Welfare_-_249-378

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3.000 CASE

Servizio Politiche Abitative – Raffaele Lungarella

1

PROGRAMMA 3.000 ALLOGGI: NUMERO DI INTERVENTI, DI ALLOGGI E POSTI LETTO PROPOSTI PER PROVINCIA

Provincia Bologna Forlì-Cesena Ferrara Modena Piacenza Parma Ravenna Reggio-Emilia Rimini Totale

Numero interventi Alloggi Posti letto Totale 18 18 11 11 10 10 26 2 28 12 2 14 30 1 31 12 12 34 34 10 10 163 5 168

Servizio Politiche Abitative – Raffaele Lungarella

Numero alloggi o posti letto Alloggi Posti letto 720 116 154 298 613 106 49 453 24 119 627 143 2.736 686

2

PROGRAMMA 3.000 ALLOGGI:NUMERO DI INTERVENTI E DI ALLOGGI PROPOSTI PER TIPOLOGIA DI INTERVENTI E PER PROVINCIA

Numero di interventi

Provincia Bologna Forlì-Cesena Ferrara Modena Piacenza Parma Ravenna Reggio-Emilia Rimini Totale

Numero di alloggi

Nuova Nuova costruzione Recupero Vari* Totale costruzione Recupero Vari* Totale 17 1 18 709 11 720 8 2 1 11 86 19 11 116 9 1 10 146 8 154 25 1 26 287 11 298 11 1 12 81 25 106 23 6 1 30 356 95 2 453 9 1 2 12 85 14 20 119 32 2 34 607 20 627 7 3 10 99 44 143 141 17 5 163 2456 236 44 2736

Servizio Politiche Abitative – Raffaele Lungarella

3

PROGRAMMA 3.000 ALLOGGI: NUMERO DI INTERVENTI E DI ALLOGGI PROPOSTI PER CATEGORIA DI INTERVENTI, PER TIPO DI OPERATORE E PER PROVINCIA

Provincia

Locazione permanente

Bologna Forlì-Cesena Ferrara Modena Piacenza Parma Ravenna Reggio-Emilia Rimini Totale

557 97 79 133 25 338 76 165 143 1.613

Bologna Forlì-Cesena Ferrara Modena Piacenza Parma Ravenna Reggio-Emilia Rimini Totale

451

Locazione a termine Proprietà Totale operatori 98 19 6 68 30 27 15 59

Totale 65 69 97 51 88 28 403

720 116 154 298 106 453 119 627 143 2.736

801

15 92 25 50 42 90

322 Operatori privati 98 19 6 68 30 27 15 59

69 97 51 88 28 403

614 19 90 257 106 165 85 552

765

322

801

1.888

Servizio Politiche Abitative – Raffaele Lungarella

65

4

LE INNOVAZIONI DEL PROGRAMMA

 Costituzione di un fondo di rotazione  Costituzione di un fondo di garanzia  Realizzazione degli interventi in finanza di progetto  Interventi che non consumano altro territorio  Interventi con criteri di risparmio energetico

Servizio Politiche Abitative – Raffaele Lungarella

5

FONDO DI GARANZIA

 La Regione ha istituito un Fondo di garanzia per la concessione di

garanzie fidejussorie per il pagamento delle rate dei mutui agevolati da parte degli acquirenti o assegnatari in proprietà di alloggi destinati alla prima abitazione  L’ammontare del fondo è di 2 milioni di euro

Servizio Politiche Abitative – Raffaele Lungarella

6

FONDO DI GARANZIA

 Il fondo interviene a favore dei beneficiari dei mutui agevolati per i quali ricorre una 







delle seguenti condizioni: essere titolari di contratto di lavoro subordinato a tempo determinato, part-time, formazione lavoro, apprendistato, collaborazione coordinata e continuativa, lavoro a progetto e altre forme di contratti di lavoro temporaneo; avere subito una riduzione del reddito del nucleo familiare residente nell’alloggio, tale che l’importo complessivo annuo delle rate del mutuo sia superiore al 50% del reddito del nucleo familiare suddetto documentato al momento di presentazione della domanda. Ai fini della valutazione dell’esistenza della situazione di difficoltà economica si considera il reddito imponibile fiscale; perdita del posto di lavoro del proprietario o del comproprietario dell’alloggio con permanenza nella situazione di disoccupazione per almeno i sei mesi precedenti la data della richiesta di accesso al fondo; cessazione dell’attività da parte di lavoratori autonomi o titolari di impresa avvenuta almeno cinque mesi prima della data di richiesta di attivazione del fondo.

Servizio Politiche Abitative – Raffaele Lungarella

7

FONDO ROTATIVO

Vantaggi

Per il finanziatore pubblico

Accresciuta produttività della spesa pubblica

Neutralità delle fluttuazioni del mercato finanziario sulla spesa pubblica

Servizio Politiche Abitative – Raffaele Lungarella

Per il beneficiario privato

Libertà di scelta della durata dell’ammortamento del mutuo

Libertà di scelta del grado di rischio dia assumere: tasso fisso o variabile 8

INTERVENTI SUL PATRIMONIO PUBBLICO

 Programma

2003/04 di interventi sul patrimonio comunale di erp (Deliberazione del Consiglio Regionale n. 501 del 23 settembre 2003: approvazione del programma regionale 2003-04 di interventi pubblici per le politiche abitative, L.R. 24/01).

Nessun alloggio pubblico sfitto (ARTICOLO 21 DEL D.L. 159/2007)

Servizio Politiche Abitative – Raffaele Lungarella

9

PROGRAMMA 2003/04 DI INTERVENTI SUL PATRIMONIO COMUNALE DI ERP

Provincia

Finanziamento assegnato

Piacenza

N. alloggi

6.710.000,00

2.441

11.616.000,00

1.773

9.977.000,00

1.542

Modena

14.806.000,00

2.789

Bologna

32.538.000,00

7.413

Ferrara

11.561.000,00

1.789

Ravenna

8.745.000,00

887

Forlì-Cesena

9.020.000,00

3.277

Rimini

5.027.000,00

671

Totale

110.000.000,00

22.582

Parma Reggio Emilia

Servizio Politiche Abitative – Raffaele Lungarella

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NESSUN ALLOGGIO PUBBLICO SFITTO ELENCO REGIONALE DEGLI INTERVENTI DEL PROGRAMMA STRAORDINARIO DI EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA AI SENSI ARTICOLO 21 DEL D.L. 159/2007

PIACENZA PARMA FERRARA BOLOGNA FORLI' - CESENA MODENA RAVENNA REGGIO EMILIA RIMINI TOTALE

Numero nuclei in graduatoria Numero alloggi oggetto Erp del programma 822 162 1.541 90 2.078 155 7.785 366 1.688 52 2.558 195 2.162 64 1.236 217 1.200 8 21.070 1.309

Servizio Politiche Abitative – Raffaele Lungarella

Costo interventi 5.798.856 2.068.993 3.993.500 7.732.065 1.223.400 5.328.000 807.000 5.035.000 310.000 32.296.813

