Vol Anti No

  • June 2020
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  • Words: 1,510
  • Pages: 3
SCUOLA: VEDIAMO DI FARE CHIAREZZA Molti, troppi messaggi carichi di inesattezze, volute e non, hanno raggiunto i cittadini sull’argomento in questo periodo. Pochissimi contenevano notizie, moltissimi opinioni fortemente orientate politicamente, appoggiati da taluna stampa oramai poco autorevole. Il nome delle cose. Piani generali, parametri e criteri per l’organizzazione della rete scolastica: significa indicare per esempio il numero degli alunni per classe, il numero degli insegnanti e degli ATA(ex bidelli) per alunno, il numero minimo per avere un istituto autonomo, quanto è necessario spendere per la rete scolastica. La competenza è dello Stato centrale, fra l’altro confermata anche dalla recente sentenza costituzionale n.200 del luglio scorso. Piani di dimensionamento scolastico: significa pianificare gli Istituti Autonomi Scolastici. Ovvero quanti Dirigenti Scolastici (ex Presidi e Direttrici) con tanto di segretario amministrativo, collegi docenti, consigli di istituto, collaboratori ATA (ex bidelli), tanto di uffici, segreteria, impiegati, connessi e accessori, e’ possibile avere sul territorio. La competenza per l’elaborazione del piano è dei comuni per la scuola dell’obbligo e ldella infanzia, mentre l’approvazione generale è delle Regioni su proposta organica delle provincie. Piani di utilizzo dei punti di erogazione del servizio scolastico: significa l’istituzione, l’aggregazione, la fusione, la soppressione e l’utilizzo degli edifici e delle attrezzature di quelli che un tempo venivano chiamati plessi. La competenza è strettamente delle amministrazioni comunali che si muovono sulla base di pianificazioni generali approvate dal Consiglio Comunale. Cosa è successo. Nell’ottobre 2008 la provincia di Napoli scriveva al comune chiedendo urgentemente un piano di dimensionamento scolastico entro la fine dell’ottobre 2008 stesso per le questioni mai risolte del vecchio dimensionamento del 1999. Così nasce la delibera di giunta n.233/08 che anticipa la delibera di consiglio n.57/08. Nelle delibere fu poi anche affrontato il piano di utilizzo dei punti di erogazione, anche tenendo presente quanto già stabilito dalle delibere di consiglio comunale della maggioranza del Sindaco Savarese : la n. 80/98 e la n. 79/99, in cui si dava indicazione programmatica per il superamento dei piccoli plessi e delle piccole classi giudicate già allora discriminanti rispetto alle classi più grandi e meglio attrezzate. Nelle delibere quindi si affrontavano distintamente sia un nuovo piano dimensionamento scolastico che un nuovo piano di utilizzo dei punti di erogazione.

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Il piano di dimensionamento scolastico Per motivi ideologici e politici, senza entrare nel merito delle proposte, la Regione Campania nel successivo febbraio 2009, in pratica, decise che i piani di dimensionamento fatti dai comuni e dalle provincie della Campania intera fossero congelati e ripropose in buona sostanza il dimensionamento 2007/2008. Atteso che, insieme ad altre regioni, propose ricorso alla Corte Costituzionale per contestare il potere di legiferare del governo centrale sui piani generali e i criteri per l’organizzazione della rete scolastica. In pratica la proposta di dimensionamento di Vico Equense non è stata mai valutata nella sostanza.

