, una ragazza che in pochi mesi è andata al “cuore della vita”, trascinandovi dentro tutti quelli che l’hanno conosciuta. “Voglia di vivere e di non essere più sola. Voglia di sentire musica e non piangere. Voglia di guardare il cielo e di credere in un futuro migliore. Voglia di essere finalmente io...”, scrive una volta nel suo diario. È una frase bruciante che racchiude i desideri più profondi di una quattordicenne inquieta che cerca di dare senso alla sua esistenza e che aspetta, come chi è nel deserto, che Qualcuno venga. Cilla nasce ad Asti, nell’agosto del 1961. Muore a soli 15 anni, il 5 luglio 1976, in un incidente stradale. La sua infanzia trascorre serena a Montemagno, dove la famiglia si trasferisce perché il padre possa esercitare la professione di medico condotto. Candida, dolce, innamorata della natura e dei suoi cavalli, Cilla scopre pian piano intorno a sé l’amore con cui Dio ci ama. Poi arrivano

Related Documents

2006 Maggio
November 2019 4
Boll Maggio
May 2020 0
2003 Maggio
November 2019 6
Maggio 2009
November 2019 14
2005 Maggio
November 2019 3