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«Centri islamici nel ddl sicurezza» ROMA. Applicare la legge Mancino anche a quei centri islamici che fanno proselitismo e propaganda terroristica. È quanto proporrà al Parlamento il ministro dell’Interno Roberto Maroni, inserendo nel disegno di legge sulla sicurezza in discussione al Senato un emendamento che recepisca questa indicazione. «Bisogna intervenire su questi luoghi - spiega Maroni - che non sono mai denominati moschee ma sono centri culturali dove si fa di tutto, si mangia, si fa scuola, si prega e, in alcuni casi è dimostrato che si fa reclutamento e finanziamento di attività terroristiche». Per questo «ho proposto di estendere a queste attività la norma della legge Mancino che consente al ministro dell’Interno di intervenire e sciogliere associazioni e enti che fanno propaganda razzista. Non si capisce perché questa cosa si
può fare in caso di propaganda razzista inefficace per la lotta al terrorismo. È - conclude - e non si possa fare lo sbagliato spingere verso la clandestinità il culto». Della stessa opinione il leader stesso per chi fa propaganda terroristica». Per il ministro della dell’Udc Pier Ferdinando Casini: «Solo Difesa Ignazio La Russa serve «una gli uomini primitivi mettono in riposta concreta e non "sloganistica"». discussione la libertà di religione dei Diversa l’opinione cittadini. Se le moschee del ministro ombra diventano luogo di Lo chiede il ministro dell’Interno del Pd: reclutamento per il terrorismo, Maroni «Gli arresti di Maroni: applicare la Milano confermano intervenga con legge Mancino a quelli un’elevata capacità durezza». La stessa preventiva delle che appoggiano il terrore maggioranza non è nostre forze compatta. Se per il antiterrorismo. leader della Lega Bisogna mantenere un intelligente Umberto Bossi «basta non costruirne controllo, che non sconfini mai in altre», Lucio Malan del Pdl sostiene che sono «meglio moschee legali misure che possano apparire controllate dal ministero dell’Interno discriminatorie per le religioni. La moratoria alla costruzione di nuove che moschee clandestine controllate moschee va respinta perché contrasta da nessuno e facilmente dominate dai con i nostri principi costituzionali ed è peggiori estremisti». (L. Liv.)
Ravasi: sì alle moschee se restano luoghi di culto Se non diventano altro, sono sorgenti di dialogo
DA ROMA MICAELA POLA
isogna «riconoscere la legittimità B di quei luoghi di culto che sono sede di una presenza spirituale autentica, perchè tutte le volte che è così diventano luoghi benefici per la conoscenza»: lo ha detto l’arcivescovo Gianfranco Ravasi,
presidente del Pontificio consiglio per la Cultura, partecipando ieri a una giornata di studio su "Culture e religioni in dialogo", promossa nell’ambito dell’anno europeo del dialogo interculturale. «Un luogo di culto in quanto tale - ha precisato dovrebbe essere sempre sorgente di comunione, di dialogo», ed è proprio di tutte le grandi religioni il «far emergere i propri valori e farsi riconoscere nell’ambiente circostante». Per Ravasi, tuttavia, un problema emerge quando una moschea «supera e travalica» la sua natura e «surrettiziamente perde la sua funzione e diventa qualcosa d’altro». In quei casi la «società civile e lo Stato esigono una verifica e hanno il diritto di intervenire». In conclusione, per il ministro della Cultura in Vaticano «il luogo di culto
È lo stesso personaggio che due anni fa,presidente di seggio alle elezioni,contestò la presenza dell’immagine
SCUOLA A TERNI
deve avere una propria identità spirituale, culturale e anche sociale ma la sua identità fondamentale deve essere quella religiosa». «Io capisco ha spiegato - che per alcune culture è difficile scindere, ma la nostra è una società occidentale che distingue tra ambito religioso e ambito politico: a Cesare quel che è di Cesare». Parole che coincidono con quanto affermato anche da monsignor Mariano Crociata, segretario generale della Cei, in un’intervista rilasciata al mensile "30 giorni" diretto da Giulio Andreotti, che "Avvenire" ha anticipato domenica scorsa: «Dobbiamo garantire che i musulmani presenti in Italia possano coltivare la loro religione, in maniera appropriata», far nascere un islam italiano, che diventi «condizione di inserimento, integrazione, stabilità».
