Tutta La Vita Davanti

  • December 2019
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  • Words: 737
  • Pages: 2
Tutta la vita davanti (2007) Origine Genere Regia Attori

Italia Commedia, Drammatico Paolo Virzì Isabella Ragonese (Marta), Sabrina Ferilli (Daniela, capotelefonista), Massimo Ghini (Claudio, boss della Multiple), Valerio Mastandrea (Giorgio Conforti, sindacalista), Elio Germano (Lucio 2, venditore), Micaela Ramazzotti (Sonia, mamma di Lara), Caterina Guzzanti (Fabiana Lanza Campitelli) Voce narrante Laura Morante Soggetto Michela Murgia (tratto dal romanzo “Il mondo deve sapere – romanzo tragicomico di una telecronista precaria” Isbn edizioni, 2006) Sceneggiatura Paolo Virzì, Francesco Bruni Fotografia Nicola Pecorini Musiche Gabriella Conti, Marco Streccioni Montaggio Esmeralda Calabria Nastro d’argento 2008 per miglior film italiano Nastro d’argento 2008 per la migliore attrice non protagonista, Sabrina Ferilli ---------------

Il film narra la storia di Marta, una ventriquattenne siciliana trapiantata a Roma. Marta, appena laureata con lode in filosofia, cerca di ottenere un posto come ricercatrice all'universita' e, nell'attesa dei risultati del concorso, cerca un lavoro part-time. Dopo svariati tentativi, tutti fallimentari, Marta riesce a trovare un impiego come baby-sitter di Lara: la figlia di Sonia, una ragazza della sua età. Tra Marta e Lara si instaura presto legame molto forte e Marta le legge spesso al posto delle favole gli scritti di grandi filosofi. Marta ha però bisogno di guadagnare di più, e Sonia le consiglia di rivolgersi alla Multiple Italia, dove anche lei lavora. L'azienda commercializza un costoso elettrodomestico multifunzione, tramite ragazze addette a fissare gli appuntamenti e venditori che si occupano delle dimostrazioni a domicilio e delle vendite vere e proprie. Marta diventa così una telefonista, e deve imparare le tecniche per fissare gli appuntamenti. La ragazza osserva con stupore le sue colleghe: ragazze ingenue, che sull'autobus parlano solo di reality show, che lei nemmeno conosce. La bravura di Marta nel lavoro la fa entrare molto presto nelle grazie di Daniela, l'invasata capo telefonista, che si vocifera abbia una relazione con Claudio, il capo dell'azienda, sposato e con figli. Le tecniche motivazionali dell'azienda hanno dell'incredibile (messaggi sul cellulare da parte della capo telefonista, balli propiziatori, canzoncine motivazionali quotidiane, premiazioni con futili gadget o pubbliche ramanzine alla fine di ogni mese) ma Marta mantiene sempre un lucido e ironico distacco da tutto questo strano mondo. Il primo serio turbamento etico la colpisce solo quando, dopo aver fatto credere ad una cliente di essere una vecchia amica della nipote, scopre che quest'ultima si è suicidata. La Multiple si rivela pian piano al suo sguardo ingenuo nel suo aspetto reale: una sorta di mostro che fagocita i giovani lavoratori, illudendoli con premi e incoraggiamenti. Un mondo

in cui vittime e carnefici sono accomunati da una stessa ansia per il futuro. Non c'è scampo per nessuno all'interno di queste logiche di sfruttamento, e a poco servirà il tentativo dell'onesto sindacalista Giorgio Conforti di cambiare un mondo che difficilmente può essere cambiato. Il call center non si rivela per Marta una esperienza completamente negativa, che riesce addirittura ad ottenere un compenso per una pubblicazione di un suo scritto sul ''Confronto tra la filosofia di Heidegger, le dinamiche di relazione tra le telefoniste di un call center e quelle dei protagonisti di un reality show''. La piccola Lara, interrogata su cosa voglia fare da grande, risponde "filosofia". La storia si svolge quasi completamente all'interno del call-center ma mostra anche alcuni scorci di una nuova Roma, quella delle villettine all'americana o dei centri commerciali. Il film prende liberamente spunto dal libro della blogger sarda Michela Murgia, "Il mondo deve sapere", nel quale racconta la sua esperienza di lavoro all'interno di un call-center. Il titolo ''Tutta la vita davanti'' come ha spiegato lo stesso regista in una intervista, vuole essere quasi uno sberleffo della solita frase fatta con la quale le persone più avanti con l'età si rivolgono alle nuove generazioni, senza pensare che il futuro di questi giovani e' molto incerto. Virzì esplora attraverso gli occhi di Marta il mondo del precariato e lo fa con lo spirito comico e amaro che da sempre lo contraddistingue, fornendoci sotto una patina di comicità un ritratto allarmante dell'italia di oggi. Il regista si muove tra le dinamiche del mondo moderno con umiltà e onestà intellettuale senza mai cadere nel facile giudizio o nel pietismo. Un film moderno e movimentato, con un cast favoloso dove attori celebri ed esordienti si amalgamano in una sorta di musical corrosivo ed ed esilerante.

Annamelia Aprea – Mente Locale

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