11

I PROGRAMMI DI RIQUALIFICAZIONE URBANA Servizio Riqualificazione Urbana e Promozione Qualità Architettonica Michele Zanelli 24 gennaio 2008

Servizio riqualificazione urbana e promozione qualità architettonica – Michele Zanelli

13

PRU Programmi di riqualificazione urbana Legge regionale 19/1998 Servizio riqualificazione urbana e promozione qualità architettonica – Michele Zanelli

14

AMBITI DA RIQUALIFICARE

Il Comune delimita gli ambiti urbani da riqualificare con priorità per le aree dismesse o degradate Definisce le finalità pubbliche da raggiungere in ognuno di essi elabora uno studio di fattibilità, in relazione alle risorse pubbliche e private attivabili e alle opportunità del mercato immobiliare

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PROCEDURE CONCORSUALI

Il Comune, sentiti i quartieri e le associazioni dei cittadini interpella i proprietari delle aree chiedendo una proposta per la riqualificazione In assenza di risposta dei proprietari il Comune bandisce un concorso aperto a tutti i soggetti interessati a partecipare Valuta le proposte e seleziona il progetto che realizza gli obiettivi

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APPROVAZIONE DEL PRU

Il Comune stipula un accordo con i proponenti del progetto selezionato all’accordo può partecipare la Regione con proprie risorse con la firma dell’accordo si approva il programma di riqualificazione, che comporta la dichiarazione di pubblica utilità delle opere e l’eventuale esproprio

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PRU: Programma di Riqualificazione Urbana

Il PRU è uno strumento urbanistico attuativo caratterizzato dalla pluralità delle funzioni, delle tipologie di intervento e dal coinvolgimento di risorse pubbliche e private può fare variante al piano urbanistico generale o al regolamento edilizio e si attua mediante accordo di programma fra tutti i soggetti partecipanti

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ACCORDO DI PROGRAMMA

L’accordo è promosso dal Comune e ha per oggetto il PRU sancisce gli obblighi assunti da ciascun partecipante fissa il termine per l’inizio dei lavori e le diverse fasi temporali individua le fonti di finanziamento prevede idonee garanzie per il completamento delle opere

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RUOLO DELLA REGIONE NELLA PROMOZIONE DEI PRU

Coordina la programmazione delle risorse (regionali, nazionali, CE) Assicura l’integrazione e la concertazione delle politiche settoriali che influiscono sulla qualità del territorio urbano Bandisce finanziamenti rivolti sia alla progettazione dei Pru che alla realizzazione delle opere di interesse pubblico: edilizia sociale, urbanizzazioni, infrastrutture.

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DGR 1204/1999_PROCEDURE E CRITERI PER LA FORMAZIONE DEI PRU

68 proposte pervenute da 135 Comuni

36 in forma singola (con più di 15.000 abitanti)

99 in forma associata (con meno di 15.000 abitanti)

Popolazione coinvolta 2.842.642 pari al 71,79% del totale regionale

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DGR 163/2000_CONTRIBUTI PER LA FORMAZIONE DEI PRU

66 proposte presentate da 126 COMUNI 26 proposte 39 Comuni Classe 1

Euro 51.645,69

15 proposte 45 Comuni Classe 2

Euro 30.987,41

14 proposte 42 Comuni Classe 3

Nessun contributo

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DCR 1356/2000_CRITERI PROGRAMMAZIONE RISORSE EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA

Richieste da parte di 102 Comuni

Per un ammontare di Euro 478.853.287,12

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CRITERI DI VALUTAZIONE

Concretezza, maturità e fattibilità degli interventi

Rispondenza delle proposte a un disegno di area vasta Capacità delle proposte di trasformarsi in programmi innovativi

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Programmazione delle risorse 37,4 milioni di Euro dal Bilancio regionale e 25 milioni di Euro ERP

DCR 88/00

DCR 2418/01

Finanziamenti integrativi 7,7 milioni di Euro dal Bilancio regionale

Contributo concesso a  51 Comuni per 70 PRU Euro 70.158.087,46 Servizio riqualificazione urbana e promozione qualità architettonica – Michele Zanelli

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INVESTIMENTI NEI PRU DELL’EMILIA- ROMAGNA

PROVINCIA NUMERO PRU

RISORSE REGIONALI

RISORSE PUBBLICHE LOCALI

RISORSE PRIVATE

IN OPERE PUBBLICHE

IN OPERE PRIV.

TOTALE INVESTIMENTO PRU

BOLOGNA

11

23.180.651,40

22.416.525,06

106.404.772,97

69.402.505,69

221.404.455,12

FERRARA

7

8.644.298,25

14.120.562,59

23.479.793,73

2.499.699,45

48.744.354,02

PARMA

7

9.224.953,13

27.166.102,12

65.262.784,26

212.236.251,94

313.890.091,45

REGGIO EMILIA MODENA

6

2.829.150,89

11.472.984,22

13.382.610,68

8.455.814,42

36.140.560,21

4

8.304.626,94

10.875.080,56

16.019.607,29

1.276.000,00

36.475.314,79

RAVENNA

8

4.979.677,43

7.677.834,98

16.513.643,61

5.170.258,94

34.341.414,96

FORLķCESENA RIMINI

9

7.748.918,30

30.431.808,90

23.633.525,38

202.328.066,92

264.142.319,50

3

1.629.937,98

4.431.151,15

8.224.870,87

22.973.282,23

37.259.242,23

PIACENZA

5

2.506.365,33

3.290.701,74

3.126.557,69

3.687.708,21

12.611.332,97

TOTALE

60

69.048.579,65

131.882.751,32

276.048.166,48 528.029.587,80

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1.004.445.271,65

26

UTILIZZO DEL CONTRIBUTO REGIONALE NEI PRU

ERP

38,48% pari a Euro 26.356.055,19

Edilizia agevolata

34,56% pari a Euro 23.665.111,97

Urbanizzazioni

26,96% pari a Euro 18.463.598,89

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27

RISORSE ATTIVATE

Totale 1.004.445.271,65 Contributo Regione

6,82%

Contributo pubblico locale

13,13%

Contributo privati

80,05%

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28

RIPARTO DEGLI INVESTIMENTI PRIVATI

Totale 804.077.754,28 Investimenti privati in opere pubbliche

34,33%

Investimenti privati in opere private

65,67%

29

SITUAZIONE FINANZIARIA AL 31.12.2007

Contributo Regionale

92.171.063,81

PRU e P. P. Sicurezza Urbana

Totale Impegnato 56.599.675,56 61 % Totale liquidato

49.898.040,64 54%

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30

STATO AVANZAMENTO LAVORI AL 31.12.2007

Servizio riqualificazione urbana e promozione qualità architettonica – Michele Zanelli

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CONTRATTI DI QUARTIERE Legge 8 febbraio 2001, n. 21 "Misure per ridurre il disagio abitativo ed interventi per aumentare l'offerta di alloggi in locazione"

Servizio riqualificazione urbana e promozione qualità architettonica – Michele Zanelli

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I CONTRATTI DI QUARTIERE

Incrementare, con la partecipazione di investimenti privati, la dotazione infrastrutturale dei quartieri degradati di comuni e città a più forte disagio abitativo ed occupazionale e che preveda al contempo misure ed interventi per incrementare l'occupazione, per favorire l'integrazione sociale, e l'adeguamento dell'offerta abitativa.