sacra durante le operazioni di voto,minacciando di invalidarle se non fosse stata tolta dalla parete
Studenti contro il prof «Il crocifisso resta lì» I ragazzi, italiani e stranieri, in rivolta verso l’insegnante che ogni giorno rimuove la croce durante le sue lezioni DA TERNI
ELISABETTA LOMORO
è un particolare rituale che precede e conclude le lezioni di italiano nella classe 3°A dell’Istituto professionale per i servizi "Alessandro Casagrande" di Terni. Non la lettura di un passo della Divina Commedia o dei Promessi Sposi, ma la rimozione e deposizione nel cassetto della cattedra del crocifisso appeso alla parete. Che regolarmente torna al suo posto terminata quell’ora di lezione. Protagonista di questo gesto che, da fine settembre, è divenuto una vera e propria abitudine, come il suono della campanella di fine lezione, è Franco Coppoli, 43 anni, ternano, docente di lettere. Il tutto tra il forte disappunto dei suoi stessi studenti, 16 ragazzi sia italiani che stranieri. Riuniti in un’apposita assemblea dedicata all’argomento, i ragazzi si sono espressamente dichiarati a favore del mantenimento del crocifisso durante tutte le ore di lezione. Volontà che hanno manifestato in un atto formale sia al preside, che ai loro insegnanti, professor Coppoli compreso, il quale, imperturbabile, continua a togliere e riappendere il crocifisso prima della lezione «in difesa dello Stato laico e pluralista», spiega il docente, e «per dare piena libertà a ogni insegnante di scegliere l’ambiente formativo in cui operare» (è lo stesso personaggio che due anni fa, presidente di seggio alle elezioni, contestò la
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presenza dell’immagine sacra durante le operazioni di voto, minacciando di invalidarle se non fosse stata tolta dalla parete). A nulla, finora, sono valse le manifestazioni di dissenso del consiglio d’istituto, che all’unanimità si è espresso contro l’atteggiamento del collega, né quelle formalizzate del dirigente scolastico Giuseppe Metastasio che ha scelto la linea della fermezza, e di molti altri studenti dell’istituto. E pensare che nella 3° A sono stati anche i ragazzi stranieri e non cattolici a votare a favore del mantenimento del crocifisso in
Coppoli, docente di italiano e storia all’istituto professionale per i servizi «Casagrande», contestato anche da preside e consiglio d’istituto. Il dissenso degli alunni in assemblea quanto «fa parte della tradizione e della cultura italiana», dichiarano unanimi. Per loro il crocifisso non è esclusivamente un simbolo sacro, ma «è soprattutto il fondamento di valori come il rispetto reciproco, la dignità della persona, la tolleranza, che sono propri di ogni stato libero e democratico». Il loro dissenso deciso, ma che ha mantenuto sempre toni sereni, sta coinvolgendo
l’intero istituto. Spostando un po’ il baricentro della vicenda sul fatto che non siano state ascoltate le loro rimostranze e non sia stata riconosciuta, dal loro insegnante, la volontà dell’assemblea di classe di mantenere il crocifisso al proprio posto. «Pur rispettando l’autorità degli insegnanti - affermano altri studenti - non siamo d’accordo su quanto sta accadendo nel nostro istituto». Lo stesso preside Metastasio in una sua circolare aveva chiesto agli insegnanti il rispetto della volontà degli studenti. Ma così non è stato per il professor Coppoli. «Gli studenti - afferma il dirigente scolastico - hanno dimostrato grande maturità e rispetto. I loro dibattiti sull’argomento sono stati sempre animati da uno spirito dialettico e di confronto, dai toni pacati. Si sono però trovati sempre concordi riguardo alla situazione del crocifisso». Intanto della vicenda sono stati interessati l’Ufficio scolastico regionale e la Procura della Repubblica alla quale il dirigente scolastico ha presentato un formale esposto. L’Ufficio scolastico regionale, da parte sua, ha acquisito tutta la documentazione necessaria per ricostruire la vicenda e, non appena sarà terminata l’istruttoria, invierà i documenti al ministero dell’Istruzione, cui spetta ogni decisione in merito. Il direttore dell’Ufficio scolastico regionale umbro, Nicola Rossi, ha sottolineato che «il mancato rispetto delle regole va sanzionato».
