L'espressione vernacolare napoletana chiagni e fotti (o chiagne e fotte[1]; in italiano: «piangi e fotti») è un volgarismo che costituisce una formula proverbiale della tradizione partenopea. Viene usata, di solito, per sottolineare e stigmatizzare un tipico atteggiamento umano, opportunista e ipocrita, esibito da alcune persone che sono solite indugiare in lamentazioni proprio in quei momenti in cui le cose, per loro, vanno a gonfie vele (wallow) 1. Il piangina si lamenta in continuazione La sua cifra relazionale è il lamento. Continuo, ossessivo, patologico. Talvolta assume persino caratteristiche di aggressività e rabbia. Il piangina si lamenta perché non si accetta, perché non riesce a digerire la propria incapacità di cambiare, di non essere stato all'altezza di certe scelte. Con il lamento cerca tolleranza, comprensione, affetto, che poi rifiuta. 2. Il piangina è inconsolabile ... e guai a cercare di consolarlo. Chi non lo asseconda diventa immediatamente suo nemico o entra nella cerchia dei sospettati. Però, persino chi cerca di comprendere le sue ragioni, viene vissuto con sospetto. 3. Il piangina colpevolizza gli altri Non ha mai colpa, non si assume responsabilità, non ha la capacità di fare un po' di autocritica, di mettersi in discussione, di analizzare con distacco le situazioni. In compenso, colpevolizza chi si rifiuta di accettare il suo punto di vista. 4. Il piangina esibisce la sua carica negativa Ogni occasione è buona per sfoggiare le proprie presunte disgrazie, per attaccare con il lamento. Il piangina non si confida in privato con le persone che gli stanno più vicine, ma preferisce esibire platealmente la sua carica negativa. 5. Il piangina si nutre di sospetto Chi soffre di vittimismo vede ovunque complotti e manovre che alimenta (e riesce a vedere ovunque) con il suo pensiero ossessivo. 6. Il piangina svaluta l'altro Chi soffre di vittimismo tende a svalutare gli altri con atteggiamenti ipercritici, così da evitare di dare un giudizio di se stesso e della propria inadeguatezza 7. Il piangina vuole esercitare controllo Chi lamenta di non essere mai ascoltato (dal partner, dai figli, dai colleghi) sta cercando di esercitare una sorta di controllo sugli altri, soprattutto attraverso il ricatto affettivo con il quale vuole tenere in pugno le persone. 8. Il piangina non fa nulla per cambiare Si crede vittima di presunte ingiustizie, ma rimane inerte, non sa affrontare il cambiamento, non sa cercare dentro di sé le risorse per lenire la sua sofferenza che, questa sì, è reale. 9. Il piangina non ha fiducia Non si fida di nessuno, si aspetta che gli altri facciano di tutto per ingannarlo e quindi cerca in ogni modo di trovarli in fallo: è sospettoso, ipervigilante, sempre all'erta.
10. Il piangina non accetta di farsi aiutare Avrebbe bisogno di supporto psicologico per andare alla radice dei suoi problemi e cercare di risolverli. Ma guai a farglielo notare! Chi gli sta vicino deve trovare il modo per invitarlo a smettere di farsi del male e a spezzare l'inganno che si è costruito