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I CONTRATTI DI QUARTIERE 45 programmi presentati dai Comuni

15 dicembre 2005 Accordo di Programma Quadro tra Ministero Infrastrutture e Trasporti e Regione Emilia-Romagna

65% fondi statali 35% da risorse regionali Alla Regione Emilia-Romagna è assegnato un complessivo apporto statale di 52.397.088,32 euro

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I CONTRATTI DI QUARTIERE

UTILIZZO DEL CONTRIBUTO REGIONALE NEI PRU

In Emilia-Romagna 82 milioni di euro cofinanziamento pubblico Investimenti complessivi per circa 215 milioni di euro

64 milioni di euro fondi comunali

69 milioni di finanziamenti privati

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35

I CONTRATTI DI QUARTIERE

I Contratti di quartiere promuovono interventi nelle città di: Bologna, Modena, Reggio Emilia, Piacenza, Ferrara, Ravenna, Forlì, Imola, Faenza, Fidenza, Bondeno

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I CONTRATTI DI QUARTIERE

Obiettivo generale

Migliorare la qualità abitativa rinnovando il patrimonio edilizio ed incrementando le funzioni urbane e i servizi pubblici di quartiere.

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I CONTRATTI DI QUARTIERE Obiettivi della sperimentazione

Ridurre il consumo di risorse naturali (soddisfacimento dei requisiti di ecosostenibilità norm. regionale “Requisiti volontari per le opere edilizie”)

Qualità e sicurezza urbana

Migliorare l’accessibilità e la mobilità sostenibile negli ambiti urbani interessati dai Contratti di Quartiere Servizio riqualificazione urbana e promozione qualità architettonica – Michele Zanelli

38

I CONTRATTI DI QUARTIERE

1370 alloggi - edilizia residenziale pubblica - edilizia agevolata e convenzionata da destinare anche alla locazione a canoni concordati.

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39

PROSPETTIVE PER LO SVILUPPO DELLE AREE URBANE

Servizio riqualificazione urbana e promozione qualità architettonica – Michele Zanelli

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Documento preliminare del PTR

Ricerca di un modello di sviluppo sostenibile che riconoscendo nelle città i motori dell’innovazione, punti ad un sistema delle aree urbane regionali basato sul economia della conoscenza. La cooperazione interna a questo sistema, più forte dell’idea del policentrismo, deve arginare la dispersione insediativa e ridisegnare i “luoghi dell’abitare e del produrre” la cui identità è fatta di coesione sociale, sostenibilità ambientale, offerta culturale ed economica, reti comunicazionali e infrastrutture di trasporto.

Servizio riqualificazione urbana e promozione qualità architettonica – Michele Zanelli

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Fondi strutturali nei Programmi Operativi

Per progetti urbani in cui la priorità va posta sulla rigenerazione urbana e su un approccio integrato ai temi dello sviluppo e della mobilità sostenibile. Dagli interventi fisici alle politiche, con particolare riferimento alla ricerca delle funzioni da insediare nei luoghi sottratti al degrado delle aree ex industriali e delle periferie, al potenziamento della rete dei trasporti pubblici e delle infrastrutture e alla logistica urbana come strumento di governo delle relazioni territoriali, sempre più caratterizzate dai flussi di mobilità e di informazione.

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42

Dati e Politiche di Integrazione Sociale per i Cittadini Stranieri Immigrati in Emilia-Romagna

Direzione Sanità e Politiche Sociali Servizio Politiche per l’Accoglienza e l’Integrazione Sociale Andrea Stuppini 24 Gennaio 2008 43

Dati demografici Nazionali e Regionali (1/1/2007)

Popolazione

Immigranti residenti

% di immigrati su pop. di riferimento

59.000.000 (F 51,4%; M 48,6%) 100%

4.225.000 (F 51,3%; M 48,7%) 7,2%

3.000.000 (F 49,4%; M 50,6%) 100%

318.000 (F 48,5%; M 51,5%) 10,6%

5%

7,5%

i dati presentati non considerano nè chi si trova temporaneamente presente, regolarmente, per lavoro stagionale o turismo nè, ovviamente, gli irregolari Servizio Politiche per l’Accoglienza e l’Integrazione Sociale - Andrea Stuppini

44

in Emilia-Romagna vivono e lavorano quasi l’11% dei migranti residenti in Italia che, relativamente alla loro tipologia, si compongono in:  43.700 comunitari  274.400 non comunitari

di cui 700/750 rifugiati 1300/1400 richiedenti asilo

Relativamente alla provenienza, la composizione per gruppi nazionali è molto eterogenea e rispetta le caratteristiche nazionali (definite da una strategica posizione geografica e da un passato colonialista poco significativo);

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45

Stranieri residenti in Italia e in Emilia-Romagna - Serie storica 1993-2007 8

7,53 7

6,9 6,2

6

5,13

5

4,04

4 3 2 1

4,11

3,25

4,55

4,97

3,44

2,77 2,7 2,36 2,2 2,53 2,06 1,79 1,72 1,94 1,54 1,47 1,34 1,29 1,21 1,2 1,1 1,01 1,1

0 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2003 2004 2005 2006 2007

% stranieri su popolazione residente ITALIA % stranieri su popolazione residente RER

Servizio Politiche per l’Accoglienza e l’Integrazione Sociale - Andrea Stuppini

46

Così anche in E-R troviamo migranti provenienti da 168 paesi differenti % 1. Marocco 2. Albania 3. Romania 4. Tunisia 5. PRC (Cina) 6. Ucraina 7. Pakistan 8. Moldova 9. India 10. Filippine …… 13. Polonia

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16,86 13,91 6,85 6,03 5,19 4,52 3,29 3,12 3,03 2,72 2,27

47

Distribuzione territoriale dei migranti nel territorio dell’Emilia-Romagna (% della popolazione 2006)

Servizio Politiche per l’Accoglienza e l’Integrazione Sociale - Andrea Stuppini

48

Relativamente al lavoro, dagli ultimi dati INAIL, i cittadini non comunitari impiegati regolarmente come lavoratori dipendenti, sono stimati essere 196.240.