Pirati al volante? I giovani: «Più severità» DA ROMA
PINO CIOCIOLA
e risposte che non t’aspetti e allora consolano un po’ di più. Su consumi (e abusi) di alcol, i ragazzi italiani chiedono maggiore severità e maggiori controlli e chiedono, alle loro famiglie, una mano: vogliono cioè essere aiutati a diventare più saggi, ma attraverso le informazioni e il dialogo, non con le punizioni che spesso finiscono per ottenere l’effetto opposto. Lo spiega Michele Contel, segretario generale dell’"Osservatorio permanente sui giovani e l’alcol", presentando la ricerca – realizzata dallo stesso Osservatorio in collaborazione con la Doxa – che ha analizzato i comportamenti e le relazioni tra genitori, figli e alcol. Maggior rigore sulle strade. Prendiamo le strade e le proposte dei giovani per ridurre gli incidenti provocati da chi guida sotto l’effetto di alcol e droghe: il 46% vorrebbe subito aumentare i controlli della polizia sulle strade e vicino ai locali, il 45% vorrebbe punire severamente chi guida in quelle condizioni. E, ancora, stando al 32% degli intervistati andrebbero inasprite le pene, mentre il 19% aumenterebbe i divieti di vendita e di
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situazioni a rischio. In casa si parla dei rischi. Più strettamente sul rapporto fra genitori e figli, dalla ricerca vien fuori chiaro che i genitori si dicono informati sul modo in cui i propri ragazzi trascorrono il loro tempo libero (41,4% «molto informati», 53,1% «abbastanza») e che spesso in casa si parla dei rischi che possono corrersi con l’abuso di alcol (il 68,9%). Ma va registrato anche come i figli siano sufficientemente convinti di comportarsi come s’aspettano i genitori (il 44% «molto» e il 47% almeno
zioni che però, secondo loro, non servono. E infine il 4,6% pensa che mamma e papà non debbano fare prediche. Quasi tutti ne sanno tutto... A proposito delle informazioni sull’uso eccessivo di alcolici, l’81% dei ragazzi pensa di essere già in possesso di tutte le conoscenze necessarie, mentre il 14% ha già avuto informazioni, ma ammette su alcuni aspetti di saperne poco o nulla. Il 4%, poi, fa sapere che si tratta d’un argomento che non li riguarda e appena l’1% afferma di saperne molto poco.
Indagine Doxa a sorpresa: per risolvere la piaga degli incidenti causati da droga e alcool, il 46% chiede di aumentare i controlli vicino ai locali, il 32% di inasprire le pene. Ed emerge che del problema si parla soprattutto in famiglia: il 70% ascolta le raccomandazioni «abbastanza»). D’accordo genitori e figli. E le "raccomandazioni" che si ricevono in famiglia a proposito del consumo di alcol? Buone notizie anche qui: il 69,3% dei ragazzi ritiene d’essere d’accordo con quanto dicono i genitori. Il 26% è convinto che i genitori abbiano il dovere di dare indica-
Grazie alla famiglia. Sempre quanto alle informazioni, quelle più utili sono per i giovani quelle che arrivano dalla famiglia (59,8%), da un amico fidato (48,4%), dal medico di famiglia (42,3%), dal proprio fidanzato/a (36,3%) e dalla scuola (25,8%). Gli effetti più gravi? Le conseguenze più pericolose per chi a-
busa di alcol vengono individuate dal 57,6% dei ragazzi nel guidare dopo aver bevuto, dal 35,8% nell’assumere insieme alcol e farmaci o droghe, dal 25% nella vendita d’alcol ai minori di sedici anni, dal 19,9% dalla violenza fisica scatenata dall’alcol e dal 12% nel consumo da parte di donne incinte. Persuasione più che divieti. Insomma, dall’indagine – svolta su un campione di 523 giovani dai 16 ai 21 anni e 623 genitori – emerge che i giovani chiedono informazioni e appoggio, reagendo invece male alle imposizioni. «Questo – dice Contel – dovrebbe far riflettere i responsabili delle politiche di prevenzione nel "misurare" il valore della persuasione più che puntare su divieti e coercizione». «Ridurre il consumo». E il governo promette di fare la sua parte: «Puntiamo a ridurre il consumo di bevande alcoliche tra i giovani» e «alzare l’età del primo approccio tra i ragazzi e l’alcol», ha fatto sapere il sottosegretario alla Salute, Ferruccio Fazio. Ricordando che l’Italia ha un record negativo: quell’età è a dodici anni, contro i quattordici in Europa. «Dobbiamo evitare – ha aggiunto – che fino a quindici, sedici anni i giovani tocchino l’alcol».
