Revista Vox Philosophiae http://revista.filozofie.eu/
ISSN 2100-0069
Revista Vox Philosophiae
Recensione: Giuseppe Pulina, L'ANGELO DI HUSSERL. Introduzione a Edith Stein Anna Rita Brozzu Giuseppe Pulina, L'ANGELO DI HUSSERL. Introduzione a Edith Stein Civitella in Val di Chiana, Zona, 2008, pp. 126 - euro 14,00 - ISBN 978 88 95514 47 5.
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Vita e pensiero costituiscono in Edith Stein un binomio tanto stretto da risultare inestricabile. Non può essere altrimenti per una pensatrice che ha saldato con tanta forza la propria riflessione alla sua esperienza di vita, sperimentando la Croce ancor prima di finire i suoi giorni ad Auschwitz. Questa è una delle tante tesi argomentate nel libro che Giuseppe Pulina dedica a Edith Stein. Nel suo libro, intitolato “L’angelo di Husserl – Introduzione a Edith Stein”, Pulina si chiede in che cosa consistono più propriamente la forza e l’attualità di questa filosofa ebrea convertitasi al cattolicesimo, interprete autentica di istanze spirituali tra le più radicali. Pulina, docente di filosofia presso l’Istituto Euromediterraneo autore di diversi altri saggi di filosofia (tra i quali “Animali e filosofi”, Giunti, 2008; “L’imperfetto pessimista – Saggio su Michelstaedter”, Lalli, 1996) e direttore redazionale della rivista “Mneme Ammentos”, risponde alla domanda indicando alcune delle rotte che caratterizzarono la ricerca filosofica di Edith Stein: gli studi sull’empatia; l’esigenza di conciliare il rigore scientifico della fenomenologia husserliana con la riscoperta di Tommaso d’Aquino; l’interesse per l’angelologia (versante tematico che spiega la scelta del titolo); la fiducia in una filosofia perenne capace di rinnovamento; la tematizzazione straordinariamente profetica del motivo della Croce, suggeritole dall’attenta lettura delle opere di san Juan de la Cruz. Per il lettore di questo libro, occuparsi di Edith Stein significherà anche poter cogliere i tanti raccordi che ne mettono la figura e il pensiero in contatto con alcune delle maggiori personalità intellettuali del nostro tempo come Max Scheler, Simone Weil, Gerda Walther e Maria Zambrano, fonti, dirette e ipotizzabili, di un percorso filosofico tra i più originali di tutto il Novecento. Pulina si propone di cogliere i nessi delle tante articolazioni tematiche in cui si struttura il piano generale dell’opera di Edith Stein. Questo suo proposito, tenacemente e con successo perseguito, produce come esito finale la definizione di
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una filosofia della persona la cui elaborazione aveva assorbito, secondo un disegno organico e coerente, tutte le energie di Edith Stein. Il personalismo steiniano – scoprirà il lettore di questo libro – deve molto di più all’antropologia filosofica di Max Scheler che agli studi di Mounier e Maritain. Dopo aver ripercorso la vicenda biografica tragicamente conclusasi con la deportazione ad Auschwitz, negli altri capitoli del libro Pulina si occupa di temi più specifici, quali l’empatia (fenomeno che la Stein studiò negli anni del suo apprendistato fenomenologico e durante il periodo di assistente di Husserl), la figura della donna nella società e, più in generale, nel mondo, la possibilità di una philosophia perennis che andasse oltre l’ambito e l’etichetta allora un po’ abusata di “filosofia cristiana”, e il rapporto con l’opera mistica di san Giovanni della Croce, l’autore della Notte oscura che ne illuminò l’ultimo travagliato soggiorno ad Echt, la località olandese in cui si trovava il convento carmelitano dove fece irruzione la Gestapo e da dove iniziò il viaggio della filosofa verso il campo di sterminio di Auschwitz.
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