Da questa stima (che comprende i lavoratori stagionali), sono esclusi i lavoratori autonomi e gli imprenditori che secondo i dati unioncamere si contano in circa 23.000 (dato al 31/12/2006). Inoltre sul PIL Emiliano-Romagnolo che è di circa 124,5 miliardi di € l’anno (2006), si può stimare un contributo dato dagli immigrati pari ad almeno il 6% (7,47 miliardi di €)

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49

In conseguenza della stabilizzazione dei percorsi migratori e della crescita dei ricongiungimenti famigliari:  Cresce il numero di minori stranieri che dai 28.847 del 2000 (5,2%

della popolazione minorile) passa ai 75.622 del 2006 (l’11,9% dei minorenni).  I nati da madri straniere, negli ultimi due anni, sono più di 1/5 delle nascite complessive;  Cresce il numero degli studenti stranieri: dai circa 15.000 scolari nell’a.s. 1999/2000 passa ai circa 51.000 dell’a.s. 2005/06. Con un tasso di iscrizione pari a quasi il 10% dell’intera popolazione scolastica regionale l’Emilia-Romagna è la regione italiana con la più alta percentuale di studenti di origine straniera frequentanti gli istituti scolastici.

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50

Quadro normativo e strategie regionali

Servizio Politiche per l’Accoglienza e l’Integrazione Sociale - Andrea Stuppini

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GLI OBIETTIVI STRATEGICI DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA

La Regione, nel promuovere l'integrazione sociale dei cittadini stranieri, individua tre finalità di ordine generale sulle quali ispirare l'insieme delle politiche regionali.  la rimozione degli ostacoli al pieno inserimento sociale, culturale e

politico;  il reciproco riconoscimento e la valorizzazione delle identità culturali, religiose e linguistiche;  la valorizzazione della consapevolezza dei diritti e dei doveri connessi alla condizione di cittadino straniero immigrato

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In questa prospettiva la Regione Emilia-Romagna si è data 6 macro-obiettivi strategici di riferimento:

• • • • • •

aumentare la conoscenza del fenomeno; attivare strumenti e pratiche di governance; costruire relazioni positive; garantire pari opportunità di accesso ai servizi; promuovere la tutela legale; partecipare al governo dei flussi migratori.

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… tali macro obiettivi si realizzano attraverso:

1. I suoi strumenti normativi (e in particolare la Legge Regionale 5/2004: norme per l'integrazione sociale dei cittadini stranieri immigrati); 2. Un programma triennale d’azioni trasversali (2006-2008) in tema di politiche sociali e della salute, politiche abitative, politiche scolastiche, educative, culturali e occupazionali; 3. Accordi e protocolli d’intesa con enti, associazioni e parti sociali su iniziative strategiche; 4. Programmi di finanziamento indirizzati agli Enti Locali ed all’associazionismo per implementare progetti specifici o di iniziativa regionale, principalmente attraverso lo strumento del Programma Regionale per l’integrazione sociale degli immigrati

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La Legge Regionale 24 Marzo 2004 n. 5, è la prima legge organica regionale sul tema dell’immigrazione approvata in Italia dopo la riforma del Titolo V. Questa norma riforma profondamente l’intera legislazione regionale in tema di immigrazione e mira a: Garantire a tutti uguaglianza di diritti e doveri; Accesso universalistico al sistema di welfare e contestuale negazione di servizi

separati; Rafforzamento del dialogo e rispetto delle differenze; Contrastare il razzismo e la xenofobia; Promuovere la partecipazione alla vita pubblica e alle scelte politiche nei suoi vari aspetti (elezioni di consulte o di membri consiliari aggiunti nei consigli comunali, promozione di associazioni,…).

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Dalla legge Regionale 5/2004 seguono:

• • • • • • •

Il programma triennale 2006-2008 (febbraio 2006); La Consulta Regionale per l’integrazione degli Immigrati; L’attivazione del Centro regionale contro le discriminazioni (in fase istitutiva)*; L’ istituzione di un Osservatorio regionale sul fenomeno migratorio; contributi alle Province, ai Comuni, ed ai soggetti no-profit per interventi di integrazione sociale; interventi per le politiche abitative; il sostegno al ruolo di integrazione culturale svolto dalla scuola attraverso la formazione del personale educativo docente e l’utilizzazione dei mediatori culturali.

* http://www.emiliaromagnasociale.it/wcm/emiliaromagnasociale/home/antidiscriminazioni.htm

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Protocolli operativi con le parti sociali su tematiche strategiche dicembre 2001: Protocollo strategico tra Regione, Enti locali, Sindacati, Associazioni datoriali e Forum regionale del terzo settore su immigrazione e lavoro; aprile 2003: Protocollo strategico tra Regione e Sindacati sul lavoro di curo e lavoratrici immigrate che offrono assistenza agli anziani per l’emersione del lavoro nero. giugno 2004 Protocollo d’intesa tra Regione, ANCI, UPI, Sindacati, Forum regionale del terzo settore e ONG per l’implementazione di un network a supporto di rifugiati e richiedenti asilo. gennaio 2007 Protocollo d’intesa (in occasione dell’Anno Europeo per le pari opportunità per tutti) tra Regione, Enti locali, Sindacati, Associazioni datoriali, ONG contro ogni forma di discriminazione e per la costituzione del Centro Regionale contro le discriminazioni a contrasto del razzismo e della discriminazione.

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Il Programma Regionale per l’integrazione sociale degli immigrati prevede circa 4 milioni di Euro l’anno e si incentra su 3 macro livelli di intervento:

1. 2. 3.

Progetti finalizzati provinciali Progetti finalizzati distrettuali Progetti finalizzati “oltre la strada”

Complessivamente sono più di 135 i progetti cofinanziati dal fondo regionale presentati e implementati dagli Enti locali in partnership con Istituti scolastici, Aziende Sanitarie, Soggetti di terzo Settore, Autorità di pubblica sicurezza.

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progetti articolati in:

a) b) c) d) e) f) g)

Azioni in favore di minori e loro famiglie; Realizzazione e consolidamento dei punti informativi per cittadini stranieri; Implementazione di specifiche attività di mediazione interculturale specialmente nei servizi e uffici pubblici; Alfabetizzazione alla lingua italiana ponendo una particolare attenzione alle necessità delle donne immigrate; Contrastare lo sfruttamento a fini sessuali e il traffico di esseri umani Fornire protezione a rifugiati e richiedenti asilo; Azioni di promozione di diritti politici, rappresentanza e partecipazione alla vita pubblica

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In Emilia-Romagna si è posta una particolare attenzione per evitare sovrapposizioni tra il ruolo delle Province e dei Comuni. Le prime hanno indirizzato i loro progetti attuativi verso la costruzione degli Osservatori provinciali sull’immigrazione, verso il supporto a progetti di comunicazione interculturale che hanno coinvolto radio e tv locali, verso il sostegno all’associazionismo migrante e a percorsi di partecipazione (Consulte provinciali di Ferrara e Bologna). I Comuni invece, operando soprattutto nell’ambito della pianificazione di zona sociale, e dunque in partnership con numerosi altri soggetti, hanno invece sviluppato le altre aree di intervento. Lo sviluppo dei progetti sulla prostituzione e di contrasto alla tratta sono invece stati attivati da una rete composta da comuni, consorzi per i servizi sociali e Aziende Sanitarie in partnership con numerosi soggetti del terzo settore.