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Il direttore risponde
Il Crocifisso, «elevato fondamento dei valori civili»
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aro Direttore, la vicenda spagnola sul Crocifisso illegittimo sulle pareti pubbliche, mi sollecita alcune considerazioni che riguardano il nostro Stato. Uno: come già affermato da Francesco Margiotta Broglio in un bel elzeviro sul Corriere (8.10.08), l’ordinamento concordatario in Italia è uno dei migliori in Europa. Due: con la decisione n. 556 del 13 febbraio 2006, il Consiglio di Stato ha messo la parola fine alla lunga querelle sul crocifisso nelle aule scolastiche. La sentenza afferma infatti che il segno cristiano deve restare nelle aule scolastiche non perché sia un "suppellettile" o un "oggetto di culto", ma perché «è un simbolo idoneo ad esprimere l’elevato fondamento dei valori civili» che hanno un’origine religiosa, ma "che sono poi i valori che delineano la laicità nell’attuale ordinamento dello Stato". La lunga ed articolata sentenza si
a voi la parola SE COL SIMBOLO SI CANCELLA LA STORIA Caro Direttore, condividendo quanto scritto da Marina Corradi lo scorso 26 novembre, mi permetto di replicare a coloro che sostengono l’eliminazione dai luoghi pubblici del Crocifisso che Cristo, laicamente e storicamente, rappresenta un evento talmente grande nella storia – in particolare europea – e che ha coinvolto talmente tante persone da cambiare persino il modo di calcolare gli anni, facendoli partire dalla sua nascita quale evento chiave (prima e dopo di Cristo). Inoltre il Gesù crocifisso rappresenta, quantomeno, il più grave errore giudiziario della storia sul quale sarebbe sempre bene riflettere (e il fatto che, in particolare nei tribunali, sia accanto alla scritta "La Legge è uguale per tutti" dovrebbe far meditare). Eliminare la storia è sempre grave e pericoloso. Ai sostenitori dell’eliminazione occorre ricordare che, per coerenza logica, dovrebbero proporre anche l’impacchettamento delle Chiese, come ricordato dal filosofo Cacciari come esempio di miopia culturale, e la cancellazione fisica anche di tutti i campi di concentramento nazisti, perché rappresentano simbolicamente la sofferenza e lo sterminio degli ebrei e, quindi, degli appartenenti ad una religione (anche se poi, in verità, tanti sono stati i cristiani e gli atei, gli omosessuali ed i malati che vi sono stati gassati). In realtà la storia insegna che nei campi di concentramento non sono morti "ebrei", ma è morto l’uomo. E così, sulla Croce non c’è solo il Dio di una religione ma, laicamente e storicamente, c’è il simbolo dell’uomo che soffre e soffre a causa delle ingiustizie altrui. Solo chi non ha sofferenze può chiedere di togliere questo simbolo. Se si vuole cancellare la storia – e Cristo e il Cristianesimo sono storia e cultura soprattutto per l’Europa, e non solo religione – allora cancelliamola tutta solo per rispettare quel qualcuno cui qualcosa potrebbe dar fastidio. Sì, perché la motivazione data è quella di non infastidire qualcuno con la presenza del Crocifisso o di al-
