The Myth of Er (or the case for being ordinary…) Plato, Book 10, The Republic Er was a Greek soldier wounded in battle who, fallen in a coma and believed dead by the gods, was sent by mistake to the afterlife. There, he ended up assisting in a type of Unversal Judgement. The poor fellow saw the souls of his dead comrade-in-arms, first judged and then, as the case may be, either sent high up in heaven or to an underground abyss. And what, might you ask, does this have to do with being ordinary? At a certain point Er saw thousands and thousands of souls that had just completed their term, or enjoyed their rest, and were ready to re-incarnate. To these the Fates, the goddesses of Destiny, tossed some stones before them upon which they had described different types of lives. Each soul was given a choice as to their life of preference. Thus Er saw Ajax, the son of Telamon grabbing the life of a lion, Thamyras that of a nightingale, Atalanta that of an Olympic athlete, and Odysseus, at last, that of a private man. And thus, said Plato, Ulysses was the one to live the happiest life.
Il Mito di Er (o il cagione d’essere ordinario…) Plato, Libro X, Il Republico Er era un soldato greco ferito in battaglia che, caduto in coma e creduto morto dagli dei, fu inviato per errore nell’aldila’, dove fini’ per assistere a una specie di Giudizio universale. Ebbene, il disgraziato vide le anime dei suoi commilitoni morti, prima giudicate e poi inviate, a seconda dei casi, o nell’alto dei cieli, o in un baratro sottoterra. E tutto questo che c’entra con l’essere commune?, voi vi direste? A un certo punto, Er vide riemerge migliaia e migliaia di anime che avevano appena terminato la loro pena, o goduto il loro riposo, e che dovevano reincarnarsi. A queste ultime le Moire, le dee del Destino, gettarono dei sassi su ognuno dei quali avevano scritto in precendenza un tipo di vita. Ogni anima poteva scegliersi l’esistenza che piu avrebbe gradito. E cosi’ Er vide Aiace Telamonio accaparrarsi la vita di un leone, Tamiri quella di un usignolo, Atalanta quella di un atleta olimpionico, e per ultimo, quella di un uomo commune. Ebbene, dice Platone, fu proprio Ulisse a vivere poi la vita piu’ felice.