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Questi sforzi hanno delineato un sistema regionale di accoglienza e integrazione composto da:

 un network di circa 135 info-point per cittadini immigrati gestiti dai comuni

(più quelli gestiti dai sindacati o dalle associazioni);  più di 250 mediatori interculturali impiegati nei servizi pubblici (scuole, servizi sociali, centri sanitari, ospedali) a supporto di corrette e comprensibili relazioni tra impiegati pubblici, cittadini e amministratori;  Un network regionale contro lo sfruttamento e la tratta che dal 1999 ha fornito aiuto e protezione (e percorsi di integrazione) a più di 2.100 donne (ex. Art. 18 D.lgs. 286/98) in forte interconnessione con i servizi sociali di comuni e AUSL, Questure e associazionismo;

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 Un network regionale a favore di rifugiati e richiedenti asilo capace

di accogliere 205 persone;  un network di oltre 20 centri interculturali gestiti dai comuni e/o da

organizzazioni non-profit;  Varie imprese sul versante della comunicazione interculturale

(giornali, radio, tv, web sites) promosse e sviluppatesi grazie al supporto attivo della Regione Emilia-Romagna e degli enti locali;  Più di 20 consulte di immigrati elette a suffragio universale dai

cittadini stranieri che in parte compensa il grande problema dell’assoluta mancanza di rappresentatività per i cittadino non comunitari.

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GLI INDICATORI DI INTEGRAZIONE DEI CITTADINI STRANIERI IMMIGRATI IN EMILIA-ROMAGNA ANNO 2006 (Ai sensi della clausola valutativa prevista dall’art.20 della l.R.5/2004 e della azione di monitoraggio prevista dal programma 2006-2008 per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri) Il primo sistema (realizzato nel 2006) è composto da 38 indicatori suddivisi in 5 ambiti di attenzione: 1) Inserimento lavorativo 2) Stabilità sociale 3) Eliminazione delle diseguaglianze 4) Accesso ai servizi 5) Acquisizione di competenze

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Esempi di indicatori

Valore assoluto

N. titolari Permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo (ex Carta di soggiorno)

65.817 (2005) 82.679 (2006)

2

N. matrimoni misti (con almeno uno degli sposi stranieri)

2.657

18,2

% calcolata sul totale dei matrimoni 2005

3

N. annuo concessioni cittadinanza italiana

1.114

0,39

% calcolata sul totale dei soggiornanti stranieri al 31/12/2004

4

Tasso di promozione alunni stranieri (primaria)

96,2

a.s. 2004-2005

5

Divario tasso di promozione stranieri-italiani (primaria)

-3,8

a.s. 2004-2005

6

Tasso di promozione alunni stranieri (secondaria 1°grado)

90,7

a.s.2004-2005

1

% rispetto al totale

27,0 31,1

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Legenda

% calcolata sul totale dei soggiornanti stranieri al 31.12

64

7

Divario tasso di promozione stranieri-italiani (secondaria 1°grado)

-8,2

a.s. 2004-2005

8

Tasso di promozione alunni stranieri (secondaria 2°grado)

74,4

a.s. 2004-2005

8

Divario tasso di promozione stranieri-italiani (secondaria 2°grado)

-12,4

a.s. 2004-2005

10

N. minori stranieri nei servizi socio educativi 0-3 anni

1.832

6,9

% calcolata sul totale degli iscritti ai servizi 0-3 anni (a.s. 2004-2005)

11

N. ricoveri ospedalieri stranieri

46.257

5,43

% calcolata sul ricoveri del 2005

12

N. utenti stranieri ERP

13.466

12,6

Anno 2005

13

N. utenti stranieri in carico al servizio sociale professionale adulti

3.989

25,0

% calcolata sul totale degli adulti in carico del 2005

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totale

dei

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Negli anni il sistema di welfare si confronta sempre più spesso con l’utenza straniera e ciò non può sorprendere visto che gli immigrati sono quasi l’8% della popolazione, hanno un’età media più bassa ed una composizione familiare tendenzialmente più numerosa degli italiani. Va chiarito tuttavia che la crescente fruizione di servizi di welfare da parte dei cittadini stranieri non può rappresentare di per sé ed in maniera esaustiva un indicatore di effettiva integrazione; potrebbe anche solo rappresentare un crescente bisogno di assistenza. Decisivo è quindi il valore aggiunto delle politiche complessive di integrazione. In questo senso, a livello locale, occorre un raccordo tra le progettazioni finalizzate all’integrazione sociale degli immigrati ed il sistema universalistico di accesso ai servizi, perché risulta fondamentale qualificare il sistema di servizi abitativi, sociali, scolastici e sanitari per tutti, con una particolare attenzione alle specificità linguistiche, culturali e religiose di cui anche i cittadini stranieri sono portatori.

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IMMIGRAZIONE E CAPITALE SOCIALE

Robert Putnam, autore di “la tradizione civica delle regioni italiane” e “bowling alone”, in una nuova ricerca sul capitale sociale fatta negli Stati Uniti, pone le reti di solidarietà, le relazioni tra individui, l’associazionismo e la partecipazione (il capitale sociale) in rapporto con l’immigrazione. Egli osserva come in una prima fase l’immigrazione risulti essere un fattore di crisi della solidarietà e rottura degli equilibri (paura, insicurezza, ecc.) Tuttavia, in una seconda fase, se le politiche di integrazione hanno successo, il tessuto di associazionismo che compone il capitale sociale, ne esce arricchito propria dalla presenza di cittadini stranieri.

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Politiche per la Sicurezza e la Polizia Locale

Servizio Politiche per la Sicurezza e la Polizia Locale Giovanni Sacchini 24 Gennaio 2008 68

Servizio politiche per la sicurezza e la polizia locale Viale Aldo Moro 64 (5° piano) – 40127 Bologna http://www.regione.emilia-romagna.it/sicurezza

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ARGOMENTI DELLA RELAZIONE

1. Presentazione del Servizio 2. Il contesto nazionale delle politiche per la sicurezza 3. Caratteristiche della criminalità e della percezione della sicurezza nella nostra regione, ovvero il sistema di monitoraggio e la diffusione delle informazioni. 4. I principali interventi in materia di sicurezza e di polizia locale (1994 – 2007)

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PRESENTAZIONE DEL SERVIZIO

La protezione civile e la sicurezza negli ambienti di vita Sicurezza nelle città COSA FA LA REGIONE

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COSA FA LA REGIONE

Elabora, sostiene e sviluppa progetti nel campo della sicurezza e della qualificazione della polizia locale e promuove intese e collaborazioni con le autorità nazionali e provinciali di pubblica sicurezza. Attua programmi comunitari e realizza ricerche in tema di sicurezza e criminalità. Sostiene la Scuola regionale di polizia locale, nata nel 2000, come sede di formazione e qualificazione professionale.

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COSA FA LA REGIONE

Redige un Rapporto annuale sulle politiche e i problemi della sicurezza in Emilia-Romagna. Fornisce consulenza, formazione e documentazione a favore delle amministrazioni locali e delle associazioni. Interviene a favore delle vittime attraverso la Fondazione emiliano-romagnola per le vittime di reato. Svolge l´attività di segreteria tecnica del Forum italiano per la sicurezza urbana.