sofferma anche sul concetto di laicità, accennati valori religiosi, ma per credenti specificando come "la laicità, benché e non credenti la sua esposizione sarà presupponga e richieda ovunque la giustificata ed assumerà un significato distinzione tra la dimensione temporale e non discriminatorio sotto il profilo la dimensione spirituale e fra gli ordini e religioso, se esso è in grado di le società cui tali dimensioni sono rappresentare e di richiamare valori proprie, non si realizza in termini costanti civilmente rilevanti». Quei valori che e uniformi nei diversi Paesi, ma, pur stanno alla base ed ispirano il nostro all’interno della medesima civiltà, è intero ordinamento costituzionale, relativa alla specifica organizzazione ovvero il fondamento del nostro istituzionale di ciascuno Stato. In convivere civile, "ed in tal senso il sostanza il concetto di laicità italiano è crocifisso potrà svolgere, anche in un differente da quello britannico, da quello orizzonte laico, diverso da quello religioso francese o spagnolo. Ancora si legge: "«È che gli è proprio, una funzione simbolica, evidente che il Crocifisso è esso stesso un altamente educativa, a prescindere dalla simbolo che può assumere diversi religione professata dagli alunni". Chi significati e servire per intenti diversi; vorrà far traghettare l’ondata Zapatero in innanzitutto per il luogo in cui è posto». Italia, per ecumenico politically correct, Se si trova in un luogo di culto il crocifisso dovrà fare i conti con questa laica e è propriamente ed esclusivamente un lungimirante sentenza. simbolo religioso, mentre invece, Sergio Benetti prosegue la sentenza: «in una sede non Bassano dl Grappa (Vi) religiosa, come la scuola, destinata all’educazione L’INCANTESIMO DEL LAGO dei giovani, il crocifisso potrà ancora rivestire per i credenti i suoi
tri simboli religiosi. Ma la logica di tutelare chi non vuol essere infastidito da qualcosa è assai pericolosa. Infatti, in un prossimo domani, a qualcuno potrebbero dare fastidio gli omosessuali, gli extracomunitari, i bianchi o i neri, i malati. Cosa succederà?
Paolo Panucci Pavia «ELUANA: UNA SENTENZA CHE MI SCONVOLGE» Caro Direttore, sono giorni che penso, prego, penso e mi ritrovo sempre con il pensiero là: in quella stanzetta della clinica lecchese, dove si trova quella povera vita che adesso, per un cavillo giuridico, vedrà la sua interruzione. Non voglio e non devo prendermela per questo con nessuno, parlando del gravissimo peccato che sta per compiersi nel nome della pietà (!). Ribalto solo su di me quello che succede e, piegato in ginocchio davanti al mistero dell’Incarnazione, vedo scendere sulla mia camicia candida di "brava persona" lacrime grosse come le gocce di pioggia dei temporali di fine agosto. Quello che sta avvenendo a Lecco non è unicamente la pervicace volontà dell’amore di un padre (anche io sono padre felice di due gioielli) convinto che solo questa sia la strada per interrompere quello che lui solo ha deciso essere una vita non meritevole di essere vissuta. Quello che avviene, al di là del caso mediatico, pur tragico nella sua sofferenza, è la tangibile risultanza della perdita di quella che una volta era chiamata "fiducia nella Provvidenza". La solitudine di quel padre è terribile, forse di più di quella , apparente, della sua stessa carne sofferente da anni su quel lettino, in quella stanza. Dove, Signore, noi che ci diciamo il tuo popolo, il popolo di Dio, abbiamo sbagliato? Perché non siamo riusciti a fare capire a quell’uomo, nella indigenza tipica della sfiducia nella divina misericordia, che la vita è vita e tale rimane a prescindere da qualsiasi situazione esistenziale, perché specchio e soffio di quel Dio nel quale diciamo di credere, ma che troppo spesso siamo disposti a tradire? Domanda che mi pongo ed alla quale non posso e non so rispondere se non chiedendo perdono per quanto sta accadendo, sentendomi, come cristiano negligente, parte e causa di questa perdita del-