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Il piano di utilizzo dei punti di erogazione. Tale piano, ampiamente discusso con le istituzioni scolastiche e, almeno in una prima fase unanimemente condiviso, prevedeva di concentrare le risorse economiche disponibili sui plessi meglio utilizzabili e in grado di offrire soluzioni logistiche migliori per gli alunni. Infatti si decise di intervenire in modo massiccio ed organico sulle scuole, come si sta facendo ancora adesso, cercando di ottimizzare al massimo bisogni, esigenze e investimenti. Nel pieno rispetto della volontà del Consiglio Comunale, quello attuale, e di quelli succedutosi dal 98 ad adesso. Il piano prevede il superamento dei piccolissimi plessi e delle nocivissime pluriclasse e la razionalizzazione dell’uso delle strutture, dette punti di erogazione, (ex plessi). Come peraltro si è già fatto, sia con amministrazioni di sinistra che di centrodestra: vedi ad esempio il superamento delle pluriclasse di Santa Maria del Castello, di via Laudano Bonea, di Sejano. Pertanto si decise di: superare i plessi di Ticciano (60 iscritti tra materne ed elementari) e di Montechiaro (50 iscritti tra materne ed elementari), di accorpare le elementari di Fornacelle (46 iscritti) ad Arola e di spostare (non chiudere) le medie di Arola ( 89 iscritti) al plesso di Fornacelle, liberando così spazio per sistemare le materne di Arola in modo molto migliore e realizzando nuovi spazi nelle elementari per laboratori. Si decise inoltre di ottimizzare le risorse anche per il comparto Massaquano-Sant’Andrea specializzando gli edifici: Massaquano Via Bosco solo scuola secondaria inferiore (ex medie); Massaquano Via Belvedere solo infanzia (ex materna); Sant’Andrea solo primaria (ex elementare). In effetti si passava da 12 punti di erogazione (plessi) a 10. E i punti di cottura, centro di costo elevatissimo, a due molto attrezzati. Che sono numeri di tutto rispetto anche per un territorio come il nostro. Ovviamente furono individuate risorse adatte per un trasporto vantaggioso degli alunni accorpati o spostati. La sentenza della Corte Costituzionale n. 200 del luglio 2009 Nelle prime settimane del luglio 2009 la suprema Corte deliberava sui ricorsi di alcune Regioni tra cui la Campania. Il verdetto fu molto deludente per le Regioni stesse che per bocca del Governatore della Emilia-Romagna on. Errani, si dichiararono perplesse. In effetti la Corte confermò che i Piani generali, parametri e criteri per l’organizzazione della rete scolastica sono principi generali e quindi insieme alle risorse economiche da impegnare sono di competenza esclusiva dello Stato centrale. Alle regioni resta il solo ed esclusivo compito di adeguare la rete scolastica regionale ai parametri nazionali. Qualcuno osserva che alle regioni tocca solamente il “ lavoro sporco” ovvero decidere quali Istituti autonomi sopprimere o accorpare per adeguarsi alla normativa statale: una vittoria di Pirro. Tutto ciò nulla ha a che vedere con la nostra questione essendo il piano di dimensionamento già congelato, insieme agli altri, dal febbraio 2009. La sentenza del TAR Campania registrata il 28 agosto 2009 e notificata ai primi di settembre. In seguito ad un ricorso sollecitato dal PD vicano, a firma di alcuni cittadini, bene accompagnati da alcuni insegnanti, in cui si chiedeva l’annullamento delle delibere di giunta n. 233/08 e di Consiglio n.57/08, il TAR Campania, nell’immediatezza della apertura dell’anno scolastico, e a programma di lavori praticamente in via di conclusione, emette il seguente verdetto: 3. – Conclusivamente, il ricorso principale ed il primo ricorso per motivi aggiunti sono fondati e vanno accolti per quanto di ragione e nei limiti specificati in motivazione, con conseguenziale annullamento dei provvedimenti emessi dal Comune nella parte in cui tali atti provvedono a chiudere il plesso scolastico di Montechiaro e quello di Ticciano, nonchè a costituire nel territorio comunale due plessi scolastici in luogo dei quattro precedentemente esistenti; per il resto, essi sono parzialmente improcedibili, mentre è inammissibile il secondo ricorso per motivi aggiunti.

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1. In primis non annulla le delibere dando ancora più legittimità alla azione di governo del Consiglio Comunale di Vico Equense e dando via libera al piano di utilizzazione dei punti di erogazione; 2. riforma la delibera, in una confusione di termini, nella parte del dimensionamento. Parte che non aveva trovato applicazione, come detto già, dal febbraio 09; 3. riforma la delibera nella parte della chiusura dei “plessi” ma assimilandola al dimensionamento e chiaramente confondendo “plessi” con Istituti Autonomi. Infatti si legge di 4 plessi e di 2 plessi. Una confusione totale e imbarazzante. Cosa succederà Riguardo al dimensionamento è molto probabile che si dovrà ritornare sull’argomento, stante i nuovi regolamenti nazionali e le mancate decisioni della Regione Campania.Vedremo Riguardo al piano di utilizzo, essendo in grandissima parte del tutto legittimo, la rete scolastica comunale sarà riconfigurata come da piano approvato nel novembre 2008. Per la parte riformata dal TAR: “plessi” Ticciano-Montechiaro, volendola interpretare nel senso voluto dai cittadini ricorrenti, l’amministrazione si adopererà per rispettare la sentenza e sta già producendo atti per sistemare e mettere a norma anche questi edifici che però sono rimasti, ovviamente, fuori dal piano dei lavori deciso nel novembre 08. Nel contempo, ai giudici si risponde coi giudici, e quindi la “innovativa e originale “ sentenza del TAR Campania, in controtendenza con altri TAR, sarà serenamente sottoposta al vaglio del Consiglio di Stato. In tutto questo è però necessario ricordare che in seguito alla sentenza della Corte Costituzionale i decreti Gelmini sono operanti e ribaditi con nuovi regolamenti, decreto ministeriale 81 e altri, pertanto, secondo i parametri generali, difficilmente i dirigenti scolastici avranno via libera dal MIUR (uffici regionali) per la formazione di classi fortemente sottodimensionate. Al pari delle Regioni, che dovranno far quadrare necessariamente i conti. Nella certezza che questa nostra azione di governo, per certi versi coraggiosa, ma sicuramente innovativa e di progresso è tutta incentrata esclusivamente sulle esigenze di miglioria dei nostri piccoli concittadini, e nella certezza che, quando la nebbia delle sterili polemiche si ritirerà i cittadini tutti capiranno le grandissime positività dell’operazione, che sono di gran lunga superiori a qualche disagio o a qualche cambio di abitudine stratificato nel tempo. Cittadini vi invitiamo a ragionare e a giudicare esclusivamente con il metro della migliore condizione di studio e di relazione sociale dei nostri figli, anche sacrificando qualche piccola comodità personale e tenendo presente che mai sono state impegnate tante risorse nel comparto della istruzione come in questo periodo e mai sono stati fatti tanti lavori e migliorie alle nostre scuole. I Consiglieri di maggioranza, l’Amministrazione, il Sindaco.

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