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73

2004: la locandina sui 10 anni di attività

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2. IL CONTESTO NAZIONALE

 La prima fase, dalla metà degli anni ‘90 al 2000 circa, è caratterizzata

dalle continue sollecitazioni che i governi locali portano avanti verso il governo nazionale, affinché riconosca le nuove dinamiche che caratterizzano la criminalità nei contesti locali e affinché cooperi attraverso diversi strumenti, alla sua gestione quotidiana.

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2. IL CONTESTO NAZIONALE

 La

seconda fase, che va dal 2000 al 2006, vede il consolidamento e la diffusione dei patti: alla fine del 2005 sono stati stipulati circa 200 protocolli o contratti di sicurezza tra Prefetture e Comuni (o, più raramente, Province).

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IL CONTESTO NAZIONALE - II FASE

 A partire dal 2001, inoltre, alcune Regioni, per prima l’Emilia– Romagna, stipulano con il Ministero dell’Interno degli Accordi di Programma sulla sicurezza urbana.  E’ in questo periodo (dal 2001 al 2006) che la Regione Emilia– Romagna ha stipulato un Accordo di programma con il Ministero dell’Interno (Dipartimento di Pubblica sicurezza) per la realizzazione delle seguenti attività:  formazione congiunta tra Polizia di stato, Polizia municipale e Arma dei carabinieri;  interconnessione delle sale operative delle diverse forze di polizia;  creazione di un laboratorio informatico per la condivisione dei dati sulla criminalità e sul disordine urbano.

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IL CONTESTO NAZIONALE

 La terza fase si è avviata recentemente, da circa un anno

(marzo 2007), e mette in evidenza un cambiamento nelle politiche nazionali sulla sicurezza.

 Il governo nazionale ha assunto un ruolo molto più attivo che in

passato, stipulando, nel corso del 2007, 18 nuovi patti per la sicurezza con le città metropolitane e con città di minori dimensioni.

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78

20/03/2007 Patto per la sicurezza Ministero dell'Interno-Anci Servizio Politiche per la Sicurezza e la Polizia Locale – Giovanni Sacchini

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IL CONTESTO NAZIONALE - III FASE

I soggetti delegati a definire i singoli patti (ovvero le priorità in ciascuna realtà) sono generalmente i Sindaci e i Prefetti di queste realtà. Le Regioni, e le Province sono chiamate a mettere a disposizione risorse su un fondo indistinto, gestito direttamente dai Prefetti, da utilizzarsi prioritariamente per rinnovare le dotazioni strumentali delle Forze di polizia nazionali. Generalmente tale Fondo speciale per la sicurezza viene devoluto dagli enti locali al Ministero dell'Interno e gestito dalla Prefettura di riferimento.

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80

IL CONTESTO NAZIONALE - III FASE

 Pure con alcuni aspetti critici, va riconosciuto che vi sono tuttavia

elementi di novità:  in particolare una condivisione delle criticità presenti sul territorio

urbano;  un tentativo di individuare specificatamente le risorse finanziarie

(anche se - va rimarcato - quasi mai di provenienza statale) e umane per attuare gli interventi previsti (mentre i precedenti protocolli rimanevano su un piano formale e non indicavano mai gli strumenti necessari per attuare le attività concordate);  non di rado sono previste sostanziali e più razionali riorganizzazioni dei presidi delle forze dell'ordine sul territorio.

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81

QUALI SONO LE AZIONI PREVISTE DAI PATTI?

 Le azioni si concentrano generalmente in interventi per

affrontare la questione dei rom, misure anticontraffazione, interventi di contrasto allo sfruttamento della prostituzione e all'abusivismo commerciale, riqualificazione del tessuto urbano, recupero di aree di degrado ambientale.  Previsti anche l'intensificazione delle funzioni dei "poliziotti di

quartiere" e il contrasto alle "forme di mendacità organizzata".  Le

amministrazioni comunali sono spesso chiamate a promuovere progetti di prevenzione sociale, potenziare l’illuminazione degli spazi pubblici, incrementare sistemi di videosorveglianza già attivi o a installare nuovi impianti e a coinvolgere direttamente le P.M. in attività di contrasto a forme diffuse di disordine urbano.

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82

QUANTE SONO LE CITTÀ COINVOLTE DAI PATTI?

 Ad oggi sono stati sottoscritti quasi una ventina di patti

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LE CITTÀ COINVOLTE DAI PATTI

Prospetto 1 – Patti per la sicurezza stipulati in Italia al 16 gennaio 2008. Patto per la sicurezza di Napoli e provincia Patto Calabria Sicura (Ministero dell'Interno - Regione Calabria - Amm.ni Prov.li di Catanzaro e Reggio Calabria) Protocollo d'intesa tra Ministero dell'Interno e Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia Patto per Roma sicura Patto per Milano sicura Patto per Torino sicura Patto per Cagliari sicura Patto per Catania sicura Patto per Genova sicura Patto per Bari sicura + Protocollo d'intesa sulla destinazione e sull'utilizzo a fini sociali e produttivi dei beni immobili confiscati alla criminalità - Bari Patto per Bologna sicura + Intesa interistituzionale per la sicurezza nell'area metropolitana di Bologna Patto per Venezia sicura Patto per Modena sicura Patto per Sassuolo sicura Patto per Firenze sicura Patto per Prato sicura Patto per la sicurezza di Vicenza Patto per Asti sicura Fonte: Ministero dell’Interno

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Data 03-11-2006 16-02-2007 27-03-2007 18-05-2007 18-05-2007 22-05-2007 11-06-2007 11-06-2007 14-06-2007 18-06-2007 19-06-2007 18-07-2007 18-07-2007 18-07-2007 19-07-2007 31-07-2007 13-11-2007 17-12-2007

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3. LA CONOSCENZA DEI FENOMENI

Caratteristiche della criminalità Percezione della sicurezza da parte dei cittadini il sistema di monitoraggio dei fenomeni e la diffusione delle informazioni.

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LA CONOSCENZA DEI FENOMENI - MONITORAGGIO

Dal 1995 il Servizio raccoglie e diffonde due tipi di dati: oggettivi, c.d. perché derivanti da atti amministrativi: le denunce dei cittadini raccolte dalle FF.OO; soggettivi, c.d. perché derivanti direttamente dai cittadini, raggiunti tramite un sondaggio.

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LA CONOSCENZA DEI FENOMENI - DIFFUSIONE

La diffusione si rivolge in primis agli altri Enti locali e, più in generale, a tutti i cittadini Si utilizzano i soliti canali per la diffusione di informazioni statistiche:  il nostro sito http://www.regione.emilia-romagna.it/sicurezza;  il sito del Servizio Statistica: http://www.regione.emilia-

romagna.it/statistica  i fascicoli cartacei annuali e quelli “speciali”;  il Rapporto annuale sulla sicurezza in Emilia-Romagna.