Eccessi di confusione:
di Gianni Gennari
alora in pagina eccesso di contraddizioni. Mercoledì un "Foglio" da primato. A p. 2 Camillo Langone, che da tempo fustiga le chiese la cui liturgia non risponde alle sue voglie estetiche, scrive in un trafiletto il suo disgusto legittimo per l’albero di Natale e la sua predilezione per il Presepe e poi con 4 colonne spara a zero sulla Comunità di S. Egidio, "pacifisti non cristiani", sull’Azione Cattolica, "chitarristi che stravedono per Lilli Gruber", e sui Focolarini che "non esistono", ci sono solo le Focolarine "canterine" che "palpitano per musicacce" moderniste. Basta così? Macché! Dopo il contraddittorio, la contraddizione pesante. A p. 2 "nic. til." accusa l’imbroglio dei giornali che hanno falsificato le dichiarazioni vaticane di monsignor Migliore e di Padre Lombardi
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INFORMATIVA DIRITTO DI CRONACA Ai sensi dell'articolo 13 del D.Lgs. 196 del 2003, La informiamo che i Suoi dati potrebbero essere utilizzati dal titolare, Avvenire Nuova Editoriale Italiana s.p.a. Piazza Carbonari, 3, 20125 Milano, con modalità informatiche e manuali per l'esercizio del diritto di cronaca e nel pieno rispetto del Codice deontologico per i giornalisti Potrà consultare l'informativa completa sul nostro sito www.avvenire.it
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e sono grato, caro Benetti, per aver ricordato quella importante sentenza della Corte Costituzionale. Anche se rimane un po’ di paradossale amarezza per aver provato sollievo dinanzi a un pronunciamento che avrebbe dovuto apparire scontato in partenza, tanto sono evidenti gli argomenti a suo sostegno. La somma delle vicende italiana e spagnola non lascia ombra di dubbio: il nostro tempo affronta una pressione laicista sempre più virulenta e agguerrita, contro ogni rilievo pubblico delle religioni. È un fenomeno tutto europeo, che prende come bersaglio elettivo il cristianesimo e soprattutto il cattolicesimo, la cui consistenza dogmatica e istituzionale è
agli antipodi dalla "liquidità" di valori, convinzioni, scelte di vita sponsorizzate dalla mentalità corrente. Nei confronti di tale deriva sempre più aggressiva, che pretende di relegare la dimensione di fede all’ambito privatissimo della coscienza ed esclude qualsiasi riverbero sociale e politico alle convinzioni religiose, la risposta dei credenti è spesso titubante, remissiva, inadeguata. È un atteggiamento al quale non possiamo rassegnarci, perché è un esito che contraddice all’intera storia del cristianesimo e anche perché altrimenti si rischia di passare dall’espulsione dei valori religiosi dalla sfera pubblica, alla negazione della radice religiosa, propriamente cristiana, di tanti valori "civilmente rilevanti" come l’uguaglianza e la solidarietà. Per quanto dipende da noi, non siamo disposti a farci relegare in un archivio polveroso della storia: crediamo che il messaggio di Cristo sia parola capace di rigenerare anche l’umanesimo del nostro tempo. Per questo Avvenire vive, nel suo piccolo, da quarant’anni.