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3. LA CONOSCENZA DEI FENOMENI

3.1. L’andamento dei reati c.d. predatori 3.1.1. I reati che manifestano una crescita tendenziale 3.1.2. I reati stabili o in diminuzione 3.2. L’andamento dei reati violenti 3.3. La percezione di sicurezza dei cittadini

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1. ASPETTI OGGETTIVI

Le denunce raccolte dalle FF.OO. Il sistema «SDI» in gergo: statistiche della delittuosità

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Denunce

Omicidi dolosi 60

40

20

0 1991

1993

1995

1997

1999

2001

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2003

2005

90

Denunce

Lesioni dolose 6.000

4.000

2.000

0 1991

1993

1995

1997

1999

2001

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2003

2005

91

Denunce

Borseggi 24.000 18.000 12.000 6.000 0 1991

1993

1995

1997

1999

2001

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2003

2005

92

Denunce

Scippi 4.000 3.000 2.000 1.000 0 1991

1993

1995

1997

1999

2001

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2003

2005

93

Denunce

Furti di autoveicoli 16.000

12.000

8.000

4.000

0 1991

1993

1995

1997

1999

2001

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2003

2005

94

Denunce

Furti in appartamenti 24.000 18.000 12.000 6.000 0 1991

1993

1995

1997

1999

2001

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2003

2005

95

Denunce

Furti in negozi 16.000 12.000 8.000 4.000 0 1991

1993

1995

1997

1999

2001

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2003

2005

96

Denunce

Totale rapine 3.000

2.250

1.500

750

0 1991

1993

1995

1997

1999

2001

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2003

2005

97

Denunce

Rapine in banca 500 400 300 200 100 0 1991

1993

1995

1997

1999

2001

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2003

2005

98

Denunce

Totale furti 160.000

120.000

80.000

40.000

0 1991

1993

1995

1997

1999

2001

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2003

2005

99

2- ASPETTI SOGGETTIVI

Sondaggio annuale su 1.200 cittadini serie storica dal 1995 Nucleo stabile di circa 15 domande

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100

SONDAGGIO - PREOCCUPAZIONI SOCIALI

Domanda “aperta”: «Per lei, in generale, quali sono nella realtà di oggi i tre problemi più preoccupanti?» ATTENZIONE: NON LEGGERE LE RISPOSTE !

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SONDAGGIO

Disoccupazione e timori per il lavoro 50

25

0 1995

96

97

98

99

2000

01

02

03

04

05

06

07

«Per lei, in generale, quali sono nella realtà di oggi i tre problemi più preoccupanti?»

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102

SONDAGGIO

Costo della vita 50

25

0 1995

96

97

98

99

2000

01

02

03

04

05

06

07

«Per lei, in generale, quali sono nella realtà di oggi i tre problemi più preoccupanti?»

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103

SONDAGGIO

Piccola criminalità

50 25 0 97

98

99

2000

01

02

03

04

05

06

07

«Per lei, in generale, quali sono nella realtà di oggi i tre problemi più preoccupanti?»

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104

SONDAGGIO

Droga 50

25

0 95

96

97

98

99 2000 01

02

03

04

05

06

07

«Per lei, in generale, quali sono nella realtà di oggi i tre problemi più preoccupanti?»

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105

SONDAGGIO

Pericolo della guerra e terrorismo internazionale

50

25

0 95

96

97

98

99

2000

01

02

03

04

05

06

07

«Per lei, in generale, quali sono nella realtà di oggi i tre problemi più preoccupanti?»

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106

SONDAGGIO

Immigrazione 50

25

0 95

96

97

98

99

2000

01

02

03

04

05

06

07

«Per lei, in generale, quali sono nella realtà di oggi i tre problemi più preoccupanti?»

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107

SONDAGGIO

Inquinamento ambientale 50

25

0 95

96

97

98

99 2000 01

02

03

04

05

06

07

«Per lei, in generale, quali sono nella realtà di oggi i tre problemi più preoccupanti?»

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108

SONDAGGIO

Traffico 50

25

0 95

96

97

98

99

2000

01

02

03

04

05

06

07

«Per lei, in generale, quali sono nella realtà di oggi i tre problemi più preoccupanti?»

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4. I PRINCIPALI INTERVENTI IN MATERIA DI SICUREZZA E DI POLIZIA LOCALE (1994 – 2007)

4.1. Il sostegno agli Enti locali 4.1.1 Sostegno ai Comuni, alle province e alle associazioni di cittadini 4.2. I contenuti dei progetti finanziati 4.3. “I progetti–pilota” e gli accordi di programma per interventi di rilievo regionale 4.4. Recenti intese e Accordi a valenza regionale 4.5. Lo sviluppo delle Polizie locali 4.6. Altre attività rilevanti in materia di sicurezza urbana

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4.1. IL SOSTEGNO AGLI ENTI LOCALI

1.sostegno ai Comuni, alle province e alle associazioni di cittadini per l’intervento su problematiche di sicurezza o di disordine urbano a livello locale. Si tratta dei contributi concessi dalla Regione per sostenere attività da realizzarsi in singoli contesti locali; 2.intervento, sempre tramite Accordi e intese con gli Enti locali, per progetti di particolare rilevanza che hanno ad oggetto territori o temi ad alta problematicità. 3. erogazione di contributi per lo sviluppo delle polizie locali

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4.1.1 SOSTEGNO AI COMUNI, ALLE PROVINCE E ALLE ASSOCIAZIONI DI CITTADINI

Il sistema di contribuzione ordinario si è avviato nel 1999, grazie all’approvazione della legge 3 del 21/04/1999, poi modificata nel 2003 con la legge 24 “Disciplina della Polizia amministrativa locale e promozione di un sistema integrato di sicurezza”. Ad oggi, con questo meccanismo, sono stati finanziati 380 progetti a livello locale. Le parole chiave su cui si fonda la scelta di finanziamento sono:  attenta diagnosi del problema;  coerenza tra problema e strumento.

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4.1.1 SOSTEGNO AI COMUNI, ALLE PROVINCE E ALLE ASSOCIAZIONI DI CITTADINI

Nel 2004 le priorità e i meccanismi di selezione vengono cambiati per favorire il finanziamento di un numero minore di progetti, però più complessi: il finanziamento diventa biennale e si distinguono due tipologie: progetti di riqualificazione progetti di prevenzione.

Il prossimo bando, che prosegue con questa impostazione, verrà presentato nella primavera del 2008 [1,5 mln €].

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LA SITUAZIONE DEI PROGETTI FINANZIATI

Progetti in corso (2006 -2007): 40 promossi da EE.LL. 19 promossi da Associazioni Importi 2006 e 2007 (assieme): EE.LL: 2.778.000; Associazioni: 153.000

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I CONTENUTI DEI PROGETTI FINANZIATI

si possono individuare 3 modelli di politiche locali per la sicurezza: 1. misure di settore (prevenzione e controllo dei fenomeni); 2. misure basate su politiche urbanistiche o di riqualificazione; 3. programmi generali per la sicurezza. Il tipo di interventi proposti è molto vario e segue la logica chiave delle politiche regionali, quella della integrazione delle misure. Troviamo così misure di:  potenziamento e qualificazione del controllo sul territorio;  riqualificazione urbana e strumenti di natura tecnologica;  interventi a sostegno dell’emarginazione e del disagio sociale;  servizi per l’integrazione multietnica e per la gestione del conflitto;  animazione dello spazio pubblico e promozione della partecipazione;  campagne educative e informative.

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4.3. “I PROGETTI–PILOTA” E GLI ACCORDI DI PROGRAMMA PER INTERVENTI DI RILIEVO REGIONALE

Interventi svolti in collaborazione con il Servizio Riqualificazione Urbana e Promozione qualità architettonica aventi per oggetto: 1. le stazioni di alcune città dell’Emilia–Romagna e le aree circostanti; 2. le aree liberate dalla dismissione di attività obsolete, spesso collocate ai bordi del tessuto urbano; 3. i grandi insediamenti problematici (residence, ecc.).

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RECENTI INTESE E ACCORDI A VALENZA REGIONALE

Oltre ai contributi ordinari e ai progetti pilota, recentemente la Regione, in attuazione dell’art. 4, lett. a) della L.R. 24 del 2003, ha stipulato intese e accordi di collaborazione con alcuni Comuni già interessati dai progetti pilota o con altre realtà comunali, per intervenire su aree particolarmente problematiche, o su problemi di rilevanza regionale, come recita l’articolo stesso della legge regionale.

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RECENTI INTESE E ACCORDI A VALENZA REGIONALE

In generale, questi progetti a valenza regionale sono riconducibili a tre diverse categorie: Qualificazione tecnologica P.M. [Forlì, Argenta (FE) e Castelnovo di Sotto (RE)]: 198.000 €; Ricerca sulla sicurezza di genere (Comune di Ravenna): 60.000 €; Accordi di programma per interventi su progetti locali: Bologna (Pratello), Calderara di Reno (PAS) e Sassuolo: 545.000 €. Totale interventi a valenza regionale: 803.000 €.

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4.5. LO SVILUPPO DELLE POLIZIE LOCALI

Come accennato le forme di contribuzione previste dalla L.R. 24/2003 sono di due tipologie: 1.contributi per la realizzazione di progetti volti alla qualificazione dei servizi di polizia locale (fino al 50% delle spese ritenute ammissibili); 2.contributi per la promozione e l'istituzione dei corpi di polizia locale di cui all'articolo 14 della Legge, (fino al 70% delle spese ritenute ammissibili).

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LO SVILUPPO DELLE POLIZIE LOCALI – CONTRIBUTI ORDINARI

Con riferimento alla prima tipologia (contributi annuali), negli anni che vanno dal 2004 al 2007, sono stati finanziati 120 progetti di qualificazione della polizia locale. Il tutto per un ammontare di contributi pari a 3,15 mln di Euro (che diventano 6,8 mln se teniamo conto della quota investita dai Comuni). In corso nel 2008: 29 progetti per circa 1 mln di €.

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LO SVILUPPO DELLE P. L. – CORPI A NORMA L.R. 24/2003

Sulla istituzione dei Corpi (associati e no) sono stati accordati contributi su base triennale a 17 strutture di polizia municipale pari ad una contribuzione di 4,7 mln di Euro (che anche in questo caso diventano 6,8 mln se teniamo conto della quota investita dai Comuni). 1,7 mln € per il 2008 10 sono gli Accordi previsti (ma non ancora sottoscritti) per il periodo 20082010 (1 mln € previsto per il 2008 e idem 2009 e 2010) interventi simili a quelli dei contributi ordinari ma utili per raggiungere gli standard previsti dalla L.R. 24/2003.

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LO SVILUPPO DELLE POLIZIE LOCALI

Per lo sviluppo delle Polizie locali (P.M. e, con meno peso, Polizie provinciali) le due grandi linee di intervento sono: Aggiornamento tecnologico e Formazione  In generale: miglioramento delle sedi, delle attrezzature, degli

autoveicoli, con i contributi di cui sopra al punto (1).  In particolare attraverso tre specifici progetti a valenza regionale: – TETRA; – fotosegnalamento; – Rilfedeur.

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LO SVILUPPO DELLE POLIZIE LOCALI FORMAZIONE

 Scuola specializzata di Polizia Locale (ora Fondazione a

valenza interregionale);  Formazione congiunta (Accordo con il Ministero dell’Interno);  Formazione “integrata” a livello locale (già fatta a FE) e in programma per il 2008 con il nostro Servizio che coordina gli interventi nel settore delle Dipendenze (Servizio Salute mentale, Dipendenze patologiche, Salute nelle carceri)

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LO SVILUPPO DELLE POLIZIE LOCALI

Per il 2008 sono previsti investimenti nello sviluppo delle P.L. (1) Contributi ordinari: 1.000.000 € (2) Corpi unici 1,7 mln + 1.000.000 € Contributo RER alla Scuola Interregionale (Fondazione) 380.000 €

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4.6. ALTRE ATTIVITÀ RILEVANTI IN MATERIA DI SICUREZZA URBANA

la partecipazione a progetti e reti europee, in questi ambiti:

progetto europeo Agis sulla progettazione urbanistica per la sicurezza ; progetto europeo Agis sulle forme del disordine urbano; progetto europeo West sulla tratta e forme di schiavitù delle donne straniere; progetto europeo Daphne sulla conflittualità giovanile nello spazio pubblico; progetto europeo “CrimPrev” per lo studio e le buone pratiche in materia di prevenzione locale della criminalità.

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ALTRE ATTIVITÀ RILEVANTI IN MATERIA DI SICUREZZA URBANA

 la costituzione, nel gennaio 2005, della Fondazione per le

vittime di reati gravi, un’istituzione costituita tra Regione e Comuni dell’Emilia-Romagna, operante presso il Servizio politiche per la sicurezza e la polizia locale, che, esperienza ancora unica in Italia, interviene con forme di sostegno economico per le vittime e i familiari delle vittime di reati gravi, che abbiano subito un danno grave alla persona.  Nell’arco di circa tre anni, la Fondazione è intervenuta con

forme diverse di sostegno in 32 casi (13 omicidi, 5 violenze sessuali, 14 aggressioni gravi alla persona);

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http://www.fondazionevittimereati.it/

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ALTRE ATTIVITÀ RILEVANTI IN MATERIA DI SICUREZZA URBANA

Il coordinamento della segreteria tecnica del Forum italiano per la sicurezza urbana (FISU)  Il FISU è l’associazione degli Enti locali operanti nel settore e che già da alcuni anni ha raggiunto il centinaio di aderenti. 

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RIASSUMENDO ….

Interventi per il 2008 a bilancio: Contributi ordinari (sicurezza urbana) per gli Enti Locali e le Associazioni: 1.500.000 € Accordi e iniziative a valenza regionale: 750.000 € Per lo sviluppo delle Polizie Locali (1) Contributi ordinari: 1.000.000 € (2) Corpi a norma L.R. 24/2003 1,7 mln + 1 mln € Contributo RER alla Scuola Interregionale (Fondazione) - 380.000 €

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