respirabile (anche se vedo che in certi locali fumano lo stesso, nelle stazioni spesso fumano anche dove sarebbe vietato e la polizia ferroviaria quando li vede si gira dall’altra parte). Mi sto domandando: perché non si aumenta fortemente il costo delle sigarette? In questo modo lo Stato incasserebbe più soldi dalle tasse che gravano sulle sigarette e probabilmente qualcuno diminuirebbe o addirittura smetterebbe di fumare. Perché non Graun,Alto Adige: ghiacciato, il lago artificiale di Reschen è ancora più suggestivo (Reuters) vengono rimossi i distributori automatici di sigarette dichiarancon simpatia e con radioline di servidoli illegali? L’imposizione di farli funla vera vita contro la cultura del nulla zio che strillavano ordini, mentre i roszionare dalle 21 alle 7 o di dotarli di let, che tutto rimane fuorché patrimonio si bus doppi di Londra ci sfioravano di tore di codice fiscale per rilevare l’età dell’essere creato ad immagine somiqualche millimetro. I portoghesi eradel cliente servono a poco, in quanto glianza dell’Eterno. Marino Bertocci no fieri di far conoscere alla loro Pa- ho già visto distributori funzionanti Capri trona la città, in cui vivono in una difuori orario e i minori di 16 anni vannamica diaspora. I filippini erano eno ai distributori con il tesserino di UNA PROCESSIONE stasiati di poter cantare e pregare comqualche amico più grande. I tabaccai, «MULTICULTURALE» patti sul suolo pubblico. Gli italiani grapur di guadagnare, vendono le sigaCaro Direttore, devolmente sorpresi di rivivere vecrette anche ai bambini! Capisco che avanzava barcollando non troppo sichie tradizioni ormai dimenticate: questo non sia l’unico problema in Icura dei suoi passi, anche se bellissima camminare pregando insieme. Ma sotalia, che in questo momento ve ne siasu un cuscino di fiori bianchi e gialli... prattutto era la Madonna la più felice no altri ancora più gravi a cominciare A prima vista, le luci di pizzerie e di di tutti di vedersi così confermata Madalla crisi economica, ma io mi sto dosnack bar, i lunghi profumi di hot dog, dre dei popoli. Mamma universale. E mandando: in Italia, per questo "picdi patatine e di pesce fritto non erano di insegnare a questi suoi figli ad avecolo" problema, cosa si sta facendo? I proprio terreno adatto alle sue abiture un cuore aperto, grande, per essere vari governi di questi ultimi anni, indini. Questa lunga processione serale capaci di camminare nella vita con chi dipendentemente che siano di destra per le vie di Londra, verso le otto di seviene da altre culture, da mondi divero di sinistra, hanno sempre pensato ra, è stata veramente originale. Tuttasi. solo a aumentare i propri stipendi e i Renato Zilio propri privilegi. Quando cominceranvia, la Madonna di Fatima avanzava Londra con quel suo dolce, imperturbabile no a fare quello per cui vengono votasorriso a fior di labbra. Ogni tanto qualti, ovvero gli interessi dei cittadini? «PERCHÉ NON SI FA NULLA Sandro Carrara che inglese tagliava la processione parPER SCORAGGIARE IL FUMO?» lando al telefonino, mangiando ODISSEE TELEFONICHE Caro Direttore, sandwich o con tra le dita un pezzo di E TUTELA DEI CONSUMATORI ormai è noto a tutti che fumare fa mapollo, noncurante di tutto. Sacro e proCaro Direttore, le per chi fuma e per chi gli sta intorfano mescolati insieme si affrontavatitolare di un’utenza Vodafone, vittima no. In vari giornali e riviste ho letto arno in maniera aperta. Ma lei sempre del rialzo delle tariffe, ho chiesto la diticoli dove si dice che in Italia il costo materna, misericordiosa: venerdì sesattivazione della Sim e il rimborso del delle sigarette è tra i più bassi in Eurora, qui in Inghilterra si sa, finita la setcredito residuo. Ho quindi telefonato pa, che nei Paesi che hanno aumentatimana di lavoro ci si scatena ovunque al call center Vodafone per conoscere to enormemente il costo delle sigarettra birra, alcol e cibi vari... La polizia la procedura di riaccredito. L’operatrite il numero di fumatori è diminuito. inglese con il caratteristico nero capce mi ha dapprima risposto che non eHo apprezzato l’entrata in vigore delpello ovale, faccia seria da Scotland ra possibile avere il rimborso e che la la legge che ha vietato di fumare nei Yard (ma qui i... segreti di Fatima non cifra sarebbe andata persa, poi, appelocali pubblici e l’aria è diventata più allarmano), inquadrava la processione
sulla depenalizzazione dell’omosessualità, e a p. 4, stesso tema - "L’agguato manipolatorio alla chiesa scatta sempre sui gay" - c’è una tirata bollentissima del Direttore contro "la barbarie" dei giornali nei confronti della Chiesa: se qualcuno scrive Ferrara indignato poiché condivido la posizione della Chiesa in materia mi accomunasse di complicità con i boia islamici, io "gli sputerei in faccia". Forte, ma perfetto! Peccato però che proprio lì sotto "Considerazioni a margine di una discussione con un prete sui froci" (sic! Ndr) trovi 4 colonne di Fulvio Abbate che non solo ripetono le accuse alla Chiesa, ma le mettono anche in bocca ad un "prete", disinformato o malandrino! Sopra il Direttore, sotto l’Abbate! Qualcosa non fila…So che magari capita anche altrove - ci torno domani - ma così non è troppo?
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na ho alzato la voce, mi ha spedito via email un modulo, ma non era quello che è stato concordato con le associazioni dei consumatori, e che prevede il rimborso gratuito; me ne ha spedito uno che prevede la spesa di otto euro… alla fine, l’ho scaricato dal sito di Altroconsumo e spedito per fax, ma non va bene, lo pretendono per raccomandata. Vado a farmi due ore di fila alle poste per la raccomandata e dieci giorni dopo mi vedo arrivare un sms che dice che non si può ottenere il riaccredito perché non ho fornito i dati richiesti. Chiamo nuovamente il 190 e mi dicono che manca la mia firma; rispondo che al firma c’era e l’operatore mi dice che a lui non risulta firmato. Allora spedisco un altro fax, col modulo e una lettera di accompagnamento avvertendo che se trovano altre storie farò una denuncia penale. Vengo richiamato al telefono da qualcuno della Vodafone e mi dice che non ho inserito il numero di telefono che voglio sia disattivato e che il fax non è valido, che devo rifare una raccomandata. È evidente che tutto questo è pretestuoso, e una scusa di Vodafone per non restituire la cifra residua sulla Sim, violando quindi la legge. Farò una denuncia penale. Ma tutti gli enti che dovrebbero proteggere utenti e consumatori che fanno, dormono?
Roberto Federici MAMMIFERI A RISCHIO ESTINZIONE Caro Direttore, un quarto delle specie di mammiferi esistenti, dal gorilla di montagna alla tigre, è a rischio di estinzione ed oltre la metà ha la popolazione in declino, in gran parte per colpa dell’uomo. Secondo i ricercatori i mammiferi terrestri sono colpiti soprattutto dalla perdita, dal degrado e dallo sfruttamento degli habitat, mentre quelli che vivono in mare sono sterminati dalle reti da pesca e da varie forme di inquinamento... Su tutti incombe la spada di Damocle dei cambiamenti climatici, che potrebbero avere conseguenze sempre più pesanti. Immagino la notizia in un lontano giorno (almeno spero), su un lontano pianeta abitato da esseri saggi, oltre che intelligenti: «Il mammifero più intelligente del pianeta terra, l’uomo, è a rischio di estinzione a causa del proprio egoismo».
Miriam Della Croce
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6 NUMERI SETTIMANALI 250,00 € CON “NOI” E “LUOGHI” 6 NUMERI SETTIMANALI 234,00 € CON “NOI” 1 NUMERO SETTIMANALE 48,00 € 2 NUMERI SETTIMANALI 78,00 € CON “POPOTUS” (GIOVEDÌ E SABATO) AVVENIRE + LUOGHI 20,00 € PRIMO MARTEDÌ DEL MESE (11 numeri all’anno) AVVENIRE + NOI 15,00 € ULTIMA DOMENICA MESE (11 numeri all’anno) CONTO CORRENTE POSTALE ABBONAMENTI N. 6270 INTESTATO AD «AVVENIRE»
FESTIVO 562,00 469,00 3.820,00 2.065,83 FESTIVO 117,00